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Messaggio di fine anno di Mattarella, il testo integrale - 31 dicembre 2018

Care concittadine e cari concittadini,

siamo nel tempo dei social, in cui molti vivono connessi in rete e comunicano di continuo ciò che pensano e anche quel che fanno nella vita quotidiana.
Tempi e abitudini cambiano ma questo appuntamento - nato decenni fa con il primo Presidente, Luigi Einaudi - non è un rito formale. Mi assegna il compito di rivolgere, a tutti voi, gli auguri per il nuovo anno: è un appuntamento tradizionale, sempre attuale e, per me, graditissimo.
Permette di formulare, certo non un bilancio, ma qualche considerazione sull'anno trascorso. Mi consente di trasmettere quel che ho sentito e ricevuto in molte occasioni nel corso dell'anno da parte di tanti nostri concittadini, quasi dando in questo modo loro voce. E di farlo da qui, dal Quirinale, casa di tutti gli italiani.
Quel che ho ascoltato esprime, soprattutto, l'esigenza di sentirsi e di riconoscersi come una comunità di vita. La vicinanza e l'affetto che avverto sovente, li interpreto come il bisogno di unità, raffigurata da chi rappresenta la Repubblica che è il nostro comune destino.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Dal sito del quotidiano La Repubblica



Auguri per il 2019 con la lettura del mito di Platone sull’arte politica, tratto dal “Protagora”:

“Gli uomini cercavano di radunarsi e di salvarsi fondando città, ma non appena si radunavano, iniziavano a maltrattarsi l’un l’altro, privi com’erano di arte politica …
Zeus, temendo che la nostra specie dovesse estinguersi…, inviò Ermes sulla terra, perché portasse tra gli uomini senso del rispetto e senso della giustizia, in modo da dare origine agli ordinamenti civili  e a tutti quei legami che creano fratellanza. Ma Ermes interrogò Zeus: in che modo devo distribuire agli uomini senso del rispetto e senso della giustizia? Come le altre abilità tecniche? Esse si sono distribuite così: un solo medico basta per molta gente comune e così gli specialisti di ogni altro mestiere.  Zeus rispose: Devi distribuirli a tutti e che tutti ne abbiano una parte: perché altrimenti non potranno esistere città, se solo poche persone ne godranno il privilegio,  com’è per le altre specialità professionali.”
Che a tutti sia distribuita l’arte della politica: quella che Cicerone chiamerà “la scienza della politica”è la premessa della democrazia, ma non la garanzia. Per non restare spettatori colpevoli, per giovare agli altri…, quella dote va investita, quel talento va fatto fruttare, quell’arte politica, nobile e severa, va esercitata da ognuno.

Ivano Dionigi, “Otium, negotium”, in Elogio della politica



Comunicato di Magistratura Democratica 4-1-2019


Di fronte alle immagini delle navi di soccorso che hanno tratto in salvo i migranti in fuga dalle guerre e dalla fame, lasciate in balia della sorte dal rifiuto di accoglienza in porti sicuri e dall'inerzia dell’Europa, dobbiamo tutti chiederci verso quale abisso ci stiamo dirigendo, spinti dalle paure, intrappolati dai veti degli egoismi nazionali, assuefatti alle parole di scherno e di sfida verso chi si adopera per la salvezza delle vite in mare e al ribaltamento morale che si è compiuto con la messa sotto accusa del dovere di solidarietà e delle azioni di soccorso umanitario.


Strategia della  Pensione

Noi fortunati che abbiamo seguito in tv il cosiddetto dibattito parlamentare sulla manovra di bilancio abbiamo attraversato un’ampia gamma di sentimenti contrastanti. L’invidia per l’atletica prestanza di Emanuele Fiano, che balza felino verso i banchi del governo, si divincola dal placcaggio rugbistico dei colleghi, offre il petto seminudo alla pugna contro gli odiati sovranisti e infine aggira la barriera dei commessi col lancio liftato di un dossier che centra in pieno volto il sottosegretario Garavaglia.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano, 30-XII-2018



Legge di Bilancio: partita male, finita peggio

Cala il sipario sulla Legge di Bilancio per il 2019. Un disastro la trasparenza, la correttezza delle procedure, l'attendibilità delle stime. Un pasticcio l'accordo con l'Europa. Una pezza a colori l'insieme delle misure che segnalano solamente una cosa: l'assenza di un minimo di strategia coerente per far ripartire il paese.
Non si era mai visto un Parlamento espropriato così sfacciatamente delle sue prerogative. Il Senato quest'anno non si è occupato della Legge di Bilancio e la Camera, in terza lettura, non ha toccato palla. I pentaleghisti hanno così realizzato il sogno della riforma (bocciata dagli italiani) di Matteo Renzi: rendere inutile il Senato.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Giulio Marcon, portavoce della campagna Sbilanciamoci



Stato e persona nell’era della paura

il Farheneit 451 di Ray Bradbury (composto nei primi anni ’50) – varrà trarre l’invito o lo spazio per una comune riflessione.
Il libro sull’incendio dei libri suggerisce, al termine del racconto, la speranza in una salvezza possibile, attraverso la custodia della memoria e del pensiero critico come servizio da offrire all’emancipazione di ciascuno e della collettività intera.
Chi, nel tempo presente, ha il privilegio di svolgere una funzione intellettuale, ha il dovere di non dimenticare mai, per la fruttuosità di quell’impegno, accanto alla dolente ricapitolazione delle miserie umane, il senso vivo di una responsabilità comune.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Marco Dell’Utri, Giustizia insieme, 20-XII-2018



Civis mundi, Diego Battistissa

Federica Borlizzi di Alter Ego grida “Sciacallo”, all’arrivo del ministro dell’interno Matteo Salvini alla fabbrica dell’ex Penicillina. Alcuni uomini, forse poliziotti in borghese, la vogliono trascinare via ma i giornalisti presenti la trattengono per intervistarla. Ne esce un manifesto ribelle, coraggioso, critico e intelligente. Federica oggi ha parlato per l'Italia che non è con Salvini e con le sue politiche razziste, xenofobe, populiste e oltraggiose per i Diritti Umani. Grazie di cuore Federica.

LE PAROLE DI FEDERICA
Perchè non ci pemettete di esprimere il nostro dissenso….
In questi mesi Salvini è andato ovunque senza alcuna possibilitá di contraddittorio, oggi noi stiamo qua dalla 5h30, io sto qui da diversi mesi insieme a un sacco di altre associazioni e le dico che nel palazzo non c’era più nessuno. C’erano 20 persone che erano le più vulnerabili, Salvini è venuto a fare lo show e adesso queste persone staranno per strada.
Il suo decreto mette per strada solo su Roma 1059 persone e i quartieri, le periferie, non vedranno risolti i problemi, vedranno aumentare le tensioni, per colpa di questa persona. Per colpa di un ministro che solo per fare un Tweet, decide di condannare centinaia di migliaia di persone alla marginalità. Sapete che sta facendo Salvini con questa cosa? Un grandissimo regalo alle mafie. La Tiburtina è piena di criminalità organizzata. Queste persone sono gettate per strada, sono persone marginali e l’unica cosa che si avrà è vedere queste persone utilizzate come manodopera per la ndrangheta e per la camorra. E’ questa la sicurezza che vogliamo? Non penso proprio. Questo edificio ha tantissimo amianto, compatto, fibroso e si parla di distruggerlo senza parlare di bonifica. Se viene distrutto senza bonificarlo si andrà semplicemente ad avvelenare le persone che sono presenti in questo quartiere. Qual è la sicurezza che vogliamo? La sicurezza della repressione? Qui dentro c’erano dei poveri, tanto italiani come stranieri. Queste politiche vanno a colpire tutti.



Comunicato

Chieti nuova 3 febbraio promuove la presentazione del romanzo storico

“Il Tallone di Achille. Una storia di Teate”,

Mercoledì 12 dicembre 2018, ore 17,30, presso la sala Manzini del Convitto nazionale-Liceo Classico “G. B.Vico”, corso Marrucino, 135, Chieti.

Interviene l’Autore Antonio Rossini, docente Università di Windsor, Canada.

Legge alcune pagine del libro Marco Fraticelli, presidente dell’UNITRE – Chieti.

 

Antonio Rossini, studente del Liceo Classico “G. B. Vico” di Chieti, laureatosi in Filologia Classica presso l’Università di Tor Vergata-Roma, ha studiato all’Università di Toronto, ricevendo una Laurea Magistrale e un Dottorato in Italianistica, nonché una Licenza in Studi Medievali dal Pontifical Institute for Mediaeval Studies. Attualmente è professore associato di Italianistica e Capo del Dipartimento di Francese e Lingue Classico-Moderne presso l’Università di Windsor, Ontario, Canada.
Dalla quarta di copertina:
1943-1944: un duro inverno di guerra per gli abitanti di Chieti. Un arcivescovo che vuole renderla "città aperta". Un Podestà che tenta di proteggere i suoi concittadini dalle vessazioni dei fascisti e di un cinico gerarca. Nel mezzo, facili vittime, le poche decine di ebrei locali e quelli giunti in città con la massa degli sfollati. Un inverno di vicende drammatiche e memorabili nelle quali viene coinvolto un giovane ufficiale canadese spintosi suo malgrado oltre le linee nemiche e aiutato dalla gente del luogo, in una tremenda partita a scacchi in cui la posta in gioco è la vita. Chi soccorrerà le forze del bene? Durante i freddi "giorni della merla" l'aiuto decisivo giungerà dalle viscere dell'antica Teate e dalla soluzione di un enigma medievale.

Info:
www.chietinuova3febbraio.it;facebook.com/chietinuova3febbraio



Antonio Gramsci, Quaderni dal carcere

«Cultura, non è possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma è la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri.
Cultura è la stessa cosa che la filosofia… ciascuno di noi è un poco filosofo: lo è tanto più quanto più è uomo… Cultura, filosofia, umanità sono termini che si riducono l’uno nell’altro […]. Cosicché essere colto, essere filosofo lo può chiunque lo voglia. Basta vivere da uomini, cioè cercare di spiegare a se stessi il perché delle azioni proprie e altrui, tenere gli occhi aperti, curiosi su tutto e tutti, sforzarsi di capire; ogni giorno di più l’organismo di cui siamo parte, penetrare la vita con tutte le nostre forze di consapevolezza, di passione, dì volontà; non addormentarsi, non impigrire mai; dare alla vita il suo giusto valore in modo da essere pronti, secondo le necessità, a difenderla o a sacrificarla.
La cultura non ha altro significato.»

 


Con la Costituzione nel cuore


Non una biografia ma la ricostruzione di una vita fuori dalla norma, vissuta in nome dell'antifascimo, della Resistenza e della Costituzione. La recensione al libro-intervista di Carlo Smuraglia con Francesco Campobello (Giunti editore, 2018)
Alla domanda sconsolata di Campobello su come possa essere oggi speranzoso di miglioramenti risponde: «Lo eravamo dopo la fine della guerra quando vi era tutto da ricostruire. Perché non dovremmo esserlo oggi?».
È un privilegio raro parlare con un uomo che ha incontrato nella propria vita, non solo da testimone ma da protagonista, eventi centrali della nostra vita nazionale, dagli anni ‘40 fino ad oggi. Lo ha compreso bene Francesco Campobello, giovane storico torinese, che ha scelto di intervistare in questo bel libro Carlo Smuraglia, partigiano, politico, avvocato, professore, che è giunto all’ età di 94 anni in piena acutezza di pensiero ed entusiasmo di spirito. Realizzando, in tal modo, qualcosa che, ben più di una semplice intervista, è un felice dialogo intergenerazionale.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Paola Perrone, già presidente di Sezione della Corte d'appello di Torino, Questione Giustizia, 1 dicembre 2018

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Il fascismo come metafora

Da molto tempo nel nostro paese è ritornato d’attualità il tema del fascismo. Qualche giorno fa Gustavo Zagrebelsky, intervenendo dalle colonne del quotidiano La Repubblica, ha richiamato un famoso scritto di Umberto Eco pubblicato il 2 luglio 1995, estratto da un discorso che egli tenne alla Columbia University il 25 aprile 1995 per celebrare i cinquant’anni dalla Liberazione.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Domenico Gallo, Quotidiano del Sud, Micromega



Comunicato

La sezione Abruzzese dell’Associazione Nazionale Magistrati e l’associazione Chieti nuova 3 febbraio promuovono la realizzazione del XXVI Corso di Educazione alla Legalità nelle Scuole Medie di Chieti e provincia Tutti uguali, Tutti diversi: l’applicazione della Costituzione nella realtà.
Nel primo incontro, Mercoledì 28 novembre 2018, ore 9,30, presso l’Aula magna dell’Istituto di Istruzione Superiore “Luigi di Savoia”, via G. D’Aragona, 21- Chieti, alla presenza di una rappresentanza degli studenti delle Scuole partecipanti, nell’ambito  del confronto tra le culture, Richard H. Bernstein, giudice della Corte Suprema del Michigan, “instancabile difensore dei diritti dei disabili”, parlerà di “Uguaglianza nella diversità”.
Interverranno i magistrati Angelo Bozza, presidente del Tribunale di Pescara, Francesco Testa, procuratore della Repubblica di Chieti, Angelo Zaccagnini, già presidente della sezione penale del Tribunale di Pescara, Giuseppe Falasca, presidente della sezione Abruzzese dell'ANM.
Seguirà il dibattito con gli studenti.

Partecipano le Scuole Medie di CHIETI V. Antonelli, G. Chiarini-C. De Lollis, Convitto Nazionale G. B. Vico, F.Vicentini; di FARA FILIORUM PETRI-sedi di Fara, Casacanditella, Casalincontrada, Rapino, Roccamontepiano; di RIPA TEATINA-Torrevecchia Teatina M. Buonarroti; di SAN GIOVANNI TEATINO G. Galilei



La legalità del male

Monito aperto al futuro e carico di implicazioni attuali, la memoria dei Giusti ha un suo capitolo illustre nella vita di quei magistrati che, mentre la dittatura fascista traeva linfa dalla declinazione giuridica e culturale della razza, sottrassero la portata dei diritti umani alla superficie ermeneutica e al silenzio, in difesa della democrazia.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Questione Giustizia,  Pasquale Serrao d’Aquino, magistrato, addetto all’Ufficio studi del Consiglio superiore della magistratura



A PROPOSITO DI INCENERITORI…LE BUFALE!

Provo a fare chiarezza su affermazioni che sento dai media a favore degli inceneritori, oramai come un coro, vero pensiero unico mediatico, non solo da Salvini ma anche dagli Amici della Terra, dai radicali, da Crozza e da Gabanelli. Il PD tace ma Renzi ne voleva riempire l'Italia e quindi sappiamo come la pensa.

(continua nella sezione Rassegna stampa) dal blog di Luciano Odorisio, 23–XI–2018



Roma stanotte è stato occupato anche il Tasso

COMUNICATO OCCUPAZIONE LICEO T.TASSO, 20/11/18 roma.repubblica.it

Oggi, 20 novembre, un gruppo di studenti e studentesse del liceo Torquato Tasso di Roma, in seguito ad una votazione svoltasi in una seduta del Collettivo Politico Tasso, ha deciso a maggioranza di voti di occupare la scuola.

Dopo numerosi e approfonditi dibattiti il corpo studentesco si è mostrato favorevole ad aderire alla piattaforma di protesta già seguita dai licei Mamiani, Virgilio, Socrate, Albertelli e Righi, con le loro occupazioni, in opposizione ai primi provvedimenti attuati dal governo insediatosi a seguito delle elezioni del quattro marzo.
In primo luogo, esprimiamo il nostro dissenso riguardo alle politiche economiche e sociali.
Ribadiamo ancora oggi con forza che il sistema configurato a scaglioni progressivi debba essere il tratto fondamentale del sistema di tassazione.
Ribadiamo anche energicamente come la Repubblica Italiana sia fondata, come si evince dal primo articolo della nostra Costituzione, sul lavoro e sulla dignità del lavoratore. Dignità svilita o addirittura cancellata da una forma di sussistenza sociale quale il reddito di Cittadinanza.
In secondo luogo dimostriamo il nostro dissenso al Decreto Scuole Sicure. Decreto che in malafede confonde la sicurezza nelle scuole con un controllo militare degli studenti. Tutto questo attuato al costo di investimenti molto onerosi che potrebbero essere indirizzati alla risoluzione dei veri problemi della sicurezza.
Una scuola è sicura quando non cade il cornicione, una scuola è sicura quando d'inverno funziona il riscaldamento: una scuola è sicura quando è in tutto e per tutto a norma.
Inoltre ci opponiamo con forza al Condono, ennesima manovra che finisce per nutrire una criminalità fin troppo presente nel nostro Paese. Esso stabilisce un prezzo alla legalità, permettendo ai più abbienti di aggirarla con facilità e con il favore della legge. Riteniamo parimenti che si tratti di una "mazzetta" richiesta dallo Stato.
Ci schieriamo altresì contro alla demagogia del governo Gialloverde, che continuamente strumentalizza e demolisce la solidarietà umana, trasformando in criminali coloro che cercano di dare dignità a tutti. Dignità alla vita di migranti, esseri umani, che, fuggendo da guerre, povertà, fame, passano poi come capri espiatori di tutti i mali del Paese. Esprimiamo quindi la nostra vicinanza al sindaco Mimmo Lucano, ed al centro Baobab (come alle altre strutture occupate prese di mira dalla "Giustizia").
Con questo atto forte e deciso gli studenti vogliono dimostrare, oltre che la loro coscienza politica, il proprio dissenso alle politiche esecutive portate avanti dal governo ed in particolare dal Ministero degli Interni.
Con quest'occupazione noi studenti del Tasso, intendiamo lanciare un appello allo Stato, ai cittadini e a noi studenti stessi:
Riteniamo infatti che il cambiamento sia nel dare dignità al lavoro, nel rendere valore alla vita umana, nell'investire sull'efficienza delle strutture sanitarie, e dei trasporti: il cambiamento è nell'investimento sulla Scuola Pubblica.
Durante il periodo di occupazione verranno offerti agli studenti assemblee politiche e corsi sulle materie d'indirizzo, tenuti da studenti universitari e da professori. Allarghiamo inoltre l'invito ai docenti del liceo Tasso, ad aderire alla nostra azione. Essi darebbero spessore alla protesta con le loro lezioni aperte a tutti gli studenti. Non intendiamo infatti questi giorni come un buco di tempo in cui riposarci, vediamo al contrario quest'occupazione come una piattaforma in cui noi studenti possiamo portare avanti un discorso di contestazione fondata sullo scambio tra di noi e sulla cultura portataci dai docenti.



Preziose conclusioni di Franco Rositi e di Roberto Leombroni incontro dibattito “Chieti – Gli anni Sessanta e  Settanta tra Politica e Cultura”.

15 novembre 2018, ore 17,45, sala Manzini Convitto nazionale-Liceo Classico”G. B. Vico”  Chieti

"Al termine di questo mio intervento, vorrei raccomandare che si riprenda insieme una riflessione su quel che occorra fare, nelle condizioni di oggi, per riattivare il pensiero critico e la cultura politica non passiva nella provincia italiana".

Franco Rositi


"Che cosa resta in piedi di quella straordinaria stagione politica e culturale?...Un gran desiderio di verità. Una verità che si sottragga alle continue mistificazioni che, da sempre, sono funzionali al potere". Roberto Leombroni

 


Giovedì 15 novembre 2018, ore 17,45
sala Manzini Convitto nazionale-Liceo Classico”G. B. Vico”  Chieti


Le associazioni “Noi del Vico” e “Chieti nuova 3 febbraio” promuovono la realizzazione dell’incontro dibattito

“Chieti – Gli anni Sessanta e  Settanta tra Politica e Cultura”.

Introduzione e coordinamento dei Presidenti delle due associazioni Stefano Marchionno e Maria Rosaria Grazioso.
Intervengono Franco Rositi, Tiziano Bellelli, Giacomo D’Angelo, tra i promotori del gruppo Esprit e  del periodico “Il dibattito”, Roberto Leombroni, docente di Storia e Filosofia.
Negli anni Sessanta, anche a Chieti si diffuse “l’idea di far politica non solo mediante partiti e movimenti,  ma anche mediante piccoli cenacoli riflessivi che irradiassero al loro intorno un orientamento critico e aperto alla conoscenza politica…” (Franco Rositi, relazione)
Si parlerà del gruppo Esprit, del periodico “Il dibattito” e di Enzo Ciammaglichella, uno dei fondatori, da poco scomparso.



Riceviamo e pubblichiamo

ASSOCIAZIONE PENSIONATI GUARDIESI - LIBERA UNIVERSITÀ POPOLARE – ANNO ACCADEMICO 2018/2019

16/11/18

Ente Mostra   Guardiagrele

16.30

Il fondamentale apporto della politica e della magistratura allo  sviluppo dello Stato democratico (anche domande scritte e rilascio attestato a richiesta)


Relatore Giuseppe Bellelli, procuratore della Repubblica di Sulmona



28 ottobre “Con i migranti per fermare la barbarie"

Un intervento di Luigi Ciotti in occasione della mobilitazione in tutta Italia "Con i Migranti per fermare le barbarie"
Ci sono frangenti della storia in cui il silenzio e l’inerzia diventano complici del male. Questo è uno di quelli. Le conseguenze della crisi economica si stanno manifestando come crisi di civiltà. Sulla paura e il disorientamento della gente soffia il vento della propaganda. Demagoghi scaltri e senza scrupoli si ergono a paladini del “popolo” e della “nazione” e acquistano di giorno in giorno consenso, additando nemici di comodo: erano le democrazie e gli ebrei al tempo del fascismo, oggi sono l’Europa e i migranti.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Luigi Ciotti



APPELLO
"CON I MIGRANTI PER FERMARE LA BARBARIE"

Hanno aderito anche Chieti nuova 3 febbraio

e il Comitato Salviamo la Costituzione – Chieti

(continua nella sezione Riceviamo e pubblichiamo)



GIUSTIZIA e LEGALITA’

Come è possibile cancellare l’esperienza di Riace ed esiliare il Suo Sindaco?

Nello Stato democratico i contenuti delle Leggi rispondono al Principio di Giustizia

“Nello Stato democratico la legge è concepita come l’unica salvaguardia contro l’arbitrio della tirannia: non, dunque, come strumento, ma come limite dell’autorità” (Piero Calamandrei)

Nella nostra Repubblica, la Costituzione indica la strada e fornisce le risposte ai nostri dubbi, ricomponendo l’eventuale contrasto tra Giustizia e Legalità (Artt.1-12, Principi fondamentali e 13-54, Diritti e Doveri dei cittadini)

Viene in mente il dialogo eterno tra Creonte ed Antigone. “Tra il re di Tebe Creonte che difende la cieca legalità e Antigone che obbedisce soltanto alla legge morale della coscienza, alle leggi non scritte (P. Calamandrei).  …, che non da oggi né da ieri, ma da sempre sono in vita, né alcuno sa quando vennero alla luce…(Antigone, versi 456-457). Antigone si ribella all’editto del re che ordina di non seppellire il fratello Polinice,  morto nel duello con il fratello Eteocle, dopo aver portato le armi contro la propria città.

“Anche qui”, dice P. Calamandrei, nella difesa di Danilo Dolci, “il  contrasto è come quello tra Antigone e Creonte: tra la umana giustizia e i regolamenti di polizia; con questo solo di diverso, che qui Danilo non invoca leggi non scritte. (Perché per chi non lo sapesse ancora la nostra Costituzione è stata già scritta da dieci anni)”. Era il 1956.

La Costituzione della Repubblica Italiana, art. 54

Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi.

I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.

APPLICHIAMOLA!!!

La Costituzione della Repubblica Italiana;

Piero Calamandrei, uno dei Padri della Costituzione, “Costituzione e leggi di Antigone”: In difesa di Danilo Dolci (1956), Le leggi di Antigone, (1946); Antigone, Sofocle



La fake democracy di Grillo

Con le critiche al presidente della Repubblica Grillo ruba la scena al movimento di governo. Lo fa da attore consumato, ma la domanda rimane. Perché? Non aveva parole per infiammare diversamente la platea? Certamente sì.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Massimo Villone, Il Manifesto, 23–X–2018



L’etica costituzionale come antidoto al conflitto tra legge e giustizia e alla disgregazione sociale

Piero Calamandrei spiegava che nei “grandi trapassi storici” il dissidio tra legge e giustizia si scarica sulla seconda e sulla motivazione dei suoi provvedimenti, con effetti negativi sulla fiducia dei cittadini. Anche oggi si profila un’analoga “crisi della giustizia” ma, come osserva Elvio Fassone, è l’etica costituzionale, ed il suo riconoscimento, che consente di ricomporre legge e giustizia.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Donatella Stasio,14-X-2018



La campana di Riace

In un paese come l’Italia in cui un partito al governo può restituire cinquanta milioni di maltolto alle casse pubbliche in ottanta comode rate, in una regione come la Calabria che non smette di essere massacrata da pratiche amministrative criminali di ogni genere, accade che il sindaco di un piccolo paese diventato in mezzo mondo simbolo dell’accoglienza ai migranti venga arrestato per aver aiutato una nigeriana senza permesso di soggiorno a sposarsi con un residente in modo da non essere rispedita a casa, e per aver agevolato due cooperative nell’assegnazione della raccolta dei rifiuti in modo da impiegare i migranti in questo lavoro utile a tutta la comunità.

Internazionale, 2-X-2018



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