100 passi a Niscemi

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       A poche settimane dall'omicidio di Vassallo, un altro sindaco del Sud impegnato per la legalità diventa facile bersaglio della mafia. Si tratta di Giovanni Di Martino, primo cittadino di un comune sciolto due volte per mafia. L'altra notte gli hanno bruciato l'auto
A poche settimane dall' l'omicidio di Vassallo, sindaco di Pollica, un altro sindaco nel mirino delle cosche. Ieri notte alle 2.30 la macchina di Giovanni Di Martino, sindaco della cittadina nissena da tre anni, è stata bruciata. Un'intimidazione che va dritta al cuore amministrativo del Comune sciolto ben due volte per mafia e amministrato da Giovanni Di Martino - eletto con soli 44 voti in più rispetto a Rossana Interlandi, ex assessore di Cuffaro - subentrato a tre anni di commissariamento per mafia. L'intimidazione al sindaco è soltanto l'ultimo di un atto incendiario che hanno arroventato le notti estive niscemesi. Nel mese di agosto, a distanza di pochi giorni, tre incendi dolosi ai danni di due attività commerciali e di un'auto hanno riportato Niscemi indietro di un anno quando a bruciare è stato un box del mercato ortofrutticolo cittadino. Un mercato dove gli interessi delle cosche non mancano e dove il sindaco antimafia - vicepresidente di Avviso pubblico, la rete di enti locali antimafia - ha avviato un'opera di pulizia.
Trasparenza e legalità, Di Martino le esige anche negli appalti pubblici.

       È stato il primo sindaco ad applicare la circolare ministeriale, emanata a giugno scorso, sulle "White list" che prevede la tracciabilità delle forniture per le imprese che si sono aggiudicate l'appalto. «L'impresa vincitrice, in base a questa circolare- ci ha spiegato il sindaco - deve produrre un documento in cui vengono elencate le imprese fornitrici di materiali, noli e quant'altro. L'elenco subirà uno screening della Prefettura, un modo per evitare le infiltrazioni e le imposizioni da parte delle imprese in odor di mafia». Di Martino non ha perso tempo. Ha già applicato il nuovo regolamento su un grosso appalto da tre milioni di euro. E proprio oggi (ieri, ndr) ci sarà la firma del protocollo sulla tracciabilità delle forniture con l'impresa che si è aggiudicata l'appalto.

Semplice coincidenza o la determinazione dell'Amministrazione non è andata giù alle cosche locali?
Ma il sindaco, che abita a cento passi da casa di Giancarlo Giugno, ritenuto dagli investigatori uno dei boss più influenti di Niscemi e più volte colpito da provvedimenti restrittivi, non ne vuole sapere di arrestare la sua opera di contrasto incondizionato. «L'atto di questa notte ai danni della mia auto non riuscirà a bloccare la primavera niscemese - ha dichiarato a caldo il sindaco - Non abbiamo paura di una sparuta minoranza che vuole trasformare questa città in immondizia. Continueremo a lottare per tutti quelli che della mafia sono stati vittime, per Pierantonio Sandri, per Patrizia Scifo e tanti casi che non sono stati ancora risolti e per tutti i cittadini liberi di questa comunità».
La firma del protocollo oggi pomeriggio con l'impresa aggiudicatrice è la dimostrazione che l'Amministrazione di Niscemi non ha intenzione di abbassare la guardia. Mantenere alta l'attenzione su tutti i fronti, anche su quello delle estorsioni. È da tempo che il sindaco di Niscemi invoca la nascita di un'associazione antiracket nella capitale del carciofo e da un anno ha emanato il pacchetto antiracket, che prevede l'esenzione, per quanti denunciano, per cinque anni dei tributi locali, la revoca della licenza nel caso di connivenze e la messa a disposizione dei locali del Comune per ospitare l'associazione antiracket. Ma sono pochi i commercianti a farsi avanti. Nella vicina Gela l'associazione è nata e ha dato subito i primi frutti della legalità, molti arresti e diverse operazioni sono state avviate da denuncie dei commercianti soffocati dal pizzo. A Niscemi la strada è ancora impervia, qualcuno dei commercianti nega l'esistenza del pizzo e la politica locale non è compatta nel contrasto indefesso alle cosche mafiose. Ad agosto, nel periodo dei tre attentati, Rita Ghedini, parlamentare del Pd, ha espresso solidarietà al sindaco. Con una nota ha denunciato l'escalation degli atti incendiari. Parole di solidarietà che hanno fatto infuriare il consigliere comunale in quota Mpa, Massimiliano Conti. «È ora di dire basta - dichiarò al quotidiano La Sicilia il 21 agosto scorso- all'azione turlupinatura nei confronti dei niscemesi operata da esponenti del Pd». E continuava: «Come se il sindaco stia portando avanti una guerra contro la criminalità in solitario. La senatrice che vive a Bologna crede che a Niscemi ci sia una guerra e i cittadini di Niscemi siano dei guerriglieri del male. Ma i niscemesi sono soprattutto brava gente». La nota si concludeva con un invito al sindaco a occuparsi del «caos» in cui è piombata la città da quando «governa l'amministrazione Di Martino». Intanto l'amministrazione riceve la solidarietà del comitato dei sindaci che per domenica hanno organizzato una fiaccolata a Niscemi, mentre la commissione antimafia a breve si riunirà nella città amministrata da Di Martino. Solidarietà è arrivata anche dall'europarlamentare Rosario Crocetta (Pd) che accusa il fatto che «quasi tutti i boss siano in circolazione» nella cittadina. «Cosa Nostra, la cosca Emanuello e altre - ha detto Crocetta - non sono state sfiorate minimamente nella propria struttura e persino gli assassini del giovane Pierantonio Sandri sono ancora in circolazione, nonostante il ritrovamento del corpo. Recentemente una serie di episodi incendiari hanno coinvolto la città consentendo alla mafia di lanciare il messaggio di essere detentrice di un forte controllo territoriale. Eppure le forze dell' ordine stanno effettuando un lavoro sul territorio senza precedenti. Sicuramente non aiuta, per un'efficace azione di giustizia, il fatto che Polizia e Carabinieri abbiano il collegamento con la città di Gela e la Provincia di Caltanissetta, mentre la magistratura svolge la propria azione attraverso i tribunali di Caltagirone e Catania».
Giovanni Tizian, Il Manifesto, 18-IX-2010