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Se lo studio allontana il lavoro

Sconforto è la parola che forse definisce meglio lo stato d'animo di chi si ferma ad analizzare i provvedimenti per l'occupazione varati dal governo. Una misura in particolare salta subito agli occhi, e ferisce nel profondo: la proclamazione, di fatto, dell'inutilità degli studi. I posti di lavoro previsti infatti sarebbero riservati a giovani privi di titoli di studio come il diploma, e ovviamente la laurea.
Ci si sarebbe aspettati che il premier Letta dichiarasse che questa è una misura del tutto parziale e ancora insufficiente, dedicata soltanto a chi ha di meno e a chi parte con meno chances. Sottolinearlo nella presentazione del piano sarebbe stato almeno un atto di chiarezza. Ma questo avrebbe mostrato in modo esplicito i limiti di questa misura. Il problema infatti è tragicamente molto più vasto e riguarda i giovani tutti.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Alba Sasso, Il Manifesto, 29-VI-2013


Riforme costituzionali: se a scriverle sono gli amici dei ladri

Visto che la storia spesso si ripete in farsa, l’ultimo capito della ridicola tragedia italiana, ruota di nuovo intorno alle riforme e alla giustizia. Esattamente come era accaduto nel 1997, con la commissione Bicamerale di dalemiana memoria, tra i nuovi padri ricostituenti in quota Pdl prende corpo l’idea di riscrivere pure il titolo IV della Costituzione: quello che stabilisce poteri, diritti e doveri della magistratura.
Del resto si sa come vanno queste cose: nelle Camere si parla sempre di fondare una nuova Repubblica, ma tutti quelli che hanno indagini o processi in corso, pensano soprattutto alle Procure della Repubblica.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Peter Gomez, 27-VI-2013


E ora sopprimere la Cassazione (!!!!!!!!!)

La Corte di Cassazione, unico tribunale che piaceva a Berlusconi, ha sostanzialmente confermato pene e multe dovute a De Benedetti per l’esproprio della Mondadori. Neppure da quelle parti, dove le toghe rosse scarseggiano, il cavaliere e i suoi avvocati sono riusciti a convincere la Corte. Per la Cassazione corruzione ci fu, imbroglio pure, sentenze a tariffa anche.
Unico contentino uno sconto del 15% sull’indennizzo dovuto a De Benedetti, per altro in linea con i saldi di questa stagione, politici ed etici. Dopo il “Siamo tutte puttane“, si annuncia forse un “Siamo tutti corruttori?”.
Nel frattempo per ringraziare Letta e il governo del garbo istituzionale riservato ad un pluricondannato, alcuni dei suoi “Bravi” hanno depositato un emendamento per inserire la giustizia tra i temi della cosiddetta “Riforma incostituzionale“. Naturalmente si tratta di una minaccia, tanto per inviare un messaggio e per alzare il prezzo della trattativa.
Il Pd ha già detto che il tema non sta nelle intese, forse dovrebbe semplicemente dire che, se e quando quel testo dovesse mai arrivare al voto sarà respinto dall’altra maggioranza che pure esiste in Parlamento, almeno dal punta di vista dei numeri.
E se il governo dovesse cadere su questo? Meglio, molto meglio che cada, prima che a cadere sia la Costituzione. Beppe Giulietti, Il Fatto Quotidiano, 27-VI-2013




Ristrutturare il debito

Il fatto è che senza una radicale ristrutturazione del debito (il suo consolidamento; o un "default" controllato; o una moratoria sul pagamento degli interessi) ben più radicale di quella attraverso cui, senza dirlo, è già passata la Grecia (senza peraltro trarne alcun beneficio, perché è stata insufficiente e tardiva) e possibilmente adottata congiuntamente da tutti i paesi non più in grado di far fronte al loro debito, non c'è che il tracollo.

Spese militari, grandi opere, pensioni d'oro, evasione: anche cambiando molte voci della spesa l'Italia non potrà evitare il tracollo e lo spettro della Grecia. Lo dicono le cifre degli 80-90 miliardi di interessi sul debito, più i 45-50 per riportarlo al 60% del Pil.
Ci siamo assuefatti a convivere con un meccanismo economico e finanziario che ci conduce inesorabilmente a una progressiva distruzione del tessuto produttivo del paese e delle istituzioni fondanti della democrazia: in questo quadro la perdita di imprese, posti di lavoro, know-how e mercati in corso è irreversibile, come lo è la progressiva abolizione dei poteri degli elettori, del Parlamento e, soprattutto, degli Enti locali: cioè dei Comuni, che sono le istituzioni del nostro ordinamento giuridico più vicine ai cittadini.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Guido Viale, Il Manifesto, 25-VI-2013


Riceviamo e pubblichiamo

NO ALL'ULTERIORE AUMENTO DELLE TARIFFE
Tra impegni disattesi e continui sprechi si aumentano le tariffe, per questo invitiamo i cittadini ad essere presenti al SIT-IN


Domani, mercoledì  26 giugno ore 17
presso la Provincia di Pescara
tutti presenti ai "lavori" dell'Assemblea dei sindaci dell’Assi.

PASSAPAROLA..



Conferenza Stampa 24 giugno 2013

L'ATO HA DUBBI SULLA VERIDICITÀ DEI BILANCI DELL'ACA: CHE SI FA? SI AUMENTA LA BOLLETTA PER I CITTADINI"!

Il 28 dicembre 2012, l’Autorità per l’energia elettrica e il gas (AEEG) ha adottato la deliberazione 585/2012/R/IDR intitolata “Regolazione dei servizi idrici: approvazione del metodo tariffario transitorio (MTT) per la determinazione delle tariffe negli anni 2012 e 2013”, nonostante le proteste del Forum Italiano per l’acqua.  Nella delibera sotto la voce “oneri finanziari” si ripropone il meccanismo della remunerazione del capitale riproducendo, di fatto, la medesima componente tariffaria abrogata dai referendum 2011. Cambiando qualche parola, la “nuova” tariffa permette di continuare di fare profitti sull'acqua, come se nel 2011 nulla fosse accaduto.
Inoltre la delibera dell’AEEG,  adottata a fine 2012, definisce il proprio ambito temporale di applicazione per il periodo 2012-2013, in violazione del principio di irretroattività degli atti amministrativi.

(continua nella sezione Rassegna stampa) SegreteriaH2OAbruzzo [ Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. ]


La S.V. è invitata alla 4a festa provinciale SPI - CGIL Chieti


Martedi 25 Giugno 2013 - Teatro FENAROLI LANCIANO - Via dei Frentani, 6 - Ore 16.00


Saluti

Gianna Paola Di Virgilio, Segretaria Generale Provinciale SPI-CGIL CHIETI

Giovanna Zippilli, Segretaria Regionale SPI-CGIL Abruzzo

Germano Di Laudo, Segretario Generale Provinciale CGIL CHIETI

Silvia Innocenti, Segretaria lega SPI-CGIL Lanciano

A seguire: convegno

STORIA E MEMORIA DEI NOSTRI TERRITORI

Partecipa Carla Cantone, Segretaria Generale Nazionale SPI-CGIL

Conduce Maria Rosaria La Morgia, giornalista RAI


Interventi

Dott. Mario Pupillo, Sindaco Città di Lanciano

Testimonianze dal “Treno della Memoria” SPI-CGIL.

Prof. Gianni Orecchioni, Storico

Antonio Innaurato, Pres. ANPI Provinciale e Ambito Sociale Aventino

Gianni Di Cesare, Segretario Generale CGIL Abruzzo

 

Chiusura

Concluderà la serata il comico Domenico Turchi

...I racconti di Domenico” accompagnato dalle musiche di Angelo


SINDACATO PENSIONATI ITALIANI - CHIETI

Comune di LANCIANO

Cerimonia in ricordo dei fondatori cgil Provincia di Chieti



Riceviamo e pubblichiamo


DOSSIER FIUMI IN ABRUZZO.
IL WWF: SEMPRE PEGGIO!


COMUNICATO STAMPA WWF DEL 20/06/2013

Fiumi, “in Abruzzo sempre peggio”: presentato dossier del WWF.

2/3 dei corsi d'acqua lontani dagli obiettivi di qualità comunitari, in due anni 1/3 dei fiumi declassato. Il 10% è nello stato “pessimo”.

L'Associazione: situazione disastrosa, cambiare radicalmente il Piano di Tutela delle Acque.


Il WWF ha presentato il Dossier fiumi 2013: in Abruzzo sempre peggio in cui emerge che i fiumi abruzzesi fanno un ulteriore passo verso il disastro allontanandosi dagli obiettivi di qualità fissati dalla Commissione Europea nel 2000 con la Direttiva 60/2000/CE “acque”.
Il dossier del WWF è basato su elaborazioni svolte sugli ultimi dati recentemente resi disponibili dall'ARTA, quelli relativi alla campagna di monitoraggio 2011. Oltre 100 stazioni lungo i corsi d'acqua vengono monitorati dal 2004 e i tratti fluviali vengono classificati in 5 classi di qualità: pessimo; scadente; sufficiente; buono ed elevato.
L'obiettivo di raggiungere lo stato ‘BUONO’ entro il 2015 imposto dalla Direttiva Acque 60/2000/CE si sta allontanando sempre di più, visto che il trend è in peggioramento.

(continua nella sezione Rassegna stampa)



Quando è la piazza a decidere

Si consuma dunque l'ordalia, e la rete espelle con il 65% dei voti la senatrice Gambaro. In tutti i soggetti organizzati il pensiero diverso è un problema per chi è sulla plancia di comando. E, nelle circostanze di volta in volta date, la diversità viene definita come ricchezza, o come tradimento. Ovviamente, se la rappresentazione ha luogo in una bocciofila o nel club del golf, la cosa non interessa altri che i soci. Ma quando succede in un partito che ha preso il voto di un quarto del corpo elettorale, interessa tutti.
Questo perché un simile partito oggettivamente - piaccia o non piaccia - pesa sulle scelte che riguardano tutto il paese. Vediamo subito l'aggancio con l'art. 49 della Costituzione, per cui tutti i cittadini hanno il diritto di associarsi in partiti, per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale. E vediamo subito anche il problema. Per la Costituzione, il concorso nella politica nazionale è indissolubilmente legato al "metodo democratico". Quindi la domanda diventa: il metodo dell'assemblea virtuale e del giudizio della rete è "democratico"?
In apparenza, è una sce
lta ottimale. Tutto il popolo che ha espresso quel rappresentante viene chiamato a valutare le sue parole e trarne le conseguenze.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Massimo Villone, Il Manifesto, 20-VI-2013



Riceviamo e pubblichiamo

Appello per la democrazia della nostra Costituzione


Nel Paese è sempre più forte e vasta la preoccupazione per il lavoro; le condizioni di vita sempre più precarie per masse di cittadini; l'erosione dei diritti fondamentali come il diritto alla salute, all’istruzione, all'ambiente, in continua progressione.
Nonostante ciò, la maggioranza di Governo ha deciso di impegnarsi per cambiare la Costituzione, addirittura nel suo impianto istituzionale e senza alcun dibattito nel Paese. Senza dubbio la Costituzione si può modificare, ma senza stravolgere gli equilibri della democrazia parlamentare e soprattutto da parte di un Parlamento che sia effettivamente rappresentativo della realtà del Paese. Il Parlamento attuale invece è stato eletto con una legge elettorale, ora sottoposta al giudizio della Corte Costituzionale, che ha attribuito la maggioranza assoluta dei Deputati ad una coalizione che non ha raggiunto nemmeno il 30%.
Per questo si chiede che l’attuale maggioranza, piuttosto che impegnarsi per stravolgere  la Costituzione, approvi subito i provvedimenti necessari a garantire una svolta per l'occupazione, le politiche del lavoro ed una nuova legge elettorale coerente con i principi costituzionali. Per questo abbiamo deciso di impegnarci per la difesa della democrazia della nostra Costituzione,organizzando per intanto dal 13 al 20 giugno


Settimana fiorentina per la Costituzione


Giovedi 13 Giugno - Ore 21 - Libreriacaffè La Citè - Borgo S. Frediano, n.20 r- Presentazione del libro "Da sudditi a cittadini" di Domenico Gallo - con l'autore ne discutono Umberto Allegretti,Gabriella Chiaromonte e Cinzia Niccolai. Coordina Domenico Guarino


Lunedì 17 Giugno - Ore 17 -  Sala delle vetrate- Piazza Madonna delle Neve - Le Murate - Incontro pubblico : "Legge elettorale e riforme istituzionali: quale democrazia ?"con Gaetano Azzariti e Rolando Tarchi (costituzionalisti), Giulia Sarti (Deputata M5S), Elettra Deiana (Presidenza SEL), Giovanni Russo Spena (Comitato Politico di PRC), Walter Tocci ( Senatore PD) e Clotilda Giurleo (Coord. Reg.le Donne  IDV.) Coordina Angela Mancuso


Giovedì 20 Giugno - Ore 17 - Sala ARCI , Piazza de' Ciompi, n. 11 - Incontro pubblico: "La Costituzione è alternativa al liberismo e all'austerità" con Enzo Collotti (Storico), Gianni Ferrara (Costituzionalista) e Marco Passarella (Economista)- Coordinano: Daniela Palma, Roberto Passini e Paolo Solimeno


Comitato per la Difesa della Costituzione, Carovana per la Costituzione SEMPRE, Giuristi Democratici e Libertà e Giustizia.

Aderiscono: Sinistra Ecologia e Libertà, Italia dei Valori, Partito della Rifondazione Comunista, Partito del Lavoro, ALBA-Alleanza Lavoro Beni Comuni Ambiente, Cambiare si può , Sinistra per la Costituzione, Associazione amici della rivista Il Ponte, Associazione Paolo Sylos Labini, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Azione Civile.  INFO 3357112697



Riceviamo e pubblichiamo


ASSALTO ALLA COSTITUZIONE

MOBILITIAMOCI!



È strisciante, silenzioso, e arriva in un periodo in cui la mente di tutti i cittadini e' fiaccata dalla calura estiva, dalle tensioni di una lunga e tormentata stagione elettorale e dal desiderio di rilassarsi.
Sembra studiato a tavolino, come tante altre volte......

Ma certamente stiamo scivolando verso una situazione ben diversa dal 2006, quando gli stessi protagonisti costrinsero tutti gli Italiani ad organizzare un Referendum con cui credevamo di aver definitivamente chiarito che la "Costituzione non si tocca" e che le pur necessarie migliorie devono comunque essere discusse e approvate nell'ambito del Parlamento. Mai parole furono più vane!

Pochi anni dopo (e in condizioni di subalternità politica ben diversa da allora) ci riprovano, con la Sinistra evanescente e balbettante.
Mentre siamo ancora in attesa della vagheggiata Riforma Elettorale, e' stato nuovamente varato un progetto di Riforma Costituzionale, affidando l'importante fase di elaborazione e di discussione ad una Convenzione, Organo di Saggi nominati ad hoc per fare un lavoro costituzionalmente di pertinenza del Parlamento.

Contro questa procedura anomala e fuori da ogni regola, Communita2002, animata dallo spirito legalitario scolpito nel proprio Statuto ed unitamente alle altre Associazioni e Comitati, fa propria la riserva espressa dal prof. Onida nella Relazione Finale del Gruppo di lavoro istituito dal Presidente della Repubblica, secondo la quale il progettato ricorso a organismi redigenti non previsti dall’ordinamento rischierebbe di “innescare un processo ‘costituente’ suscettibile di travolgere l’intera Costituzione”, di cui vanno mantenuti saldii “i principi, la stabilità e l’impianto complessivo, e chiama tutti i cittadini a MOBILITARSI in difesa dei Valori e Principi della Costituzione.



Pertanto invita a concentrare l'attenzione su alcuni aspetti condivisi da tutti:

- evitare di imporre forme quali il semi-presidenzialismo o il presidenzialismo, ribadendo l'autonomia del Parlamento;

- limitare eventuali possibili scelte nell'alveo del disposto dell'art. 138 Cost.;

- garantire comunque l'equilibrio dei Poteri e degli Organi di Controllo con le fondamentali funzioni di contrappeso.



Per questi motivi, Communitas si unisce alle altre Associazioni Comitati e cittadini nel far sentire la nostra voce con tutti i mezzi possibili e con le modalità che saranno concordate nei tempi previsti.

http://www.communitas2002.org/index.php?pagina=assalto-alla-costituzione




Il nostro orizzonte resta la democrazia costituzionale

È la fase di regressione culturale e di perdita di senso delle nostre categorie giuridiche, politiche e istituzionali che rende drammatica la discussione sulla revisione della Costituzione, incombente il pericolo di trasformare un'opera di manutenzione e attuazione della "legge suprema" in un tragico e distruttivo processo "costituente" suscettibile di travolgere l'intera costituzione

Nella discussione sui lavori della "Convenzione per la democrazia costituzionale", alcuni commenti ospitati in queste pagine hanno dato un'interpretazione assai riduttiva e sostanzialmente sbagliata. La Convenzione, che si è andata formando nell'ambito delle iniziative del Teatro Valle, non vuole semplicemente dibattere intorno al lavoro dei "saggi" governativi (così Ugo Mattei), né tantomeno aspira a operare su «un fronte immediatamente politico, dove pensiero, cultura, progetto istituzionale, sguardo lungo peseranno molto poco e tutto si giocherà pensando al successivo giro elettorale» (così Luca Nivarra). Con ben altra ambizione la Convenzione cercherà di caratterizzarsi in chiave propositiva e contro-egemone. Ci si propone cioè di far emergere le culture più sensibili alle ragioni della democrazia costituzionale le quali, per troppo tempo, sono apparse subalterne alle fluttuanti concezioni neocostituzionaliste dominanti. In un contesto difficile, dove gli spazi politici e culturali si vanno restringendo, non si può continuare ad arretrare, ma, se si vuole uscire dalle strettoie, bisogna mettere in campo la nostra visione del mondo. Altro che aspettare quel che fanno i "saggi" o pensare alle prossime elezioni.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Gaetano Azzariti, Il Manifesto, 15-VI-2013

 

 


 

L’ottavo pilastro della saggezza


Il “governo delle larghe intese" rappresenta nel nostro prontuario l'ottavo pilastro della saggezza …E' come se il concetto di morale pubblica fosse sacrificato sull'altare dell'opportunità politica. Anche il dirlo è diventato da qualche tempo a questa parte riprovevole.

Non c'era un piano (così almeno presumo). Ma da un certo momento in poi il piano ha preso corpo: quando i soggetti interlocutori (ovvero, sia pure moderatamente e modestamente, distinti e contrari) sono così deboli e/o rinunciatari, è facile - diviene cammin facendo sempre più facile, - costruire un piano alternativo alle loro (peraltro estremamente confuse) intenzioni. E da quel momento, - e cioè dal momento in cui è diventata chiaramente visibile la confusione in cui i vari proponenti versavano, - il piano è stato applicato con sempre più lucida consapevolezza e con una davvero superiore capacità di controllo della crisi.

La gente comune, però, -cioè noi, - ha visto solo la punta dell'iceberg. Chissà se esiste in Italia un valoroso giornalista d'inchiesta, che, oltre ad occuparsi delle malefatte dei consiglieri regionali laziali e della compravendita di voti in Lombardia, sia disposto ad occuparsi di ciò che è accaduto in Italia nelle "alte sfere" della politica, dietro l'apparenza degli scenari visibili, nel corso degli ultimi tre-quattro mesi? Sarebbe il colpo della sua vita (si spera non in senso definitivo).

(continua nella sezione Rassegna stampa) Alberto Asor Rosa, Il Manifesto, 14-VI-2013

 


CAMERA DEI DEPUTATI


Sala del Refettorio Biblioteca della Camera dei Deputati.
Via del Seminario, 76


Mercoledì 19 giugno 2013 h.16.30



L'Associazione L'ORO DELLE DONNE

Presenta


femeNews
donne che fanno rete e notizia in Italia e nel mondo



Tavola Rotonda
Cinquant'anni dopo l'ingresso delle donne in Magistratura


"La Giudice" e le altre, donne in Magistratura Politica e Informazione.




Apertura lavori Donatella Smoljko giornalista Radio Rai
Presidente Associazione L'Oro delle Donne

LETTURA MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Introduzione dibattito Elisa Di Salvatore  giornalista freelance

Roberta Agostini Deputata
Erminio Amelio Sostituto Procuratore della Repubblica Roma
Sarina Biraghi Direttrice Il TEMPO
Susanna Camusso Segretario Generale Cgil
Tommaso Cerno Scrittore e giornalista de L'Espresso
Silvia Costa Eurodeputata
Paola Di Nicola Giudice Tribunale Penale di Roma e autrice del libro "LA GIUDICE una donna in magistratura”
Valeria Fedeli Vice Presidente Senato
Maria Gabriella Luccioli Presidente I° Sez. Corte di Cassazione
Monica Maggioni Direttrice RaiNews24
Luigi Marini Presidente Magistratura Democratica e Consigliere  Corte di Cassazione
Flavia Perina ex Direttrice Il Secolo D'Italia
Paola Spadari Presidente Ordine dei Giornalisti Lazio

Modera
Mariella Magazù giornalista freelance

Ufficio Stampa e Segreteria organizzativa: Elisa Di Salvatore  Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. 328 9594910; Mariella Magazù  Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. 3

(continua nella sezione Rassegna stampa)



Abruzzo, i pm di Pescara: “Condannate l’ex presidente Del Turco a 12 anni”

L'ex ministro delle Finanze, ex presidente della commissione antimafia, ed ex    segretario generale della Cgil, per gli inquirenti abruzzesi deve essere condannato a 12 anni. Finì dietro le sbarre  -  in custodia cautelare  -  l'estate del 2008, con le successive dimissioni da presidente della Regione.
La procura ha chiesto undici anni di reclusione anche per l'ex manager della Asl di Chieti, Luigi Conga, dieci anni per Camillo Cesarone, ex sindacalista Cgil del gruppo Villa Pini (nonché capogruppo Pd in Consiglio regionale durante la Giunta Del Turco), e nove anni a Lamberto Quarta, all'epoca dei fatti segretario della presidenza del Consiglio regionale.
Per Aracu, la richiesta è stata invece di nove anni, mentre per l'allora ex presidente della quinta Commissione Sanità, Antonio Boschetti, i pm hanno chiesto sette anni e sei anni per l'ex assessore alla Sanità, Bernardo Mazzocca.
Tre anni, poi, per il "grande accusatore" di Del Turco, l'ex patron della casa di cura privata Villa Pini, Vincenzo Angelini (coinvolto anche in un altro processo per bancarotta fraudolenta). Giuseppe Caporale, La Repubblica,12-VI-2013


L'ex governatore è imputato per presunte tangenti nella sanità privata. Deve rispondere di concussione, associazione a delinquere, falso, abuso e truffa. I pm Bellelli e Di Florio: "Prelievi in contanti e mazzette: tutto torna. E il debito della Regione nel settore sanità è colpa della sua giunta". Il Fatto Quotidiano, 12-VI-2013


Bellelli e Di Florio nelle loro requisitorie (10 e 12 giugno) hanno anche illustrato come funzionava il sistema delle tangenti nella sanità abruzzese. "Le mani sulla sanità pubblica furono una costante, ci fu una continuità tra le giunte di centrodestra e di centrosinistra per quello che poi è stato chiamato 'il partito dei soldì ". Giuseppe Caporale, La Repubblica, 12-VI-2013


PESCARA. «Lo scempio del denaro pubblico c'e' nella prima e nella seconda cartolarizzazione ed e' ordito, studiato con meccanismi raffinatissimi da Masciarelli ed è voluto dalla seconda giunta in modo piu' infido».
E' uno dei passaggi chiave della requisitoria del pm Giuseppe Bellelli.
Sono molti gli elementi comuni tra la giunta regionale guidata dall'ex governatore Giovani Pace (per ora assolto mentre pende un appello della procura) e quella dell'ex presidente Ottaviano Del Turco: «il filo conduttore - ha detto Belleli- puo' essere sintetizzato purtroppo in una frase: "noi siamo il partito dei soldi". E' il filo rosso che viene collegato da Masciarelli».
Secondo Bellelli «gli elementi comuni raccontano un modus operandi che portò all'espropriazione dei poteri iniziata con la giunta di centrodestra e conclusa con quella di centrosinistra. In questo sistema i servi vanno avanti e sono gratificati, mentre gli uomini che rispettano la legge vengono minacciati, cacciati ed esautorati. Questi volevano far risparmiare i soldi alla collettività, ma il partito dei soldi invece pretendeva la loro testa». PrimadaNoi, 10-VI-2013


Inoltre: “Qualcuno ha detto ed ha fatto scrivere che i PM in questo processo per tangenti non hanno trovato i soldi. Non è vero, i soldi ci sono, eccome…”, sottolinea il PM Giampiero Di Florio. Maurizio Cirillo, Il Messaggero, 11-VI-2013


Ed ancora “…Del Turco non è uno spallone che porta i soldi all’estero con le valigie: qui siamo a livelli alti: Del Turco è stato un ministro, non avrebbe avuto difficoltà ad  occultare i denari”. Paola Aurisicchio, Il Centro, 11-VI-2013


Ora la parola passa alla difesa. Il 18 luglio la sentenza.



Comitato di Chieti
Salviamo la Costituzione: Aggiornarla-Applicarla-non Demolirla


Il 2 giugno 2013, il Comitato di Chieti “Salviamo la Costituzione: Aggiornarla-Applicarla-non Demolirla”, per l’ottavo anno consecutivo, ha consegnato ai cittadini  una copia della Costituzione della Repubblica Italiana, “indossandone gli articoli”. Settecento copie sono state distribuite in meno di un’ora per le vie del Centro storico “ad esclusione della Villa Counale, piazza Mazzini, viale IV novembre e piazza Trento e Trieste perché interessati alla manifestazione istituzionale” (come da Decreto del Questore, prot. Nr/cat A.4/Gab./13.


Per errate comunicazioni, pervenute al Comitato dal segretario provinciale del Partito Rifondazione Comunista-Chieti, sono stati inseriti nell’elenco delle sigle aderenti il partito Sinistra Critica e l’associazione Arcigay.


Il Comitato in difesa della Costituzione è composto dalle associazioni ANPI-Sezione “Alfredo Grifone”-Chieti, Brigata Maiella, Chieti nuova 3 febbraio, Chieti resiste, Comitato di quartiere Santa Maria, Legambiente, Lista 360 gradi,  Unitre, dal CIF, dalla Confesercenti, dal Movimento 5 Stelle-Chieti, dai partiti Italia dei Valori, Partito Democratico, Rifondazione comunista, Sinistra ecologia e libertà, Giovani Democratici, dai sindacati CGIL, CISL, UIL, USB.


Riceviamo

Fondazione ONLUS
C.I.V.I.T.A.S.
Costruire integrazione vitale tra attori sociali



Venerdì 7 giugno alle ore 17.30 a Guardiagrele - Via Roma - Sala "antichità Jubatti


Diritti umani, diritti vicini
Perché i diritti umani ci riguardano


Ne parliamo con Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International –Italia e con Franco Corleone, coordinatore dei Garanti per i diritti dei detenuti.

L'incontro con Antonio Marchesi e con Franco Corleone, è una occasione da non perdere...parlare di diritti umani è cosa che ci riguarda da vicino...certo, la mente va subito al tema delle torture, dei paesi nei quali i diritti sono negati...ma questioni come salute, ambiente, informazione, libertà non sono forse "cose" che ci toccano da vicino, tutti i giorni...ecco perché i diritti umani sono diritti vicini...e spesso non ce ne accorgiamo...appuntamento a venerdì con due ospiti di rilievo nazionale


Riceviamo da Augusto De Sanctis-WWF

LA SENTENZA
Chieti. Traffico rifiuti pericolosi, 5 anni e mezzo a Walter Bellia
Stessa pena per l'avvocato Minichilli. Al fratello Angelo Fabrizio Bellia 3 anni e mezzo. Assolti in 11


CHIETI. L'imprenditore Walter Bellia è stato condannato dal Tribunale di Chieti a cinque anni e sei mesi per traffico illecito di rifiuti, truffa ai danni della Regione Abruzzo e frode processuale.
Con l'imprenditore, titolare della società Seab che opera nel campo del trattamento dei rifiuti, e anche presidente del Chieti Calcio, sono stati condannati l'avvocato Maurizio Minichilli, consulente legale Seab, con la stessa pena, Giuseppe Chiavaroli, addetto commerciale Seab, a quattro anni e sei mesi, e il fratello di Bellia, Angelo Fabrizio, a tre anni e sei mesi.
Assolti altri 11 imputati. Il tribunale non ha riconosciuto il reato di associazione per delinquere. Walter Bellia è stato presente a tutta la durata dell' udienza assistito dal legale Vittorio Supino. I fatti risalgono al periodo compreso tra il 2007 e il 2008.
Il meccanismo truffaldino consisteva nell'acquisire rifiuti pericolosi, in particolare dalla Sicilia e dal Petrolchimico di Gela, oltre che dalla provincia di Siracusa, nell'impianto Seab di Chieti scalo regolarmente autorizzato.
Qui i rifiuti dovevano essere trattati per renderli inerti e poi smaltirli regolarmente.
Il che non avveniva: i rifiuti rimanevano pericolosi e viaggiavano verso le discariche pugliesi e abruzzesi con certificati compiacenti.
I quantitativi smaltiti in due anni sono pari a 150 mila tonnellate, per un guadagno illecito stimato di circa 3 milioni di euro.
L'indagine è nata dopo alcuni controlli casuali nelle discariche ed è stata condotta dai Carabinieri del Noe, Nucleo operativo ecologico di Roma e di Pescara, con l'aiuto dell'Arma territoriale abruzzese e pugliese.
Il pm aveva chiesto quattro anni per il responsabile della Seab - ditta che avrebbe dovuto inertizzare i rifiuti -, Walter Bellia, e l'avvocato pescarese consulente dell'azienda, Maurizio Minichilli; due anni e sei mesi per Giuseppe Chiavaroli.
Fulcro delle attività illecite, presso cui confluivano dall'intero territorio nazionale centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti speciali pericolosi e non, era un impianto di trattamento rifiuti operante nella zona industriale di Chieti Scalo, regolarmente autorizzato dalla Regione Abruzzo.
Durante le indagini sono stati messi sotto controllo: l'impianto di gestione rifiuti - trattamento di Chieti; 3 ditte di trasporto rifiuti della Campania, Toscana ed Abruzzo; 3 laboratori analitici in Abruzzo e Puglia; 6 impianti di smaltimento in Puglia, Toscana e Abruzzo; 5 inceneritori ubicati in Italia ed in Germania.
L’indagine venne soprannominata ‘Operazione 4 mani’ «per indicare l'abilità», spiegarono gli inquirenti il giorno degli arresti, “con cui in Abruzzo apparivano rifiuti normali e dalla Campania”.




Riceviamo e pubblichiamo


Non è cosa vostra

Ieri, 2 giugno 2013, a Bologna non è stata una giornata di celebrazioni.
Libertà e Giustizia ha messo in piazza una giornata di lotta.
Una bella partecipata giornata di festa.
La Costituzione italiana non deve essere stravolta.
Anche la manutenzione non è cosa di una casta di nominati.
La "strana maggioranza", da nessuno richiesta, deve occuparsi di poche cose: legge elettorale e lavoro.
E poi al voto!
La pacificazione deve essere fatta con la nostra Costituzione, con la sua applicazione per intero!
Vigilare ed essere costantemente mobilitati.
Fare rete, nessuno può chiamarsi fuori.
È una battaglia per la  DEMOCRAZIA, quella che si prospetta.
L?indifferenza non è ammessa (odio gli indifferenti ? testo di Antonio Gramsci).
In questa crisi politica, sociale, culturale, economica tutti devono fare la propria parte di partigiani?.
Questo hanno detto, alle volte urlato, tutti quelli che si sono succeduti in una maratona di quattro ore.
Questo intendono le oltre cento associazioni che hanno aderito.
Questo hanno sottolineato, con applausi fragorosi, i presenti, quasi diecimila.

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Riceviamo e pubblichiamo
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Al <<confronto aperto, anche pubblico>>, nel consiglio comunale di Lanciano del 18 marzo 2013, Medoilgas non ha partecipato, pur essendo stata invitata.
Marcello D’Ovidio

Il giorno 04 giugno 2013 10:11, WWF ABRUZZO - Augusto De Sanctis ha scritto:
CORSERA OGGI CON UNA PAGINA SU OMBRINA MARE (E ANCHE SULLA HOME-PAGE)!

Contestato il via libera Al progetto per un impianto in Adriatico
Duello sulla piattaforma in mare tra Chiesa, Wwf e petrolieri

«Difendete il Creato». L'azienda Medoilgas: ambientalisti totalitari

(continua nella sezione Rassegna stampa)

 


Camilleri: “La Costituzione? Mandata in vacca. Il Paese è in mano ai ricattatori”

Intervista allo scrittore siciliano: “Dal Colle invasione di campo non da Repubblica parlamentare. Berlusconi, Marchionne, i Riva, l'Italia è nelle mani di queste persone"

C’è un modo di pensare, nell’italiano, che è ancora fascista: piace la prevaricazione, la sopraffazione. È un virus mutante, come quello dell’influenza. Si fa il vaccino e già il virus è cambiato. Noi italiani, è sgradevole dirlo, non amiamo i politici che ragionano e agiscono onestamente. Ferruccio Parri, un uomo mite, onesto, era appena stato nominato presidente del Consiglio e già tutta l’Italia lo chiama “Fessuccio”. Non piacciono, all’italiano, le persone dimesse: bello il luccicore delle divise, bella la parola tonante. Berlusconi no, non è un fascista. Ma ha un modo di proporsi, da gerarca, che piace molto perché è speculare a una certa mentalità italiana. I giudici scrivono: “Anche da presidente del Consiglio gestì una colossale evasione fiscale”. In un Paese normale, questo avrebbe annullato Berlusconi; in Italia gli fa guadagnare voti…

Su MicroMega lei ha sostenuto l’ineleggibilità di Berlusconi.

I suoi cosiddetti avversari dicono: “Preferiamolo batterlo politicamente”. Solo che non ci sono mai riusciti. E dire questo, batterlo politicamente piuttosto che per vie giudiziarie, è sottilmente pericoloso. I processi se ne vanno per i fatti loro e non si tratta di battere Berlusconi, si tratta di giudicarlo per i reati che ha commesso o non commesso. Dire: preferisco sconfiggerlo politicamente, significa opzionare che la giustizia sia alleata dei politici. L’unica via che hanno è quella di ricorrere a questa legge.

(continua nella sezione Rassegna stampa) twitter: @SilviaTruzzi  Il Fatto Quotidiano, 2-VI-2013

 

 


COMUNICATO STAMPA


2 giugno 2013

Festa della Repubblica e della Costituzione


Il Comitato di Chieti in difesa della Costituzione, anche il 2 giugno del 2013, distribuirà la Costituzione ai cittadini per le vie del Centro Storico, dalle ore 11,00, “indossandone” gli articoli.

Il Comitato ribadisce l’urgenza che i cittadini conoscano la Costituzione e le sue origini storiche e applichino, difendendo nella quotidianità, i Valori conquistati attraverso la lotta e il sacrificio di milioni di persone.
Infatti, la Costituzione dà risposte precise, esaurienti, concrete ai problemi dei cittadini, tra cui centrale è quello del lavoro, che si vuole ridurre da fondamento della Repubblica Democratica (articolo1) a strumento di sfruttamento per l’arricchimento e il potere di pochi.

Il Comitato in difesa della Costituzione è composto dalle associazioni ANPI-Sezione “Alfredo Grifone”-Chieti, Brigata Maiella, Arcigay, Chieti nuova 3 febbraio, Chieti resiste, Comitato di quartiere Santa Maria, Legambiente, Lista 360 gradi,  Unitre, dal CIF, dalla Confesercenti, dal Movimento 5 Stelle-Chieti, dai partiti Italia dei Valori, Partito Democratico, Rifondazione comunista, Sinistra ecologia e libertà, Giovani Democratici, dai sindacati CGIL, CISL, UIL, USB.

Info: www.chietinuova3febbraio.it



Riparte il futuro
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Si è da poco costituito l’intergruppo parlamentare dei "Braccialetti bianchi" che ha come obiettivo la modifica della norma che disciplina lo scambio elettorale politico-mafioso.

Si tratta di un gruppo folto ed eterogeneo, un'esperienza unica dove sono rappresentate le maggiori realtà parlamentari. E abbiamo ottenuto questo risultato grazie a questa grande petizione online.

Ma non basta. Dobbiamo essere certi che i tempi vengano rispettati, che gli impegni presi vengano rispettati. Mancano appena 28 giorni e bisogna portare in aula la nuova legge.

Aiutaci ora a diffondere la petizione. Condividi ora questa immagine con i tuoi amici e ricordiamo al Parlamento gli impegni presi:


http://www.riparteilfuturo.it/firma-contro-la-corruzione-una-legge-seria-contro-il-voto-di-scambio-entro-lestate/



Conclusione della tredicesima edizione del progetto

“Il Calendario della Repubblica-Il Dovere della Memoria”

Giovedì 30 maggio 2013, ore 11,15, nell’Aula magna dell’Istituto Tecnico “F. Galiani”, con l’intervento del magistrato Enrico Di Nicola, che discorrerà, con gli studenti delle tre Scuole partecipanti, dell’attualità della Costituzione, del  significato e del valore della festa della Repubblica e che consegnerà loro una copia della Costituzione della Repubblica italiana, si concluderà la tredicesima edizione del progetto Il Calendario della Repubblica – Il Dovere della Memoria, promosso dall’associazione Chieti nuova 3 febbraio, in collaborazione con l’Istituto Tecnico “F. Galiani-R. de Sterlich”, il Liceo Classico “G. B. Vico”, l’Agenzia di Promozione Culturale Regione Abruzzo-Chieti, l’ANCE-Giovani Imprenditori-Chieti, l’associazione UNITRE, lo SPI CGIL – Chieti, con l’adesione dell’Istituto Magistrale “I. Gonzaga”.

Il progetto si è articolato

- per il Giorno della Memoria, nell’iniziativa “L’Archivio delle Scuole spazio della Memoria-Le Leggi sulla razza”: documenti, giornali e riviste,  illustrati dagli studenti; interventi del docente Francesco Baldassarre e dello storico Filippo Paziente;

- per la ricostruzione dei misteri della storia d’Italia, nella mostra multimediale  sulla strage di Portella della Ginestra del primo maggio 1947, attribuita al bandito Salvatore Giuliano, “la madre di tutte le stragi”, realizzata dall’ Archivio di Stato di Viterbo, dalla Università degli Studi della Tuscia, dalla  Fondazione Di Vittorio, allestita  dal 13 al 21 marzo nei locali del Liceo Classico “G. B. Vico”; presentata, nell’incontro pubblico del 13 marzo, dagli studiosi Sante Cruciani, della Università della Tuscia, Maria Paola Del Rossi della Fondazione Di Vittorio, Costantino Di Sante, dell’Istituto storico regionale delle Marche, Adolfo Pepe, direttore Fondazione Di Vittorio. Gli studenti hanno partecipato al laboratorio di formazione delle guide, il 12 e il 13 marzo ed hanno effettuato il servizio di guida per gli alunni delle Scuole Medie inferiori e delle altre Superiori;

- per il 25 aprile, festa della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, nella proiezione del film “Roma città aperta”, con l’introduzione del professor Roberto Leombroni;

- per il 1 maggio, festa del Lavoro e dei Lavoratori, nell’affissione, in città, del manifesto con alcuni degli articoli della Costituzione relativi al Lavoro.

 


CONCLUSIONE del XX corso di Educazione alla Legalità


1) I magistrati hanno premiato gli studenti e le Scuole partecipanti al XX Corso di Educazione alla Legalità

Mercoledì 22 maggio 2013, alle ore 10,00, nell’auditorium della Scuola Media “G. Chiarini”, i magistrati Angelo Bozza e Angelo Zaccagnini, del Tribunale di Pescara, referenti del Corso per l’Associazione  Nazionale Magistrati (ANM)-sezione Abruzzese, Giuseppe Falasca della Procura della Repubblica di Chieti, Nicola Valletta, del Tribunale di Chieti, insieme alla dottoressa Di Renzo, delegata del Questore di Chieti e di Maria Rosaria Grazioso, responsabile dell’associazione Chieti nuova 3 febbraio, coordinatrice del Corso, hanno premiato gli alunni delle Scuole partecipanti per i migliori elaborati relativi alle riflessioni sul Corso.


Gaia Di Federico
della III classe della Scuola Media di Casacanditella

Vittoria Malandra
della III classe della Scuola Media di Casalincontrada

Serena Capone
della III classe della Scuola Media di Roccamontepiano

Celeste Capitanio
della classe III, sezione A, della Scuola Media Michelangelo Buonarroti di Ripa Teatina

Tatiana Vastini
della classe III, sezione A, della Scuola Media Michelangelo Buonarroti di Torrevecchia Teatina

Asia Tiberi
della classe III, sezione A, della Scuola Media Fonte Grande di Ortona

Isabella Chiavaroli
della classe III, sezione B, della Scuola Media Galileo Galilei di San Giovanni Teatino

Marina Mercanti
della classe III, sezione C, della Scuola Media Nicola Nicolini di Tollo

Arnaldo Mancinelli
della classe III, sezione D, della Scuola Media Nicola Nicolini di Crecchio

Carmen Di Nunzio
della classe III, sezione A, della Scuola Media Antonelli di Chieti

Federica Valente
della classe III, sezione B, della Scuola Media Vicentini-Della Porta di Chieti

Michela Sulpizio
della classe III, sezione A, della Scuola Media Chiarini di Chieti

Goffredo Mancini

della classe III, sezione F, della Scuola Media C. De Lollis di Chieti


le classi IV e V della Scuola Primaria di Tollo e di Canosa, che hanno letto e recitato brani sui Diritti e sulla Legalità


le Scuole Medie di CHIETI V. Antonelli, G. Chiarini, C. De Lollis, F. Vicentini-M. Della Porta; di FARA FILIORUM PETRI-sedi di Casacanditella, di Casalincontrada, di Roccamontepiano; di ORTONA, n.1, Fonte Grande; di RIPA TEATINA, Torrevecchia Teatina M. Buonarroti; di SAN GIOVANNI TEATINO G. Galilei; di TOLLO-Canosa, Crecchio N. Nicolini; la Scuola primaria, sedi di Tollo e di Canosa.

E’ stata ricordata la strage di Capaci, in cui, il 23 maggio 1992, sono stati uccisi dalla mafia Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, gli agenti Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani.

La manifestazione si è conclusa con un‘esibizione al pianoforte della studentessa Michela Sulpizio, della III A della Scuola Media  “G. Chiarini”


2) Il Presidente del Tribunale, magistrato Geremia Spiniello, ha guidato la delegazione degli studenti delle Scuole partecipanti al Corso nella visita al Tribunale di Chieti

Giovedì 23 maggio 2013, ore 9,30, trenta studenti, accompagnati da docenti e genitori, sono stati condotti dal Presidente Spiniello nella sala delle udienze, n. 1, ad ascoltare le spiegazioni preliminari alla visita del Palazzo, quindi, sempre guidati dal Presidente, si sono recati  a visitare la sala dei bambini, si sono fermati di fronte alla targa in ricordo di Giacomo Matteotti  e hanno  assistito ad una udienza in Corte d’Assise. Successivamente, sono tornati nella sala delle udienze, n. 1, per discorrere con il Presidente di quanto visto e sentito.



Piazza intitolata a Falcone e Borsellino a Chieti

Nella ricorrenza del 21° anno della strage di Capaci, quando il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta persero la vita per mano della mafia in Sicilia, Chieti intitolerà ufficialmente una piazza a Falcone e al suo collega Paolo Borsellino, ucciso due mesi dopo.
La cerimonia si svolgerà domani, giovedì 23 maggio, alle 10.15, nell’area antistante il Terminal Bus dove la nuova targa verrà scoperta.

Redazione Chieti Today 22 maggio 2013



Cronistoria

Abbiamo aspettato quasi tre anni

Da Alessandro Marzoli, vice presidente del Consiglio Comunale-Chieti, 11-III-2011

Il primo settembre 2010 il Consiglio Comunale di Chieti ha approvato all' unanimità un ordine del giorno presentato dal sottoscritto per intitolare il terminal degli autobus (attualmente piazzale Borsellino) anche al giudice Giovanni Falcone, assassinato dalla mafia nel 1992.
La condivisione dell' ordine del giorno con tutti i gruppi consiliari ci aveva fatto ritenere che la Giunta avrebbe presto provveduto con apposita deliberazione alla nuova denominazione votata in Consiglio.

Ebbene a distanza di oltre sei mesi quella delibera non è stata ancora approvata dalla Giunta di centrodestra, mentre altre delibere riguardanti la toponomastica sì.
E se il provvedimento con cui si sono denominate le vie del Villaggio Mediterraneo era necessario per dare un nome a quelle strade, non si riesce a comprendere perché con lo stesso provvedimento non si è denominato anche Piazzale Falcone e Borsellino.

Abbiamo scelto di aspettare ancora, ma niente intitolazione ufficiale a Giovanni Falcone. In compenso qualche giorno fa è stata approvata la delibera di giunta comunale n. 408 del 7 marzo 2011 avente ad oggetto: «Denominazione area di circolazione al nome di Sergio Ramelli ».
Con tale provvedimento, che prende spunto da una mozione del luglio 2001, allora votata solo da una parte del Consiglio Comunale e contestata da altri, al contrario di quella su Falcone, votata a settembre all' unanimità, si delibera testualmente « di approvare la denominazione dell' area di circolazione, costituita dalla piazza all' interno della Villa Comunale, a nome di Sergio Ramelli […] ».

Grazie Sindaco, la città di Chieti avrà dunque un' intitolazione a Ramelli.
E per rispettare ciò che ha scelto il Consiglio Comunale all' unanimità, denominare il terminal degli autobus “ Piazzale Falcone e Borsellino “ ed apporre una targa in quel luogo in loro ricordo, eroi del nostro paese e della nostra storia, quanto ancora dovremo aspettare ?
Abbiamo aspettato quasi tre anni. 23-V-2013



Pd, metodo Jolie


L’altra sera, ascoltando le parole di Walter Veltroni a Servizio Pubblico sulla trattativa e su B. e i silenzi del Pd sulle sentenze della Corte d’appello di Milano sui diritti Mediaset e della Cassazione sul no al trasloco dei processi a Brescia, mi ronzava in testa una domanda: ma cosa potrà mai dire il Pd, casomai esista ancora, quando si tornerà a votare?
Non potrà criticare il governo precedente: è presieduto dal suo Letta. Non potrà attaccare B.: è suo alleato. Non potrà neppure sfiorare il conflitto d’interessi: anche stavolta non ha neppure provato a risolverlo per legge, anzi si accinge a calpestare per la sesta volta la 361/1957. Non potrà promettere norme più severe contro le tangenti: l’unica legge che ha contribuito a partorire in vent’anni è quella che ha ridotto le pene e la prescrizione della concussione per induzione, salvando Penati e risparmiando a B. guai peggiori nel processo Ruby.
Non potrà nemmeno impegnarsi a combattere l’evasione, il riciclaggio e la criminalità organizzata: anche su questi tre fronti – cruciali non solo per la legalità, ma anche per il recupero di enormi bottini – l’alleanza Pd-Pdl non produrrà nulla di nulla. Non potrà rivendicare la “questione morale”, dopo aver mandato al governo due imputati come De Luca e Bubbico (mentre il Pd indicava miracolosamente solo ministri intonsi da processi ), votato l’imputato Formigoni a presidente della commissione Agricoltura e garantito l’elezione di Nitto Palma al vertice della commissione Giustizia, onde evitare visite notturne del fantasma incazzatissimo di Enrico Berlinguer.
Anche le parole “mafia” e “P2” saranno ovviamente proibite, dopo la festosa alleanza col partito fondato da Dell’Utri; dopo la difesa degli imputati Conso e Mancino accusati di falsa testimonianza sulla trattativa e dei maneggi di Napolitano contro le indagini; e dopo l’elezione del piduista Cicchitto al vertice della commissione Esteri per migliorare le esportazioni. Bandita anche la parola “ambiente”, impronunciabile dopo le battaglie campali in difesa dei Riva e di quella cloaca che è l’Ilva. Insomma quasi tutte le battaglie tipiche della sinistra italiana, che aveva avuto la fortuna di poterle combattere per decenni in esclusiva, almeno a parole, grazie a una destra impresentabile, le saranno precluse per motivi di decenza.
Dunque alle prossime elezioni, che si terranno quando B. deciderà che gli conviene staccare la spina al governo, avremo una sinistra afasica, o meglio ancor più afasica di sempre, che non potrà dire nulla perché non avrà nulla da dire e regalerà a Grillo tutte le sue parole d’ordine storiche. Dall’altra parte imperverserà B., loquacissimo contro “la sinistra delle tasse”: anche perché in autunno cadrà la maschera dell’Imu e si capirà che l’annunciata (molto incautamente) abrogazione dell’imposta sulla prima casa era solo un ridicolo rinvio di pochi mesi.
E tutto ciò non accadrà a sorpresa, ma in seguito a precise scelte politiche che Veltroni l’altra sera, a parte alcuni vuoti mnemonici davvero allarmanti, ha avuto il merito di illustrare e rivendicare: “Siamo andati al governo con B. perché l’alternativa era tornare al voto e far vincere B.”; “Votando l’ineleggibilità di B. alimenteremmo l’antiberlusconismo di cui B. da sempre si nutre per vincere”. A parte il fatto che, se B. fosse dichiarato ineleggibile, non potrebbe vincere, resta da capire perché mai B. abbia vinto per vent’anni contro un centrosinistra che meno antiberlusconiano non si poteva.
Ma è probabile che il Pd abbia scelto il metodo Angelina Jolie che, temendo un tumore ai seni, se li è fatti asportare. Siccome B. potrebbe andare al governo dopo le prossime elezioni, tanto vale portarcelo subito noi. E siccome alle prossime elezioni potremmo perdere i nostri elettori rimasti, li mettiamo in fuga subito e ci leviamo il pensiero. Come quel tale che, temendo di diventare impotente, si evirò. Furbo, lui.

il Fatto Quotidiano,
Marco Travaglio 25 maggio 2013



E’ morto don Gallo

“Sono stato partigiano con mio fratello. Poi sono diventato partigiano di Gesù. “Partigiano” vuol dire scegliere da che parte stare. E Gesù sta dalla parte degli ultimi, mai del potere“. Si è spento a 84 anni nella sua casa di San Benedetto Don Andrea Gallo, “il prete da marciapiede”, come amava definirsi. Da sempre al fianco degli emarginati e dei più deboli, il sacerdote si è sempre distinto per il suo impegno civile e per il suo sconfinato amore per la Chiesa cattolica, che pur redarguiva per le sue posizioni retrive. “Trovo del cristianesimo negli atei, nelle prostitute, nei miei carissimi barboni” – affermava – “Trovo in loro cioè la buona novella. E’ evangelista chi mi dà la buona notizia, non chi mi dice no all’aborto, no ai divorziati, no agli omosessuali. E la mia amata Chiesa è diventata così misogina e sessuofobica”. Don Gallo ha sempre difeso pervicacemente la dignità della donna, l’uso del preservativo, gli omosessuali. “Ho letto tante volte il Vangelo” – sosteneva – “Non c’è scritto da nessuna parte che le donne erano subalterne agli uomini e che gli omosessuali erano emarginati. C’è scritto che Gesù amava tutti… “Il mio Vangelo è poesia” – diceva – “Il mio Vangelo è musica che fa volare, è una voce che si ispira agli ultimi, è una brezza non violenta, anticapitalista, antifascista, contro l’empietà di chi si crede razza superiore. Ed è anche un pizzico anarchica, nel senso che è aspirazione profonda alla libertà, all’uguaglianza, alla fraternità”. Gisella Ruccia, Il Fatto Quotidiano, 22-V-2013



VENERDI’ 24 MAGGIO - PESCARA


Presso la Sala della Figlia di Iorio della Provincia di Pescara alle ore 17.30 sarà presentato il libro “Radicalmente sbirro” di Ennio Di Francesco e Valter Vecellio (Edizioni Noubs). Interverranno il Direttore del quotidiano “Il Centro” Mauro Tedeschini, Nicola Trifuoggi, ex Procuratore della Repubblica di Pescara, il Direttore della Biblioteca Provinciale Enzo Fimiani, gli Autori Valter Vecellio ed Ennio Di Francesco.


Riceviamo da Nuovo senso civico

Abruzzo/Petrolio: anche il Corriere della Sera contro Ombrina: «bomba ecologica»
«Una mostruosità che snaturerà i luoghi»


"Primadanoi.it" e "Il Corriere della Sera".



COMUNICATO


Il XX corso di Educazione alla Legalità nelle Scuole, promosso dall’Associazione Nazionale Magistrati-Sezione Distrettuale Abruzzese e dall’associazione Chieti nuova 3 febbraio, si concluderà con la premiazione delle Scuole e degli studenti, Mercoledì 22 maggio 2013, ore 10.00, presso l’Auditorium della Scuola Media “G. Chiarini”, via Spatocco, n. 46, Chieti e con la visita di una rappresentanza di studenti al Tribunale di Chieti, Giovedì 23 maggio, ore 9,30, data, in cui, nel 1992, furono uccisi dalla mafia, nei pressi di Capaci il magistrato Giovanni Falcone, Sua moglie Francesca Morvillo e tre poliziotti della scorta, Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani.


Il corso, iniziato il 6 dicembre 2012, si è articolato in  lezioni preliminari dei docenti sulla Legalità, nella visione del film “Invictus” e conseguenti riflessioni con gli insegnanti, in conversazioni dei magistrati nelle Scuole partecipanti, nello svolgimento di un elaborato conclusivo del corso.
Sono state coinvolte quattordici Scuole Medie e quattro classi della Scuola primaria di Tollo e di Canosa, hanno partecipato più di  quaranta docenti; quattordici i magistrati intervenuti: Bellelli, Bozza, D’Arcangelo, De Donato, Del Bono, Dell’Orso, Di Berardino, Falasca, Fortieri, Luciotti, Mantini, Mennini, Valletta, Zaccagnini.

Hanno partecipato al XX corso gli Istituti comprensivi/le Scuole Medie di CHIETI V. Antonelli, G. Chiarini, C. De Lollis, F. Vicentini-M. Della Porta; di FARA FILIORUM PETRI-sedi di Casacanditella, di Casalincontrada, di Roccamontepiano; di ORTONA, n.1, Fonte Grande; n.2, via Mazzini; di RIPA TEATINA, Torrevecchia Teatina M. Buonarroti; di SAN GIOVANNI TEATINO G. Galilei; di TOLLO-Canosa, Crecchio N. Nicolini; la Scuola primaria, sedi di Tollo e di Canosa.



Riceviamo e pubblichiamo

RAI STORIA

Il canale televisivo RAI STORIA (can. 54) sta trasmettendo la replica della serie di documentari sulla Seconda guerra mondiale in Abruzzo, realizzata fra il 2005 e il 2011 dai registi Anna Cavasinni e Fabrizio Franceschelli.
Titolo della serie è LA GUERRA IN CASA e il relativo contenitore televisivo ha per titolo Mille Papaveri Rossi. Il prossimo appuntamento è per il 25 maggio, alle ore 14.00, con La Brigata Maiella e alle 17.00, con Chieti Città Aperta; in replica notturna tra sabato 25 e domenica 26 nello stesso ordine alle ore 01.00 e alle 02.00.


Riceviamo da Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Presentazione
della proposta di legge RIFIUTI ZERO


e avvio della raccolta firme per sostenerla


sabato 25 Maggio alle ore 17.00 c/o la sede dell'Abruzzosocialforum
(via Manzoni, 5_Sambuceto-CH)


siete tutti invitati a partecipare e a diffondere



"La Convenzione umilia il Parlamento, così si blinda solo una oligarchia"


Gustavo Zagrebelsky: non c'è pacificazione senza verità e giustizia. "L'art.138 prevede un procedimento lineare per mutare la Carta. E, invece, si vuole una procedura blindata, totalmente estranea alla Carta. E gli esperti sono solo delle maschere"

ROMA - L'ora della mobilitazione, per reagire "a questa condizione crepuscolare della democrazia". Per difendere la Costituzione ancora una volta "a rischio" dall'attacco che le viene mosso da una "oligarchia politica" che ricorre adesso a una Convenzione "estranea alla Costituzione". Parla di tentativo di "normalizzare" il Paese, il presidente emerito della Consulta Gustavo Zagrebelsky, altro che di "pacificazione". E di parlamentari che "senza titoli" si son messi in testa di cambiare volto alla Carta.

Il 2 giugno, lei e il professor Rodotà in piazza a Bologna in difesa della Costituzione: "Non è cosa vostra". Perché questo rinnovato atto di fedeltà alla Carta proprio mentre la maggioranza studia come modificarla? È una provocazione controcorrente?
"Si sta giocando una partita politica e la posta è elevatissima. È in atto un tentativo di spoliticizzazione, una sorta di mascheramento".


(continua nella sezione Rassegna stampa) Carmelo Lopapa, La Repubblica, 18-V-2013


Riceviamo e pubblichiamo da Segreteria acqua Abruzzo

Manifestazione nazionale


sabato 18 maggio organizzata dalla FIOM PER IL LAVORO, IL WELFARE E LA DEMOCRAZIA.

Per i pullman da Pescara e provincia potete contattare 08566788-3403701978-3316695227, “Segreteria H2O Abruzzo" Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.



Micromega


18 maggio, il Terzo Stato con la Fiom


Appello di Andrea Camilleri, Roberta De Monticelli, Paolo Flores d'Arcais, Fiorella Mannoia, Adriano Prosperi, Stefano Rodotà, Salvatore Settis, Barbara Spinelli, Gino Strada, Gustavo Zagrebelsky


Il 18 maggio la Fiom scende in piazza con una grande manifestazione nazionale (“BASTA! NON POSSIAMO PIU' ASPETTARE. Diritto al lavoro, all'istruzione, alla salute, al reddito, alla cittadinanza, per la giustizia sociale e la Democrazia”). Già nelle parole d’ordine, chiama alla mobilitazione non solo i lavoratori metalmeccanici ma l’intero “Terzo Stato”.

Sarà la prima manifestazione di opposizione e lotta costruttiva al governo Letta-Alfano da parte di tutti i cittadini che ancora si riconoscono nella Costituzione repubblicana e hanno come programma politico la realizzazione dei valori di giustizia e libertà che la informano.

Crediamo sia dovere del mondo della cultura, inteso nel senso più ampio, partecipare in modo attivo alla realizzazione e al successo di questa giornata di lotta, caratterizzata dalla più autentica e positiva “larga intesa”, quella fra cittadini che non si piegano alla crescente diseguaglianza, alla crescente illegalità, alla crescente dismisura del privilegio, alla crescente distanza fra i cittadini-elettori e i centri di decisione politica ed economica, nazionali e sovranazionali. In questa “larga intesa” tra cittadini non può esserci spazio per revisioni della Costituzione affidate a “Convenzioni” che si adopereranno per stravolgerla.



Riceviamo e pubblichiamo


I SOLDI CI SONO...E SONO I NOSTRI:


RIPRENDIAMOCI LA CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP)!


DOMENICA 19 MAGGIO ore 17.30
c/o Abruzzo Social Forum
via Manzoni 5 (ang. Via Roma)


Incontriamoci e costruiamo anche in Abruzzo il FORUM
per una NUOVA FINANZA PUBBLICA e SOCIALE,
poiché anche per il finanziamento del risanamento della rete idrica e per il processo di ripubblicizzazione del SII, la Cassa Depositi e Prestiti risulta fondamentale.


Siete tutte/i invitati a partecipare e promuovere l'iniziativa!
Siete tutti invitati a partecipare!


PASSAPAROLA

FIRMA e FAI FIRMARE per il diritto all'acqua in tutta Europa su www.acquapubblica.eu
Ecco lo spot: http://www.youtube.com/watch?v=2b4NmB7IWaI

(continua nella sezione Riceviamo e pubblichiamo)



Il rischio di testimoniare l'inutilità del voto

Gli elettori oggi pretendono anche da voi quello che è mancato in questi ultimi 20 anni: una opposizione reale alle forze dominanti, fatte non di chiacchiere pubblicitarie, ma di azioni concrete. Perciò non solo la vostra crescita, ma la vostra stessa salvezza è affidata all' efficacia dell'azione parlamentare che saprete condurre nei prossimi mesi.


Ora che Pd e Pdl sono alleati, anche con il contributo del Movimento 5Stelle, proprio Grillo e i suoi parlamentari rischiano di non lucrare gli interessi sul governo Letta-Alfano. C'è bisogno di dare risposte e di rafforzare l'opposizione. E bisogna scegliere: Imu o reddito minimo?

Cari amici 5 Stelle,
ho compreso in maniera definitiva che il vostro movimento correva verso il precipizio allorché Beppe Grillo auspicò un'alleanza di governo Pd-Pdl che lo avrebbe condotto a guadagnare il 100% dei consensi elettorali degli italiani. Da quella base amplissima, a suo dire, senza più opposizioni, sarebbe partita l'azione riformatrice che avrebbe cambiato l'Italia. Questo modo di ragionare è improvvido per più ragioni, su cui non mi soffermerò. Ma è anche privo di fondamenti storici. E' verissimo che il sistema politico italiano è al collasso, ma che cosa può venir fuori dalla sua definitiva distruzione non sta nelle disponibilità personali di Grillo.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Piero Bevilacqua, www.amigi.org, pubblicato sul quotidiano Il Manifesto, 14-V-2013



RIFORME COSTITUZIONALI
Quattro passi nel delirio


Enrico Letta ha annunciato ieri un «passo in avanti molto importante» sulle riforme. Era atteso. I ministri lo hanno studiato in Abbazia. Eccolo: non riuscendo a immaginare una legge elettorale per mettere d'accordo la maggioranza, il governo propone di fare due leggi elettorali. Una subito, per correggere il «Porcellum», e l'altra (quella vera) tra un po'. Non solo. Non riuscendo a uscire dal pasticcio della Convenzione per le riforme - l'aveva data per fatta, ma il parlamento non la digerisce - Letta di convenzioni ne farà due. Una di saggi e una di deputati e senatori, riuniti.
Di metafora in metafora, dal passo in avanti Letta è passato ai due binari, ovviamente «paralleli». Anche perché, come si vede, il passo non è uno ma sono due. Anzi quattro. E non in avanti: sul posto. Si muovono solo i conti alla rovescia. Quello partito ieri dice «100 giorni». Significa che le riforme dovranno essere avviate entro l'estate, oppure niente. Ragione per cui si può scommettere ancora una volta sul nulla di fatto. E poi magari tirare un sospiro di sollievo.
Sì perché il governo non ha rinunciato all'intenzione di aprire una fase costituente. Solo che propone di farlo con una tecnica assai singolare.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Andrea Fabozzi, Il Manifesto, 14-V-2013



Firma la petizione "Il casolare dove fu assassinato Peppino Impastato venga consegnato alla collettività"

Change.org.

http://www.change.org/it/petizioni/il-casolare-dove-fu-assassinato-peppino-impastato-venga-consegnato-alla-collettività- Rete 100 passi


Riparte il Futuro


Don Luigi Ciotti, in un video appello rilancia la campagna Riparte il Futuro, promossa da Libera e Gruppo Abele.


“Ancora una volta”, evidenzia Don Ciotti, “ dobbiamo dirci che la strada è in salita. Ma contro la corruzione ci sono tre parole che non possiamo solo leggere con gli occhi, le dobbiamo fare nostre. Sono continuità. Da parte di tutti, non possiamo essere cittadini a intermittenza. La seconda parola è condivisione. E’ il noi che vince, costruire insieme, camminare insieme. La terza è corresponsabilità. Il cambiamento ha bisogno di ciascuno di noi. Noi chiediamo alle istituzioni, ai parlamentari, alla politica di fare la propria parte. Ma anche ogni cittadino ha il suo compito da svolgere. E oggi non possiamo fermare questo cammino. Oltre 162mila cittadini, avete messo il vostro volto, la vostra firma, sul sito www.riparteilfuturo.it. Non ci possiamo fermare, dovete contaminare, interloquire con quei politici che hanno scelto di giocare a carte scoperte. Riparte il futuro deve diventare la vostra voce, il nostro punto di riferimento, uno strumento che entra nelle nostre coscienze. Questo sito ci accompagnerà in questa grande scommessa, che ci serve per voltare pagina.

FIRMA ADESSO LA PETIZIONE
www.riparteilfuturo.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

(continua nella sezione Rassegna stampa)



Sezione A.N.P.I. “Alfredo Grifone” di Chieti

Comunicato stampa

La sezione A.N.P.I. di Chieti, ricostituita il 23 aprile 2013 e intestata al partigiano Alfredo Grifone, Medaglia d’Oro al valor militare alla memoria, si unisce all’A.N.PI. “Ettore Troilo” e ai consiglieri democratici del Comune di Pescara nella condanna dell’intervento censorio del sindaco Luigi Albore Mascia nei confronti della dirigente scolastica, del corpo insegnante e degli alunni della scuola elementare “11 Febbraio 1944” di Colle Pineta, accusati in una lettera di avere cantato, durante la manifestazione celebrativa del 25 Aprile, Bella ciao, sprezzantemente definito “canzonetta di partito” (è, invece, un canto popolare ottocentesco delle mondine padane, durante la Resistenza associato idealmente al movimento partigiano italiano) e l’Inno di Mameli (in una versione riscritta e adattata ai bambini dall’attore e musicista Marco Bricco). Un intervento autoritario, lesivo dell’autonomia scolastica e della libertà d’insegnamento, garantite dalle leggi :

-    Art. 33, 1° comma, della Costituzione italiana: “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”.

-    Art.1° del Decreto Legislativo 16 aprile 1994, N. 297. Testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, valido per le scuole di ogni ordine e grado:
1.    Ai docenti è garantita la libertà d’insegnamento intesa come autonomia didattica e come libera espressione culturale del docente.
2.    L’esercizio di tale libertà è diretto a promuovere la piena formazione della personalità degli alunni.


La scuola elementare “11 Febbraio 1944”, edificata a Colle Pineta sul luogo del martirio di nove partigiani della banda Palombaro fucilati dai tedeschi, è da anni impegnata nell’educazione dei fanciulli ai valori della libertà, della pace, dell’uguaglianza e della tolleranza, con attività didattiche che li coinvolgono in modo razionale ed emotivo, parlando alla mente e al cuore, e, tramite loro, coinvolgono la comunità che gravita intorno ad essa.
La sezione A.N.P.I. di Chieti, intestata a uno dei partigiani giustiziati a Colle Pineta, esprime profonda solidarietà alla dirigente, ai docenti e agli alunni della scuola e garantisce il proprio sostegno perché non sia reciso il filo della memoria del sacrificio dei nove Martiri e non sia interrotto il processo di formazione dei cittadini ai valori della Resistenza, codificati nella nostra Costituzione. Filippo Paziente - presidente provvisorio della sezione



Riceviamo da Nuovo senso civico due lettere da inviare ai Parlamentari abruzzesi e al Ministro dell’Ambiente, elenco dei parlamentari abruzzesi con relativi indirizzi di posta elettronica

NO al DISTRETTO PETROLCHIMICO in ABRUZZO


A TUTTI I PARLAMENTARI ELETTI IN ABRUZZO

Con la storica manifestazione del 13 aprile a Pescara alla quale hanno partecipato decine di migliaia di persone compresi moltissimi Sindaci ed Amministratori locali, l’Abruzzo ha detto un NO chiaro e tondo non solo al progetto “Ombrina mare” ma all’intero disegno di trasformare tutta la regione in distretto petrolchimico.
Noi tutti intendiamo invece difendere l’Abruzzo Regione verde d’Europa, la sua bellezza e le sue vere vocazioni e per questo pretendiamo da lei e da tutti i Parlamentari che hanno avuto i voti degli Abruzzesi di attivarsi concretamente per far abrogare subito l’art.35 del “Decreto sviluppo” n°83 del 22/6/2012 (che ha permesso la “riattivazione” di Ombrina e di altri progetti simili) e per ottenere l’approvazione di qualsiasi atto normativo che cancelli definitivamente lo sciagurato obiettivo di trasformare la nostra bellissima regione  in distretto minerario.
Seguiremo con attenzione tutta la vostra attività parlamentare e non vi daremo tregua finché non sarà raggiunto il risultato positivo che tutti gli abruzzesi attendono.
Con fiducia,
[nome e cognome] “amica/o dell’Abruzzo”


(continua nella sezione Rassegna stampa)



Se l’è andata a cercare


Mentre il consiglio regionale della Lombardia rendeva omaggio al fantasma di Andreotti, il capo dell’opposizione Umberto Ambrosoli è uscito dall’aula. Suo padre, l’avvocato Giorgio, fu ammazzato sotto casa in una notte di luglio per ordine del banchiere andreottiano Sindona: aveva scoperto che costui era un riciclatore di denaro mafioso. Trent’anni dopo Andreotti commentò l’assassinio di Ambrosoli con queste parole: «Se l’è andata a cercare». 
Il perdono è una cosa seria. E’ fatto della stessa sostanza del dolore e si nutre di accettazione e di memoria, non di ipocrisie e rimozioni forzate. La morte livella, ma non cancella. Con buona pace del quotidiano dei vescovi che ieri titolava: «Ora Andreotti è solo luce». Per usare una parola alla moda, Andreotti era divisivo. Lo era da vivo e lo rimane da morto. Purtroppo anche Ambrosoli. Perché esistono due Italie, da sempre. E non è che una sia «buona» e l’altra «cattiva», una di destra e l’altra di sinistra (Giorgio Ambrosoli era un liberale monarchico). Semplicemente c’è un’Italia cinica e accomodante - più che immorale, amorale - che non vuole cambiare il mondo ma usarlo. E un’altra Italia giusta e severa - più che moralista, morale - che cerca di non lasciarsi cambiare e usare dal mondo. Due Italie destinate a non comprendersi mai. Un’esponente lombarda del partito di Berlusconi ha detto che il figlio di Ambrosoli ha mancato di rispetto al morto. Non ricorda, o forse non sa, che anche Andreotti aveva mancato di rispetto a un morto. Quell’uscita dall’aula se l’è andata a cercare. Massimo Gramellini, triskel182, pubblicato sul quotidiano La Stampa, 8-V-2013



Giuristi contro la Convenzione
Subito la legge elettorale


http://www.economiademocratica.it/?p=1210: firma anche Tu, scrivendo  “aderisco” nell’apposito spazio dei commenti


I Comitati Dossetti per la Costituzione augurano buon lavoro al Presidente Letta, di cui apprezzano lo sforzo coraggioso e determinato di fronte alla drammatica situazione economico-sociale del Paese.
Riguardo alle riforme costituzionali i Comitati dichiarano assolutamente necessario che esse vengano sottratte al ricatto della legge elettorale vigente, la cui espulsione dall'ordinamento, che ne è così gravemente sfregiato, deve precedere e rendere possibile ogni altro intervento di riordinamento istituzionale.
Riguardo alle procedure e al merito dell'ipotizzato processo di revisione costituzionale, i Comitati Dossetti si riservano un parere informato, ma fin da ora richiamano il governo e il Parlamento al rispetto delle norme dell'art. 138 della Costituzione, senza l'osservanza del quale l'intera Costituzione sarebbe delegittimata. In particolare ritengono che non si debba far appello a Commissioni o Convenzioni paracostituenti per progetti complessivi di riforma, ma che si debba procedere con riforme puntuali discusse e realizzate con le procedure previste istituto per istituto. I Comitati fanno propria la riserva espressa dal prof. Onida nella relazione finale del Gruppo di lavoro istituito dal Presidente della Repubblica, secondo la quale il progettato ricorso a organismi redigenti non previsti dall'ordinamento, rischierebbe di "innescare un processo costituente suscettibile di travolgere l'intera Costituzione di cui, pur nelle opportune puntuali modifiche, vanno mantenuti fermi i principi, la stabilità e l'impianto complessivo."
Il ricorso a procedure arbitrarie certamente porterebbe al fallimento dell'intero processo, ciò che, dato il legame stabilito con la durata del governo, riaprirebbe una crisi dalle conseguenze imprevedibili.
I Comitati Dossetti richiamano alla riflessione di tutti il fatto che, di fronte al collasso di tutte le regole e delle vecchie certezze dell'ordine economico-sociale, i principi fondamentali della Costituzione sono rimasti gli unici principi di razionalità e quindi di stabilità dell'ordinamento.

Raniero La Valle, Luigi Ferrajoli (presidenti), prof. Umberto Allegretti, prof. Gaetano Azzariti, prof. Enzo Balboni, prof. Francesco Bilancia, prof. Lorenza Carlassare, prof. Nicola Colaianni, prof. Claudio De Fiores, prof. Mario Dogliani, prof. Gianni Ferrara, prof. Alessandro Pace, prof. Umberto Romagnoli, prof. Sergio Bartole, avv. Francesco Di Matteo, avv. Domenico D'Amati, avv. Nanni Russo, Giuseppe Giulietti, Tommaso Fulfaro, Domenico Gallo.
Roma, 2 maggio 2013

Il documento è aperto alle firme di altri giuristi e cittadini.



Rodotà: ‘Convenzione? Rischiosissimo attacco alla Costituzione. Io indisponibile’


Non sono assolutamente disponibile a guidare la Convenzione per le riforme istituzionali, un organismo che rappresenta un rischiosissimo attacco ai principi costituzionali“. Così ai microfoni de ilfattoquotidiano.it il giurista Stefano Rodotà che, al termine dell’incontro “La rivoluzione della dignità. Left incontra Rodotà” al teatro Eliseo a Roma, dice: “La Convenzione è un cattivo servizio alla politica costituzionale, esattamente all’opposto di quello che si dovrebbe fare: rimettere al centro dell’attenzione il Parlamento”. Rodotà spiega che “non è vero che il Parlamento non è in grado di fare riforme costituzionale. Ha già riformato il Titolo V della Costituzione, l’articolo 81, il processo penale. E quando Berlusconi ha voluto approvare una riforma istituzionale lo ha fatto. Poi – conclude – ci sono stati 16 milioni di cittadini che gli hanno detto di no, nel 2006”.

Manolo Lanaro, Il Fatto Quotidiano, 2-V-2013



E’ morta, dopo lunga malattia, Agnese Piraino Leto, vedova Borsellino, una donna coraggiosa

“La vedova Borsellino non aveva mai smesso di ricercare la verità sulla morte del marito. In occasione delle udienze del processo per la strage di via D’Amelio aveva riferito le confidenze e le preoccupazioni di Paolo Borsellino alla vigilia dell’attentato di Cosa Nostra.  In un’intervista aveva raccontato: “Spesso usciva da solo per passeggiare o comprare le sigarette. Non volevano che fossero colpiti i suoi angeli custodi, la sua scorta. Ritengo che mio marito sia stato abbandonato al suo destino di morte. Quando andò a trovare sua madre, dissi che volevo andare con lui, ma mi rispose che era tardi e andava di fretta. Ci salutò come se stesse partendo“.

In una deposizione  rilasciata ai magistrati di Caltanissetta il 27 gennaio 2010  fece conoscere la figura dell’ex generale dei Ros, Antonio Subranni. “Mio marito era sconvolto e mi disse testualmente:  ’Ho visto la mafia in diretta, perché mi hanno detto che il generale Subranni era punciutu’. […] E tre giorni dopo – aveva affermato Agnese – Paolo durante una passeggiata sul lungomare di Villagrazia di Carini mi disse che non sarebbe stata la mafia a ucciderlo, della quale non aveva paura, ma sarebbero stati i suoi colleghi e altri a permettere che ciò potesse accadere”.

A Caltanissetta è iniziato il quarto filone processuale sull’attentato. Agnese Piraino Leto, che già era stata sentita durante la fase istruttoria, era indicata fra i testimoni principali del dibattimento.

Il Fatto Quotidiano, 5-V-2013



Anniversario della morte di Aldo Moro

Il 16 marzo del 1978 l'auto del presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, e la vettura di scorta furono prese d'assalto da un commando delle Brigate Rosse. Nel corso del blitz furono uccisi i 2 carabinieri che viaggiavano con Moro, Domenico Ricci e Oreste Leonardi e i tre poliziotti dell'auto di scorta Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Cesco Zizzi. Dopo 55 giorni di prigionia il cadavere di Moro fu ritrovato il 9 maggio in via Caetani in una Renault rossa.

Sky.it



Dal delitto Impastato alla Trattativa

Le inconfessabili ragioni di un depistaggio

Trentacinque anni fa il boss di Cinisi Tano Badalamenti e il suo vice Vito Palazzolo ordinarono ai loro sicari di uccidere il giovane militante di Democrazia Proletaria Peppino Impastato la notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978. Così ha stabilito una sentenza del tribunale di Palermo, giunta ben ventiquattro anni dopo quella tragica notte. Ma quello che nessuno ha ancora affermato con certezza è perché, fin dalle ore successive al delitto, i magistrati e le forze dell’ordine allora in servizio spostarono le indagini sulla falsa pista del suicidio, messo in atto da un comunista che voleva passare allo storia con un gesto terroristico eclatante. Tra i protagonisti di quel depistaggio, come descritto da una relazione della commissione parlamentare antimafia approvata nel 2000, spicca il nome dell’ex generale dei Carabinieri Antonio Subranni, oggi imputato nel processo sulla trattativa Stato mafia con l’accusa di attentato a corpo politico dello Stato.   Silvia Bellotti, Il Fatto Quotidiano, 1-V-2013

 

 


 

Assalto alla Costituzione

Se la politica vuole ritrovare il filo costituzionale perduto, deve pur ricordare che la Costituzione parla di "esistenza libera e dignitosa" collegata alla retribuzione, sì che né il lavoro può essere considerato una merce, né l'azione pubblica può essere pensata solo come rimedio per le situazioni di povertà, pur essendo evidente che interventi in quest'ultima direzione siano urgenti

Come, e da chi, sarà governato questo paese nella fase che si è appena aperta? La prima risposta è tutta politica e deve partire dalla constatazione che Berlusconi è il vincitore della partita sulle macerie del Pd. E, in quanto tale, non sarà solo il lord protettore di questo governo, ma il depositario di un potere di vita e di morte. La seconda riguarda il modo stesso in cui il governo si è costituito e si è presentato: un governo "per sottrazione", non tanto per l'esclusione di pezzi del vecchio personale politico (in realtà, una vera "rottamazione" riguardante il solo Pd), quanto piuttosto per il silenzio su una serie di questioni evidentemente ritenute "divisive" (l'orrenda parola che connota sinistramente il nuovo lessico politico). La terza risposta è istituzionale ed è affidata all'invenzione di una Convenzione che dovrebbe, nelle parole del presidente del Consiglio, farci uscire dalla Seconda e traghettarci nella Terza Repubblica. La quarta, ma in verità la prima, è quella sociale, che riassume le urgenze dell'economia e il dramma delle persone.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Stefano Rodotà, Liberacittadinanza.it, pubblicato il 3-V-2013 sul quotidiano La Repubblica



 

La nuova casa della sinistra…

Sarà decisiva nei prossimi mesi la partecipazione e la mobilitazione dal basso, delle reti organizzate che ancora resistono. Intanto - è il minimo - per impedire che si metta mano alla Costituzione, almeno finché sarà in gioco la presenza eversiva del Grande inquinatore.

E poi per offrire una casa (nuova e organizzata) ai tanti - troppi - esodati della politica che vivono oggi l'esperienza sradicante di uno spaesamento che non ha precedenti nella storia della nostra Repubblica… La manifestazione della Fiom, il 18 maggio, è una prima occasione per guardarsi e per contarsi. Ma sarebbe importante che in ogni città si organizzassero assemblee (come va proponendo Alba): si aprisse uno spazio libero di incontro e di riflessione, per non trasformare l'esodo in una disfatta. Se non ora, quando?

«Ti avverto. Adesso guarderò questo schifo, dato che me lo ordini. Ma è l'ultima volta...». Così dice Clov a Hamm nella celebre piéce di Samuel Beckett Finale di partita. E in effetti forse il teatro dell'assurdo beckettiano è l 'unica chiave con cui rappresentare la farsesca tragedia italiana delle ultime settimane.

A cominciare dalla resurrezione del Cavaliere, appena pochi mesi fa sbalzato di sella - politicamente morto, relitto di un naufragio dalle cui vicinanze fuggivano anche gli uomini (e le donne) più fidati - e ora ricomparso miracolosamente a cavallo, assurto al ruolo di salvatore della patria, "statista" nientemeno, colui che con la propria benevolenza ha permesso di uscire da una crisi istituzionale senza precedenti, un padre della patria che si candida addirittura a presiedere una nuova Costituente senza che si levi nel Palazzo non dico un urlo di Munch ma almeno un autorevole coro di «non est dignus»!!!

(continua nella sezione Rassegna stampa) Marco Revelli, Il Manifesto, 3-V-2013

 


1 maggio


Festa del Lavoro e dei Lavoratori



Costituzione della Repubblica Italiana



Principi fondamentali



Art. 1
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Art.2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art.3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività e una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.



Titolo III-Rapporti economici

Art. 35
La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni.
Cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori.
Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro…

Art. 36
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.

Art. 38
Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale…

Art. 39
L’organizzazione sindacale è libera…

Art. 41
L’iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

Art. 46
Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende.



Chieti nuova 3 febbraio, in collaborazione con l’Istituto Tecnico “F. Galiani”, il Liceo Classico “G. B. Vico”, l’Agenzia di Promozione Culturale Regione Abruzzo-Chieti, l’ANCE-Giovani Imprenditori-Chieti, l’associazione UNITRE, la CGIL–Chieti, con l’adesione dell’Istituto Magistrale “I. Gonzaga”, nell’ambito del progetto Il Calendario della Repubblica – Il Dovere della Memoria-XIII edizione




Riceviamo e pubblichiamo

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Padre ALEX ZANOTELLI, missionario Comboniano, sarà a Pescara LUNEDI' 6 MAGGIO alle ore 17.30, presso il salone della Parrocchia Cuore Immacolato in Via Vespucci, 45, per parlare di ingiustizie in AFRICA e nel Sud del mondo,  ma anche di NUOVI STILI DI VITA, DECRESCITA e SOBRIETA'.

 


Noi siamo un paese senza memoria

Noi siamo un paese senza memoria. Il che equivale a dire senza storia. L’Italia rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell’oblio dell’etere televisivo, ne tiene solo i ricordi, i frammenti che potrebbero farle comodo per le sue contorsioni, per le sue conversioni. Ma l’Italia è un paese circolare, gattopardesco, in cui tutto cambia per restare com’è. In cui tutto scorre per non passare davvero. Se l’Italia avesse cura della sua storia, della sua memoria, si accorgerebbe che i regimi non nascono dal nulla, sono il portato di veleni antichi, di metastasi invincibili, imparerebbe che questo Paese è speciale nel vivere alla grande, ma con le pezze al culo, che i suoi vizi sono ciclici, si ripetono incarnati da uomini diversi con lo stesso cinismo, la medesima indifferenza per l’etica, con l’identica allergia alla coerenza, alla tensione morale.

Pier Paolo Pasolini, Scritti corsari, 1975


Odio gli  indifferenti

…Se avessi anch'io fatto il mio dovere, se avessi cercato di  far valere la mia volontà, il mio consiglio, sarebbe successo ciò che è  successo? Ma nessuno o pochi si fanno una colpa della loro indifferenza, del  loro scetticismo, del non aver dato il loro braccio e la loro attività a  quei gruppi di cittadini che, appunto per evitare quel tal male,  combattevano, di procurare quel tal bene si proponevano.

Odio gli  indifferenti. Credo come Federico Hebbel (drammaturgo tedesco, 1813-1863) che "vivere vuol dire  essere partigiani". Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei  alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare.  Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita.
Perciò  odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso  morto della storia. E' la palla di piombo per il novatore, è la materia  inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che  recinge la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio  dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli  assalitori, e li decima e li scora e qualche volta li fa desistere  dall'impresa eroica.
L'indifferenza opera  potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera.

(continua nella sezione Memoria) Antonio Gramsci, Odio gli indifferenti, 11-II-1917


Il Calendario della Repubblica – Il Dovere della Memoria
XIII edizione


Per il 25 aprile
Festa della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo



Martedì 30 aprile 2013, ore 17,00
Liceo Ginnasio “G. B. Vico”, corso Marrucino, 137 - Chieti


Roma città aperta

Proiezione del film di Roberto Rossellini



Introduce Roberto Leombroni
docente di Storia e Filosofia



Ingresso libero
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Per gli storici, Roma fu 'città aperta' nei nove mesi (settembre 1943-giugno 1944) in cui fu occupata dai nazisti e dichiarata 'zona non di guerra'; ma poiché i nazisti non la considerarono mai tale, quel periodo è stato uno dei più tragici e oscuri della sua storia. Proprio durante quei mesi, un eterogeneo gruppo di intellettuali, politici e cineasti antifascisti (comunisti, cattolici, liberali) ebbe l'idea di documentare su pellicola quanto la città stava vivendo. All'inizio si pensò a un film a episodi, dal titolo Storie di ieri (un episodio era tratto da un soggetto di Alberto Consiglio sul sacerdote don Pietro Pappagallo, che aveva dato asilo a disertori e antifascisti munendoli di documenti falsi); in seguito, la storia del prete fu intessuta a quelle di donne e di giovani, resistenti e carnefici nazisti, borsari neri e disertori austriaci (si cominciò a pensare allora al titolo Città aperta). Stefano Roncoroni, Roma città aperta, Enciclopedia del cinema, 2004

A cura di Chieti nuova 3 febbraio, in collaborazione con l’Istituto Tecnico “F. Galiani”, il Liceo Classico “G. B. Vico”, l’Agenzia di Promozione Culturale Regione Abruzzo-Chieti, l’ANCE-Giovani Imprenditori-Chieti, l’associazione UNITRE, lo SPI CGIL – Chieti, con l'adesione dell'Istituto Magistrale "I. Gonzaga"

 


 

Comunicato


Il 25 aprile 1945, data della Liberazione di Milano e di Torino, fine della occupazione nazista e del ventennio fascista è ancora e sarà sempre per i cittadini della Repubblica italiana, nata dalla Resistenza antifascista, il punto di riferimento dei Principi e dei Valori che ispirano la Costituzione e la Democrazia.
La perdita del senso delle Istituzioni e dell’etica pubblica, la deriva dell’antipolitica, il degrado della Democrazia di cui tutti siamo corresponsabili, la sfiducia e l’impotenza, la facilità all’oblio da parte del cittadino potranno essere superati, se non  saranno cancellate la conoscenza e la Memoria di quanto accaduto nel passato, rivendicando l’eredità spirituale, trasmessa da coloro che hanno combattuto per la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo.
Ma il lavoro della Memoria comporta soprattutto che i Principi e i Valori scritti nella Costituzione guidino idee, proposte, progetti, norme, comportamenti, che si concretizzino in una politica al servizio del bene comune e dell’interesse generale, capace di rispondere all’urgenza di cambiamento che si alza dai cittadini, ai reali problemi e ai bisogni delle persone, messe quotidianamente a dura prova dalla crisi economica e sociale, politica e culturale. Chieti nuova 3 febbraio



Riceviamo e pubblichiamo


Siete tutti invitati al consiglio comunale di Francavilla lunedi 29.4 ore 17.00 presso la sede del Comune.
Odg: il taglio di altri 40 tigli (dopo 15 abbattimenti avvenuti il 24 aprile mattina).


Il comitato ha raccolto finora oltre 1100 firme in 3 giorni, ma la giunta Luciani vuole andare avanti nell’assurdo progetto.

Gli alberi sono un bene comune da proteggere, se sei d'accordo non aspettare, vieni a protestare!




In queste ore drammatiche per il paese abbiamo un "Piccolo" problema a Francavilla:
il Sindaco, nonostante tutto, ha deciso di andare avanti con il suo folle progetto di "modernizzare" la citta´: il piano prevede il taglio di circa 59 tigli, alberi stupendi da sacrificare perche´, secondo i "tecnici", "danneggiano" i marciapiedi.  H2O News < Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Il nostro comitato Acqua Bene Comune Francavilla fa parte del comitato "Salviamo gli alberi di Viale Nettuno" (formato da decine di associazioni come tra gli altri Abruzzo Social Forum, Legambiente, WWF, etc. ) che da mesi si batte, con azioni e progetti concreti, contro questo ennesimo scempio ambientale.

Abbiamo anche elaborato un progetto insieme a delle ditte specializzate in questo tipo di problematiche ma il nostro progetto, che costa meno di quello del comune e che prevede di salvare gli alberi, curare le loro radici e rifare i marciapiedi, NON e´stato preso in considerazione dal Sindaco Luciani che ha deciso di far partire il cantiere Lunedi 22 Aprile per tagliarli tutti!

Contro questa grave decisione il comitato "Salviamo gli alberi" ha organizzato un presidio di difesa: a partire da domani - domenica 21 Aprile - saremo in Piazza SIRENA (Francavilla) per difendere i nostri tigli, bene comune di tutti i cittadini.

L´ABRUZZO SOCIAL FORUM INVITA TUTTE E TUTTI A PARTECIPARE ALLA DIFESA DEI TIGLI!!
VI ASPETTIAMO DOMANI MATTINA, DOMENICA 21 APRILE, AL PRESIDIO IN PIAZZA SIRENA  E/O LUN. MATTINA SUL CANTIERE IN VIALE NETTUNO!!!


Dobbiamo essere in tanti quindi avvisate tutte le persone sensibili...

GRAZIE

ABRUZZO SOCIAL FORUM

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"Acqua Pubblica Abruzzo" è la mailing list a carattere regionale.
Consigliamo a tutti ad iscriversi (iscrizione automatica) inviando una Email all'indirizzo: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.


Sui tigli che il Comune di Francavilla a mare sta tagliando

Continuo a ritenere che un compromesso accettabile da tutti e che riesca a salvaguardare entrambi i beni protetti possa e debba essere raggiunto e mi rifiuto di credere che nel 2013 la scienza e la tecnica nel settore ambientale ed urbanistico non siano in grado di permettere agevolmente tale risultato eventualmente stanziando una maggiore spesa del tutto sopportabile ed eventualmente chiedendo ai cittadini ed ai villeggianti che amano Francavilla un contributo volontario per sostenerla…

Enrico Di Nicola


Il mondo che abbiamo perduto

Ci stiamo avviando verso una forma di repubblica presidenziale che potremmo definire preterintenzionale, poiché il Presidente nulla ha fatto per perseguirla, ma si è trovato già da due anni ad assommare il ruolo di leader politico effettivo a quello di Presidente, che è stato riconfermato in presenza di una crisi della politica, di una sua incapacità di proposta e di risposta che non hanno precedenti

Il 25 aprile è il mondo che abbiamo perduto. Non si vuole qui riaprire una delle tante lamentazioni sulla Resistenza tradita, al contrario. È stato un errore legare troppo strettamente e troppo a lungo quella data a miti di guerra guerreggiata e ad armi in pugno, senza cogliere il significato più vasto di un processo di cui la Resistenza era parte, non il tutto. Era la costruzione di una democrazia, per la prima volta nel nostro paese. Al Nord come al Sud. Era democrazia che si organizzava, in grandi partiti popolari, in sindacati, in leghe contadine, in associazioni, di donne - per la prima volta - e di uomini. Che si dava una Costituzione nella quale non solo si affermavano diritti di libertà e di socialità ma si prevedevano gli strumenti per promuovere condizioni di eguaglianza e di libertà dal bisogno. Che si dava un'architettura istituzionale basata sulla democrazia rappresentativa, dove le assemblee avevano in primo luogo il compito di scrivere le leggi e non di fare da supporto a un governo. E un Parlamento che rappresentava fedelmente la società, basato sulla civiltà del proporzionale, dove il voto del signore valeva quanto quello del contadino, senza trucchi e inganni.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Gianpasquale Santomassimo, Il Manifesto, 25-IV-2013



Riceviamo e pubblichiamo

25 APRILE 2013, 68° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE

DELL’ITALIA DAL FASCISMO E DAL NAZISMO


Negli ultimi tempi si sono moltiplicati in Italia gli attacchi alla Resistenza e alla Costituzione,con messaggi revisionistici, proposte di legge e concrete iniziative, che, in nome della riconciliazione nazionale, azzerano le differenze, parificando i partigiani e i ragazzi di Salò, il sangue dei vinti e dei vincitori, le azioni militari delle bande partigiane e le rappresaglie e le stragi naziste.
Anche nella nostra città continua l’opera di delegittimazione della Resistenza, promossa dall’ex sindaco Nicola Cucullo, come provano i seguenti episodi:
-    la presentazione, il 29 marzo 2011, da parte di Fabrizio Di Stefano, senatore e consigliere comunale di Chieti, e di altri quattro senatori, tutti di area ex AN, del disegno di legge costituzionale “Abrogazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione”, che vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista;    
-    la falsa ricostruzione storica della vicenda di Chieti città aperta, a sostegno della mozione approvata il 5 dicembre 2011, quasi all’unanimità, dal Consiglio comunale, per chiedere al Presidente della Repubblica la concessione alla città di una ricompensa al merito civile;
-    la ricollocazione, nell’estate del 2012, di due fasci littori, a fianco del proclama della vittoria del generale Armando Diaz, inciso sulla lapide collocata nell’ingresso del Liceo Scientifico “Filippo Masci” di Chieti (l’iniziativa antidemocratica, presa dalla signora Marta Albanese, già docente di Materie Letterarie e Latino nel Liceo e presidente  dell’associazione culturale “Amici del Masci”, con l'assenso di Donatello Di Prinzio, assessore all'edilizia scolastica della Provincia, e del dirigente scolastico Piervincenzo De Lucia, è stata battuta e i fasci rimossi, per l’energica protesta del Comitato antifascista, dei professori e degli studenti dell’Istituto);
-    il giudizio sul fascismo buono, espresso da Silvio Berlusconi il 27 gennaio u.s., “Giorno della Memoria”, condiviso, perchè “pura verità”, da Mario Colantonio, assessore dei lavori pubblici al Comune di Chieti.
Negli ultimi anni la Prefettura, la Provincia e il Comune di Chieti hanno trasformato la celebrazione del 25 Aprile in una fotocopia di quella del IV Novembre alla villa comunale, con la deposizione di corone al Monumento al Milite Ignoto, l’alzabandiera, l’esecuzione dell’Inno di Mameli e della  Canzone del Piave (una canzone della prima guerra mondiale), manifesti retorici e ripetitivi, privi di ogni riferimento alla Resistenza, alla Costituzione e ai nostri Martiri partigiani.

RESTITUIAMO AL 25 APRILE  IL VERO SIGNIFICATO DI FESTA DELLA LIBERAZIONE DEL PAESE DAL FASCISMO E DAL NAZISMO.

La libertà è stata riconquistata anche col contributo dei partigiani di Chieti componenti della banda Palombaro, morti combattendo sui monti, fucilati in contrada Santa Barbara, a Bussi e a Colle Pineta di Pescara. I cittadini vissuti in quel periodo ricordino, le nuove generazioni sappiano che a farli catturare, torturare, giustiziare hanno contribuito in modo determinante i "buoni fascisti" di Chieti.


ORA   E   SEMPRE   RESISTENZA!

La Sezione ANPI di Chieti “Alfredo Grifone”



Sulla finanza vaticana - lo IOR

"Quando la Chiesa vuol vantarsi della sua quantita' e fa delle organizzazioni, e fa uffici e diventa un po' burocratica, la Chiesa perde la sua principale sostanza e corre il pericolo di trasformarsi in una ong. E la Chiesa non e' una ong. E' una storia d'amore ... Ma ci sono quelli dello Ior … scusatemi, eh! .. tutto e' necessario, gli uffici sono necessari … eh, va be'! Ma sono necessari fino ad un certo punto: come aiuto a questa storia d'amore. Ma quando l'organizzazione prende il primo posto, l'amore viene giu' e la Chiesa, poveretta, diventa una ong. E questa non e' la strada". Papa Francesco


Grillo e il mito del volo di Ulisse


…È un'autentica offensiva antipopolare (non antipopulista) quella cui assistiamo

GLI ULTIMI movimenti di Grillo, dopo la rielezione di Napolitano, sono non solo prudenti ma inquieti: quasi contratti. Non ha afferrato l'occasione offerta dalla collera di migliaia di cittadini, che avevano sperato in Stefano Rodotà: dunque in una democrazia rifondata, che chiudesse il ventennio berlusconiano. Ha evitato euforiche piazze. Non è un comportarsi populista.

Perché il populista classico mente al popolo, per usarlo e manipolarlo. Viene in mente, osservandolo, quel che il filosofo Slavoj Zizek disse delle sinistre di Syriza, nel voto greco del giugno 2012: "Sono sognatori che svegliandosi si son trovati in un incubo". Col che intendeva: non sognano affatto, ma razionalmente guardano la realtà e la riconoscono tragica.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Barbara Spinelli, La Repubblica, 24-IV-2013


Furor di popolo

Due marce due misure

Un tempo la sinistra (quella politica, non quella designata dalla geografia parlamentare) considerava la piazza - cioè gli elettori, i cittadini, il popolo - la fonte della propria legittimazione e il necessario alimento dell'attività parlamentare. Tanto più nei momenti delicati, quando in Parlamento si consumano salti di sistema.

Non ho capito una cosa. Nell'ultimo mese o poco più l'on Berlusconi ha organizzato una «marcia» sul tribunale di Milano per impedire la celebrazione di alcuni dibattimenti a suo carico, ha gridato ai quattro venti (e fatto gridare ai suoi colonnelli di entrambi i sessi) che l'eventuale elezione di Prodi al Quirinale sarebbe stato un «golpe».
E, per evitarlo, ha chiamato a raccolta, prima a Roma e poi a Bari, centinaia di migliaia di cittadini che ha arringato con frasi tipo «Bersani non può decidere nel buio delle stanze buie con Vendola e Monti. Se lo farà sappia che troverà pane per i suoi denti in Parlamento e nelle piazze». Ciò è valso al suo partito, ventiquattro ore dopo la marcia su Milano, un pronto colloquio con il capo dello Stato (di allora e di oggi) che, dopo una rituale espressione di rammarico per «la manifestazione senza precedenti», si è premurato di auspicare che i pm non si attribuiscano missioni improprie e di dichiarare «comprensibile» la preoccupazione del Popolo della libertà «di veder garantito che il suo leader possa partecipare adeguatamente alla complessa fase politico-istituzionale già in pieno svolgimento» (così sostanzialmente chiedendo - cosa, poi, puntualmente avvenuta - il rinvio dei processi). E, successivamente, è valso allo stesso Berlusconi il rientro nel gioco politico (da cui sembrava escluso), un ruolo preminente nella investitura del vecchio-nuovo presidente, il generale riconoscimento, da parte delle forze politiche e dei media, del suo rango di statista.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Livio Pepino, Il Manifesto, 23-IV-2013



Riceviamo e pubblichiamo

COMUNICATO STAMPA WWF DEL 23/04/2013


Ombrina, è allarme rosso.

La Commissione VIA Nazionale conferma l'OK al progetto. Il tardivo parere della Regione non ha bloccato l'iter.
Il WWF: ministero refrattario alla volontà popolare, serve una mobilitazione permanente da parte di amministratori e cittadini.


Il Ministero dell'Ambiente conferma la sua linea sul contestatissimo progetto petrolifero Ombrina mare… Lo scorso 3 aprile la Commissione VIA nazionale ha emesso un nuovo parere positivo. Sul sito del ministero, al link http://www.va.minambiente.it/Ricerca/SchedaProgetto.aspx?ID_Progetto=306 si può leggere, infatti “Con l'entrata in vigore dell’art.35 della Legge n.134/2012 è stata riavviata in data 22/11/2012 la procedura di VIA ed è stato successivamente espresso parere positivo con prescrizioni n.1154 del 25/01/2013 dalla Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale. A seguito del parere inviato dalla regione Abruzzo in data 04/03/2013 la Commissione ha svolto un supplemento istruttorio conclusosi con il parere n.1192 del 03/04/2013 che conferma il precedente parere espresso in data 25/01/2013 e precisa il quadro prescrittivo in merito alle autorizzazioni alle emissioni in atmosfera.”
Ora è in fase di redazione il Decreto ministeriale che darà seguito alla decisione della Commissione VIA.
Per il WWF è veramente sconcertante che la mobilitazione scattata in Abruzzo, che ha portato lo scorso 13 aprile in piazza decine di migliaia di persone nella più grande manifestazione mai svolta nella regione, non sia tenuta in alcuna considerazione dal Ministero dell'Ambiente, che si dimostra totalmente refrattario rispetto alla volontà dei cittadini e delle istituzioni abruzzesi. Viene minato alla base il procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale che dovrebbe vedere al centro delle decisioni la partecipazione dei cittadini. E' veramente grave non ascoltare la voce di una comunità che si vede piovere addosso un progetto che non vuole, allarmante non solo per l'ambiente abruzzese ma per la sua economia.
Il WWF ritiene necessaria una mobilitazione permanente da parte di cittadini, associazioni ed enti locali per bloccare l'iniziativa mettendo in campo immediatamente ogni possibile soluzione, dal ricorso al TAR alle iniziative parlamentari.



Presidente, non sfidi la richiesta di cambiamento

Adesso, oggi, ora è il momento della ragione.
Al drammatico vuoto lasciato dal crollo della politica mi piacerebbe che i cittadini italiani, tanti cittadini italiani, rispondessero con decisione, rigore, senso dello Stato che altri non hanno avuto.
Sono belle le piazze piene di cittadini che protestano, chiedono, propongono. Sono belle le piazze dove si esprime la rabbia e l’indignazione per l’ingiustizia sociale, sono belle le città che reagiscono e chiedono ad alta voce libertà e giustizia.
Sono un’altra cosa le proteste e gli insulti che prefigurano o possono anche involontariamente prefigurare scontri violenti.
Sappiamo per antica esperienza che il confine è molto labile, ma quando si passa da una piazza all’altra è davvero difficile, forse impossibile, tornare indietro.
Stiamo vivendo tutti noi genericamente di sinistra un momento terribile, abbiamo la sensazione che le cose in cui crediamo siano solennemente calpestate in nome di interessi che non sono comprensibili. Vediamo il sistema avviarsi verso soluzioni assolutamente negative e tali da mettere in discussione, come aveva previsto Valerio Onida, l’impianto generale della Costituzione; verso un governo nemico dell’autonomia della magistratura, fatto di personaggi di un establishment di potere decisissimo a non mollare nemmeno un millimetro del potere … Dunque dobbiamo rispondere, con la forza delle nostre ragioni.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Sandra Bonsanti, www.libertaegiustizia.it, 22-IV-2013


«Io sono contrario a qualsiasi marcia su Roma»… «Per quanto riguarda le ultime vicende sono sempre stato convinto che le decisioni parlamentari possano e debbano essere discusse e criticate anche duramente, ma partendo dal presupposto che si muovano nell'ambito della legalità costituzionale». Stefano Rodotà, 20-IV-2013



Non è un golpe, è una resa

PRESIDENZIALISMO DI FATTO


Il rischio che la crisi italiana, contenuta finora entro le sponde imprevedibilmente solide della dialettica elettorale, entri in una fase esplosiva è terribilmente alto. E non si riduce proclamando coprifuoco tardivi. Né maldestri tentativi di abbassare la pressione con betabloccanti predicatori, ma con un surplus di partecipazione. Favorendo, con tutti i mezzi legali disponibili, una collettiva presa di parola capace di surrogare in basso il vuoto di senso generatosi in alto.

Da oggi l'Italia non è più una democrazia parlamentare. Non c'è altro modo di leggere il voto di ieri se non come una resa. Una clamorosa, esplicita e trasversale abdicazione del parlamento. Per la seconda volta in poco più di un anno una composizione parlamentare maggioritaria si è messa attivamente in disparte. Ha dichiarato la propria impotenza, incompetenza e irrilevanza, offrendo il capo e il collo a un potere altro, chiamato a svolgere un ruolo di supplenza e, in prospettiva, di comando.  E se la prima volta poteva apparire ancora "umana", la seconda volta - con un nuovo parlamento, dopo un voto popolare dal significato inconfutabile nella sua domanda di discontinuità - è senz'altro diabolica, per lo meno nei suoi effetti. C'è, in quella triste processione di capi partito col cappello in mano, in fila al Quirinale per implorare un capo dello stato ormai scaduto di rimediare alla loro congiunta e collegiale incapacità di decisione, il segno di una malattia mortale della nostra democrazia. La conferma che la crisi di sistema è giunta a erodere lo stesso assetto costituzionale fino a renderlo irriconoscibile. Forse non è, in senso tecnico, un colpo di stato. Possiamo chiamarlo come vogliamo: un mutamento della costituzione materiale.
Una cronicizzazione dello stato d'eccezione. Una sospensione della forma di governo...

(continua nella sezione Rassegna stampa) Marco Revelli, www.controlacrisi.it, pubblicato sul quotidiano Il Manifesto del 21-IV-2013



Quirinale: appello alla pace, sì alla resistenza no alla guerra


Evoco un’ultima volta le tue stesse parole per dire: in questo, non lasciatemi sola o con quattro gatti. Anche io di più che dirti questo non posso fare: qui o si fa la democrazia e la pace, o si muore come Paese.

Caro Beppe,
ci sono momenti difficili e pericolosi nella storia di una nazione. Ieri, 20 aprile 2013, è stato uno di quelli. E’ in atto un cortocircuito che rischia le peggiori derive, mentre le condizioni di un vero cambiamento si stavano ponendo. Noi che militiamo altrove, ci abbiamo sperato e creduto, abbiamo lavorato per questo e tu lo sai, bene noi ora siamo disperati delle occasioni perdute fin qui, del malessere che ne sta ingrossandosi.
Ma anche no. Disperarsi mai: peggio vanno le cose, e più bisogna mantenersi saldi. Saldi non significa rigidi, la rigidità amplifica i conflitti ma ha preso piede proprio fra quelli che invece avrebbero dovuto cercare le più agili e flessibili sfumature di convergenza. E non ne sono stati capaci, ma si sono incaponiti come in uno scornamento fra cervi. Di questo ti voglio parlare.
Non so se 4 persone si siano incontrate in un salotto con gli intenti che tu dici, ma certo se tutti, fin dall’inizio, fossimo stati più ragionevoli, qui non ci saremmo arrivati. E in quei tutti, ovviamente, ci metto anche il mio partito. Perché non mi tiro fuori, beninteso: se scrivo a te non è per ricordarti le tue responsabilità, né solo per riconoscere le nostre. E’ del fuoco che si rischia di appiccare – chi attivamente e chi per cecità o inerzia – che ti voglio parlare: per invocare acqua, perché stiamo soffocando e morendo di sete.
Non l’acqua che spegne le fiamme della giusta indignazione: quella la capisco, non la voglio sottovalutare anzi… Ma ci serve l’acqua che torni a ristorare la capacità di ragionare, per saperci fermare sull’orlo prima delle guerre. Dobbiamo farcela con altri metodi! Le responsabilità di tutti sono tante e diverse, ma ora vorrei parlare del nostro non saperci fare mai acqua. L’acqua è la più potente delle forze, perché la più dolce, quella che sa adattarsi a tutte le forme, ma proprio per quello non resta mai prigioniera, trova sempre una strada.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Laura Puppato, Il Fatto Quotidiano, 21-IV-2013



APPELLO per STEFANO RODOTA’ PRESIDENTE della REPUBBLICA


http://www.nobavaglio.it/rodotapresidente


Il ruolo del Presidente della Repubblica è una fondamentale garanzia costituzionale e, proprio in quanto tale, è sempre più importante in un contesto politico incerto.

Questa fase storica è, per la nostra Repubblica, particolarmente complessa, perché il paese attraversa una trasformazione importantissima, densa di difficoltà e di opportunità. A deciderne la direzione saranno le scelte che verranno operate nei prossimi mesi e il prossimo Presidente della Repubblica avrà in questo un'importanza determinante.

Gli italiani si chiedono chi potrà svolgere con adeguata sensibilità questa importante funzione.

Tra i molti candidati citati in questi giorni, noi cittadini del mondo delle professioni, della cultura, dell'associazionismo, dei movimenti, uomini e donne di diversa fede politica, sosteniamo Stefano Rodotà.

Da sempre attento al tema dei diritti della persona e della responsabilità, conosce a fondo il senso politico e sociale delle nuove tecnologie, riflette da tempo sulle loro conseguenze nel campo dei diritti e interpreta le opportunità che offrono per un rinnovamento e uno sviluppo della democrazia. Ma non solo.

In perfetta coerenza con tutto questo, negli ultimi anni si è preoccupato di sottolineare un tema essenziale: quello della giustizia sociale e della gestione pubblica dei beni comuni. Rodotà dimostra una straordinaria consapevolezza intorno al fatto che in un momento di gravissima crisi diventano prioritari i diritti alla sopravvivenza. Per questo ha insistito sulla istituzione di un reddito di cittadinanza per tutti.

Rodotà è un laico che rispetta ogni confessione religiosa. Sempre attento alla differenza del pensiero femminile e ai contributi da esso generati, è uomo del dialogo che rifiuta la violenza come strumento per la risoluzione delle controversie.

Noi riteniamo che Stefano Rodotà incarni fedelmente i valori della nostra carta fondamentale.

E il nostro paese ha bisogno di una persona come lui, indipendente, di grande saggezza ed esperienza e con una visione moderna dei problemi, che sia garante della Costituzione italiana ed europea.


Se come supremo garante del nostro assetto costituzionale avremo una figura adeguata ai tempi, gli italiani potranno avere maggior fiducia nel sistema, sapranno che le pulsioni autoritarie potranno essere fermate, la logica dell'"uomo solo al comando" potrà essere vinta.     Vi chiediamo quindi di sottoscrivere questo appello per raccogliere il più ampio consenso intorno a alla candidatura di Stefano Rodotà alla Presidenza della Repubblica e di sollecitare i membri del Parlamento a tenere in conto la voce delle cittadine e dei cittadini italiani.

I 101 PROMOTORI
1.Laura Abba / 2.Giovanni Boccia Artieri / 3.Raffaele Barberio / 4.Sofia Basso / 5.Gabriel Benigni / 6.Sara Bentivegna / 7.Marco Berlinguer / 8.Mariella Berra / 9.Vittorio Bertola / 10.Stefano Maria Bianchi / 11.Carlo Blengino / 12.Stefano Bocconetti / 13.Raffaela Bolini / 14.Giuseppe Bronzini / 15.Massimo Brutti / 16.Rosangela Caberletti / 17.Luciano Canfora / 18.Andrea Capocci / 19.Mauro Capocci / 20.Luciana Castellina / 21.Giuseppe Corasaniti / 22.Stefano Corradino / 23.Robert Castrucci / 24.Vanni Codeluppi / 25.Fiorello Cortiana / 26.Stefano Cristante / 27.Umberto Croppi / 28.Domenico D'Amati / 29.Nicola D'Angelo / 30.Fiorella De Cindio / 31.Giulio De Petra / 32.Tana De Zulueta / 33.Juan Carlos De Martin / 34.Santo Della Volpe / 35.Ettore Di Cesare / 36.Arturo Di Corinto / 37.Vittorio Emiliani / 38.Massimo Esposti / 39.Antonello Falomi / 40.Tommaso Fattori / 41.Marisa Fiumanò / 42.Carlo Formenti / 43.Francesca Fornario / 44.Anna Carola Freschi / 45.Tommaso Fulfaro / 46.Domenico Gallo / 47.Filippo Giannuzzi / 48.Alessandro Gilioli / 49.Giuliano Girlando / 50.Alex Giordano / 51.Beppe Giulietti / 52.Sandro Gobetti / 53.Leda Guidi / 54.Nello Iacono / 55.Antonello Impagliazzo / 56.Raniero La Valle / 57.Riccardo Luna / 58.Betto Liberati / 59.Fiorella Mannoia / 60.Gianfranco Mascia / 61.Flavia Marzano / 62.Loris Mazzetti / 63.Enrico Menduni / 64.Angelo Raffaele Meo / 65.Claudio Messora / 66.Fulvio Molena / 67.Fausto Napolitano / 68.Maso Notarianni / 69.Ugo Onelli / 70.Federico Orlando / 71.Gianni Orlandi / 72.Ottavia Piccolo / 73.Marco Quaranta / 74.Mauro Paissan / 75.Flavia Perina / 76.Antonio Pizzinato / 77.Luca Poma / 78.Giovanni Razza / 79.Marco Ricolfi / 80.Anthony Rimoli / 81.Carla Ronga / 82.Giulia Rodano / 83.Claudio Rossoni / 84.Ernesto Maria Ruffini / 85.Laura Sartori / 86.Fulvio Sarzana / 87.Marcella Secli / 88.Giovanna Sissa / 89.Guido Scorza / 90.Luca Telese / 91.Tommaso Tozzi / 92.Carlo Testini / 93.Nicola Tranfaglia / 94.Luca Tremolada / 95.Marco Trotta / 96.Stefano Trumpy / 97.Francesco Tupone / 98.Luigi Vernieri / 99.Vincenzo Vita / 100.Carlo Von Loesch / 101.Felice Zingarelli



Messaggio inviato a Pierluigi Bersani


La esortiamo a ridare credibilità alle Istituzioni e senso alla Politica, a far vivere la speranza, non cedendo alle lusinghe dei biechi politicanti.
Per la Presidenza della Repubblica, decida  per una figura onesta, competente, stimata da tutti coloro che non hanno inconfessabili interessi personali da difendere, capace di rappresentare l’unità nazionale e garante della Costituzione. Nel prendere atto dell’apertura di Beppe Grillo e rispettando gli otto punti “per il cambiamento”, decida per Stefano Rodotà.
Per la Democrazia, per la collettività, per il Partito Democratico, per se stesso, non perda questa occasione, che non si ripeterà.
Non ci deluda.


Chieti nuova 3 febbraio, 17 aprile 2013


Eni chiede 25 milioni di euro a Report di Milena Gabanelli per averne danneggiato l’immagine. Chiediamo al Parlamento una legge contro l’uso della querela a scopo intimidatorio.


Firma anche Tu
http://www.change.org/it/petizioni/salviamo-report-e-il-diritto-di-informare


Come si fa per impedire a un giornalista di indagare e permettere ai cittadini di conoscere la verità? Fascismo, stalinismo e logge massoniche avevano i loro metodi coercitivi. Oggi la censura preventiva e l'intimidazione si attuano con espedienti più moderni, e solo apparentemente meno perversi e repressivi. Ad esempio intentando una causa nei confronti di una giornalista e chiedere un risarcimento milionario perché una sua inchiesta ha cercato di fare luce sulle zone d'ombra di una multinazionale.
È ciò che ha fatto l'Eni, sesto gruppo petrolifero mondiale per giro di affari che con un atto di citazione di ben 145 pagine accusa Report di Milena Gabanelli di averne leso l’immagine per un'inchiesta del dicembre 2012. Cospicua la richiesta di risarcimento: 25 milioni di euro.

Chi si sente diffamato ha tutto il diritto di tutelarsi ma è chiaro che in questo caso l'obiettivo è un altro: un palese tentativo di intimidazione. Il termine tecnico è "querele temerarie," un'azione di sbarramento compiuta nei confronti di un giornalista per dissuaderlo dal proseguire il suo filone di inchiesta. E ovviamente per disincentivare altri cronisti dall'occuparsi dello stesso tema.

Per impedire l'uso di questo strumento intimidatorio il Parlamento ha avviato un lavoro bipartisan nella passata legislatura. Un iter che ovviamente giace ora impolverato nei cassetti di Montecitorio e Palazzo Madama.

Per questo oggi lanciamo una petizione per chiedere che il nuovo Parlamento voglia immediatamente mettere mano ad una revisione della materia che preveda una sostanziosa penalità nei confronti di chi utilizza strumentalmente questo tipo di richieste, condannando il querelante, in caso di sconfitta in sede giudiziaria, al pagamento del medesimo importo: se cioè chiedi 25 milioni di euro alla Gabanelli di risarcimento e poi perdi la causa la risarcisci della stessa cifra.

Così vince il diritto di informare ed essere informati.


Stefano Corradino via Change.org

http://www.change.org/it/petizioni/salviamo-report-e-il-diritto-di-informare



ALEX ZANOTELLI A PESCARA
PER PARLARE DI AFRICA E NUOVI STILI DI VITA



Il missionario Comboniano sarà a Pescara LUNEDI' 6 MAGGIO 2013 alle ore 17.30, in occasione del suo intervento nell'ambito del corso di formazione “AFRICA.. PIU’ VICINA”, ciclo d'incontri organizzato da CVM Comunità Volontari per il Mondo, per avvicinarsi, conoscere e condividere il continente madre. Per l'occasione l'evento sarà aperto anche a chi no frequenta  il corso di formazione. Il tema che affronterà il missionario sarà: "Economia africana, quali sono le cause della povertà in un Paese così ricco di risorse?" Da questo argomento il missionario ci introdurrà a tematiche molto attuali come i NUOVI STILI DI VITA, la DECRESCITA e la SOBRIETA' felice..

Chi è Padre Alex Zanotelli?

Padre Alex è nato a Livo (Trento) il 26 agosto 1938, fa parte dell'ordine missionario dei Comboniani di Verona.

Cos'è il CORSO AFRICA 2013?

L'associazione CVM Comunità Volontari per il Mondo  insieme all’associazione  APAPA Onlus e i Laici Missionari Comboniani, organizzano un corso di formazione e orientamento alla solidarietà internazionale e alla realtà dei Paesi del sud del mondo ed in particolare al continente madre, l’Africa. Il corso si svolgerà in sei incontri, un percorso affascinante che toccherà tutti i temi riguardanti l’Africa, come l’antropologia, le cause economiche della povertà che affligge alcune aree del continente, le guerre e i conflitti, il dialogo interculturale, ecc. Il corso è suddiviso in una parte introduttiva che si svolgerà a marzo\aprile ed in una parte di approfondimento che si svolgerà a maggio. Presenti relatori di altissimo livello come gli africani Paul Nibaruta, antropologo burundese, Geneviève Makaping, scrittrice e giornalista camerunense, Eden Zeriun, scrittrice eritrea,  Pap Kan, scrittore, musicista e griot senegalese e Alex Zanotelli, missionario Comboniano. Il corso, totalmente gratuito e con un numero limitato di posti, è rivolto a tutti coloro che hanno sempre nutrito una passione o un interesse per l’Africa, per questo mondo così diverso dal nostro, ma così interessante e capace di stimolare passioni forti. Persone, giovani e meno giovani che vogliano conoscere, avvicinarsi ed eventualmente considerare l’ipotesi del volontariato internazionale o del turismo responsabile. Il corso è inoltre rivolto a tutti quei giovani che vorrebbero lavorare nel settore della cooperazione internazionale, che vorrebbero specializzarsi in quel settore, per fare il primo passo. CVM è socio della FOCSIV, la più grande federazione italiana di ONG che da oltre 35 anni lavora nel sud del mondo realizzando progetti di cooperazione internazionale. Il corso di formazione “Africa.. più vicina” è finanziato dal CSV Centro Servizi per il Volontariato della Provincia di Pescara nell’ambito del bando 2012 per il sostegno alle attività di volontariato che promuovono la cultura della solidarietà e della cittadinanza attiva.

Info:
Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
cell. 3285442120
www.cvm.an.it

on facebook:
https://www.facebook.com/events/437239949704128/



La conclusione dell'allocuzione tenuta a Torino dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, in occasione dell'apertura di "Biennale democrazia 2013. Utopico. Possibile?".


…In conclusione, lasciatemelo dire: anche la democrazia, nella sua concezione più alta e compiuta, rischia di apparire un’utopia. Ma come potremmo sottrarci a questa sfida sapendo che il diario quotidiano di ogni democrazia è scritto sulla vita materiale, faticosa di milioni di donne e di uomini? Prendersi cura di quelle vite e di quelle fatiche non è un’utopia: è il segno della buona politica. A Montecitorio come nel più sperduto villaggio d’Africa.
Pensate a Kogelo, appena un punto sulla carta geografica del Kenia, un gruppo di case appoggiato sulla linea dell’equatore. Da Kogelo partì negli anni Cinquanta un uomo. Suo figlio oggi è il presidente degli Stati Uniti d’America.
Ecco, ragazzi, cos’è la nostra saggia utopia!
Vi chiedo di mettere da parte ogni cinismo e di osare! Volate alto, non abbiate paura! Non abbiate timore di esporre il vostro sguardo alle cose di questo mondo. Riprendetevi il sogno, i valori della solidarietà, dell’eguaglianza, della dignità umana. Perché questi principi non sono solo parole virtuose: è in essi, dentro di essi, il segno della vita che verrà. Di una politica responsabile. Di una felice democrazia.



Pescara-Processo Sanità


Abruzzo. Sanitopoli, fatture sbianchettate?
«Problemi al computer»

PESCARA. Le cancellature con il bianchetto sulle fatture sono dovute a problemi del programma del computer utilizzato per stampare le fatture.
Lo ha detto, oggi, al processo su presunte tangenti nel mondo della sanita' abruzzese, Filippo Colanzi, titolare della ditta Emoter che ha eseguito i lavori alla clinica Villa Pini.
Proprio quelle fatture, datate 2006, sono state utilizzate dalla difesa di Del Turco per sostenere che la foto della presunta dazione di Vincenzo Angelini all'ex governatore non e' stata scattata il 2 novembre 2007, ma tra un periodo di tempo che va dal 16 giugno 2006 al novembre 2006.
Colanzi e' stato chiamato a testimoniare per la seconda volta dal tribunale per chiarire il motivo del ricorso al bianchetto. Il presidente del collegio Carmelo De Santis ha evidenziato che guardando controluce le fatture con la lente di ingrandimento si legge quello che c'e' scritto.
Le date delle fatture, cioe' 30 ottobre 2006 e 30 novembre 2006, relative ai lavori di gabbionatura e oggetto delle foto ai lavori a Villa Pini, sono state confermate da Colanzi.
Il testimone pero' ha detto di non ricordare se ha fatto lavori a Villa Pini anche in altre epoche, ma ha comunque sostenuto che quelli riguardanti la gabbionatura sono solo del 2006.
Colanzi ha spiegato che ricorda il periodo dei lavori di gabbionatura in quanto si e' basato sulla data delle fatture…PrimadaNoi, 10-IV-2013



Fatture cancellate col bianchetto

Il Presidente del Collegio Giudicante Carmelo De Sanctis: “Su base di una nota del 5 aprile 2013 della Guardia di Finanza di Chieti sono state ravvisate alterazioni e cancellature con il bianchetto nei documenti prodotti dalla consulenza di Del Turco”…
Paola Aurisicchio, dal quotidiano Il Centro, 9-IV-2013



Riceviamo e pubblichiamo


sabato 13 aprile a Pescara alle 15:30, area Madonnina
presso il Ponte del Mare


COMUNICATO STAMPA DEL WWF-9 APRILE 2013

Petrolio: 50.000 ettari di mare davanti a Pescara, Francavilla ed Ortona concessi per la ricerca di idrocarburi.
Il WWF: ennesimo colpo di mano, nuovo motivo per manifestare

L'associazione: ecco tutti i rischi di Ombrina, sversamenti in mare “normali” in strutture simili per gli stessi petrolieri

Il progetto Ombrina mare è molto rischioso non solo per l'ambiente ma anche per il futuro dell'economia turistica e della pesca della regione e per questo va fermato”: così oggi il WWF Abruzzo presentando i dati sui rischi derivanti dai progetti petroliferi che si stanno moltiplicando nel mare antistante la regione. L'Associazione è venuta a conoscenza, tra l'altro, di un'ennesima concessione di un titolo minerario per ricerche petrolifere nel tratto di mare antistante Pescara, Francavilla ed Ortona.


Il compromesso antistorico

A POCHI giorni dalla scadenza del suo settennato, Napolitano non rinuncia ad inoculare dosi massicce di pedagogia istituzionale in un sistema politico malato. Non si rassegna al tri-polarismo bloccato che paralizza il Paese e al grillismo arrabbiato che occupa il Parlamento. Invoca le "larghe intese" tra Pd e Pdl. Sbocco normale, in qualunque altra democrazia europea. "Compromesso antistorico", nell'Italia di oggi…

…Nella pratica, l'esperimento che riuscì nel 1976, quando Dc e Pci si accordarono per far nascere il terzo governo Andreotti, non è in alcun modo ripetibile. Le analogie storiche non reggono. Le condizioni politiche non esistono...
È quasi inutile ricordare quello che Napolitano già sa meglio di chiunque altro. Quel monocolore democristiano di trentasette anni fa, che si resse sulla "non sfiducia" del partito comunista (oltre che del Psi, del Psdi, del Pli e del Pri) nacque grazie alla riflessione e all'elaborazione politica di due leader della statura di Aldo Moro e di Enrico Berlinguer. Fu la tappa intermedia di un percorso iniziato nel '74 con il progetto berlingueriano del "compromesso storico", e culminato nel '78 nell'approdo moroteo del governo di "solidarietà nazionale" (nato proprio cinque giorni prima del tragico rapimento di Via Fani).
Bersani non è Berlinguer, e su questo non ci sono dubbi. Ma quello che conta di più, in questo parallelismo storico improprio e improponibile, è che Berlusconi non è Moro. Un abisso incommensurabile, umano, culturale e politico, separa lo statista di Maglie dall'uomo di Arcore. Non c'è accostamento possibile tra la filosofia con la quale Moro propiziò le "larghe intese" nel '76 e l'idolatria con la quale Berlusconi propugna adesso la "grande coalizione". Il primo aveva un progetto generale, che puntava a sciogliere la democrazia bloccata di quella lunga stagione di Guerra Fredda unendo temporaneamente le forze dei due grandi partiti di massa. Il secondo ha un obiettivo individuale, che punta a barattare la formazione del governo con l'elezione del presidente della Repubblica, la trattativa sulle riforme con il suo salvacondotto giudiziario… Massimo Giannini, La Repubblica, 9-IV-2013



Tre leggi per la giustizia e i diritti. Tortura, carceri, droghe


FIRMA ANCHE TU I TRE DISEGNI DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE

Martedì 9 aprile nella mattinata davanti ai tribunali delle seguenti città: Ancona, Bari, Bologna, Bolzano, Cagliari, Catanzaro, Chieti, Ferrara, Firenze, Genova, Lecce, Livorno, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Potenza, Roma, Taranto, Tivoli, Torino, Trento, Udine, Urbino, Velletri, Venezia, sarà possibile firmare le tre proposte di legge di iniziativa popolare dirette rispettivamente a introdurre il delitto di tortura nel codice penale, a cambiare la legge Fini-Giovanardi sulle droghe, a ripristinare la legalità nelle carceri affollate.
“Ci appelliamo ai cittadini, agli operatori della giustizia, ai parlamentari perché firmino le tre proposte. Sarebbe un bel segnale se martedì prossimo anche esponenti delle forze politiche si recassero davanti ai tribunali a sottoscrivere le nostre proposte tutte nel segno della giustizia, della democrazia, dei diritti umani.” Così scrivono le organizzazioni promotrici, ossia A Buon diritto, Acat Italia, Adu, A Roma, insieme – Leda Colombini, Antigone, Arci, Associazione Federico Aldrovandi, Associazione nazionale giuristi democratici, Associazione Saman, Bin Italia, Cgil, Cgil – Fp, Conferenza nazionale volontariato giustizia, Cnca, Coordinamento dei Garanti dei diritti dei detenuti, Fondazione Giovanni Michelucci, Forum Droghe, Forum per il diritto alla salute in carcere, Giustizia per i Diritti di Cittadinanzattiva Onlus, Gruppo Abele, Gruppo Calamandrana, Il detenuto ignoto, Itaca, Libertà e Giustizia, Medici contro la tortura, Naga, Progetto Diritti, Ristretti Orizzonti, Società della Ragione, Società italiana di Psicologia penitenziaria, Unione Camere penali italiane, Vic – Volontari in carcere.

Le proposte costituiscono un vero e proprio programma di governo per ripristinare la legalità nel nostro sistema penale e penitenziario. La prima, Introduzione del reato di tortura nel codice penale, vuole sopperire ad una lacuna normativa grave. In Italia manca il crimine di tortura nonostante vi sia un obbligo internazionale in tal senso. Il testo prescelto è quello codificato nella Convenzione delle Nazioni Unite. La proibizione legale della tortura qualifica un sistema politico come democratico.
La seconda, Per la legalità e il rispetto della Costituzione nelle carceri, vuole intervenire in materia di diritti dei detenuti e di riduzione dell’affollamento penitenziario, rafforzando il concetto di misura cautelare intramuraria come extrema ratio, proponendo modifiche alla legge Cirielli sulla recidiva, imponendo l’introduzione di una sorta di “numero chiuso” sugli ingressi in carcere, affinché nessuno vi entri qualora non ci sia posto. Insieme alla richiesta di istituzione di un Garante nazionale per i diritti dei detenuti, viene anche proposta l’abrogazione del reato di clandestinità.
Infine la terza proposta, Modifiche alla legge sulle droghe: depenalizzazione del consumo e riduzione dell’impatto, vuole modificare la legge sulle droghe che tanta carcerazione inutile produce nel nostro Paese. Viene superato il paradigma punitivo della legge Fini-Giovanardi, depenalizzando i consumi, diversificando il destino dei consumatori di droghe leggere da quello di sostanze pesanti, diminuendo le pene, restituendo centralità ai servizi pubblici per le tossicodipendenze.

A Roma la raccolta avverrà presso il Tribunale  a Piazzale Clodio, in Via Golametto 4, dalle 9 alle 14


I dettagli delle diverse iniziative al sito www.3leggi.it
Info: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.




Ricominciare dopo il collasso

È da tempo che diversi economisti non asserviti al sistema sostengono che le politiche di austerità adottate prima dal governo Berlusconi e poi da Monti avrebbero sortito gli stessi effetti di quelle imposte dalla cosiddetta Trojka alla Grecia. Ed è da più di un anno che Monti si vanta invece di aver evitato al nostro paese lo stesso destino grazie alle misure del suo governo, che però sono in gran parte le stesse imposte alla Grecia. Chi ha ragione?
La disoccupazione, la cassa integrazione e il precariato in continua crescita, i redditi da lavoro e i consumi in continua contrazione, le aziende che chiudono una dopo l'altra, il loro know-how che si disperde o emigra all'estero, i loro mercati che si dileguano, i principali gruppi industriali in disarmo, il welfare che si contrae sia a livello statale che municipale, la miseria che avanza, la scuola che avvizzisce, la ricerca che emigra, l'ambiente che si degrada, la burocrazia che si avvita su se stessa, l'ingorgo legislativo, la politica in stallo rendono evidente che l'Italia ha ormai toccato un punto di non ritorno.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Guido Viale , Il Manifesto, 6-IV-2013


PETROLIO A CASA NOSTRA

Abruzzo. No Trivelle, flash mob a Chieti
Il 13 aprile manifestazione e Pescara

CHIETI. Questa mattina si è tenuto un flash mob, con una trentina di esponenti del comitato "no Ombrina sì al parco".
Una ventina si sono sdraiati a terra mentre altri 4 indossavano tute bianche con mascherine e avevano uno striscione con su scritto "Ombrina devasta il territorio. Confindustria complice. Il 13 aprile tutti a Pescara".

Lo striscione è stato aperto dinanzi la sede di Confindustria Chieti che si trova a pochi passi da corso Marrucino, dove la manifestazione si è svolta per alcuni minuti. Nel corso del flash mob un'attivista ha letto un volantino nel quale fra l'altro è stato scritto: «Oggi siamo qui come comitato popolare libero e spontaneo per dire no alla petrolizzazione e alla cementificazione del territorio. No alla scelta espressa da Confindustria per dire no a Ombrina mare 2, per dire no a tutte le opere che sfruttano e devastano il territorio in nome del profitto. Siamo qui per dire sì alla salvaguardia dell'ambiente, sì ad uno sviluppo economico e sociale in linea con le nuove tendenze turistiche e di produzione agricola ecocompatibile, sì al parco nazionale della costa teatina. Oggi vogliamo ricordare ai politici corrotti, alle lobby, alle multinazionali che il nostro territorio non è in vendita. C'é un Abruzzo che resiste, ci sono cittadini e cittadine che vogliono decidere sul e del proprio futuro che sognano ancora e provano a costruire ogni giorno un mondo migliore».

Hanno invitato tutti a partecipare alla manifestazione in programma il 13 aprile a Pescara, area Madonnina presso il ponte del Mare alle 15.30. PrimadaNoi, 5-IV-2013


COMUNICATO di Chieti nuova 3 febbraio


Nell’ambito del XX corso di Educazione alla Legalità nelle/gli Scuole Medie/Istituti comprensivi di CHIETI V. Antonelli, G. Chiarini-C. De Lollis, F. Vicentini-M. Della Porta; di FARA FILIORUM PETRI-sedi di Casacanditella, Casalincontrada e di Roccamontepiano; di ORTONA, n.1 e n.2; di RIPA TEATINA-Torrevecchia Teatina M. Buonarroti; di SAN GIOVANNI TEATINO-Sambuceto G. Galilei; di TOLLO-Canosa N. Nicolini, promosso dall’Associazione Nazionale Magistrati-Sezione Distrettuale Abruzzese e dall’associazione Chieti nuova 3 febbraio, si concluderanno, a metà aprile, le tre conversazioni dei magistrati con gli studenti, nelle Scuole assegnate.

Gli incontri coinvolgono quattordici magistrati: Bellelli, Bozza, D’Arcangelo, De Donato, Del Bono, Dell’Orso, Di Berardino, Falasca, Fortieri, Luciotti, Mantini, Mennini, Valletta, Zaccagnini.

Dall’esigenza di contribuire a riaffermare il ruolo della Scuola nella società democratica come luogo della formazione della cultura Costituzionale ed Istituzionale, facendo crescere nella coscienza del giovane il senso della legge, della giustizia, del rispetto, nasce, da parte di Chieti nuova 3 febbraio, nel 1994, l’idea di proporre e di organizzare corsi di Educazione alla Legalità nelle Scuole, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Magistrati-Sezione Distrettuale Abruzzese, per promuovere un rapporto corretto tra Istituzioni, tese, entrambe, pur in modi diversi, a recuperare il senso dello Stato.

Il XX corso è iniziato il 6 dicembre 2012, presso la Scuola Media “G. Chiarini” di Chieti, con la riunione introduttiva per concordare percorsi, modalità, tempi, alla presenza dei magistrati dell’ANM-sezione abruzzese, Angelo Bozza, Nicola Valletta, Angelo Zaccagnini, di docenti, genitori e soci del gruppo “Legalità” di Chieti nuova 3 febbraio; nei mesi di dicembre, gennaio, febbraio, si è articolato nel modo seguente: lezioni da parte dei docenti, proiezione del film “Invictus” in ciascuna classe e successivo dibattito tra docenti e studenti.

Dopo le conversazioni dei magistrati, gli studenti, nella seconda metà di aprile, svolgeranno un elaborato con riflessioni sul Corso.

A maggio, è previsto l’incontro conclusivo con la premiazione dei migliori elaborati di ogni Scuola, con l’intervento dei magistrati e di don Tonino Palmese, consulente della Commissione Parlamentare Antimafia, docente di Teologia e di Pedagogia, referente regionale di LIBERA-Campania, nonché direttore dell’Ufficio Giustizia e Pace della Diocesi di Napoli, da sempre impegnato nella lotta contro le mafie e a favore delle famiglie vittime innocenti della camorra.


Vent'anni fa un ordine salvò Berlusconi


INELEGGIBILITÀ - Luigi Saraceni, nel 1994, capogruppo dei Progressisti nella Giunta per le elezioni: ecco come andò il voto in giunta - dal Pds-Progressisti l'input a ignorare la legge. Il verbale integrale della seduta decisiva è ancora off-limits. Appello alla presidente Boldrini: lo renda pubblico, e in futuro consenta all'aula di votare Segreto

Una legge già vecchia, all'epoca, di quasi quarant'anni, scritta nell'anno di nascita di Carosello quando la Rai tv aveva un solo programma, nemmeno diffuso su tutto il territorio nazionale. Ma pur sempre una legge valida e in vigore - il Dpr 30 marzo 1957 n° 361 - che i deputati di centrosinistra e centrodestra decisero consapevolmente di ignorare quel famoso 20 luglio 1994 quando per la prima volta alla camera ratificarono l'elezione di Silvio Berlusconi. Imprenditore proprietario di tre televisioni e dunque certamente «vincolato con lo stato per contratti di opere o di somministrazioni, oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica» cioè nella condizione prevista dalla legge per essere dichiarato ineleggibile. Salvare Berlusconi, racconta oggi Luigi Saraceni che nel '94 era capogruppo dei Progressisti (Pds e alleati) nella Giunta per le elezioni, fu una decisione politica presa contro il dettato della legge. Una decisione che il centrosinistra condivise con Forza Italia malgrado non ci potessero essere dubbi che l'effettivo titolare della concessione pubblica, e dunque l'ineleggibile, fosse proprio Berlusconi. E non solo, come invece si stabilì, Fedele Confalonieri.

(continua nella sezione Rassegna stampa)

INTERVISTA  di Andrea Fabozzi, Il Manifesto, 3-IV-2013


Senato, Grasso ai deputati Pd: “Senza governo no a lavori delle commissioni”


Il presidente del Senato risponde all'appello dei parlamentari democratici: "Prima bisogna distinguere maggioranza da opposizione". E sulla riforma della legge elettorale: "Si deve trovare l'accordo sulle modifiche. Mi limito a indicare due requisiti: rappresentatività e governabilità"
“Non si potranno convocare le commissioni se prima non ci sarà la possibilità di distinguere tra maggioranza e opposizione. Questo non è possibile fino a quando non ci sarà un governo che ha la fiducia del Parlamento“. Il presidente del Senato Pietro Grasso ha sottolineato lo stallo politico istituzionale italiano e ha confermato un “ostacolo all’avvio dei lavori delle commissioni”. ”Noi stiamo facendo tutte le attività che possiamo fare e ho chiesto ai capigruppo di favorire la designazione dei componenti e ne stanno arrivando – ha spiegato il presidente del Senato – per ora andiamo avanti con la commissione speciale e, se sarà necessario, si potranno istituire altre commissioni speciali“.
Le sue parole rispondono alla richiesta di una trentina di deputati Pd che hanno sollecitato l’avvio dei lavori degli organismi parlamentari con un appello. I deputati di varie aree del Partito democratico hanno denunciato infatti che “a oltre un mese dalle elezioni abbiamo ancora in carica il governo proveniente dalla precedente legislatura e il Parlamento, di fatto, non ha ancora cominciato la sua operatività. Questo perché non sono state ancora costituite le commissioni permanenti, vero e proprio motore politico e tecnico dell’attività legislativa”…Redazione Il Fatto Quotidiano, 5-IV-2013



Le oligarchie dei sapienti

Il Parlamento può …esigere che subito siano istituite le commissioni parlamentari, senza attendere il nuovo governo, per deliberare su conflitto di interessi, legge elettorale, finanziamento dei partiti, reddito di cittadinanza, politica estera, austerità europea da rivedere. Subito può riunirsi la Giunta delle elezioni, per valutare se la legge sia stata rispettata quando Berlusconi fu ripetutamente eletto. Subito può chiedere che Monti agisca come deve: non come prospettato dal Quirinale ("d'intesa con le istituzioni europee e con l'essenziale contributo del nuovo Parlamento"), ma previa intesa col nuovo Parlamento e con il contributo di un'Europa da rifondare.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Barbara Spinelli,, La Repubblica, 3-IV-2013


Perché rinviare ai saggi può peggiorare le cose

Il compito affidato dal capo dello Stato alle due commissioni di saggi è chiaro. Potremmo sintetizzare così: «facite ammuina». Quell'ordine che - secondo una leggenda metropolitana - veniva impartito sui bastimenti del Regno borbonico allo scopo di dimostrare l'operosità dell'equipaggio e l'efficienza degli ufficiali di bordo, ma che si risolveva solo nell'obbligo di fare il massimo di confusione per impressionare le autorità in visita.
Sarebbe grave, d'altronde, se le commissioni si prendessero troppo sul serio e ritenessero di dover veramente predisporre un programma per il prossimo governo. Non hanno, infatti, nessuna legittimazione costituzionale in proposito. Né si può realmente credere ci sia bisogno di "saggi" per individuare le misure necessarie in materia istituzionale ed economico-sociale. Basta scorrere un qualsiasi giornale per conoscere le cose da fare, anche quelle «che possono divenire in varie forme oggetto di condivisione da parte delle forze politiche» (secondo gli auspici del Quirinale). Un elenco di proposte facile a farsi: la legge elettorale, la diminuzione del numero dei parlamentari, l'abolizione delle provincie, la riduzione dei costi della politica, la riforma del bicameralismo, per la commissione che si occupa delle istituzioni; i crediti alle imprese, la questione degli esodati, la revisione del sistema degli ammortizzatori sociali, l'allentamento del vincolo di stabilità, per la commissione economico-sociale. Sono queste tutte questioni per affrontare le quali non c'è bisogno di un gruppo di studio. Le difficoltà nella formazione del nuovo governo sono evidentemente di tutt'altro tipo, propriamente politiche.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Gaetano Azzariti, Il Manifesto, 3-IV-2013


Riceviamo e pubblichiamo

Augusto De Sanctis
referente acque WWF Abruzzo

COMUNICATO STAMPA DEL 03/04/2013

(Mala)gestione dell'acqua in Abruzzo. WWF e Abruzzo Social Forum: paghino i responsabili, presentato esposto alla Corte dei Conti e Magistratura ordinaria.

I fiumi sempre più a rischio “fogna”.
Riorganizzare immediatamente il servizio idrico: trasparenza e partecipazione dei cittadini elementi fondamentali.

“Intervengano immediatamente Corte dei Conti e Magistratura ordinaria per verificare i danni per la collettività e accertare le responsabilità sulla malagestione dell'acqua in Abruzzo” così i rappresentanti del WWF e del Forum Acqua dell'Abruzzo Social Forum commentano i dati diffusi ieri dal Commissario Straordinario Pierluigi Caputi sullo stato del servizio idrico integrato (con 300 milioni di euro di debiti). Le due organizzazioni hanno firmato durante la conferenza stampa l'esposto poi inviato alla Corte dei Conti e alle Procure abruzzesi competenti.

Per le due organizzazioni l'indignazione che deve giustamente provocare la lettura del dossier del Commissario sulla gestione attuale non deve risolversi in un mero scontro di potere. I cittadini rischiano di subire e pagare una riorganizzazione del servizio idrico realizzato dall'alto, dove al clientelismo e alla lotta tribale tra fazioni partitiche che hanno spolpato il sistema e di conseguenza i cittadini si rischia di sostituire un potere verticistico e, nel medio e lungo periodo, altrettanto opaco, inefficiente ed inefficace in assenza di una radicale svolta che permetta la reale partecipazione dei cittadini alle scelte e una forte iniezione di trasparenza.

(continua nella sezione Rassegna stampa)



Riceviamo e pubblichiamo

Augusto De Sanctis - WWF Abruzzo

MOVIMENTO 5 STELLE: COMUNICATO STAMPA Roma, 27 marzo 2013


Ieri 26 marzo noi cittadini – parlamentari Gianluca Vacca e Daniele del Grosso ci siamo recati al Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare per esercitare il nostro diritto di accesso agli atti del progetto Ombrina 2 della Società Medoilgas Italia SpA.
È necessario fare una premessa: l’istanza di coltivazione del giacimento Ombrina Mare risale al 9 dicembre 2009 mentre il permesso di ricerca degli idrocarburi risale al 5 maggio 2005 ed è stato accordato per una durata di 6 anni.
Il permesso di ricerca a favore della Società Medoilgas viene successivamente prorogato di 3 anni, nonostante il dlgs 128/2010 (che modificava il dlgs 152/2006) disponesse “Il divieto e' altresì stabilito nelle zone di mare poste entro dodici miglia marine dal perimetro esterno delle suddette aree marine e costiere protette, oltre che per i soli idrocarburi liquidi nella fascia marina compresa entro cinque miglia dalle linee di base delle acque territoriali lungo l'intero perimetro costiero nazionale”.
A questo punto interviene il Governo tecnico bocconiano a modificare l’art. 6 comma 17 del decreto legislativo 152/2006 con il decreto legge n. 83 del 22 giugno 2012, cosiddetto Decreto Sviluppo, (poi convertito in legge da tutti i gruppi parlamentari che sostenevano il Governo Monti) facendo un favore a tutti i petrolieri e lasciando inascoltate le istanze territoriali, delle associazioni, delle realtà produttive e i CITTADINI che si erano espressi pubblicamente e attraverso numerosissime osservazioni contro i progetti di petrolizzazione della costa abruzzese (e di quella italiana).
In questo contesto è significativo il contenuto della lettera prot. DIVA – 2012 – 0016011 DEL 03/07/2012 del Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare…con cui la Medoilgas esprime “ un doveroso apprezzamento per il prezioso contributo apportato da Lei (Dott. Corrado Clini – Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare) e dai Suoi collaboratori (ci piacerebbe sapere chi sono questi collaboratori) per l’individuazione della soluzione poi adottata dal Governo al fine di porre riparo ad una situazione insostenibile oltre che ingiusta per gli operatori del settore (petrolifero) e auspichiamo un positivo completamento dell’iter alle Camere per una sua definitiva e rapida approvazione” a seguito di istanze più volte rappresentate in passato circa le disposizioni introdotte con il decreto legislativo 128 del 2010 che ha disposto drastiche restrizioni alle attività di esplorazione e coltivazione di idrocarburi nei mari italiani.
A nostro avviso siamo di fronte ad un altro esempio di politica al servizio dei poteri forti (società petrolifere) che ignora la volontà dei cittadini e che non agisce secondo criteri di terzietà, imparzialità e indipendenza vista l’inesistente considerazione dimostrata nei confronti dei cittadini, delle amministrazioni locali, delle associazioni e delle realtà produttive del territorio in cui ricade il progetto e considerata l’attenzione con cui il Ministro intratteneva rapporti con la Società Medoilgas Italia S.P.A. (e forse anche con altre società petrolifere). Il Ministro Clini avrebbe dovuto tutelare appunto il Territorio e il Mare, e non gli interessi delle società petrolifere che, spesso, sono contrastanti con quelli della difesa dell’ambiente e del territorio.
Alla luce di ciò abbiamo presentato una apposita interrogazione parlamentare al Ministro Clini per chiedere chiarimenti in merito alla cordiale “lettera” di auspici e ringraziamenti della Società Medoilgas Italia S.p.A.
È evidente che più scaviamo e più troviamo; sicuramente, nei prossimi giorni, saremo promotori di altre iniziative per far luce piena su questa vicenda che coinvolge, oltre al Ministero dell’Ambiente anche il Ministero delle Attività Produttive e su cui vogliamo approfondire altri aspetti poco chiari.

 


La Costituzione congelata

Napolitano ha surgelato la crisi. Il capo dello Stato, il governo pre-voto, il Parlamento neo-eletto restano ciascuno al proprio posto. Nuovi sono solo i saggi, che dovrebbero dare a tutti lumi sul che fare. È opinabile che sia la via utile e costituzionalmente corretta.
Su una cosa Napolitano ha ragione. Un governo esiste, comunque e sempre. Allo stato, è il governo Monti. Dimissionario e senza fiducia, ma con i poteri formali necessari anche per i provvedimenti d'urgenza di cui si manifestasse la necessità. E il governo è parte necessaria anche nei lavori parlamentari, quale che sia l'opinione del M5S. Basta leggere i regolamenti di Camera e Senato per saperlo.
Ma un dubbio viene: se governo senza fiducia doveva essere, perché Monti? Se il popolo sovrano avesse voluto Monti ancora in carica, l'avrebbe votato in massa. È accaduto il contrario. Per di più, Monti ha rotto il rapporto fiduciario già prima del voto, con le dimissioni. Realizzando così la stessa situazione che sarebbe seguita al diniego della fiducia per un governo di nuova formazione, oggi. Perché allora opporre a Bersani l'ostacolo - di fatto insuperabile - di un sostegno parlamentare certo, per poi giungere a un governo per cui era ed è certa la mancanza di sostegno? Perché non puntare a un governo magari senza fiducia, ma comunque legittimato dal consenso prevalente degli italiani, come Bersani, per giungere invece a un governo parimenti senza fiducia, e in più colpito dal dissenso prevalente degli stessi italiani, come Monti?Ci si richiama al gradimento europeo e dei mercati. Ma non può essere l'unico elemento a sostegno del permanere in carica di un governo.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Massimo Villone, Il Manifesto, 2-IV-2013



Riceviamo e pubblichiamo


MANIFESTAZIONE ABRUZZO NO PETROLIO. SABATO 13 APRILE.
ADESIONI DA DECINE DI ASSOCIAZIONI.

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COMUNICATO STAMPA DEL WWF - 27/03/2013


“No alla deriva petrolifera, Sì all'Abruzzo sostenibile”

Decine di organizzazioni, comitati e movimenti lanciano l'appello per la manifestazione regionale del 13 aprile contro i progetti di sfruttamento degli idrocarburi e per la tutela del mare e del territorio.

“No alla deriva petrolifera, Sì all'Abruzzo sostenibile e alla tutela del suo mare”: decine di organizzazioni, comitati e movimenti hanno lanciato l'appello per la partecipazione alla manifestazione regionale che si terrà il prossimo sabato 13 aprile 2013 a Pescara con partenza alle ore 15:30 dalla Madonnina al Porto. La scelta del luogo di partenza è altamente simbolica perché sotto attacco è il Mare Adriatico.

(continua nella sezione Rassegna stampa)