CHIODI VUOLE PRIVATIZZARE ACQUA

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CHIODI VUOLE PRIVATIZZARE ACQUA

Inquietante intervento alla convention di Confindustria

Maurizio Acerbo

Nel suo intervento ieri alla convention di Confindustria Abruzzo il presidente Chiodi  ha parlato di un eventuale passaggio della gestione della rete idrica ai privati, «privatizzazione che in alcuni momenti aveva ipotizzato anche il centrosinistra, per me sarebbe un'opzione di buon senso».

L’intervento di ieri di Chiodi conferma l’allarme lanciato da Rifondazione Comunista una settimana fa con una  conferenza stampa sulla lettera inviata dal commissario straordinario nominato dalla Regione Caputi  lo scorso 28 ottobre alle società di gestione e ai Comuni.

In questa lettera a cui nessun sindaco sembra prestare attenzione si prefigura con chiarezza la privatizzazione dei servizi idrici:

“L’inadempimento delle società di gestione è causa di decadenza dell’affidamento in house con conseguente obbligo di scelta di diversa forma gestionale, atto di inaudita gravità che rende responsabili le stesse gestioni pubbliche che, per loro causa, obbligheranno l’adozione di scelte diverse da quelle indicate dallo stesso consiglio regionale”.

Faccio presente che la scadenza che Caputi dà ai gestori (tra cui l’ACA spa)per i vari adempimenti è assai ravvicinata - 30 novembre 2013 – ma nessuno sembra curarsene. www.maurizioacerbo.it/blogs

Ora arriva la dichiarazione di Chiodi a confermare il sospetto che dietro comunicazioni “tecniche” ci sia una precisa regia politica.

Ricordo a Chiodi che gli abruzzesi e gli italiani si sono già pronunciati sulla questione con un referendum e che compito suo e del commissario dovrebbe essere l’attuazione della volontà popolare.

Innanzitutto smantellando il sistema di potere bipartisan costruito con la gestione privatistica delle spa dell’acqua e la loro sostituzione con aziende speciali, soggetti di diritto pubblico, per una corretta e trasparente gestione del servizio pubblico per eccellenza.

Non bisogna vendere le azioni delle spa ai privati, ma chiuderle perché non c’è bisogno di soggetti di diritto privato per gestire un monopolio pubblico.

Chiodi e il suo commissario comincino poi un’azione di moralizzazione a partire da quanto è di loro competenza:  non si capisce perché non venga dimissionato il segretario dell’ATO Fabrizio Bernardini che è già stato condannato a un anno in primo grado. Ricordo che Bernardini ricopre quel ruolo su incarico del commissario straordinario Caputi della Regione Abruzzo.

E’ evidente che i misfatti, compiuti all’ACA spa e altrove dal ceto politico del PD, ora offrono la scusa per tornare alla carica con tentativi di privatizzazione.

Noi che abbiamo combattuto il “partito dell’acqua” non vogliamo certo che adesso si ripresenti sotto una nuova versione, quello della privatizzazione in cui imprese amiche della politica non lesineranno (legalmente) favori e a pagare saranno sempre i cittadini.