Discarica di Bussi, procura indaga su presunte pressioni su giuria popolare

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Discarica di Bussi, procura indaga su presunte pressioni su giuria popolare

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I pm di Chieti aprono un fascicolo contro ignoti dopo l'articolo del Fatto Quotidiano. E il ministro della Giustizia Andrea Orlando chiede ufficialmente gli atti del processo, per valutare l’invio degli ispettori.

La Procura della Repubblica di Chieti ha aperto un fascicolo contro ignoti a seguito delle dichiarazioni delle due giudici popolari che hanno rivelato al Fatto Quotidiano di non aver giudicato “serenamente” quando hanno emesso la sentenza sulla vicenda della megadiscarica Montedison di Bussi, nel Pescarese.

Il processo si è concluso lo scorso 19 dicembre con l’assoluzione di tutti i dirigenti. La Procura di Pescara aveva chiesto invece la condanna per i diciannove imputati a pene che variavano da quattro a dodici anni per avvelenamento doloso delle acque e inquinamento doloso. La sentenza della Corte d’Assise ha invece assolto tutti dal primo reato e derubricato il secondo a colposo, cosa che ha comportato una riduzione della pena a cinque anni, poi prescritta per tutti.

Alla luce delle rivelazioni dei giudici popolari, la Procura di Chieti si è subito mossa con questo atto dovuto. Oggi è stata raccolta la documentazione e avviata l’istruttoria che per competenza funzionale verrà trasmessa alla Corte d’Appello di Campobasso.

Intanto, il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha chiesto ufficialmente gli atti del processo, per valutare l’invio degli ispettori. E ha aperto una pratica sulla vicenda anche il Consiglio superiore della magistratura. “La decisione di intervenire è stata presa dopo aver ricevuto una missiva dell’avvocato dello Stato Cristina Gerardis su quanto riferito da articoli di stampa, e le indagini e le valutazioni sulla vicenda sono state affidate alla Prima Commissione”, ha detto il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini. Altro fascicolo aperto sulla discarica Montedison anche da parte della Commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti.

Tante le reazioni anche dal mondo politico. Il M5S ha annunciato un’interrogazione parlamentare e chiesto un’ispezione ministeriale per “accertare se vi siano state indebite pressioni affinché il verdetto fosse pilotato verso il disastro colposo così da far scattare la prescrizione”. Il sindaco di Bussi Salvatore La Gatta ha chiesto subito la riapertura del processo. La senatrice aquilana Stefania Pezzopane (Pd) ha a sua volta detto che “se le notizie fossero confermate sarebbe necessario riaprire il processo con un nuovo collegio giudicante”. Un altro parlamentare abruzzese, Antonio Castricone (Pd), ha annunciato un’interrogazione parlamentare, firmata anche dalla piddina Vittoria D’Incecco, per chiedere chiarezza sulla vicenda.

Il Forum dell’Acqua, associazione in prima linea nella vicenda di Bussi, dopo la lettura dell’intervista alle due giudici popolari parla di “fatti di una gravità inaudita”. Come spiega Augusto De Sanctis, presidente dell’associazione, “stiamo parlando di un processo con un potenziale impatto economico di miliardi di euro, della qualità della vita di centinaia di migliaia di persone e dello stato dell’ambiente di un’intera vallata. E parliamo di giudici popolari che ammetterebbero di non aver letto gli atti processuali, di non essere stati sereni nella decisione e di non riconoscersi nella sentenza”.

Melissa Di Sano, Il Fatto Quotidiano, 14 maggio 2015