Convegno su nuove destre e nuovi populismi a Lanciano
LANCIANO. Mercoledì 4 ottobre, alle 17, tra le manifestazioni che celebreranno le Giornate in ricordo della Rivolta Lancianese del 5 e 6 ottobre 1943, verrà svolto un convegno su “Nuove Destre Nuovi Populismi” al Polo Museale Santo Spirito di Lanciano. L’iniziativa, promossa da L’Altritalia, Il piccolo resto e l’ANPI, ha il patrocinio del Comune di Lanciano. I relatori saranno Giuseppe Bellelli, Procuratore della Repubblica del Tribunale di Sulmona; Antonello Canzano, docente di Sociologia Politica e Relazioni Internazionali dell’Università D’Annunzio di Chieti e Roma Tre; Luca Prosperi, presidente A.N.P.I. prov. di Pescara; Maddalena Gretel Cammelli, antropologa; Stefano Zenni, musicologo. A moderare gli interventi sarà Maria Teresa Giusti, docente di Storia Contemporanea all’Università D’annunzio. Abbiamo chiesto a Gianna Di Donato, presidente dell’associazione culturale L’Altritalia di Lanciano, quali sono stati i motivi che l’hanno portata a volere fortemente questo convegno. “Queste sono in origine le motivazioni che mi hanno spinto a organizzare questo convegno: aprire una breccia e iniziare, spero, un lavoro duraturo su questi argomenti che sposti l’ago della bilancia verso la questione culturale e non, o non solo giuridica”. “Le nuove destre – sottolinea la Di Donato – attraverso la strumentalizzazione delle difficoltà dei cittadini, hanno trasformato l’assistenza alle fasce deboli in consenso elettorale e le attività di volontariato in strumento di legittimazione. Si finisce così di sovrapporre il metodo ai contenuti. Attraverso azioni di impatto sociale riconosciuto e riconoscibile, che costituiscono il metodo della creazione del consenso, si finisce di porre in secondo piano il contenuto dell’ideologia che rappresentano, imbevuto di intolleranza e discriminazione. Si tratta di una discussione necessaria per valutare quanto e quale spazio e quale agibilità siano riusciti ad erodere i nuovi fascismi. Quanto il problema delle Nuove destre e nuovi populismi sia essenzialmente un problema culturale e secondariamente di tipo giuridico”. “Con le opposizioni alla sovranità anti-europeista della Lega di Salvini – prosegue la Di Donato – la retorica leghista secessionista, ora diventata xenofoba, quella che guarda al ‘migrante economico nullafacente che gioca a calcetto negli alberghi con 35 euro al giorno ma ha uno smartphone’, mostra che non si può ignorare quanto il consenso stia crescendo attraverso queste forme di strumentalizzazione intolleranti e identitarie in Italia e in Europa. L’intervento auspicato per arginare questi fenomeni è, ancora una volta, la penalizzazione. Si tratta di riconoscere che di fronte alle pressioni delle difficoltà sociali crescenti, le soluzioni delle destre sono condivisibili da molti, da troppi. Ci si sente tanto insicuri da essere disposti a barattare la libertà in cambio della sicurezza. Il ddl Fiano, in questo contesto si inserisce come una guardia del corpo, mentre è di guardie del pensiero quello di cui avremmo bisogno”. Il rischio, per tutti noi, è quello di scoprirci arrendevoli al bisogno di rassicuranti indottrinamenti e non a quello di una libertà di pensiero che ci renda consapevolmente responsabili delle nostre scelte.