Umanità - Cultura - Natura

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Umanità - Cultura - Natura

"La scomparsa della Storia, o comunque un crescente spregio nei suoi confronti, tipica dei nostri giorni, deriva dalla pur raramente esplicita negazione di valore della famosa definizione antica che la Storia è “maestra di vita”. Questa espressione di forte impatto è tratta da un passo del De Oratore di Cicerone, assai illuminante nel suo insieme, in quanto il grande oratore romano rivelava quanto ritenesse essenziale la conoscenza del Passato per creare un Presente nella prospettiva di un Futuro per i suoi valori degno dell’Umanità: la Storia è «testimone dei tempi, luce di verità, vita della memoria, maestra di vita, araldo dell’antichità». Senza la Storia l’Umanità è destinata a disumanizzarsi. La Storia delle origini, del formarsi delle prime civiltà, è fondamentale per il Presente e per il Futuro, soprattutto ai nostri giorni, perché è la storia del rapporto armonioso, pur con mille varianti, tra Umanità e Natura.


Questo rapporto, essenziale e ovviamente ineliminabile, tra Umanità e Natura è stato mediato, nei secoli e nei millenni, dalla Cultura e la Storia è la storia, infinita, della mediazione tra Umanità, Cultura e Natura. Oggi, una parte non irrilevante del nostro mondo, in una sorta di cieca follia, attraverso gli argomenti di una pseudo-cultura, ritiene che il progresso materiale dell’Umanità possa compiersi facendo violenza alla Natura. Ma quando l’incontro, il rapporto, l’armonia tra Umanità, la Cultura e la Natura si pongono su un itinerario in cui domina la violenza, ogni equilibrio si stravolge: la Natura, ferita in modi sempre più irreparabili, si ribella convertendo la sua neutralità positiva in catastrofici eventi negativi; la Cultura, rinnegando principi etici e scientifici che sono i suoi fondamenti, si perde in un vortice di argomenti fallaci, determinando un proprio pericoloso degrado; l’Umanità, che nei secoli ha cercato, seguendo tragitti innumerevoli, un’armonia, delicata e fragile, con la Natura attraverso la Cultura, si trova, sgomenta e attonita, a riflettere sulla probabile irrevocabilità di una rovina di cui è stata largamente causa."

Paolo Matthiae, professore emerito di archeologia e storia dell’arte del Vicino Oriente alla Sapienza di Roma, 10-XI-2019