WWF Chieti-Pescara BASTA RIFIUTI IN VAL PESCARA E SULLE COLLINE CIRCOSTANTI

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WWF Chieti-Pescara

Comunicato stampa del 30 luglio 2015

BASTA RIFIUTI IN VAL PESCARA E SULLE COLLINE CIRCOSTANTI

Quattordici associazioni (c’è anche Confcommercio) chiedono alla Regione una moratoria: nessun nuovo impianto prima della bonifica delle discariche abusive e di un Piano dei Rifiuti che fotografi la situazione e valuti le reali esigenze del territorio

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La Val Pescara è letteralmente assediata dai rifiuti, con numerose aziende che operano nel settore, con un incredibile numero di discariche abusive, in aumento nonostante gli sforzi delle amministrazioni locali per bonificarle, con un preoccupante numero di incendi, in gran parte dolosi, che generano periodiche nubi tossiche di fronte alle quali le attività di prevenzione e di controllo oggi disponibili si sono rivelate palesemente inadeguate.

Di fronte a questa drammatica situazione e dopo l’ennesimo incendio, quello di Colle Sant’Antonio, le cui conseguenze sono ancora in essere, quattordici associazioni e organizzazioni che operano nella vallata, tra le quali è particolarmente significativa la presenza di Confcommercio Chieti, hanno sottoscritto una petizione alla Regione, inviata questa mattina attraverso posta elettronica certificata al presidente D’Alfonso, all’assessore all’ambiente Mazzocca e al presidente del Consiglio Di Pangrazio, per chiedere “che la Regione Abruzzo sospenda con effetto immediato, nel territorio della Val Pescara e nelle colline circostanti, il rilascio delle concessioni per l'apertura di nuovi impianti per il trattamento e/o per il deposito ancorché temporaneo di rifiuti di qualsiasi tipologia nonché  per ampliamenti o modifiche di impianti già in esercizio fino a quando non saranno censite e bonificate o quanto meno messe in sicurezza per quanto riguarda tutte le possibili contaminazioni ambientali e il rischio di incendio tutte le discariche esistenti e sino a quando non venga varato un “Piano dei Rifiuti” regionale, basato sui principi della riduzione, del riuso, del riciclo e del contenimento dei rifiuti stessi e che fotografi le reali esigenze del territorio.


Chiedono, inoltre, che tale sospensione si applichi anche alle pratiche eventualmente  in corso di esame presso gli uffici e le strutture regionali,  qualunque sia lo status attuale dell’iter autorizzativo”.

Ci preme sottolineare che le 14 associazioni firmatarie svolgono la loro attività anche e soprattutto a tutela dei beni primari della salute, dell’ambiente in cui vive l’uomo e in difesa della legalità, della moralità, della Costituzione.

Ricordiamo che già nell’ottobre 2009, al culmine di un periodo caratterizzato da numerosi incendi, centinaia di cittadini e numerose associazioni sfilarono da Madonna delle Piane a Piazzale Marconi dietro un significativo striscione: “Basta rifiuti a Chieti”. Una richiesta che si estende oggi all’intera vallata del fiume Pescara e alle colline circostanti: l’inquinamento e i fumi non rispettano certo i confini amministrativi.

Siamo certi che il presidente Luciano D’Alfonso e l’assessore Mario Mazzocca, insieme al presidente del consiglio Giuseppe Di Pangrazio, che nei loro discorsi hanno sempre rivendicato attenzione nei confronti dei cittadini, faranno propria questa richiesta. La salute e l’ambiente vengono ai primi posti in qualsiasi agenda politica e non ha alcun senso continuare ad operare in un settore delicato come quello dei rifiuti muovendosi a caso, senza un preciso piano che fotografi le esigenze e le disponibilità già in essere, così come è inconcepibile sottoporre a ulteriori rischi una popolazione che negli ultimi anni è stata costretta a sopportare numerosi devastanti incendi di rifiuti e le relative nubi tossiche sui cui effetti non ha mai avuto certezze.

 

WWF Chieti – Pescara; Legambiente Chieti; Italia Nostra sezione Chieti; Italia Nostra sezione Pescara; FAI delegazione Chieti; Mare Vivo; Amici del Colle; Presidio “Libera” Chieti; Confcommercio  Chieti; Comitato Cittadino “Villa Blocc”; Centro Assemblea Cittadina Cepagatti; Organizzazione Regionale Pro Natura; Chieti Nuova 3 Febbraio; Acqua e Beni Comuni Chieti

 

 

Si allega il testo della petizione

Al Presidente della Giunta Regionale Abruzzo Luciano D’Alfonso

All’Assessore regionale all’Ambiente Mario Mazzocca

Al Presidente del Consiglio Regionale Giuseppe Di Pangrazio

Le associazioni e le organizzazioni elencate in calce alla presente

PREMESSO

- che nel territorio della Val Pescara e nelle colline circostanti si registra una notevole concentrazione di aziende di trattamento rifiuti, in numero sproporzionato rispetto alle esigenze del territorio;

- che nel medesimo territorio sono state negli anni scoperte numerose discariche abusive, probabilmente in numero inferiore a quelle realmente esistenti;

- che lungo il fiume Pescara tali discariche potrebbero essere anche continue, interessando nei fatti l’intero territorio, come è già stato riscontrato ad esempio per il Saline e l’Alento;

- che nel territorio in questione incidono il SIN (Sito di Interesse Nazionale, ai fini della bonifica) “Bussi” e il SIR (Sito di Interesse Regionale, ai fini della bonifica) “Chieti Scalo”;

- che la Val Pescara è considerata zona rossa di risanamento per quanto riguarda la qualità dell’aria così come disposto nel Piano Regionale per la Tutela della Qualità dell’Aria del 2007;

- che nel su citato territorio si sono verificati negli ultimi anni con allarmante frequenza incendi di rifiuti, pericolosi e non, anche in aziende autorizzate al loro trattamento;

- che tali incendi rappresentano un grave rischio per la pubblica salute;

- che in conseguenza dei citati incendi numerosi cittadini e diverse aziende hanno subito un danno economico per danni diretti e/o per mancato profitto quantificabile in centinaia di migliaia di euro, ai quali va aggiunto il costo dello smaltimento dei residui da incendio a carico della collettività;

- che la pericolosità di tutti gli inquinanti atmosferici, certamente diffusi con particolare veemenza in occasione degli incendi, è indipendente dai limiti di legge, in quanto non esiste per nessuno di loro un limite al di sotto del quale siano considerabili “innocui” per la salute umana;

- che diossine, PCB, metalli pesanti, ma anche alcuni IPA, non biodegradabili e bioaccumulabili, pur avendo raggiunto il picco atmosferico (nell’aria ambiente) massimo durante l’incendio, successivamente hanno contaminato suoli e acqua in modo persistente;

- che, in assenza di riferimenti specifici, anche nel caso in cui ci sia stata una esposizione al di sotto di quella prevista in altre situazioni per singoli inquinanti (ambienti di lavoro) va considerato l’effetto accumulo delle numerose sostanze sprigionate nell’incendio;

- che l’ARTA non ha strutture né organizzazione adeguate per far fronte a tali emergenze, statisticamente concentrate in giornate festive;

- che la zona è densamente popolata con diverse strutture sensibili (scuole, ospedale, università, asili, ecc.);

- che, benché le convenzioni internazionali e le leggi nazionali concedano il pieno diritto all’informazione ambientale i cittadini sono stati costretti a domandarsi in ogni emergenza se e quali danni siano stati procurati alla salute soprattutto di bambini e donne in gravidanza, senza avere mai avuto risposte certe;

- che la situazione su esposta ha creato un notevole malcontento in una ampia parte della popolazione e negli amministratori locali;

- che secondo l’articolo 32 della Costituzione Italiana la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività

CHIEDONO

che la Regione Abruzzo sospenda con effetto immediato, nel territorio della Val Pescara e nelle colline circostanti, il rilascio delle concessioni per l'apertura di nuovi impianti per il trattamento e/o per il deposito ancorché temporaneo di rifiuti di qualsiasi tipologia nonché per ampliamenti o modifiche di impianti già in esercizio fino a quando non saranno censite e bonificate o quanto meno messe in sicurezza per quanto riguarda tutte le possibili contaminazioni ambientali e il rischio di incendio tutte le discariche esistenti e sino a quando non venga varato un “Piano dei Rifiuti” regionale, basato sui principi della riduzione, del riuso, del riciclo e del contenimento dei rifiuti stessi e che fotografi le reali esigenze del territorio. Chiedono inoltre che tale sospensione si applichi anche alle pratiche eventualmente in corso di esame presso gli uffici e le strutture regionali, qualunque sia lo status attuale dell’iter autorizzativo.