“Salva-Ilva”, l’offensiva della Procura ricorso alla Consulta contro il governo

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“Salva-Ilva”, l’offensiva della Procura ricorso alla Consulta contro il governo

I giudici di Taranto impugnano il decreto che consente di proseguire le attività nonostante il sequestro disposto per »disastro ambientale»

Il conflitto tra magistratura tarantina e governo è in atto da tempo: le norme «salva Ilva», il famoso decreto n.207 convertito in legge, non sono andate per niente giù alla Procura ionica che, per difendere il proprio operato, punta ora, così come ipotizzato nelle scorse settimane, sul conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato. Così come era già stato fatto intendere negli ambienti giudiziari tarantini, i magistrati, quindi, hanno deciso di agire, inviando il ricorso alla Consulta, impugnando così il decreto legge che provocherebbe in pratica, secondo i magistrati inquirenti, «ingerenze» nella sfera di esercizio delle funzioni della magistratura indicate nella Costituzione. «Ingerenze» messe in campo dal ministro uscente dell’Ambiente Corrado Clini che, tra l’altro, presentò un emendamento per `bypassare´ il sequestro, determinato dalle decisioni della magistratura, dei prodotti finiti e semilavorati che giacevano sulle banchine dell’area portuale. L’emendamento elaborato per `sbloccare´ il milione e 700mila tonnellate di acciaio che erano sulle banchine portuali Ilva venne deciso da Clini perché, come spiegò lo stesso ministro in quei giorni, dava «coerenza» all’attività produttiva e alla commercializzazione. All’azienda, cioè, è stato consentito di commercializzare anche i prodotti realizzati prima dell’entrata in vigore del decreto: una mossa fatta sulla scacchiera di questa difficile partita che, per i magistrati jonici, ha avuto però il significato di una forzatura, di una ennesima grave invasione di campo, mentre - si fa notare negli ambienti giudiziari - è in corso una indagine.

Se i giudici della Corte Costituzionale riterranno il ricorso ammissibile, questo andrà notificato all’altra parte, cioè al governo uscente e dovrà essere fissata l’udienza in cui discuterlo. Trascorrerà del tempo, forse mesi: nel frattempo l’efficacia della legge non sarà sospesa.

«Il ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto Salva-Ilva - ha commentato intanto il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli - è un atto dovuto a tutela della salute dei cittadini, dei lavoratori e in difesa della Costituzione».

Il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, come sempre preferisce non commentare. «Il ricorso? Era già stato preannunciato all’epoca», dice. E alla domanda se una volta pubblicata la legge sulla Gazzetta Ufficiale la Procura solleverà anche eccezioni di incostituzionalità su alcune norme, Sebastio risponde: «Come é nostra abitudine noi non anticipiamo nulla, quando si prospetta la questione la valutiamo». «Quando la legge sarà pubblicata - aggiunge - la studieremo e se ci creerà motivi di perplessità agiremo».

La Stampa, 27-XII-2012