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Per non dimenticare

Giuseppe Ferrara, che il 4 giugno 2002 ospitammo a Chieti, nell’auditorium della Biblioteca Provinciale “A. C. De Meis”, per la presentazione del film “I banchieri di Dio”.

Giuseppe Ferrara, il regista di “Il caso Moro” e “I banchieri di Dio” è morto a 84 anni.

A darne notizia è il sito Cinemaitaliano.info, che comunica che l’anziano regista è deceduto al Policlinico Umberto I, a Roma, dove era ricoverato. Tra i suoi film più famosi, “Cento giorni a Palermo” del 1984, “Il caso Moro” del 1986 e “Giovanni Falcone” del 1993. Dedicatosi in modo particolare nel cinema d’impegno civile, Ferrara ha raccontato la storia italiana anche in altri pellicole tra cui “I banchieri di Dio – Il caso Calvi” del 2002, in cui descrive lo scandalo del Banco Ambrosiano, e “Segreto di stato” del 1995. Al centro del film, la storia di un funzionario corrotto del Sisde alla quale si collegano l’incidente di Ustica e la strage di Bologna, avvenuti durante l’estate del 1980.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Il Fatto Quotidiano, 25-VI-2016



Dal blog di Marco Imperato

“Mi accorgo che si può essere sovversivi soltanto chiedendo che le leggi dello Stato vengano rispettate da chi ci governa" (Ennio Flaiano)

‎"La Costituzione: ciò che ci siamo dati nel momento in cui eravamo sobri, a valere per i momenti in cui siamo sbronzi." (G. Zagrebelsky)



Il Referendum, tra Democrazia e Populismi

Il cielo plumbeo di Londra e la camminata piegata dal peso del potere di Churchill che ho catturato in questa foto poche settimane fa erano profetici...

La Brexit è diventata realtà con la vittoria, striminzita nelle dimensione ma devastante negli effetti, di coloro che volevano il Regno Unito fuori dall'Unione Europea.

"Attento a quello che desideri perché potresti ottenerlo" ...diceva qualche saggio.

E credo che lo direbbe anche oggi, vedendo un voto che premia la chiusura, i timori e i particolarismi, ignorando un percorso di integrazione storico seppure sinora anche molto deludente.

(continua nella sezione Rassegna stampa) 24-VI-2016, Nonsologiustizia



Richiesta di precisazione inviata al Corriere della Sera dal magistrato Armando Spataro

Caro Direttore, nell’edizione del Corriere della Sera del 16 giugno, è stata pubblicata una breve sintesi di un interessante dibattito organizzato a Roma dal Direttore del quotidiano Il Foglio, con la partecipazione del Ministro Orlando, del Vice Presidente del CSM Legnini, del Presidente della Corte di Cassazione Canzio e del Presidente dell’Anac Cantone. Nella sintesi in questione si afferma che io mi sarei dichiarato d’accordo con gli altri illustri partecipanti all’evento “nel ritenere inopportuna l’adesione delle toghe ai comitati del Sì o del No sul referendum costituzionale".
Orbene, poiché non c’è niente di peggio dell’incoerenza e del mutamento immotivato di opinioni, Le sarei grato se volesse dare atto che, motivando la mia posizione, io mi sono dichiarato convinto esattamente del contrario di ciò che mi si attribuisce e, cioè, che i magistrati possano impegnarsi nei Comitati predetti, purché evitino di prendere parte (e di questa seconda affermazione si dà atto nella sintesi) a iniziative organizzate da partiti o comunque dalla connotazione politica.

Per precisione, ribadisco di essere componente del Comitato promotore del No al predetto referendum, composto e presieduto da illustri costituzionalisti. Un comitato che non ha connotazione politica, tanto più di fronte ad una politicizzazione del referendum che non gli è certo attribuibile.

Armando Spataro
magistrato



Italicum, “i nostri ricorsi contro la legge elettorale sono fermi”. L’avvocato Besostri: “Sembra che si voglia attendere il referendum Costituzionale”

Lavvocato, regista della strategia giudiziaria denuncia: "Se prosegue questa inerzia, solleveremo la questione facendo presentare interpellanze e interrogazioni in parlamento. Del resto l'Italicum è come il Porcellum. O la Corte Costituzionale rinnega i principi della sentenza n. 1/2014 o la sua sorte è segnata". La Consulta si deve esprimere il 4 ottobre: "Per questo il governo vuole il referendum il 2. E' un segno di debolezza"

(continua nella sezione Rassegna stampa) Piero Ricca, Il Fatto Quotidiano, 19-VI-2016



Pubblichiamo l’articolo di Stefania Ortolano, tratto da Chietitoday, condiviso su facebook

"Il Megalò tra i 10 edifici più pericolosi da abbattere in Italia", il rapporto di Legambiente

Il centro commerciale finisce nella top ten della paura, "un classico esempio della scarsa attenzione degli organi competenti verso i vincoli urbanistici che il rischio idrogeologico dovrebbe imporre" si legge.

(continua nella sezione Rassegna stampa)



Due mandati per Renzi? Uno basta

L’ultima trovata di Renzi c’è stata consegnata in tv: è pronto a firmare una proposta che limiti a un massimo di due i mandati del presidente del consiglio. È davvero divertente, perché evidentemente pensa di farci un favore, e di rassicurarci con la speranza di un futuro migliore. Ma, come accade con Renzi, è pubblicità ingannevole.

Dobbiamo infatti considerare che i mandati di cui parla Renzi sono – è lecito pensarlo – coerenti con il disegno costruito con la legge costituzionale oggetto del referendum di ottobre e con l’Italicum già approvato. Quel disegno vede l’elezione sostanzialmente diretta del leader per un mandato di cinque anni. Parlare di due mandati significa prefigurare un Renzi al potere per dieci anni consecutivi.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Massimo Villone, Il Manifesto, 14-VI-2016



Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità della nazione, andate là, o giovani, col pensiero, perché là è nata la nostra costituzio
ne”.

Piero Calamandrei



Rischio per l’uomo solo al comando

Non vi è certo motivo di meravigliarsi del comportamento di Matteo Renzi in questa fase. Si tratta di forzature a cui siamo ormai avvezzi. Paradigmatico è stato il comizio napoletano. Per Bagnoli daremo tanti soldi, ha promesso al dunque. Ma nel quadro della sponsorizzazione della candidata Pd, con l’implicito che gli investimenti arriveranno solo se il suo partito sarà riuscito a conquistare il Comune…

(continua nella sezione Rassegna stampa) Alberto Burgio, Il Manifesto, 5-VI-2016, pubblicato in “facciamo sinistra.blogspot.it”



REFERENDUM COSTITUZIONALE - La Riforma del Senato

La riforma del Senato? “Ordinata” da JP Morgan, il colosso bancario statunitense che insieme a Goldman Sachs e altre poche banche d’affari con un fatturato superiore a quello di diverse nazioni, è alla base della crisi. JP Morgan qualche mese fa dichiarò, tra le altre cose, che le “costituzioni antifasciste” sono un ostacolo da eliminare…

Jp Morgan cala la maschera: “Liberatevi delle Costituzioni”

Jp Morgan contro la Costituzione italiana che ostacola lo shopping straniero a buon mercato.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Tratto da Il Fatto Quotidiano del 19 giugno 2013



La triste parabola dell’arte politica ha generato mostri

«Secondo Aristotele il governo della polis richiedeva un’abilità superiore a tutte le altre, una continua opera di mediazione. Ma già Platone metteva in guardia dai rischi della demagogia. Bisogna fare attenzione al medico che offre dolci senza preoccuparsi di trovare la cura giusta».

(continua nella sezione Rassegna stampa) Massimo Recalcati, La Repubblica, 5-VI-2016


La lezione di Starace, ad di Enel, l’inerzia dei media italiani


I
l cambiamento non riguarda la verità. Le strategie dell’ad di Enel sono passate inosservate da noi ma hanno dato scandalo dall’altra parte del mondo, in Cile. Il «pensiero unico» qui detta l’agenda indisturbato, e non reagiamo perché non ci piace soffrire
Il 15 aprile scorso l’ad di Enel Francesco Starace, persona di fiducia del nostro premier Matteo Renzi, intervenendo presso l’università Luiss con una lezione sulle sue tecniche aziendali innovative, ha tra l’altro dichiarato: «Per cambiare un’organizzazione ci vuole un gruppo sufficiente di persone convinte di questo cambiamento, non è necessario sia la maggioranza, basta un manipolo di cambiatori. Poi vanno individuati i gangli di controllo dell’organizzazione che si vuole cambiare e bisogna distruggere fisicamente quei centri di potere». «Per farlo – ha proseguito Starace – ci vogliono i cambiatori che vanno infilati lì dentro, dando ad essi una visibilità sproporzionata rispetto al loro status aziendale, creando quindi malessere all’interno dell’organizzazione dei gangli che si vuole distruggere.

Appena questo malessere diventa sufficientemente manifesto, si colpiscono le persone opposte al cambiamento, e la cosa va fatta nella maniera più plateale e manifesta possibile, sicché da ispirare paura o esempi positivi nel resto dell’organizzazione. Questa cosa va fatta in fretta, con decisione e senza nessuna requie, e dopo pochi mesi l’organizzazione capisce perché alla gente non piace soffrire».

(continua nella sezione Rassegna stampa) Carlo Freccero, Il Manifesto, 2-VI-2016



Il Calendario della Repubblica-Il Dovere della Memoria
- XVI edizion
e

2 giugno 1946 – 2 giugno 2016

Per la festa della Repubblica e della Costituzione

Costituzione della Repubblica

Art. 3

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Rileggiamola tutta!


Chieti nuova 3 febbraio in collaborazione con l’Istituto Tecnico F. Galiani-R. de Sterlich, l’Istituto Professionale “U. Pomilio”, il Liceo Classico “G. B. Vico”, il Liceo Scientifico “F. Masci”, l’UNITRE



Comitato di Chieti

“Salviamo la Costituzione: Aggiornarla - Applicarla - non Demolirla”

Comunicato stampa del 30 maggio 2016

Da domani, ogni martedì e giovedì, dalle 16:30 alle 17:15

Si firma per i referendum anche in Tribunale

Il Comitato di Chieti “Salviamo la Costituzione: Aggiornarla - Applicarla - non Demolirla” ricorda che da domani sarà possibile firmare i moduli per il Referendum Costituzionale e per quelli che chiedono l’abrogazione di due articoli della legge elettorale (cosiddetto “Italicum”) anche presso la Segreteria del Tribunale, Palazzo di Giustizia, piazza San Giustino, primo piano, a destra, in fondo al corridoio, tutti i martedì e i giovedì dalle 16:30 alle 17:15. Il coordinatore Prof. Tommaso Palermo



Riceviamo e pubblichiamo l’articolo di Tiziano Bellelli Campane e campanari,
pubblicato sul giornale Il Dibattito, 15-XII-1971

Domani, domenica 28 novembre 1971, per tre volte le campane di tutta la diocesi suoneranno a festa: lo ha stabilito mons. Capovilla - nel lasciar Chieti – volendo così sottolineare la nomina del Successore, e rendergli omaggio.

L’ascolto mi sarà difficile.

Perché in realtà dentro c’è tanta amarezza.

Perché è andato via. In esilio.

In quel modo.

E per quei motivi.

Sto tentando - è difficile crederlo, ma resta vero - di raccogliere interamente l’invito dell’Apostolo lasciatoci, come consegna del Vescovo esule, per il suo Successore:

“Accoglietelo pertanto nel Signore, con ogni senso di allegrezza e tenetelo in onore” (I Filippesi, 2/29).

Ma non vedo come - nei fatti - sia possibile far festa.

Dovremmo suonare a morto, perché solo funebri rintocchi possono solennizzare il gelo che è intorno.

Senza nulla togliere a chi sta per venire – Benedetto colui che viene nel nome del Signore! – quel che è avvenuto alle spalle di questo popolo ignaro, è di una estrema gravità.

La “normalizzazione” più spietata e disumana, nel contesto di più vasti inconfessabili disegni di potere…

Chiesa-potere o Chiesa-servizio: fu tema esaltante del tempo conciliare, è la pesante delusione di questo post-Concilio…

Eppure suoneranno a festa

Tutta una finzione?

Solo protocollo?

Non direi: la voce delle campane non è mai bugiarda.

Ci saran pure quelli che faran dire alle campane la festa che hanno dentro.

Non tanto per l’arrivo, quanto per una partenza…

Quanti campanari di lignaggio si fregano le mani, e da tempo!

Peccato che convenzioni e paure (o Carità e fede) impediscono di far cantare – alle campane – nomi cognomi ed indirizzi.


Sulla nostra manifestazione del 25 maggio, conclusiva del XXIII Corso di Educazione alla Legalità nelle Scuole Medie di Chieti e Provincia, riportiamo gli articoli dei quotidiani Il Messaggero (firmato da Francesca Rapposelli) e Il Centro (firmato da Edoardo Raimondi)

Filippo Cogliandro, uomo coraggioso e chef appassionato, ha donato a tutti noi una “lezione di cucina e di vita”. Intervistato da Francesca Rapposelli, (v. Il Messaggero del 26 maggio 2016), ha raccontato “come, nel 2008, è diventato simbolo dell’antiracket. – Mai nessuno aveva denunciato prima di iniziare a pagare…Venti anni prima avevamo vissuto la stessa esperienza con mio padre, ma lui non si era mai piegato ai soprusi della ‘ndragheta. Lo hanno gambizzato, ma ci ha dato un grande esempio: mai piegarsi, La mia denuncia destò molta curiosità: era segno che qualcosa stava cambiando. – Da allora, nonostante le minacce e il calo di affari, Cogliandro ha proseguito senza mai accettare il pizzo, pur fra mille difficoltà… – La mia scelta è stata quella di essere legale, Ho dimostrato anche allo Stato che ce la posso fare: io non ho ricevuto un centesimo dallo Stato, perché ho presentato in ritardo la domanda. Gli uomini dello Stato, però, sono persone straordinarie: è il meccanismo che non va…”

Il Centro, “Io, il cuoco che ha cucinato il…pizzo”

…E’ Cogliandro a raccontare la sua esperienza nei Centri d’accoglienza, come organizzatore di Corsi di cucina, a Reggio Calabria…ma soprattutto a narrare ai giovanissimi cosa siano le mafie: “Sapete che cos’è la ‘ndragheta?” chiede agli alunni “a Reggio, quando faccio questa domanda, si ha paura a rispondere. Dovete tenere gli occhi aperti. Diventare vittime di un sistema corrotto è molto facile, spesso non ci se ne accorge neppure” prosegue. Poi, attraverso un’empatia e un’umanità disarmanti, il racconto della denuncia: “Appena sono venuti a chiedermi il pizzo, nel mio ristorante, ho denunciato. Dopo gli arresti, nel mio locale si sono concentrate tutte le associazioni antimafia della città. Abbiamo dimostrato di non avere paura”…


Discorso interessanteFrancesco Starace, amministratore delegato dell’Enel

Per chi si fosse perso il video:

“Per cambiare un’organizzazione ci vuole un gruppo sufficiente di persone convinte di questo cambiamento, non è necessario sia la maggioranza, basta un manipolo di cambiatori. Poi vanno individuati i gangli di controllo dell’organizzazione che si vuole cambiare e bisogna distruggere fisicamente questi centri di potere. Per farlo, ci vogliono i cambiatori che vanno infilati lì dentro, dando a essi una visibilità sproporzionata rispetto al loro status aziendale, creando quindi malessere all’interno dell’organizzazione dei gangli che si vuole distruggere. Appena questo malessere diventa sufficientemente manifesto, si colpiscono le persone opposte al cambiamento, e la cosa va fatta nella maniera più plateale e manifesta possibile, sicché da ispirare paura o esempi positivi nel resto dell’organizzazione. Questa cosa va fatta in fretta, con decisione e senza nessuna requie, e dopo pochi mesi l’organizzazione capisce, perché alla gente non piace soffrire. Quando capiscono che la strada è un’altra, tutto sommato si convincono miracolosamente e vanno tutti lì. È facile".

Chi parla è Francesco Starace, amministratore delegato dell’Enel, che risponde a una domanda di uno studente su quale sia “la ricetta di successo del cambiamento in un’organizzazione come l’Enel”. Il contesto è un incontro alla Luiss Business School di Roma, il 14 aprile, per un ciclo di conferenze dal titolo “Ad esempio, i giovani incontrano la classe dirigente del paese”, in cui manager e amministratori delegati raccontano le loro esperienze personali.

L’Enel è una delle più grandi aziende italiane per fatturato e ha quasi settantamila dipendenti. Il principale azionista è lo Stato, che attraverso il Ministero dell’economia controlla il 23,5 per cento del capitale sociale.

È naturale che il suo amministratore delegato sia un esempio per tutti, non solo dentro l’azienda. In questo senso la risposta di Starace è illuminante, perché senza nessuna ipocrisia dà un’idea chiara di cosa il dirigente di un’importante società pensi sia giusto fare per cambiare un’organizzazione, di come interpreti le relazioni aziendali, il clima in un luogo di lavoro, i rapporti tra dipendenti: colpire, distruggere fisicamente, creare malessere, ispirare paura, far soffrire.

Sembra quasi di sentire le parole di Jason Gould, costruttore di ferrovie statunitense vissuto alla fine dell’ottocento: “Posso sempre assumere una metà dei lavoratori perché uccida l’altra metà”.



Il 23 maggio 1992

il magistrato Giovanni Falcone venne assassinato dalla mafia in quella che comunemente è detta strage di Capaci, insieme alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti della Polizia di Stato Vito Schifani, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo.



Associazione Nazionale Magistrati- Sez. distrettuale Abruzzese

Associazione Chieti nuova 3 febbraio

XXIII Corso di Educazione alla Legalità nelle Scuole Medie

I fenomeni migratori tra accoglienza e rifiuto, diritti umani e pregiudizi


Mercoledì 25 maggio 2016

Ore 9,30

Auditorium Scuola Media “G. Chiarini”- via Generale Spatocco, 46 - Chieti

Premiazione delle Scuole e degli studenti

Intervento dei magistrati Angelo Bozza, Angelo Zaccagnini, Giuseppe Falasca, Nicola Valletta

Testimonianza di Filippo Cogliandro - Chef Patron L’A Gourmet, promotore di corsi di cucina nei campi di accoglienza, Ambasciatore Antiracket per la Ristorazione Italiana nel mondo


Ore 19,30

Convitto Nazionale “G. B. Vico” - Corso Marrucino, 135 - Chieti

Cena della Legalità

a cura di Filippo Cogliandro

Hanno partecipato le Scuole Medie di CHIETI V. Antonelli, G. Chiarini-C. De Lollis, Convitto Nazionale G. B. Vico, G. Mezzanotte-R. Ortiz; di FARA FILIORUM PETRI-sedi di Fara Filiorum Petri, Casacanditella, Casalincontrada, Roccamontepiano; di FRANCAVILLA A MARE F. Masci; di ORTONA, Fonte Grande-n.1, via Mazzini-n.2; di RIPA TEATINA-Torrevecchia Teatina M. Buonarroti; di SAN GIOVANNI TEATINO-Sambuceto G. Galilei

Info: www.chietinuova3febbraio.it; www.facebook.com/chietinuova3febbraio.it




Riceviamo e pubblichiamo

Il partigiano Trieste Del Grosso

Trieste Del Grosso è nato a Chieti il 15 ottobre 1915 dal padre Cesare, che aveva una segheria alla Civitella, e da Lucia Miscia, casalinga. Era il primo di sei fratelli, tutti deceduti tranne il più piccolo, di nome Ugo. I genitori gli diedero il nome della città di Trieste perchè quando nacque, l’Italia stava partecipando, dal 24 maggio, alla prima guerra mondiale, considerata la IV guerra d’indipendenza, per liberare le terre irredente (il Trentino Alto Adige, l’Istria e Trieste). La scelta del nome rivela chiaramente l’amore dei genitori per l’Italia, il loro forte sentimento patriottico.

(continua nella sezione Riceviamo e pubblichiamo) Filippo Paziente



Vogliamo una Informazione corretta e paritaria per il Referendum

 

Durante la campagna per il referendum sulle trivelle ci siamo impegnati per chiedere una informazione adeguata e rispettosa dei dettati democratici: per votare bisogna essere informati. Purtroppo sia il servizio pubblico radiotelevisivo, sia l’intero sistema dell’informazione non hanno garantito lo standard minimo necessario ad una vera partecipazione democratica. Il risultato di questa scarsa informazione, probabilmente, ha influito sul dato dell’affluenza e sul non raggiungimento del quorum. Informazione e democrazia non sono mai disgiungibili.

Oggi abbiamo davanti un nuovo appuntamento referendario, quello sulle riforme istituzionali del prossimo ottobre.

Differentemente dal referendum sulle trivelle la campagna per il SI e per il NO è già partita, ma anche questa volta il sistema dell’informazione non sta svolgendo il suo compito democratico. Infatti, i telegiornali hanno già iniziato a raccogliere la posizione del Presidente del Consiglio e ci informano costantemente del nesso tra il destino del referendum e quello del governo in carica. Spesso, anzi quasi sempre, dimenticandosi delle ragioni del NO o facendole emergere solo come in contrapposizione agli enunciati del premier.

Questa impostazione impedisce una discussione di merito e porta ad un continuo disequilibrio di comunicazione sul prossimo referendum confermativo.

Non vogliamo schierarci in funzione di ciò che vuole o meno il Presidente del Consiglio, ma essere informati sul merito con dettagli precisi su ciò che comporterà l’accettazione di tale legge di riforma costituzionale.

Gli italiani hanno il diritto di scegliere avendo chiaro cosa comporta questo cambiamento!

Credo sia fondamentale chiedere, in maniera ancora più forte che nel caso del referendum sulle trivelle, che l’informazione nei Telegiornali e negli spazi d’informazione politica sia paritaria e strettamente connessa al merito del referendum.

Questa petizione sarà consegnata ai direttori dei TG, ai direttori dei quotidiani, al Presidente Commissione di Vigilanza Rai Roberto Fico.



I tesori dell’archeologia

Riforme. Quante lezioni per un governo che le ignora

A sentire Renzi nell’ultima direzione Pd, sul referendum costituzionale è guerra totale. Chiama Il partito alle armi, e propone una moratoria. Fino al voto sulla riforma tutti insieme appassionatamente. Il minuto dopo si scateni pure l’inferno, e si vada alla conta. Un principio di affanno? Timore che i guai giudiziari del Pd appannino l’appeal populistico del leader? Sull’attacco alla magistratura, avviato in stile berlusconiano, è sceso un improvviso silenzio. Che non potrà essere rotto perché i magistrati – com’è nel loro pieno diritto – si esprimono sulla riforma.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Massimo Villone, Il Manifesto, 10-V-2016



Questione immorale

Almeno il fatto che in Italia c’è una questione morale, che poi, profanamente, potrebbe essere la traduzione del settimo comandamento (non rubare), è una banale constatazione. La diagnosi di una malattia grave sulla quale è difficile non convenire anche se poi si può chiamare in tanti modi.

Buttarsi in politica per fare affari, è, purtroppo un malcostume nazionale. Lo ha spiegato bene Stefano Rodotà scrivendo di «una proterva controetica esibita senza pudore anche in sedi governative e parlamentari». Lo ripete il presidente dell’Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, in un’intervista all’Unità quando sostiene che «va evitata la commistione, specie a livello locale, tra attività economiche e attività politiche». Forse sarà per questo che in Italia non si riesce a fare una legge sul conflitto di interessi mentre si piazzano imprenditori al ministero dello Sviluppo. E dire che abbiamo avuto al governo, per vent’anni, il conflitto di interessi in persona (altra semplice constatazione, difficilmente confutabile).

(continua nella sezione Rassegna stampa) Norma Rangeri, Il Manifesto, 5-V-2016



REFERENDUM 2016 “Ferma le trivelle”

Dati della Prefettura di Chieti


Elettori 42.515

SI: 13.956, 88,84%

NO: 1.753

Schede bianche: 107, 0,67 %

Schede nulle: 114, 0,71 %

Dato aggiornato al 18/04/2016 - 01:34



Riceviamo e pubblichiamo

Comunicato del 28 aprile 2016

Il Coordinamento per i referendum - Chieti ringrazia i cittadini che si sono recati alle urne

«Il diritto al voto è una conquista che va difesa e confermata in ogni occasione»

Il Coordinamento per i referendum Chieti ringrazia tutti i cittadini che il 17 aprile si sono recati alle urne, in particolare quelli che, nell’interesse della collettività hanno scelto di votare sì. Le consultazioni elettorali rappresentano il momento più importante della vita democratica del Paese. Una fondamentale conquista che va difesa anche esercitando con continuità questo diritto, in particolare nelle consultazioni referendarie nelle quali ci è data la rara possibilità di esprimere direttamente la nostra opinione sull’argomento di volta in volta in discussione. «Vale appena la pena di ricordare – sottolinea a conclusione del suo mandato Nicoletta Di Francesco, referente del Coordinamento - che poco più della metà del popolo italiano ha potuto cominciare a esercitare il diritto al voto soltanto dal 1946, appena settant’anni fa quando venne concesso alle donne prima l’elettorato attivo e poi quello passivo. Quel diritto va difeso in ogni occasione.

(continua nella sezione Riceviamo e pubblichiamo) Nicoletta Di Francesco



COMUNICATO


Per il 25 aprile

L’associazione Chieti nuova 3 febbraio, il Liceo Classico “G. B. Vico”, l’Istituto Professionale “U. Pomilio”, l’Istituto Tecnico F. Galiani-R. de Sterlich, il Liceo Scientifico “F. Masci”, l’UNITRE, nell’ambito della sedicesima edizione del progetto “Il Calendario della Repubblica-Il Dovere della Memoria”, Lunedì 25 aprile 2016, ore 10,30-12,30, presso il Liceo Classico “G. B. Vico, ”, per il settantunesimo Anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, promuovono la realizzazione della manifestazione comprendente due momenti:

nel primo, gli studenti, protagonisti della conoscenza, incontrano i cittadini sulla Resistenza e sulla Liberazione. In due aule dedicate, gli alunni del Liceo Classico, guidati dal docente Francesco Baldassarre, illustrano attraverso letture e video, la vita e l’opera di Giacomo Matteotti, segretario del partito socialista unitario; inoltre, interviene la professoressa Marina Campana, nuora dell’avvocato antifascista Pasquale Galliano Magno, a cui Velia Matteotti affidò il proprio patrocinio nel processo-farsa contro gli assassini del marito, svoltosi a Chieti nel 1926. Nella seconda aula, gli studenti introducono lo spettacolo teatrale E mi diranno che bel fior: Storie Resistenti, attraverso letture, tratte dal libro “Terra di libertà-Storie di uomini e donne nell’Abruzzo della seconda guerra mondiale” di Maria Rosaria La Morgia e Mario Setta;

nel secondo momento, l’associazione culturale - teatrale Compagnia dell’Orfeo Folle di Penne rappresenta lo spettacolo Teatrale E mi diranno che bel fior: Storie Resistenti, regia di Irene Cocchini; Attori: Irene Cocchini, Emiliano Scenna, Serena Valentini, Vanessa Balduini; alla Fisarmonica: Massimiliano Elia; tecnico Luci e Audio: Michele Piciocco.

Note di regia: E mi diranno che bel fior è uno spettacolo teatrale sulla Resistenza in Abruzzo, che, con quattro monologhi e con voci narranti, accompagnati dalle note della nostra Resistenza, porta in primo piano le origini della Brigata Maiella, la battaglia del Sangro, la strage di Sant'Agata a Gesso Palena ed altri episodi avvenuti in vari paesi d'Abruzzo durante il fascismo e la seconda guerra mondiale, sottolineando il contributo del popolo abruzzese, “che dette allora al mondo una prova di civiltà… con la sua rivolta anonima, morale, disinteressata”* .

Perché la Resistenza e la Costituzione siano e rimangano patrimonio di tutti, punti di riferimento di cui ogni collettività ha bisogno, ispiratori dei comportamenti quotidiani dei cittadini e degli indirizzi politici, bisogna cominciare dalla Scuola, l’unico laboratorio culturale capace di promuovere la ricostruzione, la conservazione e la trasmissione della Memoria collettiva, favorendo nei giovani la scelta dei principi in nome dei quali milioni di persone hanno sacrificato la vita, consapevoli di essere parte di uno sforzo collettivo per la creazione dello Stato Repubblicano e della società civile.

Buon 25 aprile a tutti!

* Guido Calogero, nella presentazione scritta da Nicola Mattoscio per il libro “Terra di libertà – Storie di uomini e donne nell’Abruzzo della seconda guerra mondiale” a cura di Maria Rosaria La Morgia e Mario Setta

Info: www.chietinuova3febbraio.it; facebook.com/chietinuova3febbraio



La nostra RESISTENZA continuerà fino all'ultimo giorno della nostra vita


In riferimento alla presenza del signor Riina junior alla trasmissione Porta a Porta, Salvatore Borsellino scrive:

Avrei preferito non dovere scrivere queste righe, avrei preferito non essere costretto ad essere assalito dal senso di nausea che ho provato nel momento in cui ho dovuto leggere che il figlio di un criminale, criminale a sua volta, comparirà questa sera nel corso di una trasmissione della RAI, un servizio pubblico, per presentare il suo libro, scritto, come dichiarerà lui,"per difendere la dignità della sua famiglia". Di quale dignità si tratti ce lo spiegherà raccontandoci come, insieme a suo padre, seduto in poltrona davanti alla televisione, abbia assistito il 23 maggio e il 19 luglio del '92 allo spettacolo dei risultati degli attentati ordinati da suo padre per eliminare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

(continua nella sezione Rassegna stampa)



Sabato 2 aprile (ore 16.30), presso la sala convegni del Grande Albergo Abruzzo, si terrà l'assemblea/dibattito

 

anguage:

"Un mare senza trivelle per un futuro sostenibile"

 

Per non dimenticare

Giuseppe Ferrara, che il 4 giugno 2002 ospitammo a Chieti, nell’auditorium della Biblioteca Provinciale “A. C. De Meis”, per la presentazione del film “I banchieri di Dio”.

Giuseppe Ferrara, il regista di “Il caso Moro” e “I banchieri di Dio” è morto a 84 anni.

A darne notizia è il sito Cinemaitaliano.info, che comunica che l’anziano regista è deceduto al Policlinico Umberto I, a Roma, dove era ricoverato. Tra i suoi film più famosi, “Cento giorni a Palermo” del 1984, “Il caso Moro” del 1986 e “Giovanni Falcone” del 1993. Dedicatosi in modo particolare nel cinema d’impegno civile, Ferrara ha raccontato la storia italiana anche in altri pellicole tra cui “I banchieri di Dio – Il caso Calvi” del 2002, in cui descrive lo scandalo del Banco Ambrosiano, e “Segreto di stato” del 1995. Al centro del film, la storia di un funzionario corrotto del Sisde alla quale si collegano l’incidente di Ustica e la strage di Bologna, avvenuti durante l’estate del 1980.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Il Fatto Quotidiano, 25-VI-2016



Dal blog di Marco Imperato

“Mi accorgo che si può essere sovversivi soltanto chiedendo che le leggi dello Stato vengano rispettate da chi ci governa" (Ennio Flaiano)

‎"La Costituzione: ciò che ci siamo dati nel momento in cui eravamo sobri, a valere per i momenti in cui siamo sbronzi." (G. Zagrebelsky)



Il Referendum, tra Democrazia e Populismi

Il cielo plumbeo di Londra e la camminata piegata dal peso del potere di Churchill che ho catturato in questa foto poche settimane fa erano profetici...

La Brexit è diventata realtà con la vittoria, striminzita nelle dimensione ma devastante negli effetti, di coloro che volevano il Regno Unito fuori dall'Unione Europea.

"Attento a quello che desideri perché potresti ottenerlo" ...diceva qualche saggio.

E credo che lo direbbe anche oggi, vedendo un voto che premia la chiusura, i timori e i particolarismi, ignorando un percorso di integrazione storico seppure sinora anche molto deludente.

(continua nella sezione Rassegna stampa) 24-VI-2016, Nonsologiustizia



Richiesta di precisazione inviata al Corriere della Sera dal magistrato Armando Spataro

Caro Direttore, nell’edizione del Corriere della Sera del 16 giugno, è stata pubblicata una breve sintesi di un interessante dibattito organizzato a Roma dal Direttore del quotidiano Il Foglio, con la partecipazione del Ministro Orlando, del Vice Presidente del CSM Legnini, del Presidente della Corte di Cassazione Canzio e del Presidente dell’Anac Cantone. Nella sintesi in questione si afferma che io mi sarei dichiarato d’accordo con gli altri illustri partecipanti all’evento “nel ritenere inopportuna l’adesione delle toghe ai comitati del Sì o del No sul referendum costituzionale".
Orbene, poiché non c’è niente di peggio dell’incoerenza e del mutamento immotivato di opinioni, Le sarei grato se volesse dare atto che, motivando la mia posizione, io mi sono dichiarato convinto esattamente del contrario di ciò che mi si attribuisce e, cioè, che i magistrati possano impegnarsi nei Comitati predetti, purché evitino di prendere parte (e di questa seconda affermazione si dà atto nella sintesi) a iniziative organizzate da partiti o comunque dalla connotazione politica.

Per precisione, ribadisco di essere componente del Comitato promotore del No al predetto referendum, composto e presieduto da illustri costituzionalisti. Un comitato che non ha connotazione politica, tanto più di fronte ad una politicizzazione del referendum che non gli è certo attribuibile.

Armando Spataro
magistrato



Italicum, “i nostri ricorsi contro la legge elettorale sono fermi”. L’avvocato Besostri: “Sembra che si voglia attendere il referendum Costituzionale”

Lavvocato, regista della strategia giudiziaria denuncia: "Se prosegue questa inerzia, solleveremo la questione facendo presentare interpellanze e interrogazioni in parlamento. Del resto l'Italicum è come il Porcellum. O la Corte Costituzionale rinnega i principi della sentenza n. 1/2014 o la sua sorte è segnata". La Consulta si deve esprimere il 4 ottobre: "Per questo il governo vuole il referendum il 2. E' un segno di debolezza"

(continua nella sezione Rassegna stampa) Piero Ricca, Il Fatto Quotidiano, 19-VI-2016



Pubblichiamo l’articolo di Stefania Ortolano, tratto da Chietitoday, condiviso su facebook

"Il Megalò tra i 10 edifici più pericolosi da abbattere in Italia", il rapporto di Legambiente

Il centro commerciale finisce nella top ten della paura, "un classico esempio della scarsa attenzione degli organi competenti verso i vincoli urbanistici che il rischio idrogeologico dovrebbe imporre" si legge.

(continua nella sezione Rassegna stampa)



Due mandati per Renzi? Uno basta

L’ultima trovata di Renzi c’è stata consegnata in tv: è pronto a firmare una proposta che limiti a un massimo di due i mandati del presidente del consiglio. È davvero divertente, perché evidentemente pensa di farci un favore, e di rassicurarci con la speranza di un futuro migliore. Ma, come accade con Renzi, è pubblicità ingannevole.

Dobbiamo infatti considerare che i mandati di cui parla Renzi sono – è lecito pensarlo – coerenti con il disegno costruito con la legge costituzionale oggetto del referendum di ottobre e con l’Italicum già approvato. Quel disegno vede l’elezione sostanzialmente diretta del leader per un mandato di cinque anni. Parlare di due mandati significa prefigurare un Renzi al potere per dieci anni consecutivi.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Massimo Villone, Il Manifesto, 14-VI-2016



Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità della nazione, andate là, o giovani, col pensiero, perché là è nata la nostra costituzio
ne”.

Piero Calamandrei



Rischio per l’uomo solo al comando

Non vi è certo motivo di meravigliarsi del comportamento di Matteo Renzi in questa fase. Si tratta di forzature a cui siamo ormai avvezzi. Paradigmatico è stato il comizio napoletano. Per Bagnoli daremo tanti soldi, ha promesso al dunque. Ma nel quadro della sponsorizzazione della candidata Pd, con l’implicito che gli investimenti arriveranno solo se il suo partito sarà riuscito a conquistare il Comune…

(continua nella sezione Rassegna stampa) Alberto Burgio, Il Manifesto, 5-VI-2016, pubblicato in “facciamo sinistra.blogspot.it”



REFERENDUM COSTITUZIONALE - La Riforma del Senato

La riforma del Senato? “Ordinata” da JP Morgan, il colosso bancario statunitense che insieme a Goldman Sachs e altre poche banche d’affari con un fatturato superiore a quello di diverse nazioni, è alla base della crisi. JP Morgan qualche mese fa dichiarò, tra le altre cose, che le “costituzioni antifasciste” sono un ostacolo da eliminare…

Jp Morgan cala la maschera: “Liberatevi delle Costituzioni”

Jp Morgan contro la Costituzione italiana che ostacola lo shopping straniero a buon mercato.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Tratto da Il Fatto Quotidiano del 19 giugno 2013



La triste parabola dell’arte politica ha generato mostri

«Secondo Aristotele il governo della polis richiedeva un’abilità superiore a tutte le altre, una continua opera di mediazione. Ma già Platone metteva in guardia dai rischi della demagogia. Bisogna fare attenzione al medico che offre dolci senza preoccuparsi di trovare la cura giusta».

(continua nella sezione Rassegna stampa) Massimo Recalcati, La Repubblica, 5-VI-2016


La lezione di Starace, ad di Enel, l’inerzia dei media italiani


I
l cambiamento non riguarda la verità. Le strategie dell’ad di Enel sono passate inosservate da noi ma hanno dato scandalo dall’altra parte del mondo, in Cile. Il «pensiero unico» qui detta l’agenda indisturbato, e non reagiamo perché non ci piace soffrire
Il 15 aprile scorso l’ad di Enel Francesco Starace, persona di fiducia del nostro premier Matteo Renzi, intervenendo presso l’università Luiss con una lezione sulle sue tecniche aziendali innovative, ha tra l’altro dichiarato: «Per cambiare un’organizzazione ci vuole un gruppo sufficiente di persone convinte di questo cambiamento, non è necessario sia la maggioranza, basta un manipolo di cambiatori. Poi vanno individuati i gangli di controllo dell’organizzazione che si vuole cambiare e bisogna distruggere fisicamente quei centri di potere». «Per farlo – ha proseguito Starace – ci vogliono i cambiatori che vanno infilati lì dentro, dando ad essi una visibilità sproporzionata rispetto al loro status aziendale, creando quindi malessere all’interno dell’organizzazione dei gangli che si vuole distruggere.

Appena questo malessere diventa sufficientemente manifesto, si colpiscono le persone opposte al cambiamento, e la cosa va fatta nella maniera più plateale e manifesta possibile, sicché da ispirare paura o esempi positivi nel resto dell’organizzazione. Questa cosa va fatta in fretta, con decisione e senza nessuna requie, e dopo pochi mesi l’organizzazione capisce perché alla gente non piace soffrire».

(continua nella sezione Rassegna stampa) Carlo Freccero, Il Manifesto, 2-VI-2016



Il Calendario della Repubblica-Il Dovere della Memoria
- XVI edizion
e

2 giugno 1946 – 2 giugno 2016

Per la festa della Repubblica e della Costituzione

Costituzione della Repubblica

Art. 3

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Rileggiamola tutta!


Chieti nuova 3 febbraio in collaborazione con l’Istituto Tecnico F. Galiani-R. de Sterlich, l’Istituto Professionale “U. Pomilio”, il Liceo Classico “G. B. Vico”, il Liceo Scientifico “F. Masci”, l’UNITRE



Comitato di Chieti

“Salviamo la Costituzione: Aggiornarla - Applicarla - non Demolirla”

Comunicato stampa del 30 maggio 2016

Da domani, ogni martedì e giovedì, dalle 16:30 alle 17:15

Si firma per i referendum anche in Tribunale

Il Comitato di Chieti “Salviamo la Costituzione: Aggiornarla - Applicarla - non Demolirla” ricorda che da domani sarà possibile firmare i moduli per il Referendum Costituzionale e per quelli che chiedono l’abrogazione di due articoli della legge elettorale (cosiddetto “Italicum”) anche presso la Segreteria del Tribunale, Palazzo di Giustizia, piazza San Giustino, primo piano, a destra, in fondo al corridoio, tutti i martedì e i giovedì dalle 16:30 alle 17:15. Il coordinatore Prof. Tommaso Palermo



Riceviamo e pubblichiamo l’articolo di Tiziano Bellelli Campane e campanari,
pubblicato sul giornale Il Dibattito, 15-XII-1971

Domani, domenica 28 novembre 1971, per tre volte le campane di tutta la diocesi suoneranno a festa: lo ha stabilito mons. Capovilla - nel lasciar Chieti – volendo così sottolineare la nomina del Successore, e rendergli omaggio.

L’ascolto mi sarà difficile.

Perché in realtà dentro c’è tanta amarezza.

Perché è andato via. In esilio.

In quel modo.

E per quei motivi.

Sto tentando - è difficile crederlo, ma resta vero - di raccogliere interamente l’invito dell’Apostolo lasciatoci, come consegna del Vescovo esule, per il suo Successore:

“Accoglietelo pertanto nel Signore, con ogni senso di allegrezza e tenetelo in onore” (I Filippesi, 2/29).

Ma non vedo come - nei fatti - sia possibile far festa.

Dovremmo suonare a morto, perché solo funebri rintocchi possono solennizzare il gelo che è intorno.

Senza nulla togliere a chi sta per venire – Benedetto colui che viene nel nome del Signore! – quel che è avvenuto alle spalle di questo popolo ignaro, è di una estrema gravità.

La “normalizzazione” più spietata e disumana, nel contesto di più vasti inconfessabili disegni di potere…

Chiesa-potere o Chiesa-servizio: fu tema esaltante del tempo conciliare, è la pesante delusione di questo post-Concilio…

Eppure suoneranno a festa

Tutta una finzione?

Solo protocollo?

Non direi: la voce delle campane non è mai bugiarda.

Ci saran pure quelli che faran dire alle campane la festa che hanno dentro.

Non tanto per l’arrivo, quanto per una partenza…

Quanti campanari di lignaggio si fregano le mani, e da tempo!

Peccato che convenzioni e paure (o Carità e fede) impediscono di far cantare – alle campane – nomi cognomi ed indirizzi.


Sulla nostra manifestazione del 25 maggio, conclusiva del XXIII Corso di Educazione alla Legalità nelle Scuole Medie di Chieti e Provincia, riportiamo gli articoli dei quotidiani Il Messaggero (firmato da Francesca Rapposelli) e Il Centro (firmato da Edoardo Raimondi)

Filippo Cogliandro, uomo coraggioso e chef appassionato, ha donato a tutti noi una “lezione di cucina e di vita”. Intervistato da Francesca Rapposelli, (v. Il Messaggero del 26 maggio 2016), ha raccontato “come, nel 2008, è diventato simbolo dell’antiracket. – Mai nessuno aveva denunciato prima di iniziare a pagare…Venti anni prima avevamo vissuto la stessa esperienza con mio padre, ma lui non si era mai piegato ai soprusi della ‘ndragheta. Lo hanno gambizzato, ma ci ha dato un grande esempio: mai piegarsi, La mia denuncia destò molta curiosità: era segno che qualcosa stava cambiando. – Da allora, nonostante le minacce e il calo di affari, Cogliandro ha proseguito senza mai accettare il pizzo, pur fra mille difficoltà… – La mia scelta è stata quella di essere legale, Ho dimostrato anche allo Stato che ce la posso fare: io non ho ricevuto un centesimo dallo Stato, perché ho presentato in ritardo la domanda. Gli uomini dello Stato, però, sono persone straordinarie: è il meccanismo che non va…”

Il Centro, “Io, il cuoco che ha cucinato il…pizzo”

…E’ Cogliandro a raccontare la sua esperienza nei Centri d’accoglienza, come organizzatore di Corsi di cucina, a Reggio Calabria…ma soprattutto a narrare ai giovanissimi cosa siano le mafie: “Sapete che cos’è la ‘ndragheta?” chiede agli alunni “a Reggio, quando faccio questa domanda, si ha paura a rispondere. Dovete tenere gli occhi aperti. Diventare vittime di un sistema corrotto è molto facile, spesso non ci se ne accorge neppure” prosegue. Poi, attraverso un’empatia e un’umanità disarmanti, il racconto della denuncia: “Appena sono venuti a chiedermi il pizzo, nel mio ristorante, ho denunciato. Dopo gli arresti, nel mio locale si sono concentrate tutte le associazioni antimafia della città. Abbiamo dimostrato di non avere paura”…


Discorso interessanteFrancesco Starace, amministratore delegato dell’Enel

Per chi si fosse perso il video:

“Per cambiare un’organizzazione ci vuole un gruppo sufficiente di persone convinte di questo cambiamento, non è necessario sia la maggioranza, basta un manipolo di cambiatori. Poi vanno individuati i gangli di controllo dell’organizzazione che si vuole cambiare e bisogna distruggere fisicamente questi centri di potere. Per farlo, ci vogliono i cambiatori che vanno infilati lì dentro, dando a essi una visibilità sproporzionata rispetto al loro status aziendale, creando quindi malessere all’interno dell’organizzazione dei gangli che si vuole distruggere. Appena questo malessere diventa sufficientemente manifesto, si colpiscono le persone opposte al cambiamento, e la cosa va fatta nella maniera più plateale e manifesta possibile, sicché da ispirare paura o esempi positivi nel resto dell’organizzazione. Questa cosa va fatta in fretta, con decisione e senza nessuna requie, e dopo pochi mesi l’organizzazione capisce, perché alla gente non piace soffrire. Quando capiscono che la strada è un’altra, tutto sommato si convincono miracolosamente e vanno tutti lì. È facile".

Chi parla è Francesco Starace, amministratore delegato dell’Enel, che risponde a una domanda di uno studente su quale sia “la ricetta di successo del cambiamento in un’organizzazione come l’Enel”. Il contesto è un incontro alla Luiss Business School di Roma, il 14 aprile, per un ciclo di conferenze dal titolo “Ad esempio, i giovani incontrano la classe dirigente del paese”, in cui manager e amministratori delegati raccontano le loro esperienze personali.

L’Enel è una delle più grandi aziende italiane per fatturato e ha quasi settantamila dipendenti. Il principale azionista è lo Stato, che attraverso il Ministero dell’economia controlla il 23,5 per cento del capitale sociale.

È naturale che il suo amministratore delegato sia un esempio per tutti, non solo dentro l’azienda. In questo senso la risposta di Starace è illuminante, perché senza nessuna ipocrisia dà un’idea chiara di cosa il dirigente di un’importante società pensi sia giusto fare per cambiare un’organizzazione, di come interpreti le relazioni aziendali, il clima in un luogo di lavoro, i rapporti tra dipendenti: colpire, distruggere fisicamente, creare malessere, ispirare paura, far soffrire.

Sembra quasi di sentire le parole di Jason Gould, costruttore di ferrovie statunitense vissuto alla fine dell’ottocento: “Posso sempre assumere una metà dei lavoratori perché uccida l’altra metà”.



Il 23 maggio 1992

il magistrato Giovanni Falcone venne assassinato dalla mafia in quella che comunemente è detta strage di Capaci, insieme alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti della Polizia di Stato Vito Schifani, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo.



Associazione Nazionale Magistrati- Sez. distrettuale Abruzzese

Associazione Chieti nuova 3 febbraio

XXIII Corso di Educazione alla Legalità nelle Scuole Medie

I fenomeni migratori tra accoglienza e rifiuto, diritti umani e pregiudizi


Mercoledì 25 maggio 2016

Ore 9,30

Auditorium Scuola Media “G. Chiarini”- via Generale Spatocco, 46 - Chieti

Premiazione delle Scuole e degli studenti

Intervento dei magistrati Angelo Bozza, Angelo Zaccagnini, Giuseppe Falasca, Nicola Valletta

Testimonianza di Filippo Cogliandro - Chef Patron L’A Gourmet, promotore di corsi di cucina nei campi di accoglienza, Ambasciatore Antiracket per la Ristorazione Italiana nel mondo


Ore 19,30

Convitto Nazionale “G. B. Vico” - Corso Marrucino, 135 - Chieti

Cena della Legalità

a cura di Filippo Cogliandro

Hanno partecipato le Scuole Medie di CHIETI V. Antonelli, G. Chiarini-C. De Lollis, Convitto Nazionale G. B. Vico, G. Mezzanotte-R. Ortiz; di FARA FILIORUM PETRI-sedi di Fara Filiorum Petri, Casacanditella, Casalincontrada, Roccamontepiano; di FRANCAVILLA A MARE F. Masci; di ORTONA, Fonte Grande-n.1, via Mazzini-n.2; di RIPA TEATINA-Torrevecchia Teatina M. Buonarroti; di SAN GIOVANNI TEATINO-Sambuceto G. Galilei

Info: www.chietinuova3febbraio.it; www.facebook.com/chietinuova3febbraio.it




Riceviamo e pubblichiamo

Il partigiano Trieste Del Grosso

Trieste Del Grosso è nato a Chieti il 15 ottobre 1915 dal padre Cesare, che aveva una segheria alla Civitella, e da Lucia Miscia, casalinga. Era il primo di sei fratelli, tutti deceduti tranne il più piccolo, di nome Ugo. I genitori gli diedero il nome della città di Trieste perchè quando nacque, l’Italia stava partecipando, dal 24 maggio, alla prima guerra mondiale, considerata la IV guerra d’indipendenza, per liberare le terre irredente (il Trentino Alto Adige, l’Istria e Trieste). La scelta del nome rivela chiaramente l’amore dei genitori per l’Italia, il loro forte sentimento patriottico.

(continua nella sezione Riceviamo e pubblichiamo) Filippo Paziente



Vogliamo una Informazione corretta e paritaria per il Referendum

 

Durante la campagna per il referendum sulle trivelle ci siamo impegnati per chiedere una informazione adeguata e rispettosa dei dettati democratici: per votare bisogna essere informati. Purtroppo sia il servizio pubblico radiotelevisivo, sia l’intero sistema dell’informazione non hanno garantito lo standard minimo necessario ad una vera partecipazione democratica. Il risultato di questa scarsa informazione, probabilmente, ha influito sul dato dell’affluenza e sul non raggiungimento del quorum. Informazione e democrazia non sono mai disgiungibili.

Oggi abbiamo davanti un nuovo appuntamento referendario, quello sulle riforme istituzionali del prossimo ottobre.

Differentemente dal referendum sulle trivelle la campagna per il SI e per il NO è già partita, ma anche questa volta il sistema dell’informazione non sta svolgendo il suo compito democratico. Infatti, i telegiornali hanno già iniziato a raccogliere la posizione del Presidente del Consiglio e ci informano costantemente del nesso tra il destino del referendum e quello del governo in carica. Spesso, anzi quasi sempre, dimenticandosi delle ragioni del NO o facendole emergere solo come in contrapposizione agli enunciati del premier.

Questa impostazione impedisce una discussione di merito e porta ad un continuo disequilibrio di comunicazione sul prossimo referendum confermativo.

Non vogliamo schierarci in funzione di ciò che vuole o meno il Presidente del Consiglio, ma essere informati sul merito con dettagli precisi su ciò che comporterà l’accettazione di tale legge di riforma costituzionale.

Gli italiani hanno il diritto di scegliere avendo chiaro cosa comporta questo cambiamento!

Credo sia fondamentale chiedere, in maniera ancora più forte che nel caso del referendum sulle trivelle, che l’informazione nei Telegiornali e negli spazi d’informazione politica sia paritaria e strettamente connessa al merito del referendum.

Questa petizione sarà consegnata ai direttori dei TG, ai direttori dei quotidiani, al Presidente Commissione di Vigilanza Rai Roberto Fico.



I tesori dell’archeologia

Riforme. Quante lezioni per un governo che le ignora

A sentire Renzi nell’ultima direzione Pd, sul referendum costituzionale è guerra totale. Chiama Il partito alle armi, e propone una moratoria. Fino al voto sulla riforma tutti insieme appassionatamente. Il minuto dopo si scateni pure l’inferno, e si vada alla conta. Un principio di affanno? Timore che i guai giudiziari del Pd appannino l’appeal populistico del leader? Sull’attacco alla magistratura, avviato in stile berlusconiano, è sceso un improvviso silenzio. Che non potrà essere rotto perché i magistrati – com’è nel loro pieno diritto – si esprimono sulla riforma.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Massimo Villone, Il Manifesto, 10-V-2016



Questione immorale

Almeno il fatto che in Italia c’è una questione morale, che poi, profanamente, potrebbe essere la traduzione del settimo comandamento (non rubare), è una banale constatazione. La diagnosi di una malattia grave sulla quale è difficile non convenire anche se poi si può chiamare in tanti modi.

Buttarsi in politica per fare affari, è, purtroppo un malcostume nazionale. Lo ha spiegato bene Stefano Rodotà scrivendo di «una proterva controetica esibita senza pudore anche in sedi governative e parlamentari». Lo ripete il presidente dell’Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, in un’intervista all’Unità quando sostiene che «va evitata la commistione, specie a livello locale, tra attività economiche e attività politiche». Forse sarà per questo che in Italia non si riesce a fare una legge sul conflitto di interessi mentre si piazzano imprenditori al ministero dello Sviluppo. E dire che abbiamo avuto al governo, per vent’anni, il conflitto di interessi in persona (altra semplice constatazione, difficilmente confutabile).

(continua nella sezione Rassegna stampa) Norma Rangeri, Il Manifesto, 5-V-2016



REFERENDUM 2016 “Ferma le trivelle”

Dati della Prefettura di Chieti


Elettori 42.515

SI: 13.956, 88,84%

NO: 1.753

Schede bianche: 107, 0,67 %

Schede nulle: 114, 0,71 %

Dato aggiornato al 18/04/2016 - 01:34



Riceviamo e pubblichiamo

Comunicato del 28 aprile 2016

Il Coordinamento per i referendum - Chieti ringrazia i cittadini che si sono recati alle urne

«Il diritto al voto è una conquista che va difesa e confermata in ogni occasione»

Il Coordinamento per i referendum Chieti ringrazia tutti i cittadini che il 17 aprile si sono recati alle urne, in particolare quelli che, nell’interesse della collettività hanno scelto di votare sì. Le consultazioni elettorali rappresentano il momento più importante della vita democratica del Paese. Una fondamentale conquista che va difesa anche esercitando con continuità questo diritto, in particolare nelle consultazioni referendarie nelle quali ci è data la rara possibilità di esprimere direttamente la nostra opinione sull’argomento di volta in volta in discussione. «Vale appena la pena di ricordare – sottolinea a conclusione del suo mandato Nicoletta Di Francesco, referente del Coordinamento - che poco più della metà del popolo italiano ha potuto cominciare a esercitare il diritto al voto soltanto dal 1946, appena settant’anni fa quando venne concesso alle donne prima l’elettorato attivo e poi quello passivo. Quel diritto va difeso in ogni occasione.

(continua nella sezione Riceviamo e pubblichiamo) Nicoletta Di Francesco



COMUNICATO


Per il 25 aprile

L’associazione Chieti nuova 3 febbraio, il Liceo Classico “G. B. Vico”, l’Istituto Professionale “U. Pomilio”, l’Istituto Tecnico F. Galiani-R. de Sterlich, il Liceo Scientifico “F. Masci”, l’UNITRE, nell’ambito della sedicesima edizione del progetto “Il Calendario della Repubblica-Il Dovere della Memoria”, Lunedì 25 aprile 2016, ore 10,30-12,30, presso il Liceo Classico “G. B. Vico, ”, per il settantunesimo Anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, promuovono la realizzazione della manifestazione comprendente due momenti:

nel primo, gli studenti, protagonisti della conoscenza, incontrano i cittadini sulla Resistenza e sulla Liberazione. In due aule dedicate, gli alunni del Liceo Classico, guidati dal docente Francesco Baldassarre, illustrano attraverso letture e video, la vita e l’opera di Giacomo Matteotti, segretario del partito socialista unitario; inoltre, interviene la professoressa Marina Campana, nuora dell’avvocato antifascista Pasquale Galliano Magno, a cui Velia Matteotti affidò il proprio patrocinio nel processo-farsa contro gli assassini del marito, svoltosi a Chieti nel 1926. Nella seconda aula, gli studenti introducono lo spettacolo teatrale E mi diranno che bel fior: Storie Resistenti, attraverso letture, tratte dal libro “Terra di libertà-Storie di uomini e donne nell’Abruzzo della seconda guerra mondiale” di Maria Rosaria La Morgia e Mario Setta;

nel secondo momento, l’associazione culturale - teatrale Compagnia dell’Orfeo Folle di Penne rappresenta lo spettacolo Teatrale E mi diranno che bel fior: Storie Resistenti, regia di Irene Cocchini; Attori: Irene Cocchini, Emiliano Scenna, Serena Valentini, Vanessa Balduini; alla Fisarmonica: Massimiliano Elia; tecnico Luci e Audio: Michele Piciocco.

Note di regia: E mi diranno che bel fior è uno spettacolo teatrale sulla Resistenza in Abruzzo, che, con quattro monologhi e con voci narranti, accompagnati dalle note della nostra Resistenza, porta in primo piano le origini della Brigata Maiella, la battaglia del Sangro, la strage di Sant'Agata a Gesso Palena ed altri episodi avvenuti in vari paesi d'Abruzzo durante il fascismo e la seconda guerra mondiale, sottolineando il contributo del popolo abruzzese, “che dette allora al mondo una prova di civiltà… con la sua rivolta anonima, morale, disinteressata”* .

Perché la Resistenza e la Costituzione siano e rimangano patrimonio di tutti, punti di riferimento di cui ogni collettività ha bisogno, ispiratori dei comportamenti quotidiani dei cittadini e degli indirizzi politici, bisogna cominciare dalla Scuola, l’unico laboratorio culturale capace di promuovere la ricostruzione, la conservazione e la trasmissione della Memoria collettiva, favorendo nei giovani la scelta dei principi in nome dei quali milioni di persone hanno sacrificato la vita, consapevoli di essere parte di uno sforzo collettivo per la creazione dello Stato Repubblicano e della società civile.

Buon 25 aprile a tutti!

* Guido Calogero, nella presentazione scritta da Nicola Mattoscio per il libro “Terra di libertà – Storie di uomini e donne nell’Abruzzo della seconda guerra mondiale” a cura di Maria Rosaria La Morgia e Mario Setta

Info: www.chietinuova3febbraio.it; facebook.com/chietinuova3febbraio



La nostra RESISTENZA continuerà fino all'ultimo giorno della nostra vita


In riferimento alla presenza del signor Riina junior alla trasmissione Porta a Porta, Salvatore Borsellino scrive:

Avrei preferito non dovere scrivere queste righe, avrei preferito non essere costretto ad essere assalito dal senso di nausea che ho provato nel momento in cui ho dovuto leggere che il figlio di un criminale, criminale a sua volta, comparirà questa sera nel corso di una trasmissione della RAI, un servizio pubblico, per presentare il suo libro, scritto, come dichiarerà lui,"per difendere la dignità della sua famiglia". Di quale dignità si tratti ce lo spiegherà raccontandoci come, insieme a suo padre, seduto in poltrona davanti alla televisione, abbia assistito il 23 maggio e il 19 luglio del '92 allo spettacolo dei risultati degli attentati ordinati da suo padre per eliminare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

(continua nella sezione Rassegna stampa)



Sabato 2 aprile (ore 16.30), presso la sala convegni del Grande Albergo Abruzzo, si terrà l'assemblea/dibattito

 

anguage:

"Un mare senza trivelle per un futuro sostenibile"

 

Ne parliamo con la senatrice Loredana De Petris, capogruppo di Sinistra Italiana a Palazzo Madama, e Annalisa Corrado, portavoce di Green Italia e componente del Comitato Scientifico di Possibile. L’Abruzzo sarà rappresentato invece dal prof. Piero Di Carlo, ricercatore di Scienze Fisiche e Chimiche presso l’Università dell’Aquila e da Luciano Di Tizio, delegato regionale del WWF Italia.

La discussione sarà preceduta dalla proiezione del film/documentario "Nero d'Italia", un viaggio nelle valli del petrolio della Basilicata per raccontarci le promesse di quello che avrebbe dovuto essere il nostro Texas e che invece non ha portato l’annunciato benessere.


Ingresso libero

Iniziativa del Coordinamento per i referendum - Chieti