Home Page I trimestre 2013

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COMUNICATO STAMPA DEL WWF - 25/03/2013

Incredibile sugli idrocarburi in Adriatico e in Abruzzo:
la Spectrum Geo ha già avuto parere positivo dal Comitato V.I.A. nazionale, idem lo stoccaggio gas di Poggiofiorito-S. Martino sulla Marrucina.
Il WWF: la Regione Abruzzo si esprime quando i buoi sono già scappati? Chiodi chiarisca cosa ha fatto la Regione per opporsi prima dei pareri del Comitato VIA nazionale.

La Commissione Valutazione di Impatto Ambientale nazionale del ministero dell'Ambiente ha già rilasciato il parere positivo al progetto della Spectrum Geo di prospezioni petrolifere da Rimini a S. Maria di Leuca. Il parere positivo con prescrizioni risale addirittura al 7 settembre 2012 (http://www.va.minambiente.it/Ricerca/SchedaProgetto.aspx?ID_Progetto=428) mentre il Comitato V.I.A. regionale lo discuterà il prossimo 2 aprile 2013, a sette mesi di distanza.
Anche il progetto dello stoccaggio gas proposto dalla Gas Plus Storage che interessa S. Martino sulla Marrucina e altri comuni del chietino, ad elevato rischio sismico, ha ricevuto il parere favorevole con prescrizioni dal Comitato VIA nazionale lo scorso 1 marzo 2013 (http://www.va.minambiente.it/Ricerca/SchedaProgetto.aspx?ID_Progetto=419).

(continua nella sezione Rassegna stampa)

 


Da Micromega


Sabato prossimo, 23 marzo, ore 17,00, Piazza Santi Apostoli, tutti in piazza per realizzare la Costituzione e far rispettare la legge del 1957 che vieta a Silvio Berlusconi l’ingresso in Parlamento!


…Una manifestazione di solenne semplicità, che esprima la calma indignazione, la passione intransigente, la volontà di lotta della società civile, e imponga ai membri della “Giunta delle elezioni” del Senato, con la Moral Suasion dei cittadini, il rispetto della legge e dunque l’estromissione definitiva di Berlusconi dal Parlamento. Il capogruppo al Senato del M5S Vito Crimi ha già ribadito che la legge va applicata senz’altro (dunque Berlusconi deve tornare ad essere un cittadino eguale agli altri, senza più immunità e privilegi di impunità), e altrettanto ha fatto (fin qui a titolo personale) l’ex vicepresidente dei senatori Pd Luigi Zanda. Ma una presa di posizione ufficiale del Pd e del suo segretario Bersani ancora non c’è stata, e questo rende il peso della manifestazione ancora più importante…
La realizzazione della manifestazione è affidata a ciascuno di voi. “Manifestazione auto-organizzata” non è una definizione retorica, ma l’esatta fotografia: la manifestazione riuscirà solo se ciascuno di voi si mobiliterà in tutti i modi: attraverso i propri social network, le associazioni e i movimenti di base di cui fa parte, i propri indirizzari mail, tutte le occasioni che ha di intervenire (anche da “ascoltatore”) in una trasmissione radio o televisiva. La potenza televisiva e giornalistica dell’establishment farà da grancassa alla manifestazione berlusconiana, ovviamente, e silenzio e muro di gomma (tranne rarissime eccezioni) a quella della coerenza democratica. Finché c’è lotta c’è speranza.

Paolo Flores d’Arcais


Riceviamo e pubblichiamo


Comunicato del 21 marzo 2013
Si celebra oggi il World Water Day istituito dalle Nazioni Unite

Il Comitato Acqua e Beni Comuni Chieti accusa:  sull’acqua il sindaco non rispetta gli impegni

La ipotizzata cessione delle reti danneggerà gli utenti: servizi meno efficienti e costi quasi triplicati

Si celebra domani, 22 marzo, la giornata mondiale dell’acqua (World Water Day), ricorrenza istituita nel 1992 dalle Nazioni Unite che invitano gli Stati membri a dedicare questo giorno alla promozione di attività concrete all’interno dei loro Paesi. La giornata servirà anche a rilanciare la raccolta firme per l'ICE (Iniziativa dei Cittadini Europei) finalizzata ad ottenere il riconoscimento del diritto umano all’acqua all’interno della Comunità Europea. In molte piazze saranno attivati banchetti, e materiale sulla campagna ICE è reperibile anche sul web http://www.acquapubblica.eu/materiali.
Questo appuntamento arriva a Chieti in un momento particolarmente delicato, con l’amministrazione intenzionata e piegarsi alla richiesta dell’eterno commissario regionale del servizio idrico Caputi, cedendo all’Ersi la titolarità delle reti acquedottistiche. Il Comune di Chieti ha, a differenza del carrozzone ACA, una gestione virtuosa dell’acqua con un servizio discretamente efficiente (grazie anche alla buona volontà e alla dedizione di un eccezionale gruppo di fontanieri) e con costi notevolmente più bassi rispetto alle medie regionali.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Il portavoce Luciano Di Tizio


Riceviamo e pubblichiamo


COMUNICATO STAMPA WWF DEL 20/03/2013

Ombrina mare: ecco tutti i numeri del mega-progetto petrolifero

Dalla piattaforma e dalla nave raffineria galleggiante FPSO in 25 anni emissioni in atmosfera per oltre 2 milioni di tonnellate. Gravi i rischi di incidente e immissione in mare di idrocarburi. Il WWF: intrinsecamente incompatibile con il futuro dell'Adriatico.

Numeri astronomici contraddistinguono il progetto petrolifero Ombrina mare proposto per il tratto antistante la Costa dei Trabocchi in provincia di Chieti. Il WWF, al fine di fare chiarezza, sintetizza i numeri del progetto, desunti dai documenti depositati dalla Medoilgas e da altri documenti ufficiali. Sono, quindi, dati e stime forniti direttamente dal proponente (che, comunque, l'associazione si riserva di approfondire ulteriormente, in special modo quelli relativi alle emissioni).

(continua nella sezione Rassegna stampa)



Boldrini e Grasso: dalla parte dei diritti. E ora i fatti

Parole che contano e che fanno la differenza. Sono quelle pronunciate dal neo presidente della Camera Laura Boldrini ("...Dovremo stare accanto ai detenuti che vivono in condizioni disumane e degradanti...") e dal neo presidente del Senato Pietro Grasso ("...Penso all'insostenibile situazione delle carceri nel nostro Paese, che hanno bisogno di interventi prioritari; a una giustizia che oggi va riformata in modo organico; ai diritti in quanto tali, che non possono essere elargiti col ricatto del dovere e che non possono conoscere limiti ...").
Erano anni che non si sentivano cose così. Ma dalle parole ora occorrono i fatti. Se li aspettano tutte le persone che in questi anni ho incontrato nelle carceri che frequento come volontario. E se li aspettano soprattutto i bambini costretti a crescere dentro le celle con le loro madri, quei bambini che prima di dire "mamma" imparano a dire "apri". Attualmente sono 45, come ha rivelato alcuni giorni fa il ministro Paola Severino.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Francesco Lo Piccolo, Huffington Post, 20-III-2013


Complotto perfetto

La Stampa: “Soldi, bugie, foto false. Affondano le accuse contro Del Turco”. L’Unità: “Del Turco, la prova ‘regina’ era una bufala”. Il Foglio: “Le prove latitano e le foto erano addirittura taroccate: patacche indegne, come i pizzini di Ciancimino”. Il Giornale: “Il processo farsa a Del Turco crolla tra bugie e false prove”, “Del Turco vittima dei pm. Però nessuno lo risarcirà”. Le stesse cose dice Del Turco in un’intervista a Repubblica, peraltro affidata a un giornalista molto documentato e tutt’altro che sdraiato su una tesi precostituita. Ma il lettore di uno a caso fra questi giornali (praticamente tutti: Del Turco, essendo socialista e imputato, piace sia al Pd sia al Pdl) dirà: toh, guarda, hanno assolto Del Turco. Anzi riassolto, visto che gli stessi giornali scrivevano che le accuse crollavano già cinque anni fa, subito dopo l’arresto. Che però curiosamente fu confermato, oltreché dai tre pm che l’avevano chiesto e dal gip che l’aveva disposto, da tre giudici di Riesame e da cinque di Cassazione. Le accuse tornarono a crollare (sui giornali, s’intende) tre anni fa, in piena udienza preliminare: poi invece Del Turco fu rinviato a giudizio da un gup che, evidentemente, non si era accorto della sua plateale innocenza.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano, 17-III-2013, da triskel182



Riceviamo e pubblichiamo


21 marzo giovedì ore 17.30

Presentazione del documentario in HD: “La maglia rossa sulla parete Nord del Monte Camicia” di Fernando Di Fabrizio e Alessandro Di Federico, prodotto da COGECSTRE e L’Arca, presso la Sala Conferenze della Fondazione Carichieti, Palazzo de’ Mayo, corso Marrucino, Chieti.

L’incontro rientra nel ciclo di incontri annuale dell’Associazione WWF Chieti: “Aspettando la Primavera”. Parteciperanno gli autori del filmato Fernando Di Fabrizio e Alessandro Di Federico insieme al presidente del WWF Abruzzo.       Ingresso libero


L’Ora della Terra il 23 marzo dalle 20.30 alle 21.30. A partire dall’Australia, seguendo i fusi orari, il Mondo si spegne  per testimoniare l’impegno nella lotta al cambiamento climatico e a uno stile di vita più sostenibile.
A Chieti saranno spente le luci di Piazza San Giustino e dei Piazza G. B. Vico. 60+ vuol dire andare oltre l’ora. Ogni cittadino può lanciare il proprio messaggio: “io farò…, se tu farai…”. Prendere un impegno contribuendo alla lotta contro i cambiamenti climatici. Porta il tuo messaggio/impegno in piazza.


23 marzo sabato ore 20.00

L’ORA della Terra a Chieti: TUTTI in piazza G. B. Vico ci attendono personaggi su trampoli e Giochi di fuoco. Ad animare il passaggio dalla luce al buio (ore 20.30) sarà l’Associazione del Rogo Teatro.

Ore 21 circa cena a lume di candela presso il Ristorante da Nino, via Principessa di Piemonte, 7- Chieti. Menù: Bruschetta; Ravioli al radicchio; Tacchino all’arancia o piatto vegetariano; Pizza “doce”; Bevande; quota 20,00€ (parte del ricavato andrà a finanziare l’Associazione WWF Chieti per eventuali ricorsi al TAR, per attività a favore dell’acqua pubblica* e contro la petrolizzazione dell’Abruzzo…).


Indispensabile la prenotazione c/o WWF Chieti 320 2788489; Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.


Smacchiati i grillini

L'elezione di Laura Boldrini alla presidenza della Camera e di Pietro Grasso a quella del Senato, sono la prima, importante, inaspettata risposta alla domanda di cambiamento uscita dalle urne. Sono la dimostrazione dello spazio grande aperto dal voto di febbraio per un rinnovamento della classe dirigente.
I nuovi presidenti del Parlamento nascono da una scelta dei gruppi di centrosinistra (Boldrini candidata nelle liste di Sel, Grasso in quelle del Pd) e le loro biografie dicono che se i partiti lo vogliono possono essere promotori della società civile e della buona politica. Possono tornare alla funzione costituzionale di corpi intermedi, capaci di filtrare, interpretare, rappresentare bisogni e speranze del paese. E possono restituire, come la giornata di ieri anche simbolicamente dimostra, credibilità e prestigio alle istituzioni repubblicane svilite e asservite, purtroppo per tanti anni, alla legge del più ricco e del più forte. Ce lo racconta l'emozione che ha accompagnato, tra lacrime e applausi, il breve discorso della presidente Boldrini, una riflessione che dà corpo allo spirito costituzionale riassunto con poche parole: «In parlamento sono stati scritti i diritti universali della nostra Costituzione, ma sono stati costruiti fuori di qui, liberando l'Italia e gli italiani dal fascismo».
Non saremmo arrivati a questa rottura di contenuti, di linguaggio, di volti se non si fossero prodotte le due premesse che l'hanno determinata. Naturalmente e prima di tutto il clamoroso gesto di protesta degli elettori con il voto grillino e, a catena, lo spostamento a sinistra del Pd con la segreteria di Bersani e l'alleanza con Vendola. L'onda d'urto a 5 Stelle ha ridotto a vecchio arnese tutto l'armamentario "tecnico" della realpolitik, attivo fino alla notte di ieri, nel tentativo di tenere in vita candidature di partito preludio al gioco della grande coalizione di governo.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Norma Rangeri, Il Manifesto, 18-III- 2013


Dal discorso di Laura Boldrini - Camera dei Deputati-16-III-2013


"…Arrivo a questo incarico dopo aver trascorso tanti anni a difendere e rappresentare i diritti degli ultimi, in Italia come in molte periferie del mondo. Un'esperienza che mi accompagnerà sempre e che da oggi metto al servizio di questa Camera".... "Farò in modo che questa istituzione sia anche un luogo di cittadinanza di chi ha più bisogno". "Il mio pensiero va a chi ha perduto certezze e speranze per dare piena dignità a ogni diritto", per "ingaggiare una battaglia vera contro la povertà e non contro i poveri". Perché "in
quest'Aula sono stati scritti i principi fondamentali della nostra Costituzione, la più bella del mondo" e allora "quest'Aula dovrà ascoltare la sofferenza sociale di una generazione che ha smarrito se stessa, prigioniera della precarietà, costretta spesso a portare i propri talenti lontani dall'Italia".

... "Dovremo farci carico dell'umiliazione delle donne che subiscono violenza travestita da amore".
...."Dovremo stare accanto a chi è caduto senza trovare l'aiuto o la forza per rialzarsi ... ai tanti detenuti che oggi vivono in una condizione disumana e degradante, come autorevolmente denunciato dalla Corte europea per i diritti umani".

... "Dovremo dare strumenti a chi ha perso il lavoro, o non lo ha mai trovato. A chi rischia di smarrire perfino l'ultimo sollievo della cassa integrazione, ai cosiddetti esodati che nessuno di noi ha dimenticato", così come i "tanti imprenditori che costituiscono una risorsa essenziale per l'economia italiana". "In Parlamento sono stati scritti questi diritti - ha detto ancora - ma sono stati costruiti fuori da qui, liberando l'Italia e gli Italiani dal fascismo"…
Lavoriamo perché l’Europa torni ad essere un grande sogno, un crocevia di popoli e di culture, un approdo certo per i diritti delle persone, un luogo della libertà, della fraternità e della pace…
La politica deve tornare ad essere una speranza, un servizio, una passione.
Stiamo iniziando un viaggio, oggi iniziamo un viaggio. Cercherò di portare assieme a ciascuno di voi, con cura e umiltà, la richiesta di cambiamento che alla politica oggi rivolgono tutti gli Italiani, soprattutto in nostri figli. Grazie.



La realpolitik e il cambiamento

La scena politica italiana ci mette ormai da anni di fronte a enormità che ci ammutoliscono. Eppure bisogna alzare la voce, far sentire la nostra coscienza offesa. Come cittadino italiano mi sono sentito umiliato dal comunicato di del Capo dello Stato a proposito della gazzarra inscenata dal Pdl nel Tribunale di Milano. La gravità dell'intervento di Napolitano è stata già stigmatizzata da autorevoli (pochi) giornalisti (Massimo Giannini su Repubblica , Marco Travaglio sul Fatto), oltreché e da un duro comunicato Libertà e Giustizia. E naturalmente dal manifesto con gli articoli di Andrea Fabozzi e Mauro Volpi.
Ma non ci si può fermare, non possiamo girare pagina, passare ad altre notizie, come se l'Italia fosse dentro un telegiornale, e dovessimo correre dietro alla bulimia dei media. La marcia dei parlamentari del Pdl dentro il Tribunale di Milano è episodio troppo grave e inaudito per coprirlo col rumore delle notizie sul papa. E' accaduto che un corpo dello stato, come una qualunque squadraccia, è entrato nella sede dove la magistratura, un altro corpo dello stato, stava svolgendo il proprio difficile e delicato lavoro, per intimidirla. E debbo qui sorvolare sul fatto che tanti di quei manifestanti hanno già coperto di vergogna e di disonore il Parlamento italiano, giurando sull'incredibile fandonia di Ruby "nipote di Mubarak".

(continua nella sezione Rassegna stampa) Piero Bevilacqua, Il Manifesto, 16-III-2013



FRANCESCO
Una scommessa e una sfida


Un papa che si fa chiamare Francesco suscita un moto d'incredulità. Infatti nessun papa prima si era fatto chiamare così, e ciò perché a partire da quando era ancora in vita Francesco d'Assisi, Francesco e il papa hanno rappresentato due archetipi, due figure diverse dell'essere cristiano. Da quando il papa, a partire dalla "rivoluzione papale" dell'XI secolo, è stato costruito dalla tradizione romana come sostituto di Dio e supremo signore terreno, a cui dovesse essere «sottomessa ogni umana creatura», nessun successore di Pietro avrebbe potuto osare chiamarsi Francesco.
Non era solo questione di un Francesco povero e di un papa ricco. Era questione che la povertà di Francesco era teologale, era il Vangelo stesso "sine glossa", che raccontava di un Dio che da ricco si era fatto povero, di un onnipotente che si era fatto servo, di un eterno che era finito crocefisso. Le insegne imperiali ereditate da Costantino e ancora presenti nella mozzetta rossa fino a ieri indossata dal papa, erano invece il simbolo di un potere terreno sublimato in potere religioso, che non poteva essere affare di un papa per il quale Francesco fosse non solo un nome, ma una scelta e un programma.
Che ora arrivi un papa che si fa chiamare Francesco, è una scommessa e una sfida.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Raniero La Valle, Il Manifesto, 15-III-2013



Comunicato dell’Associazione Nazionale Magistrati

“…I magistrati italiani continueranno ancora un volta a svolgere il loro lavoro ed a compiere il loro dovere nella consapevolezza che il giudice è soggetto soltanto alla legge e che la fedeltà dei magistrati alla Costituzione costituisce una delle più alte garanzie per la tenuta dello Stato di diritto”. 14 marzo 2013



Senza parole!!!!!!!!!!!

Ruby, parlamentari Pdl “occupano” il tribunale. Alfano: “Valutiamo l’Aventino”

I giudici del processo Ruby dispongono una visita fiscale per verificare il legittimo impedimento di Silvio Berlusconi, ricoverato al San Raffaele. Il Pdl insorge e i parlamentari riuniti a Milano si trasferiscono in massa davanti al tribunale, poi lo "invadono" per circa mezz'ora. Il segretario minaccia di chiamar fuori il partito dalle attività istituzionali


In marcia dall’Unione del commercio al tribunale di Milano. Per poi “occuparlo”. I parlamentari del Pdl, dopo una riunione degli eletti che si è rivelata poco più che una formalità, si sono spostati (molti a piedi) davanti al tribunale di Milano per manifestare mentre dentro il tribunale si sta celebrando il processo Ruby. Poi sono entrati nel palazzo, per uscirne dopo circa mezz’ora. Un po’ come nel finale del “Caimano“, ma al contrario: nel film di Nanni Moretti era il popolo a insorgere contro i magistrati, con roghi e violenze fuori da Palazzo di giustizia, qui sono soltanto deputati e senatori ben consapevoli che la loro riconferma dipenderà ancora dal volere di Silvio Berlusconi, specie in caso di rapido ritorno alle urne.

La protesta dei parlamentari del Popolo delle Libertà è stata innescata dalla nuova richiesta di visita fiscale dei pm milanesi al processo Ruby, dove l’ex presidente del Consiglio non si è presentato perché ricoverato all’ospedale San Raffaele per un’uveite. Il Fatto Quotidiano, 11-III-2013



Il Calendario della Repubblica – Il Dovere della Memoria

XIII edizione


Mercoledì 13 marzo 2013, ore 17,30
Liceo Ginnasio “G. B. Vico”, corso Marrucino, 137 - Chieti



Inaugurazione della mostra multimediale


Portella della Ginestra
nella storia dell’Italia repubblicana

politica, memoria, uso pubblico della storia


a cura
di Archivio di Stato di Viterbo, Università degli Studi della Tuscia, Fondazione Di Vittorio


Intervengono

Sante Cruciani, Università della Tuscia

Maria Paola Del Rossi, Fondazione Di Vittorio

Costantino Di Sante, Istituto storico regionale delle Marche

Adolfo Pepe, Direttore Fondazione Di Vittorio


La mostra rimarrà aperta fino a giovedì 21 marzo, esclusi Domenica pomeriggio e Lunedì, dalle  ore 10,30 alle ore 12,30 e dalle ore 17,00 alle ore 19,00.
Per le visite guidate, prenotare al n. 3474521937. Gli studenti dell’Istituto Tecnico “ F. Galiani”, del Liceo Classico “G. B. Vico” e del Liceo Scientifico “F. Masci” guideranno i visitatori.

A cura di Chieti nuova 3 febbraio, in collaborazione con  l’Istituto Tecnico “F. Galiani”, il Liceo Classico “G. B. Vico”, l’Agenzia di Promozione Culturale Regione Abruzzo-Chieti, l’ANCE-Giovani Imprenditori-Chieti, l’associazione UNITRE, lo SPI CGIL – Chieti, con l’adesione del Liceo Scientifico “Filippo Masci”


L’inaugurazione sarà preceduta da due laboratori di formazione per docenti e studenti delle suddette Scuole: Martedì 12 marzo, ore 15,00, presso l’Istituto Tecnico “F. Galiani” e Mercoledì 13 marzo, ore 15,00, presso il Liceo Ginnasio “G. B. Vico”.

La mattina del 14 marzo, ore 11,15, nell’aula magna dell’Istituto Tecnico “F. Galiani”, sarà proiettato il film "Salvatore Giuliano" di F. Rosi.



La Mostra, che racconta la storia della strage del Primo Maggio 1947 e ciò che accadde nell’immediato dopoguerra in Sicilia,  è divisa in 4 sezioni:


1. La strage di Portella della Ginestra;

2. Il processo di Viterbo, Gaspare Pisciotta, i "segreti di Portella";

3. Portella della Ginestra nel mondo della cultura;

4. La memoria e le celebrazioni ufficiali.


Inoltre, vi è un CD che manda in loop le immagini e i documenti della mostra.

Ci sono… grandi fatti che hanno condizionato, e seguitano a farlo, la vita degli Italiani, volenti o nolenti, perché non si costruisce nulla sulle palafitte marce”.
La strage di Portella della Ginestra, attribuita al bandito Salvatore Giuliano è uno di questi.


Nella storia della banda Giuliano, una torbida storia di complicità, di compromissioni tra mafia, politica, banditi e uomini dello Stato, si trovano tutti gli ingredienti che dal 1969 in poi hanno smesso di stupirci…Corrado Stajano, dal libro “Ameni inganni”di Gherardo Colombo e Corrado Stajano, Garzanti, 2000



Riceviamo e pubblichiamo

Operai ex detenuti a "costo zero". Le aziende rifiutano

Potrebbe essere l'effetto della crisi. O potrebbe dipendere dal cosiddetto marchio di Caino. Oppure per altro che non so. Ma la storia che mi è capitata in queste ultime settimane è sintomatica di qualcosa che non va. In breve: ho avuto grandi difficoltà a trovare aziende e imprese, piccole o grandi, disposte ad assumere in tirocinio formativo ex detenuti e/o detenuti ormai a fine pena.

E questo anche di fronte "all'incredibile offerta" di assunzioni part-time per un anno a costo zero perché pagate direttamente da un Ente di formazione che a sua volta ha ricevuto un finanziamento dalla Regione Abruzzo nell'ambito di un progetto di inclusione sociale. Pensate: lavoratori gratis per un anno addirittura con assistenza di tutor e psicologo per agevolare il percorso di inserimento, eppure ugualmente rifiutati con un cortese "no grazie".

(continua nella sezione Rassegna stampa) Francesco Lo Piccolo, Huffington Post, 7-III-2013


Napoli, il rogo nella Città della scienza:
sfregio criminale dove nulla può sopravvivere


La camorra vuole cementificare Bagnoli. Ma l'incendio arriva da lontano, almeno da quando le pressioni politiche fermarono la bonifica dell'area
Quel che resta della Città della scienza dopo il rogo (ansa)

Napoli oggi è di cenere. Un incendio durato più di tredici ore ha quasi totalmente raso al suolo Città della scienza, polo scientifico inaugurato nel 2001 e anima della sua rinascita dopo gli anni del potere doroteo. O così avrebbe dovuto essere. I 160 dipendenti che da undici mesi non percepivano lo stipendio oggi non sanno più nemmeno se e quando ricominceranno a lavorare. Di quel gioiello culturale della periferia occidentale di Napoli, oggi resta poco. Uno scheletro sul mare. Completamente distrutto lo Science center, il planetario, sei capannoni per dodicimila metri quadri e danni per oltre venti milioni di euro. Nulla sembra sopravvivere a Napoli. Mi ostino però a non credere a questa percezione. Resta il teatro, da lì bisognerà ripartire, e Corporea, cantiere fermo da tempo, l'ultima parte di museo che doveva rappresentare il corpo umano.
Chi non c'è stato, non può immaginare la bellezza di questo luogo: per descriverla bisognerebbe saccheggiare Virgilio, che di questa baia è il nume tutelare.

Bagnoli è ai piedi della collina di Posillipo, sente l'alito della meravigliosa isola di Nisida, luogo incantevole, paradiso naturale che nessuno è riuscito a violare, nemmeno l'acciaieria - o piuttosto ciò che ne resta - che sembra ormai armonizzarsi al territorio, come archeologia industriale. Aver finora miracolosamente salvato questa zona dalla speculazione edilizia permette anche di poter leggere, attraverso Bagnoli, i capitoli dell'avventura napoletana: i sogni della città e le sue maledizioni, l'idea e il suo fallimento. Roberto Saviano. Continua su “La Repubblica”, 6-II-2013


Risultati elezioni 24 e 25 febbraio 2013

Comune di Chieti-Camera

Abitanti: 53.937 / Elettori: 43.536

Partiti

Voti

%

Partito Democratico (Pd)

6.723

21,2

Sinistra ecologia e libertà (Sel)

939

3,0

Centro Democratico

153

0,5

Totale coalizione - Pier Luigi Bersani

7.815

24,6

 

Il Popolo della libertà (Pdl)

 

7.547

 

23,8

Intesa Popolare

1.169

3,7

Fratelli d'Italia

657

2,1

La Destra

176

0,6

Lega Nord

66

0,2

Grande Sud - Mpa

40

0,1

Totale coalizione - Silvio Berlusconi

9.655

30,4

 

Scelta Civica con Monti per l'Italia

 

2.062

 

6,5

Unione di centro (Udc)

877

2,8

Futuro e libertà (Fli)

187

0,6

Totale coalizione - Mario Monti

3.126

9,8

 

MoVimento 5 Stelle - beppegrillo.it

 

9.182

 

28,9

Totale coalizione - Beppe Grillo

9.182

28,9

 

Rivoluzione Civile

 

1.209

 

3,8

Totale coalizione - Antonio Ingroia

1.209

3,8

 

Fare per Fermare il Declino

 

234

 

0,7

Totale coalizione - Oscar Giannino

234

0,7

 

Forza Nuova

 

163

 

0,5

Partito comunista dei lavoratori

152

0,5

Lista Amnistia Giustizia Libertà

108

0,3

Casapound Italia

99

0,3

Totale altri

522

1,6


Comune di Chieti-Senato

Abitanti: 53.937 / Elettori: 39.858

Affluenza (alla chiusura delle operazioni)

75,7 %

Partiti

Voti

%

Partito Democratico (Pd)

6.712

23,2

Sinistra ecologia e libertà (Sel)

779

2,7

Centro Democratico

259

0,9

Totale coalizione - Pier Luigi Bersani

7.750

26,8

 

Il Popolo della libertà (Pdl)

 

7.493

 

25,9

Fratelli d'Italia

637

2,2

Intesa Popolare

532

1,8

La Destra

198

0,7

Lega Nord

57

0,2

Grande Sud

50

0,2

Totale coalizione - Silvio Berlusconi

8.967

31,0

 

Con Monti per l'Italia

 

2.438

 

8,4

Totale coalizione - Mario Monti

2.438

8,4

 

MoVimento 5 Stelle - beppegrillo.it

 

8.088

 

28,0

Totale coalizione - Beppe Grillo

8.088

28,0

 

Rivoluzione Civile

 

811

 

2,8

Totale coalizione - Antonio Ingroia

811

2,8

 

Fare per Fermare il Declino

 

165

 

0,6

Totale coalizione - Oscar Giannino

165

0,6

 

Rialzati Abruzzo

208

0,7

Forza Nuova

156

0,5

Partito comunista dei lavoratori

144

0,5

Lista Amnistia Giustizia Libertà

95

0,3

Casapound Italia

81

0,3

Totale altri

684

2,3


Molto da imparare poco da insegnare

…Ho davanti a me la mappa del voto provincia per provincia nel 2013 e nel 2008. E il confronto (un esercizio che consiglio a tutti) ci parla di un paesaggio totalmente trasformato, come dopo uno tzunami, appunto. O un bradisisma sistemico. Ci dice intanto che negli ultimi cinque anni altri 2 milioni e mezzo di "aventi diritto al voto" (quasi tre volte la popolazione di Torino, sei volte quella di Firenze) si sono aggiunti all'esercito degli astenuti che ha superato ampiamente i 13 milioni (più di un quarto dell'elettorato). Ci dice anche che se sommiamo la massa degli astenuti e quella dei voti al Movimento 5 Stelle superiamo di qualche punto la soglia del 50%, come a dire che almeno la metà del corpo elettorale italiano sta fuori dallo spazio politico "ufficiale". Nega, silenziosamente o in modo partecipato, la propria adesione a "quella" politica.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Marco Revelli, Il Manifesto, 5-II-2013



RICEVIAMO e PUBBLICHIAMO

COMUNICATO STAMPA WWF DEL 01/03/2013

Ombrina: grande successo dell'iniziativa di WWF e Confcommercio, partecipata da oltre 400 cittadini e da tantissimi rappresentanti delle istituzioni.

Unanime la contrarietà al progetto.

Ora la manifestazione unitaria il 14 aprile sulla costa per dire no alla deriva petrolifera.


Oltre 400 cittadini, assieme a una larga parte dei parlamentari eletti in Abruzzo, all' arcivescovo Bruno Forte, al Presidente della Regione Gianni Chiodi, al presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio e a tanti rappresentanti di istituzioni e associazioni, hanno espresso la fortissima e unanime contrarietà al progetto Ombrina mare.

Dichiara Dante Caserta, presidente nazionale f.f. del WWF “E' evidente che vi è una vera e propria sollevazione della cittadinanza abruzzese e dei suoi rappresentanti contro questo megaprogetto petrolifero che mette a rischio il futuro della Regione e del mare Adriatico. La partecipatissima iniziativa di oggi è servita a far emergere le varie posizioni. Un forte richiamo alla difesa dei beni comuni e un appoggio alla lotta dei cittadini è arrivato dal vescovo Forte che ha aperto la serie di interventi, seguito da quello delle tante associazioni presenti. Dai rappresentanti delle Istituzioni, dai diversi parlamentari al presidente della Regione Chiodi, dai consiglieri regionali ai sindaci e amministratori delle più diverse forze politiche abbiamo ascoltato diversi impegni. Tra questi ricordiamo il ricorso al TAR, la richiesta di incontro con i Ministeri competenti per bloccare l'iter, la convocazione della Conferenza Stato-regioni per trattare la questione dello sfruttamento degli idrocarburi in mare, la stesura di una proposta di legge da far votare al Parlamento. Come associazioni da un lato verificheremo giorno dopo giorno l'effettiva attuazione di questi impegni, dall'altro organizzeremo una campagna di iniziative dei cittadini. Tra queste sarà di fondamentale importanza la manifestazione unitaria fissata per il prossimo 14 aprile sulla costa. Con le altre organizzazioni sociali stiamo condividendo un percorso per far esprimere la contrarietà della comunità abruzzese a questo progetto. Faccio appello a tutti i cittadini sensibili affinchè ci diano una mano perchè bisogna allargare ulteriormente la mobilitazione”.



RICEVIAMO e PUBBLICHIAMO


COMUNICATO STAMPA DEL 28/02/2013


OMBRINA MARE: USCITO IL DECRETO POSITIVO DEL MINISTERO, LA REGIONE ABRUZZO NON SI SAREBBE ESPRESSA SEPPUR SOLLECITATA!
IL WWF: GRAVISSIMO, IL PRESIDENTE CHIODI CHIARISCA IMMEDIATAMENTE MOSTRANDO LETTERE E PARERI CONTRARI DELLA REGIONE


E' stato divulgato il Decreto positivo del Ministero dell'Ambiente sul progetto Ombrina mare per la realizzazione di una mega-piattaforma con centro di raffinazione in mare di fronte alla costa teatina che, da quanto si apprende, sarebbe stato già firmato dal Ministro Clini.
Il testo del Decreto che sta circolando sul WEB riporta, tra l'altro, la seguente frase “PRESO ATTO che, seppur sollecitata in data 11.07.2012, la Regione Abruzzo non ha fatto pervenire il proprio parere di competenza”;
Il WWF ritiene questa mancanza, se confermata, di inaudita gravità e chiede al Presidente Chiodi di chiarire, documenti alla mano, quale è stata la posizione della Regione Abruzzo in questa vicenda.

Per l'associazione è ormai evidente che le uniche due strade da seguire sono i ricorsi in sede amministrativa davanti al T.A.R. da parte di tutti coloro che possono essere danneggiati da questo incredibile progetto (associazioni, enti) e l'immediata cancellazione da parte del nuovo Parlamento delle norme che hanno portato alla riattivazione del procedimento autorizzatorio di Ombrina.
Il WWF, assieme alle altre organizzazioni e ai cittadini, come emerso in un'assemblea ieri sera a S. Vito, intende proporre una grande manifestazione per il prossimo aprile per la salvaguardia della Costa dei Trabocchi e del medio e basso Adriatico. Per concordare con tutti queste proposte ricordiamo che cittadini, amministratori e associazioni sono invitati a partecipare all’incontro che si terrà venerdì 1 marzo alle ore 15 presso la Camera di Commercio di Chieti Scalo in via Fratelli Pomilio (ex Foro Boario), iniziativa promossa dal WWF insieme a Confcommercio .
Il WWF ritiene che chi ha aperto la strada a questo progetto, votando il Decreto Sviluppo e non attivandosi nella procedura di V.I.A., deve per primo dimostrare di rimediare agli errori fatti.



La pentola scoperchiata


La cosa più difficile, dopo il gran botto delle elezioni, è districare il groviglio di luoghi comuni, frasi fatte, formule-slogan che ci accompagnano da mesi e anni. La parola populismo innanzitutto.

Ovvero quest'accusa lanciata disordinatamente contro chiunque abbia l'ardire di accusare i politici regnanti e le loro vaste provinciali inadeguatezze. Ma anche vocaboli come sacrifici, austerità: presentati come nobili porte strette che ci avrebbero restituito prestigio europeo, e che dovevamo alle generazioni future. Infine il concetto-chiave: governabilità. Parola un po' irrisoria, quando il termine oggi preferito non è governo ma l'inafferrabile governance tecnica. Si sono accartocciate come foglie, queste frasi fatte, trascinate da un vento che non sappiamo dove andrà ma sappiamo da dove viene, sempre che si voglia reimparare non solo la politica, ma anche la geografia di un'Italia così poco perlustrata, e compresa.

Ilvo Diamanti ha detto una delle cose più sensate, constatando lunedì lo straordinario successo di Grillo e la non meno portentosa ripresa di Berlusconi. Ha detto, quasi smarrito: "Non sappiano quale sarà la prossima storia d'Italia". È uno smarrimento salutare: sospende il giudizio davanti al monumentale evento. Comunque non lo interpreta ricorrendo ai luoghi comuni su cui tanta parte della politica, della stampa, della Tv, da tempo sono adagiati.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Barbara Spinelli, La Repubblica, 27–II-2013



Parco fluviale soffocato dai rifiuti


Degrado a Santa Filomena - Chieti

Sul terreno di interesse turistico cumuli di immondizia di ogni genere.
… Lo scorso agosto in zona erano state individuate numerose delle diciotto discariche abusive pericolose censite dal Comune e poi ripulite dopo l’autorizzazione dello stesso Ente e della ASL…Lo stesso Parco è già al centro di polemiche infuocate perché nelle vicinanze dovrebbe sorgere un ristorante di quattrocento metri quadrati. Lo scorso ottobre il SUAP (Sportello unico per le attività produttive) ha rilasciato l’autorizzazione a costruire alla società romana Akka, dopo che quest’ultima ha vinto il ricorso al TAR contro un provvedimento della Giunta Regionale. Ma il sito rientra nella zona ambientale A2 del vincolo paesistico, che consente soltanto la realizzazione di strutture ad uso rifugio-ristoro…Francesca Rapposelli, dal quotidiano Il Centro, 25-II-2013



Elezioni 2013, se Pericle tornasse prepotentemente di moda


Ci avviciniamo inesorabilmente verso la resa dei conti: tra una settimana scopriremo, ancora una volta, di che pasta siamo fatti noi cittadini italiani.
Sì,  perché con le elezioni non si decide solo chi ci governerà, ma, dall’esito delle urne, si può comprendere come è fatto un italiano.
Sabato scorso, mi recai per tenere un incontro su Padre Pino Puglisi, il prete ucciso dalla mafia il 15 Settembre del 1993, presso il Liceo classico Giovanni Pantaleo di Castelvetrano, regno incontrastato del mafioso Messina Denaro, l’ultimo dei capofila latitanti: lì ebbi a leggere, su uno degli annali del Liceo (LOGOI N°8), una parte del celebre discorso di Pericle agli Ateniesi ***  “Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi e per questo viene chiamato democrazia. Qui noi ad Atene facciamo così. Le leggi qui assicurano una giustizia uguale per tutti […]; non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza […] e la povertà non costituisce un impedimento. Qui noi ad Atene facciamo così. […]; Un cittadino Ateniese non trascura i pubblici affari […]; ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private. Qui ad Atene noi facciamo così. Ci è stato insegnato anche di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi […].  Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo ma inutile […]; e noi non cacciamo mai uno straniero. Qui ad Atene noi facciamo così…” 
Per un attimo, mentre attendevo che gli studenti prendessero posto dentro l’aula magna, ho immaginato chi dei nostri governanti passati o futuri potesse scrivere un discorso del genere sugli Italiani… e mi sono chiesto: non lo si può scrivere perché non abbiamo un pensatore così sopraffino o perché oggi l’oggetto del discorso non offre questi spunti?
Siamo chiamati, noi Italiani, a dare prova di quanto del discorso di Pericle sappiamo, e di quanto vogliamo diventi nostro. In un mondo dove tutto muta, tutto si muove e tutto cambia, dobbiamo ricostruire i pilastri delle virtù che si ispirano ai valori del rispetto per l’altro. Per una volta lasciamo che il discorso di Pericle venga pronunciato a noi Italiani.

Maurizio Artale, Il Fatto Quotidiano, 22-II-2013


*** Lo storico Tucidide, nell’opera “La guerra del Peloponneso”, attribuisce a Pericle, uomo di Stato ateniese, l’elogio per i caduti del primo anno della guerra del Peloponneso (431 a. C.-.404 a. C.). L’orazione funebre, distinguendosi da quelle tradizionali che venivano pronunciate in simili circostanze, definisce l’essenza della democrazia ateniese. (n.d.r.)

 


Ciascun segua il suo stile

Il nuovo gusto del bel canto italiano


Mezzosoprano Monica Bacelli

Direttore Massimo Vegetti

Orchestra Cordia Ensemble


Teatro Marrucino
22 FEBBRAIO 2013 ore 21:00


Monica Bacelli e Stefano Veggetti sono due grandi artisti abruzzesi che si sono esibiti nelle sale più prestigiose d'Italia, tra le quali quella del Teatro Olimpico di Roma e il Quirinale. Il concerto presentato per il Teatro Marrucino propone un programma musicale di facile ascolto che si adatta alle eccezionali doti vocali della cantante. Il repertorio prevede arie di Christoph Willibald Gluck, Niccolò Jomelli e Luigi Boccherini. I due artisti saranno accompagnati dall’Orchestra Cordia Ensemble, costituita e diretta dal violoncellista Stefano Veggetti per valorizzare opere poco eseguite del repertorio barocco e classico. Il concerto regalerà al pubblico un evento di altissimo rilievo in cui, la minuta cesellatura dei particolari espressivi della voce e l'impegno interpretativo dell’orchestra, incarnano l’idea di un’armoniosa eloquenza che ricambia la perfetta architettura delle musiche e delle partiture, suonate con pregiati strumenti originali per avvicinare l’autenticità dei suoni e la coerenza delle arie e delle sinfonie scelte.


Biglietti

Platea - Palchi 1° e 2° ordine centrali  27,00
Palchi 1° e 2° ordine laterali  24,00
Palchi 3° e 4° ordine centrali  21,00
Palchi 3° e 4° ordine laterali  18,00
Balconata  10,00



Nessuno negava mai un po' di pane e formaggio e da bere...

Facendo ordine nella mia libreria mi sono ritrovato tra le mani il primo volume di Quando io ero piccolo. Storie da condividere, lavoro di gruppo frutto di una iniziativa partita nel 2009 con Facebook e poi proseguita con la stampa e la vendita del libro il cui ricavato, tramite uno dei tanti progetti di "Annulliamo la distanza", è andato a sostegno dei bambini eritrei. Anni fa anch'io, grazie al mio amico Augusto Montaruli, ho contribuito al libro con un mio testo e ora, dopo aver riletto il mio racconto, sfogliando le pagine mi è capitato sotto gli occhi "Uova a occhio di bue, Sardegna 1960", di Valentina Vargiu, racconto che comincia così: "Quando io ero piccola capitava spesso che dalla colonia penale di Mamone scappasse qualcuno dei detenuti. Attraversavano l'altopiano di Bitti e Lodè tra i boschi e giungevano a Concas stremati dalla stanchezza e dalla fame. Nessuno negava mai un po' di pane e formaggio e da bere...".

(continua nella sezione Rassegna stampa) Francesco Lo Piccolo, Huffington Post, 17-II-2013



Riceviamo e pubblichiamo

COMUNICATO STAMPA DEL 18 FEBBRAIO 2013

A tutta cava! L'Abruzzo rischia di perdere 10 milioni di metri cubi al prossimo comitato V.I.A. del 21 febbraio

Province di Chieti e Pescara le più interessate seguite da L'Aquila e Teramo.

Il WWF: pazzesco decidere il futuro del territorio senza piano cave e in un unico giorno.

L'Abruzzo rischia di perdere 10 milioni di metri cubi del suo territorio il prossimo 21 febbraio. Al comitato Valutazione di Impatto Ambientale convocato per quel giorno su ben 30 interventi all'ordine del giorno 21 sono progetti di cave. Il WWF, con un faticoso lavoro sul sito internet della Regione, possibile solo a chi ha maturato lunga esperienza nel settore e certamente non al semplice cittadino, ha provato a sommare le richieste dei cavatori per ogni singolo intervento. Prendendo in considerazione 20 dei 21 progetti (uno non è stato rintracciato) si arriva all'incredibile cifra di 9.835.817 metri cubi di nuovi possibili scavi in quella che a parole dovrebbe essere la regione verde d'Europa!

La parte del leone la farebbe la provincia di Chieti con oltre 6 milioni di mc e mezzo (6.593.906, più i metri cubi di una cava a Paglieta di cui non è stato possibile risalire all'entità della richiesta), seguita dalla provincia di Pescara con 2.212.121 metri cubi, dalla provincia di L'Aquila con 607.000 mc e dalla Provincia di Teramo con 599.726 mc.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Augusto De Sanctis, WWF



La politica, merce fittizia


Kar Polanyi , nel noto saggio «La grande trasformazione» spiegava l'avvento del mercato autoregolato come il frutto di una trasformazione in merce di tre fattori: il lavoro, la terra e la moneta. Nessuno dei tre, diceva Polanyi, è stato prodotto dall'uomo: «il lavoro è soltanto un altro nome per un'attività umana che si accompagna alla vita stessa la quale a sua volta non è prodotta per essere venduta(...) la terra è soltanto un altro nome per la natura che non è prodotta dall'uomo, la moneta infine è soltanto un simbolo del potere d'acquisto». Per questo Polanyi parla di merci-fittizie, vale a dire di una finzione che ha reso merce ciò che non lo è, con conseguenze disastrose per la società e per gli ecosistemi.

Se fosse vissuto fino ai nostri giorni, credo che Polanyi avrebbe aggiunto «la politica» come merce-fittizia, in quanto il processo di mercificazione l'ha pienamente raggiunta ed inglobata. In Italia, questo fenomeno è più chiaro che in altri paesi, in quanto il processo di disgregazione/disfacimento dei partiti è in stato più avanzato. D'altronde, pochi lo sanno, ma noi siano stati un paese «laboratorio politico» per secoli, da cui sono pervenuti grandi contributi teorici, da Macchiavelli a Gramsci, ancora studiati in tante Università straniere.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Tonino Perna, Il Manifesto, 11-II-2013

 


Trapani, operaio edile disoccupato si suicida:

 

"Lo faccio perché senza lavoro non c'è dignità"

Il biglietto d'addio dentro la Costituzione. "L'articolo 1 dice che l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. Perché lo Stato non mi aiuta a trovarlo?". Aveva chiesto aiuto a Napolitano e Camusso. Nel foglio l'elenco di chi si è tolto la vita perché senza lavoro: in fondo il suo nome. Paolo Berizzi, Repubblica, 9-II-2013



COMUNICATO STAMPA

Il bisogno di lavorare, diritto e insieme dovere, è diventato tragico protagonista del vivere quotidiano di troppe persone. Lavoratori e lavoratrici disposti a mettere in pericolo la salute propria, quella dei familiari e dei concittadini, pur di lavorare, come il caso Ilva dimostra, e tanti altri sopraffatti dalla mortificazione di non aver più un lavoro e nessuna possibilità di trovarlo, di non poter sperare in una esistenza libera e dignitosa, quella promessa dalla nostra Costituzione, come è accaduto a Giuseppe Burgarella e a coloro i cui nomi erano elencati prima del suo, nel foglio simbolicamente custodito in una copia della Carta del ’48.

Magistratura Democratica ha sempre considerato i diritti e le tutele dei lavoratori una fondamentale priorità del sistema democratico, ha fortemente criticato le modifiche normative che, aumentando in modo esponenziale la condizione di precarietà e la subalternità dei dipendenti al potere datoriale, finiscono direttamente o indirettamente per ledere il diritto al lavoro,la dignità dei lavoratori e del lavoro stesso.

Magistratura democratica auspica che il lavoro torni ad essere il fulcro di una riflessione e di un impegno capaci di prendere le distanze da un sistema votato alla centralità del profitto in un'ottica di finanziarizzazione dell'economia, per costruire su basi attuali un sistema che restituisca dignità alle vecchie e nuove forme di lavoro e che garantisca la tutela dei diritti fondamentali della persona; questo, in un contesto nazionale ed europeo capace di dare concretezza a quei valori che Giuseppe Burgarella ha invano invocato assieme al rispetto della Costituzione.

L'esecutivo di Magistratura Democratica,11-II-2013



UNA NUOVA CULTURA

Non più una cultura che consoli nelle sofferenze ma una cultura che protegga dalle sofferenze, che le combatta e le elimini.

Per un pezzo sarà difficile dire se qualcuno o qualcosa abbia vinto in questa guerra. Ma certo vi è tanto che ha perduto, e che si vede come abbia perduto. I morti, se li contiamo, sono più di bambini che di soldati; le macerie sono di città che avevano venticinque secoli di vita; di case e di biblioteche, di monumenti, di cattedrali, di tutte le forme per le quali è passato il progresso civile dell'uomo; e i campi su cui si è sparso più sangue si chiamano Mauthausen, Maidanek, Buchenwald, Dakau.
Di chi è la sconfitta più grave in tutto questo che è accaduto? Vi era bene qualcosa che, attraverso i secoli, ci aveva insegnato a considerare sacra l'esistenza dei bambini. Anche di ogni conquista civile dell'uomo ci aveva insegnato ch'era sacra; lo stesso del pane; lo stesso del lavoro. E se ora milioni di bambini sono stati uccisi, se tanto che era sacro è stato lo stesso colpito e distrutto, la sconfitta è anzitutto di questa «cosa» che c'insegnava la inviolabilità loro. Non è anzitutto di questa «cosa» che c'insegnava l'inviolabilità loro?
Questa «cosa», voglio subito dirlo, non è altro che la cultura: lei che è stata pensiero greco, ellenismo, romanesimo, cristianesimo latino, cristianesimo medioevale,. umanesimo, riforma, illuminismo, liberalismo, ecc., e che oggi fa massa intorno ai nomi di Thomas Mann e Benedetto Croce, Benda, Huitzinga, Dewey, Maritain, Bernanos e Unamuno, Lin Yutang e Santayana, Valéry, Gide e Berdiaev.
Non vi è delitto commesso dal fascismo che questa cultura non avesse insegnato ad esecrare già da tempo. E se il fascismo ha avuto modo di commettere tutti i delitti che questa cultura aveva insegnato ad
esecrare già da tempo, non dobbiamo chiedere proprio a questa cultura come e perché il fascismo ha potuto commetterli?

(continua nella sezione Rassegna stampa) Elio Vittorini, Il Politecnico, n. 1, 29-IX-1945

 


L'Amaca

Ci sono giudizi che non possono essere blandi, perché mantenerli blandi odora di complicità. Una persona che per farsi votare, promette i1 condono edilizio totale, è un criminale. Nella fattispecie, è un criminale che odia il proprio Paese, attenta alla integrità del suo paesaggio (o di ciò che ne rimane), incoraggia il disprezzo delle leggi e l'egoismo sociale, catalizza i peggiori istinti degli Italiani e la loro attitudine a non prendere sul serio alcun divieto, alcuna norma, perché non esiste divieto o norma che non siano contrattabili e superabili.
L' abusivismo edilizio é un delitto contro il bene comune, la cementificazione in Italia è largamente superiore alla media europea e molto eccedente le necessità abitative. L’Italia sta soffocando nel cemento, nella mala edilizia, nella bruttezza programmatica.

Un uomo politico che sventola il condono per invogliare i furbi o i disperati a votarlo è un traditore dello Stato e un corruttore dei cittadini. Che poi lo faccia con totale disinvoltura, come se stesse dicendo una cosa normale, trattandosi di Berlusconi è cosa che non sorprende. Sorprende e angoscia, piuttosto, la rassegnata docilità con la quale la comunità mediatica con rare eccezioni registra le sue gravissime parole.

Michele Serra, La Repubblica 10-II-2013



Riceviamo e pubblichiamo da Bartolomeo Camiscioni

Libertà e Giustizia

Appello al voto
di Umberto Eco e Gustavo Zagrebelsky per tutta LeG


-7 febbraio 2013-

http://www.libertaegiustizia.it


Stiamo assistendo a un finale di campagna elettorale drammaticamente pericoloso per il nostro paese: il capo dello schieramento politico responsabile del tracollo economico e sociale in cui versa l’Italia e del suo discredito internazionale, anziché essere isolato e ignorato, è prepotentemente tornato alla ribalta televisiva, nel silenzio dell’autorità competente a regolare la comunicazione politica e nel giubilo di molti mezzi di informazione, assurdamente avidi di commentare, chiosare e rimbalzare le bugie e i vuoti di memoria sparsi a piene mani, con la tipica totale indifferenza per i dati di realtà e per le proprie responsabilità. Il mondo intero guarda con terrore a un ritorno di Berlusconi, caratterizzato da una politica di proposte populiste e isolazioniste, un vero e proprio peronismo del XXI secolo.

Con le bugie e la negazione assoluta della penosa realtà cui i suoi governi hanno ridotto l’Italia:  la recessione economica, la disoccupazione, la mancanza di prospettive per i
giovani, la descolarizzazione, l’abbandono del patrimonio culturale e dell’ambiente, l’irresponsabile rivalutazione di Mussolini e del fascismo, la corruzione endemica, il potere
della criminalità organizzata. Silvio Berlusconi tenta nuovamente di illudere, di circuire, di comprare il consenso degli elettori. Cosa è se non un tentativo di compravendita del
consenso la desolante profferta di restituzione dell'IMU?

(continua nella sezione Rassegna stampa) http://www.libertaegiustizia.it/2013/02/07/appello-voto/print/



Riceviamo e pubblichiamo

Ilaria e le altre, donne che ci insegnano la coscienza civica anche nel caso Mastrogiovanni


Violare i diritti di una persona, anche di una sola persona, equivale a violare i diritti di tutti. Se poi la violazione viene commessa all'interno di una istituzione, di una struttura pubblica, in un ospedale, in un carcere, in definitiva in un luogo "protetto", allora viene meno il principio stesso di legalità.
Di diritti negati, della Salute (P)reclusa e delle "nostre forme di tortura" si è parlato il primo febbraio a Bologna nella Sala Borsa in un convegno organizzato dai bravissimi giovani universitari dell'associazione "Progrè" che hanno ricostruito il dramma di Franco Mastrogiovanni di 58 anni, morto nel 2009 per i maltrattamenti subiti durante 80 ore di contenzione nel reparto psichiatrico dell'Ospedale di Valle della Lucania.
Mastrogiovanni non aveva fatto nulla, poteva essere uno qualunque di noi, ero solo un gigante buono, come lo descrivono in una lettera i suoi alunni: "Lui non si limitava solo ad insegnarci la matematica, ma ci dava anche preziosi consigli sulle altre materie. Durante l'intervallo molto spesso amava leggere il dizionario.
A noi questa abitudine sembrava un po' strana, un giorno infatti un nostro compagno gli domandò perché aveva questa passione, e lui rispose che nella vita bisogna sempre istruirsi e imparare nuovi vocaboli". Un gigante buono finito con un Tso (trattamento sanitario obbligatorio) in un letto, legato ai polsi e alle caviglie, senza mangiare e senza bere, trattato come un animale, come si è visto in un filmato reso poi pubblico.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Francesco Lo Piccolo, Huffington Post, 7-II-2013



La caccia al voto povero

Metà degli italiani poveri non vota. Secondo l'ultimo sondaggio Swg, l'area del non voto viene data al 30%, ma sale al 45% tra chi ha un reddito basso. E, tra chi vota, la lista di Beppe Grillo ottiene il 18% dei consensi. Altre rilevazioni danno percentuali ancora superiori per non voto e indecisi, che potrebbero ridursi all'avvicinarsi delle urne. Alle scorse elezioni politiche i non votanti sono stati il 20%; se l'affluenza al voto restasse la stessa, ci sono - secondo Roberto D'Alimonte sul Sole 24 Ore - sette milioni di indecisi che decideranno l'esito del voto.
La composizione del non voto è importante; i giovani questa volta sembrano più decisi a votare (soprattutto Bersani e Grillo) che in passato. Tra i più lontani dalla rappresentanza politica sono invece i "perdenti": gli italiani impoveriti dalla crisi, più vulnerabili, con minor istruzione. Oggi un italiano su sei vorrebbe lavorare ma è senza occupazione, un dipendente su quattro è precario, la produzione industriale è caduta del 25%.
È soprattutto a quest'area che si è rivolto domenica scorsa Silvio Berlusconi con la sua proposta di rimborsare l'Imu sulla prima casa: la promessa di una mancia di qualche centinaio di euro per famiglie che non arrivano a fine mese, quando i veri vantaggi andrebbero ai ricchi con le case di valore.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Mario Pianta, Il Manifesto, 5-II-2013


COMUNICATO STAMPA


Il Consiglio di Stato: Referendum acqua non rispettati, gli Italiani pagano una bolletta illegittima da luglio 2011

Lo ripetiamo ancora una volta: abbiamo vinto, non si possono fare profitti sull'acqua. Questa volta a darci ragione è il parere del Consiglio di Stato sulla tariffa: le bollette che i gestori consegnano ai cittadini sono illegittimamente gonfiate e non rispettano la volontà referendaria espressa da 27 milioni di persone.

L'Autorità per l'Energia Elettrice ed il Gas, incaricata di formulare la nuova tariffa all'indomani del Referendum, aveva infatti chiesto un parere al Consiglio di Stato circa la remunerazione del capitale investito, ovvero il profitto garantito del 7% presente nelle bollette. Il Consiglio di Stato ha risposto confermando quanto precedentemente affermato dalla Corte Costituzionale: dal 21 luglio 2011, data di proclamazione della vittoria referendaria, la remunerazione del capitale investito doveva cessare di essere calcolata in bolletta.

Quello che i cittadini hanno pagato è illegittimo e i soggetti gestori non hanno più alibi: devono ricalibrare le bollette.

Il Forum Italiano dei movimenti per l'acqua lo dice da più di un anno e lo ha messo in pratica con la campagna di “obbedienza civile”, con cui decine di migliaia di persone in tutta Italia hanno ridotto le proprie bollette per contrastare la violazione democratica.

Oggi, questa sentenza rafforza la necessità di rispettare il referendum del 2011 e delegittima le scelte che hanno guidato l'AEEG nella formulazione della nuova tariffa, emessa un mese fa, in cui “la remunerazione del capitale investito” viene reintrodotta sotto mentite spoglie.

Questo nuovo evento non fa che rafforzare le ragioni di chi vuole un servizio idrico ripubblicizzato e fuori dalle logiche di mercato.

La mobilitazione contro la “nuova” tariffa AEEG è già iniziata e andrà avanti fino a che non verrà ritirata nel rispetto della volontà degli italiani, nelle strade, nelle piazze e nei tribunali.

Oggi con gioia ribadiamo: si scrive acqua, si legge democrazia.

Roma, 31 gennaio 2013

Segreteria Operativa Forum Abruzzese dei Movimenti per l'Acqua

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Riceviamo e pubblichiamo


Sesta conferenza-dibattito su Democrazia Economia Europa.


Lunedì 4 febbraio 2013, ore 17:30,


presso la Sala Convegni della Fondazione Pescarabruzzo, C.so Umberto I, n. 83, 4° piano, Pescara.


Giovanbattista Benedicenti, professore c/o il liceo G. D’Annunzio-Pescara, svilupperà la seguente relazione:


Umanesimo e arti visive nell’Europa moderna: le radici di un’identità culturale.


L'argomento è molto “intrigante”. E dovrebbe aiutarci, con la lettura storica dell’Umanesimo attraverso le arti visive, alla presa di coscienza del "cittadino europeo", offrendo al dibattito pubblico, ciò che abbiamo chiamato strumenti conoscitivi, approfondimenti e proposte per il MONDO di OGGI. (Nostro obiettivo dichiarato).
Le associazioni Libertà e Giustizia e ANPI, con la collaborazione fattiva di Fondazione Pescabruzzo, Fondazione Accademia d’Abruzzo e Biblioteca Provinciale, hanno promosso il ciclo Democrazia Economia Europa, nel luglio-agosto 2012.
Bartolomeo Camiscioni


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LE PAROLE ESCLUSE DALLE AGENDE

Bisogna essere capaci di guardare oltre le nebbie delle varie “agende” politiche in circolazione; oltre il continuo degradarsi dei partiti in raggruppamenti personali; oltre quello che giustamente Massimo Giannini ha chiamato il “dissennato referendum sull’Imu”; oltre i vorticosi tour televisivi dei candidati. Bisogna farlo, perché all’indomani delle elezioni ci troveremo di fronte a una folla di problemi oggi ignorati, e che sarà vano pensar di cancellare tirando fuori di tasca un fazzoletto da strofinare su qualche poltrona. E soprattutto perché siamo immersi in mutamenti strutturali che esigono quella forte cultura politica e istituzionale finora mancata.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Stefano Rodotà, Repubbblica 28-1-2013



Per il Giorno della Memoria

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane,
Che muore per un si o per un no,
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza none
Senza più forza per ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.

Primo Levi, Se questo è un uomo



Riceviamo e pubblichiamo



27 gennaio 2013, GIORNO DELLA MEMORIA

La persecuzione antiebraica dei tedeschi e dei fascisti della RSI in provincia di Chieti

Dopo l’8 settembre 1943 le 24 località di internamento e i 6 campi di concentramento costituiti in provincia di Chieti cessarono di funzionare per la fuga degli occupanti, che si dispersero nelle campagne e sulle montagne. Alcuni riuscirono a oltrepassare il fronte e a mettersi in salvo, con l’aiuto della popolazione contadina e montanara, di funzionari dei comuni, di istituti religiosi e del clero. Tra i fuggiaschi vi erano anche gli ebrei. Per loro, però, fu molto più arduo salvarsi, poiché i nazisti avevano deciso di estendere nel nostro Paese la “soluzione finale”: occupata l’Italia centro-settentrionale, procedettero immediatamente ad arresti indiscriminati, a massacri e deportazioni.     Anche in provincia di Chieti, attuarono la spietata caccia agli ebrei, con l’attiva collaborazione dei repubblichini locali. Alcuni si salvarono per la solidarietà di persone, di diversa estrazione sociale, che li protessero a rischio della vita.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Filippo Paziente


Il “fascismo buono” dei signori Berlusconi e Colantonio


Il 27 gennaio u.s., “Giorno della Memoria”, Berlusconi ha espresso a  Milano il seguente giudizio su Mussolini: <<Il fatto delle leggi razziali è stata la maggiore colpa di un leader, Mussolini, che per tanti altri versi invece aveva fatto bene.>> Mario Colantonio, assessore dei lavori pubblici al Comune di Chieti, in un messaggio pubblicato su facebook domenica pomeriggio, non ha ritenuta scandalosa tale dichiarazione, anzi l’ha giudicata “pura verità”, perché ritiene di conoscere le cose buone fatte dal duce in 20 anni.

La risposta migliore della città di Chieti alle due esternazioni è stata l’iniziativa, di natura pedagogica e culturale, promossa e attuata nei locali del Liceo Ginnasio “G.B.Vico” di Chieti dalla associazione “Chieti nuova 3 febbraio”, (in collaborazione con l’ITGC Galiani – de Sterlich, il Liceo Classico “G. B. Vico, l’APC – Regione Abruzzo, l’ANCE Giovani-Chieti, l’UNITRE, lo SPI – CGIL,  con l’adesione dell’Istituto Magistrale “I. Gonzaga”) sul tema  L’Archivio delle Scuole spazio della Memoria - le Leggi sulla razza.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Filippo Paziente



La nostra Giornata della Memoria


La Giornata della Memoria significa ricordare che i carnefici eravamo noi che anche in Italia abbiamo fatto partire i vagoni carichi di uomini e donne ebree e che al loro passaggio ci siamo voltati dall'altra parte. E significa ricordare le fosse comuni ... le montagne di scarpe, capelli e denti ... per provare a restituire la vita a quelli che l'hanno persa dentro i forni e le camere a gas, perché trattati come non-umani.

La Giornata della Memoria significa ricordare che le vittime sono stati un numero impensabile: 6 milioni di ebrei, da 3 a 6 milioni di civili slavi, da 2 a 4 milioni di prigionieri di guerra, da 1 a 1milione e mezzo di dissidenti, 200-800 mila tra rom e sinti, 300 mila disabili, da 10 mila a 250 mila omosessuali, 2 mila Testimoni di Geova...

(continua nella sezione Rassegna stampa) Francesco Lo Piccolo, direttore di “Voci di dentro”, pubblicato su Huffington Post, 26-I-2012

 


Riceviamo e pubblichiamo

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NUOVA TARIFFA, VECCHIA TRUFFA: DEMOCRAZIA ANNEGATA!

venerdì 25 gennaio

SIT-IN in Piazza Italia (Pescara), ore 10:00


Il 28 Dicembre 2012 l'Autorità per l'Energia Elettrica ed il Gas (AEEG) ha approvato il nuovo Metodo Tariffario Transitorio 2012-2013 per il Servizio idrico Integrato.

L'Autorità, aumentando la tariffa, nega il secondo referendum sulla remunerazione del capitale e lascia che si possano fare profitti sull'acqua, cambiando semplicemente la denominazione in “costo della risorsa finanziaria”, ma non la sostanza: PROFITTI GARANTITI IN BOLLETTA.

L'Autorità, in un contesto dove il Governo tecnico di Monti ha rafforzato un' impostazione neoliberista e di privatizzazione dei beni comuni, si nasconde dietro una deliberazione amministrativa per affermare una RICETTA POLITICA CHE VUOLE SPECULARE SUI SERVIZI PUBBLICI ESSENZIALI E SULLA VITA, A PARTIRE DALL'ACQUA.

(continua nella sezione Ambiente)

 


Le "Giudichesse" invece dei giudici

"Giudichesse", "donne" (due volte), "donne magistrato", "femministe e comuniste".

Questi i termini utilizzati, nell'ordine che ho indicato, da un uomo politico durante una trasmissione televisiva per definire un collegio del Tribunale civile di Milano.

Basta questa sequenza per comprenderne tutta la violenza verbale e culturale che la  connota; basta questa sequenza per leggere, con colori evidenziati, il disprezzo per un organo giudiziario, fondandolo sul genere cui appartengono i suoi componenti.

Il linguaggio non è neutro: dà voce ad un mondo di pensieri, di storie, di riflessioni, ma anche di stereotipi, di pregiudizi, di regole sociali.

La sequenza che il politico ha utilizzato per mettere in discussione gli elementi costituzionalmente distintivi di un Tribunale, ovverosia la terzietà e l'imparzialità,  nasce in modo eloquente dal fatto che nel caso che lo interessava l'organo giurisdizionale fosse costituito da donne.

Un dato in sé dimostrativo che terzietà e imparzialità fossero compromesse.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Paola Di Nicola L'articolo è stato pubblicato sul Venerdì di Repubblica, 11-I-2013



FIRMA anche TU

www.change.org/it/petizioni/la-corruzione-tiene-in-pugno-l-italia-chiedi-5-impegni-ai-candidati-politici


riparteilfuturo.it

Due anni fa Libera e Avviso Pubblico hanno lanciato la campagna “Corrotti!”. Un grido per risvegliare coscienze e impegno contro un malcostume sociale che ha profonde ripercussioni sull’economia del Paese. La corruzione sottrae ingenti risorse al bene pubblico, quindi a quei diritti e a quelle opportunità – sanciti dalla Costituzione – che dovrebbero garantire a ciascuno una vita libera, dignitosa, laboriosa.

Quella campagna raccolse ben 1 milione e 200mila firme, e giocò un ruolo non indifferente nel chiedere una legge sulla corruzione che ponesse il nostro Paese all’altezza degli standard europei e delle democrazie più avanzate.

Una legge, nel novembre scorso, è stata approvata, ma in una forma non sufficientemente incisiva.

Per questo Libera e Gruppo Abele rilanciano oggi l’impegno. Con la campagna “Riparte il futuro” chiediamo a tutti i candidati alle prossime elezioni politiche di sottoscrivere 5 impegni stringenti anticorruzione.

L’obiettivo è di potenziare la legge anticorruzione entro i primi cento giorni di legislatura, e di far crescere in ogni ambito della vita sociale la consapevolezza e la corresponsabilità.

È essenziale non solo che tu firmi la petizione, ma che la diffondi e la fai circolare: tante più saranno le adesioni, tanto più forte, trasversale e collettivo sarà quel grido che chiede alla politica un salto di qualità affinché sia davvero politica trasparente, politica al servizio del bene comune.

La democrazia è incompatibile non solo con l’individualismo e la disonestà. Lo è anche con l’apatia, con l’indifferenza, con la rassegnazione. Facciamo allora di questo grido una voce davvero collettiva capace di spronarci tutti a ripartire per costruire insieme un futuro migliore.

(continua nella sezione Rassegna stampa) d. Luigi Ciotti

 


Riceviamo e pubblichiamo

La recentissima sentenza della Corte di Giustizia Europea sulla trasparenza e partecipazione dei cittadini. La Corte sottolinea che nei procedimenti ambientali "il pubblico interessato deve potervi partecipare sin dall'inizio, vale a dire dal momento in cui tutte le alternative sono ancora praticabili e tale partecipazione può avere un'influenza effettiva."

E' una sentenza che sarà utilissima in miriadi di situazioni. Qui in Abruzzo (ma anche il Ministero dell'ambiente) neanche pubblicano la data di convocazione delle conferenze dei servizi.

Per i progetti non sottoposti a VIA in Abruzzo non esiste informazioni alcuna. Credo che tale situazione sia comune a molte altre parti d'Italia.

(continua nella sezione Riceviamo e pubblichiamo) Augusto De Sanctis, WWF



Se Berlusconi restasse senza platea

La cosa sorprendente di questa campagna elettorale è che l'ex primo ministro, lo stesso che ha avuto a disposizione decenni di comunicazione televisiva e giornalistica, oggi torna a pretendere e ottenere un pulpito. E da esso conquisti anche larga audience. Accade poi che, grazie a quel pulpito, sembra guadagnare come decorazioni al merito, un'immagine nuova, diversa, svecchiata. Quella che doveva apparire come la più logora e stantia delle proposte politiche, d'improvviso sembra diventare, per un trucco mediatico, il nuovo che attrae. Lo si segue in televisione, si cliccano i video delle sue interviste, si resta lì, incollati allo schermo, ipnotizzati, invece di cambiare canale, per decenza.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Roberto Saviano, La Repubblica, 18-I-2013



Intervento letto da Marco Travaglio nella trasmissione “Servizio Pubblico”

...Ecco, sono 20 anni che aspetto di intervistarla su ciò che diceva e faceva. Ma ora non mi viene nemmeno una domanda. Perché la cosa più grave non è quel che ha detto e fatto in questi 20 anni: ma quel che non ha detto e fatto, o non ha potuto dire e fare.

Poteva chiedere la verità sulle stragi politico-mafiose, o forse non poteva.

Poteva, o forse non poteva dire alla gente che le tasse sono alte non perché lo Stato le mette le mani in tasca, ma perché molti non le pagano e invece bisogna pagarle tutti; e chi non le paga non è un furbo da invidiare e condonare, ma un ladro da punire e detestare, perché deruba i tanti onesti che le pagano. O forse non poteva.

Poteva dire che chi paga e chi prende tangenti non va candidato, va isolato e punito perché ci ruba 60 miliardi all’anno. O forse non poteva.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Il Fatto Quotidiano, 11-I-2013



Servizio pubblico, la rivincita

Undici anni dopo averlo cacciato dalla Rai per “uso criminoso del servizio pubblico” Silvio Berlusconi ha dovuto chiedere a Michele Santoro quel Servizio Pubblico di qualità e quantità che nessuna delle tv padronali e compiacenti poteva più garantirgli. Una legge del contrappasso che solo con l’abuso di maalox contro l’acidità provocata in alcuni dei quasi 9 milioni di spettatori si può gabellare per un favore reciproco. Quale scambio di cortesie può esserci, del resto, tra un autocrate miliardario che ha fatto di tutto per trasformare la libera informazione in una congrega di domestici proni e un giornalista congedato dalla Rai al vertice degli ascolti e degli introiti pubblicitari che ha avuto il coraggio civile di ricominciare da un proprio, difficile anno zero?

(continua nella sezione Rassegna stampa) Antonio Padellaro, Il Fatto Quotidiano, 12-I-2013



Tra Berlusconi e Santoro tanto rumore per nulla

È la più noiosa campagna elettorale degli ultimi dieci anni con esiti scontati. Il Cavaliere e il conduttore sono due uomini di televisione e accettare la sfida in trasferta è stato un colpo da maestro

Gli amici tienteli stretti, ma i nemici ancora più stretti, consigliava il Padrino. Berlusconi e Santoro erano destinati a incontrarsi di nuovo. Sono due uomini di televisione, quindi il loro conflitto era fondato sulle leggi dello spettacolo e non su presunti valori. Sono entrambi narcisi sfrenati, di conseguenza sfrenatamente vittimisti.

In fondo si stimano, hanno lavorato insieme, durante uno dei tanti drammatici, ma in genere vantaggiosi periodo di esilio dalla Rai di “Michele chi?”. Potrebbero tornare a farlo, se fosse conveniente, per esempio dopo una vittoria del Pd alle elezioni.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Curzio Maltese, La Repubblica, 11-I-2013



Lo scambio tra Michele e Silvio

Uno spettacolo televisivo vecchio e triste che peserà sul risultato del 24 febbraio perché gli elettori, specialmente gli indecisi, si formano un'opinione politica attraverso la televisione. La controprova è la flessione dei consensi a Grillo (da qualche settimana fuori dalla tv). E tre ore in prima serata sono un inestimabile tesoro, un capitale che frutterà con gli interessi. Silvio Berlusconi ha di che essere soddisfatto, perché è lui, il leader bollito, che, alla fine del confronto con Michele Santoro, ha vinto la partita, politica e mediatica, incassando e restituendo colpi e sorrisi.

Una platea di nove milioni di telespettatori il Cavaliere la sognava. Tanti, tutti insieme non li aveva mai conquistati. Solo nel faccia a faccia con Prodi gli era capitato di trovarsi di fronte a qualcosa di simile (dodici milioni di italiani), ma da allora è passata un'era politica. La marcia forzata e solitaria davanti alle telecamere gli stava dando qualche soddisfazione, i sondaggi registravano un certo successo, il cono d'ombra cominciava a illuminarsi. Ma il colpo grosso, quello che davvero avrebbe restituito un certo rango alla sua campagna elettorale continuava solo a sognarlo. Poi il miracolo, l'invito tanto atteso nello studio di Cinecittà, di fronte allo storico nemico mediatico.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Norma Rangeri, Il Manifesto 12-I-2013

 


Riceviamo e pubblichiamo

Respiri di Scena

rassegna di Teatro contemporaneo


Settima Edizione 2013

direzione artistica e organizzativa Teatro del Krak


mercoledì 15 gennaio ore 21.15, Teatro F. P. Tosti - Ortona


Lella Costa

Ragazze - Nelle lande scoperchiate del fuori

di Lella Costa, Massimo Cirri, Giorgio Gallione


Scena e videografica di Paolo Bazzani - Costumi di Antonio Marras

Musiche di Stefano Bollani - Luci di Marco Elia - Regia di Giorgio Gallione

 

 

venerdì 1 febbraio


Ascanio Celestini

Pro Patria

testo di Ascanio Celestini


suono di Andrea Pesce

una produzione FABBRICA, in coproduzione con Teatro Stabile dell’Umbria

 

(continua nella sezione Riceviamo e pubblichiamo)



Le maschere della cattiva politica

Se sul banco degli accusati arriva la cattiva politica e tutti ne chiedono lo smascheramento, il bando, la gogna, la cattiva politica che fa? Essendo una volpe capace delle più inaudite scaltrezze si unisce subito al coro e, alzando la voce ancora più degli altri, cerca di scaricare la responsabilità per intero sulla politica in quanto tale - la politica come prassi democratica - fino a cancellare ogni distinzione tra quella buona e quella cattiva, fino ad affermare che la politica è marciume di per sé e perciò va severamente condannata e possibilmente sostituita.
Con che cosa?

(continua nella sezione Rassegna stampa) Ermanno Rea, Il Manifesto, 4-I-2013



Spazio all'antimafia sociale

Gabriella Stramaccioni, da Libera alle liste di Ingroia

INTERVISTA
«Non basta più parlare genericamente di lotta alla mafia. Servono azioni che contrastino fortemente i fenomeni criminali». Gabriella Stramaccioni è tornata da Borgo Sabotino, in provincia di Latina, dove il primo giorno dell'anno ignoti hanno appiccato il fuoco al Villaggio della Legalità, un ex campeggio abusivo sequestrato e affidato a Libera. L'ennesimo attentato contro l'associazione di don Ciotti. Di Libera Stramaccioni è stata per anni la coordinatrice nazionale, ruolo dal quale si è sospesa qualche settimana fa quando ha deciso di accettare la candidatura che le è stata offerta dalla «Rivoluzione civile» di Antonio Ingroia. «Quella di Borgo Sabotino - dice - è un'esperienza purtroppo nata male, perché quello è un territorio molto difficile, forse il territorio della Regione Lazio più inespugnabile. Sia per la penetrazione criminale, che
è forte, sia perché c'è un clima sociale che è favorevole a queste presenze».

(continua nella sezione Rassegna stampa) Carlo Lania, Il Manifesto, 4-I-2013



Berlusconi non è ancora passato alla storia

INTERVISTA
«Berlusconi passato alla storia» è stato un fortunato libro del 2010, tradotto in Francia e Svezia, nel quale Antonio Gibelli, che insegna storia contemporanea all'Università di Genova, inquadrava il Cavaliere in una prospettiva lunga. E leggeva l'uscita di scena del fondatore di Forza Italia come il compimento di una funzione storica, più che la conseguenza dei mille accidenti nei quali da presidente del consiglio era rimasto impigliato. Due anni dopo, però, Berlusconi è ancora qui, in campagna elettorale e in tutte le tv.


Professore, ha scritto un «coccodrillo» e lo ha pubblicato troppo presto?
Qualcosa del genere. Il mio libro era soprattutto un auspicio, l'espressione di un bisogno personale ma forse non solo: quello di prendere le distanze dal fenomeno, di cominciare a guardarlo in modo prospettico, per evitare di rimanerne soffocati. Lo sguardo storico, distanziato anche se non avalutativo, è molto appropriato per compiere questa operazione terapeutica. Pensando da storico puoi trattare il tuo avversario come un oggetto.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Andrea Fabozzi, Il Manifesto, 4-1-2013



IL GRANDE DESERTO DEI DIRITTI


SI PUÒ avere una agenda politica che ricacci sullo sfondo, o ignori del tutto, i diritti fondamentali?
Dare una risposta a questa domanda richiede memoria del passato e considerazione dei programmi per il futuro. Ma bilanci e previsioni, in questo momento, mostrano un’Italia che ha perduto il filo dei diritti e, qui come altrove, è caduta prigioniera di una profonda regressione culturale e politica. Le conferme di una valutazione così pessimistica possono essere cercate nel disastro della cosiddetta Seconda Repubblica e nelle ambiguità dell’Agenda per eccellenza, quella che porta il nome di Mario Monti. Solo uno sguardo realistico può consentire una riflessione che prepari una nuova stagione dei diritti.
Vent’anni di Seconda Repubblica assomigliano a un vero deserto dei diritti (eccezion fatta per la legge sulla privacy, peraltro pesantemente maltrattata negli ultimi anni, e alla recentissima legge sui diritti dei figli nati fuori del matrimonio). Abbiamo assistito ad una serie di attentati alle libertà, testimoniati da leggi sciagurate come quelle sulla procreazione assistita, sull’immigrazione, sul proibizionismo in materia di droghe, e dal rifiuto di innovazioni modeste in materia di diritto di famiglia, di contrasto all’omofobia.

(continua nella sezione Rassegna stampa) triskel 182, Stefano Rodotà, la Repubblica, 3-I-2013



Riceviamo e pubblichiamo

ACQUA BENE COMUNE: SE HAI DETTO NO ALLA PRIVATIZZAZIONE, SOSTIENI LA RIPUBBLICIZZAZIONE!


Presentazione e confronto sulla Proposta di Legge alternativa per l’Abruzzo in materia di Servizio Idrico Integrato elaborata dal Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua


Mercoledì 9 gennaio

ore 17:00, c/o Libreria De Luca
(via De Lollis - Chieti)


Tutti i cittadini e le associazioni sono invitati a partecipare

Evento su facebook: https://www.facebook.com/events/305483626238501/
Comitato Acqua e Beni Comuni Chieti
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Riceviamo e pubblichiamo

http://www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2012/inquinamento/Toxic%20Threads%20report.pdf

Il rapporto di Greenpeace  Toxic threads-The Fashion big stitch-up, redatto per la campagna Detox e pubblicato in questi giorni, mette in evidenza come un’altissima percentuale di prodotti di abbigliamento in commercio contenga sostanze tossiche nocive per l’uomo e l’ambiente.

Il rapporto completo, frutto di un’indagine internazionale sui capi di abbigliamento di 20 catene di moda famose nel mondo (ZARA, Benetton, Jack & Jones, Only, Vero Moda, Blaek, C&A, Diesel, Esprit, Gap, Armani, H & M, Levi, Victoria 's Secret, Mango, Marks & Spencer, Metersbonwe, Calvin Klein, Tommy Hilfiger e Vancl),  informa che su un'alta percentuale dei capi analizzati sono state rilevate tracce di sostanze pericolose.

Alchilfenoli, ftalati e nonilfenoli etossilati sono le sostanze trovate da Greenpeace nei vestiti; esse possono alterare il sistema ormonale dell’uomo e, in alcuni casi, se rilasciate nell’ambiente, possono diventare cancerogene. L’inquinamento che ne deriva avviene non solo in fase di produzione, attraverso l’impiego di coloranti e agenti chimici tossici, pericolosamente rilasciati nelle acque e nell’ambiente circostante, ma anche tramite il successivo utilizzo dei capi, durante il lavaggio domestico e lo scarto finale. Ciò comporta l’esposizione diretta dei consumatori a questi elementi nocivi e l’introduzione degli stessi nella catena alimentare.

L’avvelenamento da moda è poi favorito dalla delocalizzazione delle sedi di produzione, per lo più dislocate in Paesi come India, Bangladesh, Cina, dove la manodopera è a basso prezzo, e in cui la legislazione sull’ambiente è meno stringente. Questa non è una novità; infatti, solo in Cina, il più grande fornitore di manufatti tessili anche per le grandi firme occidentali, un terzo della popolazione non ha accesso all’acqua potabile e l‘industria tessile è una delle principali cause di inquinamento.

Greenpeace nella sua campagna invita, dunque, a far pressione sulle aziende della moda affinché convertano la loro filiera produttiva a standard “puliti” e sicuri. E in particolare, lancia una petizione che tutti possono firmare verso Zara, il più grande rivenditore al mondo di capi d'abbigliamento che per ora resta in silenzio (mentre altri brand come H&M e Marks&Spencer si sono già impegnati a ripulire la propria filiera produttiva dalle sostanze tossiche).

http://www.greenpeace.org/italy/zara/