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Le anime belle della sinistra

Ora che la zuffa nella liti­giosa fami­glia sorta a soste­gno de l’Altra Europa con Tsi­pras pare sopita, si può dire paca­ta­mente qual­cosa. Si può inter­ve­nire senza timore di get­tare altro veleno nei pozzi già inqui­nati. Anche se non amo dare troppo rilievo alle sin­gole per­sone ( né, tanto meno, met­terle sotto accusa) è ine­vi­ta­bile par­tire dal sin­golo caso per svol­gere poi delle con­si­de­ra­zioni gene­rali. Dun­que, Anto­nia Bat­ta­glia ha abban­do­nato la lista Tsi­pras per incom­pa­ti­bi­lità con altri espo­nenti, pro­ve­nienti dalla Sel pugliese.

Ci si può inter­ro­gare un istante sull’arroganza set­ta­ria e l’irresponsabilità poli­tica di tale gesto? Si può abban­do­nare un campo di impe­gno, costruito su dif­fi­cili equi­li­bri, ma impor­tan­tis­simo per ten­tare una svolta di pos­si­bile sal­vezza per il nostro paese, per­ché alcuni mem­bri del col­let­tivo non hanno il san­gue per­fet­ta­mente blu? Si va via per­ché tra i can­di­dati nella lista ci sono degli appe­stati? Eppure i com­pa­gni di cui si chie­deva l’ostracismo non pro­ve­ni­vano dalle truppe ber­lu­sco­niane o dall’eterno ceto poli­tico tra­sfor­mi­sta e nem­meno dal Pd. Sono espo­nenti di Sel, un par­tito che , insieme a Rifon­da­zione comu­ni­sta, ha rinun­ciato al pro­prio sim­bolo e ha dato un con­tri­buto forse deci­sivo alla riu­scita di tutta l’operazione. Se Sel non avesse appog­giato, al suo con­gresso nazio­nale la can­di­da­tura Tsi­pras, l’Altra Europa sarebbe par­tita come un’anatra zoppa.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Piero Bevilacqua, Il Manifesto, 28-III-2014



Legge di iniziativa popolare e articolo 81

Fiscal compact

Art. 81, integrarlo per neutralizzarlo

Pare che, con la sua ambi­ziosa bal­danza, Renzi non sia riu­scito a con­vin­cere la signora Mer­kel dell’anacronismo dei divieti con­te­nuti nei Trat­tati euro­pei e della pos­si­bi­lità di atte­nuarne il rigore.

Evi­den­te­mente le tec­ni­che comu­ni­ca­to­rie del Pre­si­dente del Con­si­glio in carica hanno un limite di effi­ca­cia che non supera l’ambito delle pri­ma­rie. Il che la dice lunga sulla serietà di tali pra­ti­che ma anche sulla durezza del capi­ta­li­smo cano­niz­zato dal neo­li­be­ri­smo nei Trat­tati Ue.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Gianni Ferrara, Il Manifesto, 28-III-2014



Obama dal Papa:il Vangelo e il potere mondiale a confronto

Se Francesco detta l’agenda a Obama

I siti americani hanno subito lanciato in rete il succo dell’udienza, dicendo: “il papa ci sfida sulle questioni economiche e sociali”.

Sarebbe stato difficile immaginare i contenuti dell’incontro di Obama con il papa, se Obama stesso non ne fosse stato così impressionato da dedicare al racconto della sua conversazione con lui una parte preponderante della conferenza stampa tenuta insieme con Renzi e delle sue risposte ai giornalisti. Sarebbe stato difficile fare congetture, perché molte erano le questioni in gioco, mentre la crisi ucraina aveva quasi del tutto invaso il viaggio e i colloqui di Obama in Europa, e mentre da una parte della Chiesa americana era venuta la richiesta che il papa aprisse il contenzioso con il presidente degli Stati Uniti sulla riforma sanitaria e gli altri argomenti sensibili che vanno sotto il nome di “principi non negoziabili”.
Si sapeva però che il papa non era persona da farsi dettare l’agenda dagli altri, quando il suo modo stesso di fare il papa è di scompaginare le carte per andare al fondo delle cose e di farsi dettare l’agenda da quella autorità imprevedibile e irrefutabile che dal suo punto di vista è il Vangelo.

(continua nella sezione Rassegna stampa) www.noisiamochiesa.org/?p=3201 ‎Raniero La Valle in “Il Manifesto”, 28-III-2014



Renzi vuole stravolgere la Costituzione”: l’appello contro la riforma del Senato

"Un Parlamento delegittimato dalla Consulta non può stravolgere la carta". Giuristi e costituzionalisti sottoscrivono il testo diffuso da Libertà e Giustizia contro l'abolizione di Palazzo Madama e la revisione del Titolo V. Alessandro Pace: "Il bicameralismo ci ha salvato tante volte" Luca De Carolis, 28-III-2014



Appello per difendere la Costituzione

di Nadia Urbinati, Gustavo Zagrebelsky, Sandra Bonsanti, Stefano Rodotà, Lorenza Carlassare, Alessandro Pace, Roberta De Monticelli, Gaetano Azzariti, Elisabetta Rubini, Alberto Vannucci, Simona Peverelli, Salvatore Settis, Costanza Firrao


La svolta autoritaria

Stiamo assistendo impotenti al progetto di stravolgere la nostra Costituzione da parte di un Parlamento esplicitamente delegittimato dalla sentenza della Corte costituzionale n. 1 del 2014, per creare un sistema autoritario che dà al presidente del Consiglio poteri padronali. Con la prospettiva di un monocameralismo e la semplificazione accentratrice dell’ordine amministrativo, l’Italia di Matteo Renzi e di Silvio Berlusconi cambia faccia mentre la stampa, i partiti e i cittadini stanno attoniti (o accondiscendenti) a guardare. La responsabilità del Pd è enorme poiché sta consentendo l’attuazione del piano che era di Berlusconi, un piano persistentemente osteggiato in passato a parole e ora in sordina accolto.

Il fatto che non sia Berlusconi ma il leader del Pd a prendere in mano il testimone della svolta autoritaria è ancora più grave perché neutralizza l’opinione di opposizione. Bisogna fermare subito questo progetto, e farlo con la stessa determinazione con la quale si riuscì a fermarlo quando Berlusconi lo ispirava. Non è l’appartenenza a un partito che vale a rendere giusto ciò che è sbagliato. Una democrazia plebiscitaria non è scritta nella nostra Costituzione e non è cosa che nessun cittadino che ha rispetto per la sua libertà politica e civile può desiderare. Quale che sia il leader che la propone. Il Fatto Quotidiano, 28-III-2014



Riceviamo e pubblichiamo


COMUNICATO STAMPA DEL 27 MARZO 2014

Disastro di Bussi. Tutti i dati.

Il Forum Acqua: il peggiore scandalo della storia abruzzese.

Ora indagine epidemiologica e bonifiche, il vero grande cantiere per il lavoro.

Paga chi ha inquinato.

“Il peggiore scandalo della storia abruzzese” il Forum dei Movimenti per l'Acqua aveva definito così già nel 2008 il disastro ambientale che ha coinvolto Bussi e la Valpescara. La somministrazione per decine di anni e fino al 2007 di acqua dai Pozzi S. Angelo contaminati da solventi clorurati tossici e probabili cancerogeni quali tetracloruro di carbonio, cloroformio, esacloroetano, tricloroetilene e tetracloroetilene (e molte altre sostanze pericolose, come il temibile pentalorobenzene, in tracce) è solo una delle tante drammatiche probl ematiche che la devastazione dell'ambiente avvenuta nella Valpescara ha portato con sé.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Forum Abruzzese dei Movimenti per l'Acqua



Droga, rifiuti, edilizia e tanto altro: le mafie allungano i tentacoli in Abruzzo

Cosche locali, intimidazioni, spaccio, riciclaggio, traffici di rifiuti le mafie sono presenti nella Regione dal "verde sempre più sbiadito", si finanziano e ripuliscono fondi...

E in difesa della Regione dal "verde sempre più sbiadito" firmiamo e facciamo firmare l'appello per la bonifica di Bussi e l'indagine epidemiologica in Val Pescara https://secure.avaaz.org/it/petition/Ministri_dellAmbiente_e_della_Salute_Presidente_della_Regione_Abruzzo_DISASTRO_AMBIENTALE_IN_VALPESCARA_SI_A_BONIFICA_E_/

Non è mafia e camorra ma anche questo avvelena la nostra terra, la nostra salute e il nostro futuro.

Il 3 Dicembre 2011 in un comunicato-appello si ricordava l'urlo di don Peppe Diana, il sacerdote assassinato nel 1994 perché non si arrendeva ad una Campania "unica grande Gomorra" in mano alla camorra. Nei mesi precedenti, il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri, in visita in Abruzzo, lanciò un fortissimo allarme sulla speculazione edilizia e su come le mafie vi riciclano "denaro sporco".

(continua nella sezione Rassegna stampa) Alessio Di Florio, Chietiscalo.it, 27-III, 2014



Decreto legge sul Lavoro

Uno sconcio etico e incostituzionale

Il governo non ha perso tempo con il decreto legge (n. 34, 20 Marzo) che, libe­ra­liz­zando i con­tratti a ter­mine, dive­nuti ora sem­pre “acau­sali”, con­danna al “pre­ca­riato a vita” tutti quelli che, gio­vani e vec­chi, tro­ve­ranno o cam­bie­ranno lavoro. E’ un cri­mine sociale di enorme pro­por­zioni, com­messo nell’indifferenza quasi totale di par­titi e sin­da­cati, con l’eccezione — va rico­no­sciuto — della Cgil e di Susanna Camusso, da cui è giunta una vera ripulsa, un po’ ritar­data ma almeno molto netta.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Piergiovanni Alleva, Il manifesto, 25-III-2014



Italicum, peggio della Legge Acerbo voluta dal fascismo

Adesso che la legge elettorale, concordata fra Renzi e Berlusconi ma effettivamente scritta da Verdini, è stata approvata da un ramo del Parlamento, la realtà ci dimostra quanto sia utile un sistema bicamerale come clausola di salvaguardia per garantire che le decisioni politiche più importanti non siano assunte nella fretta e con l'inganno.

Fino a quando non sarà abolita la seconda Camera i blindati del decisore politico di turno non potranno passare a passo di carica sui diritti del popolo bue, travolgere l'eguaglianza, sopraffare le minoranze politiche o sociali. Dovranno affrontare il terreno accidentato delle pause di riflessione, delle contestazioni dell'opinione pubblica e dei ripensamenti che possono allignare persino nella coscienza degli yes-men inviati dai partiti in Parlamento.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Domenico Gallo, Micromega, 12-III-2014



Il governo Renzi e la scuola: rivoluzione o restaurazione?

Una rivoluzione culturale, annuncia la ministra dell’Istruzione: ma non si tratta di un ritorno d’attualità del compagno Mao e delle sue guardie rosse. La ministra Giannini non sembra affatto una seguace del grande timoniere. E’ decisa o almeno decisionista (che non significa la stessa cosa) e perciò non ha guardato per il sottile nella scelta della sigla per l’azione da svolgere nella scuola. Un settore che gode di una grande attenzione in questo governo: mentre il premier Renzi compie una tournée negli istituti scolastici e promette ai bambini di rifare il tetto agli edifici, la sua ministra si occupa delle fondamenta e promette di rovesciare nientemeno che il paradigma culturale dell’istruzione tutta.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Adriano Prosperi, Micromega,10-III-2014


Silenzio, parla Moretti

Dice molte e inte­res­santi cose la stiz­zita rea­zione del cava­lier Moretti alla minac­cia di vedersi decur­tato il mode­sto sala­rio di 850mila euro annui. Una sor­tita inde­cente, che parla di una casta di alti fun­zio­nari blin­data nel pri­vi­le­gio. Sorda alle con­di­zioni di dif­fi­coltà nelle quali vive oggi la stra­grande mag­gio­ranza dei cit­ta­dini. Imper­mea­bile alle più ele­men­tari ragioni della solidarietà.

Il bello è che non passa giorno senza che nuovi dati docu­men­tino un disa­gio dila­gante. Nuovi poveri, nuovi disoc­cu­pati, altri diritti cal­pe­stati. Non arriva nulla di tutto ciò a que­sti signori, come nulla arri­vava alla sovrana di Fran­cia che imma­ginò di distri­buire crois­sants a chi non aveva pane. Inde­cente. Ma anche molto istrut­tivo, come e più del caso Mastra­pa­squa che un paio di mesi fa tenne banco nelle cro­na­che di que­sta nuova «razza padrona».

(continua nella sezione Rassegna stampa) Alberto Burgio, Il Manifesto, 22-III-2014



Fosse Ardeatine, dopo 70 anni è stata fatta giustizia?

Non parlo solo della giu­sti­zia dei tri­bu­nali — anch’essa peral­tro abba­stanza ina­de­guata, dalla fuga di Kap­pler con le com­pli­cità sta­tali fino alle vicis­si­tu­dini del pro­cesso Prie­bke e alla farsa seguita alla sua morte. Que­sta giu­sti­zia può, qual­che volta, punire i col­pe­voli, ma non ren­dere giu­sti­zia alle vit­time per­ché ha comun­que un ambito neces­sa­ria­mente e giu­sta­mente limi­tato: tratta il “caso” da un punto di vista stret­ta­mente penale e indi­vi­duale e lascia a noi la respon­sa­bi­lità di una giu­sti­zia più vasta, che riguarda i sen­ti­menti, la società e la sto­ria. Su que­sto piano, l’ingiustizia continua.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Alessandro Portelli, Il Manifesto, 22-III-2014



N
on basta ricordare


Il 21 di marzo, ormai da 19 anni, non è più soltanto il primo giorno di Primavera. Oggi, come ogni anno, in tutta Italia si ricordano tutte le vittime innocenti delle mafie. Sono circa 900. Un lungo elenco per ricordare tutti, ma proprio tutti quei cittadini e cittadine che hanno perso la vita per la nostra libertà, la nostra democrazia. Lo facciamo insieme, nella Giornata nazionale della memoria e dell’impegno promossa da Libera e Avviso pubblico, perché vogliamo che in questo giorno di risveglio della natura anche il nostro contesto sociale si ri-svegli e ri-parta la primavera della speranza, della verità e della giustizia.

Quest’anno i nomi e i cognomi delle vittime innocenti di mafia verranno scanditi durante la veglia con oltre 700 familiari che si svolgerà nella chiesa di San Gregorio a Roma insieme a Francesco.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Luigi Ciotti, Il Manifesto, 21-III-2014


Scandalo alla Regione Abruzzo/ Sesso e contratti dalla Gruber: giornalisti sotto accusa

Non c’è niente di più interessante che vedere un giornalista fare le pulci ad altri giornalisti: non si sa mai come va a finire.
Quando accade, i lettori si appassionano, proprio come si sono appassionati gli spettatori di “Otto e mezzo” che qualche sera fa hanno assistito alla trasmissione dedicata da Lilli Gruber alla vicenda di Lucia Zingariello, la segretaria dell’assessore regionale abruzzese Luigi De Fanis, salita alla ribalta per uno scandalo di tangenti che vede come protagonista il suo datore di lavoro.
Uno scandalo che si è caricato strada facendo di altri particolari piccanti, come quelli legati ad un “contratto” di natura tutta particolare tra la stessa Zingariello e De Fanis.
A rivelarlo, attingendo ai documenti processuali, è stato un bravo giornalista di “Repubblica”, Giuseppe Caporale, che ha raccontato i particolari dell’affaire rimbalzati poi su altri giornali e televisioni.
Giusto per avere un’idea, Caporale ha tra l’altro parlato di un «contratto sessuale stipulato dentro la sede della Regione Abruzzo tra l’assessore alla Cultura Luigi De Fanis e la sua segretaria».

(continua nella sezione Rassegna stampa) Primo Di Nicola, La Repubblica, 17-III-2014


Riceviamo e pubblichiamo

17 marzo

GOOD NEWS Oggi il Consiglio regionale del Lazio ha approvato all'unanimità la legge sull'acqua. Si tratta di norme di iniziativa popolare proposte da 39 Comuni del Lazio, primo fra tutti Corchiano, e sottoscritte da 40mila cittadini. E in Abruzzo?

(continua nella sezione Rassegna stampa) Coordinamento Regionale Acqua Pubblica


Crimea: il delitto internazionale

Referendum in Crimea. La svolta buona? Un’Ucraina neutrale e fuori dalla Nato

Ci sono due sta­tue nei Bal­cani che, se potes­sero par­lare, rac­con­te­reb­bero che cos’è dav­vero il diritto inter­na­zio­nale. Le sta­tue erette a furor di popolo sono, in Croa­zia, quella del fu mini­stro degli esteri della Ger­ma­nia Die­trich Gen­sher, del quale tro­neg­gia dal 1994 un busto sull’isola di Brac, e a Pri­stina in Kosovo quella in bronzo dell’ex pre­si­dente sta­tu­ni­tense Bill Clin­ton. Il primo, Gen­sher, in aperta vio­la­zione del diritto inter­na­zio­nale, fomentò, sostenne e finan­ziò la nascita del nuovo Stato croato che, come la Slo­ve­nia, dopo refe­ren­dum si era auto­pro­cla­mato indi­pen­dente su base etnica, (la Slo­ve­nia era «la patria degli slo­veni» e la Croa­zia quella «dei croati», in poche parole, l’inizio della puli­zia etnica).La Ger­ma­nia e con lei, subito, il Vati­cano non si cura­rono del fatto che esi­steva ancora la Fede­ra­zione jugo­slava, con seg­gio all’Onu, con un governo e la pre­si­denza Mar­ko­vic che inu­til­mente cor­reva nelle capi­tali euro­pee per farsi soste­nere nel ten­ta­tivo di sal­vare l’istituzione fede­rale men­tre la guerra era già scop­piata. Non solo, la Ger­ma­nia sostenne le nuove pic­cole patrie e le mili­zie nazio­na­li­ste, incu­rante della vora­gine san­gui­nosa che si sarebbe aperta nella Bosnia Erze­go­vina dove tutte le etnie, reli­gioni e lin­gue erano rap­pre­sen­tate.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Tommaso Di Francesco, il Manifesto, 16-III-2014



Riceviamo e pubblichiamo

 

 

VENERDI 21 MARZO ore 17
presso il Museo di Scienze Biomediche a Chieti


Il Presidio Libera Chieti Melissa Bassi, in collaborazione con l'associazione "Musica contro le mafie" , promuove per il giorno della Memoria e dell'Impegno, la presentazione del documentario e del libro (edito da Rubettino- MKRecords) "Musica contro le mafie: L'alternativa", nel quale si alternano le testimonianze di tanti artisti con quelle di scrittori, giornalisti e testimoni di giustizia.
Gli artisti promuovono un messaggio di impegno, di consapevolezza, di riflessione e un invito alla "cittadinanza attiva".

Interverranno:

Gennaro De Rosa (coord. nazionale "Musica contro le Mafie" e curatore dell'omonimo libro)

Valentina Luise (ref. Libera Chieti)


Si esibirà uno degli artisti che hanno aderito al progetto:
Federico Cimini


Moderatore

Antimo Amore (giornalista
)

 

 

 


Chieti nuova 3 febbraio

 

in collaborazione con

l’ITCG “F. Galiani-R. de Sterlich”, il Liceo Classico “G. B. Vico”, l’ Unitre, , nell’ambito della XIV edizione del progetto Il Calendario della Repubblica-Il Dovere della Memoria, promuove la realizzazione delle lezioni - spettacolo sulla emigrazione per l’Istituto Tecnico “F. Galiani” e per il Liceo Classico “G. B. Vico”, a cura dell’associazione L’altritalia e della Compagnia Teatrale “Il piccolo resto”.

Il 7 e l’8 marzo, le lezioni si sono svolte presso l’Istituto Tecnico “F. Galiani”; Venerdì 14 marzo 2014, dalle ore 9,15, si svolgeranno presso il Liceo Classico “G.B. Vico”- Chieti

 

Nessuno lo sapeva che eravamo santi

Lezione – spettacolo su Marcinelle e l’emigrazione

incentrata sul video documentario

Uomini a perdere di Antonello Tiracchia

e

Nessuno lo sapeva che eravamo santi

di Eraldo Miscia

regia di Eva Martelli

Note di regia:

Lezione- spettacolo

Il 1 giugno 2013 nella Miniera di Bois du Cazier, a Marcinelle, in Belgio, ora trasformata in un Museo sulla condizione del lavoro dell’uomo e sito Unesco, l’Associazione Culturale L’Altritalia e la Compagnia teatrale “Il piccolo resto” hanno messo in scena lo spettacolo “Nessuno lo sapeva che eravamo santi”, regia di Eva Martelli, tratto dall’omonimo poemetto di Eraldo Miscia, ispirato alla tragedia mineraria di Marcinelle dell’8 agosto 1956.

Nella stessa occasione, il documentarista Antonello Tiracchia ha raccolto materiale video ed interviste per produrre e realizzare il documentario “Uomini a Perdere,” per raccontare il dramma di chi, spinto dalla miseria, abbandona la propria terra e le proprie origini, inseguendo la speranza di migliorare la qualità della propria vita.

Nella lezione - spettacolo il lavoro teatrale e quello documentaristico si fondono per raccontare gli anni dell’emigrazione italiana del dopoguerra e le condizioni economiche e sociali del nostro paese e della nostra regione. Attraverso la parola, l’immagine e la cronaca si intende riflettere su una pagina importante della nostra storia, ma soprattutto sollecitare la riflessione sulla nuova emigrazione, sui diritti e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro dell’Italia di oggi.

(continua nella sezione Rassegna stampa)



Anticorruzione, la scommessa difficile del pm anticamorra Raffaele Cantone

Classe 1963, napoletano, oggi in Cassazione ma con un passato famoso per aver lottato con successo contro il clan dei casalesi – fino a far condannare all'ergastolo boss come Francesco Schiavone, detto Sandokan – Raffaele Cantone approda alla guida dell'Anticorruzione: la nomina, ha detto il premier Matteo Renzi, avverrà al Consiglio dei ministri di mercoledì. Il prestigio di Cantone è indiscusso e raccoglie consensi unanimi. Ma la scommessa è tutta da vincere, per motivi noti e meno noti.
Una storia tormentata
La struttura dell'Anticorruzione, infatti, è ben lungi dall'essere un gruppo agguerrito e poderoso di ispettori e 007 pronti a scovare i mille rivoli dell'illegalità sparsi nella pubblica amministrazione. La stessa storia di questo ufficio lo dimostra, al di là delle figure di prestigio che l'hanno guidato. Nasce nel 2003, con la legge n. 3, il nome è tutto un programma: «Alto commissario per la prevenzione e il contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito all'interno della pubblica amministrazione». Al governo c'è Silvio Berlusconi, il primo alto commissario è il magistrato Gianfranco Tatozzi: se ne andrà dopo due anni denunciando una non meglio specificata «scarsa sensibilità» verso la lotta alla corruzione. Poi si scatena una serie di superprefetti: nell'ordine Bruno Ferrante, Achille Serra e Vincenzo Grimaldi, tutti al top della carriera e con un passato comune, tra l'altro, nell'incarico di vicecapo del Dipartimento di Pubblica sicurezza.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Marco Ludovico, 10–III-2014, Il Sole 24ore



Vittoria!
Glassing ritira lo spot offensivo della memoria di Peppino Impastato.

Ora chiedi a Crocetta che il casolare dove fu assassinato Peppino venga consegnato alla collettività.
Abbiamo vinto! La Glassing ha ritirato lo spot che utilizzava l’icona di Peppino Impastato per pubblicizzare i propri occhiali.


Sabato scorso il pubblicitario della Glassing, Pasquale Diaferia, ha partecipato al convegno "Peppino Impastato: l'icona e la realtà" che ha visto coinvolti diversi rappresentanti dell'antimafia di Cinisi (Palermo), gli amici e familiari di Impastato. All’incontro, al quale ho avuto il piacere di partecipare portando la tua e le oltre 63.000 firme raccolte su Change.org, il pubblicitario ha dichiarato: "Io chiedo scusa ufficialmente per non aver chiamato la famiglia chiedendo l'autorizzazione dell'utilizzo dell'immagine di Peppino Impastato”.

Lo spot dunque è stato cancellato dalla programmazione televisiva e dallo stesso sito dell'azienda di occhiali da sole. Questa è la vittoria di tutti coloro che hanno firmato la nostra petizione e che si riconoscono della figura di Impastato come esempio educativo di grande integrità morale per aver contrastato Cosa Nostra in ogni sua forma, prendendo le distanze nei confronti del padre Luigi affiliato alla Mafia. Peppino Impastato all'età di 15 anni ha conosciuto cos'era l'organizzazione criminale Cosa Nostra e promettendosi di dare la vita per opporsi ad essa ha mantenuto tale impegno.

Un sincero grazie a tutti coloro che hanno sostenuto la nostra petizione da ogni parte dell'Italia e con diversi contatti dal mondo dove Peppino è conosciuto.

L'icona di Impastato non può in alcun mono essere mercificata. Questa è un?importante vittoria che va in questa direzione, ma c’è ancora molto da fare per tenere viva la memoria di coloro che sono morti combattendo la mafia. Per questo ti chiedo di firmare la petizione che chiede al Presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, che il casolare dove fu assassinato Peppino Impastato venga consegnato alla collettività. Ivan Vadori regista "La Voce di Impastato”



Riceviamo e pubblichiamo

Giornata internazionale della donna

RICORDO DI AMERIGA D'ANGELO, LA DONNA CHE SCHIAFFEGGIÒ GUIDO CRISTINI

Ameriga D'Angelo nasce a Palombaro l'11 settembre 1900. Insegnante elementare (ha conseguito il diploma alle Scuole Magistrali di Roma), nel suo paese frequenta la Chiesa Episcopale Evangelica ed è attiva propagandista delle idee socialiste, diffuse in provincia da Guido Torrese, fondatore nel 1919 della Camera del Lavoro di Chieti, e l'anno seguente da Giacomo Matteotti, chiamato a celebrare la festa del 1° Maggio. La sua barbara uccisione suscita sdegno e profonda commozione nell'animo della giovane maestra. Sollecita i compagni a inviare un telegramma di solidarietà alla famiglia e a partecipare alle iniziative promosse dagli organi nazionali del partito, distribuendo cartoline e medagliette con la foto del Martire.

(continua nella sezione Riceviamo e pubblichiamo) Filippo Paziente, storico


Il presidente della porta accanto

Con la sua surreale montagna di parole, Renzi ha partorito il pisolino. E i segni incontenibili della noia si avvertivano anche tra i suoi senatori, increduli dinanzi a tanta vuotaggine. L’attenzione alla postura delle mascelle, il sorriso stampato in faccia non sono bastati per un discorso all’altezza del ruolo di governo che si accinge a ricoprire e in sintonia con il luogo istituzionale che l’ospitava. Ha citato subito la Cinquetti (al Quirinale il politico pop aveva evocato Celentano), il «ragazzo» presidente che gioca molto sull’età.
Ma, alla fine della sua disadorna esposizione, rimbalzano piuttosto le note amare di Battiato, quelle un po’ strazianti sulla povera patria. A Palazzo Madama, dopo la scialba prova oratoria, resta scolpita l’impressione ferrea del nulla, del pesante nulla però che si insedia al potere in un tempo di crisi che non lascia alcuno scampo.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Michele Prospero, Il Manifesto, 25-II-2014


Renzi - il potere e il tradimento

È fatale: una volta che hai scelto Tony Blair come modello, per forza approdi al tradimento. Tradimento della sinistra e dell’Europa che pretendi risuscitare, tradimento di promesse fatte nelle primarie o nei congressi. Non dimentichiamo il nomignolo che fu dato al leader laburista, negli anni della guerra in Iraq: lo chiamarono il «poodle di Bush jr», il barboncino-lacchè sempre scodinzolante davanti alla finte vittorie annunciate dal boss d’oltre Atlantico. Non dimentichiamo, noi che ci siamo imbarcati nel bastimento della Lista Tsipras, come Blair lavorò, di lena, per distruggere il poco di unione europea che esisteva e il poco che si voleva cambiare. Fu lui a non volere che i Trattato di Lisbona divenisse una vera Costituzione, di quelle che cominciano, come la Carta degli Stati Uniti, con le parole: «Noi, il popolo....». Fu lui che si oppose a ogni piano di maggiore solidarietà dell’Unione, e rifiutò ogni progetto di un’Europa politica, che controbilanciasse il potere solo economico esercitato dai mercati e in modo speciale dalla city.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Barbara Spinelli, Micromega, 24-II-2014


L'attesa della povera gente

"[Qual è] l'attesa della povera gente (disoccupati e bisognosi in genere)? La risposta è chiara: un Governo ad obbiettivo, in certo modo, unico: strutturato organicamente in vista di esso: la lotta organica contro la disoccupazione e la miseria. Un Governo, cioè, mirante sul serio (mediante l'applicazione di tutti i congegni tecnici, finanziari, economici, politici adeguati) alla massima occupazione e, al limite, al «pieno impiego ».
Altra attesa -rispetto al governo- la povera gente né aveva, né ha: senza saperlo essa fa propria la tesi dell'Economist del Febbraio scorso: il «pieno impiego» è l'imperativo categorico fondamentale di un governo che sia consapevole dei compiti nuovi affidati agli Stati moderni.
Ma volere seriamente la massima occupazione e, al limite, il pieno impiego, significa accettare alcune premesse e volere alcuni strumenti senza l'uso dei quali non è possibile raggiungere quel fine.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Giorgio La Pira, "Cronache Sociali", 1950



Chieti nuova 3 febbraio

in collaborazione con
l’ITCG “F. Galiani-R. de Sterlich”, la Fondazione Carichieti, il Liceo Classico “G. B. Vico”, l’ Unitre, presenta, nell’ambito della XIV edizione del progetto Il Calendario della Repubblica-Il Dovere della Memoria, Venerdì 28 febbraio 2014, alle ore 17.00, presso l’Auditorium Fondazione Carichieti, Palazzo de' Mayo, Corso Marrucino, 121 – Chieti, a cura dell’associazione L’altritalia e della Compagnia Teatrale Il piccolo resto, lo spettacolo Se ci fosse luce- raccontando il caso Moro di e con Marco Bellelli, Gianna Di Donato, Paola Di Diego, Emanuela D’Ortona, regia di Eva Martelli, assistenza tecnica Rino D’Ulisse, Armando Minutolo.


Aldo Moro, nato nel 1916 a Maglie, politico e giurista italiano, eletto, nel 1946, all’Assemblea Costituente, fece parte della Commissione che si occupò di redigere la Costituzione. Successivamente fu Presidente del Consiglio dei ministri, Segretario politico e Presidente del Consiglio nazionale della Democrazia Cristiana.
Sequestrato il 16 marzo 1978, in via Fani, a Roma, dalle Brigate Rosse, che uccisero i cinque uomini della scorta Domenico Ricci, Oreste Leonardi, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera, Francesco Zizzi, visse prigioniero cinquantacinque giorni; il suo corpo senza vita fu ritrovato il 9 maggio successivo in via Caetani, nel centro della Capitale. Indagini, lunghi dibattiti politici sull'opportunità di trattare per la liberazione dell'ostaggio, pubblicazioni di messaggi delle BR e lettere dello stesso Aldo Moro caratterizzarono quei lunghissimi giorni.

Note di Regia:
L’assassinio di Aldo Moro, e dei cinque uomini della sua scorta, rappresenta una delle pagine più drammatiche della storia della nostra Repubblica.
"Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali, come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo”. Cosi scriveva Aldo Moro nella sua ultima lettera, durante la sua prigionia, nell’imminenza del suo assassinio.
Anni dopo, Oscar Luigi Scalfaro, Presidente della Repubblica, così commentò gli avvenimenti di quei giorni: “(…) una successione di processi riuscì a raggiungere i responsabili dell’orrendo crimine. Ma le intelligenze criminose, che scelsero, mirarono e centrarono il bersaglio in quel momento politico essenziale, sono comprese in quei processi? E, se no, a quale giudice risponderanno? Eppure ne risponderanno”.
Raccontare il caso Moro nasce dall’esigenza di ricordare il sacrificio delle vittime del terrorismo, ma rappresenta anche il tentativo di “capire”, e di portare un po’ di luce fra le tante zone d’ombra di quella vicenda, ove si celano responsabilità dimenticate e poco conosciute.



Per la Biblioteca “A. C. De Meis” – Chieti
Riceviamo e pubblichiamo


C O M I T A T O C I T T A D I N O
per la salvaguardia e il rilancio della città di C H I E T I



L’Assemblea pubblica promossa dalla Consulta comunale delle Associazioni, settore Cultura, Beni Culturali, Ambiente – allargata ad altre associazioni, club services, organizzazioni di categoria e professionali, singoli cittadini – riunitasi il giorno 7 febbraio 2014 presso la Sala del Consiglio Provinciale di Chieti, approva e promuove la seguente petizione:

“LA BIBLIOTECA A.C. DE MEIS ALL’EX OSPEDALE MILITARE”

Premesso

Che si rivolge un forte appello a singoli, associazioni ed enti, per una grande alleanza capace di affrontare e individuare possibili soluzioni alla problematica situazione che investe le strutture e la vita culturale della città che necessitano, senz’altro indugio, di un’azione e di un progetto capaci di rilanciare il ruolo di Chieti città della cultura, nel territorio metropolitano, regionale, nazionale;

Che il primo obiettivo di questo impegno unitario può riguardare, stante la situazione di assoluta emergenza, la sistemazione della Biblioteca provinciale “Angelo Camillo De Meis”, da troppi anni in attesa di una definitiva collocazione decorosa, pienamente fruibile e in edifici di proprietà pubblica, senza esorbitanti costi per la collettività, e il ripristino della biblioteca comunale di Chieti Scalo;

Che per quanto riguarda la sede storica della De Meis, oggetto del crollo nella notte tra il 2 e il 3 giugno 2005, nel prendere atto del fatto che gli stanziamenti già acquisiti ed effettivamente disponibili sono sufficienti solo per la messa in sicurezza dell’esistente e la realizzazione dell’unico piano previsto dall’attuale progetto, si sollecita la realizzazione dei relativi lavori senza ulteriori ritardi così da eliminare il deturpante “rudere moderno” e consentire alla parte recuperata dell’edificio di assolvere all’uso pubblico, a servizio delle esigenze cittadine in particolare a fini culturali;

Che Chieti Scalo da troppi anni non ha uno spazio culturale pubblico a disposizione dei cittadini;

Chiedono

Che, alla luce degli impegni pubblicamente assunti dal Presidente della Provincia e dal Sindaco di Chieti, si ponga in essere ogni possibile iniziativa, intervento, adempimento per il trasferimento della Biblioteca provinciale presso l’ex ospedale militare alla Villa Comunale, tassello di una cittadella della cultura, integrata con i vicini musei di Villa Frigerj, Civitella e Museo Universitario anche al fine di creare un centro di attrazione importante per avviare il rilancio della città (si evidenzia che l’ex ospedale militare, in attività sino a pochissimi mesi fa e quindi sostanzialmente già a norma, è infatti nelle condizioni di accogliere la biblioteca in tempi relativamente brevi, con pochi interventi, almeno rispetto alla gran parte degli edifici pubblici presenti nel territorio, in disuso da anni e altrimenti bisognosi di interventi di adeguamento allo scopo, i cui costi sono improponibili nella attuale situazione di crisi economica);

Che, in tempi ragionevolmente brevi, venga definita a Chieti Scalo la sede per la biblioteca comunale che sia decorosa, pienamente fruibile e in edifici di proprietà pubblica;

Costituiscono

un Comitato cittadino cui danno mandato per la gestione della presente petizione e per l’avvio di un programma di eventi e attività finalizzato al superamento delle difficoltà che stanno progressivamente deteriorando il tessuto socio-economico-culturale di Chieti.


Riceviamo e pubblichiamo

C O M I T A T O C I T T A D I N O
per la salvaguardia e il rilancio della città di C H I E T I



“LA BIBLIOTECA A.C. DE MEIS ALL'’EX OSPEDALE MILITARE”

“PORTA UN LIBRO ALLA VILLA”


Nota di Chieti nuova 3 febbraio
**Evidentemente, è sfuggita la richiesta, presente nella petizione, di “realizzazione dei… lavori …relativi al recupero e alla sistemazione di parte del deturpante rudere moderno di piazza dei Templi romani””,


Il Comitato cittadino interassociativo per il rilancio di Chieti e **per la restituzione ai cittadini delle biblioteche De Meis (da anni in un capannone privato con costi esorbitanti per la collettività) e comunale dello Scalo (da anni chiusa) si prepara al suo esordio pubblico.
Domenica 23 dalle 10:00 alla Villa comunale (in caso di maltempo in piazza G.B. Vico) saremo presenti con un banchetto informativo e di raccolta firme per la petizione, sottoscritta in pochi giorni già da oltre 500 persone, per il trasferimento della De Meis nei locali dell’ex ospedale militare.
Il Comitato, il cui nome sarà scelto dai cittadini attraverso un sondaggio già in corso su facebook (COMITATO CITTADINO PER I CITTADINI DI CHIETI, gruppo aperto), ha già raccolto l’adesione di ben 63 associazioni (si riporta l’elenco completo) a dimostrazione di quanto la tematica sia sentita in città.
A proposito delle caserme abbandonate, alcune informazioni trapelate nei giorni scorsi sembrerebbero indicare il possibile riuso della Berardi in favore dell’Arma dei Carabinieri, mentre per la Bucciante (ex convento Sant’Andrea ed ex ospedale militare) si vocifera di un diniego alla cessione non suffragato da alcuna motivazione, anche se ultimissime notizie (è un accavallarsi di voci di segno contrario) aprono a un qualche spiraglio.
Il Comitato, che sta assumendo in proprio ogni utile informazione, chiederà al Comune di Chieti di impegnarsi per avere risposte chiare e nel caso per opporsi, come consente la legge, ad un eventuale rifiuto. Chiede inoltre al Consiglio comunale di esprimersi in forma unanime sia per sollecitare con forza la creazione nell’ex ospedale di un polo culturale, a cominciare subito dalla De Meis, sia per variare la destinazione d’uso urbanistica dell’area destinandola chiaramente e per sempre alla cultura, scongiurando in tal modo anche la semplice ipotesi di future speculazioni a danno della collettività.
“PORTA UN LIBRO ALLA VILLA” - Domenica prossima, 23 febbraio, alle ore 10, l’invito è a vederci tutti in piazza per testimoniare, ciascuno con la propria presenza, portando un libro per rappresentare simbolicamente la biblioteca che non c’è, e con la sottoscrizione della petizione, la volontà di restituire un ruolo importante al centro storico e alla città intera, in modo che la scelta culturale sia nei fatti e non soltanto negli slogan. Per conto del Comitato Giampiero Perrotti


Berlusconi graziato dalla tv

In un paese come il nostro, dove la grande mag­gio­ranza dei cit­ta­dini non legge né libri né gior­nali, che si forma un’opinione poli­tica ascol­tando la tv, men­tre pranza o bighel­lona in casa, la verità dei fatti rischia costan­te­mente l’esilio. La mag­giore azienda cul­tu­rale ita­liana, la tv pub­blica, ha con­tri­buito non poco e con­ti­nua a con­tri­buire a ren­dere incerto il con­fine tra verità e men­zo­gna, a ren­dere opi­na­bile il diritto, a far diven­tare eva­ne­scente la san­zione delle leggi, a capo­vol­gere i prin­cipi stessi della mora­lità. In una parola, anch’essa lavora per ren­dere sca­dente l’etica civile dell’Italia.

Ma Sil­vio Ber­lu­sconi non era stato con­dan­nato in via defi­ni­tiva per frode fiscale l’1 ago­sto del 2013, vale a dire ben 6 mesi fa? Non era stato dichia­rato deca­duto dal suo seg­gio di sena­tore il 27 novem­bre dello stesso anno? Ebbene, a giu­di­care dal suo insonne atti­vi­smo sulla scena pub­blica ita­liana, sem­bre­rebbe che quelle deci­sioni, gravi e solenni, siano stati pura fin­zione, una recita tea­trale da lasciare alla memo­ria di un tabel­lone di car­ta­pe­sta. E non mi rife­ri­sco qui alla vera e pro­pria resur­re­zione che il per­so­nag­gio ha vis­suto nelle ultime set­ti­mane, gra­zie all’iniziativa di Mat­teo Renzi, poi coro­nata dall’apoteosi del sua salita al Qui­ri­nale. Quelle che osser­viamo in que­sti giorni sono le sequenze ultime di un film che non ha mai ces­sato di svol­gersi sui tele­schermi nazionali.

Per la tv ita­liana Sil­vio Ber­lu­sconi non è mai stato con­dan­nato, né mai cac­ciato dal Senato della Repub­blica.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Piero Bevilacqua, Il Manifesto, 20-II-2014



Riceviamo e pubblichiamo

Mostra

SIRONI E LA GRANDE GUERRA

L’arte e la prima guerra mondiale dai futuristi a Grosz e Dix
a cura di Elena Pontiggia


22 febbraio 2014 ore 18

Palazzo de’ Mayo - S.E.T. Spazio Esposizioni Temporanee
Corso Marrucino, 121 | Chieti



A Palazzo de’ Mayo sabato 22 febbraio alle ore 18 si apre al pubblico “SIRONI E LA GRANDE GUERRA L’ARTE E LA PRIMA GUERRA MONDIALE DAI FUTURISTI A GROSZ A DIX”,
la mostra a cura di Elena Pontiggia che apre in Italia le riflessioni sul centenario della Prima guerra mondiale attraverso le opere che hanno rappresentato la drammatica esperienza del conflitto.

Da BALLA a CARRA’, da LEGER a GROSZ e DIX, da PREVIATI a NOMELLINI, cuore della mostra è però la figura di MARIO SIRONI , di cui per la prima volta vengono analizzate organicamente le opere degli anni 1915-1918 e la tematica della guerra.
La mostra, promossa e organizzata dalla Fondazione Carichieti, rientra nel programma ufficiale delle Commemorazioni del Centenario Prima Guerra Mondiale 2014/2018, e ha ricevuto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, il Patrocinio della Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell’Abruzzo, della Presidenza del Consiglio Regionale Regione Abruzzo e della Provincia di Chieti.

Periodo di apertura al pubblico:
22 febbraio - 25 maggio 2014
Aperto anche il 20 aprile (Pasqua), il 25 aprile e il 1 maggio.
Orario:
martedì - venerdì 10,00 - 13,00
sabato - domenica 10,00 - 13,00 / 16,00 - 20,00
Ingresso gratuito - Lunedì chiuso
Visite guidate gratuite previa prenotazione telefonica anticipata

Per info:
FONDAZIONE CARICHIETI
Museo Palazzo de' Mayo e S.E.T. (Spazio Esposizioni Temporanee)
Largo Martiri della Libertà - 66100 Chieti
T. +39 0871/359801
F. +39 0871/347606


Riceviamo e pubblichiamo

Alcune riflessioni sul defunto editore Marino Solfanelli

La risposta del figlio Marco al comunicato stampa della sezione ANPI di Chieti, firmato dal presidente Aldo Grifone ("Il Centro", cronaca di Chieti, 31 gennaio 2014), contiene affermazioni che meritano una replica pacata, ma ferma, e alcune riflessioni sulle vicende del padre nel periodo bellico. L'ANPI di Chieti ha diffuso il comunicato non per "infangare il dolore degli altri", ma perché ha il dovere di difendere la nostra Resistenza dalle incomplete o errate ricostruzioni storiche, dalle strumentalizzazioni politiche, dalla rimozione e dall'oblio.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Filippo Paziente, storico e socio della sezione ANPI "Alfredo Grifone"


C
OMUNICATO


Chieti nuova 3 febbraio, in collaborazione con l’ITCG “F. Galiani-R. de Sterlich”, il Liceo Classico “G. B. Vico”, l’ Unitre, nell’ambito della quattordicesima edizione della manifestazione Il Calendario della Repubblica-Il Dovere della Memoria, promuove per gli studenti, Venerdì 14 febbraio 2014, alle ore 9.30, presso l’Aula magna dell’Istituto di Istruzione Superiore “Luigi di Savoia”- Chieti, la rappresentazione teatrale sull’immigrazione, dal titolo Stinko, Ginetta e la moto rubata, a cura del teatro del Krak di Ortona. In scena l’attore Matteo Schiazza, che interpreta vari personaggi.

Testo, progetto scenico, luci e musiche, regia sono di Antonio Tucci; collabora alla drammaturgia e alla regia Alessandra Diodoro.

Partecipano alcune classi della Scuola Media “Vicentini-Della Porta”, e degli Istituti Superiori: Liceo Classico “G. B. Vico”, Liceo Scientifico “F. Masci”, Istituto Tecnico “F. Galiani-R. de Sterlich”.


Note di regia:

“Il mondo degli immigrati è spesso un universo sconosciuto e difficile da comprendere per molti che non riescono ad entrare in contatto con quelli che lo abitano.

Un tema delicato che merita l’attenzione soprattutto dei più giovani. Infatti, il protagonista di questo spettacolo è Stinco, un giovane dell’ultimo anno di scuola, che vivrà un’avventura affascinante insieme alla sorella Ginetta. La ricerca dello scooter, che è stato rubato a Stinco da un immigrato, conduce i due giovani a conoscere una realtà parallela alla loro, spesso distorta da pregiudizi e da discriminazioni. Lo spettacolo è un viaggio per tappe, che consente di incontrare vite ed esperienze di migranti attraverso storie raccontate da persone, che portano con loro il fardello delle proprie esperienze, che si scontrano con altre, alla ricerca di una società multiculturale… Stinco e Ginetta, alla fine del loro viaggio, capiscono che la realtà nella quale siamo tutti immersi è molto più attenta alle sfumature di quanto non sia raccontato…Non ci sono vincitori e vinti: siamo tutti sconfitti se passa l’idea che le persone non abbiano la forza, l’energia, l’intelligenza di costruire modalità, equilibri, intrecci che costituiscono il tessuto connettivo del nostro vivere insieme….”



Fini-Giovanardi incostituzionale:
di chi è la responsabilità?

La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la c.d. legge Giovanardi-Fini, che aveva equiparato sotto il profilo sanzionatorio i reati in materia di stupefacenti relativi alle droghe leggere ed alle droghe pesanti. Lo ha fatto rilevando una violazione formale: la norma in questione non aveva nulla a che fare con l’oggetto del testo legislativo in cui era stata inserita.

La ratio è molto chiara: non si può condannare qualcuno per aver violato una legge emessa… in violazione della legge!

L’effetto sulle carceri e sui processi sarà significativo: ai processi in corso si applicheranno le norme (più blande) precedentemente in vigore, mentre i condannati in via definitiva chiederanno la revisione della pena con incidente di esecuzione.

Tuttavia, è ben possibile che vi siano taluni condannati che abbiano già scontato (parte della) pena in misura superiore a quella che avrebbe dovuto essere in concreto irrogata, stante la illegittimità costituzionale della norma. Ovviamente, in questi casi è altrettanto possibile che la collettività (cioè noi) si debba fare carico di risarcire questo danno.

Quid per i politici che hanno voluto, votato e reso legge dello Stato una norma del genere?

Nulla. Ed allora, forse, è il caso di aprire una volta per tutte il dibattito sulla c.d. responsabilità civile dei politici. È giusto che sia sempre la collettività a pagare per responsabilità (come questa) attribuibili agli errori dei politici?

(continua nella sezione Rassegna stampa) Alessio Liberati, Il Fatto Quotidiano, 13-II-2014



Riceviamo dal Forum abruzzese dei movimenti per l’acqua

COMUNICATO STAMPA DEL 10 FEBBRAIO 2014

Nuovi sequestri a Bussi: nella val Pescara devastazione ambientale senza precedenti.

Ora basta! Il Forum Acqua: avviare la bonifica “senza se e senza ma”.

A Bussi e in Val Pescara basta temporeggiare, serve avviare la bonifica senza se e senza ma” così il Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua dopo l’ennesima indagine che questa volta vede indagati alcuni dipendenti della Solvay. Il sequestro di terreni inquinatissimi ma abbandonati da anni e gli sversamenti di sostanze verso valle senza la messa in sicurezza certificano che a Bussi e nella Val Pescara la devastazione ambientale continua.

Il Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua interviene sulla nuova indagine partita alcuni mesi fa a seguito di un esposto di Augusto De Sanctis, attivista del movimento, che da anni segue il triste destino del Sito industriale di Bussi. Bastava leggere le carte depositate da anni presso il Ministero dell’Ambiente, l’ARTA e gli altri enti pubblici interessati per verificare che il sito, a ben 6 anni dalla perimetrazione come Sito di Interesse Nazionale per le Bonifiche (avvenuta nel 2008) e a 9 anni dalle prime denunce sulla situazione di inquinamento (nel 2004!), non era stato messo in sicurezza come prescrive la legge.

(continua nella sezione Rassegna stampa)


10 febbraio: Il Giorno del Ricordo,

 

istituito nel 2004 dal Parlamento italiano

A tutt’oggi man­ca la pub­bli­ca­zione uffi­ciale, con tanto di tim­bri dello Stato, dei risul­tati della com­mis­sione italo-slovena isti­tuita dai governi di Roma e Lubiana e for­mata in pari rap­pre­sen­tanza da sto­rici dei due paesi. In Slo­ve­nia è stato fatto.

 

Nella rela­zione finale, pub­bli­cata da Edi­tori Riu­niti, si docu­men­tano il «fasci­smo di fron­tiera» degli anni ’20, i cri­mini ita­liani in Jugo­sla­via, la depor­ta­zione di quasi 100.000 jugo­slavi in campi d’internamento fasci­sti, le foibe e le vio­lenze jugo­slave del set­tem­bre ’43 e mag­gio ’45, fino all’esodo degli ita­liani. Davide Conti, Il Manifesto, 8-II-2014



Sulle Foibe un giorno per tutti i ricordi

Vogliamo rispetto per quelle terre e per le loro popo­la­zioni che ci inse­gnano la con­vi­venza basata sul reci­proco rispetto delle sof­fe­renze pas­sate e sulla reci­proca volontà di costruire un migliore futuro comune.

10 febbraio, Giorno del Ricordo. Ecco il racconto del contesto che gli italiani non conoscono: dal «fascismo di frontiera» degli anni ’20, dai crimini dell’Italia in Jugoslavia, dai 100.000 jugoslavi deportati e internati, alle violenze jugoslave del settembre ’43 e maggio ’45, fino all’esodo italiano

Ini­zio con tre brani di un discorso pro­nun­ciato al Tea­tro Ciscutti di Pola da Benito Mus­so­lini il 20 set­tem­bre 1920, dando ini­zio alle bru­tali vio­lenze con­tro le popo­la­zioni della Vene­zia Giu­lia: «Qual è la sto­ria dei Fasci? Essa è bril­lante! Abbiamo incen­diato l’Avanti! di Milano, lo abbiamo distrutto a Roma. Abbiamo revol­ve­rato i nostri avver­sari nelle lotte elet­to­rali. Abbiamo incen­diato la casa croata di Trie­ste, l’abbiamo incen­diata a Pola…»…«Di fronte a una razza come la slava, infe­riore e bar­bara, non si deve seguire la poli­tica che dà lo zuc­che­rino, ma quella del bastone. I con­fini ita­liani devono essere il Bren­nero, il Nevoso e le (Alpi) Dina­ri­che. Dina­ri­che, sì, le Dina­ri­che della Dal­ma­zia dimen­ti­cata!… Il nostro impe­ria­li­smo vuole rag­giun­gere i giu­sti con­fini segnati da Dio e dalla natura, e vuole espan­dersi nel Medi­ter­ra­neo. Basta con le poe­sie. Basta con le min­chio­ne­rie evangeliche».

Dopo quel discorso, l’Istria fu messa a ferro e fuoco. Venti anni dopo quel discorso le truppe di Mus­so­lini inva­sero Dal­ma­zia, Slo­ve­nia e Mon­te­ne­gro, dando ini­zio a nuove stragi in nome della civiltà ita­liana.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Giacomo Scotti, Il Manifesto, 5-II-2014



11 febbraio 1944 PER NON DIMENTICARE 11 febbraio 2014


Nel primo pomeriggio dell'11 febbraio 1944, nei pressi di una cava d'argilla a Colle Pineta di Pescara, 9 giovanissimi eroi partigiani teatini- Piero Cappelletti 28, Nicola Cavorso 23, Stelio Falasca 18, Massimo Beniamino Di Matteo 18, Raffaele Di Natale 30, i fratelli Alfredo 23 e Aldo Grifone 20, Vittorio Mannelli 23, Aldo Sebastiani 17 anni- furono barbaramente trucidati, uno alla volta, per avere avuto il coraggio di opporsi alla sanguinaria tirannide nazifascista. Erano stati arrestati in seguito a delazioni di collaborazionisti fascisti di casa nostra, tra il 16 gennaio e il 4 febbraio, torturati e poi processati il 9 e 10 febbraio da un tribunale militare tedesco, presso il Municipio di Chieti, assieme ad altri tre patrioti successivamente graziati (Guido Grifone, Floriano Finore e Giovanni Potenza) e condannati all'impiccagione, trasformatasi in fucilazione in seguito all'intervento dell'allora arcivescovo Giuseppe Venturi.
La cattura, la tortura, il processo con le relative condanne a morte furono il risultato di rastrellamenti e azioni varie operate dalla famigerata 'banda' comandata dal tenente Mario Fioresi, proveniente da Mestre, che si rese protagonista di aggressioni, estorsioni, ruberie e diverse violenze contro tutti coloro che erano sospettati di essere antinazifascisti, come risulta da documenti del controspionaggio inglese e dell’Archivio di Stato di Chieti, che annoverò, tra i componenti della 'banda Fioresi' anche fascisti teatini.
La fucilazione dei 9 martiri, alla quale assistettero, come 'garanti', due esponenti della repubblica sociale italiana di Salò, avvenne a poche settimane di distanza da un altro massacro operato dai nazifascisti a Bussi il 14 dicembre 1943 e rappresentò parte del contributo che tanti giovani dettero alla liberazione dell'Italia e al suo riscatto, assieme ai patrioti della Banda Palombaro e, sopratutto, della leggendaria 'Brigata Maiella' del comandante Ettore Troilo.
“ I poveri resti dei fucilati a Colle Pineta, li abbiamo riesumati scavando con le mani, io e mio zio Gigino, Faceva molto caldo. Era luglio o agosto, non ricordo bene. I corpi stavano a circa 30 centimetri di profondità. Abbiamo recuperato ciò che restava di loro, li abbiamo avvolti nelle coperte, messi nelle casse per portarli prima al cimitero di Sambuceto e poi a quello di Chieti”, come ha ricordato, in una commovente testimonianza raccolta alcuni anni fa dallo storico teatino Filippo Paziente, Umberto Grifone, fratello di Alfredo e Aldo, fucilati nel fiore degli anni.

Per ricordare questa pagina nera della recente storia del nostro Paese, una delegazione della sezione Anpi “Alfredo Grifone” di Chieti parteciperà, la mattina dell'11 febbraio, alla cerimonia che, come tutti gli anni, si terrà a Colle Pineta di Pescara e nel pomeriggio, alle ore 17, deporrà una corona di fiori alla lapide posta in Piazza Martiri della Libertà.


INVITIAMO TUTTA LA CITTADINANZA E IN MODO PARTICOLARE I PIU' GIOVANI ALLA PARTECIPAZIONE

CHIETI, FEBBRAIO 2014 La Sezione A.N.P.I. di CHIETI
“Alfredo Grifone”

 


Per un'ALTRA EUROPA: FIRMA l'APPELLO "Con Alexis Tsipras una lista autonoma della società civile".

L'EUROPA al bivio.

PER UN'ALTRA EUROPA


Con
Alexis Tsipras una lista autonoma della società civile.


Firma anche tu
FIRMA L'APPELLO


http://temi.repubblica.it/micromega-appello/?action=vediappello&idappello=391321

...............................................................

Di seguito un'intervista a Alexis Tsipras

e gli interventi di: Gustavo Zagrebelsky, Curzio Maltese e JURGEN HABERMAS.


Tsipras e la sfida di sinistra alla Ue
La linea Merkel porta solo povertà, per batterla cerco alleati in Italia

Il leader greco di Syriza oggi a Roma per lanciare la sua lista.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Intervista di Ettore Livini e Matteo Pucciarelli, la Repubblica, 7-II-2014



Lettera aperta ai cittadini di Chieti
2 febbraio 1993 - 3 febbraio 2014

Per superare, senza dimenticare, le ragioni che hanno portato ai gravi fatti del 2 febbraio 1993

A ventuno anni di distanza dalla emersione della tangentopoli teatina con l’arresto di Sindaco e Giunta, il 2 febbraio 1993, la città di Chieti ha ancora e sempre bisogno di un’autentica rivoluzione morale e di una genuina battaglia culturale, ispirate ai principi della Costituzione, per squarciare le nebbie dell’apparenza, per rifiutare l’opportunismo e il clientelismo, per fare i conti con il proprio passato, per conquistare la consapevolezza di sé e la capacità di progettare il futuro.
Per anni, il tentativo di ridimensionare la gravità delle vicende passate e addirittura di rimuoverle è stato usato strumentalmente da parte di coloro che tendono a perpetuare nei cittadini un costume fondato sull’accettazione supina e sulla delega. Anche la definizione di Chieti come “città camomilla per la mancanza di masse facili alla irrequietezza”, coniata da A. M. Perbellini, giornalista del quotidiano “Il Resto del Carlino”, inviato, nel 1926, a Chieti, per il processo Matteotti, è stata usata strumentalmente come pretesto dietro cui nascondere consolidati pregiudizi e biechi interessi.

(continua nella sezione Rassegna stampa)



RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

C O M U N I C A T O S T A M P A
Venerdì 7 febbraio 2014, ore 17,30, assemblea cittadina


Chieti si mobilita per la Biblioteca Provinciale da riaprire nel centro all’ex Ospedale militare

Convocata per venerdì 7 febbraio 2014, alle ore 17,30, dalla Consulta comunale delle Associazioni Cultura Ambiente e Beni culturali, un’assemblea allargata: all’ordine del giorno le prospettive della Biblioteca provinciale “A.C.De Meis”, presso la sala consiliare della Provincia (Corso Marrucino n.97).
La città è decisa a scendere in campo per accelerare i tempi di riapertura della Biblioteca provinciale “A.C.De Meis” nel centro storico, trasferendola nei locali dell’ex Ospedale militare alla Villa Comunale, già convento francescano di Sant’Andrea dal’attuale sistemazione in un ex centro commerciale a Teate Center di Via Spezioli.

(continua nella sezione Riceviamo e pubblichiamo) Mario D’Alessandro, coordinatore della Consulta Cultura Ambiente e Beni culturali


Biblioteca provinciale “A. C. De Meis”- Chieti

Che ne sarà del vecchio sito attualmente in completo degrado?

La De Meis resta un mistero

La biblioteca provinciale De Meis resta un mistero, un caso strano su cui bisogna tenere altissima l'attenzione perché non è possibile che del suo futuro si preoccupino solo le Associazioni cittadine. A quattro mesi di distanza dal nostro allarme con sit-in davanti all'edificio, che ha permesso di sventare all'ultimo secondo il trasferimento della biblioteca fuori dalla città di Chieti, tornano a crescere rabbia e dispiacere. Per l'ennesima volta sembra infatti che le promesse non siano state mantenute.
In Consiglio Comunale il Sindaco aveva preso l'impegno solenne per garantire, come proposto da più parti, il trasferimento della struttura nell'ex ospedale militare alla Villa Comunale. Cosa ne è stato di quella promessa fatta alla città? Perché la De Meis non può occupare quegli spazi? È stata presentata domanda ufficiale al Ministero della Difesa? Se si, qual è stato l'esito della richiesta? Sono domande a cui non abbiamo trovato risposta e che sono divenute oggetto di un'interrogazione urgente che sarà portata al primo Consiglio Comunale.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Alessandro Marzoli, Vicepresidente del Consiglio Comunale di Chieti, 3-II-2014


DIA-LOGHI IN BIBLIOTECA 2014

La Biblioteca Provinciale di Pescara ha il piacere di invitarla all’incontro pubblico:

Venerdì 7 febbraio - ore 18.00

Sala Figlia di Jorio della Provincia di Pescara

Auschwitz e gli italiani ebrei

presentazione del volume di Costantino Di Sante

Auschwitz prima di “Auschwitz”
Massimo Adolfo Vitale e le prime ricerche
sugli ebrei deportati dall’Italia

(Verona, Ombre Corte, 2014)


Interviene Giuseppe Perri (Université Libre de Bruxelles)

Saluti istituzionali:
Fabrizio Rapposelli (Vicepresidente Provincia di Pescara e Assessore a Cultura e Biblioteca)

Introduzione e coordinamento:
Enzo Fimiani (direttore Biblioteca Provinciale)
Licio Di Biase (Biblioteca Provinciale)


SARÀ PRESENTE L’AUTORE


La UE mette in guardia l’Italia
La corruzione vi costa 60 miliardi il 4% del Pil

Il primo rapporto della Commissione UE sulla corruzione, firmato dal commissario agli Affari Interni Cecilia Malmstrom stabilisce in 60 miliardi di euro la nostra corruzione, la metà di quella globale europea, pari a 120 miliardi. Sotto accusa finiscono la stessa legge anti-corruzione del 2012, giudicata “insufficiente”… e tutto il sistema delle leggi ad personam -lodo Alfano, ex Cirielli, depenalizzazione del falso in bilancio, legittimo impedimento, espressamente citati – che ha frenato il varo di “buone leggi” per far camminare la macchina della giustizia e accelerare i processi…
Il neo presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri commenta con il quotidiano “La Repubblica” E’ innegabile che i fenomeni di corruzione, oltre a compromettere i valori etici condivisi, comportano pesanti conseguenze economiche. La corruzione… non solo riduce la qualità dei servizi, incide sulle entrate fiscali, aumenta l’ingiustizia sociale e la povertà, ma anche la sua semplice percezione costituisce un ostacolo alla crescita, in quanto scoraggia gli investimenti…Sotto accusa c’è l’anomalia italiana, “ i legami tra politici, mafia e imprese”. Da Liana Milella, La Repubblica, 4-II-2014


Corruzione: stima grossolana. Ma l’Italia è comunque ultima

…Leggi ad personam, burocrazia, meccanismi di reclutamento della classe dirigente e l’enorme peso della criminalità organizzata hanno reso il nostro paese la patria della tangente e della corruzione. Ma il fenomeno è difficile da quantificare… La stima di 60 miliardi è approssimativa. Da Michele Polo, lavoce.info, pubblicato sul “Fatto Quotidiano”, 5-II-2014


Fenomenologia della mazzetta
Dai grandi appalti pubblici ai piccoli favori il sistema della mazzetta strangola il Paese

Da 30 anni l’allarme inascoltato dei PM “accusati di esagerare”
…. Gli ultimi casi riguardano Autostrade, Ferrovie, la sanità, i sindacati…. Un dato di fatto emerge dalla relazione europea con chiarezza ed è incontrovertibile: finché al governo e come capo dell’opposizione c’è stato Berlusconi, sono state fatte solo leggi ad personam per salvare il fondatore di Forza Italia dai guai, mentre nessuna seria legge anticorruzione in venti anni è passata. E sino alla prima e unica legge firmata dal ministro Severino, si sono moltiplicati scandali…Da Piero Colaprico, La Repubblica, 4-II-2014


COMUNICATO STAMPA FORUM ITALIANO MOVIMENTI PER L'ACQUA

Destinazione Italia: il Governo Letta interviene a sostegno di chi ha causato i peggiori disastri ambientali del paese

Chi ha inquinato deve essere pagato: un condono tombale sulle bonifiche per criminali e aziende senza scrupoli con tanto di regalo di miliardi di euro di fondi pubblici.
Condono tombale per i peggiori disastri ambientali e a pagare sarà il popolo inquinato e non gli autori delle contaminazioni.

Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, Stop Biocidio Lazio e la Rete Comuni SIN denunciano che in Italia, tra pochi giorni varrà definitivamente il nuovo principio “chi ha inquinato viene... pagato!”, che sostituirà l'ormai obsoleto “chi inquina paga”, tuttora in auge nel resto d'Europa.

(continua nella sezione Rassegna stampa)



RICEVIAMO e PUBBLICHIAMO

La sera del 29 gennaio alle ore 21 la televisione d’Abruzzo RETE 8 ha trasmesso il filmato “Emilio vive” per ricordare e onorare Emilio Alessandrini, uomo d’Abruzzo e magistrato d’Italia, nel 35° anniversario della sua uccisione a Milano da parte di terroristi di prima linea il 29 gennaio 1979.
Il filmato, prodotto dall’Associazione Emilio Alessandrini nel 2009, aiuta a non dimenticare e a riflettere, in questi tempi contraddittori, su come i diritti di cui ciascuno ogni giorno fruisce si debbono al sacrificio di uomini come Emilio Alessandrini e altri magistrati, tutori dell’ordine, giornalisti, cittadini comuni, che difesero con la vita la legalità, la sicurezza e la giustizia negli anni di odio e terrore che misero in pericolo la democrazia di questa tormentata Italia. A Milano così come a Pescara al mattino saranno deposte in luoghi di ricordo corone di alloro in memoria di Emilio. Ennio Di Francesco
www.enniodifrancesco.it


Quando la corruzione ‘non costituisce reato’

Fa bene ad esultare l’ex-ministro Claudio Scajola, fresco d’assoluzione dall’accusa di finanziamento illecito nella vicenda dell’acquisto dell’ormai leggendaria casa con vista Colosseo. “Un Ministro non può sospettare di abitare in una casa pagata in parte da altri” – furono le sdegnate parole con cui Scajola annunciò le sue (seconde) dimissioni nel maggio 2010. All’epoca le due ex-proprietarie dell’immobile – mai denunciate dall’ex-ministro per calunnia, per inciso – avevano messo a verbale l’incasso di circa 1.700.000 euro nella compravendita, in linea coi prezzi di mercato. Solo 850mila però da contanti e assegni circolari riconducibili a Scajola, i restanti 900mila euro in 80 assegni circolari versati dall’architetto Zampolini, professionista al soldo dell’imprenditore Diego Anemone, che nel medesimo processo è risultato prescritto.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Alberto Vannucci, Il Fatto Quotidiano, 28-I-2014


I gesti fascisti che rinverdiscono la memoria

Lunedì 27 gen­naio, entrando per par­te­ci­pare a un’iniziativa legata al giorno della memo­ria, gli stu­denti dell’Istituto Carlo e Nello Ros­selli e del liceo Meucci di Apri­lia, vicino Roma, hanno tro­vato davanti a scuola un gigan­te­sco stri­scione con tanto di croce cel­tica e la scritta: «Ricor­dati di non ricor­dare». A prima vista, la scritta è assurda: la memo­ria è una spe­cie di muscolo invo­lon­ta­rio, a cui non si può coman­dare. Se è vero che non si può ricor­dare a comando – e que­sto è uno dei pro­blemi di tutte le com­me­mo­ra­zioni e le memo­rie isti­tu­zio­nali – è vero pure che a comando non si può nean­che dimen­ti­care. Infatti, para­dos­sal­mente, quelli che non rie­scono a dimen­ti­care, che sono pro­prio osses­sio­nati da que­ste memo­rie, sono pro­prio quelli che le vor­reb­bero can­cel­lare. Tutti gli anni, fasci­sti e nazi­sti non rie­scono a far pas­sare una gior­nata della memo­ria senza sot­to­li­nearla con scritte e stri­scioni inde­centi, gesti igno­bili e disgu­stosi (quest’anno, le teste di maiale) che non fanno che testi­mo­niare quanto sia inde­le­bile que­sto ricordo. Da un po’ di tempo ci doman­diamo se la gior­nata della memo­ria non rischi la satu­ra­zione, la ritua­lità, la ripe­ti­zione scon­tata degli stessi con­te­nuti. Può darsi. Ma fin­ché ci sarà qual­cuno che, come costoro, se ne sente minac­ciato, e si sente minac­ciato dal fatto che noi ricor­diamo, allora anche que­sta data man­terrà un senso. Alessandro Portelli, Il Manifesto, 28-I-2014



Riceviamo e pubblichiamo

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Abbiamo una bellissima notizia: pochi minuti fa il Senato ha votato sì alla modifica della legge sul voto di scambio, rispondendo alla domanda che la campagna Riparte il futuro ha posto alla politica da ormai un anno.

Questa vittoria è merito di tutti noi: tuo e di tutti gli oltre 377.000 firmatari che giorno dopo giorno hanno chiesto al Parlamento impegno contro la corruzione.

Secondo il nuovo testo, nello scambio elettorale politico-mafioso sarà punito, oltre all’erogazione di denaro, anche lo scambio di “altra utilità”. Il candidato che promette al mafioso, in cambio di voti, ad esempio informazioni su appalti, posti di lavoro, cariche, protezione dalle attività di polizia, potrà essere perseguito dalla legge. Un punto fondamentale perché la norma sia realmente efficace.

È una grande vittoria: molti senatori hanno citato nel corso del dibattito in Aula l’impegno di Riparte il futuro e hanno sottolineato di voler rispondere alle richieste dei cittadini firmatari della petizione.

Ma la nostra battaglia non è ancora finita: la norma dovrà ora passare dalla Commissione giustizia della Camera e poi dovrà essere votata dall’Aula.

Adesso più che mai è importante che il numero dei cittadini sostenitori cresca esponenzialmente: aiutaci invitando a firmare quanti più amici possibile. 28-I-2014



Retromarcia del bullo

Ver­dini e Ber­lu­sconi li ha ascol­tati volen­tieri, ma le osser­va­zioni cri­ti­che dei mag­giori costi­tu­zio­na­li­sti ita­liani no: quelle lo hanno fatto inner­vo­sire. Mat­teo Renzi ha preso male l’appello dei giu­ri­sti con­tro il suo pro­getto di riforma elet­to­rale; lo hanno fir­mato da Azza­riti a Car­las­sare, da Fer­ra­joli a Fer­rara, da Rodotà a Vil­lone e il mani­fe­sto lo ha pub­bli­cato dome­nica. «Un mani­polo di scien­ziati del diritto», li ha defi­niti sprez­zante il segre­ta­rio del Pd, usando il lin­guag­gio che gli serve a inten­dersi con il Cava­liere.
Cava­liere che per le sue «por­cate» elet­to­rali o ad per­so­nam del resto faceva lo stesso. Tirava avanti comun­que, per poi sbat­tere rego­lar­mente con­tro la Corte Costi­tu­zio­nale. A quel punto, però, quelle leggi ave­vano già fatto danni. Per l’Italicum si intra­vede un destino simile. In effetti è ancora una legge fir­mata Berlusconi.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Andrea Fabozzi, Il Manifesto, 28-I-2014



"Operazione Quercia"
Chi ha paura dell'Uomo Nero?

Il consigliere comunale Emiliano Vitale, rispondendo il 9 gennaio alle domande del consigliere comunale Alessandro Marzoli, rese pubbliche in un comunicato e che saranno oggetto di un'interrogazione urgente al prossimo Consiglio Comunale, sulla presentazione al Teatro Marrucino dello spettacolo "Operazione Quercia" nei giorni 25 e 26 gennaio, a ridosso della celebrazione del "Giorno della Memoria", lo accusa di avere ancora paura dell'Uomo Nero. Non mi pare che Marzoli tema l'Uomo Nero – l'uomo solo al comando, l'uomo della Provvidenza, il salvatore della patria, il Dux – perchè esercita quel diritto di opposizione, che nel ventennio l'Uomo Nero soppresse con lo squadrismo, l'assassinio politico e il regime dittatoriale. Alla domanda rivolta da Marzoli al sindaco Umberto Di Primio se non ritenga "grave e fortemente inopportuna la scelta dei giorni 25 e 26 gennaio", Vitale risponde che le date sono "azzeccatissime". Plaude all'operato dell'amico Fabrizio Di Stefano per aver portato al Marrucino uno spettacolo "cui vale la pena di assistere", perchè censito da importanti testate giornalistiche nazionali e visto da noti personaggi, come Vespa, Baudo e altri, perfino da dirigenti del PD. Le sue dichiarazioni provano, senza alcun dubbio, che egli non ha paura dell'Uomo Nero, anzi lo ama, si commuoverà ascoltando le riflessioni dell'infelice prigioniero a Campo Imperatore, il suo travaglio interiore, e il prossimo 28 aprile non mancherà di deporre sulla sua tomba a Predappio una corona di fiori.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Chieti, 24 gennaio 2014 Filippo Paziente



Comunicato stampa della sezione ANPI "Alfredo Grifone" di Chieti sulla "Operazione Quercia"


La sezione ANPI "Alfredo Grifone":

• condivide l'impegno di Alessandro Marzoli, vicepresidente del Consiglio Comunale di Chieti, di presentare un'interrogazione urgente, sullo spettacolo teatrale "Operazione Quercia", programmato dall'amministrazione comunale per i giorni 25 e 26 gennaio, a ridosso della celebrazione del "Giorno della Memoria";

• denuncia all'opinione pubblica che il Comune di Chieti, invece di programmare iniziative per ricordare la Shoah, ha preferito programmare uno spettacolo teatrale sulla prigionia di Mussolini;

• giudica tale iniziativa una squallida e vergognosa operazione politica, di tipo propagandistico, da parte di alcuni amministratori, capeggiati dal senatore Fabrizio Di Stefano, nostalgici del fascismo;

• ricorda a questi nostalgici che il prigioniero di Campo Imperatore, liberato dagli alleati tedeschi, ha contribuito allo sterminio degli ebrei con la promulgazione delle leggi razziali, l'istituzione dei campi di internamento e di concentramento (numerosi campi di internamento e 6 campi di concentramento – di cui uno nella nostra città – furono aperti anche nella nostra provincia), la collaborazione dei repubblichini coi tedeschi alla"soluzione finale" (lo sterminio nei lager; nella nostra provincia furono 25 gli ebrei catturati e mandati a morire nei forni crematoi di Auschwitz);

• continuerà a vigilare per impedire rigurgiti del fascismo in una città che ha partecipato alla Resistenza coi partigiani della Banda Palombaro e coi patrioti della Brigata Maiella, alcuni dei quali hanno subito il martirio o sono caduti in combattimento.


Si invita tutta la cittadinanza al volantinaggio che si terrà in piazza Valignani

Sabato dalle ore 18.45 alle ore 21
Domenica dalle ore 18.00 alle ore 19.00

Chieti, 23 gennaio 2014

Aldo Mario Grifone
Presidente della Sezione ANPI "Alfredo Grifone" di Chieti



Il Calendario della Repubblica - Il Dovere della Memoria

XIV edizione

Per il Giorno della Memoria


Venerdì 24 gennaio 2014, ore 17.00

Auditorium Fondazione Carichieti

Palazzo de' Mayo, Corso Marrucino, 121 - Chieti


Testimonianze della Shoah


- gli studenti raccontano…

- la Compagnia Teatrale Il piccolo resto

e l’associazione L’Altritalia presentano


Villa Sorge

campo di internamento nazifascista - Lanciano

lettura scenica tratta da “L’internata numero 6” di Maria Eisenstein e da “I sassi e le ombre” di Gianni Orecchioni

drammaturgia e regia di Eva Martelli


La manifestazione è promossa dall’associazione Chieti nuova 3 febbraio, in collaborazione con l’Istituto Tecnico “F. Galiani”- “R. de Sterlich”, la Fondazione Carichieti, il Liceo Classico “G. B. Vico”, l’associazione UNITRE-Chieti



Programma di Sala

Venerdì 24 gennaio 2014, ore 17.00, Auditorium Fondazione Carichieti -Palazzo de' Mayo-Chieti

°°Il Calendario della Repubblica - Il Dovere della Memoria - Per il Giorno della Memoria: Testimonianze della Shoah

L’iniziativa si articola in due momenti:

il primo, a cura degli studenti del Liceo Classico “G. B. Vico”, guidati dal professor Francesco Baldassarre e degli alunni dell’ITCG “F. Galiani- R. de Sterlich”, guidati dalle professoresse Roberta Bucci, Gabriella Micomonaco;

Per il Liceo Classico, Anna Pavone e Stephanie Toto, della classe II B, illustreranno il tema “Il negazionismo: origini remote, rischi attuali”, la classe III B proietterà il video realizzato sulla “Shoah dei bambini”;

Per l’ITCG, Marina Conti, Stefano D’Ostilio, Giorgia De Luca, Francesca Volpe, Andrea Zappacosta della classe IV A Turismo leggeranno brani tratti da Yitzhak Katzenelson, intellettuale nato nel 1886 in Bielorussia, vissuto in Polonia e morto ad Auschwit nel 1944, Elie Wiesel, giornalista, nato nel 1928 in Transilvania, deportato ad Auschwitz e a Buchenwald, attualmente negli USA, Premio Nobel per la pace nel 1986, Hannah Arendt, scrittrice e giornalista tedesca, nata nel 1906, emigrata in Francia e, quindi, in USA, morta nel 1975; Manuel Florencio Wagner della IV A Turismo canterà a ritmo “rap” la canzone da Lui creata “27 gennaio 1945”;

il secondo, dal titolo °Villa Sorge, lettura scenica, tratta dal diario di Maria Eisenstein “L’internata numero 6”, scritto a Villa Sorge, campo di internamento nazifascista di Lanciano e da “I sassi e le ombre” di Gianni Orecchioni, a cura della compagnia teatrale Il piccolo resto dell’Aquila e dell’associazione L’Altritalia di Lanciano, con Luciana De Filippis, Gianna Di Donato, Emanuela D’Ortona, Paola Ferretto, Paola Smerilli, drammaturgia e regia di Eva Martelli, collaborazione tecnica di Valentina Massari.

Dalle note di Regia: “L’internata numero 6, pubblicato nell’ottobre 1944,…rappresenta un eccezionale documento storico, una delle poche testimonianze sui campi di concentramento italiani, da cui circa sette mila Ebrei furono deportati nei campi di sterminio. In particolare, attraverso le parole di Maria, nata nel 1914 a Vienna da famiglia ebraica, morta negli USA nel 1994 e quelle di Susanne Lewinger, nata a Colonia nel 1914, in una famiglia di ebrei tedeschi, morta nel 2001 a San Vito Marina e di cui abbiamo notizie grazie alle ricerche di Gianni Orecchioni, lo spettacolo ci conduce a Villa Sorge, ripercorrendo la vita nel campo femminile, dal 1940 al 1942.”

°Villa Sorge, edificio di proprietà dell’Avv. Filippo Sorge, ospitò, dal 27 giugno del 1940 al 12 febbraio del 1942 un campo di concentramento femminile e dal 13 febbraio al 3 dicembre 1943 un campo di concentramento maschile per nazionalisti e comunisti slavi; a partire dal 3 dicembre e fino al giugno del 1944, Villa Sorge fu occupata dagli alleati.

Fabio Galluccio, nel suo saggio del 2002 "I lager in Italia. La memoria sepolta nei duecento luoghi di deportazione fascisti" (NonLuoghi Editore), scrive che i lager in cui erano rinchiusi ebrei, dissidenti politici, stranieri, zingari e omosessuali, erano probabilmente quasi duecento, senza contare i luoghi di "semplice" confino. Non è stato ancora fatto un censimento attendibile. “L’Abruzzo vanta il poco lodevole primato di essere la regione nella quale, durante la seconda guerra mondiale, il regime fascista istituì il maggior numero di campi di concentramento, ben 15, oltre a diverse località d’internamento libero” come riferito da Costantino Di Sante, nel saggio “I campi di concentramento in Abruzzo”, contenuto nel volume “I campi di Concentramento in Italia. Dall’internamento alla deportazione (1940-1945)”. Campi a Chieti e nella provincia: a Casoli, dove furono destinati ebrei di nazionalità tedesca, a Lama dei Peligni, dove furono destinati ebrei di varia nazionalità; a Chieti città, dove, nell’asilo infantile “Principessa di Piemonte”, furono deportati «sudditi appartenenti a stati nemici, in prevalenza inglesi e francesi»; a Istonio Marina (Vasto), in cui furono destinati gli antifascisti italiani; a Lanciano, l’unico campo femminile; a Tollo, in cui furono deportati i comunisti jugoslavi.

“Per quanto riguarda le località d’internamento, nella provincia di Chieti vennero interessati i comuni e le località di Archi, Atessa, Bomba, Bucchianico, Carunchio, Casalbordino, Castelfrentano, Castiglione Messer Marino, Celenza sul Trigno, Cupello, Fara Filiorum Petri, Fresagrandinaria, Gissi, Guardiagrele, Lanciano, Montazzoli, Orsogna, Palena, Paglieta, Quadri, Rapino, Ripa Teatina, Roccaspinalventi, San Buono, Scerni, Torricella Peligna, Villamagna e Villa S. Maria”. Costantino Di Sante, ibidem .

Info: G. Orecchioni “I sassi e le ombre”, www.storiaXXIsecolo.it “I campi di concentramento italiani”, C. S. Capogreco “I campi del duce”.

°°a cura dell’associazione Chieti nuova 3 febbraio, in collaborazione con l’ Istituto ITCG “F.Galiani-R.de Sterlich”, la FONDAZIONE CARICHIETI, il Liceo Classico “G. B. Vico”, l’associazioneUNITRE

www.chietinuova3febbraio.it

www.facebook.com/chieti.nuovatrefebbraio.it

 


Legge 20 luglio 2000, n. 211

Istituzione del "Giorno della Memoria"

in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italianinei campi nazisti


Art. 1.

1. La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

Art. 2.

1. In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere.



PETIZIONE Sanità

Riparte il futuro
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Mancano solo 10 giorni al 31 gennaio, data fissata dalla legge (190/2012), per avere anche in Italia Aziende sanitarie trasparenti.

Riparte il futuro chiede alle 240 Aziende sanitarie italiane una cosa semplice: adeguarsi all’obbligo di legge presentando sul proprio sito web le informazioni relative al vertice di indirizzo politico, nominando il responsabile anticorruzione e rendendo pubblico il Piano triennale anticorruzione.

Grazie alla pressione di quasi 125.000 firme della petizione “Salute: obiettivo 100%” molte Aziende sanitarie hanno risposto all’appello dando prova di trasparenza.

Ma a distanza di 10 giorni dalla scadenza dei termini di legge, sono però ancora numerosi i casi di inadempienza: solo 187 Aziende su 240 hanno nominato il responsabile anticorruzione e solo 84 hanno reso pubblico il Piano anticorruzione.

Fai la differenza ora: condividi la petizione via mail o su Facebook e chiedi ai tuoi amici di firmare. Più saremo e più forza avremo per chiedere una sanità trasparente e un Paese in cui possa ripartire il futuro.


Bloccato il mega cantiere del Megalò 2

Area ad alto rischio esondazione: l’ordinanza del Genio Civile, che ferma gli operai e le ruspe al lavoro, è di Venerdì 17 gennaio ed è motivata dal pericolo che una piena del fiume Pescara, come quella devastante di dicembre, inondi e travolga tutto di nuovo. Il Genio Civile, tra le righe, richiama all’ordine anche i Comuni, di Chieti e di Cepagatti, per aver rilasciato i permessi a costruire con “scarsa attenzione” verso l’alto rischio esondazione di quella vasta area davanti al parcheggio del centro commerciale. Dall’articolo di Lorenzo Colantonio, Il Centro, 21-I-2014

I lavori erano partiti lunedì scorso ad opera della società Sirecc e prevedevano la realizzazione di quattro edifici commerciali e di un albergo di fronte all’attuale centro commerciale Megalò.

(continua nella sezione Rassegna stampa) primadanoi.it, 21-I-2014



Spagna, Comune “adotta” la democrazia diretta: “Ora cittadini al governo”

Figaró-Montmany, vicino a Barcellona, è guidato da Candidatura Activa del Figaró (CAF), un gruppo di elettori che si gestisce in autonomia e tramite assemblee pubbliche discute dei provvedimenti da adottare, inclusa la gestione di una fetta di soldi pubblici

A scuola, i bambini di Figaró-Montmany, poco più di mille anime vicino Barcellona, sono ancora in pieno dibattito. Nei prossimi giorni decideranno come utilizzare le “risorse infantili” del bilancio comunale. Ma loro hanno già una buona esperienza. L’anno scorso con gli 8mila euro a disposizione hanno chiesto una pista da skate nel cortile della scuola: un vero successo. “È un modo per insegnare l’educazione civica, la partecipazione democratica. I bambini adesso parlano di come migliorare il paese e sanno gestire meglio le risorse”, racconta al fattoquotidiano.it il sindaco Lluc Peláez.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Silvia Ragusa, Il Fatto Quotidiano, 19-I-2014


Firma la petizione

http://www.avaaz.org/it/send_snowden_home_loc/?tADmHfb

Alla Presidente del Brasile, Dilma Rousseff, e al Ministro della Giustizia, José Eduardo Cardozo:

In quanto cittadini di tutto il mondo profondamente preoccupati dalla massiccia invasione della nostra privacy, ci rivolgiamo a voi affinché garantiate asilo politico all'informatore Edward Snowden. In quanto leader di un movimento globale per la libertà di internet e la difesa della privacy, il Brasile è il luogo ideale per un uomo che ha sacrificato la sua vita per svelare l'illegale e invasivo sistema di spionaggio statunitense.

(continua nella sezione Riceviamo e pubblichiamo)



E’ GIORNO MEMORIA SHOAH, MA CHIETI CELEBRA MUSSOLINI

Politici tornino a studiare. Il sonno della ragione genera mostri

Pescara, 11 gennaio

Uno dei danni del degrado in cui è stata lasciata la scuola pubblica negli ultimi decenni, è la scarsa coscienza civile di molta classe dirigente italiana. Esempio ultimo: decidere di tenere una (immaginiamo rispettabilissima) rappresentazione teatrale sulla “liberazione” di Mussolini sul Gran Sasso, pur avendo tutto l’anno a disposizione, proprio a ridosso di un giorno, il 27 gennaio, che ricorda odi, lutti, sangue e tragedie esattamente provocati dal fascismo e dal suo capo.

È ben di più che una deliberata provocazione. È una riprova che molti dei mali dell’Italia attuale derivano da un ceto politico che ha retto e regge le sorti italiane da due decenni a questa parte, ma che non si riconosce nei valori fondanti della democrazia costituzionale italiana e quindi nella Repubblica, nata proprio dalla sconfitta del nazifascismo che provocò la Shoah e tutte le altre forme di persecuzione, deportazione, violenza che si ricordano il 27 gennaio a livello europeo.

Pure i drammi ricordati il 10 febbraio (esilio e foibe di italiani di ogni tendenza politica, ivi compresi partigiani) vengono offesi da una simile scelta. Essi, infatti, vennero provocati anche dai veleni inoculati per decenni dalla dittatura fascista nei complessi territori al confine orientale. Forse occorre tornare a studiare. Il sonno della ragione genera mostri e rovina le democrazie.

Ufficio stampa “ANPI Pescara – Ettore Troilo”
Info:
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facebook.com/anpipescara


Riceviamo dal Movimento Agende Rosse

I magistrati sono abbastanza protetti dalle istituzioni? La trattativa stato-mafia è tutt'ora in corso? Toto Riina è pericoloso anche dal carcere? Di questo e di altro si parlerà, in un incontro/dibattito aperto alla cittadinanza, dopo la proiezione del Docufilm “Caro Paolo” (regia di Donata Gallo), una lettera denuncia di Roberto Scarpinato, Procuratore generale di Palermo, letta in via D'Amelio in occasione del ventennale della strage.

L'incontro si terrà il 18 gennaio 2014 (la vigilia del 74 compleanno di Paolo Borsellino) alle ore 16:00 a Torino, presso il Centro Congressi Santo Volto - Via Borgaro, 1 (ang. Via Nole)

Interverranno:
Antonino Di Matteo, Sostituto Procuratore di Palermo recentemente minacciato di morte da Salvatore Riina, Roberto Scarpinato, Procuratore Generale di Palermo, Sonia Alfano - Presidente Commissione Antimafia Europea, Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo e presidente del Movimento Agende Rosse, Marco Travaglio, Vicedirettore de "Il Fatto Quotidiano"

L'evento sarà trasmesso anche in streaming sul sito www.19luglio1992.com.

In alcune città sarà possibile seguire il dibattito in contemporanea, in diretta web:

Palermo: palestra di Valeria Grasso “Free Life”, via Matteo Dominici 27/D
Tortolì (OG), in Sardegna: Biblioteca comunale, via Vittorio Emanuele, 23
Ascoli Piceno: LIBRERIA RINASCITA Piazza Roma 7
Bergamo: Polo Civico Redona, via Leone XIII, 27

 


Riceviamo e pubblichiamo

COMUNICATO
da Alessandro Marzoli, vicepresidente del Consiglio - Comune di Chieti


“Operazione Quercia” al Teatro Marrucino 25 e 26 gennaio 2014: fatto gravissimo

Il presentare lo spettacolo teatrale " Operazione Quercia " al Marrucino nei giorni immediatamente antecedenti al giorno della Memoria 27 gennaio, è un fatto gravissimo che suscita profonda inquietudine. Senza assolutamente entrare nel merito della qualità artistica di spettacolo, regia e attori, riteniamo fortemente inopportuno che il Comune di Chieti e il Teatro Marrucino sponsorizzino con manifesti 6x3 un' opera che ricorda la liberazione del Duce per opera dei Tedeschi a Campo Imperatore, mentre non si ha alcuna notizia di rappresentazioni per il giorno della Memoria ad eccezione di quelle che ogni anno con grande impegno vengono realizzate dalle Associazioni, una tra tante Chieti Nuova 3 febbraio.
Già nel 2013 il Comune non ha organizzato nessuna iniziativa per ricordare il 27 gennaio, quest' anno cosa succederà?
La scelta dei giorni per lo spettacolo Operazione Quercia è dunque molto inopportuna ma ancora più inopportuna è la partecipazione, a fianco del Teatro e del Comune di Chieti, della Fondazione Cantiere Abruzzo del Sen. Di Stefano, delegato del Sindaco al Marrucino (!) e presentatore nel 2011 di una vergognosa proposta: un disegno di legge costituzionale che abolisce la XII norma transitoria e finale della Costituzione, quella che vieta "sotto qualsiasi forma, la riorganizzazione del disciolto partito fascista"

(continua nella sezione Riceviamo e pubblichiamo)



Ministero dello Sviluppo Economico

Cyberbullismo: online il Codice di Autoregolamentazione


È stata approvata l'8 gennaio, durante la riunione tecnica dedicata a combattere il cyberbullismo, la prima bozza del Codice di Autoregolamentazione per la prevenzione e il contrasto del fenomeno. Intervento ritenuto necessario anche a seguito dei gravi fatti di cronaca che hanno visto alcuni giovanissimi arrivare a gesti estremi dopo essere stati oggetto di insulti e diffamazioni su Internet.
Al tavolo, presieduto dal Vice Ministro dello Sviluppo economico Antonio Catricalà, partecipano rappresentanti delle Istituzioni (Mise, Agcom, Polizia postale e delle comunicazioni, Autorità per la privacy e Garante per l’infanzia), delle Associazioni (Confindustria digitale, Assoprovider ecc.) e degli operatori (Google, Microsoft ecc.).



Il Codice concordato viene messo per 45 giorni da oggi a consultazione pubblica per ottenere ulteriori suggerimenti dagli utenti del web.

Contributi e osservazioni possono quindi essere inviati entro il 24 febbraio 2014 all'indirizzo di posta elettronica Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. .


Per maggiori informazioni
Ministero dello Sviluppo economico
Segreteria Vice Ministro Antonio Catricalà
L.go Pietro di Brazzà 86 - 00187 Roma
Tel. 06 5444 9658



Distruzione italiana

Senza parole. C’è un problema in questo Paese? E come si risolve? Combattendo l’ev¬sione fiscale, con un prelievo dalle pensioni più che d’oro? Certo che no.
Si risolve mettendo le mani nelle tasche dei poveri cristi. Non ci si può credere. Nelle tasche degli insegnanti. Quelli che le tasse le pagano sul serio, quelli che ogni giorno fanno il loro lavoro, occupandosi con l’impegno e la passione di sempre, dei nostri figli e nipoti. Magari da precari, magari viaggiando ogni giorno in treni sgarrupati o in macchine forse datate, raggiungendo posti impervi e lontani. Il tutto a loro spese e per stipendi fermi da anni. E senza un minimo di riconoscimento umano e sociale. Quelli che aspettano pazientemente che vengano loro riconosciuti i diritti maturati, gli scatti di anzianità o altre parole ormai vuote di significato come vacanza contrattuale e così via…

Alba Sasso, Il Manifesto, 7-I-2014


Non bastava che la scuola italiana avesse pagato un prezzo altissimo, 8 miliardi e mezzo di euro nell’era gelminiana/tremontiana. Risparmio forzoso anche quello che ha comportato riduzione del tempo scuola, impoverimento della sua proposta culturale, riduzione delle esperienze di qualità e determinato il più grande e silenzioso licenziamento di massa, gli insegnanti precari a cui non veniva rinnovato il contratto. E che ha significato soprattutto cancellazione di almeno 180.000 posti di lavoro, posti persi per sempre. Le statistiche europee ci dicono che gli insegnanti italiani sono i peggio pagati d’Europa e anche i più anziani, visto che Fornero ha deciso di sostituire al prototipo dell’insegnante mamma l’insegnante nonna.
Avevamo sperato che il timido tentativo della ministra Carrozza con l’ultimo decreto sulla scuola potesse essere il segnale di un’inversione di tendenza. Pensavamo che alla scuola italiana si potesse ricominciare a restituire il maltolto. E ancora una volta ci sbagliavamo. Con la sortita del ministro Saccomanni è paradossalmente agli insegnanti che si pretende di togliere il maltolto, quel diritto negato per anni e maturato nel 2013 che adesso dovranno restituire mensilmente, con 150 euro al mese di prelievo forzoso.
Qualcuno del governo minaccia dimissioni, qualcun altro chiede le dimissioni di Saccomanni, forse neppure Tremonti era arrivato a tanto. Un modesto consiglio: vergognatevi e se ce la fate dimettetevi tutti.



Precari Pubblica Amministrazione (Pa), la Corte Ue censura le norme italiane:
possibile stabilizzazione per 230mila lavoratori


«…I lavoratori precari "storici" non debbono essere più sottoposti ad alcuna nuova selezione. Hanno i titoli per essere assunti nei ruoli dello Stato. Quello stesso Stato che non può utilizzarli a suo piacimento, quando ne ha bisogno, licenziarli e poi richiamarli per un numero imprecisato di volte».
La legislazione italiana sui contratti flessibili della Pa finisce nel mirino della Corte di Giustizia europea, che a dicembre ha deliberato due provvedimenti (una ordinanza ed una sentenza) che potrebbero mettere in discussione tre lustri di provvedimenti tampone per risparmiare sulle spese del personale pubblico. E, secondo i sindacati, costringere l'Italia a rivedere in fretta la normativa interna sui precari pubblici, a soprattutto aprire la strada all'assunzione a tempo indeterminato di oltre 230mila stabilizzazioni tra scuola (oltre 130mila unità), Sanità (30mila) ed Autonomie (80mila).

Violata la Direttiva 70/1999 sul lavoro pubblico temporaneo
Precari spesso "storici", spiegano, assunti in violazione della Direttiva 1999/70/CE sui paletti al lavoro determinato nel pubblico impiego. Secondo i principi della giurisprudenza comunitari, l'ordinanza Papalia (causa C-50/13) e la sentenza Carratù (Causa C-361/12), entrambe del 12 dicembre scorso, sono decisioni su casi specifici (un maestro "a tempo" della banda municipale contro il Comune di Aosta, un dipendente temporaneo vs Poste Italiane), che si riflettono però sui casi simili, anche in termini di applicazione da parte dello Stato e della giustizia italiana.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Il Sole24 ore, 7-I-2014



“Ecco il trucco sui controlli di qualità alle Poste”.

La denuncia di un addetto

“Poste italiane non conosce né i mittenti né i destinatari delle lettere ‘civetta’ inviate dalla Izi spa per i controlli di qualità”. La posizione di Poste, per voce di Gennaro Celotto, responsabile dei servizi per la qualità, è netta. Identica la posizione di Izi SPA: “Poste non può e non deve conoscere i nominativi e gli indirizzi dei nostri rilevatori”, spiega Luca Savo, responsabile dei controlli. Ma al Fatto Quotidiano risulta il contrario: in due casi, all’interno degli uffici di Poste, sono state individuate e fotografate due lettere destinate al monitoraggio. Abbiamo contattato i destinatari delle presunte “lettere civetta” e hanno tutti confermato di prendere parte al controllo di qualità. La nostra fonte – che chiede l’anonimato – racconta di macchine di smistamento fermate, nel flusso normale di posta da destinare, per dare una corsia preferenziale alle lettere ‘civetta’: “E’ sufficiente analizzare i fermi delle macchine e verificare se e quando, da un flusso di circa 20mila lettere l’ora, passano al ritmo di poche buste, per poi riprendere la velocità abituale”. Lo scopo? Recapitarle nei tempi previsti dalla legge e superare i test di controllo. “Lo escludo categoricamente – conclude Celotto – per quanto mi riguarda è un’operazione tecnicamente impossibile. Se qualche persona è riuscita a intercettare questi nominativi, si tratta del comporta- mento di un singolo e non dell’intero sistema Poste”, commenta Celotto. E la Izi ammette: “La probabilità che Poste intercetti i nostri rilevatori esiste”. Antonio Massari, Il Fatto Quotidiano, 6-1-2014


Change.org


Firma la petizione, "Ritirate lo "spot" Glassing con i versi sulla Bellezza di Peppino Impastato.

Puoi aiutare a vincere questa campagna chiedendo ai tuoi amici di firmare anche loro? È facile condividere con i tuoi amici su Facebook .
Ivan Vadori


http://www.change.org/it/petizioni/ritirate-lo-spot-glassing-con-i-versi-sulla-bellezza-di-peppino-impastato?share_id=pvDhASHvYZ&utm_campaign=signature_receipt&utm_medium=email&utm_source=share_petition

Grazie!


"Insegniamo la bellezza alla gente. Così non avremo più abitudine, rassegnazione, ma curiosità, stupore", diceva Peppino Impastato. Ora quei versi poetici, scritti dal giornalista e attivista siciliano trucidato da Cosa Nostra il 9 maggio del 1978, sono diventati uno spot pubblicitario per una nuova linea di occhiali dell'azienda Glassing. E senza che la famiglia Impastato ne sapesse nulla.

Ma la Rete non ci sta: a lanciare la mobilitazione #giulemanidaimpastato con una petizione su Change.org è Ivan Vadori, giornalista e regista del documentario "La voce di Impastato". Il docufilm di Ivan Vadori, uscito in autunno, racconta la tenacia e la determinazione di Peppino Impastato nel suo impegno nella lotta alla mafia e per la ricerca della verità, un "progetto di unione di tutte le persone che credono in Peppino".

(continua nella sezione Rassegna stampa)



Riceviamo e pubblichiamo

Segreteria H2O Abruzzo < Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. >

Giovedì 2 gennaio 2914, il Forum Abruzzese dei Movimenti per l'Acqua ha tenuto la conferenza stampa in merito al progetto presentato dalla TOTO Spa per realizzare 3 sondaggi propedeutici ad una megacava di 400 ettari su 1600 ettari di area di ricerca nei comuni di Bussi, Popoli, Collepietro e S. Benedetto in Perillis.

E' possibile consultare le osservazioni al progetto preparate dal Forum Acqua al seguente link:
https://www.wetransfer.com/downloads/a23845b3ed61e06ee98165f4eb7d0f3220140102173106/a0c82b02ae11ec6075028874ddcd2f9520140102173106/1ad934

La mobilitazione comincia adesso, salviamo l'acqua di Pescara e Chieti e le sorgenti del Pescara!



Gli ambientalisti: «No alla cava di Toto»

Si temono rischi per le falde acquifere nell’area fra Bussi e Popoli. La replica dell’azienda: «Rispetteremo l’ambiente»

BUSSI SUL TIRINO «"Il progetto presentato dal gruppo Toto è assolutamente da rigettare. Chiediamo ad amministratori, cittadini ed associazioni della Val Pescara di mobilitarsi dichiarando la propria opposizione per salvaguardare la qualità della vita dei cittadini». E' la dichiarazione di Paolo Mantini del Forum Abruzzese dei movimenti per l'acqua che ieri, insieme con Augusto De Sanctis,
in una conferenza stampa alla libreria Primo Moroni di Pescara, ha illustrato i motivi della contrarietà del Forum al progetto di realizzare una maxi cava su una vasta area dove ci sono importanti falde acquifere. Un progetto funzionale alla realizzazione di un cementificio nel sito chimico inquinato di Bussi, che per essere attuato ha bisogno di una cava per l'estrazione dei materiali necessari alla produzione del cemento.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Walter Teti, Il Centro, 3-I-2014