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APPELLO

ai cittadini e alle forze politiche, sindacali e sociali

per

LA LIBERAZIONE DI CHIETI

 

Martedì, 2 febbraio 1993: “Giunta in manette – Esplode la giungla del malaffare”

Ora la nuova Chieti dipende dai cittadini che vogliono determinare il futuro della città e del Paese lavorando per una comunità civile veramente libera e chiedendo prioritariamente lo scioglimento del Consiglio Comunale e nuove elezioni.

Ogni altra soluzione è operazione per continuare, ripetere, ampliare il sistema esistente, fondato su favoritismo, clientelismo e consociativismo.

Con questa richiesta i cittadini di Chieti vogliono evitare di consegnarsi alla complicità della rassegnazione, e di trasformarsi in truppe ausiliarie di un sistema che ha irreversibilmente perduto dignità e credibilità sanzionando la fine di una prassi e di un modello. L’opera coraggiosa e decisiva della Ma­gistratura rimarrebbe pericolosamente isolata e improduttiva, se ogni cittadino non sentisse la responsabilità di rivendicare democraticamente la tutela del proprio diritto ad essere governato da persone che lavorino per il reale interesse della collettività.

I cittadini di Chieti vogliono - e da anni aspettano - che le forze politiche sindacali e sociali si ispirino alle seguenti richieste:

 1)  la piena ed operante riaffermazione dei valori che sono patrimonio comune di tutti coloro che sono convinti della necessità di un forte rinnovamento della società civile, imbarbarita da anni non solo di malgoverno, di affarismo, di corruzione, di egoismo, ma anche di silenzi colpevoli, di improvvisate competenze, di latitanze di comodo, di complicità sorprendenti da parte di coloro che, a vari livelli, dovevano operare e non hanno potuto o voluto o saputo farlo;

 2)  la realizzazione di una società nella quale abbiano la priorità effettiva la tutela dell’esistenza umana e dell’ambiente, il diritto alla dignità ed alla libertà delle persone tutte, immiserite da una prassi consolidata in cui il consenso del singolo viene estorto con la promessa di favori e di privilegi che cancellano il diritto;

 3) il drastico e definitivo superamento del professionismo politico;

 4) l’eliminazione di quelle intrusioni partitiche nei luoghi propri della società  e delle Istituzioni, e di quelle occupazioni abusive che hanno espro­priato la comunità civile, determinando sfiducia e riflusso nel privato in quanti sono stati costretti a credere di non poter incidere sulle scelte politiche ed amministrative;

 5) la formazione di una nuova stagione di persone disponibili al lavoro disinteressato, motivate dal vincolo degli ideali, e scelte secondo i criteri della competenza e della credibilità personale;

 6) il controllo - effettivo, rigoroso, sereno - degli eletti, da parte degli elettori: “Se qualcuno non è capace di autoregolarsi, ci vuole qualcuno che lo aiuti a regolarsi”. (Oscar Luigi Scalfaro, 6.2.93)

In caso di grossolano rimpasto e di semplice avvicendamento di poltrone, manifestiamo democraticamente, anche in Consiglio Comunale, il dissenso, l’amarezza, lo sdegno.

 

Maria Rosaria Grazioso

Giorgio Bellelli

Francesco Iengo

Tiziano Bellelli

Giuseppe Di Luzio

 Chieti 8 febbraio 1993 

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La città non appartiene ad un solo uomo, ma è dei cittadini (Sofocle, Antigone)


L'Associazione Chieti Nuova 3 Febbraio, sorta all'indomani dei gravi fatti del 2 febbraio 1993, porta nel suo nome la speranza per il futuro e la fiducia che le devastazioni del tessuto sociale ed umano della città, clamorosamente portate alla luce da Tangentopoli, potranno essere superate, se tutti si sentiranno più consapevoli del significato dell'essere cittadini.

Infatti, si tratta, oggi, per Chieti, di ricostruire le ragioni ed i modi di vivere insieme, riappropriandosi del patrimonio di storia e di memoria, di identità e di appartenenza, di senso della responsabilità e di regole da rispettare, perché senza di esso una città è irriconoscibile a se stessa.

Pertanto, i principi a cui Chieti Nuova 3 Febbraio si ispira per il rinnovamento della cultura civica sono: la partecipazione attiva, critica e responsabile dei cittadini alla vita della città e dello Stato, intesa come mezzo di progresso per la comunità civile e come modo di autorealizzazione dei singoli; la costruzione di nuovi rapporti tra i cittadini e le Istituzioni; la tutela dell'esistenza umana e dell'ambiente; il diritto alla dignità ed alla libertà delle persone tutte; il recupero e la diffusione del valore della cultura della legalità.