Ultimo aggiornamento Venerdì 12 Settembre 2025 16:48 Scritto da Administrator Sabato 22 Febbraio 2020 10:09
Nuovo indirizzo della pagina FACEBOOK dell'Associazione CHIETI NUOVA 3 FEBBRAIO
www.facebook.com/chietinuova3febbraio
Comitato di Chieti “Salviamo la Costituzione: Aggiornarla, Applicarla, non Demolirla”: www.facebook.com/Salviamo-la-Costituzione-Comitato-di-Chieti
2 febbraio 1993 - 3 febbraio 2015
Per superare, senza dimenticare, le ragioni che hanno portato ai gravi fatti del 2 febbraio 1993
“La democrazia si difende con la democrazia”
Loris Campetti
Il Manifesto, 19-X-2011
“Soltanto la giustizia e la cultura potranno salvare l'Italia e gli Italiani”
Enrico Di Nicola
www.uominicontro.it
La Sezione Abruzzese dell’Associazione Nazionale Magistrati e l’Associazione Chieti nuova 3 febbraio, in collaborazione con il Gruppo Antiviolenza della Procura della Repubblica di Pescara – GAV, con il patrocinio della Provincia e del Comune di Chieti, promuovono la realizzazione di otto Incontri Seminariali in dialogo per docenti delle Scuole Secondarie di Primo e di Secondo grado sul tema
Violenza di genere: prevenzione e contrasto.
Il Corso si svolge presso la Sala della Provincia - Corso Marrucino, 97 – Chieti
o, nel caso in cui la sala della Provincia sia indisponibile “per motivi sopraggiunti” Istituzionali,
presso il Tribunale – piazza San Giustino, 22 – Chieti.
L’iniziativa si inserisce nel percorso educativo di analisi e di approfondimento, già avviato sul tema, nelle Scuole di Chieti e Provincia, nell’ambito dei Corsi di Educazione alla Legalità, realizzati, dal 1994, dalla Sezione Abruzzese dell’Associazione Nazionale Magistrati e dall’associazione Chieti nuova 3 febbraio.
L’attuale frequenza degli episodi di violenza di genere segnala l’urgenza di un impegno comune tra Istituzioni e società civile al fine di promuovere un’azione culturale che porti alla creazione di relazioni umane fondate sul rispetto reciproco.
Abbattere gli stereotipi e lavorare insieme, per operare la trasformazione del contesto culturale, attuando nuove scelte e nuovi comportamenti prima di tutto nel quotidiano, è fondamentale per combattere le radici della subcultura della violenza e far crescere una nuova coscienza civile.
La presenza, negli incontri, di professionisti, che operano quotidianamente contro ogni forma di violenza e ritengono doveroso mettere a disposizione della comunità il patrimonio di esperienze acquisito negli anni, può contribuire alla emancipazione individuale e collettiva attraverso la conoscenza, la consapevolezza e l’educazione, come evidenziato dalla scelta dei contenuti.
Si cercheranno forme di comunicazione alternative alla lezione frontale attraverso dialoghi, scambi di visioni del mondo, confronti di opinioni, linguaggio cinematografico.
Se qualche docente vuole aderire, può scrivere all’indirizzo Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
Alla fine del Corso, sarà consegnato ai docenti l'attestato di frequenza. Gli incontri sono aperti al pubblico.
PROGRAMMA (dal 5 settembre al 15 ottobre 2025)
Venerdì 5 settembre, dalle ore 16.00 alle ore 18.00
°Introduzione sulla condizione attuale della donna e sulle novità legislative
Intervengono i magistrati Giuseppe Bellelli, Angelo Bozza, Anna Rita Mantini, Virginia Maria Libera Scalera. Saranno presenti anche i magistrati Alessandra De Marco, Luca Sciarretta, Emanuele Ursini della Giunta Esecutiva ANM - Abruzzo
Martedì 9 settembre, dalle ore 16.00 alle ore 18.00
°Indagine sulle cause della violenza
Intervengono le magistrate Anna Benigni, Anna Rita Mantini
Venerdì 12 settembre, dalle ore 16.00 alle ore 18.00
°Storia delle conquiste realizzate dalle donne, partendo dalla condizione nell’antichità greca e romana, fino alla nascita e allo sviluppo del femminismo
Intervengono la reporter Romina Remigio, la magistrata Anna Rita Mantini
Venerdì 19 settembre, dalle ore 16.00 alle ore 18.00
°Premesse culturali e ricostruzione storico-giuridica. Modelli di prevenzione
Intervengono la sociologa Eide Spedicato Uengo, il magistrato Giuseppe Falasca. Testimonianze del Gruppo Antiviolenza della Procura della Repubblica di Pescara (GAV)
Venerdì 26 settembre, dalle ore 16.00 alle ore 18.00
°Forme di contrasto alla violenza, da quella verbale a quella fisica nell’ambito domestico, economico, legato alle nuove tecnologie
Interviene la Consigliera di Parità della Provincia di Chieti Monica Brandiferri. Testimonianze del Gruppo Antiviolenza della Procura della Repubblica di Pescara (GAV)
Venerdì 3 ottobre, dalle ore 16.00 alle ore 18.00
°Iniziative e Attività del Comune di Chieti; interviene l’Assessore alle Pari opportunità del Comune Chiara Zappalorto
°Protezione e aiuto alle vittime e ai familiari, a cura dei componenti del Gruppo Antiviolenza della Procura della Repubblica di Pescara (GAV)
Venerdì 10 ottobre, dalle ore 16.00 alle ore 18.00
°Programmazione di strategie e di interventi nei confronti degli autori delle violenze, a cura dei componenti del Gruppo Antiviolenza della Procura della Repubblica di Pescara (GAV)
Mercoledì 15 ottobre, dalle ore 16.00 alle ore 19.00
°Proiezione di un film da scegliere durante il Corso. Dibattito.
Coordinamento per la Democrazia Costituzionale
ADDIO A VLADIMIRO ZAGREBELSKY
Vladimiro Zagrebelsky ci ha lasciati, dopo una vita dedicata alla difesa e alla diffusione della cultura del diritto, dei principi e del dettato costituzionale.
Nato a Torino nel 1940 ha ricoperto diversi incarichi istituzionali, oltre ad esercitare la libera docenza in Diritto penale all’Università di Torino.
E’ stato componente del Consiglio Superiore della Magistratura per il quadriennio 1981-85 e nuovamente per il quadriennio 1994-98.
Dal 1998 all’aprile 2001 ha diretto la Direzione generale dell’organizzazione giudiziaria e poi l’Ufficio Legislativo del Ministero della Giustizia.
È stato inoltre presidente e componente di diverse Commissioni ministeriali di studio e, nel 2000, ha presieduto la Commissione ONU per la prevenzione del crimine e la giustizia penale.
Il 25 aprile 2001 è stato eletto giudice della Corte europea dei diritti dell’uomo dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. Il suo mandato, rinnovato nel 2007, si è concluso nel mese di aprile 2010.
Dal 2010 ha fondato e diretto il Laboratorio dei Diritti Fondamentali - LDF, un centro di ricerca sui diritti umani - ed è stato componente del Consiglio scientifico di Diritti Umani e Diritto Internazionale e del Consultative
Committee del Dipartimento Law and Anthropology del Max Planck Institute for Social Anthropology di Halle, oltre che editorialista del quotidiano La Stampa su temi giuridici.
Unendoci al dolore per la sua scomparsa al fratello Gustavo e a tutta la sua famiglia, continueremo le sue battaglie civili e in difesa della Costituzione, grazie ai suoi insegnamenti e alla sua coerenza.
La Presidenza del Coordinamento per la democrazia costituzionale, Roma 6 agosto 2025
Il ricordo di Chieti nuova 3 febbraio
Nel 1996, Vladimiro Zagrebelsky venne da noi, a Chieti, presso la Biblioteca “A.C. De Meis”, per concludere, insieme ad Enrico Di Nicola, il III Corso di Educazione alla Legalità nelle Scuole, promosso con la Sezione Abruzzese dell' Associazione Nazionale Magistrati.
E' impossibile dimenticare il Suo spirito critico, la Sua saggezza, la Sua “elegante semplicità”.
Hiroshima, ottant’anni dopo il monito è quanto mai attuale
1945-2025 Alla commemorazione suona la campana della pace, ma si teme il giorno in cui non ci saranno più "hibakusha" a ricordare l’orrore della bomba atomica. Il premier giapponese Ishiba: «È missione del Giappone, l'unico paese ad aver sofferto le conseguenze dell'atomica, guidare la comunità internazionale verso un mondo libero dalle armi nucleari». Gli fa eco in Italia Mattarella
(continua nella sezione Rassegna stampa) Lorenzo Lamperti, Il Manifesto, 7-VIII-2025
Il Male Assoluto che ci riguarda da vicino
Il Male Assoluto. Quel che vediamo a Gaza ci tortura. Ci ripetiamo che ogni nostro lamento è incongruo e tuttavia soffriamo e veniamo assaliti da una frustrazione senza limiti
Che cos’è il Male Assoluto? Ne parliamo spesso, in questi tempi, mentre lo vediamo realizzato quotidianamente da quasi due anni, come mai avremmo creduto possibile, se non altro nella nostra prospettiva di occidentali cresciuti con il mantra del «mai più».
Lo evochiamo spesso, sì, eppure non sapremmo definirlo. Come se la sua intrinseca assolutezza lo rendesse estraneo a qualsiasi possibilità definitoria. Del resto, accade qualcosa di apparentemente contraddittorio: questo Male con la M maiuscola ci sembra aumentare senza tregua, come se crescesse giorno dopo giorno fino a toccare sempre nuove vette che neppure ci parevano immaginabili. Un aspetto incompatibile con la sua assolutezza.
(continua nella sezione Rassegna stampa) Matteo Nucci, Il Manifesto, 2-VIII-2025
Strage di Bologna
Il presidente dei familiari delle vittime: "Le sentenze inchiodano Meloni"
Paolo Bolognesi attacca la premier dopo lo scontro dello scorso anno, quando aveva detto che le "radici" di quella bomba "figurano a pieno titolo nella destra di governo". In questi 12 mesi sono arrivate le condanne definitive per i neofascisti Bellini e Cavallini-
(continua nella sezione Rassegna stampa) L’Espresso, 07 ago 2025
Il governo si prende la Costituzione
Riforme L’approvazione al Senato della riforma sulla giustizia non è solo un attacco alla magistratura, è anche uno stravolgimento del carattere “rigido” della nostra Costituzione
L’approvazione al Senato della riforma sulla giustizia non è solo un attacco alla magistratura, è anche uno stravolgimento del carattere “rigido” della nostra Costituzione. Stabilisce la definitiva attrazione della Costituzione nella disponibilità del Governo.
(continua nella sezione Rassegna stampa) Gaetano Azzariti, Il Manifesto, 25-VIII-2025
Coordinamento Democrazia Costituzionale -CDC
-Lettera del CDC alla Associazione Nazionale dei Magistrati
-Risposta del Presidente dell’ANM Cesare Parodi
- nota CGIL sulla votazione al Senato della Legge Giustizia.
(continua nella sezione Rassegna stampa)
19 luglio 2025 – 19 luglio 1992
"La morte di Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta - Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina - voluta dalla mafia per piegare le istituzioni democratiche, a meno di due mesi dall'attentato di Capaci - racconta il Capo dello Stato - intendeva proseguire, in modo eversivo, il disegno della intimidazione e della paura" ma la democrazia è stata più forte. Gli assassini e i loro mandanti sono stati sconfitti e condannati. Le vite di Paolo Borsellino e di Giovanni Falcone sono testimonianza e simbolo della dedizione dei magistrati alla causa della giustizia. Borsellino non si tirò indietro dal proprio lavoro dopo la strage di Capaci. Continuò ad andare avanti". ANSA, 19-VII-2025
Via d’Amelio, Salvatore Borsellino: “L’intervista di mio fratello su Berlusconi e Dell’Utri? È una delle cause che hanno accelerato la strage”
“Quell’intervista ai Francesi è stata una delle due cause acceleranti della strage di via d’Amelio”.
(continua nella sezione Rassegna stampa) Simone Bauducco e Giuseppe Pipitone - Il Fatto Quotidiano
Referendum 8 e 9 giugno, il punto di vista della Rete dei Numeri Pari
14 milioni ci cittadine e cittadini alle urne ma il quorum non è stato raggiunto. Indispensabile continuare a fare ognuno la propria parte, rafforzando la partecipazione per portare avanti l’impegno per i diritti e la democrazia In occasione del voto referendario dell’8 e 9 giugno oltre 14 milioni di cittadini e cittadine si sono recati alle urne.
Non è stato sufficiente per ottenere il quorum necessario, quello della metà dei votanti più uno. I cittadini che si sono recati alle urne sono stati circa il 30%. Una buona notizia, comunque, perché senza partecipazione la democrazia rimane un feticcio. Ma non possiamo non essere preoccupati dal continuo arretramento della partecipazione pubblica.
(continua nella sezione Rassegna stampa) 10 giugno 2025 - Ufficio stampa RNP
Referendum, come disarmare l’astensione
Le condizioni in cui una sconfitta può evitare di trasformarsi in un irreversibile disastro sono almeno due. La prima è quella di riconoscerla come tale senza cavillose giustificazioni. La seconda è analizzarne bene le cause, aprire un dibattito su queste, senza avere la fretta di giungere a improvvisate conclusioni. Solo così si può sperare di risalire la china. E non è detto che basti.
Ora proprio il netto insuccesso della prova referendaria di giugno su tematiche della massima importanza come il lavoro e la cittadinanza ci costringe – ed è indispensabile che ciò avvenga – a considerazioni di fondo sullo stato dell’orientamento democratico della società civile, dove è evidente l’azione corrosiva portata dalle destre.
(continua nella sezione Rassegna stampa) Alfonso Gianni 18-06-2025
27 maggio 2025, ore 9.30, Tribunale di Chieti-Aula G.Matteotti, Incontro conclusivo XXXII Corso di Educazione alla Legalità nelle Scuole Secondarie di I grado di Chieti e Provincia, a.s. 2024- 2025 -Vivere la Democrazia -
Le forme e i modi di partecipazione alla vita della collettività. La persona, il cittadino, la democrazia.
Al centro è sempre la persona, in quanto tale e come cittadino, nei suoi rapporti civili, etico-sociali, economici e politici, come è indicato dalla struttura stessa della Costituzione.
Programma: Presentazione elaborati a cura degli studenti. Premiazione. Introduzione della professoressa Marina Campana Magno alla mostra sull’avvocato della famiglia di Giacomo Matteotti - Pasquale Galliano Magno – Una vita per la Libertà, la Legalità, la Giustizia sociale.-Aula P. Galliano Magno,Visita guidata alla mostra a cura di Marina Campana Magno, con la collaborazione del dottor Nicola Malcangio. Come gli studenti hanno sottolineato, nei loro straordinari elaborati, la nostra Costituzione riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’Uomo, che riguardano gli aspetti essenziali, fisici e morali, della personalità di ogni individuo, uomo o donna. I giovani hanno evidenziato con le parole e le immagini tratte dal libro Antigone sta nell’ultimo banco, letto e commentato durante l’anno e con le osservazioni, le riflessioni, le fotografie del film Amistad, proposto in ogni classe, che “la Costituzione non è solo un testo da conoscere, ma un impegno da vivere”, che “la democrazia vive solo se ogni cittadino partecipa attivamente”. E’ bello ricordare le loro conclusioni sui diritti umani, che “sono universali perché vanno al di là della cittadinanza e dello Stato, appartengono a ciascuno di noi in qualunque parte del mondo viviamo, tutelano la nostra dignità che non ha né colore né passaporto”. Curiosità, genuino interesse e coinvolgimento emotivo nella visita alla mostra su P. Galliano Magno.
Si ringraziano la Professoressa Marina Campana Magno; i Magistrati Angelo Bozza, Alessandro Chiauzzi, Alessandra De Marco, Andrea Di Berardino, Giuseppe Falasca, Angelo Zaccagnini; il Tribunale di Chieti, nelle persone di Guido Campli-Magistrato Presidente, di Emanuela Zannerini-Dirigente, di Nicola Malcangio, Rita Menna- Funzionari, di Roberto Chierici- Impiegato; gli Studenti; le/i Docenti -della S.M.Antonelli di Chieti: Simona Azzariti, Marta Brigante, Caterina Rossi, Antonietta Trozzi, la Preside professoressa Maria Assunta Michelangeli;
-della S. M. di Fara Filiorum Petri: Enrica Della Pelle, Laura Mariani, Marcella Pantalone; di Casacanditella: Antonio Di Martino, Arianna Doleceamore;
di Casalincontrada: Alessandra Alfonsi, Gilda Caputo, Melissa Evangelista, Mara Maurizio; di Roccamontepiano: Roberto Sanna, la Preside professoressa Liliana De Vincentiis; -della S.M. G. Galilei di San Giovanni Teatino: Claudia Barisani, Rosella Bosi, Carmelina Franchetta, Mariangela Sanese, la Preside professoressaFrancesca Di Tecco;-della S. M. M. Buonarroti di Torrevecchia Teatina: Tiziana Vicentini, Plesso Ripa Teatina: Federica Firmani, Carmen Mattioli, la Preside professoressa Emanuela Salvischiani; -della S.M.Vicentini di Chieti: Annamaria D’Ambrosio, Lorella Di Renzo, Gloriana Marchese, Debra Venditto, la Preside professoressa Simona Di Salvatore.
XXXII Corso di Educazione alla Legalità
nelle Scuole Medie di Chieti e Provincia
VIVERE la DEMOCRAZIA
Martedì, 27 maggio, ore 9.30
Tribunale di Chieti - aula Matteotti -
Incontro conclusivo La parola agli studenti
-Presentazione degli elaborati
-Premiazione delle Scuole
-Visita guidata alla mostra su Pasquale Galliano Magno
con l’intervento di Marina Campana Magno
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Hanno partecipato al XXXII Corso le Scuole Medie di CHIETI V. Antonelli, F.Vicentini; di FARA FILIORUM PETRI-sedi annesse di Casacanditella, Casalincontrada, Roccamontepiano; di RIPA TEATINA-Torrevecchia Teatina M. Buonarroti; di SAN GIOVANNI TEATINO G. Galilei.
COMUNICATO
Nell’ambito del Maggio del Libri, manifestazione del Comune, promossa dopo il riconoscimento di Chieti come “Città che legge”, da parte del Ministero della Cultura, l’associazione Chieti nuova 3 febbraio, realizza, Venerdì 16 maggio, dalle ore 17.00, presso il Museo C. Barbella l’iniziativa Chieti allo specchio -.
L’incontro si articolerà in due momenti, entrambi al Museo Barbella:
- l’intervento della professoressa Eide Spedicato, già docente della Università “ G. D’Annunzio” e il dibattito con il pubblico presente
- la lettura di alcune pagine, a cura di giovani e meno giovani.
La città allo specchio rilegge il passato e progetta il futuro. Come scrive una nota casa editrice, “Leggere aiuta a leggere”. Infatti, attraverso le voci che giungono dalle pagine, si intende sollecitare la Comunità cittadina a guardarsi allo specchio e a farsi essa stessa oggetto di discussione
La capacità di fare i conti con il proprio passato e di riappropriarsi del patrimonio di storia e di memorie è l’unica via per ricostruire le ragioni e i modi del vivere insieme e per riconquistare l’identità, intesa non come dato fisso, statico e definito una volta per tutte, ma come “processo che vive e si sviluppa nella molteplicità delle esperienze storiche”(Franco Ferrarotti).
E’ indispensabile che i cittadini, consapevoli della perduta potenzialità anche economica del proprio territorio, si coinvolgano nella creazione degli strumenti per garantire un futuro compatibile con la conservazione dei caratteri storici dell’area, sapendo coniugare tradizione e innovazione.
Centro per il libro e la lettura - Chieti città che legge
Il Maggio dei libri-2025 – Comune di Chieti
Associazione Chieti nuova 3 febbraio
Chieti allo specchio
La città rilegge il passato e progetta il futuro
Venerdì 16 maggio
ore 17.00-Museo C. Barbella
Eide Spedicato
già docente Università “G. D’Annunzio”
dialoga con il pubblico
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LETTURE
“Le voci delle pagine
a cura di giovani e meno giovani
Primo maggio 2025
FESTA del Lavoro e dei LAVORATORI
La CGIL con il Coordinamento Referendario
incontra i cittadini
PER il REFERENDUM dei GIORNI 8 e 9 giugno 2025
L’iniziativa, con il patrocinio del Comune di Chieti. dalle ore 10.00, alla Villa comunale, prevede un primo maggio dedicato interamente al referendum con un momento mattutino, in cui il Coordinamento approfondirà le tematiche del referendum e un momento pomeridiano, dedicato sia a diffondere il materiale informativo sia ad intrattenere i presenti con musica di giovani locali e con il cabaret di ‘Nduccio.
La mattina, dalle ore 11.00, partendo dalla Villa Comunale, sarà distribuita la Costituzione della Repubblica italiana lungo Corso Marrucino.
LAVORO E COSTITUZIONE
Articolo 1 - L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Articolo 3 - Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione. di opinioni politiche,di condizioni personali e sociali.E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Articolo 4 - La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Per un Primo maggio
dedicato a “un'Europa di pace, lavoro e giustizia sociale”.
Buon Primo maggio a tutte e a tutti
25 aprile 2025 – 25 aprile 1945
per la Festa
della Resistenza e della Liberazione dell’Italia
dal nazifascismo
Dopo 80 anni è ancora e sempre
un DOVERE CIVICO
continuare a ribadire
la condanna del fascismo
la salvaguardia della Repubblica democratica parlamentare antifascista
una e indivisibile
impegnarci
ed esercitare la vigilanza democratica
per salvaguardare il LAVORO e tutti
i diritti conquistati da quanti
hanno offerto la propria vita
per restituire all’Italia libertà e dignità
VIVA la COSTITUZIONE VIVA la PACE
COMUNICATO STAMPA
Il 25 aprile a Chieti: una settimana tra memoria, musica e teatro, uniti nel nome e nella storia della Resistenza
Chieti, 23 aprile 2025 - Il Comune di Chieti, insieme alla sezione ANPI “Alfredo Grifone” e a una vasta rete di associazioni cittadine, promuove un ricco calendario di iniziative per celebrare il 25 aprile, Festa della Liberazione, riaffermando i valori fondanti della democrazia e della Costituzione nata dalla Resistenza. Un vero e proprio percorso collettivo di memoria e partecipazione, che vedrà coinvolti luoghi simbolici della città come il Largo Martiri della Libertà, l’Auditorium Cianfarani, la Sala Polivalente del Museo Civitella, il Teatro Marrucino, fino agli spazi associativi e culturali come l’ARCI Fictio e che vede fra i promotori: Comune di Chieti, ANPI Chieti, Comitato “Salviamo la Costituzione”, Chieti Bene Comune, CGIL Chieti, ARCI Chieti, CuntaTerra, Chieti Nuova 3 Febbraio, Fondazione Brigata Maiella, Musei Archeologici Chieti, ARCI Fictio, Chieti Welcome, Club per l’UNESCO di Chieti, Archivio di Stato.
"Il 25 aprile non è solo un giorno di ricordo, ma un’opportunità per riaffermare con forza i principi di libertà, giustizia e solidarietà – così il sindaco Diego Ferrara e Gianluca Antonucci a capo dell’ANPI Chieti - . Grazie alla sinergia con l’ANPI e le realtà del territorio, Chieti si fa comunità viva e consapevole, testimone della nostra storia e custode del nostro futuro. Dobbiamo tutti contribuire alla memoria collettiva, quella della Resistenza è un patrimonio particolare che appartiene alle generazioni presenti, passate e future e che non può essere revisionata, non si pongono perimetri alla libertà e quella che conquistammo noi allora attraverso padri, nonni, fratelli, giovani di altri tempi morti con il desiderio di essere liberi. Non sarà una festa dimessa, né “sobria”, d’altronde il 25 aprile non è mai stata una ricorrenza ebbra o rumorosa, sarà sicuramente rispettosa del momento e del sentito saluto a Papa Francesco, capace di rispecchiare valori e principi che non fanno baccano, ma sono messi nero su bianco sul documento più importante del nostro Paese, la nostra Costituzione".
"Con “Quando il grano maturò” raccontiamo una Resistenza che è anche quotidianità, fatta di scelte, coraggio e dignità. Il teatro diventa voce della memoria e strumento di consapevolezza civile – così Marcello Sacerdote attore e motore dell’associazione – siamo felici di farlo con lo spettacolo, ma anche con il libro che ne è scaturito, che ha messo nero su bianco le emozioni raccolte nel nostro Abruzzo perché diventassero patrimonio di tutti e tassello di una memoria collettiva fatta di racconti e di storie che rispecchiano ognuno di noi, ora e sempre".
Programma
24 aprile:
*Ore 17.00 – Foyer Marrucino. Presentazione del libro Pagine e Storie di cronaca di Filippo Paziente
25 aprile:
• Ore 9.00 – Largo Martiri della Libertà: Mostra sulla Resistenza e sulla Banda Palombaro
• Ore 10.00- Celebrazione del 25 aprile a cura della Prefettura.
• Ore 11.00 – Passeggiata e distribuzione della Costituzione alla cittadinanza.
• Ore 17.30 – Sala Polivalente Museo Civitella: Presentazione del libro “Quando il grano maturò” e incontro con gli autori.
• Ore 21.00 – Auditorium Cianfarani: Spettacolo teatrale “Quando il grano maturò”, a cura del collettivo teatrale CuntaTerra, ispirato a vicende locali di lotta e libertà.
• Ore 21.30 – Circolo ARCI Fictio: Live concert del gruppo “De Bulgakov”, in chiusura di giornata.
28 Aprile:
• Ore 15.00 Archivio di Stato. Laboratorio guidato di ricerca sul Fondo Brigata Maiella, a cura del Club Unesco e dell’Archivio di Stato.
30 Aprile:
• Ore 19.00. Museo Barbella. International Jazz Day: la Musica della Liberazione, evento a cura del Comune, Club Unesco e del musicista Tony Pancella.
AUGURI!!!
Che la Pasqua
ci aiuti a chiedere-a gran voce-tutti insieme
la PACE
riportando in ciascuno di noi
la voglia di connetterci
con noi stessi e con gli altri
la capacità di indignarci
di fronte alle ingiustizie
la consapevolezza dell’urgenza
dell’IMPEGNO CIVILE
Viva la Costituzione! Viva la Pace!
Pasqua 2025
Associazione Chieti nuova 3 febbraio e Associazione Unitre-Chieti
Istituto Tecnico “U. Pomilio - F. Galiani - R. de Sterlich”, Istituto di Istruzione Superiore “Luigi di Savoia”, Liceo Scientifico “F. Masci”, Liceo Statale “I. Gonzaga”
Il Calendario della Repubblica- Il Dovere della Memoria - XXV edizione
Venerdì 11 Aprile 2025, si è conclusa la serie di incontri nelle Scuole Superiori di Chieti sul tema COSTITUZIONE e LAVORO, iniziata Martedì 11 marzo.
In qualità di relatori, sono intervenuti il direttore Alberto Rossi, Marida De Vita, Maria Giovanna Michelangeli, Alice Di Meco del CPI (Centro per l’Impiego)-Chieti-Regione Abruzzo;
la direttrice Letizia Scastiglia, Cesare Altieri, Ivano Lapergola, Andrea De Giorgio, Daniela Giangreco, Andrea Buffone della CNA (Confederazione Nazionale Artigianato e Piccole e Medie Imprese) - Chieti;
Chiara Apeddu, Paride Paci dell’ARCI (Associazione Ricreativa Culturale Italiana) - Chieti.
Grazie a tutte e a tutti!
Inoltre, si ringraziano
gli studenti che in 223 hanno partecipato;
il Professore Roberto Leombroni, già docente di Storia e Filosofia presso il Liceo Scientifico “F. Masci”;
la Preside Simonetta Longo e i Docenti Roberta Bucci, Giuseppina Cifani, Manuela Fusilli, Gabriella Micomonaco, Emanuela Marchione, Maria Assunta Narciso dell’ Istituto Tecnico “U. Pomilio - F. Galiani - R. de Sterlich”;
la Preside Grazia Angeloni e i Docenti Stefania Camplone, Anna Rita Di Berardino, Marcantonio Maria Ester, Valeria Verlengia dell’ Istituto di Istruzione Superiore “Luigi di Savoia”;
la Preside Sara Solipaca e i Docenti Anna Maria Campana, Gabriella Federico del Liceo Scientifico “F. Masci”;
il Preside Camillo D’Intino e i Docenti Adriana Antonucci, Marta Catavitello, Antonella Di Sipio, Sandra Ortolano del Liceo Statale “I. Gonzaga”.
BUONA PASQUA!
LAVORO – SICUREZZA – DIGNITA’ – CITTADINANZA - DEMOCRAZIA
VERSO il REFERENDUM
8- 9 giugno 2025
Una piazza per il LAVORO
Il Comitato Referendario Provinciale si presenta alla cittadinanza
Sabato 12 aprile, ore 10.00, piazza G. B. Vico, Chieti
Interverranno:
Rappresentanti delle Istituzioni, della Politica, delle Associazioni, della Cultura
Intrattenimento musicale con DJ Stefano D’Elia
ABRUZZO: FANGO, VELENI E COLATE DI CEMENTO. COSI' MUORE IL FIUME DI D'ANNUNZIO
Fango, veleni e colate di cemento così muore il fiume di D'Annunzio (Repubblica.it del 21/12/2008 ) dal nostro inviato Paolo Rumiz - Scende fango dall'Appennino, la melma del fiume picchia contro Pescara mentre sull'Abruzzo s'abbatte anche il nubifragio della politica. In città ormai si parla di "emergenze parallele": faide e temporali, cemento e rischio alluvione, piogge torrenziali e sindaci in manette. E davvero sembra che tutto si imbottigli lì, nella gola del fiume cantato da D'Annunzio.
(continua nella sezione Rassegna stampa) Paolo Rumiz, Repubblica, 21-XII-2008
Associazione Chieti nuova 3 febbraio e Associazione Unitre-Chieti
I.I.S “Pomilio - Galiani - De Sterlich”, Istituto di Istruzione Superiore “Luigi di Savoia”, Liceo Scientifico “F. Masci”, Liceo Statale “I. Gonzaga”
Il Calendario della Repubblica- Il Dovere della Memoria - XXV edizione
COSTITUZIONE e LAVORO
Calendario delle conversazioni nelle Scuole Superiori di Chieti
Ore 11.00 – 13.00
Lunedì 17 marzo, Centro per l’Impiego - Chieti
Giovedì 3 aprile, CNA
Liceo Scientifico F. Masci, IIIC, IIID = n.55
Ore 10,00 - 12.00
Martedì 11 marzo, Centro per l’Impiego - Chieti
Mercoledì 19 marzo, CNA
Liceo Statale I. Gonzaga, IV O ,V C, V O = n. 46
Ore 10.30 - 12.30
Venerdì 14 marzo, Centro per l’Impiego - Chieti
Giovedì 20 marzo, CNA
Mercoledì 9 aprile, ARCI
Ore 11.00 - 13.00
Mercoledì 19 marzo, Centro per l’Impiego - Chieti
Venerdì 11 aprile, CNA
Associazione Chieti nuova 3 febbraio e Associazione Unitre-Chieti
Istituto Tecnico “F. Galiani - R. de Sterlich”- U. Pomilio”, Istituto di Istruzione Superiore “Luigi di Savoia”, Liceo Scientifico “F. Masci”, Liceo Statale “I. Gonzaga”
Il Calendario della Repubblica- Il Dovere della Memoria – XXV edizione
Venerdì 28 febbraio 2025 – ore 11.30
Aula magna Istituto Tecnico “F.Galiani”
via U. Ricci, 22 - Chieti
COSTITUZIONE e LAVORO
Prima parte
Relatore Roberto Leombroni
docente di Storia e Filosofia
Nel mese di marzo rappresentanti del Centro per l’impiego – Chieti della CNA, dell’ARCI dialogheranno con gli studenti in ogni Scuola Superiore partecipante.
PER LO SPETTACOLO DI MARTEDI' 4 FEBBRAIO, ORE 21.00, I BIGLIETTI SARANNO DISPONIBILI IN AUDITORIUM DALLE ORE 20.00.
3 febbraio 2025 - 2 febbraio 1993
A trentadue anni di distanza
dalla emersione della Tangentopoli locale
spetta
a tutti noi ricordare, riflettere, agire.
La Memoria ci spinge a guardare avanti
Continuiamo a lavorare
Riorganizziamo il nostro stare insieme
Rimettiamo la persona
al centro del viver sociale
Rispondiamo alla perdita della relazione con l’altra/o
Riscopriamo la passione civile
Esercitiamo la sovranità popolare
nelle forme e nei limiti della Costituzione
Non consideriamo ineluttabili le guerre
e le violenze inaudite vicine a noi
Abbiamo il coraggio di assumerci
le nostre responsabilità
Salvaguardare la Democrazia è nostra cura
Siamo noi che facciamo vivere
e crescere lo Stato esercitando diritti e doveri scritti nella Costituzione
PER LO SPETTACOLO DI MARTEDI' 4 FEBBRAIO, ORE 21.00, I BIGLIETTI SARANNO DISPONIBILI IN AUDITORIUM DALLE ORE 20.00.
Le associazioni Chieti nuova 3 febbraio e Unitre- Chieti, per ricordare il Giorno della Memoria, nell’ambito della XXV edizione del progetto Il Calendario della Repubblica-Il Dovere della Memoria, in collaborazione con le Scuole Superiori di Chieti Istituto Professionale U. Pomilio-Istituto Tcnico F. Galiani-R. de Sterlich, Istituto Industriale L. di Savoia, Liceo Scientifico F. Masci, Liceo Statale I.Gonzaga, Martedì 4 febbraio 2025, ore 9.00 per le Scuole e ore 21.00 per il pubblico eterogeneo, promuovono la realizzazione dello spettacolo DESTINATARIO SCONOSCIUTO, liberamente tratto dall’omonimo romanzo epistolare della scrittrice statunitense Katherine Kressmann Taylor (1903 – 1996), con Franco Mannella e Mario Massari, regia di Mario Massari; luci e fonica a cura di Mattia di Martino, Compagnia Piccola Bottega Teatrale, Pescara.
Durata: 60 minuti.
La manifestazione è patrocinata dal Comune di Chieti.
Dalla Nota di Regia:
Destinatario sconosciuto
è un viaggio alle radici dell’odio razziale nazista, che rappresenta con lucida chiaroveggenza il clima di spietato razzismo in cui maturarono gli orrori dell’Olocausto.
Siamo nel novembre 1932. L’ebreo Max Eisenstein e il tedesco Martin Schulse, soci in affari a San Francisco e amici fraterni, si separano. Martin torna in Germania con moglie e figli e tra i due comincia uno scambio di lettere su cui si stende ben presto l’ombra nera della storia: nel 1933 Hitler prende il potere e Martin si lascia sedurre dall’ideologia nazista. Martin non cambia atteggiamento nemmeno quando Max, disperato, gli raccomanda di vegliare sulla sorella Griselle, un’attrice austriaca che è stata amante di Martin e che, nonostante gli avvertimenti ricevuti, ha voluto ugualmente recitare a Berlino.
Impossibile credere ancora all’amicizia. Questo comportamento porterà a un ribaltamento radicale nei rapporti di forza fra i due protagonisti per un finale “impossibile da dimenticare”.
In occasione delle “Giornate della memoria”, ho ritenuto doveroso allestire lo spettacolo, attraverso cui delineare un grande affresco, che evidenzi l’incalzare delle leggi antisemite e il dilagare della violenza contro gli Ebrei. Mario Massari
Autonomia, per la Consulta inammissibile il referendum
'L'oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari'
(ANSA) - ROMA, 20 GEN - La Consulta ha dichiarato inammissibile il referendum abrogativo della legge sull'Autonomia differenziata delle Regioni. Ad emettere la sentenza sono stati gli attuali undici giudici della Corte Costituzionale. La Corte ha rilevato che "l'oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari". La Consulta si era già espressa il mese scorso in merito alla cosiddetta 'legge Calderoli', sottolineando - ai fini di compatibilità costituzionali - la necessità di correzioni su sette profili della stessa legge: dai Livelli essenziali di prestazione (Lep) alle aliquote sui tributi.
Corte Costituzionale: slitta al 23 gennaio l'elezione dei quattro giudici.
Nuovo rinvio per l'elezione dei giudici della Consulta, che si dovrà riunire con solo 11 membri (se ne manca uno la seduta non si può tenere) il 20 gennaio per decidere sui referendum. Da Il Manifesto del 16 gennaio 2025
Messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Roma, 31/12/2024 (II mandato)
Care concittadine e cari concittadini,
questo nostro incontro tradizionale mi consente di rivolgere l’augurio più sincero a tutti voi, a chi si trova in Italia e agli italiani che sono all’estero.
Stiamo vivendo come ogni fine anno ore di attesa per un tempo nuovo che viene e che speriamo migliore.
Ore in cui cerchiamo la serenità rinsaldando i nostri rapporti. Nelle nostre comunità, nelle famiglie, nelle amicizie. Facciamo i nostri auguri e ne riceviamo. Non è soltanto un rito, è la dimostrazione della nostra natura più autentica, quella che ci chiama alla relazione con gli altri.
Lo facciamo, dobbiamo farlo tanto più in quanto viviamo momenti difficili. Quando migliaia di vittime civili delle guerre in corso turbano tragicamente le nostre coscienze.
Nella notte di Natale si è diffusa la notizia che a Gaza una bambina di pochi giorni è morta assiderata.
Nella stessa notte di Natale feroci bombardamenti russi hanno colpito le centrali di energia delle città dell’Ucraina per costringere quella popolazione civile al buio e al gelo.
Gli innocenti rapiti da Hamas, e tuttora ostaggi, vivono un secondo inizio di anno in condizioni disumane.
Queste forme di barbarie non risparmiano neppure il Natale e le festività più sentite.
Eppure mai come adesso la pace grida la sua urgenza.
La pace che la nostra Costituzione indica come obiettivo irrinunziabile, che l’Italia ha sempre perseguito, anche con l’importante momento quest’anno della presidenza del G7. La pace di cui l’Unione Europea è storica espressione.
La pace che non significa sottomettersi alla prepotenza di chi aggredisce gli altri Paesi con le armi, ma la pace del rispetto dei diritti umani, la pace del diritto di ogni popolo alla libertà e alla dignità.
Perché è giusto. E - se questo motivo non fosse ritenuto sufficiente - perché è l’unica garanzia di una vera pace, evitando che vengano aggrediti altri Paesi d’Europa.
Questo è, quindi, il primo augurio che tutti ci rivolgiamo. Che il nuovo anno porti vera pace ovunque.
Interpreto, in queste ore, l’angoscia di tutti per la detenzione di Cecilia Sala. Le siamo vicini in attesa di rivederla al più presto in Italia.
Quanto avviene segnala ancora una volta il valore della libera informazione. Tanti giornalisti rischiano la vita per documentare quel che accade nelle sciagurate guerre ai confini dell’Europa, in Medio Oriente e altrove. Spesso pagano a caro prezzo il servizio che rendono alla comunità.
La notte di Natale, Papa Francesco - cui invio auguri pieni di riconoscenza - ha aperto il Giubileo, facendo risuonare nel mondo il richiamo alla speranza.
Quelle di questa sera sono ore di speranza nel futuro, nell’anno che viene.
Tocca a noi saperla tradurre in realtà.
Cosa significa concretamente coltivare fiducia in un tempo segnato, oltre che dalle guerre, da squilibri, da conflitti?
Vi è bisogno di riorientare la convivenza, il modo di vivere insieme.
In questo periodo sembra che il mondo sia sottoposto a una allarmante forza centrifuga, capace di dividere, di allontanare, di radicalizzare le contrapposizioni.
Sono lacerate le pubbliche opinioni.
Faglie profonde attraversano le nostre società.
La realtà che viviamo ci presenta contraddizioni che generano smarrimento, sgomento, talvolta senso di impotenza.
A livello globale aumenta in modo esponenziale la ricchezza di pochissimi mentre si espande la povertà di tanti.
La crescita della spesa in armamenti, innescata nel mondo dall’aggressione della Russia all’Ucraina - che costringe anche noi a provvedere alla nostra difesa - ha toccato quest’anno la cifra record di 2.443 miliardi di dollari. Otto volte di più di quanto stanziato alla recente Cop 29, a Baku, per contrastare il cambiamento climatico, esigenza, questa, vitale per l’umanità. Una sconfortante sproporzione.
Luci e ombre riguardano anche la nostra Italia.
La scienza, la ricerca, le nuove tecnologie aprono possibilità inimmaginabili fino a poco tempo addietro per la cura di malattie ritenute inguaribili. Nello stesso tempo vi sono lunghe liste d’attesa per esami che, se tempestivi, possono salvare la vita. Numerose persone rinunciano alle cure e alle medicine perché prive dei mezzi necessari.
I dati dell’occupazione sono incoraggianti. Resistono tuttavia aree di precarietà, di salari bassi, di lavoratori in cassa integrazione.
L’export italiano registra dati positivi, e così il turismo. Segno che il Paese esercita una forza di attrazione, che va anche al di là delle sue bellezze naturali, delle sue città d’arte, della sua cultura.
Con questo aspetto confortante stride il fenomeno dei giovani che vanno a lavorare all’estero perché non trovano alternative, spesso dopo essersi laureati.
Tra Nord e Sud c’è una disuguale disponibilità di servizi. Continua il pericolo dell’abbandono delle aree interne e montane.
Colmare queste distanze. Assicurare un'effettiva pienezza di diritti è il nostro compito.
Il mutamento del clima incide ecisamente anche sugli eventi meteo che subiamo in Italia: ne abbiamo ripetute testimonianze. Le alluvioni non possono più essere considerate fatti straordinari. Sono frequenti e vanno quindi prevenute con lungimiranza, rimuovendo le condizioni che provocano sciagure.
Un’attenzione particolare richiede il fenomeno della violenza. Tocca tutto il mondo ma diviene ancor più allarmante quando coinvolge i nostri ragazzi.
Bullismo, risse, uso di armi. Preoccupante diffondersi del consumo di alcool e di droghe, vecchie e nuove, anche tra i giovanissimi. Comportamenti purtroppo alimentati dal web che propone sovente modelli ispirati alla prepotenza, al successo facile, allo sballo.
I giovani sono la grande risorsa del nostro Paese. Possiamo contare sul loro entusiasmo, sulla loro forza creativa, sulla generosità che manifestano spesso. Abbiamo il dovere di ascoltare il loro disagio, di dare risposte concrete alle loro esigenze, alle loro aspirazioni.
La precarietà e l’incertezza che avvertono le giovani generazioni vanno affrontate con grande impegno anche perché vi risiede una causa rilevante della crisi delle nascite che stiamo vivendo.
Si intrecciano, quindi, straordinarie potenzialità e punti di debolezza da risolvere. Impegniamoci per una comune speranza che ci conduca con fiducia verso il futuro.
L’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani ha scelto, come parola dell’anno, “rispetto”.
Il rispetto verso gli altri rappresenta il primo passo per una società più accogliente, più rassicurante, più capace di umanità. Il primo passo sulla strada per il dialogo, la collaborazione, la solidarietà, elementi su cui poggia la nostra civiltà.
Rispetto della vita, della sicurezza di chi lavora. L’ultima tragedia pochi giorni fa, a Calenzano: cinque persone sono morte. Non possono più bastare parole di sdegno: occorre agire, con responsabilità e severità. Gli incidenti mortali - tutti - si possono e si devono prevenire.
Rispetto della dignità di ogni persona, dei suoi diritti. Anche per chi si trova in carcere. L’alto numero di suicidi è indice di condizioni inammissibili.
Abbiamo il dovere di osservare la Costituzione che indica norme imprescindibili sulla detenzione in carcere. Il sovraffollamento vi contrasta e rende inaccettabili anche le condizioni di lavoro del personale penitenziario.
I detenuti devono potere respirare un’aria diversa da quella che li ha condotti alla illegalità e al crimine. Su questo sono impegnati generosi operatori, che meritano di essere sostenuti.
La fine dell’anno è anche tempo di bilancio. Ho incontrato valori e comportamenti positivi e incoraggianti nel volto, nei gesti, nelle testimonianze di tanti nostri concittadini.
Li ho incontrati nel coraggio di chi ha saputo trasformare il suo dolore, causato da un evento della vita, in una missione per gli altri.
Li ho letti nelle parole di Sammy Basso che insegnano a vivere una vita piena, oltre ogni difficoltà.
Si trovano nel rumore delle ragazze e dei ragazzi che non intendono tacere di fronte allo scandalo dei femminicidi.
Siamo stati drammaticamente coinvolti nell’orrore per l’inaccettabile sorte di Giulia Cecchettin e, come lei, di tante altre donne uccise dalla barbarie di uomini che non rispettano la libertà e la dignità femminile e, in realtà, non rispettano neppure sé stessi.
Non vogliamo più dover parlare delle donne come vittime. Vogliamo e dobbiamo parlare della loro energia, del loro lavoro, del loro essere protagoniste.
Ho fatto riferimento ad alcuni esempi di persone che hanno scelto di operare per il bene comune perché è proprio questa trama di sentimenti, di valori, di tensione ideale quel che tiene assieme le nostre comunità e traduce in realtà quella speranza collettiva che insieme vogliamo costruire.
È questa medesima trama che ci consentirà di evitare quelle divaricazioni che lacerano le nostre società producendo un deserto di relazioni, un mondo abitato da tante solitudini.
Siamo tutti chiamati ad agire, rifuggendo da egoismo, rassegnazione o indifferenza.
Nella quotidiana esperienza di tanti nostri concittadini si manifesta un sentimento vivo, sempre attuale, dell’idea di Patria.
Mi ha colpito, di recente, l’entusiasmo degli allievi della nostra Marina militare, su nave Trieste, all’avvio del loro servizio per l’Italia e per i suoi valori costituzionali. Come stanno facendo in questo momento tanti nostri militari in diversi teatri operativi. A essi rinnovo la riconoscenza della Repubblica.
Patriottismo è quello dei medici dei pronto soccorso, che svolgono il loro servizio in condizioni difficili e talvolta rischiose. Quello dei nostri insegnanti che si dedicano con passione alla formazione dei giovani. Di chi fa impresa con responsabilità sociale e attenzione alla sicurezza. Di chi lavora con professionalità e coscienza. Di chi studia e si prepara alle responsabilità che avrà presto. Di chi si impegna nel volontariato. Degli anziani che assicurano sostegno alle loro famiglie.
È patriottismo quello di chi, con origini in altri Paesi, ama l’Italia, ne fa propri i valori costituzionali e le leggi, ne vive appieno la quotidianità, e con il suo lavoro e con la sua sensibilità ne diventa parte e contribuisce ad arricchire la nostra comunità. È fondamentale creare percorsi di integrazione e di reciproca comprensione perché anche da questo dipende il futuro delle nostre società.
La sicurezza rimane una preoccupazione dei cittadini e massimo sostegno deve essere assicurato alle vittime dei reati.
Dal Rapporto Censis, sulla base di dati del Ministero dell’Interno, risulta che, dal 2013 al 2024, sono stati raggiunti risultati significativi sul fronte della prevenzione, con una forte riduzione degli omicidi volontari, delle rapine, dei furti nelle abitazioni.
Siamo grati alle Forze dell’Ordine, presidio della libertà dei cittadini, per il contributo decisivo che recano alla cornice di sicurezza in cui vive il nostro Paese.
Si affacciano nuovi odiosi fenomeni, a partire dalle truffe agli anziani, alle aggressioni via web ai ragazzi, alla violenza di strada, crimini contro i quali le Forze dell’Ordine sono fortemente impegnate.
Desidero rivolgere un saluto alle donne e agli uomini di sport in questo che è stato un anno olimpico e paralimpico. Ricordo le notti di Parigi, l’orgoglio dei nostri atleti attorno alla nostra bandiera. Sono a loro grato per i successi e ancor di più per l’autentico spirito sportivo con cui hanno vissuto la loro partecipazione: un bell’esempio, ben oltre i confini dello sport.
Nel 2025 celebreremo gli ottanta anni dalla Liberazione.
È fondamento della Repubblica e presupposto della Costituzione, che hanno consentito all’Italia di riallacciare i fili della sua storia e della sua unità.
Una ricorrenza importante. Reca con sé il richiamo alla liberazione da tutto ciò che ostacola libertà, democrazia, dedizione all’Italia, dignità di ciascuno, lavoro, giustizia.
Sono valori che animano la vita del nostro Paese, le attese delle persone, le nostre comunità. Si esprimono e si ricompongono attraverso l’ampia partecipazione dei cittadini al voto, che rafforza la democrazia; attraverso la positiva mediazione delle istituzioni verso il bene comune, il bene della Repubblica: è questo il compito alto che compete alla politica.
Siamo chiamati a consolidare e sviluppare le ragioni poste dalla Costituzione alla base della comunità nazionale. È un’impresa che si trasmette da una generazione all’altra.
Perché la speranza non può tradursi soltanto in attesa inoperosa.
La speranza siamo noi. Il nostro impegno. La nostra libertà. Le nostre scelte.
Buon anno a tutti!
Buon anno 2025
RICONQUISTIAMO
il rispetto per la persona e la relazione con l’altro
la consapevolezza e la responsabilità
dell’essere cittadini
il senso dell’impegno politico e sociale
la pace tra i popoli
ABBIAMO CURA
della nostra Democrazia
e della nostra Costituzione
RICORDIAMO
che “tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi…” (art. 54)
BUON NATALE con la poesia di Raffaele Fraticelli
pubblicazione autorizzata dagli eredi Fraticelli
Facémece pasture
Li citile ni’-rride,
è tutte nere.
‘Na rete de morte
zuffoche lu monne.
La scianne
ha reddòtte
‘na ceste de mercate…
Zitte,
è Natale ancore,
arecale lu Bambine.
Oddije:
nn’avesse-truvà ‘na magnatore
di spine?
Jamme a vedè che ci sta ‘ngatricciate,
straccémele ‘stu scure.
Chiame lu vicenate,
facémece pasture!
RAFFAELE FRATICELLI
Facciamoci pastori
I bimbi non sorridono,
è tutto nero.
Una rete di morte
soffoca il mondo.
La zana
è ridotta
una cesta di mercato…
Zitto,
è Natale ancora,
riscende il Bambino.
Oddio:
Chissà se trova una mangiatoia
di spine?
Andiamo a vedere cosa c’è incatricchiato,
stracciamo questo buio.
Chiama il vicinato,
facciamoci pastori!
Note ( Dizionario italiano di Google, Oxford Languages):
scianne= zana, cesta di forma ovale, culla rustica montata su due supporti di legno convessi; ‘ngatricciate= incatricchiato, arruffato, intrecciato
DAI TAGLI AL MODELLO AUTORITARIO, GLI ATENEI SONO UN LABORATORIO
Università L’aggressione all’università è coerente con la verticalizzazione del sistema istituzionale, la repressione del dissenso e la demolizione dei diritti sociali. …Le mobilitazioni studentesche esprimono la consapevolezza del carattere collettivo e politico della cancellazione delle risorse e delle riforme in arrivo.
L’università è, come la scuola, «organo costituzionale» (Calamandrei): partecipa al disegno della democrazia; attaccare l’università contribuisce alla neutralizzazione della democrazia.
Attraverso l’università passa la promozione della cultura e della ricerca, garantita dalla Costituzione (articolo 9), come valore in sé e come elemento fondamentale nel percorso verso il «pieno sviluppo» e l’«effettiva partecipazione», di ciascuno e di tutti (articolo tre, comma 2). L’università, cioè, è strumento di emancipazione, personale e sociale.
L’università è luogo di costruzione del sapere critico e del pluralismo che assicurano vitalità alla democrazia; è «coscienza critica del potere» (Edward Said), in quanto esercita contro-potere e concorre alla limitazione del potere connaturata alla democrazia costituzionale.
(continua nella sezione Rassegna stampa) Alessandra Algostino, Il Manifesto, 20–XII–2024
Gaza, i dannati della terra
C’è qualcosa di osceno nello stare qua a discutere se a Gaza sia in corso o no un genocidio: come se discutessimo della guerra del Peloponneso, o della crociata contro gli Albigesi. Fermare le atrocità in corso contro una popolazione assediata, affamata e bersagliata con crudeltà non è solo un obbligo morale e giuridico, è un presupposto imprescindibile se vogliamo restare umani.
“C’è qualcosa di osceno nello stare qua a discutere se a Gaza sia in corso o no un genocidio: come se discutessimo della guerra del Peloponneso, o della crociata contro gli Albigesi.
Perché questo sta succedendo ora: nel nostro tempo, a pochi chilometri da noi. Potremmo fermarlo, se davvero volessimo: in qualunque momento.
Due milioni di persone sono chiuse in quello che è ora un enorme campo di concentramento: un esercito nemico li assedia, li affama, li uccide ogni giorno” Colgono nel segno le parole di Tomaso Montanari (il Fatto, 2/122/24). Dopo che il Sudafrica ha sollevato nei confronti di Israele l’accusa di genocidio dinanzi alla Corte internazionale di giustizia dell’ONU e dopo che la CIG il 26 gennaio 2024 ha emesso un’ordinanza ingiungendo ad Israele di fermare i massacri e consentire la fornitura dei beni essenziali per la sopravvivenza alla stremata popolazione di Gaza, si è rotto un tabù politico e linguistico.
(continua nella sezione Rassegna stampa) Domenico Gallo, 20–XII–2024
La Costituzione si difende con il conflitto
Prova di piazza Il disegno di legge governativo costituisce non l’avvio, ma semmai il punto di condensazione di tendenze morbose già abbondantemente emerse nella recente vicenda politica italiana
L’attacco sferrato alla democrazia costituzionale dal disegno di legge sicurezza non è soltanto il portato di una cultura nostalgica. Una cultura marcatamente autoritaria che il sottosegretario Delmastro ostenta oramai quotidianamente nel tentativo strisciante di rafforzare il legame con la tradizione nefasta del fascismo e del neofascismo italiano.
Limitare il dissenso e reprimere «il diritto di protestare se i cambiamenti sono sgraditi» è un imperativo che ha in questi anni animato anche l’ideologia neoliberale. Lo troviamo scritto a chiare lettere in uno dei suoi testi fondamentali: il documento redatto dalla banca d’affari statunitense Jp Morgan il 28 maggio 2013. Un documento fatto proprio, seppure in vario modo e con intonazioni diverse, da tutti gli esecutivi succedutisi nel corso dell’ultimo decennio in Italia: dal governo Gentiloni (decreto Minniti) al primo esecutivo Conte (decreto Salvini) fino al governo Draghi (direttiva Lamorgese).
Il disegno di legge governativo costituisce pertanto non l’avvio, ma semmai il punto di condensazione di tendenze morbose già abbondantemente emerse nella recente vicenda politica italiana.
Ma questa volta con caratteristiche e profili particolarmente gravi e insidiosi. Anzitutto per le sue dimensioni: coinvolge oltre venti fattispecie delittuose, introduce un cospicuo numero di nuovi reati, ne ridefinisce le aggravanti e le sanzioni, disponendo spropositati ampliamenti di pena.
Ma c’è un elemento che più di ogni altro spaventa e che più di ogni altro costituisce la cifra di questo disegno di legge: il suo carattere cinico e antisociale, proteso a colpire duramente le aree del disagio, le vite di scarto ammassate nelle nostre città, i rejected people della società capitalistica.
E in particolare i migranti (ai quali, in violazione della libertà costituzionale di comunicare, viene vietato finanche l’acquisto di una Sim attiva sul territorio nazionale, qualora sprovvisti del titolo di soggiorno), i detenuti (ad essere colpita, in particolare, è la popolazione femminile, ferita dalle nuove disposizioni che penalizzano le donne incinte e le madri con bambini di meno di un anno di età), i senza casa (il testo introduce un nuovo reato sulle occupazioni), i mendicanti (viene previsto un inasprimento delle sanzioni per l’accattonaggio).
Siamo in presenza di un disegno che esorbita i confini dello Stato costituzionale di diritto, un inedito dispositivo di difesa dell’ordine sociale per blindare il quale lo stesso disegno di legge non esita a ricorrere a un articolato congegno di misure repressive, sintetizzate dal ministro Nordio con l’urticante formula gladius legis custos: bodycam per le forze di polizia impegnate nelle azioni di mantenimento dell’ordine pubblico; carcere per chi blocca una strada; specifiche aggravanti per i reati compiuti nelle stazioni e per le minacce e violenze commesse nei confronti di un pubblico ufficiale, in occasione della costruzione di una infrastruttura strategica. Fino all’introduzione nel Codice penale del reato di «resistenza passiva» da applicarsi ai detenuti.
Una vera e propria sfida al costituzionalismo democratico e sociale che, all’insegna dei vincoli politici sanciti dal «Washington consensus» e dall’ideologia neoliberista, rivendica oggi in Italia il ripristino del principio di autorità (sotto forma di concentrazione del potere nelle mani di un capo), punta alla sterilizzazione delle assemblee elettive, persegue la rottura della coesione sociale fra i territori, criminalizza il dissenso, limita il diritto di sciopero.
Un’offensiva intrisa di disposizioni arbitrarie, incostituzionali, illegittime. E in quanto tali (e per quanto possibile) arginate dai giudici amministrativi, ordinari, costituzionali. Ma il lavoro dei giudici non può bastare. La difesa della Costituzione è un congegno particolarmente delicato che per aver successo ha bisogno di donne e uomini disposti a mobilitarsi. Ha bisogno del conflitto.
La straordinaria manifestazione di ieri contro il disegno di legge sicurezza ci dice che questo è ancora possibile e ci indica una strada. A noi tocca il compito di seguirla e presidiarla insieme a tutti coloro che si riconoscono nei principi della Costituzione antifascista e nella cultura dei diritti.
Claudio De Fiores, Il Manifesto, 150-XII-2024
Solo il conflitto può frenare la discesa all’inferno
Rapporti di classe: Tre documenti, letti in successione, possono aiutarci a mettere a fuoco i rapporti di classe oggi in Italia. Il 29 settembre l’area studi di Mediobanca ha pubblicato il rapporto annuale […]
Tre documenti, letti in successione, possono aiutarci a mettere a fuoco i rapporti di classe oggi in Italia. Il 29 settembre l’area studi di Mediobanca ha pubblicato il rapporto annuale sui dati cumulativi di 1900 società italiane.
E lo ha presentato in questi termini: «Nel 2023 margini record per le imprese italiane», che vuol dire in concreto «un Ebit medio del 6,6%, il miglior livello dal 2008». Per crescita del fatturato sono in testa le costruzioni, grazie alla droga del superbonus.
Poche settimane dopo un gruppo di ricerca della Facoltà di Ingegneria della Sapienza di Roma pubblicava i risultati di una ricerca intitolata: Dinamica dei redditi, recenti squilibri nell’industria italiana. Il direttore della ricerca prof. Riccardo Gallo, nel presentarla su Il Sole 24 Ore del 22 ottobre, ha usato questi termini: «Il travaso di ricchezza dal lavoro al capitale è stato pazzesco. I soci hanno prelevato come dividendi l’80% degli utili netti e hanno lasciato il 20% come autofinanziamento di nuovi investimenti (…) Oltretutto gli avari investimenti delle imprese sono stati solo per il 40% materiali nelle fabbriche e per il 60% finanziari in partecipazioni».
Il 29 ottobre l’Istat ha pubblicato la notizia flash Contratti collettivi e retribuzioni contrattuali, luglio-settembre 2024, dove si legge: «I 46 contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica riguardano il 47,5% dei dipendenti (…) i contratti che a fine settembre 2024 sono in attesa di rinnovo ammontano a 29 e coinvolgono circa 6,9 milioni di dipendenti (il 52,5% del totale)».
(continua nella sezione Rassegna stampa) Sergio Fontegher Bologna, Il Manifesto, 30-XI-2024
Strada: «No a un governo Ue che vuole più armi e meno diritti»
Intervista
L’europarlamentare Pd: «Sull’Ucraina nessuna svolta e un silenzio inaccettabile su Gaza». «Con Schlein ci siamo sentite, io rispetto la sua posizione e lei la mia: non era una scelta facile. Ma sono molto preoccupata per le posizioni del titolare dell’immigrazione»
Cecilia Strada, europarlamentare indipendente eletta nel Pd. Nelle ore prima del voto sulla commissione Ue non si era espressa. Come mai?
Ho preso tempo per riflettere.
Il discorso in aula di von der Leyen non l’ha convinta?
No, pensavo da giorni di votare contro e non ho cambiato idea.
Perché?
Questa commissione non mette al centro del suo agire le vere priorità: giustizia sociale, diritti, lavoro. Parole che sono addirittura scomparsa dai titoli che indicano le competenze dei vari commissari. La delega a scuola, cultura e diritti sociali è stata chiamata «Persone e preparazione». C’è una involuzione anche semantica. Von der Leyen ha parlato per 40 minuti in aula e il termine che ha usato più spesso è stato «competitività», senza mai dire a cosa serve. E poi continua a mettere al centro il tema della guerra, cui intende reagire armandoci sempre di più. Io mi sono candidata per cambiare questo stato di cose, vorrei un’Europa di pace e diplomazia, che investe più su come proteggere i lavoratori nella transizione ecologica che in spese militari.
Ho ascoltato in audizione Magnus Brunner, mi è parso aperto all’ipotesi di esternalizzazione delle frontiere, persino alla costruzione di nuovi muri contro i migranti. Non lo nascondo: è una commissione lontanissima dai miei valori. Compresa la scelta di Raffaele Fitto come vicepresidente: non per una questione personale, ma per la sua appartenenza al gruppo Ecr, la cui presenza nel perimetro della maggioranza non era nei patti che abbiamo sottoscritto a luglio con Popolari, Liberali e Verdi. I numeri del voto in aula confermano che questa strategia ha indebolito la presidente, che ha raggiunto il minimo storico di voti, 370. E tuttavia non sono felice di aver votato no, perché non mi sfugge quanto sia importante dare all’Europa un governo pienamente operativo, soprattutto dopo l’elezione di Trump.
(continua nella sezione Rassegna stampa) Andrea Carugati, Il Manifesto, 28-XI-2024
Se il Potere non gradisce i magistrati
Domenico Gallo, 23 Novembre 2024
Lunedì in Consiglio dei ministri arriva la norma che prevede azioni disciplinari per i magistrati che prendono posizioni pubbliche su un argomento di cui si occupano o di cui si occuperanno.
“Elon Musk ha ragione, toghe rosse andatevene”. È il testo di uno striscione esposto nella notte tra il 19 e il 20 novembre di fronte ai tribunali di Firenze, Prato, Lucca e Pistoia. Sono note le reazioni furiose seguite ai provvedimenti della magistratura che non hanno convalidato il ricorso alla procedura accelerata di frontiera adottata nei confronti di alcuni richiedenti asilo, provenienti da paesi strumentalmente dichiarati sicuri, facendo naufragare nel ridicolo il c.d. modello Albania, di cui questo Governo ha menato gran vanto. A ben vedere l’aggressione politica e mediatica nei confronti dei giudici esprime l’insofferenza di questo potere politico nei confronti del controllo di legalità e ne smaschera la pulsione autoritaria. Quanto sia profonda quest’insofferenza ce lo dimostra il fatto che adesso si scatena la piazza contro i Tribunali.
Se l’aggressione contro i giudici del Tribunale di Roma e Bologna è una reazione irritata per provvedimenti giurisdizionali sgraditi, che hanno dato torto al Ministero dell’interno, l’intimidazione nei confronti della magistratura non si ferma qui. Molto più grave è l’aggressione portata nei confronti del procuratore della Repubblica aggiunto di Reggio Calabria, Stefano Musolino, segretario di Magistratura Democratica. Due Consigliere laiche del CSM, Isabella Bertolini (FI) e Claudia Eccher (Lega) hanno presentato un esposto, chiedendo l’apertura di una pratica per il trasferimento d’ufficio, muovendo a Musolino l’accusa di aver partecipato a un dibattito «avente una spiccata connotazione antigovernativa» con affermazioni «di contenuto politico». L’esposto è stato inviato anche alla Procura Generale della Cassazione sollecitando l’avvio di un procedimento disciplinare a carico del magistrato, reo di aver criticato il ddl sicurezza in un dibattito pubblico. Il fatto che un tale esposto non abbia alcun fondamento giuridico e sia destinato ad essere cestinato, non rende, per questo, l’iniziativa meno insidiosa. Dal punto di vista politico si tratta di una arrogante pretesa di “obbedienza” al governo rivolta al corpo dei magistrati, impedendo loro ogni forma di dissenso.
(continua nella sezione Rassegna stampa)
Comitato di Chieti
Salviamo la Costituzione - CDC
Coordinamento per la Democrazia Costituzionale
Venerdì 15 novembre 2024 - ore 16.30 Museo d’Arte C. Barbella
via C. de Lollis, 10 - Chieti
La Costituzione Violata - dibattito sull’Autonomia differenziata
IntervengonoAngelo Orlando, Senatore XII Legislatura, Walter Palumbo, Medico Sindacalista
Si ringraziano il Sindaco, per aver inviato un Suo "vocale" sull'autonomia differenziata, debitamente ascoltato dai presenti, i Consiglieri Comunali Barbara Di Roberto per essere venuta a salutarci, pur essendo impossibilitata a fermarsi, Silvio Di Primio, Edoardo Raimondi, per la loro partecipazione, Aldo Grifone, per la Sua temporanea presenza.
Grazie ai nostri ospiti Angelo Orlando e Walter Palumbo, che hanno saputo tenere desta la nostra attenzione con i loro interventi documentati, profondi, coinvolgenti.
Autonomia, la sentenza della Corte è un macigno sulla strada di Calderoli
La Corte costituzionale ha inflitto un colpo mortale alla lettura, in funzione di spacca-Italia, della improvvida riforma del Titolo V della Costituzione approvata dal centrosinistra nel 2001
Fare buon viso a cattivo gioco, questo è evidentemente il principio a cui si ispirano le paradossali dichiarazioni di Zaia, Calderoli e Salvini, che si sono mostrati soddisfatti per la bastonatura ricevuta dalla Corte costituzionale. Questa lettura tranquillizzante serva ad alzare una cortina di fumo per depotenziare le censure della Consulta con l’obiettivo di neutralizzarle e proseguire la navigazione verso il progetto di secessione della Lega, pervicacemente portato avanti attraverso lo strumento dell’autonomia differenziata. Tuttavia, anche se questa destra al governo ha elevato la menzogna a criterio della politica, i fatti hanno la pelle dura e non si possono cancellare. L’annunciata sentenza della Corte è un macigno sulla strada di Calderoli e compagni. La Corte costituzionale ha inflitto un colpo mortale alla lettura, in funzione di spacca-Italia, della improvvida riforma del Titolo V della Costituzione approvata dal centrosinistra nel 2001. Nel progetto incardinato nella legge 86/2024, la norma di cui al terzo comma dell’art. 116 Cost. che prevede che: “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia (..) possono essere attribuite ad altre Regioni”, è stata interpretata ed utilizzata come un grimaldello per scardinare l’ordinamento della Repubblica ed i principi supremi di eguaglianza e indivisibilità. L’intervento della Corte è di importanza fondamentale perché riporta la riforma del Titolo V nell’alveo dei principi costituzionali che reggono la Repubblica.
(continua nella sezione Rassegna stampa) Domenico Gallo, Novembre 17, 2024
Il regionalismo italiano è solidale. Lo chiarisce la Corte costituzionale
I giudici costituzionali hanno smontato la legge Calderoli. Il suo testo rimane formalmente in vigore, ma monco delle sue parti essenziali, senza le quali non può operare, né essere in alcun modo applicato. La parola torna pertanto al Parlamento che per assicurarne la «funzionalità» è ora tenuto a metter mano alla normativa, «nel rispetto dei principi costituzionali» e garantendo i diritti.
Principi e diritti che la legge Calderoli aveva gravemente violato.
Due le questioni di rilievo poste dalla sentenza: la prima di carattere procedimentale, la seconda di tipo sostanziale.
Sul piano procedimentale, la Corte ripristina il primato delle assemblee elettive, precisando che le decisioni fondamentali in materia non possono essere rimesse «nelle mani del Governo, limitando il ruolo costituzionale del Parlamento». Niente più, quindi, decreti-legislativi adottati in assenza di «inidonei criteri direttivi» (cd. deleghe in bianco). E niente più decreti del capo del governo per rideterminare i livelli essenziali di prestazione dei diritti.
Il giudice costituzionale, oltre a intervenire sul corpo della legge n. 86/2024, ha anche censurato lo spirito, i principi e le ragioni di fondo che ne avevano ispirato la stesura. Dal comunicato della Corte apprendiamo, in particolare, che l’impianto costituzionale della Repubblica non ammette il trasferimento di materie o ambiti di materie, ma solo di «specifiche funzioni legislative e amministrative», in «relazione alla singola regione» e in coerenza con il principio di sussidiarietà verticale.
Ne discende che per i giudici costituzionali lo Stato non è legittimato a trasferire un’intera materia (come la sanità o l’istruzione), ma solo funzioni peculiari di questa. Né tantomeno può procedere al trasferimento delle ventitré materie contemplate all’art. 117, terzo comma, della Costituzione (una sorta di surrettizia revisione costituzionale per via legislativa). E questo perché la distribuzione delle funzioni legislative e amministrative tra i diversi livelli territoriali di governo deve necessariamente «avvenire in funzione del bene comune della società e della tutela dei diritti garantiti dalla nostra Costituzione».
I profili di incostituzionalità ravvisati dalla Corte sono ben sette. Su altri il giudice delle leggi ha, invece, preferito affidarsi a un’interpretazione costituzionalmente orientata. Ricorrendo a tale tecnica interpretativa la Corte ha inteso implicitamente ribadire che nella legge vi sono altre disposizioni critiche (in materia di iniziativa legislativa, potere di emendamento delle Camere, qualificazione dei “no lep”, clausola di invarianza finanziaria). E che queste disposizioni, qualora interpretate diversamente, sarebbero anch’esse illegittime.
Si tratta di questioni particolarmente delicate non solo sul piano strettamente ermeneutico e giuridico, ma anche sul piano politico. Anzitutto per i destini dell’iter referendario. Per ponderare le conseguenze e gli effetti della decisione della Corte su questo terreno non basta però un comunicato. È necessario conoscere il testo della sentenza. Come è sempre avvenuto. Ma questa volta ancor di più. Siamo in presenza di una pronuncia “complessa” che, oltre a dichiarare l’incostituzionalità di talune disposizioni contenute nella legge Calderoli, ne ridefinisce, sul piano sistematico-interpretativo, i confini e la portata. Solo una volta appreso il testo della sentenza, saremo nelle condizioni di valutare se esistono le premesse non solo giuridiche (in termini di ammissibilità), ma anche politiche (in termini di opportunità) per un referendum abrogativo.
Al momento ci basta constatare che l’asse politico della legge Calderoli è stato azzoppato dal giudice costituzionale. Sia direttamente accogliendo gran parte delle censure di incostituzionalità mosse dalle Regioni ricorrenti, sia indirettamente, in via interpretativa. Ma, soprattutto, ci piace evidenziare che la Corte ha, una volta per tutte, chiarito che il regionalismo italiano (nonostante le gravi ferite arrecategli dalla revisione del titolo V) è un regionalismo sociale e solidale. E che per l’egoismo territoriale non c’è spazio nella nostra Costituzione.
Claudio De Fiores, docente di diritto Costituzionale, Il Manifesto, 17-XI-2024
Comitato di Chieti
Salviamo la Costituzione - CDC
Coordinamento per la Democrazia Costituzionale
Venerdì 15 novembre 2024 - ore 16.30 Museo d’Arte C. Barbella
via C. de Lollis, 10 - Chieti
La Costituzione Violata
dibattito
sull’Autonomia differenziata
Intervengono
Angelo Orlando
Senatore XII Legislatura
Walter Palumbo
Medico Sindacalista
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Comunicato 6 novembre 2024
Alcuni consiglieri Comunali di Chieti hanno presentato la mozione di indirizzo contro la legge 86 del 26 giugno 2024 sulla autonomia differenziata, nota come legge Calderoli, impegnando il Sindaco e la Giunta a rappresentare …la contrarietà della Comunità Teatina alla Legge 86/2024…
a sostenere…la presente mozione quale espressione politica della Comunità Teatina…
a facilitare e a promuovere la partecipazione elettorale popolare in caso di indizione di una consultazione referendaria…
La raccolta firme per il Referendum abrogativo della legge suddetta, realizzata dal 23 luglio al 13 settembre 2024, dalle tante sigle del Comitato promotore, ha ottenuto un buon risultato numerico in Italia, in Abruzzo, a Chieti e ha mostrato l’esigenza di partecipazione e di coinvolgimento, il bisogno di informazione da parte di tante e di tanti, che si sono presentati alle migliaia di banchetti, organizzati in tutta Italia, evidenziando la volontà e la capacità di discussione e di confronto.
E’ doveroso, per cercare di ridurre la confusione, continuare a lavorare, moltiplicando iniziative volte ad informare e a sensibilizzare l’opinione pubblica, in modo che siano acquisiti gli strumenti per rispondere con forza e determinazione a chi vuole violare la Costituzione, riscrivendo la storia e cambiando la Repubblica Democratica.
Invece di rafforzare il ruolo dello Stato, a tutela della uguaglianza e dei diritti, con politiche finalizzate a ridurre i divari territoriali e a consolidare l’unità del Paese, non tenendo conto delle esigenze di un’Italia unita e solidale, si ripropone una ulteriore frammentazione, aumentando le disuguaglianze, impedendo il godimento dei diritti per tutte e per tutti.
E’ l’autonomia differenziata la risposta alla pandemia? Alla crisi sanitaria, sociale, economica?
Visto che la legge Calderoli, forzando la Riforma del 2001 relativa al titolo V, consente alle Regioni interessate all’autonomia le competenze su 23 materie, tra cui sanità, istruzione, lavoro, ambiente, energia, sport, trasporti, commercio estero, cultura,… crediamo forse che le Regioni sarebbero più capaci dello Stato nell’assolvere i compiti richiesti?
La domanda che ha posto il costituzionalista Gaetano Azzariti diventa la nostra domanda: vuoi Tu cambiare un sistema che si propone di disgregare l’Italia, smantellare lo stato sociale, accentuare le differenze, abbandonare i Principi di solidarietà e di uguaglianza in tutto il territorio nazionale?
La legge Calderoli coinvolge le concrete esistenze quotidiane di tutti i cittadini e va rifiutata per le sue disposizioni e per la “ratio” che sottende…favorisce una egocentrica competitività e processi di privatizzazione, produce deregolamentazione e caos normativo. (Alessandra Algostino, docente di diritto Costituzionale, Università di Torino) E’ un’altra idea di Italia e di società e non certo migliore!
I prossimi appuntamenti sono fondamentali per il futuro della legge Calderoli: il 12 novembre, la Corte Costituzionale si pronuncerà sulla sua legittimità costituzionale, su ricorso presentato da Puglia, Toscana, Sardegna e Campania. Se la Corte accogliesse i ricorsi, il Referendum non ci sarebbe.
A Gennaio, la Corte si pronuncerà sulla ammissibilità del Referendum abrogativo, con eventuale voto popolare tra aprile e giugno.
Comitato di Chieti Salviamo la Costituzione – CDC
Coordinamento per la Democrazia Costituzionale
membro del Comitato provinciale per il Sì al Referendum per l’abrogazione
della legge sull’autonomia differenziata
XXIV edizione del progetto Il Calendario della Repubblica-Il Dovere della Memoria –
In ricordo di GIACOMO MATTEOTTI - Venerdì 25 ottobre 2024, ore 11.00, Teatro Marrucino
"Processo a Matteotti", monologo di e con Alessandro Blasioli
Dopo lo spettacolo, interventi di Guido Campli, presidente del Tribunale di Chieti e di Marina Campana Magno, nuora dell’avvocato Pasquale Galliano Magno.
Il processo agli assassini del deputato Giacomo Matteotti, rapito e ucciso, a Roma, da sicari fascisti, il 10 giugno 1924, si svolse a Chieti dal 16 al 24 marzo 1926.
Sono mesi ormai che a Chieti fervono i preparativi, E’ un ordinato subbuglio... Cittadina…popolata da borghesi, militari e preti…, è perfetta per ospitare non un processo qualunque, bensì “Il” processo, quello contro gli assassini di Giacomo Matteotti. Forze dell’ordine, squadristi, curiosi affollano le strade: unica macchia di colore in quell’oceano nero è l’avvocato Pasquale Galliano Magno, rappresentante di Velia Titta, moglie dell’Onorevole assassinato. Suo diretto “avversario” è Roberto Farinacci, segretario del Partito Fascista, difensore di Amerigo Dumini, conosciuto come “Sicario del Duce”. Il Palazzo di Giustizia è circondato da reparti armati dell’esercito…Arrivano gli imputati ammanettati e in catene e, mentre si scambiano sorrisi e cioccolatini con signore presenti, …entrano il cancelliere, il procuratore generale e il Presidente. Inizia così il processo agli assassini di Giacomo Matteotti. Alessandro Blasioli, nei panni dell’avvocato Pasquale Galliano Magno, si infervora, risponde, declama…(Alessandro Blasioli).Verdetto scontato!!! (v. nota sui processi agli assassini di Matteotti).
L’attore regista ci ha fornito uno specchio, sollecitandoci a guardare e a fare di noi stessi l’oggetto della discussione.
I processi agli assassini di Giacomo Matteotti
-Corte di Assise di Chieti 16-24 marzo 1926. Sentenza: “Amerigo Dumini, Albino Volpi, Amleto Poveromo sono riconosciuti colpevoli di complicità corrispettiva in omicidio preterintenzionale e condannati, con il beneficio delle circostanze attenuanti generiche, a cinque anni (di cui quattro condonati in virtù dell’articolo 4 del Regio Decreto di indulto 31 luglio 1925), undici mesi e venti giorni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici; Augusto Malacria e Giuseppe Viola sono assolti per non aver commesso il fatto.”
Processo non agli assassini, ma all’assassinato!
-Corte Suprema di Cassazione, Sezione seconda penale, su istanza dell’Alto Commissario per le sanzioni contro il fascismo, con sentenza del 6 novembre 1944 “…dichiarò giuridicamente inesistenti le sentenze della Sezione d’Accusa della Corte di Appello di Roma del primo dicembre 1925 e della Corte di Assise di Chieti del 24 marzo 1926, poiché sulla decisione delle due Corti aveva influito lo stato di morale coercizione determinato dal fascismo e dispose che gli atti fossero trasmessi… al Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Roma, dando così via libera alla riapertura del processo…”
Il desiderio degli antifascisti chietini che si celebrasse di nuovo a Chieti non fu esaudito.
-Corte di Assise di Roma istruì “il vero processo”. Sentenza il 4 aprile 1947: Dumini, Viola, Poveromo sono condannati all’ergastolo, pena commutata in trenta anni di carcere, in virtù del DPR 22 giugno 1946, amnistia e indulto di Togliatti “per reati comuni, politici e militari”. (Filippo Paziente, Tè danzanti e fiori rossi per il martire Giacomo Matteotti, Ires Abruzzo, Pescara, 2006).
Con la nuova amnistia del Governo Pella, nel 1953, Dumini è liberato, ma la Cassazione annulla il provvedimento e torna in carcere. Ritorna libero nel 1956. Muore nel 1967.
Processo a Matteotti
Per gli studenti di tutte le Scuole Superiori della città, nell’ambito della XXIV edizione del progetto Il Calendario della Repubblica- Il Dovere della Memoria
Venerdì 25 ottobre 2024, ore 11.00, Teatro Marrucino, "Processo a Matteotti", monologo di e con Alessandro Blasioli.
Il processo agli assassini del deputato Giacomo Matteotti, ucciso a Roma, il 10 giugno 1924, si svolse a Chieti dal 16 al 24 marzo 1926.
Dopo lo spettacolo, interventi di Guido Campli e di Marina Campana Magno
Comunicato
Il Comitato di Chieti Salviamo a Costituzione – CDC, (Coordinamento Democrazia Costituzionale), invitato a promuovere e ad organizzare l’incontro “La COSTITUZIONE VIOLATA: dibattito sull’autonomia differenziata”, nell’ambito della Festa della Unità, a Chieti, sabato 28 settembre 2024, ha affidato l’incarico di parlarne ad Angelo Orlando, senatore della Repubblica nella XII legislatura e a Walter Palumbo, medico sindacalista. Dopo il saluto di Tiziana Di Renzo, sindaca di Lama dei Peligni, con funzioni di moderatrice, di Diego Ferrara, sindaco di Chieti e di Enrico Iacobitti, segretario cittadino del PD, i relatori Walter Palumbo, Angelo Orlando, e Maria Piccone, medico sindacalista CGIL, con un linguaggio semplice, accattivante, chiaro, con esempi concreti, hanno illustrato gli effetti negativi già da ora della legge 86 del 26 giugno 2024 in Italia e nell’Abruzzo, in particolare:
-trattenimento del gettito fiscale delle Regioni, senza possibilità di redistribuzione delle risorse alle Regioni meno ricche
-eliminazione del contratto collettivo nazionale di lavoro, dello stato sociale
-e, in materia di sanità, violazione dell’articolo 32 della Costituzione, annullando il Servizio sanitario nazionale.
La decisione di collegare i diritti e i livelli essenziali delle prestazioni (LEP) alla ricchezza del territorio genera l’ incapacità di garantirli a tutte le persone del Paese e determina non solo la riduzione degli investimenti e, quindi, del numero delle strutture sanitarie, ma, anche, addirittura, l’accorpamento dei reparti, la mancata assunzione di nuovo personale, la diminuzione delle retribuzioni di quello esistente, l’insufficiente acquisto di strumenti adeguati.
Aumenta la difficoltà delle cure, con le enormi liste di attesa, con l’intasamento dei “Pronto Soccorso”, con la perdita della gratuità delle prestazioni sanitarie e dei farmaci, a cui si aggiunge la loro insufficiente distribuzione.
Pertanto, nel proporre differenti livelli di autonomia nelle Regioni a statuto ordinario, con le sue scelte, questa legge cancella la solidarietà, distrugge l’uguaglianza sostanziale e calpesta l’universalità dei diritti, annullando il regionalismo responsabile e solidale della Costituzione (v. soprattutto articoli 2, 3, 5) a favore del regionalismo “competitivo”, svilendo il potere legislativo e la Democrazia rappresentativa.
La insufficiente consapevolezza delle drammatiche conseguenze della citata legge sarà superata solo se si moltiplicheranno iniziative volte ad informare e a sensibilizzare l’opinione pubblica italiana, in modo che siano acquisiti gli strumenti per fornire una risposta convinta e determinata a chi vuole violare la Costituzione, riscrivendo la storia e cambiando la Repubblica democratica.
E’ questo il tempo di agire: organizziamo tempi e modi!
L’incontro si conclude con un breve dibattito in cui vengono riportate da alcuni cittadini presenti testimonianze personali dello stato delle cose.
Continuiamo il lavoro intrapreso e ognuna/o faccia la propria parte!
La prima fase ha visto la richiesta del referendum abrogativo con la raccolta, in tutta Italia, di 1.291.488 firme, numero superiore alle 500.000 previste dall’articolo 75 della Carta Costituzionale.
Quella mamma orsa che ha cambiato la mia vita
Wwf . Il fondatore Fulco Pratesi ha compiuto 90 anni.
Intervista del presidente dell’associazione Luciano Di Tizio
Il 6 settembre come Wwf abbiamo avuto il piacere di festeggiare i novant’anni di Fulco Pratesi, fondatore e attuale presidente onorario dell’Associazione. Nella piccola cerimonia svoltasi nella sede nazionale a Roma, alla presenza di tanti amici, dello staff, di volontari, naturalisti e figure storiche dell’ambientalismo italiano, abbiamo avuto modo di ripercorrere la straordinaria vita di Fulco che in gran parte coincide con quella del Wwf, nato nel 1966 da un piccolissimo gruppo di appassionati di natura e divenuto negli anni la principale associazione italiana per la conservazione della natura.
(continua nella sezione Rassegna stampa) Luciano Di Tizio, Il Manifesto, 12-IX-2024
Comunicato
Il 23 luglio 2024, ha avuto inizio, a Chieti, la raccolta di firme per chiedere il Referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata.
Il Quesito Referendario è il seguente Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n.86, “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”?
Il Referendum, disciplinato dall’articolo 75 della nostra Costituzione, è uno strumento di democrazia diretta, in cui tutti i cittadini maggiorenni esprimono il loro parere, votando sì o no, sul quesito proposto dai promotori referendari (cinquecento mila elettori o cinque Consigli Regionali). “La proposta soggetta a Referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi….”
Abbiamo raggiunto il numero di 1.025 firme nei banchetti, posti a piazza Garibaldi, alla Villa Comunale, a piazza Vico, in Corso Marrucino, in via Amiterno, a piazzale Marconi.
Grazie a coloro che hanno firmato, grazie al loro senso civico e alla scelta di partecipare in modo attivo, critico, responsabile alla vita della città e dello Stato!
Noi continuiamo il nostro lavoro anche con altre iniziative di vario genere, per contribuire ad informare e a sensibilizzare i nostri concittadini al fine di arrivare al voto consapevoli che l’eventuale realizzazione del progetto di autonomia differenziata, per il modo in cui è concepito dalla legge 86, non porterebbe all’attuazione della Costituzione, ma ne stravolgerebbe i Principi fondamentali, presenti negli articoli dall’uno al dodici.
Come scrive il costituzionalista Gaetano Azzariti, riportando il pensiero del costituzionalista Costantino Mortati, sono i primi articoli della Costituzione “quelli che modellano tutti i successivi e plasmano, dunque, la forma dello Stato italiano”.
Infatti, negli articoli 2, 3, 5, è delineato “un regionalismo solidale. L’autonomia deve essere promossa al fine di assicurare la unità e la indivisibilità della Repubblica; i diritti inviolabili devono essere garantiti sempre, per tutti, compresi gli stranieri, su tutto il territorio nazionale, imponendo doveri inderogabili di solidarietà all’intera Repubblica.”
Comitato di Chieti Salviamo la Costituzione
iscritto al Coordinamento per la Democrazia Costituzionale e membro del Comitato provinciale per il Sì al Referendum per l’abolizione della legge sull’autonomia differenziata
FIRMA ANCHE TU
per il REFERENDUM
ABROGATIVO della Legge sull’AUTONOMIA
DIFFERENZIATA
Si può firmare ai banchetti
Settimana dal 19 al 25 agosto:
Lunedì 19 agosto
dalle ore 20.45 alle ore 23.00, Corso Marrucino, “marciapiedi nei pressi della ex Banca di Italia”
Martedì 20 agosto
dalle ore 9.00 alle ore 11.30, piazza Garibaldi, mercato;
dalle ore 20.45 alle ore 23.00, Corso Marrucino, “marciapiedi nei pressi della ex Banca di Italia”
Mercoledì, 21 agosto
dalle ore 9.00 alle ore 11.30, via Amiterno, Chieti scalo, mercato;
dalle ore 21.00 alle ore 23.00, piazza G. B.Vico
Giovedì 22 agosto
dalle ore 21.00 alle ore 23.00, piazza G. B.Vico
Venerdì 23 agosto
dalle ore 9.00 alle ore 11.30, Villa Comunale, mercato;
dalle ore 21.00 alle ore 23.00, piazza G. B.Vico
Sabato 24 agosto
dalle ore 21.00 alle ore 23.00, piazza G. B.Vico
Domenica 25 agosto
dalle ore 21.00 alle ore 23.00, Villa Comunale
Si può firmare anche online
link: referendumautonomiadifferenziata.com
Chieti nuova 3 febbraio
Tutti noi ricorderemo sempre
TIZIANO BELLELLI
cofondatore dell’associazione
continuando a percorrere la strada
da Lui tracciata verso il compimento
degli Ideali democratici
Sabato 27 e Domenica 28 luglio, ore 21.00-23.00, piazza Vico,
raccolta firme per il referendum abrogativo della legge Calderoli sull'autonomia differenziata.
FIRMA!
Finalmente è possibile firmare online a sostegno del referendum per abrogare l’autonomia differenziata! E’ stata infatti resa accessibile la piattaforma pubblica per la firma online.
1. Per iniziare apri il link: https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/500020 e accedi con lo SPID, la CIE o la CNS
2. Scorri l’elenco delle iniziative e clicca su “Contro l’autonomia differenziata. Una firma per l’Italia unita, libera, giusta” (il numero dell’iniziativa è 500020)
3. Premi su sostieni iniziativa o accedi, clicca su continua SPID, la CIE o la CNS Occorre condividere questa procedura con tutti i vostri contatti
RACCOLTA FIRME
per il REFERENDUM ABROGATIVO della LEGGE sull'AUTONOMIA DIFFERENZIATA
GIOVEDI' 25 luglio, dalle ore 20.00, Piazza Malta, durante la manifestazione LA PASTASCIUTTA ANTIFASCISTA, promossa da ANPI e Comune di Chieti, in collaborazione con CGIL Chieti, ARCI Chieti, Slow food Chieti, UDS Chieti, Associazione Universitaria 360 gradi
VENERDI' 26 luglio, ore 9.00-10,30, VILLA COMUNALE-mercato
ore 21.00-23.00, VILLA COMUNALE- vicino al
LAGHETTO della FONTANA del NETTUNO
MARTEDI' 23 luglio 2024, dalle ore 21.00 alle ore 23.00, in VICO REAL LICEO,
raccogliamo le firme per il referendum abrogativo
della legge sulla Autonomia Differenziata
FIRMA ANCHE TU
Martedì 23 luglio 2024, dalle ore 9.00 alle ore 11.30, presso il mercato di piazza Garibaldi
Legge Calderoli: l’unica via è l’abrogazione totale
Autonomia differenziata. Non è questione formale di competenze fra Stato e Regioni ma coinvolge le concrete esistenze di tutti i cittadini. Va rifiutata per le sue disposizioni e per la ’ratio’ che sottende
L’autonomia differenziata, lo ricordiamo ancora, è una “autonomia delle diseguaglianze”. Contrasta con i principi costituzionali di solidarietà ed uguaglianza; frantuma il legame sociale e l’unità della Repubblica; veicola lo smantellamento dello stato sociale; favorisce una egocentrica competitività e processi di privatizzazione;produce deregolamentazione e caos normativo.
È una attuazione della Costituzione incostituzionale: la determinazione dei LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni) corredata dalla clausola di invarianza finanziaria e dall’ossessione per l’equilibrio di bilancio (fermo restando che la Costituzione riconosce diritti, non il loro mero livello essenziale) svuota la garanzia dei diritti sociali su base universale e pubblica; la frammentazione dei rapporti di lavoro compie un passo ulteriore nella loro medievalizzazione e nella distanza da una Costituzione fondata sul lavoro come strumento di dignità ed emancipazione; la procedura prevista per le intese determina l’ennesimo esautoramento degli organi rappresentativi (Parlamento e Consigli regionali) in favore dei vertici degli esecutivi.
(continua nella sezione Rassegna stampa) Alessandra Algostino, Il Manifesto, 17-VII-2024
Coordinamento per la Democrazia Costituzionale
STOP AUTONOMIA DIFFERENZIATA, cinque Sì nei referendum in difesa della Costituzione e per cambiare il modello sociale e di sviluppo.
L’autonomia differenziata è un progetto che non ha nulla di estemporaneo, di improvvisato, di folkloristico. C’è invece una matrice - separatista, egoistica, antiunitaria - che è stata il cuore e la spinta propulsiva di questo disegno, e che lo segna irrimediabilmente.
Si tratta di un provvedimento che produrrà effetti nefasti su ogni piano: aumenterà i divari tra le diverse aree del Paese; aggiungerà alla competizione sociale quella territoriale; frammenterà localmente le politiche pubbliche su materie di straordinaria rilevanza strategica.
(continua nella sezione Rassegna stampa) CHRISTIAN FERRARI, Segretario confederale Cgil. 10-VII-2024
Contro l’Autonomia differenziata, un nuovo CLN
Referendum abrogativo della legge Calderoli: non si è mai vista una richiesta di referendum sostenuta da uno spettro così ampio di forze politiche e sociali.
Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n. 86, “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”?
E’ un quesito secco, inequivocabile, che esprime una avversione non negoziabile al progetto di rottura dell’Unità della Repubblica e dell’eguaglianza dei diritti, insito nell’Autonomia differenziata, di cui la legge Calderoli è strumento di attuazione.
(continua nella sezione Rassegna stampa) Domenico Gallo, 7-VII-2024
9 giugno 1944 – 9 giugno 2024
Nell’ottantesimo anno della Liberazione di Chieti
dalla occupazione nazifascista
estratto dal libro Chieti e la sua provincia
– Fascismo – Chiesa – Occupazione Germanica
1929 – 1944
di Filippo Paziente, storico e socio sezione ANPI “Alfredo Grifone”- Chieti
Angelo Meloni, nel libro Chieti città aperta scrive che, nei primi giorni di giugno del 1944 i tedeschi iniziarono il ritiro e il trasporto verso il nord dei materiali pesanti distribuiti nella provincia di Chieti. La sera del 7 giugno tutti i reparti organici avevano lasciato la zona di Chieti. L'8 giugno, verso le 16, mentre si svolgeva la processione del Corpus Domini, il comandante tedesco, il prefetto Giuseppe Girgenti, con i relativi seguiti e alcuni collaboratori, lasciavano la città fuggendo verso il nord...
In città rimasero solo alcuni guastatori, incaricati di far saltare strade e alcuni impianti. Tra il 7 e l'8 giugno questi guastatori danneggiarono alcune officine e segherie, lo stabilimento della Cellulosa […] la centrale elettrica e alcune strade. […] Furono distrutte le opere di presa dell'acquedotto cittadino. Sul salvataggio della Colonnetta scrive: L'intervento dei patrioti e dei carabinieri salvò la strada che collega Chieti con la nazionale Tiburtina. Con scariche di fucileria misero in fuga i guastatori impegnati a far brillare le mine. Poi, i patrioti rendevano innocue le mine, asportando coraggiosamente, senza l'ausilio di mezzi tecnici, le micce e gli inneschi.
Il brigadiere della Guardia di Finanza Emanuele Di Patrizi, in un rapporto, datato 9 giugno 1944 e inviato alla IX Legione Territoriale della Guardia di Finanza di Roma…, conferma quanto scritto da Meloni. Fu Di Patrizi a guidare un gruppo di giovani partigiani e di volontari in uno scontro coi guastatori che stavano per far brillare le mine sulla Colonnetta…; Il loro intervento salvò anche la cabina elettrica del Tricalle, i motori e i macchinari dell'ufficio elettrico tranviario e il gasometro della città…Inoltre, Meloni accenna a un breve violento combattimento tra il primo plotone della Compagnia paracadutisti della Nembo, entrata in città il 9 giugno verso le ore 19, e un gruppo di guastatori tedeschi, che fu sopraffatto e catturato…
10 giugno 1924
Una squadra fascista, capeggiata da Amerigo Dumini rapisce ed uccide
Giacomo Matteotti
“Il rapimento, cento anni or sono, del Deputato socialista Giacomo Matteotti, a cui fece seguito la sua crudele, barbara, uccisione, fu un attacco al Parlamento e alla libertà di tutti gli italiani e rappresentò uno spartiacque della storia nazionale…
La violenza che, da subito, aveva caratterizzato le azioni del movimento fascista, dopo le aggressioni ai lavoratori organizzati nei sindacati e nelle cooperative, contro le Istituzioni, dai Comuni si rivolse al Parlamento…
Con lucidità Matteotti vide la progressiva demolizione delle libertà garantite dallo Statuto Albertino da parte del fascismo e ne denunciò conseguenze e implicazioni, mentre nelle classi dirigenti italiane non si faceva strada analoga coscienza.
Il coraggio che animò la sua ultima, drammatica denuncia dai banchi di Montecitorio costituisce non soltanto un inno alla libertà e un testamento politico di perenne validità ma, altresì, un atto di fedeltà al Parlamento… La Repubblica si inchina alla memoria di Giacomo Matteotti…”
Dal discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, 10 giugno 2024
Festa della Repubblica
Festa della Costituzione
2 giugno 1946
prime libere elezioni a suffragio universale
femminile e maschile dopo la dittatura fascista e la guerra
referendum tra Monarchia e Repubblica – elezione dell’Assemblea Costituente
2 giugno 2024
Nella consapevolezza del significato
dell’essere cittadini responsabili
IMPEGNAMOCI
ancora e sempre a vivere quotidianamente
i Principi e i Valori su cui si basa la nostra Costituzione
“rifiutando con determinazione baratti insidiosi; sicurezza a detrimento dei diritti, assenza di conflitti aggressivi in cambio
di sottomissione, ordine attraverso paura
e repressione, prosperità economica
in cambio di sudditanza…”
(Presidente della Repubblica Sergio Mattarella - primo giugno 2024)
"Il Calendario della Repubblica -Il Dovere della Memoria" - XXIV edizione
28 maggio ore 16.30, auditorium V. Cianfarani – Parco della Civitella
IN RICORDO di GIACOMO MATTEOTTI
Pomeriggio intenso, ricco di emozioni e di riflessioni.
Tre i momenti dell’incontro, tutti tesi a ribadire che La Memoria, sostenuta dalla Storia, offre ancora un antidoto agli Italiani che continuano a credere nell’antifascismo come Valore
- la presentazione precisa e appassionata del professor Roberto Leombroni, che, ricordando la scelta della città di Chieti come luogo del processo agli imputati della uccisione di Giacomo Matteotti, rivendica la presenza di una opposizione al fascismo, messa preventivamente a tacere in modo violento ed illegale. Inoltre, vengono sottolineate la tensione, sia in Italia sia a livello internazionale, negli anni 1973, 1974, in cui il film del regista Florestano Vancini “Il delitto Matteotti” fu realizzato e diffuso e le strane amnesie di oggi
- la proiezione del film, che ricostruisce in modo dettagliato sia i Valori e il modo di operare del deputato Giacomo Matteotti, consapevole, prima di altri, della terribile svolta cui la società italiana stava andando incontro e il successivo rapimento e assassinio, il 10 giugno 1924, ad opera di una squadra fascista, capeggiata da Amerigo Dumini, sia il ruolo di Mussolini nel delitto. L’uso di ogni genere di violenza come metodo colpisce anche le indagini del magistrato Mauro Del Giudice, che fu trasferito per impedirGLI di continuarle
- l’intervento di Guido Campli, presidente del Tribunale di Chieti, che, atti alla mano, ribadisce l’importanza dei documenti, illustrando la sentenza della Corte di Assise di Chieti, che celebrò il processo contro Dumini e i suoi complici dal 16 al 24 marzo del 1926, giungendo a condannarli a pene miti per omicidio preterintenzionale. Venti anni dopo, nel 1944, la sentenza fu dichiarata “inesistente” e il processo fu riaperto, mettendo in luce non solo le responsabilità del brutale omicidio, ma anche i depistaggi e le manovre del governo fascista per condizionare gli esiti del processo e assicurare l’impunità agli assassini del deputato. I sopravvissuti imputati Dumini, Poveromo, Viola furono condannati per omicidio premeditato all’ergastolo, poi, commutato in trenta anni di reclusione. A. Dumini fu liberato nel 1956 e morì nel 1967 per incidente domestico.
A cura di Chieti nuova 3 febbraio, della Sezione Abruzzese dell'Associazione Nazionale Magistrati, delle Scuole Superiori di Chieti Istituto Tecnico "F. Galiani-R. de Sterlich", Istituto Professionale "U. Pomilio", Istituto di Istruzione Superiore "Luigi di Savoia", Liceo Scientifico F. Masci", in collaborazione con l'Unitre, con il MIC - Direzione Regionale Musei Abruzzo - La Civitella.
Si ringraziano le/i docenti R. Bucci, G. Cifani, M. Fusella, E. Marchione, G. Micomonaco; L. Di Nunzio, M. A. Narciso; S. Camplone, A. Leonzio, M. E. Marcantonio, A. Passi, V. Verlengia; B. Di Paolo, G. Federico;
le presidi G. Angeloni, S. Longo, S. Solipaca;
il direttore Marcello Iannicca e il personale della Civitella; il folto pubblico presente
Giacomo Matteotti, ultima parte del discorso alla Camera
30 maggio 1924
Voi dichiarate ogni giorno di volere ristabilire l’autorità dello Stato e della legge. Fatelo, se siete ancora in tempo; altrimenti voi sì, veramente, rovinate quella che è l’intima essenza, la ragione morale della Nazione. Non continuate più oltre a tenere la Nazione divisa in padroni e sudditi, poiché questo sistema certamente provoca la licenza e la rivolta. Se invece la libertà è data, ci possono essere errori, eccessi momentanei, ma il popolo italiano, come ogni altro, ha dimostrato di saperseli correggere da sé medesimo. (Interruzioni a destra) Noi deploriamo invece che si voglia dimostrare che solo il nostro popolo nel mondo non sa reggersi da sé e deve essere governato con la forza. Ma il nostro popolo stava risollevandosi ed educandosi, anche con l’opera nostra. Voi volete ricacciarci indietro. Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano al quale mandiamo il più alto saluto e crediamo di rivendicarne la dignità, domandando il rinvio delle elezioni inficiate dalla violenza alla Giunta delle elezioni. (Applausi all’estrema sinistra - Vivi rumori)
XXXI Corso di Educazione alla Legalità nelle Scuole Medie di Chieti e Provincia
VIVERE LA COSTITUZIONE
24 Maggio 2024, ore 10.00, auditorium V. Cianfarani- Parco della Civitella
Incontro conclusivo
Hanno partecipato al le/i docenti
Simona Azzariti, Marianna Bocchini, Marta Brigante, Eurosia Di Benedetto, Paola Montanaro, Michela Rapposelli, Antonietta Trozzi della S. M. V. Antonelli-Chieti;
Massimo Bascelli, Gloriana Marchese, Valentina Santarelli, Maria Elena Treddenti della S.M. F. Vicentini-Chieti;
Irma Cimini Tirabassi, Enrica Della Pelle, Arianna Dolceamore, Melissa Evangelista, Roberto Sanna, Isabella Tonucci della S.M. Fara Filiorum Petri con sedi annesse di Casacanditella, Casalincontrada, Rapino, Roccamontepiano;
Marco Giampietro, Luca Giardini, Serena Scoglia, Tiziana Vicentini della S.M. Buonarroti-Ripa Teatina-Torrevecchia Teatina;
Rosella Bosi, Rita Braccia, Donatella Di Bartolomeo, Elvira Mastrovincenzo, Vincenzina Pace, Mariangela Sanese, Alessandra Serpente della S.M. G. Galilei-San Giovanni Teatino.
Si ringraziano
-il regista Antonio Tucci del Teatro del Krak di Ortona per la preparazione degli studenti alla lettura recitata
-le studentesse e gli studenti che hanno recitato
-le presidi Francesca Di Tecco, Liliana De Vincentiis, Maria Assunta Michelangeli, Giovanna Santini, Emanuela Salvischiani.
- il direttore Marcello Iannicca e il personale della Civitella
Chieti nuova 3 febbraio, con la Sezione Abruzzese dell'Associazione Nazionale Magistrati, con le Scuole Superiori di Chieti Istituto Tecnico "F. Galiani-R.de Sterlich", Istituto Professionale "U. Pomilio", Istituto di Istruzione Superiore "Luigi di Savoia", Liceo Scientifico F. Masci", in collaborazione con l'Unitre, con il MIC - Direzione Regionale Musei Abruzzo - La Civitella.
Il Calendario della Repubblica - Il Dovere della Memoria – XXIV edizione
In ricordo di GIACOMO MATTEOTTI
Martedì 28 maggio, ore 16.30 - Auditorium V. Cianfarani - Parco della Civitella
Introduzione storica del professor Roberto Leombroni
Proiezione del film Il delitto Matteotti del regista Florestano Vancini
Dibattito con l’intervento di Guido Campli
presidente del Tribunale di Chieti
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Ingresso gratuito
Info: www.chietinuova3febbraio.it; facebook.com/chietinuova3febbraio
Sezione Abruzzese Associazione Nazionale Magistrati
Chieti nuova 3 febbraio
XXXI Corso di Educazione alla Legalità nelle Scuole Medie di Chieti e Provincia
VIVERE la COSTITUZIONE
Venerdì, 24 maggio, ore 10.00 - Auditorium V. Cianfarani - Parco della Civitella
Incontro conclusivo La parola agli studenti
Lettura ragionata e recitata dei primi dodici articoli della Costituzione
da parte dei giovani a cura del regista Antonio Tucci
Premiazione delle Scuole
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Hanno partecipato al XXXI Corso le Scuole Medie di CHIETI V. Antonelli, F.Vicentini;
di FARA FILIORUM PETRI-sedi annesse di Casacanditella, Casalincontrada, Rapino, Roccamontepiano; di RIPA TEATINA-Torrevecchia Teatina M. Buonarroti;
di SAN GIOVANNI TEATINO G. Galilei
23 maggio 1992 strage di Capaci
Il 23 maggio 1992 sembrò che nell’apocalisse della c. d. strage di Capaci dovesse per sempre sprofondare la speranza degli uomini onesti. Le immagini desolanti dell’enorme cratere, di quella Croma scagliata ad oltre 60 mt. di distanza dall’orrenda deflagrazione, con all’interno i cadaveri straziati di Rocco Di Cillo, di Vito Schifani e di Antonio Montinaro, quella folla enorme e scomposta di persone che si riversavano nell’area aperta a tutti per andare a rendere omaggio alle vittime o semplicemente a curiosare, quelle persone che vendevano panini e merce varie in prossimità del luogo teatro del crimine, il rapido ripristino della viabilità della carreggiata, ove era avvenuta l’esplosione, in vista dell’imminente arrivo della regina d’Inghilterra, che indusse a fare tutto in fretta, mi apparvero come lo specchio su cui si rifletteva l’immagine di uno Stato assente e distratto, che per tanti anni aveva tollerato o, forse, favorito, il dilagare del crimine organizzato.
(continua nella sezione Rassegna stampa) Luca Tescaroli, Questione Giustizia
Associazione Chieti nuova 3 febbraio, Istituto Tecnico “F. Galiani - R. de Sterlich”, Istituto Professionale “U. Pomilio”, Istituto di Istruzione Superiore “Luigi di Savoia”, Liceo Scientifico “F. Masci”, Associazione Unitre-Chieti
Il Calendario della Repubblica- Il Dovere della Memoria – XXIV edizione
Incontri sull’ambiente - prima parte
Giovedì 16 maggio ore 10.30
aula magna Istituto Tecnico F. Galiani - via U. Ricci, 22
Clima e scenari globali.
La scoperta dell’impegno
Ferdinando Franceschelli
docente presso l’Università degli Studi “G.D’Annunzio” di Chieti – Pescara e avvocato
Ambiente e Solidarietà
tra le generazioni.Testimonianze
Anna Rita Mantini
procuratrice aggiunta presso il Tribunale di Pescara e consulente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti
Dialogo con gli studenti
Info: www.chietinuova3febbraioi.it; facebook.com/chietinuova3febbraio
Primo Maggio - Festa dei Lavoratori e del Lavoro
LAVORO E COSTITUZIONE
Articolo 1 - L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Articolo 4 - La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Articolo 35 - La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni...
Articolo 36 - Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro …
Articolo 37 - La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore…
Articolo 38 - Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale…
…
“…Dunque, il lavoro è un elemento base della nostra identità democratica. Il lavoro è libertà. Anzitutto libertà dal bisogno; e strumento per esprimere se stessi, per realizzarsi nella vita…è l’ascensore sociale che rende la nostra una società aperta e libera.”
Dal discorso del Presidente della Repubblica, 30-IV-2024
Per un Primo maggio
dedicato a “un'Europa di pace, lavoro e giustizia sociale”.
Buon Primo maggio a tutte e a tutti!
Caro manifesto, ho l’idea folle di fare politica, non solo il 25 aprile
Lettera di una ventunenne. Non voglio pensare che siamo come una specie in estinzione, tuttavia bisogna che ci preserviamo, bisogna partire da noi, dare importanza al «noi»
Cara redazione del manifesto, scrivo la sera della vigilia del 25 aprile come da bambina scrivevo la lettera per Babbo Natale (e gli chiedevo la pace nel mondo). Ora di letterine non ne scrivo più, ma la pace la sogno ancora: sono più disillusa, come tante persone, più consapevole della complessità della realtà. Ho sempre vissuto l’anniversario della liberazione come un giorno da festeggiare, ma anche come un giorno in cui le lotte convergono in un momento di massima unità e condivisione e nel quale si fanno i conti con il presente.
Quando penso che il presente fa un po’ paura cerco di ricordarmi che ho ventun anni e che farmi immobilizzare dal pensiero di tutte le cose che non vanno bene nel mondo mi fa stare solo peggio. Il punto è: che fare? Quando ho saputo della proposta di fare una grande manifestazione a Milano ho provato un grande entusiasmo. Ho visto il corteo del ’94 nel noto film che la riprende, e spero che anche domani la manifestazione sarà tanto partecipata (magari senza pioggia).
(continua nella sezione Rassegna stampa) Laura Coniglio, Il Manifesto, 29-IV-2024
25 aprile e l’elaborazione del passato fascista
Memoria viva. Per una corretta analisi storica, oltre a dar valore alla Resistenza, bisogna prevedere una martellante politica del ricordo di cosa è stata veramente la guerra di Mussolini
Quest’anno il 25 aprile ha acquistato un significato particolare perché ha voluto gridare in faccia al governo che l’Italia non è fascista. Ma questo non esaurisce il discorso, e non parlo del legame che la scadenza inevitabilmente rimanda alla tragedia palestinese.
Mi riferisco all’elaborazione della memoria della Resistenza, anzi più in generale all’elaborazione del passato fascista. Un problema dal quale né l’Italia né la Germania riescono a liberarsi e che ritorna periodicamente ogniqualvolta esso ricompare come passaggio ineludibile della coscienza collettiva, se non dell’identità stessa di una nazione.
(continua nella sezione Rassegna stampa) Sergio Fontegher Bologna, ll Manifesto, 27-IV-2024
Viva l’ANTIFASCISMO - Viva la RESISTENZA - Viva la COSTITUZIONE
25 aprile 2024 – 25 aprile 1945
per la Festa
della Resistenza e della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo
Oggi più che mai dobbiamo onorare i caduti
che hanno offerto la propria vita
“per restituire all’Italia libertà e dignità”
Oggi più che mai dobbiamo essere consapevoli
del periodo buio
che l’Italia attraversò nel ventennio fascista
Oggi più che mai dobbiamo impegnarci
e vigilare
per salvaguardare i diritti conquistati
Facciamo la nostra parte difendendo e applicando quotidianamente la Costituzione
la nostra bussola che ci guida nella direzione
di marcia e ci indica la strada per la PACE
Viva la COSTITUZIONE
Viva la PACE
AUGURI!!!
Che la Pasqua
ci aiuti a chiedere-a gran voce-tutti insieme
la PACE
riportando in ciascuno di noi
la voglia di connetterci
con noi stessi e con gli altri
la capacità di indignarci
di fronte alle ingiustizie
la consapevolezza dell’urgenza
dell’IMPEGNO CIVILE
Viva la Costituzione!
ANDIAMO a VOTARE
La nostra Costituzione garantisce ad ogni persona la partecipazione attiva, critica, responsabile alla vita della collettività e organizza il nostro stare insieme.
Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 48. Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico…
Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.
Comunicato stampa
Venerdì primo marzo, alle ore 17.00, presso l’auditorium V. Cianfarani, Parco della Civitella - Chieti
l’associazione Chieti nuova 3 febbraio con le Scuole Superiori di Chieti Istituto Tcnico F. Galiani-R. de Sterlich, Istituto Professionale U. Pomilio, Istituto Industriale L. di Savoia, Liceo Scientifico F. Masci, in collaborazione con l’associazione Unitre- Chieti, il MIC – Direzione Regionale Musei Abruzzo- La Civitella,
promuove, nell’ambito del progetto “Il Calendario della Repubblica – Il Dovere della Memoria”, giunto alla XXIV edizione, l’incontro dibattito dal titolo La Giustizia nella Costituzione.
Sarà con noi ARMANDO SPATARO, che parlerà “dei Principi della Giustizia affermati in Costituzione, dell’ordinamento finalizzato alla loro attuazione e dei periodici progetti di riforma”.
Nota biografica, tratta dal curriculum presente in Asset – Regione Puglia, Google: “Armando Spataro, entrato in Magistratura nel 1975, assegnato, nel 1976, alla Procura della Repubblica di Milano con funzioni di Sostituto Procuratore, vi ha prestato servizio fino al luglio 1998, quando è stato eletto componente del Consiglio Superiore della Magistratura. Alla scadenza del mandato, nel luglio 2002, è stato riassegnato alla Procura della Repubblica di Milano come Procuratore Aggiunto e, quindi, Coordinatore del Dipartimento terrorismo ed eversione.
Da gennaio 2012 a marzo 2013, su sua dichiarata disponibilità, è stato
temporaneamente applicato alla Procura di Lodi come Procuratore della Repubblica facente funzioni, per far fronte alle difficoltà ed ai vuoti d’organico di quell’ufficio.
Da giugno 2014, ha assunto le funzioni di Procuratore della Repubblica di Torino, esercitate fino alla scadenza del mandato per raggiungimento del limite di età, nel 2018.
Nella Sua lunga attività, si è occupato di terrorismo interno e di quello internazionale, di criminalità organizzata e di mafia. Numerose le Sue esperienze di lavoro e di studio all’estero.
Per la sua specifica esperienza nel settore del terrorismo, ha rappresentato spesso, presso Eurojust a L’Aja, i pubblici ministeri italiani che si occupano della materia Ha ricevuto numerosi incarichi di insegnamento e di formazione in incontri o corsi dedicati a magistrati o appartenenti alle forze di Polizia, anche stranieri.
E’ autore di numerosi saggi (anche di diritto processuale comparato), commenti a testi di legge e pubblicazioni varie di carattere scientifico (prevalentemente in materia di criminalità organizzata e terroristica, di tecniche investigative)” e del libro dal titolo “Ne valeva la pena – storie di terrorismi e mafie, di segreti di Stato e di giustizia offesa”, definito nella copertina, Una storia popolata di ricordi dolorosi e di facce ambigue, ma anche di passione civile e di persone amate.
Info: www.chietinuova3febbraio.it;
facebook.com/chietinuova3febbraio
Associazione Chieti nuova 3 febbraio
XXIV edizione del progetto “Il Calendario della Repubblica – Il Dovere della Memoria, promossa con le Scuole Superiori di Chieti Istituto Tecnico F. Galiani-R. de Sterlich, Istituto Professionale U. Pomilio, Istituto Istruzione Superiore L. di Savoia, Liceo Scientifico F. Masci
in collaborazione con l’associazione Unitre- Chieti
MIC – Direzione Regionale Musei Abruzzo- La Civitella
Venerdì primo marzo, ore 17.00
Auditorium V. Cianfarani
Parco della Civitella - Chieti
La Giustizia
nella Costituzione
incontro dibattito
con ARMANDO SPATARO
già magistrato
La cittadinanza è invitata a partecipare
Info: www.chietinuova3febbraio.it; facebook.com/chietinuova3febbraio
3 febbraio 2024 - 2 febbraio 1993
A trentuno anni di distanza
dalla emersione della Tangentopoli locale
spetta
a tutti noi ricordare, riflettere, agire.
Non assistiamo inerti all’evidente impoverimento della nostra città
e alle concrete accresciute difficoltà
della vita quotidiana
Non consideriamo ineluttabili le guerre
e le violenze inaudite vicine a noi
Rispondiamo alla perdita della relazione con l’altra/o e al disorientamento
per la cancellazione dei diritti umani
Riorganizziamo il nostro stare insieme
Riscopriamo la passione civile
Esercitiamo la sovranità popolare
nelle forme e nei limiti della Costituzione
Rimettiamo la persona al centro
del viver sociale, abbiamo il coraggio
di assumerci le nostre responsabilità.
3 febbraio 2024 - 2 febbraio 1993
Noi non vogliamo dimenticare
che il 2 febbraio 1993, furono arrestati alcuni assessori e dipendenti comunali, con l’accusa di concussione, abuso e falso ideologico in atti di ufficio. Alcuni giorni dopo, venne arrestato anche il sindaco. L’8 febbraio, in cinque cittadini, decidiamo di incontrarci per parlare della situazione e studiare che fare. Scriviamo ai nostri concittadini una lettera aperta - sottoscritta da circa 2.000 persone - che portiamo personalmente alle redazioni locali dei quotidiani, allora presenti in città e scopriamo che si sta creando un gruppo, composto da partiti di opposizione, sindacati, associazioni. Aderiamo. Nella sede della C.G.I.L., si costituisce il Comitato per lo scioglimento del Consiglio Comunale, all’interno del quale ci diamo il nome di Gruppo Liberazione. Nei mesi successivi, il Comitato raccoglierà 12.000 firme. Dopo la conclusione dell’esperienza del Comitato e l’indizione di nuove elezioni, noi cinque e altri decidemmo di dar vita all’associazione denominata Chieti nuova 3 febbraio, perché dal suo nome si comprendesse immediatamente la speranza del giorno dopo.
COMUNICATO
L’ associazione Chieti nuova 3 febbraio, per ricordare il Giorno della Memoria, nell’ambito della XXIV edizione del progetto “Il Calendario della Repubblica – Il Dovere della Memoria, promossa con le Scuole Superiori di Chieti Istituto Tcnico F. Galiani-R. de Sterlich, Istituto Professionale U. Pomilio, Istituto Industriale L. di Savoia, Liceo Scientifico F. Masci, in collaborazione con le associazioni Unitre – Chieti, “Noi del G. B. Vico”, FIDAPA, (Federazione italiana Donne Arti Professioni Affari) organizza
Giovedì primo febbraio 2024, alle ore 21.00, presso l’auditorium V. Cianfarani la rappresentazione del lavoro teatrale “Segre. Come il fiume”, creato e diretto dal regista Antonio Tucci della Compagnia del Teatro del Krak di Ortona, con l’attrice Alberta Cipriani, scena Antonella Spelozzo; light designer Tea Primiterra.
Ingresso: biglietto euro 10.00.
Venerdi 2 febbraio, alle ore 9.00, lo spettacolo sarà replicato per le Scuole
La manifestazione è patrocinata dal Comune di Chieti.
Scheda Teatro del Krak
“Segre. Come il fiume”
Erede della memoria è colui che ascolta, dice Liliana Segre
“Un lavoro teatrale per offrire ai giovani l’opportunità di non dimenticare la tragedia della Shoah, definita dal premio Nobel Elie Wiesel come La più grande tragedia della storia.
Liliana Segre ha otto anni quando, nel 1938, le leggi razziali fasciste si abbattono con violenza su di lei e sulla sua famiglia. Discriminata come “alunna di razza ebraica”, viene espulsa da scuola e a poco a poco il suo mondo si sgretola: diventa “invisibile” agli occhi delle amiche, è costretta a nascondersi e a fuggire fino al drammatico arresto sul confine svizzero che aprirà a lei e al papà i cancelli di Auschwitz. Dal lager ritornerà sola, ragazzina orfana tra le macerie di una Milano appena uscita dalla guerra, in un Paese che non ha nessuna voglia di ricordare il recente passato né di ascoltarla. Dopo trent’anni di silenzio, una drammatica depressione la costringe a fare i conti con la sua storia e la sua identità ebraica a lungo rimossa. “Scegliere di raccontare è stato come accogliere nella mia vita la delusione che avevo cercato di dimenticare di quella bambina di otto anni espulsa dal suo mondo. E con lei il mio essereebrea”.
Abbiamo ascoltato le testimonianze della signora Segre incontrandoLa nella sua casa milanese e abbiamo letto i Suoi libri, in particolare La memoria rende liberi, scritto con Enrico Mentana - Rizzoli e Fino a quando la mia stella brillerà con Daniela Palumbo - Edizioni Piemme
Il Suo racconto ci ha dimostrato quanto sia importante e anche necessario portare in scena …le vicende della Sua vita”, affinché superiamo l’indifferenza, trasformiamo l’indignazione in azioni concrete, volte alla riaffermazione dei diritti umani per tutte e per tutti.
Dopo la comunicazione della mia assenza alle iniziative del 9 gennaio 2024, a causa della positività al covid, Marco Fraticelli mi ha chiesto di scrivere un breve messaggio da leggere durante la manifestazione del pomeriggio.
ECCOLO!
Il pomeriggio si preannuncia intenso e coinvolgente, come ogni incontro con Raffaele Fraticelli e la Sua arte.
La Sua narrazione della società teatina
ci fornisce la lezione vivente "di un mondo fatto di pulito, di sguardi sinceri, di strette di mano".
Poeta e narratore civile, voce della comunità teatina e della Sua identità, ci ha donato e continua a donarci gli anticorpi alla perdita dell'umano, aiutandoci a comprendere il mistero della condizione dell'uomo, le sue grandezze e le sue miserie.
Grazie a Raffaele, grazie a tutta la Sua bella famiglia, grazie a tutti Voi!
Buon lavoro! Il saluto e l'augurio sono il pochissimo che riesco a scrivere.
Maria Rosaria Grazioso
Inviato con WhatsApp
PROGRAMMA DELLE MANIFESTAZIONI PER IL CENTENARIO DI
RAFFAELE FrATICELLI
Appello sul Referendum
Referendum costituzionale: No alla grande menzogna
Per adesioni inviare una mail a Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
Il 20 e 21settembre saremo chiamati a votare sul referendum costituzionale sul taglio del Parlamento, meno 36,5%, riducendo da 630 a 400 il numero dei deputati e da 315 a 200 quello dei senatori.
Il progetto politico che ha portato al taglio della rappresentanza parlamentare senza ascoltare alternative e critiche è rapidamente invecchiato, esso si risolve in un attacco al ruolo della rappresentanza parlamentare proprio quando ne andrebbe rilanciato il ruolo di rappresentanza e unificazione dell’Italia. Pubblicato sul quotidiano Il Manifesto, 24-VI-2020