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COMUNICATO
L’associazione Chieti nuova 3 febbraio promuove Mercoledì 10 ottobre 2018, ore 17,30, presso la sala “F. Manzini”- Convitto-Liceo Classico “G. B. Vico”, corso Marrucino, 135 – Chieti, la presentazione del libro
L’assedio
Amore e guerra nella vicenda della Fortezza di Civitella del Tronto (1860-1861)
Intervengono
Giulio Lucchetta, docente Università “G. D’Annunzio”
Enrico Graziani, l’Autore
Giovanni Stramenga, pronipote del “brigante Bernardo”
Leggono pagine del libro
gli studenti del Liceo Classico “G. B. Vico”
Lorenzo Di Cesare, Benedetta Mucci della classe VC
guidati dal professor Francesco Baldassarre
Ingresso libero
Dalla quarta di copertina:
Nel 1860 un giovane ufficiale dell'esercito napoletano, Gabriele, nipote di uno dei martiri della Rivoluzione partenopea del 1799, si trova a prestare servizio nella fortezza di confine di Civitella del Tronto e lì si innamora, ricambiato, di Cinzia, figlia di un notabile locale. Ma anche Anna, vedova di un ufficiale, concepisce per quel giovane un sentimento molto intenso. A primavera inizia l'avventura garibaldina e di lì a poco entrano in campo anche i sardo-piemontesi. L'esercito borbonico arretra rapidamente, mentre la guarnigione di Civitella, assediata, decide di resistere tanto che la sua bandiera sarà l'ultima a essere ammainata. Così come fanno i contadini del Sud, che scatenano una lunga e sanguinosa guerriglia contro gli invasori, i quali rispondono con le innumerevoli fucilazioni di quelli che chiamano indiscriminatamente "briganti". Gabriele chiede e ottiene l'incarico delle corveés per il reperimento delle vettovaglie necessarie al forte, perché questo gli dà modo di rivedere le due donne... Il romanzo, se è molto critico verso il carattere di conquista militare che il processo unitario ha assunto, non ripete la vulgata, affermatasi negli ultimi tempi, di un regno borbonico “paese delle meraviglie”, di cui anzi denuncia tutta l'arretratezza economica, politica e civile, resa irrimediabile dopo lo sterminio dei grandi intellettuali della Rivoluzione del 1799 e la messa al bando delle loro idee.
Info: wwwchietinuova3febbraio.it; facebook.com/chietinuova3febbraio
Riceviamo e Pubblichiamo
Alphaville-nonsolocinema
conversazione+aperitivo cenato
Sabato 22 settembre
ore 17.30, Chiostro del MuMi, Francavilla a mare
Conversazione dal titolo “Molte tempeste in una sola scena”
Intervengono
Giulio Lucchetta, docente Università “Gabriele D’Annunzio”
Antonio Tucci, regista e autore teatrale
ore 19.45, Lido Cortesito, aperitivo cenato
Lo tsunami di un sovranismo che ci divide
Destre/sinistre. L'onda nera investe tutti, anche i socialisti e gli affiliati al Partito della Sinistra Europea
La condanna inflitta al governo Orbán dal Parlamento Europeo è finalmente una buona notizia. Tanto più buona se si tiene conto dell’ arroganza occidentalocentrica che caratterizza l’Europa.
Mai, in quarant’anni, si era riusciti a indurre l’Assise di Strasburgo a guardarsi allo specchio: a prendere in considerazione le tante violazioni dei diritti democratici impunemente perpetrate dai propri stati membri. Certo meno gravi di quelle attuali in Ungheria, ma non abbastanza per permettersi di glorificare senza mai un cenno autocritico le proprie superiori virtù. ( Basterebbe pensare a cosa è accaduto in Irlanda del nord negli anni ‘80, solo per fare l’ esempio di una battaglia, contro il governo di sua Maestà Britannica, che abbiamo sempre perduto). È sempre sembrato che la sola autorizzata a prendere le misure della democrazia del mondo fosse l’Ue, lo strumento per farlo detenuto a Bruxelles così come, a Parigi, si conserva gelosamente il metro d’oro che ne certifica l’esatta lunghezza. La condanna di Orbán è dunque un evento storico, e speriamo significhi che si comincia a prestare attenzione al rapido deterioramento della nostra già malconcia democrazia.
(continua nella sezione Rassegna stampa) Luciana Castellina, Il Manifesto, 14 – IX- 2018
“Il Sud non è figlio di una storia minore”
Un Andrea Camilleri davvero in forma e senza peli sulla lingua in una fantastica lettera aperta al giornalista de “La Repubblica” Francesco Merlo, meridionale che però vede il sud solo attraverso i vecchi, logori luoghi comuni…!
Una lettera aperta dello scrittore Andrea Camilleri replica al giornalista de “La Repubblica” Francesco Merlo, autore del video “Da Genova a Messina, le differenze di un’Italia flagellata“. Merlo è nato al Sud ma emigrato al Nord, e ora sostiene tra l’altro che “…È molto pericoloso aiutare il Sud….”. Francesco Merlo, così come altri editorialisti e ideologi de La Repubblica e del Corriere della Sera, stanno collaborando attivamente a quella che abbiamo definito la secessione reale del paese. E Andrea Camilleri non gliele manda a dire.
“Ciccio, ti scrivo a nome di tanti siciliani e ti chiamo Ciccio perché anche tu sei siciliano essendo nato a Catania.
Lo so che ti dà fastidio, perché -avendo lavorato per 19 anni al Corriere della Sera e scrivendo da 10 anni per La Repubblica- probabilmente non ti piace essere chiamato “Ciccio”. Magari, dopo tanti anni al Corriere, parli pure milanese e Ciccio in milanese non suona bene. Ma io continuerò lo stesso a chiamarti Ciccio ok? Dunque, Ciccio, voglio dirti che qui noi siamo indignati. Lo so che, proprio in questi ultimi tempi, è un termine inflazionato ma non ne trovo uno migliore per manifestarti il nostro sdegno per quello che hai detto nel tuo servizio sull’alluvione nel messinese.
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Varoufakis: Salvini pare Goebbels e l’economia italiana non è sostenibile
Mi sento vicino a Gramsci. Ho l’ottimismo della volontà».
«Se fossi una agenzia di rating avrei detto le stesse cose sull’Italia». Yanis Varoufakis rivela l’umore che non ti aspetti, quello che lo allinea a Fitch e le sue sorelle. «Pure io avrei atteso di vedere cosa fanno Salvini e Di Maio prima di dare il voto al Paese», spiega l’economista greco che tre anni fa apparve sulle scene come ministro delle Finanze di Alexis Tsipras.
È un invito alla cautela, il suo, «ad attendere che si misurino con le sfide del Fiscal Compact» perché «il quadro italiano non è sostenibile nell’ attuale Eurozona». Ce l’ha con le regole Ue, ma anche con la retorica gialloverde per metà condivisibile e per metà distruttiva, soprattutto con Matteo «assai abile a parlare con chi ha perso la speranza», ma uno che si fonda «su xenofobia, chiusura dei confini, e orgoglio nazionale». Il che, avverte, evidenzia «un momento di fascismo» che lo trova «molto preoccupato».
(continua nella sezione Rassegna stampa) Intervista a Yanis Varoufakis di Marco Zatterin per la Stampa – 4 settembre 2018
La Storia non ha nascondigli
Continuo a credere che ci siano gli anticorpi necessari per contrastare la deriva razzista e fascistoide che da qualche tempo vediamo affiorare in ogni dove. E non tanto per l'impegno, ancora inadeguato ed esitante, dei corpi politici e sociali organizzati. Ma per quella riserva civica e culturale, a volte nascosta e perfino segreta, che se necessario è capace d'insorgere e difendere la nostra storia: la storia di un paese che ha subito tragedie e nefandezze per poi riscattarsi e costruirsi un futuro di convivenza rispettosa e democratica.
(continua nella sezione Rassegna stampa) Sandro Medici, facebook, 29 - VIII - 2018
Un'intervista a Luigi Ferrajoli sul Manifesto del 28 agosto
Professor Luigi Ferrajoli è emerso un orientamento che spiega il comportamento del ministro dell’Interno Salvini sui migranti della nave Diciotti come un atto politico nell’esercizio delle sue funzioni. E che l’inchiesta per «sequestro di persona» sarebbe addirittura un «atto sovversivo». Cosa ne pensa?
È una tesi senza senso che attesta solo l’analfabetismo istituzionale del nostro governo e di quanti lo difendono. Nello stato di diritto tutti i poteri sono soggetti al diritto. In una democrazia costituzionale, quale è ancora quella italiana, la politica è soggetta alla Costituzione, il cui articolo 13 afferma che «non è ammessa» forma alcuna di «restrizione della libertà personale se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge».
All’assalto della democrazia rappresentativa e del parlamento
Governance. La strategia che Giorgietti ha delineato è in realtà ormai trasversale a molte forze politiche. È stato l’obiettivo di Renzi, lo è di Macron come della governance europea
…senza la democrazia non c’è spazio per la politica e senza la politica la sinistra è morta. Credo anzi che questa sia fra le più importanti discriminanti atte a indicare chi sia oggi di destra e chi di sinistra, una distinzione che appare ogni giorno più confusa.
Sotterrati anche noi, per fortuna solo psicologicamente, dalle macerie di ponti e fanghi; allibiti per le dimensioni della superficialità, se non della corruttela, che presiede e ha presieduto l’azione dello stato; inorriditi dalle immagini dei 177 migranti stipati nella Diciotti senza poter sbarcare sul molo distante un metro; addolorati e infuriati per la valanga di morti sul lavoro, si è finito per non dare il rilievo dovuto alle terribili parole del sottosegretario Giorgetti, l’altro giorno a Rimini. Neppure il suo interlocutore – Del Rio – sembra aver inteso la gravità delle sue affermazioni, cui non pare abbia reagito (o, peggio, non le ha ritenute gravi).
(continua nella sezione Rassegna stampa) Luciana Castellina, Il Manifesto, 23 -VIII - 2018
Comunicato emesso oggi dal Coordinamento per la Democrazia Costituzionale
Applicare la Costituzione e le leggi: sbarco immediato per i migranti trattenuti sulla nave Diciotti
Dopo il comunicato di Magistratura Democratica (21/8/18) e dopo l’intervento del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà, Mauro Palma (il Manifesto 22/8/2018), anche il Presidente della Camera, on Fico, ha chiesto che si proceda allo sbarco delle 177 persone trattenute sulla nave Diciotti. Occorre chiarire perché questa situazione è intollerabile.Il trattenimento da oltre cinque giorni dei profughi recuperati in mare in un’operazione di salvataggio è un atto arbitrario che viola la Costituzione italiana, la disciplina giuridica dell’immigrazione e le Convenzioni internazionali.
(continua nella sezione Rassegna stampa) Alfiero Grandi, Domenico Gallo, facebook, 22 - VIII - 2018
Genova per noi
Il disastro di Genova non può essere addebitato al fato cinico e baro. Il crollo del ponte Morandi non è frutto del caso fortuito, ovvero di un elemento esterno ed imprevedibile com’è accaduto a Bologna il 6 agosto, quando l’esplosione di un TIR autocisterna ha provocato un enorme cratere sul raccordo autostradale della A14. Per quanto fosse in atto un temporale, non si sono verificati eventi capaci di interrompere il nesso di causalità fra la gestione del viadotto autostradale ed il suo crollo.Il crollo del viadotto, pertanto, è frutto dello stato di degrado del manufatto e del difetto di manutenzione da parte del gestore dell’autostrada. La gravità di questo disastro, per gli irreparabili costi umani che ha provocato e per le inevitabili conseguenze economiche che comporta, ci arreca una cattiva notizia che ci costringe ad interrogarci sullo stato delle infrastrutture, sulla gestione del territorio e di quei beni pubblici essenziali che sono le reti di comunicazione.
(continua nella sezione Rassegna stampa) Domenico Gallo, 17 – VIII - 2018
Riproponiamo
UNA NUOVA CULTURA
Non più una cultura che consoli nelle sofferenze, ma una cultura che protegga dalle sofferenze, che le combatta e le elimini.
Per un pezzo sarà difficile dire se qualcuno o qualcosa abbia vinto in questa guerra. Ma certo vi è tanto che ha perduto, e che si vede come abbia perduto. I morti, se li contiamo, sono più di bambini che di soldati; le macerie sono di città che avevano venticinque secoli di vita; di case e di biblioteche, di monumenti, di cattedrali, di tutte le forme per le quali è passato il progresso civile dell'uomo; e i campi su cui si è sparso più sangue si chiamano Mauthausen, Maidanek, Buchenwald, Dakau.
(continua nella sezione Rassegna stampa) Elio Vittorini - Il Politecnico, n. 1, 29-IX-1945
APPELLO di Roberto Saviano
Dove siete? Perché vi nascondete? Amici cari, scrittori, giornalisti, cantanti, blogger, intellettuali, filosofi, drammaturghi, attori, sceneggiatori, produttori, ballerini, medici, cuochi, stilisti, youtuber, oggi non possiamo permetterci più di essere solo questo. Oggi le persone pubbliche, tutte le persone pubbliche, chiunque abbia la possibilità di parlare a una comunità deve sentire il dovere di prendere posizione. Non abbiamo scelta. Oggi tacere significa dire: quello che sta accadendo mi sta bene. Ogni parola ha una conseguenza, certo, ma anche il silenzio ha conseguenze, diceva Sartre. E il silenzio, oggi, è un lusso che non possiamo permetterci. Il silenzio, oggi, è insopportabile.
(continua nella sezione Rassegna stampa)
In risposta all’appello di Roberto Saviano
Caro Roberto Saviano,
c'è un luogo nel quale tutti coloro che risponderanno positivamente al tuo appello potranno trovarsi fisicamente insieme: la Marcia da Perugia ad Assisi del prossimo 7 ottobre.
La "Marcia per la pace e la fratellanza tra i popoli", come la chiamò il suo ideatore Aldo Capitini, può essere la prima risposta forte, corale, nazionale, al governo che calpesta i diritti e sdogana la xenofobia.
(continua nella sezione Rassegna stampa) Mao Valpiana, Direttore di "Azione nonviolenta", rivista fondata da Aldo Capitini nel 1964
La fake democracy di Casaleggio jr
Italia. Il M5S e la fine del Parlamento
Casaleggio jr. ci ha informato che tra un paio di lustri del Parlamento non avremo più bisogno. Si tratterebbe di un caso di obsolescenza da innovazione tecnologica. La rete potrebbe rispondere con assai maggiore prontezza ed efficacia alla domanda di democrazia. Non è il primo, né probabilmente l’ultimo, a profetizzare il nuovo regno.
(continua nella sezione Rassegna stampa) Massimo Villone, Rete per la Costituzione, pubblicato sul quotidiano Il Manifesto, 25-VII-2018
ASSOCIAZIONE NAZIONALE GIURISTI DEMOCRATICI
Il Ministro, gli Avvocati e lo Stato di diritto
Redazione 13 giugno 2018
Comunicato sulle esternazioni del Ministro dell'Interno, Sen. Matteo Salvini.
Ci vediamo costretti, nostro malgrado, a dovere ancora una volta intervenire per rispondere alle fantasiose esternazioni del Ministro dell'Interno, Sen. Matteo Salvini, che oggi ha preso di mira la presunta "lobby degli avvocati d'ufficio" che si arricchirebbero ai danni della collettività nella assistenza ai richiedenti asilo.
(continua nella sezione Rassegna stampa)
Per Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta
Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina,
morti nella strage di via D'Amelio - Palermo 19 luglio 1992
Riproponiamo l’intervento di Roberto Scarpinato, procuratore generale della Corte di Appello di Caltanissetta, letto alla commemorazione per i 20 anni dell’assassinio di Paolo Borsellino, con il quale ha lavorato fianco a fianco nel pool antimafia. repubblica.it/micromega-online
Caro Paolo,
oggi siamo qui a commemorarti in forma privata perché più trascorrono gli anni e più diventa imbarazzante il 23 maggio ed il 19 luglio partecipare alle cerimonie ufficiali che ricordano le stragi di Capaci e di via D’Amelio.
Stringe il cuore a vedere talora tra le prime file, nei posti riservati alle autorità, anche personaggi la cui condotta di vita sembra essere la negazione stessa di quei valori di giustizia e di legalità per i quali tu ti sei fatto uccidere; personaggi dal passato e dal presente equivoco le cui vite – per usare le tue parole – emanano quel puzzo del compromesso morale che tu tanto aborrivi e che si contrappone al fresco profumo della libertà.
(continua nella sezione Rassegna stampa)
Riceviamo e pubblichiamo