Dove è la condanna bipartisan della politica contro le violenze neofasciste?

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Dove è la condanna bipartisan della politica contro le violenze neofasciste?

L'aggressione del Verano, per cui ieri è arrivata la condanna in primo grado, è solo un episodio di una lunga serie. E a mancare anche stavolta è stata una presa di posizione netta di tutti i partiti che spesso si limitano a una scrollata di spalle
C’è una condanna che ancora non si è sentita, né forte né chiara. È quella della politica, che si gira dall’altra parte e fa finta di non vedere ogni volta che partiti e movimenti neofascisti si rendono protagonisti di atti di violenza e intolleranza, di cui spesso sono vittime cronisti e videoreporter. Una condanna forte, ma soprattutto bipartisan, per ricordare a tutti – dato che sembra essercene ancora bisogno, nel 2020 - che l’Italia è democratica e antifascista, e che non c’è posto per questi nostalgici di un passato e di una cultura inconciliabile con la nostra Costituzione. Ma questa condanna, nonostante gli episodi continuino a crescere, giorno dopo giorno, chissà se mai si sentirà. Purtroppo non è un caso isolato l’aggressione di cui siamo stati vittime il 7 gennaio 2019 il fotoreporter Paolo Marchetti e io, e per cui sono stati condannati in primo grado a 5 anni e sei mesi i leader di Forza Nuova Giuliano Castellino e di Avanguardia Nazionale Vincenzo Nardulli. Non è stato il primo né l’ultimo episodio del genere. I neofascisti hanno concesso il bis lo scorso 7 gennaio, quando due giornaliste videomaker, Roberta Benvenuto e Wendy Elliott, sono state aggredite e minacciate durante la stessa commemorazione , che si stava tenendo fuori dall’ex sede Msi dove furono uccisi i tre giovani camerati. O il 6 giugno, quando la manifestazione dei “Ragazzi d’Italia”, un insieme di ultras neri e militanti nei movimenti di estrema destra, è cominciata con i giornalisti che si sono dovuti allontanare per il lancio di bombe carta e le cariche da parte dei camerati.
I 5 anni e mezzo in primo grado ai due esponenti dell'estrema destra romana spezzano una pretesa di impunità di certi ambienti. E sono una vittoria di chi crede nel nostro mestiere e nella libertà di informare
Non ci sono solo le aggressioni e le violenze, ma anche le minacce e le contestazioni nei confronti di chi cerca di raccontare la galassia. Il caso di Paolo Berizzi, cronista di Repubblica, non ha eguali in Europa: è infatti l’unico giornalista a dover vivere sotto scorta per le continue intimidazioni ricevute dai neofascisti. C'è anche Federico Gervasoni, giovane reporter che vive sotto protezione per le minacce che continua a ricevere dopo la pubblicazione di un suo libro sul neofascismo bresciano. E poi ci sono i pesanti insulti ricevuti da Andrea Palladino per i suoi articoli su Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale. O le contestazioni, sempre neofasciste, come quelle contro la presentazione del libro di Gianfrancesco Turano, inviato dell’Espresso , sui moti di Reggio Calabria e il rapporto tra ‘ndrangheta e neofascismo. Queste sono solamente alcuni degli episodi degli ultimi mesi, in cui a subire c'è chi cerca di raccontare l’estrema destra in Italia, i suoi rapporti con i gruppi ultras, i suoi ammiccamenti con i partiti, non solo di destra, che siedono in Parlamento. Sull’Espresso più volte abbiamo raccontato delle manifestazioni neonaziste a cui hanno partecipato esponenti di primo piano di Fratelli d’Italia, o di come la Lega volesse sfruttare non solo gli slogan dei partiti di estrema destra (“Prima gli italiani”, per fare un esempio tra tanti, era usato da Forza Nuova ben prima che venisse fatto suo dal Carroccio sovranista o dal partito di Giorgia Meloni) ma anche di utilizzare la rete di associazioni neofasciste sparse per tutta Italia per siglare alleanze nei territori, trovare qualcuno con cui riempire le piazze dei comizi, trovare qualche voto in più nell’urna con chissà quale promessa. E per questo, quando c’è da condannare le loro violenze si allontanano dai microfoni e si limitano a una scrollata di spalle.

Federico Marconi, l'Espresso, 07-VII-2020