“in Italia gli eletti diventerebbero 600 per 60 milioni di abitanti. Nel nostro sistema anche i 200 senatori rappresentano la generalità dei cittadini. Nel Regno Unito, invece, i rappresentanti degli elettori sono solo nella Camera dei Comuni (o vogliamo sostenere che i Lord ereditari e di nomina regia siano rappresentanti del popolo?), che conta 650 membri per 67 milioni di abitanti. Lo stesso si dica per la Germania: 700 rappresentanti per 83 milioni di persone (i 69 “senatori” tedeschi non rappresentano il popolo, ma i Lander). Così per Francia e Spagna. Quindi, in Italia oggi c’è un eletto in Parlamento ogni 64mila abitanti, dopo la riforma sarà uno ogni 101mila; nel Regno Unito uno ogni 102mila, in Germania e in Francia uno ogni 117mila. Dunque l’Italia rimarrà, tra i grandi Paesi europei, quello con meno abitanti per ogni parlamentare eletto, ma si allineerà in sostanza ad essi”. La Dadone ha urgentemente bisogno di un corso di aritmetica, uno di logica e uno di diritto comparato. Pensare che la rappresentanza si esaurisca con l’elezione tramite suffragio universale significa non conoscere l’abc del diritto costituzionale. Sono infatti i diversi sistemi costituzionali e istituzionali a determinare le diverse tipologie di rappresentanti. Ecco allora che i Lord non saranno rappresentativi della sovranità popolare ma ciò non significa che non rappresentano alcunché, che non facciano parte del parlamento e che non hanno alcun ruolo nel sistema del Regno Unito. Allo stesso modo i 69 componenti del Bundesrat rappresentano i Lander e quindi delle entità giuridiche, dei territori e delle comunità e in questa veste hanno importantissime funzioni, come per esempio le riforme costituzionali e le nomine dei giudici della Corte costituzionale federale. I senatori francesi (che sono più dei nostri) rappresentano per Costituzione le comunità territoriali (art. 24 della Costituzione francese) e sono eletti indirettamente perché ciò è reso possibile dalla Costituzione (art. 3). Senza di loro è impossibile toccare la Costituzione. Ma evidentemente per Dadone, Trump e Mattarella non sono rappresentativi dei rispettivi popoli e paesi perché sono eletti indirettamente. Quanto alla Spagna, Dadone studi un pochino perché elimina arbitrariamente tutto il senato spagnolo quando solo 57 senatori su 265 sono eletti indirettamente; quindi la Spagna ha 558 parlamentari elettivi, 1 ogni 83.500 abitanti mentre noi ne avremo 1 ogni 102.500 perché 12 sono dedicati agli italiani residenti all’estero, accettando per un attimo l’illogico non-ragionamento della Dadone. Infatti, confrontare l’intero nostro parlamento solo con una camera degli altri parlamenti è segno di mancanza di logica e direi anche di una buona dose di ignoranza o malafede. Noi non avremmo 600 parlamentari ma 400 + 200; avremmo 400 deputati che devono fare delle cosucce e 200 senatori che devono fare le stesse cosucce; solo quando i 400 e i 200 trovano un punto di accordo allora la cosuccia che stanno facendo sarà conclusa. Ne consegue che sono i 400 deputati italiani a dover essere confrontati con i 650 deputati inglesi o i 577 deputati francesi o i 350 spagnoli, proprio perché i nostri deputati non fanno cose diverse rispetto ai senatori. In altri paesi invece esiste una differenza funzionale tra le due camere e questo consente anche una ripartizione dei compiti e uno snellimento dei lavori parlamentari. Quanto poi alla Germania, qualcuno spieghi alla Dadone che il Bundestag è un ramo del parlamento FEDERALE tedesco e poi provate a spiegarle la differenza tra federale e nazionale. In definitiva noi avremmo 1 deputato ogni oltre 150.000 abitanti, rapporto che non esiste in alcun paese europeo. Riguardo al pregio indiscusso della omogeneità, la riforma modifica alcuni aspetti degli art 56, 57 e 59 della Costituzione. Senza allargare il perimetro degli articoli coinvolti, si poteva modificare il criterio di elezione regionale del Senato che crea problemi così evidenti che già a novembre 2019 è stato presentato un DDL di modifica dell’art. 57 a firma anche di alcuni parlamentari del M5S https://www.camera.it/leg18/126?leg=18&idDocumento=2238 Che senso ha fare una riforma per accorgersi subito dopo che servono altre riforme? Questo non significa fare un passo alla volta ma significa essere pressapochisti, superficiali. Significa trattare la Costituzione come fosse la tendina della finestra del secondo bagno …! Allo stesso modo si poteva intervenire sull’art. 56 per indicare il numero massimo delle circoscrizioni per l’elezione dei deputati perché anche da questo aspetto dipende la rappresentatività del parlamento. Invece adesso si discute di nuova legge elettorale e, ammesso che si arrivi a un risultato, la prossima maggioranza potrebbe cambiare nuovamente la legge elettorale. Che razza di bilanciamento è una legge ordinaria a fronte di una riforma costituzionale? Altro segno di superficialità che dimostra non la prudenza dei proponenti, ma la frettolosità! Perché agire sulla Costituzione con questa frenetica fretta? L’omogeneità poteva essere rispettata anche senza tralasciare altri aspetti di cui anche il M5S oggi riconosce la necessità. Ancora una volta, abbiamo la conferma che per sostenere il Si a questa riforma costituzionale occorre rifugiarsi nelle ansie immotivate, nelle paranoie esistenziali, nelle fantasie speranzose o in argomenti falsi, illogici, capziosi.
Sergio Bagnasco
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