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E ora anche l’illusionismo del Tfr in busta paga

La poli­tica eco­no­mica del governo Renzi è carat­te­riz­zata da mano­vre illu­sio­ni­sti­che o di distra­zione di massa . La crisi viene affron­tata con inter­venti che, nella migliore tra­di­zione gat­to­par­de­sca, pro­met­tono un “cam­bia­mento di verso”, ma nei fatti accet­tano e con­fer­mano, per­fino con più rea­li­smo del re, la visione che sta ali­men­tando il nostro declino peral­tro ini­ziato già all’inizio degli anni ’90.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Felice Roberto Pizzuti, Il Manifesto30-IX-2014



Perché l’articolo 18 va difeso e riguarda tutti

Tre considerazioni sull’art. 18. Costruire il lavoro “usa e getta” serve ad abbassare i salari (il massimo sarà 900 euro al mese) e, comprimendo i diritti dei singoli, azzererà quelli collettivi, accentuando lo sfruttamento e l’impoverimento

Un lucido disegno contro il lavoro

La que­stione dell’abrogazione o man­te­ni­mento dell’art.18 dello Sta­tuto dei Lavo­ra­tori è più che mai al cen­tro della scena poli­tica e ed è quindi dav­vero oppor­tuno dedi­carle tre sin­te­ti­che rifles­sioni su punti di fondo.

La prima rifles­sione riguarda le con­trad­dit­to­rie argo­men­ta­zioni che si sen­tono da parte dato­riale e gover­na­tiva: da una parte si mini­mizza il pro­blema asse­rendo che riguarda una pic­cola mino­ranza di lavo­ra­tori, visto che le sen­tenze di rein­te­gra nel posto di lavoro ai sensi dell’art.18 sono appena 3.000 all’anno, ma dall’altra si afferma che è invece que­stione cen­trale e vitale, per­ché senza abro­ga­zione dell’art.18 non si avrà ripresa né pro­dut­tiva né occupazionale.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Piergiovanni Alleva, Il Manifesto, 27-IX- 2014

 


Lo spot ingannevole sul consenso al 40%

Vanno nel mirino partiti e sindacati

L’ottimismo di pla­stica del pre­mier è scosso dalla sco­perta che anche i poteri forti gufano, cer­ti­fi­cando tra l’altro come inu­tili le riforme “epo­cali” già in campo. Renzi veste i panni del cava­liere senza mac­chia e senza paura, e si appella al popolo. Ma il governo è in affanno.

È fal­lita la fon­da­men­tale scom­messa euro­pea, e il seme­stre di pre­si­denza ita­liano scorre nella indif­fe­renza di tutti. Della ago­gnata fles­si­bi­lità non v’è trac­cia, e i fal­chi del nord affi­lano bec­chi ed arti­gli. Arriva invece una stan­gata di una ven­tina di miliardi, che col­pirà anche ser­vizi essen­ziali. La ripresa si allon­tana, i pochi mesi diven­tano mille giorni. Una lunga qua­re­sima, anche per i cre­denti più robusti.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Massimo Villone, www.lasinistraquotidiana.it, pubblicato sul quotidiano Il Manifesto, 30-IX-2014



PRONTI 900 MILIONI DI TAGLI: SCUOLA E RICERCA NEL PANICO

Spending Review. Allarme rosso tra studenti (in piazza il 10 ottobre) e sindacati. Pantaleo (Flc-Cgil): “Ora basta bugie dal governo, no ai tagli”. Il Pd li smentisce ma nessuno ci crede. Pacifico (Anief): “Il governo vuole fare una partita di giro, e una riforma a costo zero”. Ancora una volta, i più danneggiati saranno tutti i docenti.

Con il fucile della spen­ding review pun­tato die­tro la schiena, il governo sta pre­pa­rando una gigan­te­sca par­tita di giro ai danni della scuola, dell’università e degli enti di ricerca. Nella pros­sima legge di sta­bi­lità ci potreb­bero essere 900 milioni di euro in tagli com­ples­sivi per finan­ziare la prima tran­che dei fondi neces­sari per assu­mere 148 mila pre­cari dalle gra­dua­to­rie ad esau­ri­mento a set­tem­bre 2015. Ne ser­vi­ranno, a regime, altri 2,7 miliardi, ma al momento l’esecutivo non sem­bra avere alcuna idea su dove, come e quando prenderli.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Roberto Ciccarelli, Il Manifesto, 27-IX-2014



28 settembre 2014

 

 

Visita guidata alla mostra

Secoli augustei

Messaggi da Amiternum e dall’Abruzzo antico

Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo a Villa Frigerj

Palazzo de’Mayo

Bimillenario della morte di Ottaviano Augusto (14 d. C.)

…Il progetto espositivo, che è immagine della collaborazione tra Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo( MiBACT), attraverso la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo e la Fondazione Carichieti, interessa due sedi prestigiose quali il Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo a Villa Frigerj e lo spazio Esposizioni Temporanee di Museo Palazzo de’Mayo.

Un unico linguaggio comunicativo lega la presentazione nei due luoghi dei materiali archeologici, uniti dal filo conduttore dell’essere espressione di diverse forme locali del potere imperiale fondato da Augusto e rimasto in vigore per secoli...

I secoli augustei costituiscono un’opera straordinaria per la storia dell’Occidente. Caius Iulius Caesar Octavianus, il futuro Augusto fu l’artefice di una architettura istituzionale che comportò il passaggio dal governo repubblicano al potere assoluto del princeps, pur conservando la parvenza della tradizione. “Augustus “ è l’appellativo dato dai senatori ad Ottaviano nel 27 a. C.; pacificato il mondo, il saeculum Augustum rinnovava l’età dell’oro nella propaganda di carattere ideologico, diffusa mediante messaggi molto eloquenti, trasmessi attraverso simboli, miti,riti, parole, gesta, architetture, immagini…

Ricordare quanto di queste modalità di persuasione e di comunicazione del potere sopravviva nella nostra società è uno dei compiti del racconto della storia, che ci rende consapevoli della natura umana pur nelle diverse condizioni e in tempi lontani tra loro. Partecipare con l’allestimento di una mostra alle celebrazioni organizzzate per il bimillenario della morte di Augusto dichiara l’impegno del Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo con sede a Villa Frigerj nel raccontare il patrimonio culturale regionale nelle sue multiformi potenzialità…

(continua nella sezione Cultura e Beni culturali) www.archeologia-beniculturali.it/mostre/secoli-augustei a cura di Rosanna Tuteri



Reddito minimo

 

Dieci ragioni per una battaglia

 

Come minimo il reddito minimo. Da qui costruiamo alleanze.

La battaglia per il reddito minimo può costituire l’occasione per aggregare forze, risvegliare energie, cementare un vasto fronte di lotta attorno a un obiettivo

…Come ha scritto Joseph Sti­glitz «Nei rug­genti anni Novanta, la cre­scita è aumen­tata a livelli per i quali di solito non basta una intera gene­ra­zione».
A que­sto salto avrebbe dovuto cor­ri­spon­dere un signi­fi­ca­tivo accor­cia­mento della gior­nata lavo­ra­tiva, un’ampia redi­stri­bu­zione del lavoro. Avviene il con­tra­rio. Ai primi anni del nuovo mil­len­nio ope­rai e impie­gati ame­ri­cani lavo­ra­vano in media due mesi in più all’anno dei loro cor­ri­spet­tivi europei.

(continua nella sezione Rassegna stampa)



Scuola

Sulla scuola piovono miliardi di promesse

Scuola. Breve rassegna stampa dei testacoda dei giornali (Stampa, Repubblica e Corsera) attenti scolari degli slogan del governo

Il 23 feb­braio è la mini­stra Gian­nini che apre i cuori alla spe­ranza: «53 miliardi per la scuola sono pochi». Segue a ruota l’autorevole con­ferma di Renzi, che pre­cisa: «Il primo punto del pro­gramma è il rilan­cio dell’educazione. Da giu­gno a set­tem­bre rea­liz­ze­remo un piano straor­di­na­rio per le infra­strut­ture sco­la­sti­che». Un impe­gno pub­blico chiaro, che gli porta fidu­cia e con­sensi. Il 26 feb­braio, però, a stretto giro di posta, la postilla di Renzi, affi­data a Repub­blica, apre la lunga sta­gione delle docce scoz­zesi: «Abbiamo due miliardi per ristrut­tu­rare le aule». Dai 53 miliardi che pare­vano pochi si passa a un sali­scendi di numeri buoni per il banco lotto. L’8 marzo la mini­stra Gian­nini dimezza i fondi pro­messi da Renzi e afferma, impas­si­bile, che «per la sicu­rezza sono pronti inter­venti per 1 miliardo». Due giorni dopo, Renzi, stre­mato dalla quo­ti­diana dose di twit­ter, ignora i tagli ammessi dalla Gian­nini e, come Cri­sto coi pani e coi pesci, mol­ti­plica i fondi e con­fida alla Stampa che si son «tro­vati 2 miliardi e mezzo per inter­venti sull’edilizia». I tempi però si sono allun­gati: devono bastare per tutto il 2016.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Giuseppe Aragno, Il Manifesto, 19-IX-2014



Renzi e l’opposizione

le 5 Stelle stanno a guardare

Chi è oggi, cosa dice, cosa fa la sinistra italiana nel momento in cui la destra annaspa e dimostra di non essere la dispensatrice di miracoli che forse molti elettori avevano creduto che fosse? Si decide ad assumere un nome, un volto, un programma, oppure vuol continuare a fare (sia pure, bisogna riconoscerlo, sottovoce e urbanamente) delle prove d’orchestra alla Fellini? Sono domande che non aspettano risposte perché nessuno, purtroppo, ha i titoli per darne, ma che mezza Italia si pone. È vero che forse anche l’altra mezza…Ma non è una consolazione”.

Così Indro Montanelli, sul Corriere del 7 giugno 2001, un mese e mezzo prima di lasciarci, chiudeva quello che sarebbe stato il suo penultimo editoriale. S’intitolava “Il tricheco di sinistra” e profetizzava, nel momento del massimo consenso berlusconiano, il declino del Caimano inseguito dalle sue bugie. Ma anche l’atavica incapacità della sinistra di proporre un progetto alternativo per le sue divisioni, compromissioni e confusioni.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano, 19-IX-2014



www.ilfattoquotidiano.it

Le controriforme dell'Italicum e del Senato uccidono la democrazia partecipata

NO AI LADRI DI DEMOCRAZIA – FIRMA ANCHE TU

Rodotà: 'Governo padrone senza controlli'

Il giurista: 'Rischiamo accentramento dei poteri e limitazione della partecipazione dei cittadini'.

Aderiscono anche Sandra Bonsanti, Lorenza Carlassare e Salvatore Settis.

Le controriforme dell'Italicum e del Senato, concordate dal governo con Berlusconi consentono a un pugno di capi-partito di continuare a nominarsi i deputati, aboliscono l'elezione dei senatori ed espropriano i cittadini dei referendum (non più 500mila, ma 800mila firme) e delle leggi di iniziativa popolare (non più 50mila, ma 250mila firme). Chiediamo ai presidenti Napolitano, Grasso, Boldrini e Renzi di sostenere solo riforme che rispettino lo spirito dei Costituenti, per una vera democrazia partecipata.
Antonio Padellaro, Marco Travaglio, Peter Gomez e la redazione del Fatto Quotidiano

Il Fatto Quotidiano via Change.org

Quaranta giorni fa Il Fatto quotidiano lanciava l’appello “Contro i ladri di democrazia e il Parlamento dei nominati, per riforme che facciano contare i cittadini”. La risposta dei lettori e degli amici del Fatto è stata travolgente: 250mila firme in poco più di un mese, prestigiose adesioni di giuristi, intellettuali, artisti ed esponenti della società civile. Fra le tante, ci ha commosso quella di un grande regista del cinema italiano, Ermanno Olmi, che ci ha scritto: C’è un articolo che non è stato scritto alle origini della nostra Costituzione: non per dimenticanza, ma perché era già radicato in ciascuno dei padri costituenti. Costoro avevano l’onestà come primo comandamento. E con quel puntiglio hanno scritto tutti gli altri articoli. Oggi è sceso il buio della indifferenza e della rinuncia alla propria dignità. Solo pochi sentono il dovere di tenere acceso il lumicino di una coscienza civile. Abbiamo appena trascorsa tutta l’estate con la riforma del Senato e per tutte le altre riforme che si faccia almeno in modo di tener presente una raccomandazione di Albert Camus: “Perché un pensiero cambi il mondo, bisogna prima che cambi la vita di colui che l’esprime. Che cambi in esempio”.

Intorno alla nostra petizione si è raccolta una vasta e vivace comunità di cittadini informati, consapevoli e ansiosi di partecipare attivamente alla vita pubblica, di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento e di dire la loro su un vero processo riformatore, senza rassegnarsi ai patti occulti e ai disegni oscuri di chi vuole espropriarci dei nostri diritti devastando i principi democratici irrinunciabili della nostra Costituzione. La nostra voce si è fatta sentire, eccome, nei palazzi della politica. Ha dato forza e coraggio ai parlamentari di maggioranza e di opposizione che contestano questa svolta autoritaria, ha costretto i controriformatori alla retromarcia su alcune delle norme più vergognose (come l’innalzamento delle firme per i referendum da 500 a 800 mila), ha tenuto aperto il dibattito sulla porcata del “Senato dei nominati” che persino il relatore Calderoli ha ribattezzato “una merdina”, rinviando la resa dei conti al successivo passaggio a Montecitorio.

Intanto l’altra clausola del Patto del Nazareno Renzi­-Berlusconi, quella che perpetua le liste bloccate del Porcellum per una nuova “Camera dei nominati”, ha subito tali e tante contestazioni da indurre gli stessi contraenti ad annunciare qualche ripensamento. Tutto questo dimostra che alzare la voce non è inutile, anzi: più siamo, più contiamo. Per questo invitiamo chi, complici magari le vacanze, non ha ancora firmato per aderire all’appello su ilfattoquotidiano.it e a passare parola fra parenti, amici e conoscenti. Dopo la festa del Fatto Quotidiano alla Versiliana (6-­7 settembre), consegneremo le firme raccolte ai presidenti della Repubblica, del Senato, della Camera e del Consiglio perchè facciano tesoro del contributo di tanti cittadini.
Grazie a tutti


Antonio Padellaro, Marco Travaglio, Peter Gomez e la redazione de Il Fatto Quotidiano



I Cesaroni

Ma questi analfabeti lo sanno cosa sono la Corte costituzionale e il Csm?

A giudicare dai personaggi squalificati che vogliono mandarci e dal silenzio che avvolge i loro curricula, si direbbe di no. Ma, a giudicare dalla pervicacia con cui insistono per quei nomi, a costo di paralizzare da quattro mesi il Parlamento, si direbbe di sì. Il Partito Unico Renzusconi sa benissimo che la Consulta, pur già inquinata da vecchi politicanti, potrebbe ancora dare fastidio per la presenza di personalità indipendenti, che vanno al più presto rimpiazzate con uomini di stretta obbedienza. Sennò le loro leggi incostituzionali (tipo l’Italicum) vengono di nuovo bocciate. I nomi di Violante, participio presente per tutte le stagioni, e Donato Bruno, membro della grande famiglia dei Cesaroni (è amico di Previti) e padre di un giovanotto inquisito per le baby squillo dei Parioli, rispondono perfettamente all’identikit: infatti Napolitano, che dovrebbe garantire un minimo di decenza costituzionale, tace e acconsente.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano, 16-IX-2014



Pil, Istat: economia illegale e sommersa vale 200 miliardi, 12,4% del prodotto

Partita la revisione dei conti nazionali sulla base del nuovo sistema di contabilità Esa 2010. I risultati relativi al 2011 (quelli per il 2013 arriveranno il 22 settembre) vedono il prodotto interno salire del 3,7%, pari a 59 miliardi. L'inclusione dei proventi di droga, prostituzione e contrabbando vale 15,5 miliardi, meno degli investimenti in ricerca e sviluppo che pesano per 20,6 miliardi. Come effetto collaterale scende di 0,2 punti percentuali il rapporto deficit/Pil.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Il Fatto Quotidiano, 9-IX-2014



Chieti

La fontana monumentale di piazza Valignani e i reperti romani

AGGIORNAMENTI


Risposta della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo alla richiesta di Chieti nuova 3 febbraio relativa all’accesso agli atti

Il 11 agosto 2014 alle 15.17 "SBA-ABR - SOPRINT. BENI ARCHEOLOGICI ABRUZZO" < Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. > ha scritto a Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. :


Soprintendenza per i beni archeologici dell’Abruzzo-Chieti

MBAC-SBA-ABR

PROT. 005873 11/08/2014

Oggetto:Richiesta di accesso agli atti

Con riferimento alla sua richiesta del 21.7.2014, acquisita al protocollo n. 5418 del 21.7.2014, si segnala che la domanda di accesso ai documenti amministrativi (artt.22 e seg. della legge 241/90 s.m.i.) oltre a fornire indicazioni precise sull’identità del richiedente, e sul suo indirizzo, deve essere motivata e comprovare la sussistenza dell’interesse all’accesso, fornire indicazioni precise sugli estremi del documento oggetto della richiesta e specificare il tipo di accesso richiesto…

Risposta di Chieti nuova 3 febbraio del 28-VIII-2014

Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell'Abruzzo-L’Aquila

Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Abruzzo-Chieti

Direttore del Museo Archeologico Nazionale “Villa Frigerj”-Chieti

Nel prendere atto della Vostra risposta del giorno 11 agosto 2014, prot. n. 0005873, si segnala che la stessa appare contraddittoria, di fatto “dilatoria” e non rispondente alle finalità della legge n. 241. Pertanto, nel merito, si precisa quanto segue:

a) “identità del richiedente”- già palesemente indicata nella richiesta di accesso agli atti del 21 luglio 2014;

b) “indirizzo del richiedente” – via Asinio Herio, 10, Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. , già in possesso degli Uffici della Soprintendenza;

c) “interesse all’accesso”- già palesemente indicato nella richiesta predetta;

d) “estremi del documento oggetto della richiesta”- se richiesti, evidentemente, non noti alla scrivente;

e) “tipo di accesso richiesto”- prendere visione e copia di documenti attraverso accesso informale: non accettato per assenza del Soprintendente F. F.; accesso formale: non evaso.


Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell'Abruzzo - L’Aquila

Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Abruzzo - Chieti

Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Villa Frigerj - Chieti

Oggetto: rinnovo richiesta di accesso agli atti

La sottoscritta Maria Rosaria Grazioso, in qualità di presidente e responsabile legale dell’associazione culturale non a scopo di lucro Chieti nuova 3 febbraio (come da Statuto allegato, consegnato agli uffici della Soprintendenza Archeologica sin dal 1994, data di inizio della collaborazione in iniziative specifiche pubbliche, evidenziate nell’allegato libretto illustrativo delle iniziative ed attività), con sede in Chieti, via Asinio Herio, 10, ai sensi della legge 241 del 1990 e dal DPR 184 del 2006, rinnova la richiesta, già presentata il 21 luglio 2014, di prendere visione e copia dei documenti amministrativi relativi alla pratica e al procedimento della Soprintendenza Archeologica in corso, inerenti alla costruzione della fontana monumentale a Chieti, in piazza Valignani, dove, come è noto, sono presenti antichi reperti romani, “scoperti” e di nuovo ricoperti nel 2004.

L’associazione culturale Chieti nuova 3 febbraio è, palesemente, portatrice “di interessi diffusi” ed ha “interesse diretto, concreto e attuale” come da legge 241, art. 22, comma 1, b) e da DPR 184, art. 2, comma 1, a), b)). Infatti, è doveroso per Chieti nuova 3 febbraio, conoscere e far conoscere a tutti i cittadini le misure, adottate dall’Ufficio competente, per la tutela degli antichi reperti romani.

Per quanto riguarda “gli estremi del documento oggetto della richiesta”, non potendo, naturalmente, indicarli, l’associazione ha fornito di nuovo “gli elementi che ne consentano l’individuazione”, come da DPR 184, art. 5, comma 2 e art. 6, comma 3. I.

In riferimento al tipo di accesso richiesto, prima informale, in quanto la richiesta del 21 luglio 2014 è stata portata a mano, ma non accettata per assenza del Soprintendente F.F. e, poi, ripresentata il 23 luglio 2014 e timbrata, ma non protocollata, Chieti nuova 3 febbraio ribadisce il diritto “di prendere visione e di estrarre copia di documenti amministrativi”, come prevede la legge 241, art. 22, 1, a).

Inoltre, Chieti nuova 3 febbraio ricorda che l’art. 6, comma 5 del DPR citato recita: “Ove la richiesta sia irregolare o incompleta, l’amministrazione, entro dieci giorni, ne dà comunicazione al richiedente…”

In attesa di chiaro e puntuale riscontro nei termini di legge, distinti saluti.

Si allegano le precedenti note della sottoscritta e della Soprintendenza di Chieti, lo statuto e il libretto illustrativo delle Iniziative e delle Attività dell’associazione Chieti nuova 3 febbraio dal 1993.



Giustizia

La responsabilità civile dei politici

Con la riforma la giustizia rischia

È grande il peri­colo di un troppo pru­dente – e magari osse­quiente — con­for­mi­smo giu­di­zia­rio

Il tri­bu­nale dei minori di Roma ha con­cesso a una cop­pia di donne l’adozione del figlio di una delle due, nato con fecon­da­zione ete­ro­loga pra­ti­cata all’estero. Una pro­nun­cia sto­rica per alcuni, ever­siva per altri. In ogni caso, un pre­ce­dente di rilievo, in spe­cie dopo la sen­tenza corte cost. 162/2014 sull’eterologa. È un’occasione per riflet­tere sulla riforma della giu­sti­zia. In Ita­lia, da lungo tempo diritti e libertà non fanno passi avanti nella legi­sla­zione. L’avanzamento viene dai giudici.

È un giu­dice che auto­rizza il distacco della spina per Eluana Englaro; che rico­no­sce la cop­pia omo­ses­suale come ambiente non pre­sun­ti­va­mente ini­do­neo per il minore; che ordina la tra­scri­zione del matri­mo­nio tra omo­ses­suali con­tratto all’estero; che defi­ni­sce come fon­da­men­tale il diritto di due omo­ses­suali di for­mare una cop­pia. E ancora molti giu­dici con­cor­rono a sman­tel­lare i pro­fili più oscu­ran­ti­sti della legge sulla fecon­da­zione assi­stita. Il tri­bu­nale dei minori di Roma è solo l’ultimo in ordine di tempo.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Massimo Villone, Il Manifesto, 1-IX-2014



Le minacce di Totò Riina a don Ciotti

Comunicato dell'Associazione Saveria Antiochia Omicron


La Repubblica di oggi pubblica la notizia che Totò Riina, in un colloquio tenuto durante l’ora d’aria col boss pugliese Lorusso, ha dichiarato di voler far uccidere Don Luigi Ciotti, paragonandolo a Don Puglisi. E mostra di avere ancor potere, dal momento che dice “putissimu (= potremmo) pure ammazzarlo”.

Il colloquio è avvenuto il 14 settembre del 2013, vigilia dell’anniversario dell’uccisione di Don Puglisi, e finora era stato tenuto nascosto, a differenza di quanto avvenuto per le minacce al PM Nino Di Matteo. L’ascolto della registrazione da parte delle forze dell’ordine aveva tuttavia – e per fortuna - fatto scattare il rafforzamento delle misure di protezione di Don Luigi.

Ma la situazione rimane grave e pericolosa. E’ probabile che l’odio di Riina per Ciotti sia andato rafforzandosi anche per la posizione chiaramente antimafia assunta di recente dalla Chiesa di Papa Francesco. Negli ultimi mesi sono infatti arrivati a Don Luigi e a Libera segnali inquietanti e in parte indecifrabili, come ha dichiarato Gabriella Stramaccioni, dell’Ufficio di Presidenza di Libera.

I preti, secondo Riina, dovrebbero limitarsi a dire messa, non occuparsi dei problemi del territorio. La grandiosa attività di Libera per sostenere le cooperative che lavorano i terreni confiscati ai mafiosi , oltre che per diffondere la cultura della legalità, ha fatto comprendere a Totò Riina che queste azioni possono mettere fine al potere delle organizzazioni mafiose.

E’ necessario allora che tutte le associazioni, tutti i cittadini impegnati a combattere le mafie si stringano attorno a Don Luigi e a Libera. Occorre moltiplicare con ancora maggior convinzione le attività antimafia nella società e nelle scuole.

L’Associazione Saveria Antiochia Omicron dichiara la volontà di rafforzare e sviluppare le proprie attività di sensibilizzazione e diffusione della cultura della legalità, contro le mafie e contro la corruzione, e chiede al Governo e al Parlamento l’emanazione di leggi più efficaci e risolutive di quelle attualmente in vigore.



GOVERNO, UN VECCHIO FILM LUNGO MILLE GIORNI

Non ci sono soldi per nulla, non si pro­getta nulla, sotto la ver­ni­cia­tura del nuovo i mille giorni rischiano di rega­larci la rie­di­zione del già visto.

Men­tre il nostro pre­si­dente del con­si­glio pensa alle slide dei pros­simi mille giorni ci sono ita­liane e ita­liani che aspet­tano di capire dove siano finite le slide dei primi cento. Aspet­tano rispo­ste, a dire il vero, da almeno tre Governi: quello di Monti, quello di Letta, e quello di Renzi, dopo i gua­sti che agli ita­liani e all’Italia hanno gene­rato le poli­ti­che neo libe­ri­ste degli ese­cu­tivi di cen­tro­de­stra di Ber­lu­sconi (e dei suoi ministri).

(continua nella sezione Rassegna stampa) Giorgio Airaudo, www.laltraeuroparoma.it, 28-VIII-2014



Armi ai kurdi, il fantasma libico

Era estate anche allora, i par­la­men­tari ave­vano fretta di andare in vacanza e il governo cer­cava di infi­lare quante più cose poteva in leggi-omnibus. Ma c’era chi vigi­lava. La depu­tata Moghe­rini nella seduta della Camera del 28 luglio 2009 e la sena­trice Pinotti nella seduta del Senato dell’1 ago­sto dello stesso anno vota­rono entrambe con­tro la pro­po­sta di legge (n.1715) dei depu­tati Edmondo Cirielli (Pdl) e Ste­fano Ste­fani (Lega).

(continua nella sezione Rassegna stampa) Sergio Finardi, Il Manifesto, 28-VIII-2014



Jobs Act

CONTRO L’ARTICOLO 76 DELLA COSTITUZIONE

Le uscite estive dell’onorevole Alfano e del Pre­si­dente della Bce, Mario Dra­ghi, hanno com­por­tato una acce­le­ra­zione improv­visa del pro­ce­di­mento di appro­va­zione del Jobs Act, che si tra­duce in un attacco di gra­vità senza pre­ce­denti con­tro i resi­dui diritti dei lavo­ra­tori, non solo per i con­te­nuti, ma anche per il metodo che rap­pre­senta una vera e pro­pria nega­zione della demo­cra­zia parlamentare.

E’ facile spie­gare le ragioni di que­sto dra­stico giu­di­zio: ciò che i media chia­mano seconda parte del Jobs Act è, tec­ni­ca­mente, un pro­getto di legge-delega (il n. 1428 del 14/04/2014) com­po­sto in tutto di sei arti­coli. Il più impor­tante è l’art. 4 il quale affida al Governo una “delega in bianco” per riscri­vere, in sostanza, l’intero diritto del lavoro, senza che i par­la­men­tari, una volta appro­vata la delega sotto il solito ricatto del voto di fidu­cia, pos­sano più dire una parola o espri­mere un voto sul merito della nuova rego­la­men­ta­zione. L’esautorazione del Par­la­mento sta diven­tando un vero costume auto­cra­tico dell’era Renzi.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Piergiovanni Alleva, Il Manifesto, 27-VIII-2014



Informazione

Sotto la cappa del nuovo potere

Una concordia asfissiante. Dall’inizio delle larghe intese, la stampa e la tv italiane hanno cambiato pelle acconciandosi alla funzione assai poco onorevole del portavoce zelante delle verità del governo

Siamo pro­prio sicuri che lo stato (deso­lante) dell’informazione poli­tica in Ita­lia rien­tri nella nor­ma­lità, che asse­gna alla «strut­tura mate­riale dell’ideologia» la fun­zione di pro­teg­gere e con­so­li­dare l’esta­blishment? Fosse così, non ci ras­se­gne­remmo, ma nem­meno avremmo la per­ce­zione di una situa­zione patologica.

In tutti i paesi del mondo, sotto qual­siasi regime, la «grande stampa» aiuta il potere. Rico­no­scerlo non implica equi­pa­rare sistemi tota­li­tari e plu­ra­li­stici. Né igno­rare la rile­vanza dei diritti di libertà e l’importanza della fun­zione svolta, nei sistemi plu­ra­li­stici, dalla stampa indi­pen­dente e di oppo­si­zione. Resta che ovun­que tra stampa e potere inter­cor­rono rap­porti di mutuo soc­corso. Che il mondo dell’informazione è dap­per­tutto con­ti­guo ai luo­ghi del potere eco­no­mico e poli­tico. Che spesso il con­fine tra infor­ma­zione e pro­pa­ganda è labile e di dif­fi­cile demar­ca­zione. Ma c’è un ma.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Alberto Burgio, Il Manifedto, 26-VIII-2014



UN DELITTO, TANTI AUTORI

Vota­zione del Senato sulla modi­fica della Costi­tu­zione
Il maggior responsabile è il Governo che ha diretto l’intera operazione senza lasciare nessuno spazio all’autonomia del Parlamento con progressive imposizioni e l’ininterrotta invasività della sua azione che hanno annullato di fatto il ruolo costituzionale del Senato.

Un’infinita tri­stezza. È que­sto il sen­ti­mento che pre­vale nel momento in cui si assi­ste alla vota­zione del Senato. Domani ripren­de­remo la lotta per evi­tare il peg­gio: per­ché la legge costi­tu­zio­nale con­cluda il suo iter dovranno pas­sare ancora molti mesi e altri pas­saggi par­la­men­tari ci aspet­tano, poi — nel caso — il refe­ren­dum oppo­si­tivo. Dun­que, nulla è ancora per­duto. Salvo, forse, l’onore.

In pochi giorni il Senato non ha appro­vato una riforma costi­tu­zio­nale (buona o cat­tiva che si possa rite­nere), bensì ha distrutto il Par­la­mento sotto gli occhi degli ita­liani. Nes­suno dei pro­ta­go­ni­sti è stato esente da colpe. Si è assi­stito a una sorta di omi­ci­dio seriale, cia­scuno ha inferto la sua pugna­lata. Alcuni con mag­gior vigore, altri con imper­do­na­bile incon­sa­pe­vo­lezza, altri ancora non tro­vando altre vie d’uscita.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Gaetano Azzariti, WWW.EDYBURG.IT, pubblicato sul quotidiano Il Manifesto, 9-VIII-2014



Lettera aperta agli elettori del Pd

Pancho Pardi, 6-VIII-2014

Riforme. La riforma del Senato vi viene presentata come il passaggio obbligato per modificare il bicameralismo, ma il vostro partito non vi dice quale sarà l’effetto principale

Cari elet­tori del Pd,
il par­tito in cui ripo­nete le vostre spe­ranze di un futuro migliore, in que­ste ultime set­ti­mane ha impe­gnato tutte le sue forze per stra­vol­gere la Costi­tu­zione secondo un pro­getto con­cor­dato con Ber­lu­sconi.
La riforma del Senato vi viene pre­sen­tata come il pas­sag­gio obbli­gato per modi­fi­care il bica­me­ra­li­smo, ma il vostro par­tito non vi dice quale sarà l’effetto prin­ci­pale della riforma. Il futuro Senato lascerà tutta la pote­stà legi­sla­tiva alla sola Camera, con­ser­vata nella costosa pie­nezza dei suoi 630 depu­tati. E que­sta, secondo la legge elet­to­rale già votata nella stessa Camera, sarà ancora, come oggi, for­mata da sog­getti nomi­nati dai segre­tari di par­tito e votati a sca­tola chiusa dagli elettori.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Pancho Pardi, 6-VIII-2014



Biblioteca Provinciale A. C. De Meis – Chieti

Aggiornamenti

L’Agenzia del demanio affida alla Regione Abruzzo e alla Provincia di Chieti la gestione dell’ex Ospedale Militare, dove avrà sede la Biblioteca “A. C. De Meis”.

“Contestualmente al futuro trasloco della “De Meis”sarà risolto l’affitto dei locali del Theate center che attualmente ospitano la Biblioteca”.

I lavori nel sito precedente della Biblioteca, in piazza dei Templi Romani, avranno inizio, come dichiarano il Presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio e l’Assessore provinciale all’edilizia Franco Moroni, “dopo la gara d’appalto che verrà indetta entro ottobre”… e consisteranno “nella messa in sicurezza generale e nella realizzazione di un terrazzamento”. Yari Orsini, Il Centro, 6-VIII-2014

Il sottosegretario all’Economia Giovanni Legnini si è detto pronto a chiedere un finanziamento di 15 milioni di euro per adeguare l’ex Ospedale militare e per riqualificare le quattro caserme cittadine dismesse…Yari Orsini, Il Centro, 7-VIII-2014



www.ilfattoquotidiano.it

Le controriforme dell'Italicum e del Senato

Uccidono la democrazia partecipata

NO AI LADRI DI DEMOCRAZIA - FIRMA
Rodotà: 'Governo padrone senza controlli'

Il giurista: 'Rischiamo accentramento dei poteri e limitazione della partecipazione dei cittadini'
Aderiscono anche Sandra Bonsanti, Lorenza Carlassare e Salvatore Settis

Le controriforme dell'Italicum e del Senato, concordate dal governo con Berlusconi consentono a un pugno di capi-partito di continuare a nominarsi i deputati, aboliscono l'elezione dei senatori ed espropriano i cittadini dei referendum (non più 500mila, ma 800mila firme) e delle leggi di iniziativa popolare (non più 50mila, ma 250mila firme). Chiediamo ai presidenti Napolitano, Grasso, Boldrini e Renzi di sostenere solo riforme che rispettino lo spirito dei Costituenti, per una vera democrazia partecipata
Antonio Padellaro, Marco Travaglio, Peter Gomez e la redazione del Fatto Quotidiano

Il Fatto Quotidiano via Change.org


Biblioteca Provinciale A. C. De Meis – Chieti

Aggiornamenti

L’Agenzia del demanio affida alla Regione Abruzzo e alla Provincia di Chieti la gestione dell’ex Ospedale Militare, dove avrà sede la Biblioteca “A. C. De Meis”

“Contestualmente al futuro trasloco della “De Meis”sarà risolto l’affitto dei locali del Theate center che attualmente ospitano la Biblioteca”.

I lavori nel sito precedente della Biblioteca, in piazza dei Templi Romani, avranno inizio, come dichiarano il Presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio e l’Assessore provinciale all’edilizia Franco Moroni, “dopo la gara d’appalto che verrà indetta entro ottobre”… e consisteranno “nella messa in sicurezza generale e nella realizzazione di un terrazzamento”. Jari Orsini, Il Centro, 6-VIII-2014

Il sottosegretario all’Economia Giovanni Legnini si è detto pronto a chiedere un finanziamento di 15 milioni di euro per adeguare l’ex Ospedale militare e per riqualificare le quattro caserme cittadine dismesse…Yari Orsini, Il Centro, 7-VIII-2014



La Costituzione e il governo stile executive

Del Senato della nuova era, tutto il dicibile è stato detto e ridetto. Ora non si tratta più d’idee, ma di numeri, di patti misteriosi che “tengono” o “non tengono”, di “aperture” o “chiusure”, cioè di strategie politiche. Interessa, invece, lo sfondo: ciò che crediamo di comprendere della nostra crisi e delle sue forme. Che valore hanno il tanto pervicace impegno per “le riforme” costituzionali e l’altrettanto pervicace impegno contro “Pro e contra”, innovatori e conservatori. I pro accusano i contra di non voler assumersi le responsabilità del cambiamento che il momento richiede e di difendere rendite di posizione dissimulandole come difesa della Costituzione. I contra, a loro volta, accusano i pro di coltivare la vacua ideologia del nuovo e del fare a ogni costo, in realtà servendo interessi ai quali ostica è la democrazia. Le ragioni della divisione sono profonde, spiegano l’asprezza del contrasto e giustificano le preoccupazioni.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Gustavo Zagrebelsky, www.libertaegiustizia.it, pubblicato sul quotidiano la Repubblica il 6-VIII-2014



La parentesi della Costituzione


C’è un fatto, acca­duto in que­sti giorni e appa­ren­te­mente secon­da­rio, che mette a nudo l’anomalia della situa­zione poli­tica e isti­tu­zio­nale del paese e delle ini­zia­tive che la accom­pa­gnano, a par­tire dalla «riforma» costi­tu­zio­nale e da quella della legge elet­to­rale. È la man­cata ele­zione, da parte del par­la­mento in seduta comune, dei com­po­nenti di sua spet­tanza del Con­si­glio supe­riore della magi­stra­tura, con la con­se­guente pro­roga senza limiti pre­de­ter­mi­nati del Con­si­glio sca­duto (della cui inte­gra­zione si ripar­lerà, forse, a settembre).

Sarebbe come dire — per capirci — che un organo elet­tivo (per esem­pio il par­la­mento) resta in carica, ancor­ché sca­duto, per­ché non sono state indette nuove ele­zioni: lo dico som­mes­sa­mente, spe­rando che l’affermazione venga con­si­de­rata un para­dosso e non un’idea utile per il futuro… È la prima volta che ciò accade nella nostra sto­ria costi­tu­zio­nale (salvo un remoto e diverso pre­ce­dente) e — si noti — l’elezione non è stata nep­pure tentata.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Livio Pepino, il Manifesto, 6-VIII-2014



2 Agosto 1980, strage di Bologna

Un solo errore

www.arcoiris.tv


Il più feroce attentato della storia repubblicana, il cinico tentativo di abbattere la democrazia, un sanguinario colpo contro la popolazione inerme che sta partendo per le vacanze.

I terroristi commettono un unico errore: aver scelto Bologna come obiettivo.

I soccorsi sono immediati, la città manifesta il proprio sdegno "rioccupando" le piazze percepite come "luoghi della democrazia" e da subito, tramite la voce dell'allora sindaco di Bologna Renato Zangheri e l'immagine impressa nella memoria collettiva dell'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini, si leva con forza la richiesta di verità e giustizia.

Le indagini dei magistrati bolognesi e l'impegno costante dell'Associazione dei familiari delle vittime conducono per la prima volta ad individuare e condannare gli esecutori materiali della strage: i neofascisti dei NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari); e i depistatori che fin da subito hanno ostacolato l'accertamento della verità: la P2 di Licio Gelli e i massimi vertici dei servizi di sicurezza, dalla prima manovrati.

Dal lutto rinasce un'idea di società civile che dal lutto elabora un impegno ed una strategia collettiva che vede nelle giovani generazioni, ancora oggi troppo disinformate e disincantate, il principale antidoto alle trame occulte che fin da Piazza Fontana hanno avvelenato e avvelenano ancora oggi, grazie anche all'ubriacatura dei mass media, la nostra democrazia.

Teatro civile - Un solo errore - Bologna, 2 Agosto 1980

Regia: Matteo Pasi
Produzione: Associazione Pereira
Con il supporto di: Arcoiris TV; Associazione Pedrelli
Con la collaborazione di: Associazione 2 Agosto 1980; Cineteca di Bologna
Musiche: Modena city ramblers; Daniele Silvestri; Francesco Guccini



Chieti - piazza Valignani

2014:La fontana

2004: il mosaico romano, cronaca del ritrovamento e… della scomparsa

Aggiornamenti

Il Centro, Jari Orsini, 31-VII-2014

Il Sindaco di Chieti:…“Riporteremo alla luce anche il mosaico di epoca romana seppellito dieci anni fa”

Il Centro, Jari Orsini, 26-VII-2014:

Il Sindaco di Chieti: “…Il centrosinistra spieghi alla città perché, dopo il rinvenimento di un mosaico di epoca romana sempre in piazza Valignani, ha scelto di ricoprirlo con un massetto di cemento armato spesso 30 centimetri”.

PER INFORMAZIONE:

l’Amministrazione di centrosinistra si è insediata a Chieti nell’aprile 2005

Leggi in www.patrimoniosos.it:

Oscar D'Angelo, Il Centro, Chieti, 4-XI-2004

Chieti. Mosaico, trattative con il ministero

CHIETI. Riunioni in serie e verifiche: una lotta contro il tempo per stabilire se e come i reperti di piazza Valignani dovranno essere recuperati e valorizzati. Nei giorni scorsi le pie intenzioni un po' di tutti, dal sindaco uscente Nicola Cuculio a commercianti e professionisti dal governatore Pace al presidente della Provincia Coletti, per finire alla soprintendenza archeologica d'Abruzzo. Ora, dopo l'ultimatum del Comune, che il 7 novembre priverà lo scavo del supporto di mezzi e maestranze messo a disposizione grazie al codice Urbani, la soprintendenza è chiamata ad assumere gli opportuni provvedimenti.
In questi giorni si susseguono i summit alla «Civitella» tra Adele Campanelli, direttrice del museo, e i più diretti collaboratori. «C'è da informare nei dettagli la soprintendente Silvana Balbi De Caro», ha detto la Campanelli, «stiamo lavorando per una soluzione costruttiva».

(continua nella sezione Rassegna stampa)


Fontana in piazza Valignani - In anteprima come sarà

Il Comune ha il via libera della Sovrintendenza…Lorenzo Colantonio, Il Centro, 20-VII-2014

 

Il 21 luglio 2014, l’associazione Chieti nuova 3 febbraio ha presentato alla Soprintendenza Archeologica di Chieti la richiesta di accesso urgente agli atti, registrata il 23 luglio:

Al Soprintendente

per i Beni Archeologici dell’Abruzzo

Chieti

La sottoscritta Maria Rosaria Grazioso, in qualità di responsabile dell’associazione culturale “Chieti nuova 3 febbraio”, naturalmente, portatrice di pubblico interesse, chiede, in base alla legge n. 241, di accedere con urgenza agli atti relativi all’autorizzazione della Soprintendenza Archeologica per la costruzione della fontana monumentale in piazza Valignani, Chieti, come da articolo comparso sul quotidiano “Il Centro” del 20 luglio 2014, in cronaca di Chieti.

La sottoscritta chiede che Le sia consegnata immediatamente copia di tutti gli atti relativi alla pratica predetta. Infatti, è doveroso per l’associazione “Chieti nuova 3 febbraio” conoscere e far conoscere a tutti i cittadini le misure adottate dall’Ufficio diretto dalla S. V. per la sicurezza degli antichi reperti romani presenti nel sottosuolo di piazza Valignani, tra cui il mosaico scoperto e ricoperto nel 2004.

Pertanto, si allegano copia dell’articolo suddetto del quotidiano “Il Centro” e quattro marche da bollo per le fotocopie degli atti…


2014: una fontana monumentale al centro di piazza Valignani

…Entro il mese di settembre 2014, una fontana monumentale, in pietra e corten, un particolare acciaio decorativo, verrà collocata nel cuore di piazza Valignani. L’intervento, appaltato dal Comune all’Ati formata dalle ditte Diodato srl e Puntoclima, è stato finanziato con complessivi 250 mila euro, di cui 50 mila stanziati dal Comune e la restante somma proveniente dai Fondi Comunitari Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale), messi a disposizione dalla Regione per migliorare la vivibilità dei centri storici… I lavori sono stati progettati dallo studio di architettura “Opera” di Chieti… Jari Orsini, Il Centro, 8-VII-2014


2004

a piazza Valignani reperti romani sono stati ritrovati e… presto ricoperti

protetti da un bunker in cemento armato che di fatto non ne consente la fruibilità.

Nel sottosuolo di piazza Valignani, oltre ai resti del sistema idrico della città romana e medioevale, anche le testimonianze del foro imperiale di età giulio-claudia con il magnifico mosaico…di probabile appartenenza a un edificio annonario. Oscar D’Angelo

…A settembre 2004, durante i lavori di rifacimento della pavimentazione in piazza Valignani, nel cuore della città, che separa il tratto del Corso Marrucino aperto al traffico dal suo proseguimento, sono stati rinvenuti accidentalmente

importanti reperti della Città imperiale: una porzione di muro romano, un cunicolo, alcuni oggetti fra i quali piccole anfore e, di notevole interesse, un mosaico pavimentale.

Accanto agli scavi delle ruspe sono, quindi, iniziati quelli disposti dalla Soprintendenza ai Beni archeologici, situati a pochi metri dall’entrata principale del teatro Marrucino fino all’imboccatura della stradina che porta in piazza Umberto I… www.eniochieti.tripod.com



Il nuovismo che sa di vecchio

Il governo Renzi va all’assalto dei beni comuni

La tutela del paesaggio e del patrimonio artistico sono a rischio dopo il riordino del Ministero dei beni culturali voluto dal governo Renzi

Quando si scrive di poli­tica… quando io scrivo di poli­tica, man­tengo sem­pre, per quanto mi rie­sce, un atteg­gia­mento di dub­bio for­male e sostan­ziale. Sì, è così, mi sem­bra che sia così, però… Delle affer­ma­zioni e con­clu­sioni con­te­nute in que­sto arti­colo sono invece asso­lu­ta­mente certo. Ver­rebbe voglia di dire: allarme, cit­ta­dini, sono in peri­colo la vostra esi­stenza e il vostro futuro, e quelli dei vostri figli. Levate la testa prima che sia troppo tardi.
Mi rife­ri­sco agli atteg­gia­menti e alle pro­messe che il governo Renzi dispensa a piene mani in mate­ria di ripresa eco­no­mica e, con­te­stual­mente, di ambiente, ter­ri­to­rio, beni cul­tu­rali, pae­saggi ita­liani. Non c’è in giro il minimo strac­cio di piano indu­striale. Ma in com­penso c’è, a quanto sem­bra, un piano ormai pen­sato ed ela­bo­rato, anche nei suoi par­ti­co­lari dispo­si­tivi di attua­zione, per quanto riguarda il già troppo mar­to­riato volto del nostro paese, cui si con­ti­nua a ricor­rere, in man­canza di altro, tutte le volte in cui si deve dare l’impressione di rimet­tere in movi­mento la mac­china. Qui il più spre­giu­di­cato nuo­vi­smo coin­cide con il più arre­trato vec­chi­smo: come, per l’appunto, rischia di essere sem­pre più natu­rale in que­sto nuovo con­te­sto.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Alberto Asor Rosa, www.controlacrisi.org, Il Manifesto, 31-VII-2014



 

Se troppo successo fa male al museo

STERMINATE folle premono sui musei, sulle città d'arte.

Miliardi di cinesi, indiani, giapponesi, russi che paiono dietro l'angolo disegnano nuove frontiere non della cultura ma della cupidigia di nuovi introiti. Il turismo mordi-e-fuggi genera l'arte usa-e-getta (il 75% dei turisti che vanno a Venezia si fermano meno di un giorno lasciandovi chili di detriti). La neomania dei selfie, sdoganati come performance individualista, inonda il web di fotoricordo che certificano non la curiosità culturale ma la presenza rituale del turista. Non archiviano il ricordo, sostituiscono lo sguardo: perciò la loro quantità è più importante della qualità. La visita a un museo somiglia più a una simulazione che all'esperienza di un tempo, l'incontro di una persona (il visitatore di oggi) con un'altra (Giotto, Caravaggio, Rembrandt). Perciò in un libro recente (2010) Steven Conn si domanda sin dal titolo se i musei hanno ancora bisogno di oggetti ( Do Museums still need Objects?). Secondo lui, via via che diminuisce la fiducia nel potere degli oggetti di trasmettere conoscenza diminuiscono di numero gli oggetti esposti nei musei, crescono gli apparati tecnologici e le appropriazioni fotografiche. Il nuovo rituale turistico sostituisce la tecnologia alla storia, la rappresentazione virtuale alla realtà…

Salvatore Settis, La Repubblica, 30-VII-2014



Riceviamo e pubblichiamo


Ombrina Mare

Cos'è Ombrina Mare?

A 6 km dalla Costa dei Trabocchi (zona di San Vito) dovrebbe sorgere la Piattaforma petrolifera Ombrina Mare.

Estesa 35 metri X 24 metri, alta 43,50 metri sul livello medio marino (come un palazzo di 10 piani!), sarà collegata ai 4-6 pozzi che dovrebbero essere perforati in un periodo di avvio del progetto della durata di 6-9 mesi.
Solo in questa fase verrebbero prodotti 14.258,44 tonnellate di rifiuti, soprattutto fanghi di perforazione. L'esatta composizione dei fanghi è coperta da segreto industriale, ma si tratta sicuramente di sostanze tossiche, talvolta vengono utilizzati anche elementi radioattivi.

La piattaforma sarà collegata ad una grande nave della classe Panamax riadattata per diventare una vera e propria raffineria galleggiante, definita Floating Production, Storage and Offloading (FPSO), posizionata con ancoraggi a 10 km di distanza dalla costa.
Tale nave avrebbe le seguenti dimensioni: 320 metri di lunghezza per 33 di larghezza e 54 metri di altezza massima (le fiancate si alzeranno dal mare per 22 metri; per paragone, l'ingombro dello Stadio Adriatico di Pescara da curva a curva è 220 metri, 2/3 della lunghezza della nave).

(continua nella sezione Riceviamo e pubblichiamo) Tommaso Palermo



Palestina, il partito del grande silenzio

«Come scriveva Primo Levi:: Quello che non potrò mai per­do­nare ai nazi­sti è di averci fatto diven­tare come loro… La tragedia è vedere oggi le vittime diventate carnefici.

Ho tra­scorso la set­ti­mana in Spa­gna, a Malaga, a una Scuola estiva della Cat­te­dra Une­sco di quella Uni­ver­sità. Il tema della sezione a cui ho par­te­ci­pato come rela­tore era “L’impegno degli intel­let­tuali”. Seguivo, natu­ral­mente, la noti­zie sem­pre più ango­sciose pro­ve­nienti dalla terra mar­tire di Pale­stina, con­sta­tando l’assoluta “distra­zione” del ceto poli­tico, rispetto a quei fatti di scon­vol­gente gra­vità, e il totale disin­te­resse, salvo pochis­sime ecce­zioni, del “mondo della cultura”.

(continua nella sezione Rassegna stampa) www.eddyburg.it, Angelo d'Orsi 24-VII-2014, pubblicato sul quotidiano Il Manifesto, 23-VII-2014



Riceviamo e pubblichiamo


STOCCAGGIO GAS: I SINDACI ANNUNCIANO RICORSO

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STOCCAGGIO GAS NEL CHIETINO: DOPO L'ALLARME DEL FORUM ACQUA I SINDACI SI MUOVONO PER IL RICORSO

Dopo l'allarme che abbiamo lanciato come Forum Abruzzese dei Movimenti per l'Acqua. 5 sindaci si muovono per il ricorso, che avevamo sollecitato. Bisogna comunque continuare la mobilitazione affinchè anche la regione proponga ricorso al TAR. Qui sotto l'articolo di oggi de Il Centro.

C
inque sindaci, con capofila San Martino sulla Marrucina, contro il piano di stoccaggio Poggiofiorito
Estrazione del gas, ricorso al Tar del Lazio.

SAN MARTINO SULLA MARRUCINA Un ricorso al Tar del Lazio contro il progetto di stoccaggio del gas “Poggiofiorito”. È la risoluzione dei cinque Comuni decisa nel vertice dei sindaci con il presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio, che si erano riuniti in municipio lunedì scorso per poi dare vita a una serie di consultazioni. L’obiettivo dichiarato è lo stop alla proposta della milanese Gas Plus srl che vuole perforare il sottosuolo per ricavare due nuovi serbatoi sotterranei accanto all’ammodernamento del “Poggiofiorito 1 diramazione A” già utilizzato per l’estrazione dalla Snam-Eni verso la fine degli anni Sessanta, quando venne costruita la centrale di Colle di Paolo.

(continua nella sezione Riceviamo e pubblichiamo) Francesco Blasi



Corso anti-usura per magistrati: In cattedra ci sono gli usurai

Il problema è molto complesso. Da quando il codice penale è stato modificato e il reato di usura non è più tipico dello strozzino, ma anche dei banchieri qualora applichino tassi esagerati, le nostre scienze giuridiche si arrovellano: quando si può considerare superato il tasso-soglia oltre il quale scatta il reato? Pare che dopo quasi vent' anni non siano " ancora sopiti i problemi interpretativi", e così il presidente della Scuola Superiore della Magistratura, Valerio Onida, ex presidente della Corte costituzionale, ex candidato a sindaco di Milano ed ex saggio di Giorgio Napolitano, ha avuto un' idea notevole. Ha organizzato un corso di formazione per magistrati in collaborazione con l' Abi (associazione bancaria italiana) e con la Banca d' Italia. Gente che di usura se ne intende, ovviamente, ma con il difetto di essere potenzialmente nel mirino dei magistrati che sono chiamati a formare. I PRESIDENTI di Adusbef e Federconsumatori, Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, hanno preso carta e penna per scrivere una lettera di protesta alle Nazioni Unite, alla Corte Europea per i diritti dell' uomo, al presidente Napolitano, al premier Matteo Renzi e al ministro della Giustizia Andrea Orlando. Chiedono che Onida sia severamente censurato, e lo fanno con parole forti : " Chi ha ordito questa turpe trovata merita di essere sollevato dagli incarichi. Tanto al fine di evitare che altri magistrati magari siano costretti in futuro a partecipare a corsi antimafia a Corleone, nelle ville di Totò Riina o Bernardo Provenzano".

(continua nella sezione Rassegna stampa) Giorgio Meletti, "Il Fatto Quotidiano",12-VII-2014



19 luglio 1992

Il 19 luglio 1992, a Palermo, in via D'Amelio, morirono il magistrato Paolo Borsellino e i poliziotti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta e prima agente della Polizia di Stato a cadere in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Furono uccisi da una bomba azionata a distanza, mentre Paolo Borsellino suonava il citofono nel palazzo in cui viveva la madre. Non si conoscono ancora gli autori della strage né i complici né i moventi.



Il Teatro delle illusioni

Quei vent’anni (31 ottobre 1922-25 luglio 1943) costituiscono il capolavoro della magia d’acquisire meraviglie quasi senza fatica: bastano lessico iridescente, gesti nell’aria, musiche, platee sensibili all’immagine, formule ripetute finché arredino le teste con finti pensieri; ma prima o poi la cassa presenta i conti.

Cronache quotidiane confermano quanto poco muti l’anima italiana. Domenica 9 maggio 1915, Olindo Malagodi, direttore della Tribuna, visita Giolitti, quattro volte presidente del consiglio, sconvolto dalla notizia che in segreto il governo macchini l’intervento in guerra; e ascolta i motivi d’un profondo dissenso. Primo: era giusto stare alla finestra, mancando il casus foederis ; saltando addosso ai due imperi, alleati da 30 anni, l’Italia, già poco reputata, perderebbe ogni credito morale, anche presso gl’interessati ad acquisirla, qualunque cosa dicano. Secondo: così militarmente debole, non è idonea all’impresa; i generali sono ignoranti e inetti; le famiglie destinavano alla carriera militare i figli stupidi o turbolenti. Terzo: è povera, oppressa da inauditi carichi fiscali, nemmeno pensabili altrove; quando tutto vada bene, uscirebbe miserabile, scontando l’avventura nei vent’anni seguenti…

(continua nella sezione Rassegna stampa) Franco Cordero, www.interestingpress.blogspot.com, pubblicato sul quotidiano “La Repubblica”. 11-VII-2014



Tramonto del Csm

…Da tempo è in corso nel paese — nella prassi e in sede di modi­fi­che isti­tu­zio­nali — un rias­setto del sistema di potere in ter­mini genui­na­mente anti­de­mo­cra­tici. Lo ha scritto recen­te­mente, in ter­mini espli­citi, Gustavo Zagre­bel­sky: «Se solo per un momento potes­simo sol­le­vare il velo e avere una veduta di insieme reste­remmo sba­lor­diti di fronte alla realtà nasco­sta die­tro la rap­pre­sen­ta­zione della democrazia.

Catene ver­ti­cali di potere, quasi sem­pre invi­si­bili e talora segrete, legano tra loro uomini della poli­tica, delle buro­cra­zie, della magi­stra­tura, delle pro­fes­sioni, delle gerar­chie eccle­sia­sti­che, dell’economia, della finanza, della uni­ver­sità, della cul­tura, dello spet­ta­colo, nell’innumerevole ple­tora di enti, con­si­gli, cen­tri, fon­da­zioni che, secondo i pro­pri prin­cìpi, dovreb­bero essere reci­pro­ca­mente indi­pen­denti e sono, invece, attratti negli stessi muli­nelli del potere cor­rut­tivi di ruoli, com­pe­tenze e respon­sa­bi­lità». Ciò riguarda tutti. Anche la magi­stra­tura. Ci sarebbe (c’è) biso­gno di un Con­si­glio supe­riore attento e vigile! Le pre­messe, pur­troppo, non sono esaltanti.

Livio Pepino in www.libertaegiustizia.it, pubblicato sul quotidiano Il Manifesto, 11-VII-2014



Costituzione e falsità

Dopo le apo­rie del rifor­mando senato, tocca ad alcune fal­sità. È falso che il bica­me­ra­li­smo pari­ta­rio sia causa di intol­le­ra­bili ritardi. Si veda il sito www​.senato​.it, voce “Leggi e docu­menti”, sot­to­voce “Sta­ti­sti­che”. Si tro­ve­ranno i dati dell’attività legi­sla­tiva. Gran parte risale al governo e in spe­cie ai decreti-legge, che entrano imme­dia­ta­mente in vigore, men­tre il tempo medio per il voto finale sulle leggi di con­ver­sione — la parte che spetta al par­la­mento — non supera in que­sta legi­sla­tura le due set­ti­mane in cia­scuna camera. Ritardi? E di chi? Per non par­lare di leggi — ancor­ché con­te­sta­tis­sime, ricor­diamo le leggi-vergogna — pas­sate in entrambe le camere nel giro di pochi giorni o set­ti­mane. Qua­lun­que sistema demo­cra­tico — euro­peo o extraeu­ro­peo, mono o bica­me­rale — mostra tempi ana­lo­ghi o supe­riori nella pro­du­zione legi­sla­tiva. È falso, in ogni caso, che dal bica­me­ra­li­smo pari­ta­rio si esca neces­sa­ria­mente con un senato non elet­tivo. Al con­tra­rio, nelle ultime legi­sla­ture sono mol­te­plici le pro­po­ste di camere dif­fe­ren­ziate nei poteri, anche per la fidu­cia e il bilan­cio, ma entrambe elet­tive. Pro­po­ste che inve­stono sul senato, piut­to­sto che azze­rarne il peso poli­tico e isti­tu­zio­nale. Baste­rebbe leggerle.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Massimo Villone,www.libertaegiustizia.it, pubblicato su quotidiano Il Manifesto. 10-VII-2014



L'EVEREST DI QUEL 3%

Quali siano i rap­porti tra scelte di poli­tica eco­no­mica e teo­rie eco­no­mi­che è que­stione di grande inte­resse poli­tico e cul­tu­rale, sopra­tutto quando la norma non ha nes­sun fon­da­mento. È que­sto il caso del rap­porto tra defi­cit pub­blico e Pil: «Fu una scelta casuale, senza nes­sun ragio­na­mento scien­ti­fico». Lo ammette can­di­da­mente, in una inter­vi­sta alla Repub­blica dell’8 luglio 2014, un tale Guy Abeille, che avrebbe inven­tato la regola del 3%. Riprendo qui le sue risposte:

«Quando Fra­nçois Mit­ter­rand venne eletto, nel 1981, sco­primmo che il defi­cit lasciato da Valery Giscard d’Estaing per l’anno in corso non era di 29 ma di 50 miliardi di fran­chi. Ave­vamo avanti uno spau­rac­chio: supe­rare 100 miliardi di defi­cit. Mit­ter­rand chiese all’ufficio in cui lavo­ravo di tro­vare una regola per bloc­care que­sta deriva. Ave­vamo pen­sato in ter­mini asso­luti di sta­bi­lire come soglia mas­sima 100 miliardi di fran­chi. Ma era un limite inat­ten­di­bile, quindi deci­demmo di dare il valore rela­tivo rispetto al Pro­dotto interno lordo, che all’epoca era di 3.300 miliardi. Da qui il fati­dico 3%.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Giorgio Lunghini, www.fondazionepintor.net, pubblicato sul quotidiano Il Manifesto,9-VII-2014



Riceviamo e pubblichiamo


INAUGURAZIONE MOSTRA

“Secoli Augustei. Messaggi da Amiternum e dall’Abruzzo antico”


VENERDI’ 11 LUGLIO 2014, ore 18.00, al Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo – Villa Frigerj (Villa Comunale)/ ore 19.30 Palazzo de’ Mayo (Corso Marrucino 121) - Chieti è stata inaugurata al pubblico la mostra “Secoli Augustei. Messaggi da Amiternum e dall’Abruzzo antico” una duplice esposizione, a cura di Maria Ruggeri e Rosanna Tuteri, organizzata in occasione del bimillenario della morte di Augusto.

Entrambe le mostre presentano al pubblico opere e reperti che provengono per la quasi totalità, e appositamente per questa occasione, dalla città di Amiternum in epoca imperiale, antico insediamento sabino nei pressi de L’Aquila.

Il progetto è promosso dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, attraverso la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo e la Fondazione Carichieti, in collaborazione con la Carichieti SpA.

La mostra rimarrà aperta nelle due sedi nelle seguenti date e orari:

12 luglio-30 settembre

MANdA Villa Frigerj Villa Comunale – Chieti

Dal martedì alla domenica h. 9 -20 con ultimo ingresso h.19.30 Chiusura il lunedì


12 luglio 2014 - 11 gennaio 2015

Palazzo de’ Mayo – S.E.T. Spazio Esposizioni Temporanee

Corso Marrucino, 121 - Chieti

Luglio-Agosto: dal martedì alla domenica h. 19-23 Chiusura il lunedì

Settembre-Gennaio: dal martedì al venerdì 10.13, sabato e domenica 10-13 / 16-20 Chiusura il lunedì



Riceviamo e pubblichiamo

 

La legge lo impone, ma il “rischio industriale” d’Abruzzo non è di dominio pubblico.

E’ necessario un cambio di passo!

A meno di un anno di distanza dalla tragedia di Città Sant'Angelo, i nuovi drammatici eventi di Tagliacozzo riportano all'attenzione politica e sociale la questione del rischio industriale nella nostra Regione e della sua gestione. Lo stabilimento della ditta Pirotecnica Paolelli, così come lo stabilmento della Ditta di Giacomo di Città Sant’Angelo luogo dell’incidente dell’anno scorso, è inserito nell'elenco nazionale degli "stabilimenti a rischio di incidente rilevante", per i quali è prevista dalla legge una gestione particolare che coinvolge tutti gli Enti Locali(Regione, Provincia, Comune), i Vigili del Fuoco e le Prefetture. In Abruzzo gli stabilimenti inseriti in questa particolare categoria sono 26, di cui 6 si occupano di "Produzione e/o deposito di esplosivi" (categoria nella quale è ricompreso lo stabilimento della Ditta Di Giacomo), 4 sono "Stabilimenti chimici o petrolchimici", 1 distilleria, 7 "depositi di gas liquefatti", 2 "depositi di oli minerali", 2 "stoccaggi sotterranei" e 4 hanno produzione di diversa natura non specificata (l'elenco è consultabile sul sito del Ministero dell'Ambiente al link http://www.minambiente.it/pagina/inventario-nazionale-degli-stabilimenti-rischio-di-incidente-rilevante-0).

(continua nella sezione Rassegna stampa) Alessio Di Florio



Biblioteca Provinciale A. C. De Meis- Chieti

8 febbraio 2014, sala del Consiglio Provinciale, assemblea delle associazioni

in cui si decise di chiedere la sistemazione della Biblioteca Provinciale presso l’ex Ospedale Militare, il restauro del precedente sito della Biblioteca Provinciale, la riapertura della Biblioteca di Chieti Scalo

Aggiornamenti

Diecimila metri quadrati nel polmone verde della città, la Villa comunale: è lì, all'interno dell'ormai ex caserma Bucciante, sede fino ad aprile del 2013 dell'ospedale militare - centro di medicina legale che potrebbe nascere quella che il sindaco di Chieti Umberto Di Primio ha definito "la fabbrica della cultura".

L’annuncio è arrivato in occasione della visita a Chieti del sottosegretario alla Difesa Gioacchino Alfano il quale ha annunciato il trasferimento a titolo gratuito dell'intero complesso dal Ministero della Difesa all'Agenzia regionale del Demanio.

Organismo, quest'ultimo, che dovrà a questo punto dar seguito alla domanda che il Comune di Chieti ha già presentato da tempo per avere la proprietà dell'immobile.

La Bucciante, se il progetto andrà il porto, ospiterà certamente il ricco patrimonio librario della biblioteca De Meis, finito in un ex capannone commerciale trasformato in biblioteca, nell'estate del 2005, dopo il crollo di un'ala della storica biblioteca De Meis.

8 MILA FIRME

Per portare la De Meis nell'ex ospedale militare da mesi si sono mobilitate 76 associazioni cittadine che hanno dato vita al Comitato per la salvaguardia e il rilancio della città che ha raccolto 8.050 firme e le ha rilegate in un volume che questa mattina è stato consegnato dal coordinatore del Comitato, Giampiero Perrotti, al sottosegretario Alfano. Ma alla Bucciante dovrebbero trovare posto anche altre attività di carattere culturale: l'università D'Annunzio di Chieti Pescara vi vorrebbe realizzare un museo della Scienza e della Tecnica ed una Pinacoteca, forse anche attività di formazione.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Da Primadanoi, 3-VII-2014