Sinistra unita, non unica

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di Valentino Parlato

fonte: Il Manifesto

 

CONVEGNO

Ieri mattina, in una delle belle sale di Palazzo Rospigliosi (una volta sede della «bonomiana»), dalle 9,30 alle 14 si è svolto il convegno sul tema «Dalle lotte per la dignità e i diritti del lavoro alla definizione di un programma». Promotori di questa iniziativa Agnello Modica, Patta, Perini, Rinaldini e Sabattini, che avrebbe dovuto dare inizio ai lavori. Invece ha cominciato Fulvio Perini, ricordando il compagno e invitandoci ad alzarci e stare in silenzio per un minuto. E' stato un minuto lungo e pesante. Per aprire la discussione (solo dieci minuti per intervento) è stato distribuito un foglio che indicava molto seccamente undici obiettivi, dalla pace alla progressività del fisco. Anche l'introduzione di Patta è stata molto breve: a suo parere c'è una crisi del blocco sociale di Berlusconi e i movimenti, che non sono affatto dissolti, torneranno in autunno e dovranno agire sui partiti e sulla politica, che deve tornare in rapporto con la società e non ridursi, come è oggi, quasi a un gioco di «Risiko», come ha detto Diliberto.

Dopo questo avvio gli interventi sono stati numerosi e - dato positivo - nessuno se ne è andato dopo aver parlato.

Nell'ordine sono intervenuti Striano dell'Arci, Nerio Nesi, il senatore Brutti, Bertinotti, Pardi, Agnoletto, Pecoraro Scanio, Diliberto, Tortorella, Salvi, Pizzuti, Moricone e Zanotelli. Alla fine ha parlato brevemente Patta, non per trarre conclusioni ma per indicare un percorso di attività e per fissare un appuntamento di prima verifica il 6 di ottobre, quando già ci saranno stati i primi scioperi e la ripresa del movimento. Il confronto programmatico tra le forze di opposizione - ha detto - ha avuto un buon avvio, svilupperemo iniziative diffuse e il 6 di ottobre ci rivedremo per verificare e continuare.

Le presenze dei leader delle varie formazioni di sinistra e di esponenti della sinistra Ds (il cui centro è stato assente) confermano che nella sinistra di sinistra qualcosa si muove e non c'è affatto la rassegnazione al partito unico riformista, tanto più, come è stato detto, che a differenza che nel passato la parola riformista equivale solo e soltanto a moderato, che vuole le riforme per far sopravvivere e non per superare il capitalismo. Queste presenze sono state senz'altro un segno positivo, ma va pure rilevato che nessuno dei leader intervenuti ha proposto un accelerazione, un passaggio dalla discussione comune all'azione comune. Forse troppa prudenza. Tuttavia bisogna dire che la pentola di queste varie forze di sinistra bolle. Lentamente, ma bolle, speriamo che di qui al 6 di ottobre si possa cucinare qualcosa di più delle buone intenzioni.