Lettera aperta al Sindaco di Chieti

Attenzione: apre in una nuova finestra. PDFStampaEmail

Chieti, 13 maggio 2005

Lettera aperta al Sindaco di Chieti Francesco Ricci

p. c.

Al Presidente del Consiglio Comunale senatore Giovanni Legnini

Ai capigruppo del Consiglio Comunale

 

In nome della fattiva collaborazione tra associazioni di volontariato e il Comune, Chieti nuova 3 febbraio, riprendendo quanto già presente nel proprio sito da settembre 2004 e presentato anche alla Provincia, avanza le seguenti proposte:

-a) convenzione tra associazioni di volontariato, Comune, Provincia e società privata Archippe, che gestisce l’intero Parco archeologico della Civitella, ovvero, la realizzazione dell’Ente di gestione (legge regionale n. 69, 20 aprile 2000), che, conciliando l’interesse della collettività con la logica del profitto, che presiede necessariamente alle attività dei privati, permetta alle associazioni di realizzare, negli spazi della Civitella, gratuitamente, fatte salve le spese essenziali, le iniziative in programma e ai cittadini di fruire gratuitamente della struttura pubblica della Civitella stessa.

Dal novembre 2004, infatti, i costi elevati, richiesti dalla società Archippe, hanno reso impossibile l’utilizzo degli spazi suddetti da parte di Chieti nuova 3 febbraio e di altre associazioni.

E’, forse, il caso di ricordare che la struttura del Parco archeologico della Civitella è stata realizzata grazie ai contributi europei, cioè pubblici, ma il pubblico non può utilizzarla se non a pagamento.

A questo proposito, per una politica “sensata e lungimirante” dei beni culturali, come afferma Salvatore Settis, direttore della Normale di Pisa, docente di storia dell’Arte e di archeologia classica, bisogna partire dall’articolo 9 della Costituzione della Repubblica italiana, che recita “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione” e dalla sentenza della Corte Costituzionale (151/1986), secondo cui l’articolo 9 della Costituzione sancisce “la primarietà del valore estetico-culturale”, che non “può essere subordinato ad altri valori, ivi compresi quelli economici”, il contrario, tra l’altro, della ratio politica e giuridica delle ultime leggi in materia.

-b) albo e monitoraggio delle associazioni operanti nel Comune

-c)  spazi direttamente gestiti dalle associazioni per la realizzazione della Casa della

Cultura e della Memoria

-d) istituzione di regole certe, chiare e trasparenti per la concessione di contributi, rivedendo e

integrando il regolamento esistente

-e) riunioni periodiche tra Ente Comune e associazioni, divise in base agli ambiti di intervento.

 

Convinti che al di là delle singole proposte, delle iniziative e delle attività, è indispensabile precisare la “ratio” che le  sostanzia, noi di Chieti nuova 3 febbraio ci rivolgiamo a Lei, chiedendoLe di ascoltarci e di risponderci pubblicamente.

A dodici anni dal 2 febbraio 1993, l’associazione Chieti nuova 3 febbraio, ora come allora, ritiene che ogni cittadino debba sentire la responsabilità di rivendicare democraticamente la tutela del proprio diritto ad essere governato da persone che lavorino per il reale interesse della collettività, capaci di imporre una politica attenta ai diritti sociali e culturali, ad un’Etica pubblica, che “non consiste soltanto nel non rubare, ma in un’idea di cittadinanza e di solidarietà da restaurare”.

In un momento storico in cui si demoliscono le strutture ideali e i Principi Costituzionali della Repubblica italiana e si diffonde la mentalità fondata sulla mercificazione della persona, sull’individualismo morboso e sul dilettantismo estremo, non ci si può permettere di adagiarsi sull’esistente, ma si deve continuare ad impegnarsi concretamente per il cambiamento sociale di cultura politica, contribuendo a costruire l’alternativa nella visione del mondo e nel progetto di società.

Se è vero che i diritti culturali sono “motore di promozione umana e civile”, le iniziative e le attività culturali devono essere inserite in un progetto didascalico di crescita comune attraverso la riconquista del patrimonio di storia e di memorie, di identità e di appartenenza, di senso della responsabilità e di regole da rispettare, senza il quale una città è irriconoscibile a sé stessa.

Così, la tradizione diventa strumento per la riaffermazione dell’identità e non si scade nel tradizionalismo, capace soltanto di sollecitare inutili municipalismi e di soddisfare esigenze di retorica e di spettacolarità o, peggio ancora, di mercato.

Così, si evita di guardare al passato con nostalgica ammirazione, provando, invece, a misurarsi con la realtà, costituita dalle nuove occasioni di investimento, di occupazione, di produzione di risorse, insite nel recupero del Centro storico, nella riqualificazione dell’esistente, nel risanamento ambientale, nella necessità di armonizzare il vecchio e il nuovo, di coniugare tradizione e innovazione.

Grazie

Buon lavoro

per Chieti nuova 3 febbraio

Maria Rosaria Grazioso-presidente

 

 

 

Il presente documento può essere “scaricato” dal sito www.chietinuova3febbraio.it