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«La Repubblica siamo tutti noi. Insieme»

Discorso integrale del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Roma, 31/12/2022 (II mandato)

Tratto dal giornale Il Post

«Care concittadine e cari concittadini,
un anno addietro, rivolgendomi a voi in questa occasione, definivo i sette anni precedenti come impegnativi e complessi.
Lo è stato anche l’anno trascorso, così denso di eventi politici e istituzionali di rilievo.
L’elezione del Presidente della Repubblica, con la scelta del Parlamento e dei delegati delle Regioni che, in modo per me inatteso, mi impegna per un secondo mandato.
Lo scioglimento anticipato delle Camere e le elezioni politiche, tenutesi, per la prima volta, in autunno.
Il chiaro risultato elettorale ha consentito la veloce nascita del nuovo governo, guidato, per la prima volta, da una donna.
E’ questa una novità di grande significato sociale e culturale, che era da tempo matura nel nostro Paese, oggi divenuta realtà.
Nell’arco di pochi anni si sono alternate al governo pressoché tutte le forze politiche presenti in Parlamento, in diverse coalizioni parlamentari.
Quanto avvenuto le ha poste, tutte, in tempi diversi, di fronte alla necessità di misurarsi con le difficoltà del governare.
Riconoscere la complessità, esercitare la responsabilità delle scelte, confrontarsi con i limiti imposti da una realtà sempre più caratterizzata da fenomeni globali: dalla pandemia alla guerra, dalla crisi energetica a quella alimentare, dai cambiamenti climatici ai fenomeni migratori.
La concretezza della realtà ha così convocato ciascuno alla responsabilità.
Sollecita tutti ad applicarsi all’urgenza di problemi che attendono risposte.
La nostra democrazia si è dimostrata dunque, ancora una volta, una democrazia matura, compiuta, anche per questa esperienza, da tutti acquisita, di rappresentare e governare un grande Paese.
E’ questa consapevolezza, nel rispetto della dialettica tra maggioranza e opposizione, che induce a una comune visione del nostro sistema democratico, al rispetto di regole che non possono essere disattese, del ruolo di ciascuno nella vita politica della Repubblica.
Questo corrisponde allo spirito della Costituzione.
Domani, primo gennaio, sarà il settantacinquesimo anniversario della sua entrata in vigore.
La Costituzione resta la nostra bussola, il suo rispetto il nostro primario dovere; anche il mio.  
Siamo in attesa di accogliere il nuovo anno ma anche in queste ore il pensiero non riesce a distogliersi dalla guerra che sta insanguinando il nostro Continente.

Il 2022 è stato l’anno della folle guerra scatenata dalla Federazione russa. La risposta dell’Italia, dell’Europa e dell’Occidente è stata un pieno sostegno al Paese aggredito e al popolo ucraino, il quale con coraggio sta difendendo la propria libertà e i propri diritti.
Se questo è stato l’anno della guerra, dobbiamo concentrare gli sforzi affinché il 2023 sia l’anno della fine delle ostilità, del silenzio delle armi, del fermarsi di questa disumana scia di sangue, di morti, di sofferenze.
La pace è parte fondativa dell’identità europea e, fin dall’inizio del conflitto, l’Europa cerca spiragli per raggiungerla nella giustizia e nella libertà.
Alla pace esorta costantemente Papa Francesco, cui rivolgo, con grande affetto, un saluto riconoscente, esprimendogli il sentito cordoglio dell’Italia per la morte del Papa emerito Benedetto XVI.
Si prova profonda tristezza per le tante vite umane perdute e perché, ogni giorno, vengono distrutte case, ospedali, scuole, teatri, trasformando città e paesi in un cumulo di rovine.  Vengono bruciate, per armamenti, immani quantità di risorse finanziarie che, se destinate alla fame nel mondo, alla lotta alle malattie o alla povertà, sarebbero di sollievo per l’umanità.
Di questi ulteriori gravi danni, la responsabilità ricade interamente su chi ha aggredito e non su chi si difende o su chi lo aiuta a difendersi.
Pensiamoci: se l’aggressione avesse successo, altre la seguirebbero, con altre guerre, dai confini imprevedibili.
Non ci rassegniamo a questo presente.
Il futuro non può essere questo.
La speranza di pace è fondata anche sul rifiuto di una visione che fa tornare indietro la storia, di un oscurantismo fuori dal tempo e dalla ragione. Si basa soprattutto sulla forza della libertà. Sulla volontà di affermare la civiltà dei diritti.
Qualcosa che è radicato nel cuore delle donne e degli uomini. Ancor più forte nelle nuove generazioni.
Lo testimoniano le giovani dell’Iran, con il loro coraggio. Le donne afghane che lottano per la loro libertà. Quei ragazzi russi, che sfidano la repressione per dire il loro no alla guerra.  
Gli ultimi anni sono stati duri. Ciò che abbiamo vissuto ha provocato o ha aggravato tensioni sociali, fratture, povertà.
Dal Covid - purtroppo non ancora sconfitto definitivamente – abbiamo tratto insegnamenti da non dimenticare.
Abbiamo compreso che la scienza, le istituzioni civili, la solidarietà concreta sono risorse preziose di una comunità, e tanto più sono efficaci quanto più sono capaci di integrarsi, di sostenersi a vicenda. Quanto più producono fiducia e responsabilità nelle persone.
Occorre operare affinché quel presidio insostituibile di unità del Paese rappresentato dal Servizio sanitario nazionale si rafforzi, ponendo sempre più al centro la persona e i suoi bisogni concreti, nel territorio in cui vive.
So bene quanti italiani affrontano questi mesi con grandi preoccupazioni l’inflazione, i costi dell’energia, le difficoltà di tante famiglie e imprese, l’aumento della povertà e del bisogno.
La carenza di lavoro sottrae diritti e dignità: ancora troppo alto è il prezzo che paghiamo alla disoccupazione e alla precarietà.
Allarma soprattutto la condizione di tanti ragazzi in difficoltà. La povertà minorile, dall’inizio della crisi globale del 2008 a oggi, è quadruplicata.
Le differenze legate a fattori sociali, economici, organizzativi, sanitari tra i diversi territori del nostro Paese – tra Nord e Meridione, per le isole minori, per le zone interne - creano ingiustizie, feriscono il diritto all’uguaglianza.
Ci guida ancora la Costituzione, laddove prescrive che la Repubblica deve rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che ledono i diritti delle persone, la loro piena realizzazione. Senza distinzioni.
La Repubblica siamo tutti noi. Insieme.
Lo Stato nelle sue articolazioni, le Regioni, i Comuni, le Province. Le istituzioni, il Governo, il Parlamento. Le donne e gli uomini che lavorano nella pubblica amministrazione. I corpi intermedi, le associazioni. La vitalità del terzo settore, la generosità del volontariato.
La Repubblica – la nostra Patria – è costituita dalle donne e dagli uomini che si impegnano per le loro famiglie.
La Repubblica è nel senso civico di chi paga le imposte perché questo serve a far funzionare l’Italia e quindi al bene comune.
La Repubblica è nel sacrificio di chi, indossando una divisa, rischia per garantire la sicurezza di tutti. In Italia come in tante missioni internazionali.
La Repubblica è nella fatica di chi lavora e nell’ansia di chi cerca il lavoro. Nell’impegno di chi studia. Nello spirito di solidarietà di chi si cura del prossimo. Nell’iniziativa di chi fa impresa e crea occupazione.
Rimuovere gli ostacoli è un impegno da condividere, che richiede unità di intenti, coesione, forza morale.
E’ grazie a tutto questo che l’Italia ha resistito e ha ottenuto risultati che inducono alla fiducia.
La nostra capacità di reagire alla crisi generata dalla pandemia è dimostrata dall’importante crescita economica che si è avuta nel 2021 e nel 2022.  
Le nostre imprese, a ogni livello, sono state in grado, appena possibile, di ripartire con slancio: hanno avuto la forza di reagire e, spesso, di rinnovarsi.
Le esportazioni dei nostri prodotti hanno tenuto e sono anzi aumentate.
L’Italia è tornata in brevissimo tempo a essere meta di migliaia di persone da ogni parte del mondo. La bellezza dei nostri luoghi e della nostra natura ha ripreso a esercitare una formidabile capacità attrattiva.
Dunque, ci sono ragioni concrete che nutrono la nostra speranza ma è necessario uno sguardo d’orizzonte, una visione del futuro.
Pensiamo alle nuove tecnologie, ai risultati straordinari della ricerca scientifica, della medicina, alle nuove frontiere dello spazio, alle esplorazioni sottomarine. Scenari impensabili fino a pochi anni fa e ora davanti a noi.
Sfide globali, sempre.
Perché è la modernità, con il suo continuo cambiamento, a essere globale.
Ed è in questo scenario, per larghi versi inedito, che misuriamo il valore e l’attualità delle nostre scelte strategiche: l’Europa, la scelta occidentale, le nostre alleanze. La nostra primaria responsabilità nell’area che definiamo Mediterraneo allargato. Il nostro rapporto privilegiato con l’Africa.
Dobbiamo stare dentro il nostro tempo, non in quello passato, con intelligenza e passione.
Per farlo dobbiamo cambiare lo sguardo con cui interpretiamo la realtà. Dobbiamo imparare a leggere il presente con gli occhi di domani.
Pensare di rigettare il cambiamento, di rinunciare alla modernità non è soltanto un errore: è anche un’illusione. Il cambiamento va guidato, l’innovazione va interpretata per migliorare la nostra condizione di vita, ma non può essere rimossa.
La sfida, piuttosto, è progettare il domani con coraggio.
Mettere al sicuro il pianeta, e quindi il nostro futuro, il futuro dell’umanità, significa affrontare anzitutto con concretezza la questione della transizione energetica.
L’energia è ciò che permette alle nostre società di vivere e progredire. Il complesso lavoro che occorre per passare dalle fonti tradizionali, inquinanti e dannose per salute e ambiente, alle energie rinnovabili, rappresenta la nuova frontiera dei nostri sistemi economici.
Non è un caso se su questi temi, e in particolare per l’affermazione di una nuova cultura ecologista, registriamo la mobilitazione e la partecipazione da parte di tanti giovani.
L’altro cambiamento che stiamo vivendo, e di cui probabilmente fatichiamo tuttora a comprendere la portata, riguarda la trasformazione digitale.
L’uso delle tecnologie digitali ha già modificato le nostre vite, le nostre abitudini e probabilmente i modi di pensare e vivere le relazioni interpersonali. Le nuove generazioni vivono già pienamente questa nuova dimensione.
La quantità e la qualità dei dati, la loro velocità possono essere elementi posti al servizio della crescita delle persone e delle comunità. Possono consentire di superare arretratezze e divari, semplificare la vita dei cittadini e modernizzare la nostra società.
Occorre compiere scelte adeguate, promuovendo una cultura digitale che garantisca le libertà dei cittadini.
Il terzo grande investimento sul futuro è quello sulla scuola, l’università, la ricerca scientifica. E’ lì che prepariamo i protagonisti del mondo di domani. Lì che formiamo le ragazze e i ragazzi che dovranno misurarsi con la complessità di quei fenomeni globali che richiederanno competenze adeguate, che oggi non sempre riusciamo a garantire.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza spinge l’Italia verso questi traguardi. Non possiamo permetterci di perdere questa occasione.
Lo dobbiamo ai nostri giovani e al loro futuro.
Parlando dei giovani vorrei – per un momento - rivolgermi direttamente a loro:
siamo tutti colpiti dalla tragedia dei tanti morti sulle strade.
Troppi ragazzi perdono la vita di notte per incidenti d’auto, a causa della velocità, della leggerezza, del consumo di alcol o di stupefacenti.
Quando guidate avete nelle vostre mani la vostra vita e quella degli altri. Non distruggetela per un momento di imprudenza.
Non cancellate il vostro futuro.
Care concittadine e cari concittadini,
guardiamo al domani con uno sguardo nuovo. Guardiamo al domani con gli occhi dei giovani. Guardiamo i loro volti, raccogliamo le loro speranze. Facciamole nostre.
Facciamo sì che il futuro delle giovani generazioni non sia soltanto quel che resta del presente, ma sia il frutto di un esercizio di coscienza da parte nostra. Sfuggendo la pretesa di scegliere per loro, di condizionarne il percorso.
La Repubblica vive della partecipazione di tutti.
E’ questo il senso della libertà garantita dalla nostra democrazia.
E’ anzitutto questa la ragione per cui abbiamo fiducia.
Auguri !»

 


Ci auguriamo

che questo Natale contribuisca a far crescere in noi

 

- la forza e il coraggio

per contrastare e superare l'indifferenza

 

- la consapevolezza che la libertà individuale

è connessa con i doveri di solidarietà politica, economica e sociale

 

- il senso di responsabilità

che ci guidi ad impegnarci
in un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società

 

- la capacità di alzare la nostra voce

per ricordare il bisogno di amicizia e di rispetto

 

Ognuno faccia la propria parte!


BUON NATALE

 


25 novembre 2022
Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne 2022.

Violenza contro le donne. Il presidente Mattarella: «È aperta violazione diritti umani»

 

 


L’Avvenire. Redazione Internet venerdì 25 novembre 2022

Per il Capo dello Stato «denunciare una violenza è un atto che richiede coraggio. Abbiamo il dovere di sostenere le donne che hanno la forza di farlo»

«La violenza contro le donne è una aperta violazione dei diritti umani, purtroppo diffusa senza distinzioni geografiche, generazionali, sociali.

Negli ultimi decenni sono stati compiuti sforzi significativi per riconoscerla, eliminarla e prevenirla in tutte le sue forme.
Tuttavia, per troppe donne, il diritto ad una vita libera dalla violenza non è ancora una realtà. Le cronache quotidiane ne danno triste testimonianza e ci ricordano che ci sono Paesi dove anche chi denuncia è oggetto di gravi ed estese forme di repressione». Così Sergio Mattarella, in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.

"Le cronache quotidiane - prosegue il capo dello Stato nella sua dichiarazione - ne danno triste testimonianza e ci ricordano che ci sono Paesi dove anche chi denuncia e si oppone alle violenze è oggetto di gravi ed estese forme di repressione. Sono narrazioni dolorosissime, sino alle aberrazioni in quei territori che vivono situazioni di guerra ove le donne diventano ancora più vulnerabili e sono minacciate da violenze che possono sfociare nella tratta di esseri umani o in altre gravi forme di sfruttamento".

 

(continua nella sezione Rassegna stampa)

 


Area Democratica per la Giustizia

Nel 2021 sono state uccise 118 donne (su 295 omicidi registrati in Italia), la maggior parte delle quali per mano di uomini con cui avevano o avevano avuto una relazione intima. Il trend è confermato nel 2022 e contiamo ancora una vittima di femminicidio ogni 3 giorni. Dati in crescita vengono registrati anche per i reati di violenza sessuale, maltrattamenti ed atti persecutori.
Anche quest’anno la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne ci costringe alla consapevolezza che gli strumenti del diritto sono necessari ma non sufficienti per garantire adeguata tutela contro le diverse forme di sopruso; per le donne continua ad essere troppo difficile denunciare le violenze patite, ricevere ascolto competente e ottenere giustizia senza correre il rischio di esporsi a giudizi impropri e sentirsi a propria volta giudicate.

 

(continua nella sezione Rassegna stampa) Il Coordinamento di AreaDG. Area Democratica per la Giustizia

 


Associazione Chieti nuova 3 febbraio, Istituto Tecnico “F. Galiani - R. de Sterlich”, Istituto di Istruzione Superiore “Luigi di Savoia”, Istituto Professionale “U. Pomilio”, Liceo Scientifico “F. Masci”, Teatro del Krak – Ortona, Associazione Unitre-Chieti

Ministero della Cultura - DIREZIONE REGIONALE MUSEI ABRUZZO – La Civitella -Chieti



Il Calendario della Repubblica-Il Dovere della Memoria - XXIII edizione – a. s. 2022-2023

 

Auditorium V.Cianfarani – La Civitella – Chieti

Giovedì 17 novembre 2022

ore 9.00: spettacolo per le Scuole partecipanti

ore 17.00:per la cittadinanza

 

Il Settennato!

Gli anni di Pertini al Quirinale

 

con l’attore Andrea Iarlori

Drammaturgia e regia di Antonio Tucci

Produzione Teatro del Krak- Ortona

Introduzione di Roberto Leombroni

docente di Storia e Filosofia

 

 

Si invitano gli spettatori ad essere presenti quindici minuti prima dell’inizio e a indossare la mascherina FFP2

Il costo del biglietto è di euro cinque

Per lo spettacolo del pomeriggio, si consiglia di prenotare telefonando al numero 347 4521937 o al 348 7836919

 

 

www.chietinuova3febbraio.it; facebook.com/chietinuova3febbraio

 


QUANDO DISOBBEDIRE È UNA VIRTÙ REPUBBLICANA

Gustavo Zagrebelsky -  www.Sindacalmente.orgpubblicato dal quotidiano La Repubblica, 12-IV-19

Le idee - Rispettare le leggi è un obbligo. Sempre? Anche quando violano principi costituzionali e sono in gioco valori ultimi come la vita e la dignità delle persone? Dai tempi della rivolta dell’Antigone di Sofocle è il grande dilemma del diritto. Ma senza il coraggio non può esserci libertà

Appellarsi alla legge è, di norma, la difesa contro l’arbitrio, la violenza e la paura. Le leggi, dicevano gli antichi, sono mura che proteggono la città. Perciò, alle leggi si deve ubbidire. Lo dice, come cosa ovvia, anche l’articolo 54 della Costituzione. Ubbidire sempre? Anche quando la legge legalizza arbitri, violenza e paura? Davvero la Costituzione immagina, come ideale, una massa d’individui passivi, marionette mosse dai fili tenuti in mano da un burattinaio-legislatore? Ubbidire anche quando lo Stato di diritto si trasforma in “Stato di delitto”, secondo la celebre espressione di Hannah Arendt a proposito dei regimi totalitari dell’Europa tra le due guerre? La questione ha un aspetto morale e uno giuridico.

 

(continua nella sezione Rassegna stampa)

 


VALE LA PENA

ricordare le parole della senatrice Liliana Segre pronunciate, in veste di Presidente provvisorio del Senato, durante il suo discorso di apertura della prima seduta della XIX legislatura, il 13 ottobre 2022:

“...In Italia, il principale ancoraggio attorno al quale deve manifestarsi l’unità del nostro popolo è la Costituzione Repubblicana, che, come disse Piero Calamandrei, non è un pezzo di carta, ma è il testamento di 100.000 morti caduti nella lunga lotta per la libertà; una lotta, che non inizia nel settembre del 1943, ma che vede idealmente come capofila Giacomo Matteotti.

 

(continua nella sezione Rassegna stampa)

 


VALE LA PENA

leggere la parte del discorso di Liliana Segre relativa alle festività civili della Repubblica Italiana: “…Le grandi nazioni dimostrano di essere tali anche riconoscendosi coralmente nelle festività civili, ritrovandosi affratellate attorno alle ricorrenze scolpite nel grande libro della storia patria. Perché non dovrebbe essere così anche per il popolo italiano?

Perché mai dovrebbero essere vissute come date “divisive”, anziché con autentico  spirito repubblicano, il 25 aprile festa della Liberazione, il I maggio festa del lavoro, il 2 giugno festa della Repubblica? Anche su  questo tema della piena condivisione delle feste nazionali, delle date che scandiscono un patto tra le generazioni, tra memoria e futuro, grande potrebbe essere il valore dell’esempio, di gesti nuovi e magari inattesi….”

 


VALE LA PENA

riferire le parole della senatrice Anna Ascani, Vicepresidente del Senato, in risposta al discorso sul 25 aprile da parte del Presidente del Senato Ignazio Benito Maria La Russa: “il 25 aprile Lei lo deve celebrare perché senza quella data non siederebbe lì. Perché se avessero vinto i fascisti, non avremmo le Istituzioni che abbiamo, non avremmo la democrazia”.

Il Fatto Quotidiano 30-X-2022

 


Scarpinato: ''Governo Meloni si regge sui voti di un partito il cui leader ha mantenuto rapporti pluriennali coi mafiosi''

Roberto Scarpinato, ex procuratore Generale di Palermo, eletto senatore nelle ultime elezioni
27 Ottobre 2022 https://www.antimafiaduemila.com/home/primo-piano/92181-scarpinato-governo-meloni-si-regge-sui-voti-di-un-partito-il-cui-leader-ha-mantenuto-rapporti-pluriennali-coi-mafiosi.html

 

L'intervento integrale nell’aula del Senato

 

(continua nella sezione Rassegna stampa)

 


Una destra che viene da lontano e colma il vuoto della sinistra

È un grave errore sottovalutare questa nuova/vecchia ideologia che Georgia Meloni interpreta costruendo l’immaginario epico di una nuova narrazione

(continua nella sezione Rassegna stampa) Tonino Perna, Il Manifesto, 29-X-2022

 


Un’altra agenda per la discussione dell’opposizione

Economia. Da un ventennio l’insieme delle imprese italiane investe sempre meno su se stesso, restringe lo stock di capitale e le dimensioni aziendali, non ricerca, non innova.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Pierluigi Ciocca, Il Manifesto, 4-X-2022

 


Ecco perché con il Rosatellum il voto non è libero né diretto

a TPI (Tha Post Internazionale) parla l’avvocato Felice Besostri

Ex senatore dei Ds, Felice Besostri ha coordinato i ricorsi che hanno portato all’abrogazione parziale delle due leggi elettorali precedenti, Porcellum e Italicum. A TPI spiega perché secondo lui anche il Rosatellum contiene principi di incostituzionalità.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Federica Colli Vignarelli, 22-IX-2022

 


Domenica 25 settembre 2022

ANDIAMO A VOTARE

È la migliore risposta alla disillusione

e alla rassegnazione

all’impotenza e alla stanchezza

Ricordiamo

che “La sovranità appartiene al popolo

che la esercita nelle forme e nei limiti

della Costituzione”

 

Non permettiamo che ci tolgano la voglia di votare

 

 

Viva la nostra Costituzione

Viva la nostra Repubblica Parlamentare


Un voto per uscire dalla drammatica emergenza del paese

25 settembre. L'invito a recarsi alle urne dell'Associazione Nazionale Partigiani Italiani. Anche se la politica spesso delude bisogna riscoprire la partecipazione democratica come valore fondante della repubblica.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Anpi, Roma, 17- IX- 2022, pubblicato sul quotidiano Il Manifesto

 


Siamo al punto di non ritorno

Putin alla fine ha rotto gli indugi, ha parlato alla Russia chiedendo sostegno per la «storica difesa della madrepatria» minacciata dall’Occidente «che ha superato ogni limite» nel sostegno militare a […]

(continua nella sezione Rassegna stampa) Tommaso Di francesco, Il Manifesto, 22-IX- 2022

 


Il colosso inglese Rockhopper vince l’arbitrato per il blocco della piattaforma Ombrina Mare. Italia condannata a pagare 190 milioni

La struttura avrebbe dovuto sorgere al largo della Costa dei Trabocchi, in provincia di Chieti. Il verdetto è stato emesso all'unanimità. F. Q. |

 

(continua nella sezione Rassegna stampa) 24 Agosto 2022

 


Le ombre del passato sulla Costituzione

Post-fascismo ed elezioni. Per tracciare un profilo storico-identitario dell'estrema destra è necessario fare i conti con il passato. Non solo con quello del regime fascista ma anche con quello che ha drammaticamente attraversato gli anni della Repubblica giungendo ai giorni nostri.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Davide Conti, Il Manifesto, 21-VIII-2022

 


Marcinelle - 1956

 

Quando la vita valeva meno del carbone

L’emigrazione in Belgio e la tragedia di Marcinelle

8 agosto 1956: il disastro nella miniera del Bois du Cazier, a Marcinelle

“Alle 7 del mattino, 274 minatori scesero nel pozzo, per il primo turno. Appena un’ora dopo scoppiò un incendio nel sottosuolo, a 975 metri di profondità. Le squadre di soccorso furono prontamente avvertite, ma il loro intervento durò un'eternità: alla fine della prima giornata il bilancio era stato di 13 superstiti e 9 morti, ma 253 minatori erano ancora prigionieri nella miniera in fiamme; a una settimana dallo scoppio dell’incendio furono ritrovati 85 corpi esanimi; solo il 22 agosto, ossia due settimane dopo lo scoppio della miniera, i “sauveteurs” arrivarono all’ultimo livello, nella speranza di trovare dei sopravvissuti non ancora raggiunti dall’esalazione inodore ed incolore dell'anidride carbonica…”. (da Eva Martelli, regista). Dei 136 Italiani morti, 60 erano Abruzzesi e tra questi 23 provenivano da Manoppello.

 

(continua nella sezione Memoria)

 


Un passo indietro dei partiti, uno avanti per la Costituzione

L'appello. Davanti allo spettacolo di divisioni e veti tra le forze di centro e di sinistra, la destra stende un preciso programma di governo che vuole stravolgere gli equilibri costituzionali. Nei collegi uninominali nessun rappresentante dei partiti, ma solo esponenti della società: esponenti di movimenti, associazioni, uomini e donne del mondo culturale.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Gaetano Azzariti, Il Manifesto, 5-VIII-2022

 


Senza l’alleanza con i 5Stelle contro le destre si perde

Elezioni. Pace e disarmo senza se e senza ma, ius soli come nelle altre nazioni europee, una radicale scelta ecologica, e naturalmente la difesa della nostra Costituzione e la sua piena implementazione

(continua nella sezione Rassegna stampa) Tonino Perna, Il Manifesto, 3-VIII-2022

 


Strage di Bologna: un dramma italiano


2 agosto 1980 – Ore 10.25, nella sala d'aspetto della seconda classe della stazione di Bologna Centrale, esplode un ordigno a tempo, contenuto in una valigia abbandonata, uccidendo 85 persone e ferendone oltre 200.

A 42 anni dalla strage, l’associazione dei familiari delle vittime scrive nel manifesto, che la ricorda “l’omertà è ancora attuale”. La sentenza di primo grado del processo ai mandanti conferma, la strage è stata organizzata dai vertici della loggia massonica P2, protetta dai vertici dei servizi segreti italiani, eseguita da terroristi fascisti”.
Come dichiarato dal Presidente Mattarella, "L’ordigno che 42 anni or sono uccise a Bologna persone casualmente presenti quella mattina alla stazione ferroviaria, risuona ancora con violenza nel profondo della coscienza del Paese.
Fu un atto di uomini vili, di una disumanità senza uguali, tra i più terribili della storia repubblicana. Un attacco terroristico che pretendeva di destabilizzare le istituzioni democratiche e seminare paura, colpendo comuni cittadini impegnati nella vita di tutti i giorni.
Nel giorno dell’anniversario il pensiero si volge anzitutto ai familiari, costretti a patire il dolore più grande, che hanno saputo trasformare in impegno civile, per testimoniare all’intera società che le strategie del terrore mai prevarranno sui valori costituzionali della convivenza civile.
L’azione solidale dei familiari merita la gratitudine della Repubblica.
La loro tenacia ha sostenuto l’opera di magistrati e di servitori dello Stato che sono riusciti a fare luce su autori, disegni criminali, ignobili complicità. La matrice neofascista della strage è stata accertata in sede giudiziaria e passi ulteriori sono stati compiuti per svelare coperture e mandanti per ottemperare alla inderogabile ricerca di quella verità completa che la Repubblica riconosce come proprio dovere".

Fondamentale, per Paolo Bolognesi, Presidente dell’associazione dei familiari delle vittime, è continuare “con la desecretazione e la digitalizzazione degli atti, depositati nel Tribunale di Roma, perché ci saranno molti passi in più che potranno essere fatti verso la completa verità”.

Dal giornale “Il Fatto Quotidiano”

 


SI VOTA IL 25 SETTEMBRE 2022

Un finale d’opera inusitato

Draghi è tornato in Senato per bastonare i dissenzienti ed ottenere una nuova incoronazione trionfale. In questo modo è caduto nella trappola che gli ha teso il centrodestra e che non si sarebbe mai aspettato.
Draghi come Schettino ha affondato da se stesso il vascello di cui era al comando. Secondo la Costituzione italiana “il Governo deve avere la fiducia delle due Camere” (art. 94). La Costituzione non richiede la maggioranza assoluta per la validità della fiducia. E’ piuttosto elastica sul punto, consente anche la nascita ed il mantenimento in vita di Governi privi della maggioranza assoluta in Parlamento, come avvenne nella XII legislatura con il Governo Dini. Il Governo ha l’obbligo di dimettersi solo se il Parlamento approva una mozione di sfiducia oppure se respinge un provvedimento sul quale il Governo ha apposto la fiducia.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Domenico Gallo.it

 


Le perdite dell’acquedotto Comunale e il dissesto idrogeologico

Leggiamo con grande interesse la notizia presente, da sabato 23 luglio, sul sito del Comune di Chieti, relativa allo stanziamento di “cinque milioni di euro per dissesto idrogeologico e potenziamento dell’illuminazione pubblica”, in arrivo dal Ministero dell’Interno e  dal Ministero Economia e Finanze.
Come sappiamo, Chieti detiene il record di dispersione idrica con il 71,7% e molte voci di privati e di gruppi, negli anni e negli ultimi mesi, si sono levate per portare all’attenzione della città e delle Amministrazioni, che si sono succedute, l’annoso problema delle perdite dell’Acquedotto Comunale.
Tra le cause del dissesto idrogeologico, che investe la collina della città, ci sono proprio le infiltrazioni provenienti dalle perdite della rete acquedottistica e fognaria, come sottolineato dal professor Leandro D’Alessandro, già Preside della Facoltà di Geologia dell’Università “G. D’Annunzio” e coordinatore del Comitato Tecnico-Scientifico, creato nel 1997, nell’ambito del Progetto Chieti, fortemente voluto da Giovanni Pace, allora Parlamentare e, poi, Presidente della Giunta Regionale Abruzzese.
Il nostro interesse è motivato soprattutto dalla consapevolezza della urgenza di intervenire in maniera sistematica sulle cause del problema, evitando risposte tampone alle voragini, ai guasti e ai danni, che, frequentemente si verificano. scongiurando il verificarsi di calamità prevedibili, installando prima di tutto, “un sistema di monitoraggio e di controllo che documenti il livello di sicurezza territoriale della città, così come prescritto dalle Ordinanze di Protezione Civile Nazionale n. 768 del 1997, n. 2816 del 1998, n. 3121 del 2001.
Per capire meglio, aspettiamo il progetto e il programma, sottolineando che la ricostruzione della rete acquedottistica e fognaria non  può essere, per il cittadino, un miraggio.
Per ogni Amministrazione consapevole e responsabile che voglia dare *“una risposta concreta alla sicurezza e alla vivibilità” della città, deve essere una priorità, così realizzando l’efficienza e la credibilità delle Istituzioni.

Note: www.comune.chieti.it/notizie/
Libro di Giovanni Pace Il dissesto idrogeologico della collina di Chieti-Il Progetto Chieti-Cronache-Iniziative-Progetti-Relazione del prof. Leandro D’Alessandro
*dichiarazione di Sindaco e Assessore ai Lavori Pubblici attuali

 


E se fosse Verona a salvarci la pelle?

La città veneta era da molti anni una capitale delle destre peggiori, razziste, omofobe e tutto il repertorio. Invece poco tempo fa è diventato sindaco Damiano Tommasi, ex calciatore, cattolico, aperto alla società, antirazzista. Come è potuto accadere? E se la formula vincente di Verona fosse applicata anche alle elezioni di fine settembre, nelle quali, secondo ogni sondaggio e nella rassegnazione di centro, centrosinistra e sinistra (quel che ne resta), vinceranno Meloni, Salvini e Berlusconi (quel che ne resta, del leader di Forza Italia). Meloni presidente del consiglio, Salvini ministro degli interni, che incubo.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Pierluigi Sullo, facebook

 


Il disegno neocentrista dell’Agenda Draghi

Crisi di governo. Una svolta nella politica estera per i prossimi decenni seppellendo in un sol colpo l’Europa come terza forza, l’Eurasia e scenari futuribili di possibile neutralità

Draghi forever avevamo scritto a suo tempo. Era infatti chiaro fin dall’inizio che un governo affidato ad una figura di grande prestigio internazionale non sarebbe stato il solito esecutivo tecnico all’italiana.

E, col passare del tempo, è apparso subito evidente che se Conte aveva contribuito a sbloccare l’austerità verso l’Italia sfruttando la spinta emotiva del Covid, il varo di un Pnrr con tutti i dettagli tecnici, con procedure, processi e tappe dettagliatamente definiti e con un piano di riforme collegate, avrebbero fatto di Draghi ben più di un semplice capo di governo. Ne avrebbero fatto il garante verso l’Europa e verso i mercati di un processo pluriennale e strategico di governo del nostro paese.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Aldo Carra, Il Manifesto, 19-VII-2022

 


In trasparenza e in Parlamento la soluzione della crisi

Crisi di governo. La fiducia delle Camere, pur con il passaggio all’opposizione di alcuni partiti, non precluderebbe al governo di proseguire: in Costituzione non sono previste le “larghe intese”.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Gaetano Azzariti, Il Manifesto, 19-VII-2022

 


Nei primi cinque mesi del 2022 l’Italia registra il record di export di gas

Da gennaio a maggio le esportazioni di gas dall’Italia sono aumentate del 578% rispetto al 2021, più 278% rispetto alla media degli ultimi dieci anni: anche il nostro Paese specula sugli alti prezzi. I dati del ministero dello Sviluppo economico smontano la retorica fossile che punta su nuovi (e inutili) gasdotti e rigassificatori.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Andrea Siccardo, 15-VII-2022, Altreconomia


19 luglio 2022
19 luglio 1992

Trenta anni sono trascorsi dalla strage di via D’Amelio, a Palermo, in cui furono  uccisi, in un attentato terroristico – mafioso, il magistrato Paolo Borsellino, i cinque agenti della scorta Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Claudio Traina


“BORSELLINO, per noi magistrati è ancora un faro nella nebbia
un esempio da seguire. Giovanni Falcone, morto meno di due mesi prima (23 maggio) e Paolo Borsellino sono grandi esempi per i giovani, per le Scuole, per l’opinione pubblica. Grandi esempi di Uomini dello Stato che hanno dimostrato come la mafia si possa combattere con gli strumenti della Legalità e andando avanti senza compromessi e senza lasciarsi condizionare da paure e convenienze…*


La lotta alla mafia deve essere prima di tutto un movimento culturale che rivendica il diritto a voler respirare il fresco profumo della libertà, opponendosi al puzzo del compromesso, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.” **

Noi cittadini abbiamo il compito

di non essere indifferenti

di cercare di ottenere verità e giustizia

di rifiutare la facilità dell’oblio



*dalla intervista di Domenico Ranieri a Giuseppe Bellelli, procuratore della Repubblica di Pescara - Il Centro, 18 luglio 2022
** Paolo Borsellino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Riceviamo e pubblichiamo

Associazione Culturale Trifoglio

Indipendenza della Magistratura ed uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge

 

Venerdì 24 giugno ore 18.00
Sala Conferenze Bellavista
1° piano Corso Marrucino 76 Chieti

 

Incontro con il dott. Giuseppe Bellelli

Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Pescara

Intervista a cura di Nino Germano giornalista RAI

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Info 338 7056432; 0871 330344

 


Da un aggiornamento di Domenico Gallo sugli sviluppi delle guerra in Ucraina, anche alla luce della recente riunione della NATO. Articolo pubblicato il 17 giugno sul suo blog.

 

NON MALEDIRE QUESTO NOSTRO TEMPO

Non maledire questo nostro tempo è un canto, splendidamente interpretato dai Gufi, con il quale i testimoni di un tempo passato ci consegnano la speranza di un tempo migliore e ci indicano la strada da seguire.
Non maledire questo nostro tempo
non invidiare chi nascerà domani
chi potrà vivere in un mondo felice
senza sporcarsi l’anima e le mani
Noi siam vissuti come abbiam potuto
negli anni oscuri, senza libertà
siamo passati fra le forche ed i cannoni
chiudendo gli occhi ed il cuore alla pietà
Ma anche dopo il più freddo degli inverni
ritorna sempre la dolce primavera
la nuova vita che comincia stamattina
in queste mani sporche ha una bandiera
Non siamo più né carne da cannone
né voci vuote che gridano di sì
a chi è caduto per la strada noi giuriamo
per i loro figli non sarà così.
(..) Vogliamo un mondo senza patrie in armi
senza confini tracciati coi coltelli
l’uomo ha due patrie una è la sua casa
l’altra è il mondo e tutti siam fratelli.

 

E’ possibile che oggi, nel ventunesimo secolo, debba prevalere la coazione a ripetere e a ripercorrere gli stessi sentieri della prima guerra mondiale per tracciare di nuovo i confini con i coltelli?
Si è riunito a Bruxelles il 15 giugno il gruppo di contatto «Ramstein» per il coordinamento dei rifornimenti militari a Kiev. Il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg ha esortato i 45 paesi partecipanti ad intensificare la fornitura a Kiev di armi pesanti e a lungo raggio ed ha dichiarato di aspettarsi “che al summit Nato (a Madrid a fine mese) gli alleati accorderanno un pacchetto completo di assistenza all’Ucraina” perché la guerra “è a un momento critico”. Secondo Kiev alle forze armate ucraine servono, tra le armi pesanti, 1.000 obici, 500 carri armati e 1.000 droni; richieste destinate ad essere prontamente accolte. Infatti, il presidente Usa Joe Biden, dopo una telefonata a Zelensky, ha annunciato altri aiuti militari per un miliardo di dollari, che includono «ulteriori armamenti di artiglieria e di difesa costiera, nonché munizioni per l’artiglieria e sistemi missilistici avanzati”. Dopo la riunione del gruppo di contatto “Ramstein”, il capo di Stato maggiore Usa Mark Milley ha dichiarato: «L’avanzata russa in Ucraina si è trasformata in una “guerra di attrito” quasi come la Prima guerra mondiale.”
Cosa vuol dire una “guerra d’attrito”? Il richiamo alla prima guerra mondiale fa emergere dalle nebbie del passato la dimensione di uno stallo fra eserciti potenti contrapposti che si consuma in una strage insensata e senza fine. Adesso che l’informazione sulla “guerra d’attrito” comincia a venire a galla, si scopre una dolorosa verità nascosta. Zelensky, infatti, non aveva mai indicato le proprie perdite fino a quando qualche giorno fa i giornalisti non l’hanno costretto a fornire i primi numeri, del tipo duecento morti e cinquecento feriti al giorno, cifra che è stata recentemente portata a una somma complessiva di mille, fra morti, feriti e mutilati. Gli ucraini stanno accusando perdite elevatissime, verosimilmente lo stesso tasso di vittime si sta verificando fra le forze russe. Proseguendo con questo ritmo in un mese ci saranno decine di migliaia di morti e feriti da entrambe le parti. Tutto questo secondo la NATO, cioè secondo USA e GB, deve proseguire fino alla “vittoria”. La prima guerra mondiale dovrebbe averci insegnato che, a fronte di un conflitto così violento, spietato e prolungato nel tempo non esiste la “vittoria”. Non è un caso che le due armate si affrontino nel Donbass dove corre il confine etnico fra gli ucraini e la popolazione russofona. Ancora una volta, come nella prima guerra mondiale, si cerca di tracciare i confini con i coltelli.
Dobbiamo concludere che in questo scorcio di secolo smemorato abbiamo dimenticato i drammi del secolo appena trascorso e stiamo percorrendo gli stessi sentieri che ci hanno portato alla catastrofe?

L’unico antidoto a cui possiamo affidarci è di riscoprire la saggezza di coloro che sono passati attraverso la tragedia di due guerre mondiali e ci hanno lasciato in dono l’aspettativa di un’umanità liberata per sempre dagli orrori della guerra.

 


2 giugno 1946

Prime libere elezioni a suffragio universale femminile e maschile

dopo  la dittatura fascista e la guerra

 

Referendum tra Monarchia e Repubblica

Elezione dell’Assemblea Costituente

Repubblica: voti 12.717.923; Monarchia: 10.719.284


 

2 giugno 2022

 

Settantaseiesimo anniversario della nascita

della Repubblica italiana

 

Non dimentichiamo! Difendiamo la nostra Costituzione e la nostra Repubblica democratica

 

W la REPUBBLICA

W la COSTITUZIONE

W la PACE

 


COMUNICATO

Mercoledì primo giugno 2022, ore 10,30

aula magna dell’Istituto Tecnico F.Galiani – R.de Sterlich,  via Umberto Ricci, 22

piattaforma Google Meet


Incontro conclusivo – Premiazione delle Scuole

L’iniziativa è promossa dalla Sezione Abruzzese dell’Associazione Nazionale Magistrati e dall’associazione Chieti nuova 3 febbraio, nell’ambito del XXIX Corso di Educazione alla Legalità nelle Scuole Medie di Chieti e provincia, svolto da dicembre 2021, sul tema

La Costituzione: libertà individuale e responsabilità sociale

“Non esiste nella Costituzione una libertà tanto assoluta da non dover fare i conti con il dovere di solidarietà politica, economica e sociale (articolo 2)” (Giuseppe Maria Berruti, magistrato già Presidente di Sezione della Corte di Cassazione, 24-IX-2021, Il Sole 24 Ore), con l’obbligo di tutelare il vantaggio generale, l’interesse della collettività in nome della convivenza civile, di una società basata sulla fratellanza e sulla eguaglianza, in cui siamo tutti responsabili gli uni degli altri e in cui la Repubblica ha il compito di rimuovere gli ostacoli…che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. (art. 3).

Intervengono Armando Forgione, Prefetto di Chieti, Giancarlo Di Vincenzo, Prefetto di Pescara

Partecipano i magistrati Angelo Bozza, Presidente del Tribunale di Pescara e Angelo Zaccagnini, referenti dell’A.N.M. per il Corso di Legalità, Giuseppe Bellelli, Procuratore della Repubblica di Pescara, Roberta D’Avolio, Presidente della Sezione Abruzzese dell’Associazione Nazionale Magistrati, Alessandra De Marco, giudice del Tribunale di Sulmona, Giuseppe Falasca, Procura della Repubblica di Chieti.

 

Hanno aderito le Scuole Medie di CHIETI V. Antonelli, G. Chiarini-C. De Lollis, F.Vicentini; di FARA FILIORUM PETRI-sedi di Fara, Casacanditella, Casalincontrada, Rapino, Roccamontepiano; di FRANCAVILLA A MARE F. P. Michetti; di RIPA TEATINA-Torrevecchia Teatina M. Buonarroti; di SAN GIOVANNI TEATINO G. Galilei.

Ingresso con mascherina FFP2

 


23 maggio 1992

Strage di Capaci

In un attentato di stampo terroristico – mafioso, Cosa Nostra uccise il magistrato antimafia Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo

Non dobbiamo tradirli

Sono morti per noi

Si rischia di normalizzare il pericolo mafioso

L'anniversario. "Ricordare oggi Giovanni Falcone e i martiri di Capaci significa ripensare la lotta alle mafie e ripensare anche il concetto di legalità" Luigi Ciotti

A 30 anni da Capaci, tragica fine delle vite di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo, il rischio maggiore è quello di una normalizzazione del pericolo mafioso. Rischio di pensare che una mafia meno cruenta non rappresenti più un pericolo mentre è vero il contrario: le mafie attuali organizzate come imprese – a cominciare dalla ‘ndrangheta, la più potente di tutte – realtà insediate nel tessuto economico e capaci di arricchirsi nell’ombra, sono più forti di quando imponevano il loro potere con le armi e le cariche di tritolo. Mafie che – facendo leva sul disinteresse, la sottovalutazione o la miopia di tanti – continuano ad attingere enormi profitti da “mercati” tradizionali come quello del traffico di droghe o da relativamente nuovi come quello del gioco d’azzardo. Mafie infine che hanno ormai assunto una dimensione internazionale, come anche Papa Francesco ha recentemente denunciato con forza: ci troviamo ormai di fronte a una globalizzazione mafiosa, una convergenza tra il sistema economico del cosiddetto “libero mercato” e quello delle organizzazioni criminali.

 

(continua nella sezione Rassegna stampa)

 


UNA VERA e PROPRIA AMNESIA CIRCOLA

tra alcuni cittadini di Chieti e non solo

Contribuiamo a fornire i mezzi

per il recupero della MEMORIA

invitandoLi a consultare

anche l’elenco

delle Iniziative e delle Attività relative

alla MEMORIA e alla COSTITUZIONE

 

-sul nostro sito www.chietinuova3febbraio.it

 

-sul nostro libretto illustrativo delle cui pagine  pubblichiamo alcune fotografie

 

-sulla nostra pagina facebook su cui ripubblichiamo alcune comunicazioni

 

 

GRAZIE!!!

 


CHIETINUOVA3FEBBRAIO

Settantasettesimo Anniversario della Liberazione dell'Italia dal nazifascismo

RESISTENZA

LIBERAZIONE

COSTITUZIONE

PACE

Il 25 aprile sia possesso perenne riconquistato ogni giorno con l'impegno di tutti noi cittadini


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L'iniziativa per il 25 aprile sarà realizzata Venerdì 13 maggio come in seguito comunicato

 


AUGURI!

ABBIAMO BISOGNO DI CONOSCENZA

ABBIAMO BISOGNO DI PENSIERO CRITICO

ABBIAMO BISOGNO DI CONFRONTO

ABBIAMO BISOGNO DI CONTESTUALIZZAZIONE

Per evitare di chiamare PACE il deserto che noi facciamo

BUONA PASQUA 2022!



Una conferenza di Pace, a Roma, sul modello di Helsinki

In guerra il diritto tace. Ciò è vero, soprattutto, se non si crede allo jus ad bellum, alla possibile esistenza di una guerra giusta, che sia perciò legittima. È ancor più vero se si percepisce la fragilità dello jus in bellum, verificata l’incapacità di far valere una tutela dei diritti umani in situazioni di scontro armato. Forse, dopo la guerra, qualcuno sarà condannato per i crimini contro l’umanità perpetrati dagli aggressori, ma intanto i morti, le sevizie e gli orrori si saranno moltiplicati. Le vittime di entrambe le parti non potranno risorgere.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Gaetano Azzariti, Coordinamento Democrazia Costituzionale, 11-IV-2022

 


Alla luce di quanto sta accadendo in Europa, è utile (ri)leggere stralci dell’articolo, scritto da Elio Vittorini sul numero 1 della rivista Il Politecnico,29-IX-1945, già presente sul sito nella versione integrale

UNA NUOVA CULTURA

Per un pezzo sarà difficile dire se qualcuno o qualcosa abbia vinto in questa guerra. Ma certo vi è tanto che ha perduto, e che si vede come abbia perduto. I morti, se li contiamo, sono più di bambini che di soldati; le macerie sono di città che avevano venticinque secoli di vita; di case e di biblioteche, di monumenti, di cattedrali, di tutte le forme per le quali è passato il progresso civile dell'uomo…
Di chi è la sconfitta più grave in tutto questo che è accaduto?

 

(continua nella sezione Rassegna stampa)

 

 


CHIEDO SCUSA per la PROLUNGATA ASSENZA

RIPRENDIAMO

cominciando da Mercoledì 2 marzo 2022, ore 10,30: gli studenti delle Scuole Superiori di Chieti, partecipanti alla XXII edizione del progetto Il Calendario della Repubblica-Il Dovere della Memoria*, alcuni, in presenza nell’aula magna dell’Istituto T. F.Galiani – R.de Sterlich, altri, in collegamento sulla piattaforma Google Meet, hanno conosciuto, ascoltato, dialogato con Armando Forgione,  Prefetto di Chieti e Giancarlo Di Vincenzo Prefetto di Pescara, sulla libertà di manifestazione del “pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” (Costituzione, articolo 21).

Mattinata ricca di stimoli!

 

(continua nella sezione Iniziative)

 


COMUNICATO

Mercoledì 2 marzo 2022, ore 10,30

nell’aula magna dell’Istituto Tecnico F.Galiani – R.de Sterlich

e sulla piattaforma Google Meet

 

incontro con Armando Forgione, Prefetto di Chieti e Giancarlo Di Vincenzo Prefetto di Pescara sulla Costituzione e l’articolo 21 “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la  parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione…”

L’iniziativa è promossa, nell’ambito della ventiduesima edizione del progetto “Il Calendario della Repubblica - Il Dovere della Memoria”, dall’associazione Chieti nuova 3 febbraio, in collaborazione con l’Istituto Tecnico F. Galiani - R. de Sterlich, l’Istituto  di Istruzione Superiore Luigi di Savoia, l’Istituto di Istruzione Superiore U. Pomilio, il Liceo Scientifico F. Masci, l’Unitre-Chieti.

Il programma si articola, come nelle edizioni precedenti, in due parti:

I) iniziative del 27 gennaio per il Giorno della Memoria, del 25 aprile per la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, del I maggio per la Festa del Lavoro e dei lavoratori, del 2 giugno per la Festa della Repubblica e della Costituzione, collegando in un unico progetto le date degli avvenimenti fondativi della nostra Repubblica e della nostra Democrazia, per evitare la ritualità e la retorica celebrativa di certi anniversari;

II) analisi e riflessione sulla Costituzione, la nostra storia.

Costruiamo, quindi, annualmente, un percorso che permetta la nascita del concetto di “Memoria” come diritto-dovere civile.

Il compito della Memoria, infatti, prevede non solo che le vicende della storia d’Italia e di Europa del XX secolo non vengano svilite, dimenticate, cancellate, ma soprattutto che i Principi ispiratori della Costituzione del 1948 continuino a guidare idee, progetti, scelte e comportamenti quotidiani.

 

Il percorso dell’anno scolastico 2021-2022 comporta, in seguito, la riflessione sul ruolo del giornalismo, attraverso l’incontro di quattro giornalisti che, per due volte, nel corso del mese di marzo,  si recheranno, ciascuno in ognuna delle Scuole interessate, per dialogare con gli studenti. Nel mese di maggio, concluderà questa ventiduesima edizione una manifestazione che vedrà gli studenti protagonisti della conoscenza.

Piace ricordare la motivazione dell’assegnazione del Premio Nobel per la pace 2021 alla giornalista filippina Maria Ressa e al giornalista russo Dmitry Muratov «per i loro sforzi per salvaguardare la libertà di espressione, che è precondizione per la democrazia e per una pace duratura». Dopo aver appreso la notizia del Nobel per la pace, Maria Ressa ha dichiarato «la nostra è una battaglia per la verità. E la verità non esiste senza i giornalisti… Senza fatti, non c’è verità. Senza verità, non c’è fiducia. Senza fiducia, non abbiamo realtà condivisa, nessuna democrazia, e diventa impossibile affrontare i problemi esistenziali del nostro mondo: clima, coronavirus, battaglia per la verità…La libertà di espressione e di stampa riguarda non solo il futuro delle Filippine, ma le democrazie in tutto il mondo… » (Il Sole 24 ore, 8 ottobre 2021)

Maria Rosaria Grazioso per Chieti nuova 3 febbraio

Nel rispetto della normativa anti covid, ingresso con super green pass e mascherina FFP2 Info:www.chietinuova3febbraio.it; facebook.com/chietinuova3febbraio

 


17 febbraio 1992 – 17 febbraio 2022

A Milano, il 17-II-1992, venne arrestato Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio, mentre accettava la mazzetta di sette milioni di lire, versata dal titolare di una impresa di pulizie.

Esplose Tangentopoli ed ebbe inizio l’inchiesta MANI PULITE, che coinvolse e travolse i politici della prima Repubblica e i grandi gruppi industriali, portando alla luce il sistema della corruzione diffuso, capillare, regolamentato da un vero e proprio “codice delle tangenti”, come ricorda Gherardo Colombo.

In occasione del convegno organizzato dall’ANM di Milano per riflettere sui 30 anni di Mani Pulite, un magistrato di mezza età ricorda la “sua” tangentopoli: allora era solo un adolescente e quella indagine, senza che se ne accorgesse, avrebbe profondamente cambiato le sue scelte ideali e professionali. Gli anniversari portano bilanci. Questo è il suo, personalissimo. https://www.questionegiustizia.it/articolo/mani-pulite-una-riflessione-intima-30-anni-dopo,

Sergio Rossetti-Giudice del Tribunale di Milano

“…Ma quel ragazzo, pieno di ideali e di entusiasmo che ero, ancora alberga in me e ora che sono molto più grande e mi pare di vedere più chiaramente il momento in cui viviamo, pur con tutte le contraddizioni e le inadeguatezze che l’età adulta ti mette davanti agli occhi, cerco di lavorare per restituire, insieme a tanti altri colleghi, la fiducia nella magistratura, non il consenso popolare: un’immagine sana della magistratura per un Paese che pretendo altrettanto sano e che non dovrebbe avere bisogno di eroi.”

Tanti della mia generazione e non solo, abbiamo vissuto con fastidio la deriva della Etica pubblica e privata, consapevoli della frattura  tra i Principi scritti nella Costituzione e l’agire concreto di politici e di rappresentanti delle Istituzioni, di amministratori, di imprenditori, di cittadini. Alla ricerca di punti di riferimento che dessero voce al nostro bisogno di giustizia e di legalità, alla nostra domanda di uguaglianza e di rispetto, abbiamo guardato con fiducia a Mani pulite, sapendo che la magistratura stava facendo il proprio dovere, punendo i responsabili dei reati, a qualunque categoria appartenessero.

“Oggi, trent’anni dopo, possiamo dire che Mani pulite rimane scolpita nella memoria collettiva come l’unico serio tentativo di applicare l’articolo 3 della Costituzione”, sulla pari dignità sociale e sulla uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, …Sono miseramente falliti, invece, i tentativi di farlo dimenticare o, peggio, di farlo ricordare come…un’operazione politica di magistrati ideologizzati per colpire gli innocenti di una parte e favorire i colpevoli dell’altra”.

Da Mani pulite, cosa resta: le frottole dei Tangentari e il grazie degli onesti di Marco Travaglio

 


Il giorno 8 febbraio 2022, la Camera ha approvato definitivamente la proposta di legge che modifica gli articoli  9 e 41della Costituzione della Repubblica Italiana

Cambiamenti dei due articoli (in verde le parti nuove)

Articolo 9

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.


Articolo 41

L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla salute, all’ambiente. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali.


Il testo ha ottenuto 468 voti favorevoli, un contrario e sei astenuti. La riforma, che era stata già approvata dal Senato in seconda lettura a novembre 2021, entra subito in vigore e non è sottoponibile a referendum, poiché votata da oltre due terzi del Parlamento.

“A COGLIERE L’ESSENZA della riforma è il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che nello spazio di un Tweet riesce a sintetizzare un potenziale programma politico (ovviamente tutto da vedere): «L’uomo, anche nella nostra Carta, riconosce che sono necessari limiti alla propria azione, pena la catastrofe. Poche lettere cambiano la gerarchia dei beni da tutelare. Un fatto importante, molto importante. Non un vincolo ma una condizione e insieme un obiettivo per la vita sociale ed economica». L’uomo deve riconoscere i limiti del Pianeta. A cinquant’anni dal rapporto del Club di Roma sui limiti dello sviluppo il suo partito (Pd) e la maggioranza di governo sapranno far tesoro di quell’intuizione?”

Da  Luca Martinelli, Il Manifesto, 9-II-2022

 


Impedire il ritorno della guerra in Europa

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Nel secolo scorso l’Europa è stata dilaniata per ben due volte, nel corso di una generazione, dal flagello della guerra che ha causato sofferenze indicibili ai suoi popoli e una degradazione inconcepibile dell’umanità fino al male assoluto della Shoah.

La profonda aspirazione alla pace, a rendere impossibile di nuovo la guerra fra le nazioni europee è stata a fondamento della nascita della Comunità europea e del percorso che l’ha portata a trasformarsi in Unione Europea.

La caduta del muro di Berlino e lo scioglimento del Patto di Varsavia hanno fatto venire meno le ultime conseguenze della guerra fredda in Europa e creato la possibilità della convivenza pacifica di tutti i suoi popoli, dall’Atlantico agli Urali.

Purtroppo la distensione resa possibile dalla fine della guerra fredda non è stata coltivata; non è bastata la dissoluzione dell’Unione Sovietica per far venir meno lo spirito di contrapposizione dei due blocchi militari, come poteva fare prevedere l’allargamento del G7 alla Russia, capitolo che è stato frettolosamente chiuso.

L’allargamento ad est della NATO, che ha inglobato paesi che facevano parte della ex Unione Sovietica, ha comportato il dispiegamento di un dispositivo militare ostile ai confini della Russia; ciò costituisce obiettivamente una minaccia e come tale è stata percepita.

Questa situazione ha generato una nuova corsa agli armamenti, compreso il riarmo nucleare.

Si sono create, così, le condizioni per un nuovo tipo di guerra fredda molto più pericolosa della precedente, perché non più fondata su una contrapposizione ideologica ma su pulsioni nazionalistiche ancora meno controllabili.

 

(continua nella sezione Rassegna stampa)

 


Nella par condicio delle memorie celati i crimini fascisti

Giorno del Ricordo 10 febbraio. L’uso spregiudicato degli infoibamenti, non solo di italiani, e dell’esilio istriano-dalmata prescinde dal contesto storico. Quella che è in atto è una sfida in nome delle «condivisione» alla matrice sociale, e perciò conflittualista della nostra Costituzione. Il datario laico, in Italia come nel resto d'Europa si fonda oggi su una simmetria antitotalitaria che unisce vinti e vittime, sconfitti ed esiliati, prescindendo dalle responsabilità politiche nei singoli drammi.

Le questioni sollevate dalle iniziative pubbliche riguardanti il Giorno del Ricordo, in quanto ricorrenza del calendario civile nazionale, vanno al di là del merito storico (e storiografico) di ciò che ne costituisce l’oggetto, così come del fatto stesso che da subito esso sia divenuto il prevedibile terreno sul quale la destra populista e post-costituzionale ha costruito una sua specifica narrazione di merito. Poiché dal momento stesso in cui, negli anni ’90 le maggiori cariche dello Stato, da Ciampi a Violante, hanno iniziato a professare la necessità di dare corpo a memorie simmetriche e compatibili, entrando nel campo scivolosissimo di una non meglio precisata «condivisione», che è la declinazione laica della precettistica neofascista sulla «pacificazione» (e parificazione politica), di fatto i giochi erano già stati risolti una volta per sempre.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Claudio Vercelli, Il Manifesto, 9-II-2022


Governo, esiste un’agenda economica per la nuova fase?

Superato il demoralizzante spettacolo della elezione del Presidente della Repubblica il governo dovrebbe tornare al lavoro, probabilmente in un quadro di crescenti fibrillazioni e di maggiore competizione tra i partiti della maggioranza. Torneranno sotto i riflettori alcuni dossier giudicati urgenti a partire dalle cosiddette riforme. Termine alquanto ambiguo che negli ultimi decenni si è quasi sempre tradotto, quando si è riusciti a dargli concretezza, in passi indietro in termini di equità e democrazia. I temi sul piatto sono principalmente di natura economica.
Il quadro mondiale è particolarmente incerto e instabile. Il passaggio di fase delle politiche monetarie intrapreso negli Usa prevedibilmente avrà un seguito anche in Europa, ma gli effetti, la velocità e la reversibilità di questo nuovo orientamento saranno da verificare sul campo. Si navigherà a vista, cercando di contenere le spinte inflazionistiche e contemporaneamente di non uccidere una crescita tutta da consolidare.
Un po’ di inflazione è considerata utile nel contenere la crescita di un debito pubblico che in molti paesi tocca ormai livelli eccezionali anche considerando i periodi bellici, ma dall’altra parte il rischio di una inflazione troppo elevata genera timori anche di tenuta sociale. In ogni caso nei prossimi mesi aumenterà la pressione monetaria.
Il denaro non sarà più a costo zero, il sistema bancario registrerà difficoltà, anche per la fine delle moratorie, e si tornerà a discutere di regole, crediti deteriorati privati e debiti sovrani.
In questo quadro va sottolineata l’inerzia complessiva dell’esecutivo, un vuoto strategico. Nel paese dove i salari sono al palo da vent’anni, l’inflazione al 4,8% rischia di divenire una tassa occulta devastante su salari e pensioni. Questo fenomeno andrebbe ad aggiungersi al trentennale processo di polarizzazione sociale, acuito ulteriormente dalla fase pandemica. I ricchi sono sempre più ricchi non solo a livello globale, ma abbiamo rispondenze anche sul piano nazionale.
La rivista Forbes ha recentemente scritto che in Italia i 40 miliardari più ricchi detengono una ricchezza pari a quanto posseduto dai 18 milioni di individui più poveri e nell’arco che va da marzo 2020 a novembre 2021 i miliardari sono aumentati di 13 unità. In questo quadro la recente riforma fiscale è riuscita nell’impresa di dare di più a chi ha già di più in termini di reddito senza intaccare rendite da patrimoni e ricchezza finanziaria. All’orizzonte non si intravede un piano orientato all’equità, nessuna intenzione di un prelievo sulle grandi ricchezze accresciutesi durante questi due anni.
Nessuna ipotesi di sostegno diretto e indiretto ai salari per determinare almeno un recupero rispetto all’andamento medio del continente delle ultime due decadi, confermando l’idea di un’ipotesi di crescita economica per il paese fondata prevalentemente su un basso costo del lavoro.
Anche sul fronte dei grandi patrimoni non c’è nessuna riflessione.
Le scelte sul bonus del 110% per interventi di edilizia determineranno di fatto un vantaggio fiscale direttamente proporzionale al patrimonio immobiliare, avendo inoltre escluso il tetto ISEE. Si demanda al Pnrr la soluzione di qualsiasi problema legato agli investimenti e alla crescita, ma la sua efficacia rischia di essere fortemente sovrastimata, soprattutto in un momento in cui la pressione per chiudere i rubinetti monetari cresce di giorno in giorno.
Riducendo le tasse sui redditi più alti e considerando ogni ipotesi, anche blanda, di patrimoniale come fumo negli occhi, come si pensa di gestire la prossima fase?

È pensabile affidarsi alla tassa occulta dell’inflazione? Si scaricheranno i costi di un debito accresciuto sulle classi sociali meno abbienti? Oppure si scommette su un’illusoria crescita da boom economico? L’Esecutivo e i partiti che lo compongono dovrebbero chiarire la loro strategia.

 

Attac Italia
articolo pubblicato su il manifesto del 5.02.2022 per la rubrica Nuova finanza pubblica, Marco Bertorello, Danilo Corradi

 


3 febbraio 2022 - 2 febbraio 1993
Per superare, senza dimenticare, le ragioni che hanno portato ai gravi fatti del 2 febbraio 1993

Noi non vogliamo dimenticare

che il 2 febbraio 1993, furono arrestati alcuni assessori e dipendenti comunali, con l’accusa di concussione, abuso e falso ideologico in atti di ufficio. Alcuni giorni dopo, venne arrestato anche il sindaco. L’8 febbraio, in cinque cittadini, decidiamo di incontrarci per parlare della situazione e studiare che fare. Scriviamo ai nostri concittadini una lettera aperta – sottoscritta da circa 2.000 persone - che portiamo personalmente alle redazioni locali dei quotidiani, allora presenti in città e scopriamo che si sta creando un gruppo, composto da partiti di opposizione, sindacati, associazioni. Aderiamo. Nella sede della C.G.I.L., si costituisce il Comitato per lo scioglimento del Consiglio Comunale, all’interno del quale ci diamo il nome di Gruppo Liberazione. Nei mesi successivi, il Comitato raccoglierà 12.000 firme. Dopo la conclusione dell’esperienza del Comitato e l’indizione di nuove elezioni,   noi cinque e altri decidemmo di dar vita all’associazione denominata Chieti nuova 3 febbraio, perché dal suo nome si comprendesse immediatamente la speranza del giorno dopo.

In occasione del ventinovesimo compleanno, che coincide con il secondo giuramento del Presidente della Repubblica come capo dello Stato, noi di Chieti nuova 3 febbraio ribadiamo ancora una volta che vale la pena lavorare per raggiungere tutti insieme la consapevolezza del significato dell’essere cittadini, senza inutili e dannosi municipalismi. Non permettiamo che la pandemia cancelli la bellezza della relazione con l’altro, abbiamo ben chiaro il  tipo di società in cui vogliamo vivere, chiediamo alle Istituzioni che rispondano con lungimiranza, puntualità, efficienza ai bisogni della collettività! Siamo vigili, accorti, mai indifferenti e rassegnati! La Costituzione è il nostro faro.

 

Omaggio in versi di Mario D’Alessandro - CHIETI.

Centuria di sonetti storici ad imitazione di Federico Valignani, sonetto LXXXVII

 

Dopo tangentopoli, pochi amici,

Chieti nuova 3 febbraio, han fondata,

ai principi di Sofocle ispirata,

di corruzione e tangenti nemici.

 

A proprie spese e molti sacrifici,

un’intensa attività ha pure avviata,

perché fosse l’onestà riaffermata,

che sola porta a tutti benefici.

 

Con conferenze e anche pubblicazioni,

incontri con studenti e magistrati,

della legalità è ancor paladina,

 

salvando la dignità cittadina,

da quanti dall’ambizione guidati,

 

non han rispetto per le istituzioni.

 


La vittima, il persecutore e la necessità della riflessione storica

Nella Giornata della memoria la storia ci aiuta a comprendere che nella complessità del Novecento non ci sono solo gli stermini, c’è anche la spinta possente per la liberazione personale e collettiva.

Intere generazioni di studenti hanno completato il loro percorso formativo celebrando il Giorno della memoria. La ricorrenza si è conquistata un suo spazio nell’ambito delle feste civili: un impatto positivo, che non esime però dalla riflessione critica.

Una questione è stata evidenziata dallo storico Gadi Luzzatto Voghera: “Si è trasmesso un modello molto netto vittima/persecutore, ma se nel processo di istruzione non si problematizzano le figure e le situazioni sociopolitiche l’esito è sempre il medesimo: la descrizione di una meta-realtà storica”. Una realtà storica senza sfumature, su cui si può costruire un universo simbolico manipolabile, per cui esistono solo vittime e persecutori: chi si sente vittima si paragona agli ebrei, e i suoi persecutori non possono che essere nazisti. Un abuso della storia, che azzera la storia della Shoah. Dappertutto si vede il “complotto mondiale”, esito paradossalmente simile a quello della tesi negazionista, che all’opposto il “complotto mondiale” lo definisce “ebraico”. Ma in entrambi i casi lo schema interpretativo del mondo è la “macchinazione” da parte del “carnefice”, e la storia è completamente distorta.

Quel che serve è la trasformazione della memoria in conoscenza, in comprensione storica.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Giorgio Pagano, Micromega, 27-I-2022

 


In occasione della Giornata della Memoria

da Mary Graz su face book

 

Oggi 27 gennaio 2022, è stato ricordato dall'Istituto Tecnico F. Galiani-R. de Sterlich, dal Comune di Chieti e dalle associazioni ANPI e Chieti nuova 3 febbraio, il professore socialista triestino Aldo Oberdorfer, omaggiando la pietra d'inciampo che, nel 2016, la Scuola, a Suo ricordo, ha posizionato sul selciato, davanti all'ingresso. L'apposizione della pietra è stata fortemente voluta dalla Scuola, per dar seguito alla ricerca compiuta dagli studenti, nell'ambito dell'edizione del 2015 del progetto "Il Calendario della Repubblica-Il Dovere della Memoria", promosso dall'associazione Chieti nuova 3 febbraio.

ll docente insegnò nell'Istituto dal 1912 al 1914. A Chieti, dopo essere stato accusato di indottrinamento ideologico e di propaganda politica a scuola, fu trasferito dal Ministro della Pubblica Istruzione in varie sedi. "Reduce dalla prima guerra mondiale, cui ha partecipato come volontario, torna a Trieste e non risparmia energie per l'istruzione e l'educazione civile e politica dei ceti popolari...

Con l'applicazione delle leggi razziali, il regime fascista, per ordine del Ministro della Pubblica Istruzione, lo espelle dalla scuola e lo riduce in miseria... Giunge a Milano e si guadagna da vivere come pubblicista e traduttore dal tedesco di opere filosofiche e letterarie. L'11giugno 1940, il prefetto, applicando una circolare del Ministero dell'Interno, che ordina l'internamento degli ebrei ritenuti pericolosi, dispone il Suo arresto e Lo affida al prefetto di Chieti, che Lo spedisce immediatamente nel campo di concentramento di Lanciano...Oberdorfer si ammala gravemente di tumore all'intestino"* e, dopo numerose insistenze degli amici e dei parenti rimastiGli, Gli vengono concessi la revoca dell'internamento e il trasferimento nell'Istituto Tumori di Milano, dove muore il 14 settembre 1941.

* da Filippo Paziente

 


COMUNICATO

 

Per il Giorno della Memoria
istituito con legge n. 211 del 20 luglio 2000


Venerdì 4 febbraio 2022, ore 10.00

Le donne nei lager, a cura di Antonella Tiburzi, storica, docente presso l’Università di Bolzano

 

Lunedì 7 febbraio 2022, ore 10.00

L’internamento in Abruzzo durante la seconda guerra mondiale, a cura di Costantino Di Sante, storico

 


Le due iniziative, in modalità online, sulla piattaforma Meet, sono promosse,  nell’ambito della ventiduesima edizione del progetto “Il Calendario della Repubblica - Il Dovere della Memoria”, dall’associazione Chieti nuova 3 febbraio, in collaborazione con l’Istituto Tecnico F. Galiani – R. de Sterlich, l’Istituto  di Istruzione Superiore Luigi di Savoia, l’Istituto di Istruzione Superiore U. Pomilio, il Liceo Scientifico F. Masci, l’Unitre-Chieti, il collettivo Tante da raccontare. Donne che ce la stanno  mettendo tutta - Francavilla a mare.


Da “Lezioni di didattica della storia - Le donne durante la Shoah” di Antonella Tiburzi

Il regime nazista sottopose le donne, ebree e non ebree, a brutali persecuzioni che rappresentarono un unicum nella storia della violenza di genere… Le donne incinte venivano costrette a partorire molto in anticipo o ad abortire  forzosamente. La maggior parte di loro venne sottoposta ad atroci esperimenti genetici e ginecologici.
…Nell’ex Unione sovietica occupata, i funzionari delle SS e della polizia tedesca organizzavano fucilazioni di masse contro le donne. Durante …le operazioni di deportazione, le donne incinte e madri di bambini piccoli venivano etichettate come…"incapaci di lavorare” e inviate con i loro figli nei campi di sterminio, dove gli ufficiali del campo le chiudevano subito nelle camere a gas.
Alcuni campi e alcune aree furono specificatamente designati per donne prigioniere; …dal maggio 1939, le SS aprirono il lager di Ravensbrück, in cui furono internate…100.000 donne. Questo campo fu il luogo di internamento e sfruttamento delle ebree e…delle partigiane europee che combattevano nei loro paesi contro la “sottocultura” nazifascista…     .
Campi femminili furono istituiti anche ad Auschwitz- Birkenau e a Bergen-Belsen, dove, nel 1944,  furono trasferite migliaia di prigioniere ebree provenienti da Ravensbrück e da Auschwitz.

“Dall’internamento alla deportazione. I campi di concentramento in Abruzzo (1940-1944)” di Costantino Di Sante
L’internamento, secondo il diritto internazionale, è una misura restrittiva della libertà personale, che tutti gli Stati hanno il potere di applicare in caso di guerra. Non essendo regolato da particolari accordi, ci si attiene alla convenzione sul trattamento dei prigionieri di guerra, siglato a Ginevra nel 1929.
La sua applicazione prevede l’allontanamento di cittadini di Stati nemici o anche dei propri, dalle zone di guerra all’interno dello Stato in località militarmente meno importanti. In questo modo si facilitano i controlli e la sorveglianza nei confronti di quelle categorie ritenute pericolose durante le operazioni belliche. Nella seconda guerra mondiale, l’internamento venne ampiamente utilizzato, soprattutto dagli Stati totalitari, come un mezzo per eliminare tutti coloro che, per motivi di razza o di fede politica, erano ritenuti pericolosi.
Il regime fascista predispose due forme d’internamento quello "libero", cioè in comuni diversi dalla residenza abituale, e quello nei campi di concentramento…
Prevalentemente vennero scelte località dell’Italia centro meridionale, perché erano ritenute militarmente meno importanti e quindi difficilmente interessate dagli eventi bellici. Nella scelta del luogo influirono anche altri elementi, come: l’impervietà dei luoghi, la scarsa concentrazione abitativa e la minore politicizzazione della popolazione.
L’Abruzzo, le Marche e il Molise rappresentavano le regioni, che, più delle altre, avevano queste caratteristiche. Infatti, dei circa 40 campi istituiti nei primi mesi di guerra, ben 22 si trovavano in queste regioni e numerose erano le località per l’internamento "libero"…
La maggior parte degli internati nei campi era rappresentata da irredentisti slavi della Venezia Giulia e dell’Istria, da ebrei, in prevalenza tedeschi, da polacchi, jugoslavi, greci, inglesi, indiani, libici, cinesi, da apolidi, da zingari di nazionalità slava e dagli antifascisti italiani…
Chieti ebbe due campi di prigionia, uno situato in via Principessa di Piemonte, sulla collina e  l'altro, la Caserma Rebeggiani, più grande, a Chieti Scalo.


Info: www.chietinuova3febbraio.it; facebook.com/chietinuova3febbraio

 

 

 

 


Berlusconi al Quirinale “un’offesa alla dignità della Repubblica”

La lettera aperta ai grandi elettori. Tre ex presidenti della Corte Costituzionale e centinaia di giuristi e intellettuali: la candidatura di Berlusconi al Quirinale è "un’offesa alla dignità della Repubblica e di milioni di cittadini italiani"
La Fondazione Basso ha promosso un appello (redatto da Lugi Ferrajoli, Gaetano Azzariti e Franco Ippolito), rivolto ai grandi elettori, sulla candidatura di Silvio Berlusconi alla Presidenza della Repubblica. 
Il testo è stato già sottoscritto da tre ex presidenti della Corte costituzionale (Valerio Onida, Gustavo Zagrebelsky, Gaetano Silvestri), da molti autorevoli giuristi e costituzionalisti (tra cui Roberto Bin, Paolo Caretti, Lorenza Carlassare, Mario Dogliani, Riccardo Guastini, Francesco Pallante, Roberto Romboli, Massimo Villone, Mauro Volpi, Vladimiro Zagrebelsky, Roberto Zaccaria), da  filosofi della politica (tra cui Giacomo Marramao, Marco Revelli, Nadia Urbinati), da personalità della cultura (tra cui Dacia Maraini, Carlo Ginzburg).

Ecco il testo:

Considerazioni per gli elettori del Presidente della Repubblica
Il Presidente della Repubblica deve essere espressione dell’«unità nazionale», come richiede l’articolo 87, 1° comma della Costituzione. È garante di questa Costituzione e deve assicurare fedeltà ad essa come impone l’articolo 91.
L’ufficio di Presidente della Repubblica è incompatibile con qualsiasi altra carica, come è preteso dall’articolo 84, 2° comma. Egli presiede il Consiglio Superiore della Magistratura a garanzia dell’autonomia e indipendenza dell’ordine della magistratura da qualsiasi altro potere, come è scritto negli articoli 87 e 104.
Silvio Berlusconi, protagonista di uno scontro che per lunghi anni ha diviso il nostro Paese, già esponente della loggia P2 che aveva come fine l’instaurazione in Italia di un’altra Repubblica, titolare tuttora di un vistoso conflitto di interessi, condannato per gravi reati, prosciolto per prescrizione da delitti di corruzione e tuttora imputato in procedimenti penali, non ha i requisiti per poter svolgere le funzioni di Capo dello Stato.
Riteniamo pertanto un’offesa alla dignità della Repubblica e di milioni di cittadini italiani il fatto che venga candidato a Presidente della Repubblica.
Roma, 17 gennaio 2022

Hanno aderito:
Maria Fausta Adriani, Vittorio Agnoletto, Fabio Alberti, Alessandra Algostino, Mario Agostinelli, Stefano Anastasia, Valerio Aprea, Maurizio Acerbo, David Armando, Franco Astengo, Gaetano Azzariti, Luca Baccelli, Francesco Baicchi, Maria Vittoria Ballestrero, Mauro Barberis, Fabrizio Barca, Laura Barile, Antonella Barina, Vincenzo Barnaba, Elena Basso, Paola Basso, Sofia Basso, Francesca Barzini, Vittorio Bellavite, Sergio Bellucci, Antonella Bellutti, Giovanni Benzoni, Myriam Bergamaschi, Irene Berlingò, Mario Beschi, Piero Bevilacqua, Anna Maria Bianchi, Roberto Bin, Italo Birocchi, Michelangelo Bovero, Marco Brigaglia, Massimo Brutti, Romeo Bufalo, Giovanna Caggia, Antonello Calore, Roberta Calvano, Antonio Cantaro, Piero Caprari, Francesco Carchedi, Paolo Caretti, Devino Caregnato, Lorenza Carlassare, Paolo Carnevale, Thomas Casadei, Elisabetta Catenacci, Adolfo Ceretti, David Cerri, Furio Cerutti, Irene Cervellera, Silvia Chiatante Corsi, Maurizio Chierici, Antonello Ciervo, Nicola Colaianni, Amalia Collisani, Luigi Condorelli, Giancarlo Consonni, Paolo Corsini, Pietro Costa, Giuseppe Cotturri, Andrea Deffenu, Stefano Deliperi, Raffaele De Leo, Roberta De Monticelli, Giovanna De Sensi, Francesco De Vanna, Enrico Diciotti, Paolo Di Lucia, Francesco Di Matteo, Piero Di Siena, Mario Dogliani, Francesco Donfrancesco, Giannina Dore, Angelo D’Orsi, Alessandra Facchi, Anna Falcone, Maria Fano, Fiorenzo Fantaccini, Gianni Farneti, Tommaso Fattori, Paolo Favilli, Luigi Ferrajoli, Alessandro Ferrara, Maria Rosaria Ferrarese, Roberto Ferrucci, Francesca Fici, Mara Filippi Morrione, Roberto Finelli, Mario Fiorentini, Carlo Fiorio, Domenico Gallo, Luigi Ganapini, Olivia Ghiandoni, Alfonso Gianni, Giovanni Giannoli, Carlo Ginzburg, Lisa Ginzburg, Chiara Giorgi, Elisa Giunchi, Enrico Giusti, Alfiero Grandi, Dino Greco, Riccardo Guastini, Maria Pia Guermando, Maria Teresa Iannelli, Franco Ippolito, Pino Ippolito Armino, Giulio Itzcovich, Antonio Jovene, Francesca Koch, Maria Lalatta Costerbosa, Rossella Latempa, Raniero La Valle, Cristina Lavinio, Marina Leone, Maria Concetta Liberatore, Massimo Loche, Anna Loretoni, Mario G. Losano, Claudio Luzzati, Cristiana Mancinelli Scotti, Dacia Maraini, Nicoletta Maraschio, Fabio Marcelli, Valeria Marcenò, Laura Marchetti, Giacomo Marramao, Paola Marsocci, Eleonora Martelli, Maria Antonella Martelli, Antonio Marturano, Luca Masera, Ignazio Masulli, Lorenzo Mattotti, Silvio Mazzarese, Tecla Mazzarese, Ezio Menzione, Gian Giacomo Migone, Marino Missirini, Sara Modigliani, Giancarlo Monina, Tomaso Montanari, Andrea Mulas, Paolo Napoli, Luigi Narducci, Hannà Nassisi, Cinzia Niccolai, Vito Noviello, Valerio Onida, Daniela Padoan, Paola Paesano, Francesco Pallante, Marina Pallottini, Massimo Pàlmera, Giovanni Palombarini, Paola Palombaro, Maria Pia Palombini, Ilaria Minio Paluello, Francesco Pardi, Elena Pariotti, Rita Paris, Paola Parolari, Francesca Paruzzo, Valentina Pazé, Rossano Pazzagli, Barbara Pezzini, Pierluigi Pedretti, Vera Pegna, Livio Pepino, Enrico Peyretti, Attilio Pisanò, Tamar Pitch, Piero Pollastro, Pier Paolo Portinaro, Lucia Re, Silvia Rea, Adrian Renteria Diaz, Giuseppe Ugo Rescigno, Eligio Resta, Marco Revelli, Francesco Riccobono, Salvatore Ritrovato, Nicola Riva, Roberto Romboli, Graziella Rumer Mori, Andreina Russo, Giuseppe Salmè, Mariuccia Salvati, Vittorio Salvatore, Maria Cristina Sangelantoni, Maria Adelaide Sanna, Valia Santella, Emilio Santoro, Giuseppe Saponaro, Gino Satta, Maria Teresa Savio Hooke, Aldo Schiavello, Gaetano Silvestri, Paolo Solimeno, Alessandro Somma, Maria Stiffoni, Rita Svandrlik, Manuela Tatti, Alessandra Tempesta, Vito Teti, Persio Tincani, Walter Tocci, Gianni Tognoni, Graziella Tonon, Fausto Tortora, Franco Toscani, Gabriella Turnaturi, Nadia Urbinati, Federica Vacca, Roberta Vacca, Silvio Vacca, Enzo Varano, Luigi Vavalà, Guido Viale, Giacomo Viggiani, Vittorio Villa, Massimo Villone, Vincenzo Vita, Itala Vivan, Mauro Volpi, Roberto Zaccaria, Gustavo Zagrebelsky, Loriana Zanuttigh, Alberto Ziparo.

 

 

 

 

 

 

 

 


 

Presunzione d’innocenza e diritto/dovere di informazione

Dal Blog di DomenicoGallo.it "Ricostruire il senso della politica per ricostruire il senso della vita"

Un decreto legislativo, entrato in vigore il 14 dicembre scorso, è intervenuto su questo delicato tema
Sbatti il mostro in prima pagina è un film del 1972 diretto da Marco Bellocchio ed interpretato da Gian Maria Volonté che affronta in chiave grottesca il tema dell’uso sensazionalistico dei fatti di cronaca per creare dei “mostri” da dare in pasto al pubblico. In realtà la frontiera del rapporto fra giustizia ed informazione è sempre stata un terreno minato che ha provocato vittime innocenti ed ingiustificate sofferenze, a cominciare dal caso Girolimoni, il “mostro di Roma”, arrestato nel 1927 come responsabile del rapimento, dello stupro e dell’uccisione di sette bambine. ll 9 maggio 1927 l’Agenzia Stefani scrisse che dopo “laboriose indagini” erano state raccolte “prove irrefutabili” contro di lui. Dopo alcuni mesi di carcere Girolimoni venne prosciolto da ogni accusa e rimesso in libertà ma rimase marchiato d’infamia per tutta la vita. Il regime fascista presentò l’arresto di Girolimoni come un suo successo nella lotta contro il crimine e fece passare sotto silenzio la sua liberazione, imponendo ai giornali di non occuparsi più di fatti criminosi per non turbare l’opinione pubblica.
Un decreto legislativo, entrato in vigore il 14 dicembre scorso, è intervenuto su questo delicato tema al fine di determinare “il compiuto adeguamento” dell’ordinamento interno alla Direttiva UE del 2016/343 sulla presunzione d’innocenza, introducendo innovazioni importanti nello statuto delle garanzie del processo penale e nella disciplina della comunicazione giudiziaria. Come ha osservato Armando Spataro: “Il corretto rapporto tra giustizia ed informazione-comunicazione è oggi uno dei pilastri su cui si fonda la credibilità dell’amministrare giustizia. All’opposto, la comunicazione scorretta ed impropria genera tra i cittadini errate aspettative e distorte visioni della giustizia, in sostanza disinformazione, così determinando ragioni di sfiducia nei confronti della magistratura e conseguente perdita della sua credibilità.” In realtà c’è un problema di sobrietà nelle informazioni sui fatti processuali fornite dalla magistratura e dalla polizia giudiziaria (sul punto era già intervenuto il Consiglio Superiore della Magistratura con le linee guida approvate il 18 luglio 2018) che attiene alla credibilità della magistratura, ma l’altro corno del problema è il diritto dell’opinione pubblica di essere informata e la funzione dell’informazione di vigilare criticamente sull’esercizio di tutti i poteri pubblici, compreso il potere giudiziario. Se si assolutizza il tema della presunzione d’innocenza, ammantandola di troppo rigide garanzie extraprocessuali, c’è il rischio di restringere il diritto/dovere di informare. E’ necessario un temperamento dei contrapposti interessi, ma non è semplice trovare un punto di equilibrio. Due sono i cardini su cui si basa la nuova normativa. Il primo riguarda tutte le autorità pubbliche (non solo magistrati e polizia), a cui è fatto divieto “di indicare pubblicamente come colpevole la persona sottoposta a indagini o l’imputato fino a quando la colpevolezza non è stata accertata con sentenza o decreto penale di condanna irrevocabili”.
Il secondo riguarda i rapporti del Pubblico Ministero con gli organi d’informazione; le informazioni devono essere fornite “esclusivamente tramite comunicati ufficiali oppure, nei casi di particolare rilevanza pubblica dei fatti, tramite conferenze stampa”. La norma precisa inoltre che “la diffusione di informazioni sui procedimenti penali è consentita solo quando è strettamente necessaria per la prosecuzione delle indagini o ricorrono altre specifiche ragioni di interesse pubblico”.
Quanto al primo principio, occorre precisare che in alcuni casi non può essere applicato senza distorcere i fatti o ledere il diritto all’informazione. Pensiamo al caso del delitto avvenuto nel Varesotto, dove un padre è stato arrestato in flagranza dopo l’omicidio del figlio di sette anni ed il tentato omicidio della moglie. Sul piano meramente processuale vale la presunzione d’innocenza, nel senso che, fin quando non sono esaurite tutte le fasi processuali, lo status di colpevolezza dell’imputato non è definitivo, ma sul piano della comunicazione, come si fa ad informare dei fatti rispettando il divieto di indicare come colpevole la persona sottoposta a processo? A volte i fatti parlano a voce alta, gridano e non possono essere silenziati.
Quanto al secondo principio, se la sobrietà è un valore che impone dei canoni deontologici, ingessare la comunicazione istituzionale delle Procure pretendendo che avvenga esclusivamente attraverso comunicati stampa e, solo in via eccezionale, attraverso conferenze stampa, senza la possibilità che procuratori e pubblici ministeri possano interloquire a loro volta con i media è un irrigidimento che può essere lesivo del bisogno di una corretta informazione e che può avere solo l’effetto – come osservato da Luigi Ferrarella – di incrementare il mercato nero delle notizie.
Infine c’è un altro aspetto che suscita perplessità, a chi spetta decidere se una notizia giudiziaria è di pubblico interesse? Può essere una competenza esclusiva della magistratura requirente, come emerge dal decreto legislativo in questione? Poiché attraverso il sistema giudiziario passa tutta la storia del Paese e le principali vicende della politica, il rischio è quello di mettere uno sbarramento a quella funzione di critica all’esercizio dei poteri attraverso l’informazione che è una delle missioni fondamentali del sistema dei media in una società democratica. Non a caso la Corte Europea dei Diritti dell’uomo, nel caso Dupuis contro la Francia, con una sentenza del 7 giugno 2007, in una vicenda di intercettazioni illegali, ha stabilito che l’esigenza di informare il pubblico prevale anche sulla presunzione d’innocenza, attribuendo ai giornalisti la funzione di “cani da guardia” della democrazia.

La frontiera del rapporto fra giustizia ed informazione è sempre stata un terreno minato che ha provocato vittime innocenti ed ingiustificate sofferenze.

 


Messaggio di Fine Anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Palazzo del Quirinale, 31/12/2021

Care concittadine, cari concittadini,

ho sempre vissuto questo tradizionale appuntamento di fine anno con molto coinvolgimento e anche con un po’ di emozione.

Oggi questi sentimenti sono accresciuti dal fatto che, tra pochi giorni, come dispone la Costituzione, si concluderà il mio ruolo di Presidente.

L’augurio che sento di rivolgervi si fa, quindi, più intenso perché, alla necessità di guardare insieme con fiducia e speranza al nuovo anno, si aggiunge il bisogno di esprimere il mio grazie a ciascuno di voi per aver mostrato, a più riprese, il volto autentico dell’Italia: quello laborioso, creativo, solidale.

 

(continua nella sezione Rassegna stampa)

 


Auguri! Auguri per l’anno nuovo!

Auguri perché il 2022 sia autenticamente nuovo nella rivendicazione della relazione umana, basata sulla fratellanza e la solidarietà, sulla eliminazione delle disuguaglianze, sul coraggio della responsabilità verso l’altro, sulla cura.

Auguri perché la società e le Istituzioni che la rappresentano siano insieme protagoniste della vita della collettività, protese, entrambe, verso il raggiungimento di una chiara progettazione partecipata, ispirandosi alla Costituzione.

Auguri perché le parole siano usate per esprimere contenuti e si traducano in comportamenti corrispondenti e in fatti concreti.

Auguri perché ognuno sia capace di trasformare la propria indignazione in impegno civico.

Ce la faremo. Dobbiamo farcela.

 


Lettera aperta al Sindaco di Chieti
Le chiediamo di rispondere pubblicamente

Con piacere e meraviglia leggiamo quanto da Lei dichiarato e riportato nell’articolo del giornale online Chieti Today - 30 novembre 2021, dal titolo “Il Comune di Chieti annuncia: Lavori straordinari su strade e scuole per 365mila euro”.

Con PIACERE, in quanto mette in primo piano la partecipazione e il dialogo con i cittadini, precisando che si realizzeranno “interventi urgenti segnalati dalla cittadinanza” e aggiungendo che “sulla manutenzione, nei  fatti, agisce la prima forma di partecipazione all’amministrazione della cosa pubblica perché a dettare le priorità è proprio il dialogo con la cittadinanza”.
Con MERAVIGLIA, in quanto ci chiediamo e Le chiediamo perché le  ripetute segnalazioni, relative al dissesto idrogeologico di via Asinio Herio e di tutta la collina di Chieti, inviate dalla scrivente e dai firmatari della lettera del 2 luglio 2021, -attraverso posta certificata, articoli di giornali locali e nazionali-, non abbiano ricevuto alcuna risposta.
Sentiamo il dovere di intervenire nuovamente perché riteniamo prioritario ri/costruire il rapporto di fiducia tra cittadini e Istituzioni, e ribadire il valore della partecipazione. In democrazia, l’essere parte di una comunità e il prendere parte alla cosa pubblica comportano la  condivisione di  un progetto di società e dei Principi di fondo che la ispirano.
Perciò, continuiamo a porre le seguenti domande: a che punto è il “Progetto Chieti” per il consolidamento idrogeologico della collina di Chieti? Si sono realizzati tutti gli interventi previsti in via Asinio Herio e non solo? Quali sono le iniziative e le attività che l’Amministrazione intende avviare per risolvere il problema? E’ utile ricordare, anche in questa sede, che molte recenti misure adottate dal Governo mirano alla tutela e alla sicurezza del territorio (Carlo Di Iorio, La voragine e il muro di silenzio,Ytali, 11 ottobre 2021).

BUON NATALE! Con l’augurio che OGNUNO faccia la propria parte: le ISTITUZIONI garantiscano ai cittadini l’attenzione, la cura, la sicurezza che è doveroso attendersi dai loro rappresentanti; i CITTADINI intendano la partecipazione  come “mezzo di progresso per la comunità civile e come modo di autorealizzazione dei singoli.”


Maria Rosaria Grazioso, responsabile dell’associazione Chieti nuova 3 febbraio-via Asinio Herio

 


Con lo sciopero generale, la luna di miele del governo Draghi è finita

Il punto di vista. Lo sciopero generale suona la campana dei diritti e dei bisogni, compie il primo atto di rottura dell’unità nazionale e incrina la stessa unità sindacale, con la Cgil che assume un ruolo politico anche verso un Pd abbandonato dagli operai, lontano dalle periferie sociali.
Quanti bambini avranno diritto all’asilo pubblico nel nostro Sud oltre ai 13 su 100 di oggi. Quanti pensionati costretti ad aspettare la chiusura del mercato per riempire la busta con gli scarti della giornata, potranno domani risparmiarsi l’umiliazione. Quante donne potranno trovare un lavoro stabile. Quanti degli oltre 100 mila ragazzi che se ne vanno ogni anno dal nostro paese potranno evitare l’emigrazione forzata. Quanti ragazzini saranno strappati alla strada e riportati a scuola. Quanti uomini e donne potranno trovare un’occupazione utile all’ambiente. Quante persone abiteranno una casa senza doverla occupare e quante potranno curarsi senza essere costrette allo studio privato.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Norma Rangeri, Il Manifesto, 8-XII-2021

 

 


 

 

La legittimità delle misure anti-covid

Sconfessando le grida d’allarme di giuristi troppo inclini alla complicazione delle cose, per non dire dei filosofi, una recente serie di pronunce delle supreme magistrature, costituzionali e amministrative, esclude la fondatezza dei dubbi di legittimità sollevati sulle misure per il contenimento della pandemia.
Sono quattro, in particolare, i punti-chiave:
1. la limitazione delle libertà costituzionali,
2. i poteri delle regioni,
3. l’obbligo vaccinale per il personale sanitario,
4. l’obbligo di green pass per gli insegnanti.

Iniziando dal primo punto, la sentenza n. 198 del 2021 della Corte costituzionale esclude l’incostituzionalità del meccanismo di limitazione delle libertà basato sui Dpcm. Alla base di tale meccanismo è il decreto-legge n. 19 del 2020, che prevede un elenco tassativo di misure limitative astrattamente assumibili e rinvia al presidente del Consiglio la scelta di quali concretamente assumere, per periodi di tempo predeterminati, sulla base dell’andamento della pandemia.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Francesco Pallante, Il Manifesto, 5-XI-2021. Professore associato di Diritto costituzionale - Università di Torino,

 


Con Raffaele Fraticelli

A proposito di identità

Chi seme nu’

Se ‘na crijanze, ma di chille bbone,

vu’ fa a la spose che ti si ‘mbracciate,

n’-ge serve li discurse cumplecate,

bast’a ttenè la bbona ‘ndinzione.

 

Di ceremònie ne facéme poche,

pecchè nu’séme fatte a sta’maniere:

poche parole, pesate a duvere;

ma ci si sgrizze ‘na luce de foche,

 

 

a qquande t’appicéme nu castelle,

n’àrche de lambatine luccicante,

pecchè tenéme lu core che ccante,

e lu balcone nghe le vasarelle.

 

Da Raffaele Fraticelli, Giorni di Festa e dintorni, Exflor

 


Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla 38^ Assemblea ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani dal titolo “Rinasce l’Italia. I Comuni al centro della nuova stagione”

Parma, 09/11/2021

Rivolgo un saluto cordiale alla Presidente del Senato, alle altre autorità, a tutti i presenti.
Saluto cordialmente e ringrazio per le parole di accoglienza nei miei confronti – e per il video – Antonio Decaro, Enzo Bianco, Luca Vecchi.
Che bella realtà quest’assemblea, Presidente Decaro!
Saluto Stefano Bonaccini, Presidente di questa Regione e Federico Pizzarotti, Sindaco di Parma.
La sua città, oltre a ospitare l’ANCI, è tuttora capitale della cultura. A causa del Covid, ha dovuto rinviare i suoi programmi ma ha tenuto fede agli impegni; e il prolungamento di questo suo ruolo assume il significato di un ponte per la ripartenza.
Rivolgo un saluto davvero molto caloroso ai sindaci qui presenti e, loro tramite, a tutti gli amministratori locali d’Italia, a tutti i consiglieri comunali.
La dedizione quotidiana dei sindaci è stata decisiva per far fronte sul campo, unitamente all’impegno degli operatori sanitari, alla crisi che il nostro Paese ha dovuto affrontare con la pandemia.
Una prova difficile, in tanti momenti drammatica, che ha evidenziato la capacità di coesione della nostra società.
Desidero anch’io, come ha fatto il Presidente Decaro, in questa sede, esprimere un ricordo e rivolgere un pensiero di riconoscenza agli amministratori locali che hanno perduto la vita a fianco dei loro concittadini a causa del virus.
Abbiamo dato dimostrazione di saggezza e di volontà di ripresa. È stato fatto un grande lavoro. Occorre adesso prevenire e contrastare le ulteriori, pericolose insidie, che provengono dai nuovi contagi.
Il tempo della responsabilità non è ancora concluso.

(continua nella sezione Rassegna stampa) www.quirinale.it

 


Come riaprire i canali della democrazia tra Palazzo e Paese

Riavvicinare la società alle istituzioni democratiche sembra essere un compito che non può essere eluso, tanto meno dai più critici. Le lotte sociali se non trovano sbocco entro le istituzioni democratiche finiscono per esaurirsi, generare frustrazione, ribellione, sdegno, e – infine – regressione

 

Il voto sul Ddl Zan – ha scritto su queste pagine Norma Rangeri – ha mostrato tutta l’arretratezza del nostro Parlamento rispetto alle spinte innovatrici provenienti dalla società. Penso sia vero, ma non ritengo ci si possa fermare a questo crudo giudizio. Almeno un altro paio di corollari disegnano il quadro.

In primo luogo, la società non può interpretarsi in termini unitari, assistiamo anzi alla sua progressiva divisione. Alle straordinarie manifestazioni in difesa dell’ambiente, dei diritti civili, del lavoro, si affiancano manifestazioni assai meno apprezzabili, in difesa degli interessi più retrivi. L’estendersi degli atti di violenza contro le persone fragili, la perdita del senso di solidarietà, il riapparire di ideologie votate all’odio non devono essere sottovalutate. La lotta per affermare entro la comunità, dentro le coscienze collettive e dei singoli, i valori di civiltà e di progresso è ancora lunga e ci impedisce di affidarci solo alla “nostra” parte di società.

In secondo luogo, l’osservazione della distanza ormai abissale tra il Parlamento e i bisogni che attraversano la società non può che essere intesa come un drammatico problema cui farsi carico. Purtroppo non possiamo fare a meno della rappresentanza politica ed istituzionale, poiché l’alternativa al parlamentarismo è l’autocrazia, che oggi è ben visibile.

Per questo la constatazione, vera ma drammatica, della pericolosa distanza tra il Palazzo e la Piazza ci impone di interrogarci su come salvare il Parlamento. Riavvicinare la società alle istituzioni democratiche sembra essere un compito che non può essere eluso, tanto meno dai più critici. Le lotte sociali se non trovano sbocco entro le istituzioni democratiche finiscono per esaurirsi, generare frustrazione, ribellione, sdegno, e – infine – regressione.

 

(continua nella sezione Rassegna stampa) Gaetano Azzariti, il Manifesto, 5-XI-2021

 


Il virus contagioso della cattiveria e dell’inimicizia sociale

Autodistruzione della specie. Un furore collettivo e una trasgressività conformista animano le piazze dove un tempo le persone si ritrovavano accomunate da passioni di cambiamento

Un altro virus si aggira per l’Europa, non meno socialmente pericoloso del Covid: è quello che potremmo chiamare dell’incattivimento sociale o inimicizia sociale che porta a vedere nell’altro il nemico da cui difendersi o da demolire.

I due virus interagiscono l’uno con l’altro come parti di un sistema finalizzato ad un unico scopo finale: l’autodistruzione della specie.

La manifestazione più evidente e drammatica dell’inimicizia sociale è la sindrome di accerchiamento che spinge ad un odio spietato e molecolare di ognuno contro tutti: il vicino di casa, il commerciante all’angolo della strada, l’immigrato, il medico, colui che professa semplicemente idee diverse dalle nostre. La sindrome da accerchiamento prende spesso anche la forma più estrema, come nel caso dei due giovani uccisi in auto perché sospettati dal proprietario di una villetta di essere potenziali rapinatori.

Il virus si propaga velocemente, la sua diffusione avviene attraverso i mass media, i talk show televisivi, la pubblicità, giornalisti alla ricerca di gossip e, infine, per mezzo di una classe politica che vede nell’avversario solo un pericoloso nemico da distruggere.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Enzo Scandurra, il Manifesto, 5-XI-2021

 


Con Raffaele Fraticelli

Chissà perché, pur nel correre veloce della vita, ho l’impressione di affidare qualcosa di me, a chi vorrà ricordare (da lettera del 15 marzo 2005)

Jem’a ‘scì ‘ngondre

Aliquem benigne excipere

Ricevere qualcuno amichevolmente (Cicerone)

 

Caléme da ‘ste màchene ‘nfucate

Arevutèmece nu ccune arréte,

guardéme quanta ggente sta affannate,

jem’a sscì ‘ngontre a chisse che vvè ‘ppéte:

 

 

Chi litiche, chi sta senza fatije,

chi sta a suggette, chi sta carcerate,

a chi trasscine ‘na morre di fije,

a certe femmene ‘m mezz’a li strade…

 

‘Na litanje di sante addavere,

che nen ze vede a ddò se va a ferma’;

nu’ cumplechéme parole e pinziere,

nu scappa – scappe, chi cchiù po’ mbrujà’…

 

Stennèmece ‘na  mane, li fratille,

na mane, scine, ma…senza ragnille!


ragnille: unghie affilate, grinfie, artigli; (fig.) potere, avidità, rapacità.

 

 

 

 

 

 

Giorni di Festa e dintorni, Exflor, 2019

 


Riceviamo da Maurizio Acerbo l’intervento di Greta Thunberg alla manifestazione dei Fridays For Future

 

"Non è un segreto che Cop26 sia un fallimento. Dovrebbe essere ovvio che non possiamo risolvere la crisi climatica con gli stessi metodi che l’hanno provocata. E sempre più gente se ne sta rendendo conto. Molti si stanno chiedendo, cosa servirà ai potenti per svegliarsi, ma, sia chiaro, loro sono già svegli, sanno esattamente cosa stanno facendo e che prezzo e valore stanno sacrificando perché le cose continuino come in passato. Stanno attivamente creando scappatoie e formulando scenari da cui trarre beneficio per loro stessi e a guadagnare da questo sistema distruttivo. È la scelta fatta dai nostri leader: continuare lo sfruttamento di persone e natura e la distruzione delle presenti e future condizioni di vita.

 

(continua nella sezione Riceviamo e pubblichiamo)

 


L’opera di Raffaele Fraticelli è con noi

 

Rileggiamola!

 

UMMENE DENTRE (I Premio Penne, 1989)

Nijente…cioè…
E, gnè s’avesse scorte le parole,
‘sta giuvintù camine a la  …ttintune…
Ma,
ci sta pàggene e pàggene:
-Libbre dell’àneme-
‘ndajate di sigrite e di culure;
Ummene dentre, fabbricature
di pinziere
che ccorre appresse a lu tempe!
Avaste nu ccènne:
‘na voce appujate
a nu ccune de sendemente,
pe’ screllà’ li furmenande
de la fandasije;
e la strade arribbije!
Li sunne azzivilijite
si stire;
s’ariccùcchie le resate;
‘m mezz’a la nebbie
arespàre lu castelle!
Nijente…cioè…
‘Sta parlature,
gnè ‘n’acque de fonte,
scine, arisùrie ancore,
sci benedette, e… ‘reduvente cante!...

 

 

 

 

Giorni di FESTA e dintorni, Exflor, 2019

 


Solidarietà a Sigfrido Ranucci e al Suo gruppo di lavoro

Grazie, perché ci aiutate a capire la realtà, analizzando i fatti e ponendo domande con onestà intellettuale, con consapevolezza del bene pubblico, con coraggio. Continuate ad essere punto di riferimento per tutti noi.

 


SVELATO IL MISTERO DEL CAMBIO DELLE FREQUENZE DELLE TRASMISSIONI TELEVISIVE

La questione è ancora più grave di quanto avevo precedentemente pubblicato. Stante a quanto ho appena sentito da “Leonardo”, trasmissione del TG3, il cambio E’ MOTIVATO DA ACCORDI PER LA LIBERAZIONE DELLE BANDE DI FREQUENZA PER LASCIARE SPAZIO ALLA TELEFONIA MOBILE 5G. Non ci sarà, quindi, nessun miglioramento della qualità della ricezione delle immagini, che resterà identica a quella attuale. L’operazione discende da un accordo siglato a livello delle nazioni dell’Unione Europea nel 2017. Considerazioni: il liberismo predatorio, anche dell’etere, è l’unico a guadagnarci.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Giovanni Damiani, Il Foglietto della ricerca, 20-X-2021

 


Riceviamo da Marco Fraticelli:

“Oggi, giorno di Ognissanti, è spirato Raffaele Fraticelli, il cantore degli umili, il poeta di Chieti. Ha lasciato la Montagna materna e questa santa Terra nostra per incamminarsi serenamente verso nu Monne nove, fatte de pulite."

 

PER RAFFAELE FRATICELLI

Con gioia per averTi conosciuto e con gratitudine per quanto ci hai donato

 

“Ni’ mmi piagnéte appresse…”

 

Passe cantènne

‘na canzone andiche,

da che monne è monne:

“lu parla’ chiare e tonne”

“lu sguarde sincere”

“ ‘na strette de mane…addavvere…

 

Glasnòste.

Ognune le porte annascoste

A le piegature dell’aneme.

Glasnòste.

Metteme le cose a lu poste.

N’-ze parle de rote e zambate,

nè pìte acciaccate:

proprie gna fusse… ‘na trasparenze…

‘Na vote si chiamè:…la cuscienze!

 


Da “Glasnost”, Raffaele Fraticelli, Giorni di FESTA e dintorni, Exflor, 2019

GRAZIE!

Chieti nuova 3 febbraio

I funerali si terranno Mercoledì 3 novembre, ore 10.00, nella cattedrale di San Giustino


La caduta di Kabul, ovvero se la Storia volta pagina

Afghanistan. Con l’89 finiva la Guerra fredda. Ma siamo passati dall’ordine bipolare all’era del dominio d’una sola Potenza con la supremazia delle armi. 30 anni, i migliori della nostra vita

La caduta di Kabul e la fuga degli Stati Uniti e dei loro alleati dall’Afghanistan il 31 agosto 2021, è un evento che ha un valore simbolico epocale, paragonabile soltanto al crollo del muro di Berlino il 9 novembre 1989. L’evento del 1989 segnò la fine di un’epoca, la fine del mondo bipolare, del confronto politico, strategico e militare fra le due superpotenze uscite vincitrici dalla seconda guerra mondiale che aveva congelato le nazioni nella morsa della guerra fredda.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Domenico Gallo, Il Manifesto, 4-IX-2021

 


Fine della dottrina dei «bombardamenti umanitari»

Afghanistan. Nel 2001 con la filosofa femminista americana Iris Marion Young fummo tra i pochi ad opporci alla guerra in Afghanistan. Restammo isolati anche nella sinistra radicale Usa.

È appropriato confrontare la caduta di Saigon nel 1975 con quella di Kabul, perché entrambi gli eventi segnano una pietra miliare nelle relazioni internazionali.

Chi si rammenta il momento in cui l’ultimo soldato americano ha lasciato Saigon non prova certo oggi gli stessi sentimenti: dopo lunghe guerre coloniali e imperialiste, i Vietcong emergevano come un gruppo capace di prendere in mano il paese e di avviare la ricostruzione.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Daniele Archibugi, Il Manifesto, 25-VIII-2021

 


AreaDG sulla scomparsa di Gino Strada (13 agosto 2021)

Con la scomparsa di Gino Strada l’Italia perde uno dei suoi uomini migliori e uno straordinario interprete della contemporaneità.

Egli è stato protagonista di una politica “alta”, fondata sull’idea semplice e radicale, quanto rivoluzionaria, del rifiuto della guerra e della violenza quale metodo di risoluzione dei conflitti sociali.

Attraverso la costruzione della visionaria esperienza collettiva di Emergency, Gino Strada ha attuato un’azione politica capace di dare risposte concrete ai bisogni essenziali di salute e di cura da chiunque provenienti, di essere presente con ospedali, presidi medici e personale nei luoghi di guerra, nei campi profughi, nelle realtà più marginali dove regnano abbandono e disperazione.

Con la sua azione Gino Strada ha dimostrato  che una politica  diversa, che muove dal “ dal basso” , di comunità e di solidarietà per il bene comune, per le persone ed i loro bisogni è possibile, che la cura e la salute, proprio come la recente e non ancora purtroppo conclusa esperienza della pandemia ha dimostrato, costituiscono beni  e bisogni primari ed essenziali di ogni essere umano, che non ammettono  discriminazioni e confini, in mancanza dei quali nessuna prospettiva di  vita e di sviluppo sociale e individuale è possibile.

Vi è oggi in tutti noi il dispiacere profondo per la sua scomparsa, il cordoglio e la sincera commozione, la consapevolezza di un mondo che è ora più povero.

Ma resta la ricchezza di quanto ha saputo realizzare ed il suo prezioso lascito che è nell’invito a tutti noi ad un impegno fattivo e concreto per costruire una società senza discriminazioni, più giusta e più equa.

 

Il Coordinamento nazionale di Area Democratica per la Giustizia

 


Strage di Bologna, 2 agosto 1980, ecco il quinto uomo

I fotogrammi di un filmato in cui appare il terrorista nero Paolo Bellini. L’appunto di Licio Gelli. Un verbale compromettente. I documenti nascosti per anni chiariscono nel processo la natura della strage più grave nella storia della Repubblica, con il coinvolgimento di fascisti e piduisti

Nell’ultimo mistero doloroso della destra italiana si contempla, nella sacralità di una Corte d’assise, il crollo dell’alibi del quinto accusato per la strage di Bologna. Un neofascista. Come i quattro terroristi già condannati per la bomba del 2 agosto 1980, il più grave attentato della nostra storia. La matrice politica dell’eccidio, da sempre contestata dalla destra anche in Parlamento, è scolpita nella lapide, collocata in stazione sul muro squarciato dall’esplosione, che ricorda i nomi delle 85 vittime (e oltre 200 feriti) di quella «strage fascista». Il nuovo processo, dove l’ex killer nero Paolo Bellini ora si ritrova incastrato dalle testimonianze dei suoi stessi familiari, aggiunge un aggettivo cruciale: piduista.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Paolo Biondani, L’Espresso, 30-VII-2021

 


La cultura del sospetto come fenomeno Pop

Piazze e pandemia. Un provvedimento-simbolo come il Green Pass che in tempi di pandemia mortale appare mera proposta di buon senso e senza dubbio male minore, e che invece viene identificato come attentato a una libertà confusa con l’affermazione dell’assoluto diritto al proprio personale capriccio

A volte i popoli impazziscono. O impazziscono piccole porzioni di popolo, come quelle che si ritrovano in piazza in questi giorni, segno di tempi deragliati. Indecifrabili nella loro composizione scomposta, con i leghisti e i fascisti mescolati ai bene-comunisti, ai dentisti e agli apprendisti o ai giuristi d’assalto, incarnazione di un’eterogeneità sociale accomunata solo dall’assurdità di una pretesa irricevibile: dalla rivolta contro un provvedimento-simbolo come il Green Pass che in tempi di pandemia mortale appare mera proposta di buon senso e senza dubbio male minore, e che invece viene identificato come attentato a una libertà confusa con l’affermazione dell’assoluto diritto al proprio personale capriccio.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Marco Revelli, Il Manifesto, 25-VII-2021

 


L’illusione (distruttiva) di puntare a una disgregazione del M5S

Sinistra. La storia elettorale degli ultimi dieci anni ci dice che pentastellati, piddini e sinistra sono i tre soggetti per l’unica alleanza competitiva alle prossime elezioni

Sembra dunque che, dopo lo scontro tra Grillo e Conte, il M5S possa procedere a un rinnovamento del suo profilo e darsi finalmente un quadro di regole interne più definito.

Il discorso politico che Conte ha rivolto ai militanti e agli elettori del M5S rimane ancora generico, e tuttavia contiene alcune indicazioni: il profilo che Conte delinea è comunque quello di una forza progressista ed ecologista, che individua come proprio interlocutore la sinistra.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Antonio Floridia, Il Manifesto, 21-VII-2021

 


Chi sono i veri conservatori della nostra scuola

Con la pandemia la scuola è ritornata al centro dell’attenzione, per la necessità di sospendere la didattica in presenza e ripiegare su forme di insegnamento a distanza.

Il lavoro dei docenti è stato riconosciuto come cruciale sia sotto il profilo della formazione dei giovani, sia per la società nel suo insieme.

Ciò nonostante, la crisi sanitaria non è stata l’occasione per un ripensamento di fondo sul funzionamento della scuola, i cui mali non risalgono sicuramente agli ultimi anni, ma derivano da una sequenza di riforme iniziate negli anni Novanta, su impulso – e su questo non si è mai fatta un’adeguata riflessione – di forze politiche e gruppi intellettuali che si riconoscevano nello schieramento progressista.

(continua nella sezione Rassegna stampa) M. Alberti e G. Benedetti, Il Manifesto, 20-VII-2021

 


19 luglio 1992 – 19 luglio 2021

XXIX anniversario strage di via D’Amelio

 

29 anni fa, solo 57 giorni dopo l'attentato di Capaci, morivano il magistrato Paolo Borsellino e gli agenti della Sua scorta, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Lo ricordiamo con l’articolo di Marco Bova, 15 luglio 2021, Libera informazione, “Per battere la mafia lo Stato meriti fiducia”:

“Bisogna prendere atto che il sottosviluppo economico non è, o non è da solo, responsabile della tracotanza mafiosa, che ha radici ben più complesse, tanto da farla definire in recenti studi non il prezzo della miseria, ma il costo della sfiducia”, dice Borsellino nell’audio…che, ritrovato casualmente dai ricercatori del Centro studi Dino Grammatico, in uno dei cassetti dell’Isspe (Istituto siciliano di studi politici ed Economici), risale a un convegno del gennaio 1989, tenuto a Palermo nella Sala delle Lapidi. La trascrizione a macchina dell’audio-registrazione di 26 minuti riporta le correzioni a mano fatte dallo stesso magistrato.

L’AGI (Agenzia Italia) ne pubblica in esclusiva un estratto insieme al testo scritto…

“Il nodo è essenzialmente politico”, sottolinea ancora Borsellino. “La via obbligata – prosegue – per la rimozione delle cause che costituiscono la forza di Cosa nostra passa attraverso la restituzione della fiducia nella pubblica amministrazione”.

Nessun impiego “anche massiccio di risorse finanziarie produrrà benefici effetti se lo Stato e le pubbliche istituzioni in genere, non saranno posti in grado e non agiranno in modo da apparire imparziali detentori e distributori della fiducia necessaria al libero e ordinato svolgimento della vita civile”…

Fiducia nello Stato significa anche fiducia in un’efficiente amministrazione della giustizia sia penale, sia soprattutto civile”. Si tratta di impedire, insomma, per Borsellino, che, specie in Sicilia “si perpetui e consolidi il ricorso a un sistema alternativo criminale di risoluzione delle controversie”.

E fiducia nelle istituzioni significa “soprattutto affidabilità delle amministrazioni locali, quelle cioé con le quali il contatto con i cittadini è immediato e diretto”. Si tratta di gestire “la cosa pubblica senza aggrovigliarsi negli interessi particolaristici e nelle lotte di fazioni partitiche”. Il rischio, altrimenti, per le istituzioni che sono incapaci di riformarsi e di guardare la bene comune, è quello di diventare “veicoli principali delle pressioni mafiose e delle lobby affaristiche loro contigue”.

Una sfida che “lo Stato deve vincere in tempi rapidi perché è in grado di farlo, se non entro il 1992, … almeno in tempi che ci consentano di affrontare la maggiore integrazione europea, forti di una sana e ordinata vita civile. Questo aspettano le nuove generazioni che tutte ormai si dimostrano, anche clamorosamente, desiderose di vivere in modo diverso e migliore del nostro. Esse ci richiedono questi impegni e questi sacrifici”.

 


La mano padronale del tandem Draghi-Bonomi

Giustizia. Dai licenziamenti brutali all’attacco del reddito di cittadinanza, alla riforma della giustizia, le destre sociali e di governo mettono in campo le politiche padronali
«Governo dei padroni». Mi scuso per la rozzezza dell’espressione, che può apparire desueta e forse un po’ naif, ma non riesco a trovarne una migliore per sintetizzare la natura sociale (e morale) di questo governo che si annuncia «di tutti» e che in realtà è di uno solo, un banchiere.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Marco Revelli, www.officinadeisaperi.it 13-VII-2021

 


“Didattica a distanza, un anno dopo. Una fotografia della scuola italiana”

17 Marzo 2021
DAD - PARLANO GLI STUDENTI:
DURANTE LE LEZIONI IL 96% HA CHATTATO CON I COMPAGNI, l’88% HA MANGIATO E QUASI 1 SU 4 HA CUCINATO

Sono i dati dello studio di Parole O Stili e Istituto Toniolo, condotto con il supporto tecnico di Ipsos: è peggiorata la capacità di seguire le lezioni e la relazione con i professori. Solo il 17% dei genitori ha imposto limiti di tempo nell’utilizzo dello smartphone, il 14% nell’accesso ai social e il 13% nell’accesso ad alcuni giochi on line. Il 77% degli studenti vuole tornare in presenza, continuando a utilizzare gli strumenti digitali ma in modo più efficace per l’apprendimento.
Dopo un anno di didattica a distanza, oltre il 40% degli studenti ha percepito un peggioramento nelle proprie attività di studio e il 65% fatica a seguire le lezioni. Il 96% durante la DAD ha chattato con i compagni, l’89% è stato sui social media, l’88% ha consumato cibo e il 39% ha cucinato.

(continua nella sezione Rassegna stampa)

 


Il crimine al di là delle ideologie

Santa Maria Capua Vetere. La mediocre classe dirigente dell’Italia, in particolare di quella politica, con rarissime eccezioni, non si occupa di questo decisivo problema nel tracciare il confine che separa barbarie da civiltà. Anche una parte non piccola dei nostri concittadini sa essere molto forcaiola quando si tratta dei detenuti che appartengono ai ceti diseredati.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Moni Ovadia, il Manifesto, 4-VII-2021

 


Nella parabola populista la dissoluzione del sistema politico

La crisi 5Stelle. Ma il governo Draghi non è dinamitato. Potrà rafforzare il proprio segno già conservatore, la sua rappresentanza diretta dell’universo imprenditoriale
Qui la politologia si arrende. E anche la politica, intesa come arte conoscitiva del possibile. Forse solo la psicanalisi riesce in qualche modo a dar conto delle convulsioni che stanno squassando i Cinquestelle. Il “buffet delirante” che si è impadronito dell’unico fondatore sopravvissuto, spingendolo a destabilizzare il “suo movimento” nel momento più delicato di una già di per sé arrischiata transizione, si spiega solo con profonde patologie dell’Io. Anzi, dell’Io “patriarcale”: il
più arcaico, il più selvaggio, quello del patriarca che non sopporta che la propria tribù possa vivere in qualche misura di vita propria. Quello del creatore che odia persino l’idea che la sua creatura si distacchi da lui. O del padre che odia i figli per la sola ragione, biologica, che gli sopravvivranno. Insomma, la “sindrome di Crono”, che come ci insegna la mitologia se non superata da un qualche Giove olimpico produce un mortale arresto del corso storico.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Marco Revelli, il Manifesto, 4-VII-2021

 


Una vera «rivoluzione verde» per la nostra Costituzione

Riforme. Le modifiche sulla tutela ambientale agli articoli 9 e 41 approvate in senato sono troppo generiche e possono perfino imbrigliare la forza propulsiva della Carta.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Gaetano Azzariti, Il Manifesto, 19-VI-2021

 


Intervento integrale del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia per la Festa della Repubblica

Palazzo del Quirinale, 02/06/2021

La Repubblica è, anzitutto, la storia degli italiani e della loro libertà.
Sono passati settantacinque anni da quando, con il voto nel referendum del 2 giugno 1946, gli italiani, scegliendo la Repubblica, cominciarono a costruire una nuova storia.
Anche oggi siamo a un tornante del nostro cammino dopo le due grandi crisi globali, quella economico finanziaria e quella provocata dalla pandemia.
Come lo fu allora, questo è tempo di costruire il futuro.
Con la scelta repubblicana, si apriva una storia di libertà, dopo il ventennio della dittatura fascista. Storia di democrazia. Storia di pace, dopo la tragedia, i lutti e le devastazioni della guerra e dell’occupazione nazista.
La nuova stagione era stata preparata negli anni più bui, dalle donne e dagli uomini che avevano mostrato il coraggio di resistere e di lottare. E che avevano iniziato, nello stesso tempo, a pensare come dar forma all’Italia libera. Da dove ricominciare, per rimettere in piedi un Paese dilaniato, ferito, isolato agli occhi della comunità internazionale.
Non fu un inizio facile, settantacinque anni fa. L’Italia era divisa: la Repubblica aveva prevalso per due milioni di voti, ma il risultato non era stato omogeneo e, in un Paese in ginocchio, c’era il rischio di una spaccatura tra il Mezzogiorno e il Settentrione.
Fu proprio la scelta repubblicana il presupposto che rese possibile radicare, nel sentimento profondo del popolo, le ragioni di una unità e di una coesione più forti, favorendo il dispiegarsi di nuove energie, di nuovi protagonisti nella vita pubblica.
Questa vitalità animò e sostenne la straordinaria stagione costituente, capace di cogliere e interpretare le speranze, le attese, le aspirazioni degli italiani.
Per celebrare la Repubblica dobbiamo partire da qui: dalle donne e dagli uomini della Costituente, dalla loro lungimiranza, dal coraggio con cui seppero cercare e trovare i punti di sintesi.
Cos’è la Repubblica? Sono i suoi principi fondativi. Le sue istituzioni. Le sue leggi, la sua organizzazione. Certo, è tutto questo.
Ma a me sta oggi a cuore porre l’accento su ciò che viene prima. Quel che precede il significato, pur fondamentale, degli ordinamenti. Parlo della vita delle donne e degli uomini di questo nostro Paese. Dei loro valori, dei loro sentimenti. Del loro impegno quotidiano. Della loro laboriosità. Del contributo, grande o piccolo, che ciascuno di loro ha dato a questi decenni di storia comune.
La Repubblica è, anzitutto, la storia degli italiani e della loro libertà.

 

 

(continua nella sezione Rassegna stampa)

 

 

 


Associazione Chieti nuova 3 febbraio

 

2 giugno 1946

Prime  libere elezioni a suffragio universale femminile e maschile

dopo la dittatura fascista e la guerra

Referendum tra Monarchia e Repubblica

Elezione dell’Assemblea Costituente

 

Repubblica: voti 12.717.923; Monarchia: voti 10.719.284; Nulli: voti 1.498.136

L'Italia diventava, così, una Repubblica parlamentare.

Il primo gennaio del 1948 entrò in vigore la nuova Costituzione.

In questa democrazia nascente dobbiamo crederci, e salvarla così con la nostra fede e non disperderla in schermaglie di politica spicciola e avvelenata.

Se noi siamo qui a parlare liberamente in quest’aula, in cui una sciagurata voce irrise e vilipese venticinque anni fa le Istituzioni parlamentari, è perché per venti anni qualcuno ha contribuito a credere nella democrazia, e questa sua religione ha testimoniato con la prigionia, l’esilio e la morte…

 

Non dimentichiamo e difendiamo la nostra Costituzione

e la nostra Repubblica democratica

impegnandoci a tradurre in leggi chiare, stabili e oneste il sogno di una società più giusta e più umana, di una solidarietà di tutti gli uomini, alleati a debellare il dolore*.

Ne abbiamo bisogno

 

*Piero Calamandrei  - Assemblea Costituente

 


Strage di Capaci del 23 maggio 1992

 

 

La strage di Capaci fu un attentato di stampo terroristico - mafioso compiuto da Cosa Nostra il 23 maggio 1992 nei pressi di Capaci (sul territorio di Isola delle Femmine) con una bomba composta da 500 kg di tritolo, per uccidere il magistrato antimafia Giovanni Falcone. Gli attentatori fecero esplodere un tratto dell'autostrada A29, alle ore 17:57, mentre vi transitava sopra il corteo della scorta con a bordo il giudice, la moglie e gli agenti di Polizia, sistemati in tre Fiat Croma blindate. Oltre al giudice, morirono altre quattro persone: la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Vi furono 23 feriti, fra i quali gli agenti Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello e l'autista giudiziario Giuseppe Costanza. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Paolo Borsellino:

Sono morti per tutti noi, per gli ingiusti, abbiamo un grande debito verso  di loro e dobbiamo pagarlo gioiosamente, continuando la loro opera;  facendo il nostro dovere, rispettando le leggi, anche quelle che ci impongono sacrifici; rifiutando di trarre dal sistema mafioso i benefici che potremmo trarne (anche gli aiuti, le raccomandazioni, i posti di lavoro); collaborando con la giustizia, testimoniando i valori in cui crediamo, in cui dobbiamo credere, anche dentro le aule di giustizia: troncando immediatamente ogni legame di interesse, anche quelli che ci sembrano più innocui, con qualsiasi persona portatrice di interessi mafiosi, grossi o piccoli; accettando in pieno questa gravosa e bellissima eredità di spirito. Dimostrando a noi stessi e al mondo che Falcone è vivo.

Paolo Borsellino silenzi e voci – Progetto legalità in memoria di Paolo Borsellino, A.N.M.  Palermo, 2002

 

 


L’Associazione Nazionale Magistrati - Sez. Distrettuale Abruzzese

 

e l’Associazione Chieti nuova 3 febbraio

in collaborazione

con la Scuola Media “Franceso Paolo Michetti” - Francavilla a mare,

nell’ambito del XXVIII Corso di Educazione alla Legalità nelle Scuole Medie

di Chieti e provincia, promuovono, Lunedì 24 maggio 2021, ore 10.00,

la realizzazione dell’ incontro conclusivo online

Con la Costituzione il superamento delle disuguaglianze

La cittadinanza digitale è opportunità di progresso sociale?

 

Relatori

Giuseppe Bellelli, Procuratore della Repubblica di Sulmona

Gianmauro Placido, Direttore tecnico Compartimento di Polizia Postale e Telecomunicazioni Abruzzo

 

Partecipano le  Scuole Medie di CHIETI V. Antonelli, G. Chiarini-C. de Lollis, F.Vicentini; di FARA FILIORUM PETRI-sedi annesse di Casacanditella, Casalincontrada, Rapino, Roccamontepiano; di FRANCAVILLA A MARE Francesco Paolo Michetti; di RIPA TEATINA-Torrevecchia Teatina M. Buonarroti; di SAN GIOVANNI TEATINO G. Galilei

Si ringraziano studentesse, studenti, docenti, presidi delle Scuole partecipanti

Info: www.chietinuova3febbraio.it; facebook.com/chietinuova3febbraio

 


Stato-regioni, la “leale collaborazione” non basta

Nella relazione sull’attività della corte costituzionale svolta dal presidente Coraggio viene segnalato ancora una volta il pesante contenzioso tra stato e regioni, e si richiama in particolare la pandemia, per quello che lo stato avrebbe potuto e dovuto fare, e non ha fatto. Citando la recente sentenza 37/2021, Coraggio ricorda che la competenza esclusiva della stato in materia di profilassi internazionale «avrebbe dovuto garantire quella unitarietà di azione e di disciplina che la dimensione nazionale delle emergenze imponeva e tuttora impone». Un obiettivo – si deve intendere – fallito.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Massimo Villone, Il Manifesto, 14-V-2021

 


La salute è prendersi cura

Il virus pandemico che da quindici mesi attraversa il pianeta ha messo in evidenza la centralità del diritto alla salute, mettendo in crisi convinzioni radicate, e mostrando tutte le inadeguatezze degli attuali servizi sanitari.

La contraddizione primaria evidenziata è quella fra salute e mercato. Il virus ha dimostrato come una società fondata sul mercato non sia in grado di garantire protezione ad alcuno, e l’illusione dell’economia come motore del benessere collettivo si è dovuta scontrare con l’autoreclusione nel giro di brevissimo tempo di oltre due miliardi di persone.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Marco Bersani, Il Manifesto, 9-V-2021. Articolo tratto dal Granello di Sabbia n. 46 di maggio-giugno 2021:  “La salute non è una merce

 


Il draft di regolamento europeo sull’intelligenza artificiale

La proposta di Regolamento europeo per l’intelligenza artificiale interviene in uno scenario di grandi cambiamenti economici, sociali, geopolitici in larga misura connessi con lo sviluppo delle tecnologie digitali.
La rapida evoluzione dei sistemi di intelligenza artificiale - come si afferma nel Considerando 1 - ottimizzando le operazioni e l’allocazione delle risorse e personalizzando la fornitura di servizi, supporta il raggiungimento di risultati vantaggiosi, sia dal punto di vista sociale che da quello ambientale, in ogni settore dell’economia.
L’assunzione di lavoratori, la determinazione dell’affidabilità per un prestito, la valutazione della capacità di un insegnante, persino il rating di legalità ai fini dell’aggiudicazione degli appalti sono sempre meno il frutto di una scelta umana e sempre più l’esito di selezioni algoritmiche, alle quali deleghiamo, quasi fideisticamente, il compito di decidere aspetti determinanti della vita delle persone.

 

(continua nella sezione Rassegna stampa) Antonello Soro, Rivista Giustizia insieme-6 maggio 2021

 


FESTA DEI LAVORATORI E DEL LAVORO
Primo maggio 2021

DALLA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Art. 1 L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Art. 4 La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Art. 36 Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del Suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.

La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.


La nostra COSTITUZIONE contiene un “vero e proprio programma di trasformazione sociale della società, i cui capisaldi sono quelli del diritto al lavoro, della effettiva partecipazione dei lavoratori al governo, del diritto al salario. Questo programma è un proposito di riforme: il governo deve seguire l’indirizzo politico che porta a queste riforme…” Piero Calamandrei. Il Ponte, XII, ottobre 1956

 


Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla Cerimonia in occasione del 76° anniversario della Liberazione

Palazzo del Quirinale, 25/04/2021

Rivolgo un saluto ai Presidenti del Senato, della Camera, del Consiglio, della Corte Costituzionale. Ai rappresentanti dell’Anpi e delle Associazioni combattentistiche e partigiane e d’arma.
Sono passati settantasei anni da quando - il 25 aprile del 1945 - la voce di Sandro Pertini lanciava, dai microfoni Radio Milano Liberata, a nome del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia e del Corpo Volontari della Libertà il proclama di insurrezione nazionale contro le truppe nazifasciste.
Una data simbolica della guerra di Liberazione, scelta dalla Repubblica Italiana per ricordare la conclusione del conflitto sanguinoso, la fine della brutale e spietata occupazione nazista, il crollo definitivo del fascismo.
Questa giornata, per gli italiani, rappresenta la festa civile della riconquista della libertà. La vittoria dell’umanità sulla barbarie. Il giorno di un nuovo inizio, pieno di entusiasmo, portato a compimento con la Costituzione Repubblicana del 1948.
Ringrazio chi ha contribuito a farcela rivivere in modo così appassionante e coinvolgente: il professor Emilio Gentile, con le sue lucide considerazioni. Il filmato, sempre accurato, di Rai Storia, la bravura e il pathos di Greta Scarano - che ringrazio molto -, la versione così suggestiva dell’Inno nazionale e l’esecuzione di Bella Ciao interpretate da Daniele Di Bonaventura e Marcello Peghin.
Il 25 aprile rappresenta uno spartiacque imprescindibile nella nostra storia nazionale.
L’Italia – affrancatasi, con il sangue di migliaia di martiri, da vent’anni di dittatura e di oscurantismo – tornò a sedersi nel novero delle nazioni civili, democratiche, pacifiche, dopo la guerra sanguinaria in cui era precipitata con il fascismo.
Le conquiste politiche, sociali, culturali, i diritti, la libertà di opinione, di voto, di associazione, di cui oggi godiamo, trovano il loro saldo radicamento nel 25 aprile. E, grazie alla Repubblica e alla sua Costituzione nate dalla Resistenza, furono estesi a tutti, senza eccezioni. A chi partecipò al movimento di Liberazione, a chi lo sostenne, a chi se ne sentì estraneo, anche a chi lo combatté.
Quando, dopo l’8 settembre, le truppe di Hitler invasero l’Italia, mutilandone l’integrità territoriale, imponendo un giogo di brutalità, stermini, eccidi, deportazioni, con la collaborazione complice dei fascisti, migliaia e migliaia di italiani, militari e civili, compresero che la Patria in cui voler vivere e per cui si poteva anche morire, non poteva che essere una Patria libera, democratica, fondata sul diritto, sulla pace, sulla convivenza.
Furono i valori di pietà e di civiltà della nostra gente, la ribellione contro la prepotenza e la furia cieca e devastatrice, a provocare le tante rivolte in molti paesi e città dell’intero territorio nazionale.
Furono sentimenti semplici di solidarietà, di repulsione contro la crudeltà, a muovere gran parte della popolazione a resistere, a sostenere materialmente i partigiani o l’esercito alleato, a boicottare i nazifascisti, a nascondere in casa un ebreo, un renitente o un soldato alleato, pur sapendo che questa scelta di umana solidarietà poteva mettere a rischio la propria vita e quella dei propri cari.
Fu il senso dell’onore e dell’amor patrio a far preferire a seicentomila militari italiani la terribile, e spesso mortale, deportazione nei lager in Germania, piuttosto che combattere a fianco degli oppressori e degli aguzzini.
La crudeltà praticata dai nazifascisti anche contro anziani, donne e bambini inermi – come abbiamo sentito poc’anzi nella terribile testimonianza rievocata poc’anzi da Greta Scarano – non fiaccò l’aspirazione alla libertà, ma, anzi, rafforzò il coraggio e la determinazione di chi decise di opporsi.
Rinascita, unità, coesione, i sentimenti che hanno consentito al Paese di archiviare con la Liberazione una pagina nefasta della sua storia.
Una memoria consapevole che guarda al futuro.
Quest’anno celebreremo anche i settantacinque anni della Repubblica. La Repubblica che ha avuto origine dalla Resistenza.
Per molti anni, dopo la guerra, questa affermazione è stata ripetuta e ha accompagnato il processo di consolidamento della nostra democrazia. La Resistenza come laboratorio dove si sperimentò l’incontro e la collaborazione tra le grandi forze popolari, tra le diverse posizioni e culture politiche. La Resistenza come grande serbatoio di istanze morali.
È bene oggi chiedersi, dopo tanti anni, quale traccia sia rimasta di questa consapevolezza. Cosa significhi oggi, soprattutto per le generazioni più giovani, parlare di Resistenza. Ed è tanto più necessario in un tempo come quello che viviamo, nel quale l’orizzonte appare oscurato dall’angoscia, il futuro nascosto dall’incertezza e dalle ferite profonde prodotte dalla pandemia.
Io credo che questa traccia sia tuttora ben presente e chiara.
E credo anche che, allontanandoci sempre più nel tempo da quell’esperienza così decisiva, siamo in grado di comprendere, con le lenti della storia, cosa fu davvero la Resistenza e perché essa è diventata patrimonio di tutti; e premessa della rinascita democratica.
Resistere allora significò combattere, rischiare di morire. Ma significò anche curare, accogliere perseguitati, testimoniare la propria umanità. Significò scrivere e parlare. Preparare con le idee nuove il tempo della libertà per tutti. Significò coraggio e speranza.
Nel momento più buio e drammatico della nostra storia molti italiani, a prescindere dalle appartenenze politiche, culturali e religiose, risposero prima di tutto alla loro coscienza per opporsi alla violenza, alla dittatura, all’ingiustizia. In nome della libertà.
Resistere fu anzitutto un’assunzione di responsabilità personale, talvolta pagata con la vita. Una disponibilità al sacrificio, una scelta rischiosa fatta come atto di amore per la Patria, per la propria comunità. Un regalo alle generazioni che sarebbero venute dopo.
Questo è il lascito più vivo della Resistenza, il cui valore morale si è proiettato anche oltre il significato storico e politico di quella esperienza. Ed è per questo che quel patrimonio di ideali e di valori ha continuato a parlarci così a lungo e ci sostiene, oggi, nelle difficoltà del presente.
Vorrei dire soprattutto ai giovani di oggi: il ricordo, la consapevolezza del dolore, dei sacrifici, dei tempi bui che, nel corso del tempo, abbiamo più volte attraversato, ieri come oggi, ci tengono uniti. Ci fanno riconoscere nel nostro comune destino.
Quel ricordo è il cemento che tiene insieme la nostra comunità.

 

Viva il 25 aprile, Viva la Repubblica, Viva l’Italia!

 


 

La memoria viva di Rattoppatore

Resistenza. Il 25 aprile il Municipio, l’Anpi, la Cgil e il Gianni Bosio «inaugureranno» in suo nome un 'Centro studi sulla Memoria' con una targa sulla ex sede Pci a via dei Giubbonari. Anpi.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Alessandro Portelli, Il Manifesto, 23-IV-2021

 

 


Le sfide della pandemia, il potere e il trionfo dell’avidità

 

Pandemia. Di avidità parla tutta la vicenda del pessimo andamento della campagna vaccinale europea. Avidità dei signori di Big Pharma, che lautamente finanziati dai poteri pubblici privatizzano spudoratamente i profitti, riservando dosi ai migliori offerenti anche a borsa nera, e tradiscono impunemente impegni contrattuali selezionando ad arbitrio i sommersi e i salvati

«Greed is good!». Ricordate l’esclamazione di Michael Douglas alias Gekko in quel grande film di Oliver Stone, Wall Street, sul «denaro che non dorme mai»: «L’avidità è buona!»? È tornata a risuonare in questi giorni, in una video-conferenza riservata per i parlamentari inglesi, per bocca di Boris Johnson che si è lasciato andare a proclamare che la vittoria sul Covid, ottenuta col vaccino, la si deve a «capitalismo e avidità».

(continua nella sezione Rassegna stampa) Marco Revelli, Il Manifesto, 18-IV-2021

 


Per la transizione ecologica critica alle casematte del capitalismo

Ecologia anticapitalista. «Ritorno alla normalità» invocano Confindustria, destra e alcuni giornali. Vuol dire aumento della forza produttiva, boom dei consumi, grandi opere. Stessa traccia per il NgeEu  (nextgeneration eu)

Il rapporto tra capitalismo e questione ecologica rappresenta uno dei punti più delicati di riflessione per la sinistra. Sul tema è intervenuto ultimamente Guido Viale (il manifesto del 6 aprile) con la consueta chiarezza e profondità di analisi. Comunque la si guardi emerge una incompatibilità oggettiva tra l’attuale modello di produzione e di consumo e l’obiettivo della transizione ecologica.
Il ritorno alla «normalità» invocato dalla destra e dalla Confindustria, con la grancassa di alcuni giornali, è in realtà l’indicazione di una ripartenza con le caratteristiche di sempre: aumento della forza produttiva, boom dei consumi, massicci investimenti nelle grandi opere.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Gaetano Lamanna  Edizione del 13.04.2021

 


Associazione Chieti nuova 3 febbraio

Istituto di Istruzione Superiore “Luigi di Savoia”, Istituto Professionale “Umberto Pomilio”, Istituto Tecnico “Ferdinando Galiani – Romualdo de Sterlich”

in collaborazione con l’associazione UNITRE – Chieti

 

 

Il Calendario della Repubblica-Il Dovere della Memoria

XXI edizione

a.s. 2020-2021 – online

 

Storia e Memoria

25 aprile 1945

La Liberazione dell’Italia

dal nazifascismo

 

Domenica 25 aprile 2021, ore 18.00

 

Introduzione di Roberto Leombroni

 

docente di  Storia e Filosofia

 

 

La vicenda degli Internati Militari Italiani

Testimonianza di Antonio Tucci

regista e autore teatrale

 

 

 

Si ringraziano Studentesse/Studenti, Docenti, Presidi delle Scuole partecipanti

Info: www.chietinuova3febbraio.it; facebook.com/chietinuova3febbraio; Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

 

 

 


Associazione Chieti nuova 3 febbraio

Istituto di Istruzione Superiore “Luigi di Savoia”, Istituto Professionale “Umberto Pomilio”, Istituto Tecnico “Ferdinando Galiani – Romualdo de Sterlich”

in collaborazione con l’associazione UNITRE – Chieti

 

 

Il Calendario della Repubblica-Il Dovere della Memoria

XXI edizione

a.s. 2020-2021 – online

 

Storia e Memoria

Incontro di Roberto Leombroni

docente di  Storia e Filosofia

 

 

Giovedì 22 aprile, ore 10.00

Il boom economico

 

 

Venerdì 23 aprile, ore 10.00

Il Sessantotto

 

 

 

 

Le riunioni su piattaforma meet sono indette

dall’Istituto di Istruzione Superiore “Luigi di Savoia”

 

 

 

Si ringraziano Studentesse/Studenti, Docenti, Presidi delle Scuole partecipanti

Info: www.chietinuova3febbraio.it; facebook.com/chietinuova3febbraio; Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

 


COMUNICAZIONE

 

“Il Calendario della Repubblica-Il Dovere della Memoria”

 

Gli incontri online del 16 e del 19 aprile 2021 sono rinviati a giovedì 22 e a venerdì 23 aprile, sempre alle ore 10.00.

 


Associazione Chieti nuova 3 febbraio
Istituto di Istruzione Superiore “Luigi di Savoia”, Istituto Professionale “Umberto Pomilio”, Istituto Tecnico “Ferdinando Galiani – Romualdo de Sterlich”
in collaborazione con l’associazione UNITRE – Chieti

Il Calendario della Repubblica-Il Dovere della Memoria
XXI edizione
a.s. 2020-2021 - online

Storia e Memoria
Incontri con Roberto Leombroni, docente di  Storia  e Filosofia

Lunedì 12 aprile, ore 10.00

L’Italia tra gli anni Cinquanta e i Sessanta

Venerdì 16 aprile, ore 10.00

Il boom economico

Lunedì 19 aprile, ore 10.00

Il Sessantotto

Domenica 25 aprile, ore 18.00

La Liberazione dell’Italia dal nazifascismo

Introduzione di Roberto Leombroni

Testimonianza di Antonio Tucci, regista e autore teatrale

Le prime tre riunioni su piattaforma meet sono indette dall’Istituto Industriale “Luigi di Savoia”

Si ringraziano gli Studenti, i Docenti, i Presidi delle Scuole partecipanti


Associazione Chieti nuova 3 febbraio

BUONA PASQUA 2021!

Secondo anno di pandemia

Facciamo in modo che la Pasqua porti ad un decisivo passaggio verso il superamento della situazione attuale.

Dopo più di un anno dall’inizio della pandemia, siamo sofferenti e incerti sul nostro futuro.

Ricorriamo con il cuore e con la mente alle nostre risorse interiori, alle nostre energie, ai Principi che ispirano la Costituzione e la nostra convivenza civile, a quello spirito repubblicano, che siamo stati capaci di costruire nel passato.

Abbiamo il coraggio di analizzare gli errori passati e presenti e di evitare quelli futuri.

Cerchiamo di tralasciare la colpevole indifferenza e di impegnarci con consapevolezza e responsabilità, pretendendo che i nostri governanti mettano al primo posto l’interesse della collettività e superino una visione miope, personalistica, utilitaristica della realtà, che ha già procurato e procura enormi frutti dannosi.

Chiediamo trasparenza nei rapporti tra governanti e governati.

 

 


La DAD e il mondo bambinesco

Verità nascoste. La rubrica settimanale a cura di Sarantis Thanopulos

Ginevra Bompiani: Ho ascoltato, domenica scorsa, nella trasmissione di Fabio Fazio, il nostro Ministro dell’Istruzione parlare della scuola. Ero curiosa di sentire che cosa ne diceva, dopo aver affermato che non sarebbe mai più tornata com’era prima del Covid. E mi sono appuntata alcune sue dichiarazioni.  Perché, chiede Fazio, in un anno la DAD non ha cercato di migliorare un po’? Premesse alla risposta:

“Nel nostro paese la cura dei bambini è ancora affidata essenzialmente alle donne!”
“La scuola in presenza è importante perché dopo anni di individualismo, nella scuola si imparano i legami con gli altri.”
“Non dimentichiamo che nel nostro paese c’è una grande differenza fra Nord e Sud… Bisognerà combattere il fatto che i ragazzi del Sud non hanno tutti i servizi di quelli del Nord!”
Poi ammonisce: “Recovery Plan, vuol dire ‘costruzione’, una parola importante, non buttiamola via!”

(continua nella sezione Rassegna stampa) Ginevra Bompiani, Sarantis Thanopulos  Il Manifesto, 27-III-2021

 


Ma per la scuola sicura servono risorse che il governo non vuole investire (Andrea Capocci, Il Manifesto, 27-II-2021)

… un coro di esperti, anche trai più favorevoli alla riapertura delle scuole, ha chiesto di mettere in sicurezza le scuole con un’attività di contact tracing capillare e test a tappeto. Invano. Per riuscirci servirebbero risorse che il premier Draghi ha dimostrato di non voler investire: «In alcuni casi sarà possibile effettuare il test» per gli studenti, ha detto, «ma parlare di azione globale mi sembra eccessivo».

 


Riaccendere i lumi contro l’oscurità del populismo

Isocrazia. La personalità di ciascuno di noi è composta da una sfera razionale e una sfera emotiva. Il nostro comportamento, compreso quello politico, è determinato da un gioco mutevole di entrambe

L’articolo di Stefano Bonaga (il manifesto, 17 marzo), indica giustamente nel populismo il nemico peggiore della «isocrazia» intesa come desiderabile sistema politico, capace di assicurare a tutti una «cittadinanza attiva». Poiché il populismo de-politicizza la società, per sconfiggerlo occorre ri-politicizzarla. L’idea ha stimolato un ampio dibattito su queste pagine cui vorrei contribuire mettendo in luce i meccanismi con cui avviene questa de-politicizzazione e indicando alcune condizioni indispensabili per ri-politicizzare.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Domenico De Masi, Il Manifesto, 27-III-2021

 


Il Pd subalterno al complesso militare industriale

Armi. Temo l’irresponsabilità e il vetero-atlantismo del mio partito che, in piena pandemia e crisi sociale e sanitaria, vuole l’Italia tra i protagonisti globali della corsa agli armamenti

La puntata di lunedì scorso di «Presa Diretta» sulla industria bellica e le spese militari è stata una vera boccata d’ossigeno, un ottimo esempio di servizio pubblico.

Spero davvero che, insieme ai tanti cittadini, l’abbiano vista anche i miei colleghi di partito, perché tutto ciò di cui si è parlato in quella trasmissione li riguarda molto da vicino. In special modo, tutti coloro che hanno ricoperto e che ricoprono posizioni di governo non solo nel ministero della Difesa.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Gian Piero Scanu, Il Manifesto,  27-III-2021

 


Anche le parole sono merci, quelle inglesi valgono di più

Anche le parole sono merci, da gettare sul mercato, da innovare continuamente secondo la logica dell’obsolescenza programmata. È la ratio del capitalismo, che deve riempire di nuove merci, anche solo virtuali, ogni dimensione del tempo e dello spazio.

Parole. Perché la lingua italiana, che custodisce ed esprime uno dei più alti patrimoni culturali dell'umanità, dovrebbe sentirsi nobilitata se tradotta nella lingua inglese?

E invece il fenomeno dell’invadenza dei termini inglesi nella nostra lingua costituisce un problema di notevole rilievo culturale e politico. Premetto che considero l’inglese la lingua franca del nostro tempo, favorisce scambi e rapide comunicazioni internazionali e consente a tanti paesi con lingue «difficili» di uscire dal loro isolamento culturale.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Piero Bevilacqua, Il Manifesto,  26-III-2021

 


La PROPOSTA DI LEGGE POPOLARE CONTRO LA PROPAGANDA FASCISTA E NAZISTA
MAI PIU’ FASCISMO E NAZISMO

«Tutte le idee vanno rispettate. Il fascismo No. Non è un'idea. È la morte di tutte le idee.»
Sandro Pertini

“Io mi sento complice a restare indifferente”, sono le parole del Sindaco Maurizio Verona, primo cittadino di Stazzema piccolo comune in provincia di Lucca.
E le parole del Sindaco acquistano ancora più valore pensando che proprio nel suo comune si consumò, il 12 agosto del 1944, una delle pagine più dolorose della seconda guerra mondiale: l’eccidio di Sant’Anna di Stazzema per mano dei nazifascisti che trucidarono 560 civili, tra i quali 130 bambini.
E proprio qui prende vita il 27 dicembre del 2017, a 70 anni dalla promulgazione della Costituzione Italiana, l’Anagrafe Antifascista: una comunità virtuale fatta da cittadini che si riconoscono nei principi enunciati della Carta di Stazzema che riafferma i valori rappresentati della nostra Costituzione antifascista.
L’Anagrafe Online Antifascista - come spiega il Sindaco Verona promotore dell’iniziativa - è accessibile a tutti a prescindere dalla residenza. Iscriversi significa entrare a far parte di una città virtuale che si ritrova nei valori della resistenza e dell’antifascismo.

 

(continua nella sezione Rassegna stampa)

 

 


Giustizia insieme

19 marzo 2021: in ricordo di Guido Galli, a 41 anni dalla sua scomparsa

di Armando Spataro

“Non eroi perché sono morti, ma perché hanno voluto capire e conoscere con ostinazione”.

https://www.giustiziainsieme.it/it/attualita-2/1623-19-marzo-2021-in-ricordo-di-guido-galli-a-41-anni-dalla-sua-scomparsa-di-armando-spataro

Sommario:1. Una breve premessa. 2. Gli “anni di piombo”, l’organizzazione degli uffici giudiziari, la conoscenza di Guido Galli. 3. Il giudice istruttore, l’accademico, l’ex pubblico ministero, l’impegno associativo. 4.La Val Brembana e l’inchiesta itinerante 5. La risposta istituzionale al terrorismo 6. Il trasferimento incompiuto di Guido Galli alla Procura della Repubblica di Milano 7.L’omicidio nell’Università. 8. L’arresto degli assassini. 9. L’arresto di Sergio Segio, il capo di Prima Linea. 10. Le parole del volantino di rivendicazione dell’omicidio di Guido Galli e quelle dei suoi familiari. 11. Ricordi, dolore e rabbia.

Da Wikipedia: Guido Galli (Bergamo, 28 giugno 1932 - Milano, 19 marzo 1980) era un magistrato e accademico italiano, docente di criminologia, che venne assassinato il 19 marzo 1980 a Milano, da un nucleo armato di Prima Linea, gruppo armato di estrema sinistra molto attivo durante gli anni di piombo, a causa della sua azione di magistrato contro il terrorismo in quanto fu lui infatti a concludere la prima maxi-inchiesta partita nel settembre del 1978…

 


Intervista a Gherardo Colombo sull'indagine P2

Il 17 marzo 1981 partiva l'indagine sulla Loggia P2. Quaranta anni dopo, Ezia Maccora ne parla con Gherardo Colombo, protagonista, insieme a Giuliano Turone, di una delle indagini più importanti della storia del nostro Paese e delle sue Istituzioni.

(continua nella sezione Rassegna stampa) a cura di Ezia Maccora, vicedirettrice di Questione Giustizia, presidente aggiunto gip Tribunale Milano, 17-III-2021

 


L’EGUAGLIANZA DI GENERE: UN TEST PER LA DEMOCRAZIA

La giornata dell’otto marzo ci richiama ad una riflessione non formale sui diritti e sulla democrazia

(continua nella sezione Rassegna stampa) Mariarosaria Guglielmi, Segretaria generale di Magistratura democratica, 8-III-2021

 


Il sociologo che raccontava un altro Sud

Franco Cassano. Scompare la voce critica che non accettava che il Mezzogiorno fosse raccontato dal Nord «in ritardo» su modernizzazione e regole dello sviluppo insostenibile

(continua nella sezione Rassegna stampa) Enzo Scandurra, 25-II-2021

 


Gianni Ferrara, il prezioso militante di «Pace e Guerra»

Gianni Ferrara è stato un grande giurista e a parlare dei suoi meriti in questo campo è giusto che siano i suoi colleghi e i suoi tantissimi allievi, molti ormai noti anche loro.

Ma non vorrei si scordasse Gianni Ferrara militante, che è quello di cui io sono diventata amica e delle cui specifiche virtù sono stata per quasi cinque anni – 1980-85 – testimone diretta: quando Gianni fu fra i membri più attivi della redazione di Pace e guerra, prima mensile, diretto da Rodotà e da me ma anche da Claudio Napoleoni, poi settimanale, quando alla direzione si aggiunse Michelangelo Notarianni (Claudio,non più deputato,si era «ritirato» a Biella). Voglio dire che in quegli anni il suo contributo non fu solo politico e culturale, ma anche puntuale nelle tante cose necessarie che non sfuggivano ad un compagno che si preoccupava dell’intera impresa, che si «faceva carico», anche nei modi elementari ma essenziali, dell’uscita del giornale.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Luciana Castellina, Il Manifesto, 23-II-2021

 


Draghi, i troppi non-detto sulla politica estera e sulla Ue

La grande impresa. La Nato è stata responsabile di almeno due guerre negli ultimi 20 anni che hanno coinvolto l’Europa. Smettiamola con la favola del fatto che ha «garantito la pace»: ha esportato la guerra, in Libia, nei Balcani, in Medio oriente.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Tommaso Di Francesco, Il Manifesto, 21-II- 2021

 


Il governo e il Paese

Più che sulla composizione del governo Draghi, la quale merita certamente una riflessione a sé, vorrei appuntare l'attenzione sulla funzione disvelatrice dell'intera operazione che ha avuto protagonista l'ex presidente della BCE. Non senza tuttavia mostrare stupore di fronte alla nomina di Mara Carfagna a titolare del Ministero per il Mezzogiorno. E' evidente che quel nome e quella collocazione rispondono al dosaggio spartitorio che ha ispirato la composizione del governo. Ma non possiamo non chiederci: è questo il rilievo che il nuovo governo assegna a questa vasta parte del paese, devastata da una disoccupazione cronica che la pandemia ha reso disperata , soprattutto per le donne e per i giovani, dalla povertà di centinaia di migliaia di famiglie, alle prese con una sanità inadeguata, con un sistema scolastico e universitario fra i più penalizzati d'Italia, con un territorio che va in rovina ad ogni evento climatico avverso?

(continua nella sezione Rassegna stampa) Piero Bevilacqua, Il Manifesto, 14-II-2021

 


Un governo senza colore politico, è la politica senza il consenso

Nuovo governo. Di centrosinistra, giallo-rosso o giallo-verde, arcobaleno, millefiori o incolore: il Governo Draghi nasce e prospera in un mondo dove i colori non fanno differenza, nella notte dove tutti i gatti sono grigi.
L’appello di Mattarella “a tutte le forze politiche presenti in Parlamento perché conferiscano la fiducia a un Governo di alto profilo, che non debba identificarsi con alcuna formula politica» è stato interpretato come un richiamo all’indifferenza politico-cromatica della maggioranza parlamentare che deve concedere la fiducia all’esecutivo.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Filippo Barbera, Il Manifesto, 12-II-2021

 


Gianni Ferrara, il prezioso militante di «Pace e Guerra»

Gianni Ferrara è stato un grande giurista e a parlare dei suoi meriti in questo campo è giusto che siano i suoi colleghi e i suoi tantissimi allievi, molti ormai noti anche loro.
Ma non vorrei si scordasse Gianni Ferrara militante, che è quello di cui io sono diventata amica e delle cui specifiche virtù sono stata per quasi cinque anni – 1980-85 – testimone diretta: quando Gianni fu fra i membri più attivi della redazione di Pace e guerra, prima mensile, diretto da Rodotà e da me ma anche da Claudio Napoleoni, poi settimanale, quando alla direzione si aggiunse Michelangelo Notarianni (Claudio, non più deputato, sì era «ritirato» a Biella). Voglio dire che in quegli anni il suo contributo non fu solo politico e culturale, ma anche puntuale nelle tante cose necessarie che non sfuggivano ad un compagno che si preoccupava dell’intera impresa, che si «faceva carico», anche nei modi elementari ma essenziali, dell’uscita del giornale.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Luciana Castellina , Il Manifesto, 23-II-2021

 


Draghi, i troppi non-detto sulla politica estera e sulla Ue

La grande impresa. La Nato è stata responsabile di almeno due guerre negli ultimi 20 anni che hanno coinvolto l’Europa. Smettiamola con la favola del fatto che ha «garantito la pace»: ha esportato la guerra, in Libia, nei Balcani, in Medio Oriente.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Tommaso Di Francesco, Il Manifesto, 21-II-2021

 


Il governo e il Paese

Più che sulla composizione del governo Draghi, la quale merita certamente una riflessione a sé, vorrei appuntare l'attenzione sulla funzione disvelatrice dell'intera operazione che ha avuto protagonista l'ex presidente della BCE. Non senza tuttavia mostrare stupore di fronte alla nomina di Mara Carfagna a titolare del Ministero per il Mezzogiorno. È evidente che quel nome e quella collocazione rispondono al dosaggio spartitorio che ha ispirato la composizione del governo. Ma non possiamo non chiederci: è questo il rilievo che il nuovo governo assegna a questa vasta parte del paese, devastata da una disoccupazione cronica che la pandemia ha reso disperata, soprattutto per le donne e per i giovani, dalla povertà di centinaia di migliaia di famiglie, alle prese con una sanità inadeguata, con un sistema scolastico e universitario fra i più penalizzati d'Italia, con un territorio che va in rovina ad ogni evento climatico avverso?

(continua nella sezione Rassegna stampa) Piero Bevilacqua, Il Manifesto, 14-II-2021


Un governo senza colore politico è la politica senza il consenso

Nuovo governo. Di centrosinistra, giallo-rosso o giallo-verde, arcobaleno, millefiori o incolore: il Governo Draghi nasce e prospera in un mondo dove i colori non fanno differenza, nella notte dove tutti i gatti sono grigi.
L’appello di Mattarella “a tutte le forze politiche presenti in Parlamento perché conferiscano la fiducia a un Governo di alto profilo, che non debba identificarsi con alcuna formula politica» è stato interpretato come un richiamo all’indifferenza politico-cromatica della maggioranza parlamentare che deve concedere la fiducia all’esecutivo.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Filippo Barbera, Il Manifesto, 12-II-2021

 


Associazione Nazionale Magistrati – Sez. Distrettuale Abruzzese

 

Associazione Chieti nuova 3 febbraio

in collaborazione

con la Scuola Media “Franceso Paolo Michetti” – Francavilla a mare

 

XXVIII Corso di Educazione Legalità nelle Scuole Medie di Chieti e provincia

Con la Costituzione il superamento delle disuguaglianze

 

 

10 febbraio 2021

dalle ore 10.00 alle ore12.00

 

Immigrazione e sicurezza

secondo incontro online con il magistrato

Armando Spataro

 

Partecipano le Scuole Medie di CHIETI V. Antonelli, G. Chiarini-C. de Lollis, G. F.Vicentini; di FARA FILIORUM PETRI-sedi annesse di Casacanditella, Casalincontrada, Rapino, Roccamontepiano; di FRANCAVILLA A MARE Francesco Paolo Michetti; di RIPA TEATINA-Torrevecchia Teatina M. Buonarroti; di SAN GIOVANNI TEATINO G. Galilei

 

Info: www.chietinuova3febbraio.it; facebook.com/chietinuova3febbraio

 


Cara Costituzione,

Sento proprio il bisogno di scriverti una lettera, anzitutto per ringraziarti di quello che rappresenti da tanto tempo per tutti noi. Hai quasi 75 anni, ma li porti benissimo! Ti voglio chiedere aiuto, perché siamo in un momento difficile e quando l’Italia, la nostra patria, ha problemi, sento che abbiamo bisogno di te per ricordare da dove veniamo e per scegliere da che parte andare. E poi che cosa ci serve litigare quando si deve costruire?

 

(continua nella sezione Rassegna stampa) Matteo Zuppi, Cardinale di Bologna

 


3 febbraio 2021- 2 febbraio 1993
Per superare, senza dimenticare, le ragioni che hanno portato ai gravi fatti del 2 febbraio 1993


Ricordiamo a chi c’era e facciamo sapere a chi non sa che il 2 febbraio 1993 furono arrestati alcuni assessori e dipendenti comunali, con l’accusa di concussione, abuso e falso ideologico in atti di ufficio. Alcuni giorni dopo, venne arrestato anche il sindaco.
Dopo l’epilogo del Comitato per lo scioglimento del Consiglio Comunale, composto da partiti, sindacati, associazioni, gruppi spontanei e l’indizione di nuove elezioni, alcuni decisero di dar vita all’associazione denominata Chieti nuova 3 febbraio, perché dal suo nome si comprendesse immediatamente la speranza del giorno dopo.
A ventotto anni di distanza, noi continuiamo a lavorare con costanza e tenacia, convinti che sia nostro dovere esercitare il mestiere di cittadini attraverso la partecipazione attiva, critica, responsabile alla vita della nostra Comunità.
La pandemia ha dimostrato nella sua tragicità quanto sia essenziale il ruolo dello Stato e delle Istituzioni, che sono credibili solo se rispondono con lungimiranza, puntualità ed efficienza ai bisogni della collettività. La penuria di investimenti statali nella sanità, nella  scuola, nell’Università, nella ricerca, l’impoverimento dei Comuni e delle attività economiche, la considerazione del lavoro non più come un diritto, ma come un favore, la cancellazione dello stato sociale, già presenti, sono accelerati ed evidenziati nella situazione attuale. Esemplare, è, a questo proposito, la questione dei vaccini! 
Nel futuro, se non agiamo tutti insieme, ripensando il tipo di società, in cui vogliamo vivere, ci troveremo di fronte alla crescita feroce delle disuguaglianze e al peggioramento delle condizioni climatiche.
Siamo vigili, attenti, operosi! Rivendichiamo che la Politica metta al primo posto il bene comune! Traduciamo nella vita quotidiana i Principi scritti nella Costituzione!

 


Associazione Nazionale Magistrati – Sezione Abruzzese

Associazione Chieti nuova 3 febbraio


in collaborazione con la Scuola Media “F.P. Michetti” – Francavilla a mare

XXVIII Corso di Educazione Legalità nelle Scuole Medie di Chieti e provincia – on line


Con la Costituzione il superamento delle disuguaglianze – febbraio-marzo 2021


PROGRAMMA  a. s. 2020 – 2021:

-interventi online del magistrato Armando Spataro per tutte le Scuole:

3 febbraio, ore 10.00, “La Giustizia nella Costituzione”;

10 febbraio, ore 10.00, “Immigrazione e sicurezza”.


Per le domande da porre al relatore, si invitano  i docenti a prepararne  una per Scuola e ad inviarla a Chieti nuova 3 febbraio almeno tre giorni prima di ogni appuntamento.



-intervento online, per tutte le Scuole, sull’argomento:

“La cittadinanza digitale è garanzia di Uguaglianza?”

 

Prevede l’intervento dei magistrati Bellelli e Zaccagnini, della dirigente Elisabetta Narciso e di un esperto della Polizia Postale.

Per le domande da porre ai relatori, si invitano  i docenti a prepararne  una per Scuola e ad inviarla a Chieti nuova 3 febbraio almeno tre giorni prima di ogni appuntamento.


-intervento online di ciascun magistrato nella/e Scuola/e  assegnata/e: Antonelli di Chieti; G.Chiarini-C. de Lollis di Chieti;; F. Vicentini di Chieti; F. Paolo Michetti di Francavilla a mare; Fara Filiorum Petri e scuole annesse; M. Buonarroti di Ripa -Torrevecchia Teatina; G. Galilei di San Giovanni Teatino.

Ogni magistrato, per fissare la data dell’incontro virtuale, prenderà direttamente contatti telefonici con il referente della/e Scuola/e assegnata/e, che, indetta la riunione e creati  i link, provvederà a comunicarli ai relatori.
Maria Rosaria Grazioso, coordinatrice dei Corsi


Informazioni: Chieti nuova 3 febbraio,  Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. www.chietinuova3febbraio.it;
facebook.com/chietinuova3febbraio; Cell. 347 4521937

 

 


Per problemi tecnici, l'incontro di domani 28 gennaio è  rinviato a giovedì 4 febbraio, sempre alle ore 10.00. Ce ne scusiamo.

 


Associazione Chieti nuova 3 febbraio

Istituto Tecnico “Ferdinando Galiani – Romualdo de Sterlich”, Istituto di Istruzione Superiore “Luigi di Savoia”, Istituto Professionale “Umberto Pomilio”, in collaborazione con l’associazione UNITRE – Chieti

“Il Calendario della Repubblica-Il Dovere della Memoria”

edizione online, a.s. 2020-2021

Per il GIORNO della MEMORIA

con lo storico Costantino Di Sante

il 28 gennaio 2021, ore 10.00

narrazione e riflessione su quanto accaduto ai militari italiani deportati nei campi di concentramento nazisti (art. 2 della legge n. 211, 20 luglio 2000, sulla Istituzione del Giorno della Memoria)

Visibile su youtube

 


Legge 20 luglio 2000, n. 211

 

"Istituzione del "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti"
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 177 del 31 luglio 2000

Art. 1.
1. La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.


Art. 2.

1. In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere.

 


La guerra civile all’interno dei repubblicani

Scenari. A Washington si aggiustano i vetri rotti e si cerca di limitare la portata politica dell’episodio. Ma sarebbe fatale dimenticare la dimensione violenta del potere e la determinazione con cui il gangster della Casa Bianca ha cercato di mantenervisi, aiutato in questo dalla stragrande maggioranza dei repubblicani

E adesso? Il 6 gennaio abbiamo visto un assalto postmoderno al potere, uno spettacolo violento e buffonesco che non avveniva a Disneyland, capitale mondiale dell’intrattenimento, ma a Washington, mentre il mondo intero restava incollato agli schermi che trasmettevano le immagini in diretta. Ed erano immagini più rivelatrici delle decine di libri su Trump scritti negli ultimi quattro anni.

Per esempio, c’era tizio travestito da sciamano Sioux, con due corna sulla testa, però la faccia non era dipinta con i colori di guerra dei nativi americani ma con il bianco-rosso-blu della bandiera a stelle e strisce. Si trattava di tale Jake Angeli, uno degli squadristi di Trump noto per la sua propaganda a favore di QAnon, una setta paranoica ma politicamente influente: ha perfino una deputata in Congresso.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Fabrizio Tonello, Il Manifesto, 8-I-2021

 

 


Associazione Chieti Nuova 3 Febbraio

 

Jazz per le feste - Parole e musiche, con Stefano Zenni

Lunedì 4/1/2021, ore 21 - durata: 60'

What a Wonderful Voice. La rivoluzione canora di Louis Armstrong

Oltre ad essere stato il padre del solismo jazz, Armstrong ha fondato la moderna concezione del canto jazz e pop, ha rivoluzionato l’estetica della voce e fondato la tecnica dello scat singing. Nella sua lunga carriera ha esplorato forme e stili di vocalità molto diversi e manipolato parole e significati con esisti e sottintesi sorprendenti, che risuonano nella musica d’oggi. Scopriamo insieme lo stupefacente mondo vocale di Satchmo.

Link Zoom: https://us02web.zoom.us/j/87311103465...

La password è:  149499

Le conferenze sono gratuite e si tengono sulla piattaforma Zoom. E’ consentito un numero massimo di 100 partecipanti.

 

Per partecipare:

Scaricare il software gratuito Zoom da www.zoom.us -> menù Risorse e installarlo.

Cliccare sul link sotto la descrizione della conferenza. Si aprirà Zoom. Se richiesto, digitare la password.

Assicurarsi di avere audio e video disattivati, controllando le icone in basso a sinistra nella finestra di Zoom.

Per una buona resa audio, è consigliato ascoltare la musica non dal computer ma, se disponibile, da un impianto audio o con le cuffie.

 

 


Testo integrale del messaggio di fine d’anno del Presidente della Repubblica

 

Care concittadine e cari concittadini, avvicinandosi questo tradizionale appuntamento di fine anno, ho avvertito la difficoltà di trovare le parole adatte per esprimere a ciascuno di voi un pensiero augurale.

Sono giorni, questi, in cui convivono angoscia e speranza. La pandemia che stiamo affrontando mette a rischio le nostre esistenze, ferisce il nostro modo di vivere.

Vorremmo tornare a essere immersi in realtà e in esperienze che ci sono consuete. Ad avere ospedali non investiti dall’emergenza. Scuole e Università aperte, per i nostri bambini e i nostri giovani. Anziani non più isolati per necessità e precauzione. Fabbriche, teatri, ristoranti, negozi pienamente funzionanti. Trasporti regolari. Normali contatti con i Paesi a noi vicini e con i più lontani, con i quali abbiamo costruito relazioni in tutti questi anni.

Aspiriamo a riappropriarci della nostra vita.

 

(continua nella sezione Rassegna stampa)

 

 


Jazz per le Feste

 

Parole e musiche

con Stefano Zenni

30/12/2020, ore 21.00 - durata: 60'

The Sound of Jazz: cos’è il “suono” del jazz

 

Quando ascoltiamo un sassofonista o un trombettista capiamo subito se è un musicista di formazione classica o jazz. Un cantante lirico è ben diverso da un cantante jazz. In una big band o in un gruppo con la chitarra elettrica riconosciamo subito una matrice culturale afroamericana. Cosa rende il suono del jazz diverso dagli altri suoni? I jazzisti manipolano il suono della voce e degli strumenti: perché? E per ottenere cosa?

Link Zoom: https://us02web.zoom.us/j/84902417246...
Password: 034822

Gli incontri sono gratuiti e si tengono sulla piattaforma Zoom.
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BUON NATALE!

Auguriamoci di non perdere il nostro essere umani

Auguriamoci di non perdere la dignità, la libertà, l’uguaglianza

Auguriamoci di non perdere il rispetto di noi stessi e dell’altro e  la bellezza dello stare insieme

Auguriamoci di saper ripartire, dopo l’emergenza sanitaria,  con proposte e progetti organici, che tengano conto degli errori e dei guasti compiuti nel passato, delle loro cause e degli effetti della  pandemia.


“Occorreranno creatività e, soprattutto, capacità di visione”, dice il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, aggiungendo che la politica ha sempre  bisogno di annodare i fili con il pensiero, la cultura e gli ideali. Senza di essi smarrisce il suo connotato fondamentale di guida e di servizio della comunità e rischia di degradare, allontanando i cittadini dalla partecipazione pubblica”

 


Coordinamento per la Democrazia Costituzionale

Non è accettabile un regionalismo non solidale

Il Ddl sull’autonomia differenziata non venga votato come collegato alle legge di bilancio. Serve un ampio e approfondito dibattito parlamentare

Lettera-appello del Coordinamento per la democrazia costituzionale, della Fondazione Einaudi, dell’Arci, della Cgil e di NOstra. Di seguito il testo del comunicato stampa:

Con una lettera-appello inviata al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Camera e Senato, al Presidente del Consiglio, ai ministri Gualtieri, Boccia e Provenzano, ai presidenti delle Regioni e delle Province autonome, ai Presidenti dei Gruppi parlamentari di Camera e Senato, a tutti i deputati e senatori, Massimo Villone, presidente del CDC, Giuseppe Benedetto, presidente della Fondazione Einaudi, Francesca Chiavacci, presidente Arci, Rossana Dettori, segretaria confederale Cgil, Jacopo Ricci, presidente di NOstra ritengono indispensabile un ampio e approfondito dibattito parlamentare per definire i limiti da osservare nell’attribuzione di “forme e condizioni particolari di autonomia”, con un pieno coinvolgimento delle assemblee elettive nelle decisioni di merito.

La preannunciata legge-quadro sull’autonomia differenziata, da votare come ddl collegato alla legge di bilancio, non è stata ancora presentata e questo induce a sperare che si apra un procedimento diverso da quello seguito sin qui, superando i limiti della trattativa tra Governo e singole Regioni, che favorisce gli egoismi territoriali, a scapito della salvaguardia dell’interesse nazionale e dell’uguaglianza dei diritti.

A differenza di quanto dichiarato dal ministro Boccia, noi riteniamo che proprio l’emergenza Covid dimostra quanto sia stato sbagliato indebolire le potenzialità del servizio sanitario nazionale, come attestano le differenze che emergono tra le Regioni nella capacità di rispondere adeguatamente alla pandemia. La salute è un diritto fondamentale e la sua tutela richiede un accentramento delle competenze in materia, senza lasciare spazio a localismi inadeguati a far fronte a problemi di questa portata.

Chiediamo quindi che sul tema dell’autonomia differenziata si evitino forzature, si rinunci a farla votare come collegato alla finanziaria, si promuova nel Paese un’ampia discussione nel merito e si affidino al Parlamento il dibattito e le decisioni sul provvedimento.

(Il testo integrale dell'appello nella sezione Documenti del sito del coordinamento)

 


È ora che paghino i ricchi

Governare significa scegliere da quale punto osservare il mondo, e la pandemia obbliga a decidere se questo modello economico-sociale deve proseguire.

 

(continua nella sezione Rassegna stampa) Marco Bersani, 28.11.2020 Nuova Finanza Pubblica


NORIMBERGA, IL PROCESSO ADESSO E’FINITO

Siamo tornati nell’aula 600, dove 75 anni fa furono giudicati i boia del terzo Reich, Dopo decenni di rimozione, la Germania non ha più paura del suo passato più buio. E lo mette in mostra (oggi, nuovo Museo nel tribunale di Norimberga).

(continua nella sezione Rassegna stampa) Tonia  Mastrobuoni, Venerdì di Repubblica, 13 novembre 2020

 

 


Cara Ministra, le racconto la giornata di un’insegnante

Gentile Ministra Azzolina

mi chiamo Stefania Vichi, sono una docente di un istituto di secondo grado e sono veramente stanca della condizione di insegnamento in cui mi trovo ad operare in questo anno scolastico.

Le basti pensare che è sabato, ho terminato le mie lezioni in DDI e sono imbufalita tanto da rovinarmi pure il tempo libero che ho davanti, e che tra l’altro dovrei occupare lavorando per la scuola.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Stefania Vichi, Il Manifesto, 21-XI-2020

 


Per Joe Biden andrà (quasi) tutto bene

Il testacoda di Trump. I repubblicani nella società americana sono un partito strutturalmente minoritario per ragioni demografiche: le donne, che rappresentano il 52% dell’elettorato, votano per i democratici 15 punti percentuali in più che per i repubblicani (57% contro 42%). Le minoranze etniche crescono di numero e tendono a votare democratico.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Fabrizio Tonello, Il Manifesto, 13-XI-2020

 


La «continuità» dello Stato come ordinaria procedura

Polizia e G8 di Genova. Le promozioni dei poliziotti condannati per i fatti di Genova danneggiano la credibilità delle istituzioni

Nel 1968 all’indomani di violenze di polizia contro il movimento studentesco, Giancarlo Pajetta dichiarò: «Quelli che hanno ordinato l’attacco contro gli studenti, che li hanno fatti bastonare, che li hanno portati in questura, non sono uomini nuovi. Sono quelli del 1964, quelli del 1960. Un generale dei carabinieri che preparava campi di concentramento adesso comanda un po’ di più; un generale di brigata è diventato generale di divisione; il generale che ha falsificato i documenti perché il processo andasse com’è andato, quello è stato promosso ha ricevuto una stella di più. Una stella al merito della menzogna».

(continua nella sezione Rassegna stampa) Davide Conti, Il Manifesto, 13-XI-2020


Il conflitto di interessi mette la maschera del Covid

Governo e Mediaset. In attesa delle decisioni del tribunale amministrativo sul ricorso presentato, ecco che entra in scena un emendamento incredibile, costruito su misura per evitare problemi alle imprese di Silvio Berlusconi.
Sembrava impossibile, ma se c’è di mezzo Mediaset l’immaginazione non basta. La relatrice del decreto sul Covid (Valeria Valente, Pd) ha annunciato la presentazione, dopo accoglimento in commissione Affari Costituzionali, dell’emendamento di cui si vociferava. E del quale, però, anche i più tenaci antiberlusconiani non supponevano l’inveramento. Emendamento che, però, in serata è stato persino approvato a dispetto dei santi.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Vincenzo Vita, Il Manifesto, 12-XI-2020

 


Bartolomeo Sorge
“Quando la politica perde i suoi valori, perde la sua anima”

“È proprio nella globalizzazione che abbiamo bisogno di un nuovo umanesimo”. Incontro con Bartolomeo Sorge

Bartolomeo Sorge (1929-2020) è un gesuita italiano e studioso cattolico, attivo fin dai tempi di Papa Giovanni XXIII e del Concilio Vaticano II. L'intervista è stata condotta da Jörg Nies, che ha studiato filosofia e teologia e nel 2011 è entrato nell'ordine dei gesuiti. Attualmente fa parte della comunità dei gesuiti di Stoccolma.

 

(continua nella sezione Rassegna stampa) Traduzione: Soledad Ugolinelli, giugno 2020

 


Siamo fuori fase, il lavoro è fuori mercato

Covid. Bisogna garantire un reddito di base capace di proteggere ogni lavoratore occupato ma anche ogni disoccupato: dai danni della pandemia ma anche dal bisogno e dai ricatti del lavoro.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Tommaso Di Francesco,  Il Manifesto, 27-X-2020

 


Chiusure alle 18, nel Dpcm giro di vite per bar e ristoranti

Stato di emergenza. Il lungo vertice del governo alle prese con le nuove restrizioni. Scontro con le Regioni.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Andrea Colombo,  Il Manifesto, 25-X-2020


40 anni fa la sconfitta operaia alla Fiat che pesa ancora oggi

I 35 giorni alla Fiat. Il 14 ottobre del 1980 la «marcia dei 40mila», il 15 il Consiglio di fabbrica presentò la «storia» della lotta ai vertici sindacali, il 16 l’accordo, respinto, venne dichiarato approvato.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Marco Revelli, Il Manifesto,15-X-2020

 


Ma quale storia torna indietro?

Ma la storia sta dando segni di un ritorno all'indietro, scrive papa Francesco ad avvio della sua enciclica Fratelli tutti, esprimendo un' impressione che domina oggi l'immaginario collettivo. Negli ultimi tre decenni si è aperto il vaso di Pandora da cui sono usciti odi e fanatismi dimenticati, l'individualismo sfrenato ha disfatto il tessuto delle relazioni umane, la competizione è diventata la regola di ogni rapporto fra le persone come fra i gruppi e gli stati, i conflitti politici e le dispute territoriali si trasformano in guerre sanguinose.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Piero Bevilacqua, Il Manifesto, 21-X-2020


La priorità della solidarietà, Francesco alla resa dei conti

L’enciclica «Fratelli tutti» condanna il neoliberismo e mette a fuoco la necessità di sovvertire i rapporti sociali vigenti. Se n’è accorta solo la destra reazionaria.

 

(continua nella sezione Rassegna stampa) Guido Viale , Il Manifesto,10-X-2020

 


Papa Francesco indica l’ultima carta per cambiare il paradigma dell’umano

Fratelli tutti. Poiché è sull’amore, questa è un’enciclica laica, di una straordinaria laicità, perché l’amore non si lascia irretire in un solo stampo, in un unico codice.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Raniero La Valle, Il Manifesto, 7-X-2020

 


Ballottaggio del 4 e del 5 ottobre 2020

Il nuovo Sindaco di Chieti Piero Diego Ferrara

è stato eletto con voti 12.403 (55,85%)

Lo sfidante Fabrizio Di Stefano ha totalizzato 9.806 voti (44,15%); L’affluenza è stata del 51,64 %; Schede bianche 105; Schede nulle 334; Contestate 2. Fonte: Il Messaggero

 

 


 

Magistratura democratica

Roma, 5 ottobre 2020

È scomparsa Carla Nespolo.

Ci rimangono accanto, come preziosi compagni di viaggio, la passione, l’intelligenza e il sentimento con cui lei, prima donna Presidente dell’Anpi, ha saputo raccogliere e trasmettere i valori dell’antifascismo e della Resistenza.

La sua Presidenza era un passaggio inevitabile e difficile per l’Anpi: per la prima volta alla guida dell’associazione si veniva a trovare una persona che non aveva partecipato alla Resistenza. Carla Nespolo ha saputo far fare a tutti noi questo salto nel modo migliore, educandoci, da vera insegnante, alla permanente necessità di lottare per i valori della Costituzione e per la liberazione dai fantasmi ritornanti di ogni tirannia dell’uomo sull’uomo.

 


Il silenzio dell’università e le responsabilità del ceto politico

Saperi. Schiacciato dall’ideologia produttivistica e dalla precarietà, dal mondo dell’università non può più venire alcun moto di ribellione. Deve muoversi con urgenza il governo.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Piero Bevilacqua, Il Manifesto, 2-X-2020

 


Rossana Rossanda

 

Il suo insegnamento è il valore fondante dell’uguaglianza

Una grande storia . Le leggi non scritte di Rossana, come spesso diceva, sono le tre parole della Rivoluzione francese, da lei concepite come tra loro strettamente connesse

(continua nella sezione Rassegna stampa) Luigi Ferrajoli , Il Manifesto, 24-IX-2020

 


RISULTATI del Referendum 2020

 

Chieti: Sì, 75,36%; No, 24,64%

Abruzzo: Sì, 73,76%; No, 26,24%

Italia: Sì, 69,5%; No,30,4%


Comitato Nazionale per il no al taglio del Parlamento

LA BATTAGLIA DEL NO NON FINISCE QUI

Dichiarazione di Massimo Villone, presidente del Comitato per il No al taglio del Parlamento

Vogliamo in primo luogo ringraziare le cittadine e i cittadini che hanno scelto di contribuire con il loro impegno a un risultato del No comunque importante.
L’ampio vantaggio conseguito dal Si nel voto referendario non cancella la debolezza degli argomenti portati a sostegno. I risparmi risibili, i confronti con l’estero falsati e fuorvianti, i guadagni di efficienza indimostrati e indimostrabili rimangono tal quali.
Parimenti rimangono i danni certi alla rappresentanza di regioni piccole e medie e forze politiche minori. La battaglia del No era giusta. I correttivi già concordati per quella che quasi tutti – meno M5S – definiscono una riforma pessima o addirittura pericolosa e potenzialmente devastante non si sa se giungeranno mai al traguardo. L’istituzione parlamento ne esce comunque indebolita.
Guadagnano invece visibilità e peso politico i “governatori”, già in evidenza per le incertezze di Palazzo Chigi nella crisi Covid, affrontata privilegiando la concertazione tra esecutivi a danno delle Camere. Bisognerà fare grande attenzione a che le ulteriori riforme che molti auspicano non prendano una strada sbagliata, stravolgendo la Costituzione. Non manca chi potrebbe vedere in un parlamento indebolito l’occasione per puntare al sindaco d’Italia, o all’Italia delle repubblichette. Non è certo un caso che Zaia trionfante abbia immediatamente dichiarato che unico interesse dei veneti è l’autonomia (differenziata).

 


Elezioni 2020
Quante mezze vittorie, in un paese azzoppato

Dopo il voto. A sinistra bisognerebbe capire di che vittoria stiamo parlando. Perché due dei vincitori, De Luca ed Emiliano, giocano una partita politica in proprio. C’è una questione che riguarda le organizzazioni a sinistra del Pd. A fronte di un non marginale ruolo all’interno del governo, la loro presenza sui territori lascia sconcertati

(continua nella sezione Rassegna stampa) Norma Rangeri, Il Manifesto, 23-IX-2020

 


Riflessioni di Roberto Leombroni

Risultati elezioni amministrative

Come giudicare complessivamente i risultati elettorali dell’election day del 20-21 settembre?

Sono francamente in forte difficoltà, in quanto i miei umori oscillano paurosamente tra i due estremi della speranza e dello scoramento. Provo a dare un ordine ai miei pensieri.

 

(continua nella sezione Rassegna stampa)

 


COMUNICATO

La videoconferenza si svolgerà sulla piattaforma Google meet

Il codice sarà inviato alle ore 16.45 di venerdì 18 settembre sulla pagina fb del Comitato di Chieti:  www.facebook.com/Salviamo-la-Costituzione-Comitato-di-Chieti

 

“Per difendere il futuro”, come detto dal professor Massimo Villone, in nome di una  informazione chiara e corretta che spieghi i contenuti, le cause e le conseguenze del referendum 20 e 21 settembre 2020, per il quale non è previsto il quorum, Venerdì 18 settembre, alle ore 17,45, in videoconferenza, Massimo Villone, professore emerito di Diritto costituzionale nell'Università degli Studi di Napoli "Federico II", presidente del Comitato per il no al taglio del Parlamento, parlerà  delle Ragioni del No alla riduzione  del numero dei parlamentari.

A coloro che motivano la legge di revisione costituzionale dal titolo “Modifiche agli articoli 56, 57, 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari” con le necessità del taglio alle spese e del recupero della efficienza, rispondiamo nel modo seguente:

si trovano altre forme per risparmiare, l’efficienza si ottiene con la riforma della legge elettorale e dei regolamenti, con l’elezione di più parlamentari capaci “intellettualmente, moralmente, tecnicamente”, consapevoli della  loro funzione, reali rappresentanti dei cittadini che li eleggono, fedeli alla Costituzione e non ai capi dei partiti. Rivendichiamo la centralità del Parlamento!

Anche dopo il voto, per superare il senso di impotenza, di sfiducia, di rassegnazione di tanti, urge confrontarsi, discutere, sulla situazione generale dell’Italia, sui temi della democrazia parlamentare e della rappresentanza politica. Non dimentichiamo mai quanto affermato dalla banca Morgan, nel 2013, sulla necessità di cambiare  le Costituzioni europee, ritenute troppo socialiste!

 

A cura del Comitato di Chieti “Salviamo la Costituzione: Aggiornarla, Applicarla, non Demolirla”, creato nel 2005 – aderente al Coordinamento per la Democrazia Costituzionale

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COMITATO
SALVIAMO LA COSTITUZIONE

Aggiornarla, Applicarla, Non Demolirla

CHIETI

Il 20 e il 21 settembre 2020
Votiamo NO

nel Referendum per il taglio del numero dei Parlamentari

INFORMAZIONI:

AreaDG sulla riduzione del numero dei parlamentari

A breve i cittadini italiani saranno chiamati  a pronunciarsi  con  referendum confermativo sulla legge di revisione costituzionale dal titolo: "Modifiche agli artt. 56,57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari". La legge n. 249/2019 prevede un drastico taglio, pari a 36,5%, dei componenti  di Camera e Senato, che passano  rispettivamente da 630 a 400,  da 315 a 200, fissa a cinque il numero dei senatori a vita, riduce da 6 a 4 il numero dei senatori eleggibili nella circoscrizione Estero, abbassa a 3 il numero di  minimo di senatori assegnato ad ogni regione, con l’eccezione del Molise e Valle d’Aosta per le quali il numero minimo di senatori è fissato rispettivamente a 2 ed 1,  mentre le province autonome di Trento e Bolzano sono equiparate alle regioni e per esse il numero minimo è fissato a 3 per ciascuna provincia.  Si tratta di un referendum confermativo per il quale non è previsto un quorum: a prescindere dalla partecipazione al voto, se dovessero prevalere i “SI” , con le prossime elezioni, le rappresentanze parlamentari saranno ridotte di oltre un terzo e ciò  in assenza della riforma della legge elettorale.
Secondo i sostenitori della legge, questa dovrebbe portare tre risultati : allineare il numero dei nostri rappresentati in Parlamento alle medie degli altri Parlamenti,  in particolare di quelli europei, sull’assunto che quello italiano sia eccessivo; ridurre i costi della politica e assicurare maggiore efficienza al nostro Parlamento. 
Ma molti autorevoli costituzionalisti hanno  assunto posizioni fortemente critiche, osservando che si  tratta di una riforma che non realizza gli obiettivi prefissati e che rischia, invece, di produrre effetti distorsivi  sulla qualità della nostra democrazia. La riforma, comportando un taglio lineare di oltre un terzo dei parlamentari,  non assicura un recupero di efficienza del Parlamento,  specie in assenza di riforma dei Regolamenti parlamentari e delle procedure di approvazione delle leggi;  determinerà, invece, un sensibile rallentamento, se non la paralisi, del lavoro parlamentare e delle Commissioni, aggravandone  l’inefficienza.
Quanto ai costi, affrontando il tema senza inseguire le spinte populiste dell’antipolitica, si deve riconoscere che la democrazia ha esborsi che occorre sostenere per assicurare il funzionamento delle istituzioni repubblicane, dalle quali dipende la garanzia delle libertà fondamentali, il cui valore non è comparabile con il declamato risparmio. Sul quale, peraltro, nessuno è stato in grado, finora, di fornire dati affidabili: i sostenitori della legge parlano di un risparmio di 500 milioni a legislatura, i detrattori la stimano in cinquantamilioni o poco più. Nessuno è in grado di fornire dati certi e verificabili. Quale che  sia l’entità del risparmio, esso non inciderà realmente sui costi del Parlamento, e quindi sulle uscite dello Stato. Il taglio ridurrà solo le indennità di mandato ma non le spese, certo più cospicue, di funzionamento delle camere; soprattutto non inciderà sui costi realmente inutili della politica, sugli enti superflui, sulle spese fuori controllo, sugli sprechi e sui privilegi, sulle pratiche degenerative ed illegali.
Quanto all’allineamento del numero dei nostri parlamentari alle medie di quelli europei, le comparazioni hanno dimostrato che l’argomento è suggestivo e demagogico; certo è che, invece, se la riforma  andrà a regime  l’Italia sarà tra i  paesi europei con il minor numero di rappresentanti eletti in Parlamento.
Occorre allora, molto seriamente, domandarsi se un risparmio di spesa  incerto, e scarsamente incidente sui  costi della politica, costituisca un vantaggio tanto significativo da giustificare  gli effetti distorsivi che la riforma rischia di determinare sulla  democrazia, sulla rappresentanza politica e sul pluralismo. Effetti che rischiano di aggravarsi in assenza della riforma della legge elettorale, aumentando la distanza tra la politica e i cittadini elettori; perché in presenza  della legge elettorale attuale, nelle quale la composizione delle liste è decisa  delle segreterie dei partiti, la riduzione del numero degli eleggibili accresce il ruolo di queste ultime, che finiranno con l’occupare ogni spazio di rappresentanza, e determina una marcata marginalizzazione delle minoranze, se non la loro espulsione dal Parlamento.
Né potranno trovare adeguata rappresentanza tutte le differenti realtà territoriali del nostro Paese, perché la riforma penalizza i territori più fragili che non potranno più portare in Parlamento le loro istanze e bisogni, ma anche la ricchezza di idee e visioni che le periferie del nostro Paese spesso sono capaci di esprimere. Ciò si inserirebbe in un quadro istituzionale che già registra un progressivo e preoccupante svilimento del ruolo del Parlamento rispetto al Governo, attuato attraverso l’irrigidimento della disciplina di partito, fino alla sostanziale imposizione del vincolo di mandato, il costante ricorso alla decretazione d’urgenza, alla legge delega ed al voto di fiducia, il sistematico accantonamento delle proposte di legge di iniziativa parlamentare per dare corso più rapido a quelle governative. 
Il risultato sarà un Parlamento meno rappresentativo, meno efficiente, meno pluralista, perché privo dei contributi  di tanti territori e delle minoranze, e omologato alla direttive del Governo. Un vulnus per la democrazia rappresentativa voluta dalla Costituzione che rischia di aggravare la crisi di credibilità nella quale da tempo versano le istituzioni del nostro Parlamento, sempre più distanti  dai cittadini.

Coordinamento nazionale di AreaDG   (Area Democratica per la Giustizia)


Referendum

Riflessioni di Roberto Leombroni

Non è facile, nello spazio di un quarto d’ora, spiegare le motivazioni che mi spingono a votare NO nel referendum del 20 e 21 settembre prossimi.

Non sono un giurista. Neppure un costituzionalista esperto. Tanto meno un politico di professione. Dunque non mi addentrerò nei complicati meandri di un discorso tecnico, sul quale, sicuramente, altri sono molto più preparati di me.

Le mie riflessioni saranno quelle di un semplice cittadino, sia pure fornito di un minimo di conoscenze relative alla storia del nostro Paese, che ha particolarmente a cuore le sorti della nostra Costituzione e della nostra democrazia parlamentare.

 

(continua nella sezione Rassegna stampa)

 


Perché NO
NO per dieci motivi

L’etichetta della legge è semplice: 230 deputati e 115 senatori in meno. Ma il contenuto è pericoloso.

 

 

(continua nella sezione Rassegna stampa) Andrea Fabozzi, 19-VIII-2020, Il Manifesto

 


Un appello di donne per il No

3 Settembre 2020

“E invece NO”

Il referendum sul taglio dei parlamentari prevede una riduzione dei seggi in entrambe le Camere, andando a modificare gli artt. 56, 57 e 59 della Costituzione.
Si passerebbe così da 630 a 400 seggi alla Camera e da 315 a 200 seggi al Senato, con un taglio complessivo di 345 parlamentari, pari al 36,5%. Tra questi, verrebbero ridotti i parlamentari eletti all’estero (18 a 12).
Con il taglio dei seggi, aumenta il numero di abitanti per parlamentare. Per ciascun deputato* si passa da 96.006 a 151.210 abitanti* e per ciascun senatore* da 188.424 a 302.420 abitanti*. Di conseguenza, nel caso di approvazione, sarà necessario ridefinire i collegi elettorali tramite una nuova legge che richiederà ulteriore tempo per l’approvazione.

 

(continua nella sezione Rassegna stampa)

 


APPELLO: 20-21 settembre. La Cgil prenda posizione per votare NO!

 

Il 20 e 21 settembre si svolgerà il referendum costituzionale per il taglio del numero dei parlamentari.
Come dirigenti della Cgil voteremo No al referendum, per impedire che la democrazia subisca una ulteriore radicale e negativa trasformazione.
Riteniamo che la riduzione dei parlamentari possa provocare un indebolimento delle funzioni e del ruolo delle massime istituzioni rappresentative del paese, della vita politica del paese e dell’azione sociale. La riduzione del numero dei parlamentari non ridurrebbe di per sé la corruzione e la malapolitica, ma piuttosto gli spazi di pluralismo politico, territoriale, di genere, anagrafico e di competenze.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Pubblicato da Eliana Como in PrimoPiano il 29 agosto 2020

 


Riceviamo e pubblichiamo

Comprate un pallottoliere alla Dadone

La ministra Dadone afferma (https://www.facebook.com/FabianaDad…/posts/10223395258458380)
“in Italia gli eletti diventerebbero 600 per 60 milioni di abitanti. Nel nostro sistema anche i 200 senatori rappresentano la generalità dei cittadini. Nel Regno Unito, invece, i rappresentanti degli elettori sono solo nella Camera dei Comuni (o vogliamo sostenere che i Lord ereditari e di nomina regia siano rappresentanti del popolo?), che conta 650 membri per 67 milioni di abitanti. Lo stesso si dica per la Germania: 700 rappresentanti per 83 milioni di persone (i 69 “senatori” tedeschi non rappresentano il popolo, ma i Lander). Così per Francia e Spagna. Quindi, in Italia oggi c’è un eletto in Parlamento ogni 64mila abitanti, dopo la riforma sarà uno ogni 101mila; nel Regno Unito uno ogni 102mila, in Germania e in Francia uno ogni 117mila. Dunque l’Italia rimarrà, tra i grandi Paesi europei, quello con meno abitanti per ogni parlamentare eletto, ma si allineerà in sostanza ad essi”.

La Dadone ha urgentemente bisogno di un corso di aritmetica, uno di logica e uno di diritto comparato.

 

(continua nella sezione Rassegna stampa) di Sergio Bagnasco

 


Referendum sul taglio dei parlamentari: come sfatare tutti i luoghi comuni che orientano gli elettori

I prossimi 20 e 21 settembre i cittadini italiani saranno chiamati alle urne per esprimere il proprio voto sul referendum riguardante la riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari. Se la riforma ottenesse il consenso popolare, i deputati passerebbero da 630 a 400, i senatori da 325 a 200, con una riduzione di oltre un terzo sul numero complessivo di parlamentari e con la contestuale diminuzione dei rappresentanti eletti dagli italiani all’estero. La riforma è stata approvata per la prima volta – con il voto favorevole di pressoché tutti i partiti – nell’ottobre 2019 ma non è entrata in vigore nel gennaio di quest’anno come previsto perché 71 senatori hanno richiesto lo svolgimento di un referendum popolare, inizialmente fissato per il 29 marzo e poi slittato a causa dell’epidemia da coronavirus diffusasi nel nostro Paese. Si è così deciso di svolgerlo contestualmente alle altre elezioni – non nazionali – che si terranno in vari territori nelle stesse date.

 

(continua nella sezione Rassegna stampa) Giusy Santella pubblicato il 1 Settembre 2020 Mar dei Sargassi

 


Il parlamento serve a tutti noi

Referendum. Il No ci difende come cittadini, e conforta che nonostante le difficoltà si moltiplichino i comitati e le voci variamente motivate che lo sostengono

Oggi il meeting di Cl presenta un evento dal titolo emblematico: «Il parlamento serve ancora?». Troveremo Di Maio e Speranza, poi Boschi, Delrio, Lupi, Meloni, Salvini, Tajani. Facciamo uno scoop: nessuno dirà che non serve. Ma forse sarebbe stato più giusto titolare «A cosa serve il parlamento, e a chi?».

(continua nella sezione Rassegna stampa) Massimo Villone, Il Manifesto, 21- VIII - 2020

 


I ladri di polli leghisti e la matrice pubblica della corruzione

Corruzione. La bagarre sui politici che hanno preso il bonus di 600 euro, tra i quali si distinguono ovviamente i leghisti, rischia di far dimenticare colpevoli ben più importanti e oscurare il carattere strutturale della corruzione nel tardo capitalismo.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Fabrizio Tonello , 19-VIII-2020

 


Riceviamo e pubblichiamo

Caos climatico e territorio in abbandono

I disastri provocati in Veneto e in Lombardia da improvvise tempeste scatenatesi nei giorni scorsi e i violenti incendi che hanno distrutto interi boschi della Sicilia occidentale, rientrano solo in parte, come qualcuno ha già osservato, nel quadro consueto dei dissesti italiani. Li comprendono certamente, ma entro una dinamica nuova e più grave. Alluvioni ed incendi, frane e distruzioni di boschi hanno legami invisibili che vanno ricordati. Il cosiddetto riscaldamento globale non si esaurisce nell'innalzamento medio della temperatura, ma si esprime anche nel caos climatico, nella ricorrenza accentuata dei fenomeni estremi, cateratte d'acqua in poche ore e perfino trombe d'aria, accanto a prolungate siccità, che offrono ai criminali, la possibilità di appiccare incendi alle foreste con sicuro successo.

 

(continua nella sezione Rassegna stampa) Piero Bevilacqua  Il Manifesto, 3-IX-2020


L'inchiesta dell'Espresso

Esclusivo - Strage di Bologna, ecco le carte segrete di Licio Gelli

I documenti sequestrati al capo della P2  sono al centro delle nuove indagini sui mandanti dell'attentato

(continua nella sezione Rassegna stampa) Paolo Biondani 22 luglio 2020

 


Giustizia insieme

19 luglio 1992 di Morena Plazzi (magistrata)

Non saprei dire quante volte ho raccontato questa storia, e non so neppure se adesso sto rielaborando quello che per anni ho rivisto ogni 19 luglio, la storia dei miei racconti, oppure sarò capace di una testimonianza vera. Io quel giorno ero lì, il 19 luglio 1992 ero proprio lì, a Palermo.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Morena Plazzi


Libera informazione

Lorenzo Frigerio il 19 luglio 2020. Giustizia, Mafie, Memoria

Paolo Borsellino e la sua disperata corsa contro il tempo

“Non sono né un eroe né un Kamikaze, ma una persona come tante altre.
Temo la fine perché la vedo come una cosa misteriosa, non so quello che succederà nell’aldilà.
Ma l’importante è che sia il coraggio a prendere il sopravvento…
Se non fosse per il dolore di lasciare la mia famiglia, potrei anche morire sereno”. Paolo Borsellino
“…Grazie… Signor Procuratore, per aver percorso la sua strada fino in fondo, insegnandoci che ne vale sempre la pena, se la meta da raggiungere è essenziale, in quanto è una risposta di senso alla vita.”

Leggi l’articolo integrale su http://www.liberainformazione.org/2020/07/19/paolo-borsellino-e-la-sua-disperata-corsa-contro-il-tempo-2/

 


19 luglio 1992, strage di via D'Amelio. All'Albero della Pace il ricordo di Paolo Borsellino e degli agenti Agostino Catalano, Emanuela Loi, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli, Eddie Walter Cosina, morti insieme a Lui il 19 luglio del 1992.

​Palermo ricorda il 28esimo anniversario della strage di Via D'Amelio.

Nella buca lasciata dall'esplosione di Via D'Amelio, un anno dopo la strage mafiosa, per iniziativa di Maria Pia Lepanto, mamma del giudice Borsellino, fu piantato un ulivo proveniente da Betlemme, simbolo di rigenerazione, di solidarietà, d'impegno civile, di giustizia, l'Albero della Pace.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Il Fatto Quotidiano, 18-VII-2020

 


Election day, così si limita la libertà di voto sul referendum

La decisione del governo di un election day, il 20-21 settembre, che accorpa il referendum sul taglio ai parlamentari con altre elezioni politiche e amministrative, è una scelta senza precedenti che rappresenta un'offesa alla Costituzione.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Appello pubblicato dal quotidiano Il Manifesto, 16-VII-2020

 


Dove è la condanna bipartisan della politica contro le violenze neofasciste?

L'aggressione del Verano, per cui ieri è arrivata la condanna in primo grado, è solo un episodio di una lunga serie. E a mancare anche stavolta è stata una presa di posizione netta di tutti i partiti che spesso si limitano a una scrollata di spalle.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Federico Marconi, l'Espresso, 07-VII-2020

 


Come evitare la distruzione sociale nella stagnazione che ci aspetta

Le nuove recenti stime del Fondo monetario internazionale prevedono una contrazione del Pil mondiale al 4,9% contro il 3% stimato ad aprile.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Alfonso Gianni, Il Manifesto, 04-VII-2020

 



Domenica 28 giugno 2020, ore 19.00

Chiostro del Palazzo San Domenico (MuMi) – Francavilla a mare


il Collettivo "Tante da raccontare-donne che ce la stanno mettendo tutta", in collaborazione con la Biblioteca comunale, grazie all'organizzazione del Comune di  Francavilla al Mare, nell’ambito del progetto “Storie di donne  che ce la stanno mettendo tutta…ancora”, presenta l'opuscolo

DAI donne abruzzesi illustri

Sarà con noi la giornalista Maria Rosaria La Morgia.

Presentazione  di Assunta Grazioso, coordinatrice del Collettivo
e  di Mariachiara Arbolino, ricercatrice e bibliotecaria.

Intervento di Francesca Buttari, vice Sindaca di Francavilla a mare
e assessora alle Politiche sociali e alla istruzione.

 

In considerazione del ridotto numero di posti, dovuto al rispetto delle norme di distanziamento, la prenotazione è obbligatoria, contattando, fino ad esaurimento posti, il 3288228089.

 


Appello sul Referendum

Referendum costituzionale: No alla grande menzogna

Per adesioni inviare una mail a Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Il 20 e 21settembre saremo chiamati a votare sul referendum costituzionale sul taglio del Parlamento, meno 36,5%, riducendo da 630 a 400 il numero dei deputati e da 315 a 200 quello dei senatori.
Il progetto politico che ha portato al taglio della rappresentanza parlamentare senza ascoltare alternative e critiche è rapidamente invecchiato, esso si risolve in un attacco al ruolo della rappresentanza parlamentare proprio quando ne andrebbe rilanciato il ruolo di rappresentanza e unificazione dell’Italia.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Pubblicato sul quotidiano Il Manifesto, 24-VI-2020

 


Luca Ricolfi: "Stiamo riaccendendo l'epidemia per salvare il turismo"

Professor Ricolfi, l’ultimo post che ha pubblicato sul sito della Fondazione Hume - di cui è Presidente e Responsabile scientifico - è abbastanza preoccupante. Sulla base dell’analisi dei dati della Protezione Civile, vien fuori che ci sono ben 15 province in cui ci sono segnali di ripresa dell’epidemia. In altre 7 la curva dei contagi fa fatica a convergere a zero. Cosa sta succedendo?

(continua nella sezione Rassegna stampa) Huffpost, G. Del Vecchio, 21-VI-2020

 


 

Fascismo, quello «storico» e le sue «forme» nel nostro presente

Certo il «fascismo storico» è davvero morto, ma il «neofascismo» è ben vivo e lotta contro di noi, e alcuni degli obbiettivi impliciti della sua lotta hanno a che vedere non con il presente immediato, ma con un «lungo presente».

(continua nella sezione Rassegna stampa) Paolo Favilli, Il Manifesto, 20-VI-2020

 


Pubblichiamo i due interventi conclusivi
della XX Edizione del progetto

Il Calendario della Repubblica
Il Dovere della Memoria

"La nostra storia - Questioni di genere dalla Costituzione alla vita quotidiana - Principi, Cultura, Meccanismi Occupazionali, Sistemi Economici"

a cura  dell'associazione Chieti nuova 3 febbraio
in collaborazione con l'associazione "UniTre - Chieti", le Scuole Superiori di Chieti Istituto Tecnico "Ferdinando Galiani - Romualdo de Sterlich", Liceo Scientifico " Filippo Masci", Istituto di Istruzione Superiore "Luigi di Savoia", Istituto di Istruzione Superiore "Umberto Pomilio”

1)  21maggio 2020, ore 10.00

Intervento di Roberto Leombroni - Questioni di genere

link https://youtu.be/P0CGdNexn54

 

2) 22maggio 2020, ore 10.00

Intervento di Assunta Grazioso del collettivo " Tante da raccontare - Donne che ce la stanno mettendo tutta"

link https://www.youtube.com/watch?v=ouvIvv65pQk

 

(continua nella sezione Riceviamo e pubblichiamo)

 

 


Perché l’Italia non si è mai liberata davvero del fascismo

The Vision

Podhum è una piccola località croata, 8 km a nord di Fiume. Intorno alle 7 del mattino del 12 luglio 1942 truppe regolari dell’esercito italiano entrarono nel villaggio, accompagnate dai Carabinieri e dalla milizia fascista. Avevano l’ordine di giustiziare tutti gli uomini tra i 16 e i 60 anni, e lo eseguirono con fucilazioni di gruppo.

(continua nella sezione Rassegna stampa)

 


La grande bruttezza

L’Italia che a villa Pamphilj esibisce la grande bellezza romana dello scultore e architetto Algardi, soffre di una grande bruttezza perché è paese malato soprattutto di diseguaglianza. Tra Nord e Sud, tra uomini e donne, tra giovani e vecchi e, naturalmente tra ricchi e poveri.
Come su queste pagine ha scritto Pierluigi Ciocca, 4,4 milioni di imprese possiedono un patrimonio netto di circa 10 trilioni di euro: quattro volte il debito pubblico. Eppure tra le forze che più apertamente si contrappongono al governo spicca proprio Confindustria chiedendo più soldi pubblici anziché investire l’immenso patrimonio per costruire nuovo lavoro.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Norma Rangeri, Il Manifesto,13-VI-2020

 


Senza scuola non c’è politica, non c’è giustizia

L’anno scolastico è finito quando è iniziato il lockdown. Non prendiamoci in giro, non raccontiamoci storielle edificanti. L’anno scolastico è finito il 5 marzo 2020, malgrado l’attivazione della Didattica a Distanza.
Cosa mi hanno tolto quando mi hanno tolto la scuola? Semplice: mi hanno tolto la vita, o meglio, l’ossigeno. Non mi interessa vincere il premio professoressa dell’anno, non è di retorica che voglio scrivere: ma è innegabile che io abbia scelto l’insegnamento perché, più che insegnanti, ho avuto maestri di vita che mi hanno disegnato davanti agli occhi un orizzonte emotivo secondo cui chi sta dietro una cattedra – o, per quanto mi riguarda, in mezzo agli studenti – ha una missione.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Gaja Lombardi Cenciarelli, Il Manifesto, 13-VI-2020


Il piano Colao e le politiche governative

Quando il premier Conte scelse Vittorio Colao per guidare la cosiddetta “task force” con l’obbiettivo di elaborare il piano di rilancio economico e sociale di fronte alla gravissimi conseguenze prodotte dalla pandemia, bastò leggere le poche note biografiche del personaggio per capire cosa ci aspettasse.
Ex ad di Vodafone, dove per sua stessa ammissione aveva guadagnato la modica cifra di 17 milioni di euro, con precedenti esperienze ad alti livelli presso Morgan Stanley e Mckinsey & Company. Insomma un cavallo di razza del capitalismo di questi anni. Per questo c’è poco da sorprendersi nel leggere il documento che la squadra di “esperti”, guidata dal manager lombardo, ha prodotto attraverso un documento di 121 schede, “Iniziative per il rilancio” Italia 2020-2022. L’impianto generale del testo è di robusta impostazione liberista, in linea con la logica aziendalista affermatesi in questi decenni, con una “spruzzata” di verde e un po’ di sociale alla fine. Già dal primo punto dove si prevede l’esclusione della responsabilità penale per le imprese di fronte al contagio Covid-19, troviamo delle misure estremamente emblematiche. Dalle defiscalizzazioni alle facilitazioni per l’aumento di capitale, fino alla centralità di rapporti di lavoro precari e “a tempo determinato”.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Sergio Sinigaglia, Global project, 11-VI-2020


Se le imprese comprano banche invece di fabbriche, la partita è persa

Pandemonio. Gli imprenditori hanno patrimoni privati di migliaia di miliardi. Devono essi per primi ricapitalizzare le aziende. Lo Stato può contribuire in seconda battuta
La crisi economica è di tipo nuovo. Idee chiarissime si può solo fingere di averle! I vecchi parametri econometrici saltano. Sta scendendo la stessa propensione al consumo, sembra. E vi sono più motivi di riflessione.
Cadono sia la domanda sia l’offerta. Non si sa quale cade di più. L’incertezza impedisce di investire là dove i prezzi relativi salgono e di disinvestire là dove essi flettono (durevolmente?).

(continua nella sezione Rassegna stampa) Pierluigi Ciocca, Il Manifesto, 10-VI-2020

 


9 giugno 1944: liberazione di Chieti dall’occupazione dei Tedeschi

(www.chietinuova3febbraio.it, Filippo Paziente, “Fu la Nembo a liberare Chieti?”)

 


2 giugno 1946 – 2 giugno 2020

Viva la Repubblica – Viva la Costituzione, nate dall’Antifascismo e dalla Resistenza

 


Quirinale. Mattarella per il 2 giugno: fiero dell'Italia nel Covid, serve unità morale

 

"Il 2 giugno si celebra l'anniversario della nascita della nostra Repubblica. Lo faremo in una atmosfera in cui proviamo nello stesso tempo sentimenti di incertezza e motivi di speranza"
Le sofferenze di questi mesi "non vanno brandite gli uni contro gli altri". Sergio Mattarella celebra la Festa della Repubblica in uno dei momenti più duri per l'Italia e invita ancora una volta la politica a unirsi per superare questa fase drammatica. Chiede a tutte le istituzioni di mostrarsi all'altezza, loda i milioni di italiani che hanno lavorato e rispettato le regole ma alza la voce contro le strumentalizzazioni, tanto più odiose se fatte sul dolore e sui lutti provocati dal coronavirus.

(continua nella sezione Rassegna stampa) dal quotidiano L’Avvenire - lunedì 1 giugno 2020

 


Fondazione Falcone

23 Maggio 1992: LA STRAGE DI CAPACI

Il 23 Maggio 1992, Giovanni e la moglie Francesca, di ritorno da Roma, atterrano a Palermo con un jet del Sisde, un aereo dei servizi segreti partito dall’aeroporto romano di Ciampino alle ore 16,40.
Tre auto,  una Croma marrone, una bianca e una azzurra li aspettano. È la scorta di Giovanni, la squadra affiatatissima che ha il compito di sorvegliarlo dopo il fallito attentato del 1989 dell’Addaura. Ma poco dopo aver imboccato l’autostrada che congiunge l’aeroporto alla città, all’altezza dello svincolo di Capaci, una terrificante esplosione (500 kg di tritolo) disintegra il corteo di auto e uccide GIOVANNI FALCONE, la moglie FRANCESCA MORVILLO, gli agenti della scorta, ROCCO DICILLOANTONIO MONTINAROVITO SCHIFANI.
La fine di Giovanni Falcone potrebbe essere letta come una sconfitta dei giusti e dello Stato, come la fine di una speranza, ma in realtà la sua morte ha rappresentato l’inizio di una vera rinascita della società civile, che ha spinto le istituzioni statali a sferrare nei confronti della mafia un attacco tale da ridurre quasi al tappeto Cosa nostra. Tutti i più grandi latitanti, tranne Matteo Messina Denaro, sono in prigione e l’azione della magistratura e delle forze dell’ordine non conosce soste. È importante, però, che l’azione non si fermi. Qualsiasi indecisione o allentamento della tensione giova a Cosa nostra. Per questo è fondamentale l’impegno delle istituzioni e, soprattutto, la vigilanza della società civile. Spetta a tutti noi, ai giovani, che saranno i  protagonisti del domani, mantenere alto l’esempio lasciato da Giovanni Falcone e fare propria la lezione di legalità, di professionalità e di amore per lo Stato che il magistrato ci ha lasciato.
…Giovanni Falcone è stato un magistrato italiano che ha dedicato la sua vita alla lotta contro la mafia senza mai retrocedere di fronte ai gravi rischi a cui si esponeva con la sua innovativa attività investigativa, mosso da uno straordinario spirito di servizio verso lo Stato e le sue istituzioni. È stato tra i primi a identificare Cosa Nostra in un’organizzazione parallela allo Stato, unitaria e verticistica in un’epoca in cui si negava generalmente l’esistenza della mafia e se ne confondevano i crimini con scontri fra bande di delinquenti comuni. La sua tesi è stata in seguito confermata dalle dichiarazioni rilasciate nel maxiprocesso dal primo importante pentito di mafia, Tommaso Buscetta, e, negli anni seguenti, da altri rilevanti collaboratori di giustizia.
Grazie al suo innovativo metodo di indagine ha posto fine all’interminabile sequela di assoluzioni per insufficienza di prove che caratterizzavano i processi di mafia in Sicilia negli anni ’70 e ’80. Il metodo si avvale di indagini finanziarie presso banche e istituti di credito in Italia e all’estero e permette di individuare il movimento di capitali sospetti. Esso è tuttora adottato a livello internazionale per combattere la criminalità organizzata.
Rigore investigativo, indagini finanziarie ed estrema capacità di coesione all’interno del gruppo che è passato alla storia come il “pool antimafia”: queste le caratteristiche che hanno permesso la realizzazione del primo maxiprocesso alla mafia, il più grande risultato mai conseguito contro Cosa nostra. L’eccezionale lavoro di un manipolo di magistrati guidati da Falcone approdò al dibattimento pubblico che vide alla sbarra 475 mafiosi, tra boss e gregari. Esemplare la sentenza, che consentì alla magistratura di condannare all’ergastolo l’intera direzione strategica di Cosa nostra. Accuse poi confermate fino in Cassazione…

www.fondazionefalcone.it

 


“Il Fatto quotidiano" di oggi 23 maggio 2020  in ricordo di Giovanni Falcone.

IL “METODO FALCONE” E’ SEMPRE ATTUALE

di Piergiorgio Morosini (Giudice delle indagini preliminari del tribunale di Palermo)

“Non c’è tempo da perdere, bisogna mettere da parte le guerre tra il CSM, l’Anm, il guardasigilli, i partiti. Cosa Nostra delinque senza soste, mentre noi litighiamo senza soste”. A quattro giorni dalla strage di Capaci, Giovanni Falcone affida ad un giornalista parole drammatiche e premonitrici. Lo fa a commento di quei segnali di ferocia mafiosa che, dopo l’omicidio dell’europarlamentare Salvo Lima, si intensificano, rendendo ancora più convulsa la delicata transizione politico-economica dell’Italia del 1992. Ma quelle parole non possono cristallizzarsi in un passato lontano. Richiamano una questione che ciclicamente si ripropone: l’idoneità delle risorse istituzionali nella sfida alle forme più insidiose di criminalità per i diritti e la democrazia.
Sull’appello di Falcone alla “compattezza” degli organi dello Stato sembra calato il velo dell’oblio. A dirlo è la cronaca di maggio 2020. Le postazioni-chiave del “sistema giustizia” sono attraversate da asprezze e conflitti di ogni tipo. Basti pensare alla mozione di sfiducia verso il Guardasigilli, in seguito a provvedimenti di scarcerazione per motivi di emergenza sanitaria. O ancor più, alla pubblicazione di stralci di una indagine perugina su condotte di componenti del Consiglio superiore della magistratura. Una vicenda che svelerebbe storie di trame, rancori e miserie umane, per brama di potere, carriera o piccoli vantaggi personali. Come tale in grado di screditare un organo di rilevanza costituzionale, chiamato a difendere l’autonomia di tanti giudici e pubblici ministeri lontani anni luce da certe logiche e impegnati ogni giorno in delicate funzioni.

(continua nella sezione Rassegna stampa)

 


XXVII Corso di Educazione alla Legalità nelle Scuole Secondarie di primo grado, promosso dalla Sezione Distrettuale Abruzzese della Associazione Nazionale Magistrati e dalla Associazione Chieti nuova 3 febbraio

“La Costituzione e il rispetto della persona nella vita quotidiana- Ambiente, Salute, Lavoro”

Relazioni conclusive dei magistrati Giuseppe Falasca, Angelo Zaccagnini, inviate ai referenti delle Scuole partecipanti per essere lette agli studenti delle Scuole Medie nei giorni 14 e 15 maggio 2020

Giuseppe Falasca

Saluto dei Magistrati Abruzzesi

Anche quest’anno, il ventisettesimo di fila, l’associazione “Chieti Nuova 3 febbraio” e l’A. N. M. Abruzzese insieme ai presidi, ai docenti e a voi ragazzi delle scuole medie, hanno promosso il corso sulla legalità dedicato al tema “La Costituzione e il rispetto della persona nella vita quotidiana - Ambiente, Salute, Lavoro”, ma realizzato solo in parte, con gli interventi dei magistrati Piercamillo Davigo e Gherardo Colombo, con la visione del film “Promised Land” e con le nostre conversazioni.

Innanzitutto è doveroso il saluto e il ringraziamento alle scuole Medie Inferiori di CHIETI Antonelli, G. Chiarini-C. De Lollis, Convitto Nazionale “G. B. Vico”, F.Vicentini; di FARA FILIORUM PETRI-sedi di Fara, Casacanditella, Casalincontrada, Rapino, Roccamontepiano; di FRANCAVILLA A MARE F. P. Michetti; di RIPA TEATINA-TORREVECCHIA TEATINA M. Buonarroti; di SAN GIOVANNI TEATINO G. Galilei.
Se, a conclusione del corso, ci troviamo a comunicare per iscritto, nell’impossibilità d’incontrarci, vederci, avere il piacere di comunicare guardandoci da vicino, di godere del clima festoso e vociante dei nostri incontri conclusivi, è per il drammatico momento che accomuna tutto il mondo nella pandemia che ci ha colpito. Pandemia che ha travolto la vita di tutti, ci ha costretti a modificare profondamente le nostre abitudini, a vivere chiusi in casa, lontani dalle persone care, a volte privandoci per sempre della loro presenza.

(continua nella sezione Iniziative)

 


XXVII Corso di Educazione alla Legalità nelle Scuole Secondarie di primo grado, promosso dalla Sezione Distrettuale Abruzzese della Associazione Nazionale Magistrati e dalla Associazione Chieti nuova 3 febbraio

“La Costituzione e il rispetto della persona nella vita quotidiana- Ambiente, Salute, Lavoro”

Sintesi di Angelo Zaccagnini

Carissimi educatori e ragazzi
voglio ringraziare presidi, docenti e Voi studenti delle scuole medie inferiori di CHIETI Antonelli, G. Chiarini-C. De Lollis, Convitto Nazionale “G. B. Vico”, F.Vicentini; di FARA FILIORUM PETRI-sedi di Fara, Casacanditella, Casalincontrada, Rapino, Roccamontepiano; di FRANCAVILLA A MARE F. P. Michetti; di RIPA TEATINA-TORREVECCHIA TEATINA M. Buonarroti; di SAN GIOVANNI TEATINO G. Galilei.
Il compito che mi è stato affidato è quello di sintetizzare un messaggio da sottoporre alla vostra attenzione sul tema, sopra riportato, che, dopo gli interventi dei  magistrati Piercamillo Davigo e Gherardo Colombo, la visione del film “Terra promessa” e le nostre conversazioni, sarebbe stato ancora oggetto di dibattito nelle scuole, se non avesse fatto irruzione nella nostra vita la pandemia da covid-19 con gli effetti noti a tutti.
Per dare conto di quanto mi appresto a comunicare, voglio subito precisare, soprattutto per i docenti:
--che, ogni affermazione di carattere giuridico, non è mia opinione, ma trova fondamento in norme costituzionali, convenzioni e trattati internazionali oltre che in pronunce delle massime autorità giurisdizionali (Corte Costituzionale, Corte di Giustizia dell’U.E., Corte di Cassazione, Consiglio di Stato) tanto che si tratta di “diritto vivente”.
Le citazioni, però, saranno ridotte al minimo per agevolare la lettura da parte dei ragazzi;
--che i principi che cercherò di enucleare con parole comprensibili, sono frutto di enunciazioni contenute in gran parte della Legislazione non solo nazionale, ma anche sovranazionale che, quanto a quella dell’Unione Europea, trova diretta applicazione con carattere di prevalenza sulle leggi interne.
Attraverso questo scritto, pensato per voi ragazzi, cercherò di farvi comprendere che parliamo di principi e diritti che, in quanto contenuti nel nostro Ordinamento Giuridico, non sono astratti, ma rappresentano regole obbligatorie da rispettare, soprattutto da parte dei pubblici poteri ed a garanzia di ogni Persona, specialmente quelle più giovani che, non va dimenticato, sono soggetti titolari di diritti fin dalla nascita (art. 1 Cod. Civ.).

(continua nella sezione Iniziative)

 

 

 


Fondazione Falcone

23 Maggio 1992: LA STRAGE DI CAPACI

Il 23 Maggio 1992, Giovanni e la moglie Francesca, di ritorno da Roma, atterrano a Palermo con un jet del Sisde, un aereo dei servizi segreti partito dall’aeroporto romano di Ciampino alle ore 16,40.
Tre auto,  una Croma marrone, una bianca e una azzurra li aspettano. È la scorta di Giovanni, la squadra affiatatissima che ha il compito di sorvegliarlo dopo il fallito attentato del 1989 dell’Addaura. Ma poco dopo aver imboccato l’autostrada che congiunge l’aeroporto alla città, all’altezza dello svincolo di Capaci, una terrificante esplosione (500 kg di tritolo) disintegra il corteo di auto e uccide GIOVANNI FALCONE, la moglie FRANCESCA MORVILLO, gli agenti della scorta, ROCCO DICILLOANTONIO MONTINAROVITO SCHIFANI.
La fine di Giovanni Falcone potrebbe essere letta come una sconfitta dei giusti e dello Stato, come la fine di una speranza, ma in realtà la sua morte ha rappresentato l’inizio di una vera rinascita della società civile, che ha spinto le istituzioni statali a sferrare nei confronti della mafia un attacco tale da ridurre quasi al tappeto Cosa nostra. Tutti i più grandi latitanti, tranne Matteo Messina Denaro, sono in prigione e l’azione della magistratura e delle forze dell’ordine non conosce soste. È importante, però, che l’azione non si fermi. Qualsiasi indecisione o allentamento della tensione giova a Cosa nostra. Per questo è fondamentale l’impegno delle istituzioni e, soprattutto, la vigilanza della società civile. Spetta a tutti noi, ai giovani, che saranno i  protagonisti del domani, mantenere alto l’esempio lasciato da Giovanni Falcone e fare propria la lezione di legalità, di professionalità e di amore per lo Stato che il magistrato ci ha lasciato.
…Giovanni Falcone è stato un magistrato italiano che ha dedicato la sua vita alla lotta contro la mafia senza mai retrocedere di fronte ai gravi rischi a cui si esponeva con la sua innovativa attività investigativa, mosso da uno straordinario spirito di servizio verso lo Stato e le sue istituzioni. È stato tra i primi a identificare Cosa Nostra in un’organizzazione parallela allo Stato, unitaria e verticistica in un’epoca in cui si negava generalmente l’esistenza della mafia e se ne confondevano i crimini con scontri fra bande di delinquenti comuni. La sua tesi è stata in seguito confermata dalle dichiarazioni rilasciate nel maxiprocesso dal primo importante pentito di mafia, Tommaso Buscetta, e, negli anni seguenti, da altri rilevanti collaboratori di giustizia.
Grazie al suo innovativo metodo di indagine ha posto fine all’interminabile sequela di assoluzioni per insufficienza di prove che caratterizzavano i processi di mafia in Sicilia negli anni ’70 e ’80. Il metodo si avvale di indagini finanziarie presso banche e istituti di credito in Italia e all’estero e permette di individuare il movimento di capitali sospetti. Esso è tuttora adottato a livello internazionale per combattere la criminalità organizzata.
Rigore investigativo, indagini finanziarie ed estrema capacità di coesione all’interno del gruppo che è passato alla storia come il “pool antimafia”: queste le caratteristiche che hanno permesso la realizzazione del primo maxiprocesso alla mafia, il più grande risultato mai conseguito contro Cosa nostra. L’eccezionale lavoro di un manipolo di magistrati guidati da Falcone approdò al dibattimento pubblico che vide alla sbarra 475 mafiosi, tra boss e gregari. Esemplare la sentenza, che consentì alla magistratura di condannare all’ergastolo l’intera direzione strategica di Cosa nostra. Accuse poi confermate fino in Cassazione…

www.fondazionefalcone.it

 


Per la transizione decreti-legge e leggi ordinarie

Fase 2. Non è uno scrupolo eccessivo, ma il solo modo in cui ci si può assicurare che il governo operi nei limiti dalla Costituzione: i Dpcm sono atti amministrativi non soggetti al sindacato della Corte costituzionale, dunque sfuggono al controllo di costituzionalità.

L’attenuarsi dell’emergenza impone il ripristino delle ordinarie competenze costituzionali e il ritorno agli equilibri tra i poteri. Gli atti extra ordinem e le decisioni autoritative assunte dal Governo nella fase più acuta della pandemia sono state legittimate dalla necessità di salvaguardare la vita degli individui. Ora, il diritto fondamentale alla salute deve continuare ad essere preservato, ma senza più bisogno di rotture o forzature.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Gaetano Azzariti , Il Manifesto, 30 - IV- 2020


Il ritorno all’austerità è scritto nel Def

In attesa che in Europa venga definito il ventaglio degli strumenti finanziari per fronteggiare la crisi, una certezza c’è già: chi avrà bisogno di soldi dovrà chiederli in prestito. Che si tratti di Mes o di «Sure», di credito della Bei, di raccolta in proprio di risorse sul mercato dei capitali o dell’etereo – per adesso – recovery fund, la sostanza non cambia. Il denaro, anche al tempo della crisi, rimane una fonte di estrazione di valore.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Luigi Pandolfi, Il Manifesto, 29 – IV- 2020

 


Primo maggio - festa del Lavoro e dei Lavoratori
istituita nel 1889, a Parigi, per ricordare le lotte per la conquista dei diritti, gli incidenti e le morti di Chicago durante lo sciopero generale di tre anni prima.

Il lavoro è un valore. Il lavoro è un diritto e un dovere di ogni donna e di ogni uomo.

Leggiamo, rileggiamo, stampiamo nelle menti e nei cuori la nostra Costituzione:

Articolo 4. La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Articolo 36. Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.

Art. 37. La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore…

Oggi, in questa situazione di emergenza, “il lavoro umile ci ha salvato. Il senso di responsabilità dei lavoratori ha tenuto in piedi il paese...Ci hanno colpito le lavoratrici e i lavoratori con i loro comportamenti, la loro volontà, serietà, abnegazione, la loro solidarietà. E’ il lavoro che sconfiggerà il virus, ancora una volta il mondo del lavoro sta dimostrando una forza ed un senso di responsabilità generale che commuove ed inorgoglisce, perché sa prendersi cura dei problemi e dei bisogni delle persone…"
Allo stesso tempo…, “è emerso in maniera palese come l’attuale modello di sviluppo non è più rispondente ai bisogni e alle necessità della grande maggioranza delle persone. Il virus ha svelato crudelmente in maniera molto più efficace di tante nostre critiche che uno sviluppo basato sulla finanza e sulla crescente diseguaglianza non è sostenibile né per l’uomo né per la natura.”
Inoltre,  “mi ha colpito la fragilità del nostro sistema sociale e in particolare quello dell’assistenza delle persone. A iniziare dal sistema di sanità pubblico del nostro Paese, falcidiato da anni di tagli indiscriminati, e ora è chiaro a tutti che deve essere rafforzato ed esteso…”
E’ stata confermata ancora una volta “la centralità del lavoro e delle persone che lavorano. In Italia, a proposito di emergenza sanitaria, abbiamo retto e stiamo reggendo soprattutto grazie al sacrificio e alla professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori del settore. Tutti: dai medici agli infermieri, dagli addetti alle pulizie a chi fa la manutenzione degli impianti…”

(Maurizio Landini, segretario generale Cgil, dal quotidiano Il Manifesto, 28 aprile 2020, intervista di Massimo Franchi a Maurizio Landini).

 


25 aprile 2020

Settantacinquesimo anno della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo con la Liberazione di Milano da parte dei Partigiani il 25 aprile 1945: data fondativa della Democrazia, della Repubblica, della Costituzione, conquistate anche per  tutti noi dalla Resistenza delle donne e degli uomini.

Noi, rifiutando nettamente la rimozione della Memoria, convinti  “che è proprio nella memoria degli eventi fondatori che la democrazia si afferma e si manifesta come valore” (Enzo Bianchi, priore di Bose), consapevoli di quanto è costata la lotta per la libertà, continuiamo con serietà e con lealtà, con l’impegno civico a difendere la nostra convivenza civile.

I nostri padri “sono morti senza retorica, senza grandi frasi, con semplicità, come se si trattasse di un lavoro quotidiano da compiere: il grande lavoro che occorreva per restituire all’Italia libertà e dignità. Di questo lavoro si sono riservata la parte più dura e più difficile, quella di morire, di testimoniare con la resistenza e la morte la fede nella giustizia. A noi è rimasto un compito cento volte più agevole; quello di tradurre in leggi chiare, stabili e oneste”, in comportamenti consapevoli e responsabili, “il loro sogno”, solo in parte attuato: “di una società più giusta e più umana, di una solidarietà di tutti gli uomini, alleati a debellare il dolore”. (Piero Calamandrei).

Nell’attuale stato di emergenza sanitaria, guardando a loro, rimaniamo uniti, vigili, solidali.

Il 25 aprile 2020, dalle ore 15,00, partecipiamo al flash mob, organizzato dall’ANPI nazionale, esponendo il tricolore e diffondendo dai balconi il canto “Bella ciao”.

Buona festa della Liberazione!

 


BUONA PASQUA. Auguri!

 

Perché la Pasqua sia effettivamente un passaggio:

 

Auguriamoci che la persona umana sia al centro delle relazioni, del sistema di vita, della visione del mondo, al fine di garantirne il pieno sviluppo (Costituzione della Repubblica italiana, articolo 3)

 

Auguriamoci che nessuno debba morire per e nel compiere il proprio dovere

 

Auguriamoci che ci ricorderemo sempre dei responsabili di progetti, di decisioni, di comportamenti che hanno provocato dolori, sofferenze, morti, rovine economiche

 

Auguriamoci che il bene comune e non il profitto e il bieco interesse personale ispirino scelte e decisioni nei gestori della cosa pubblica, non dimenticando che “i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore” (Costituzione della Repubblica italiana, articolo 54)

 

Auguriamoci che saremo capaci di esercitare il nostro  ruolo di cittadini, rivendicando i diritti inviolabili dell’uomo, adempiendo ai doveri inderogabili di solidarietà politica, economica, sociale (Costituzione della Repubblica italiana, art. 2), riflettendo e sollecitando la riflessione sul senso di “pubblico servizio”

 

Auguriamoci che “la cultura sappia proteggere l’uomo dalle sofferenze invece di limitarsi a consolarlo”*

 

Auguriamoci che la giustizia sociale, la giustizia economica, la giustizia ambientale siano autentiche priorità effettive

 

Studiamo, leggiamo, informiamoci, confrontiamoci

 

perché abbiamo bisogno della intelligenza e della coscienza critica l’uno dell’altro

 

per dare risposte concrete alle complesse sfide dell’oggi e del domani e per contrastare i tentativi di imporre un sistema basato sulla concentrazione della ricchezza e del potere in poche mani e sulla crescita a dismisura delle disuguaglianze.

 

Auguriamoci di farcela!

 

 

*Elio Vittorini

 


PM Sanitopoli: carenze vengono da lontano

 

"La carenza di mezzi e posti letto, le ristrettezze economiche nella sanità pubblica di oggi vengono da lontano. Anche da ruberie e tangenti provate nelle sentenze del processo della Sanitopoli d'Abruzzo. Gli imputati si vantavano dei tagli ai posti letto fatti nel pubblico e nel privato: per loro era elemento di difesa. Ma Angelini diceva 'con tutti i soldi che vi ho dato volete tagliare anche me?'. Quei tagli furono occasioni per ottenere tangenti". Ricorda così quei giorni Giuseppe Bellelli, l'ex pm del pool della Procura di Pescara guidata da Trifuoggi e con Di Florio, che nel 2008 avviò l'inchiesta che decapitò la Giunta Del Turco. Prime notizie di reato nel 2006, arresti nel 2008, processo fino al 2013. "Si difendevano dicendo che lo Stato aveva imposto quei tagli, ma l'Abruzzo divenne regione canaglia per via delle cartolarizzazioni messe in campo dalle giunte di centrodestra e centrosinistra e altre malversazioni all'origine del dissesto che ne è seguito" dice Bellelli, oggi capo della Procura a Sulmona.

ANSA - PESCARA, 4 APRILE 2020

 

 

 


Regione Abruzzo 2016, rischi coronavirus

Ente doveva adottare Piano emergenze infezioni entro 2016

"I coronavirus sono un esempio di virus che hanno effettuato il salto di specie". E' quanto si legge nel Piano di Prevenzione 2014-2018 della Regione Abruzzo, in cui l'ente scriveva che "le infezioni da Sars CoV, Mers CoV, nuovi ceppi influenzali a trasmissione umana, l'influenza aviaria H7N9 e le infezioni da Ebola virus alimentano il burden delle malattie infettive e sono causa di elevato livello di attenzione al livello globale". In base al Piano la Regione doveva approvare entro il 2016 una "delibera regionale per l'adozione di un Piano permanente per la gestione delle emergenze infettivologiche ed in particolare per l'adeguata diagnosi e presa in carico dei pazienti con infezioni diffusive per via aerea". Per la Regione, in sintesi, bisognava "introdurre un piano di risposta generale regionale alle grandi emergenze infettive per poterle contenere, circoscrivere la loro trasmissione e mantenere in sicurezza gli operatori sanitari coinvolti nelle procedure di assistenza e di cura".

(continua nella sezione Rassegna stampa) ANSA – Redazione - PESCARA, 4 APRILE 2020

 


Coronavirus, niente pigiama né screenshot: ecco le regole dei presidi per le lezioni online

Anche da casa, bisogna rispettare qualche norma di comportamento: arrivare puntuali, non distrarsi con altre app e non usare il telefono. Ecco il decalogo di alcuni istituti

(continua nella sezione Rassegna stampa) di Alex Corlazzoli, Il Fatto Quotidiano, 5 Aprile 2020


Intervista a Quammen: “La pandemia era prevedibile. Ora pensiamo alla prossima”

David Quammen - Parla lo scrittore di “Spillover”, il libro che 10 anni fa raccontava tutto del coronavirus. “Non riesco a spiegarmi perché l’Italia…”

(continua nella sezione Rassegna stampa) di Maddalena Oliva, 4 Aprile 2020

 


Appello Manifesto per il “dopo”
Quando la pandemia sarà finita

 

 

Il Virus Covid 19 infuria in grandissima parte dei paesi e sembra non volersi placare se non dopo aver toccato l'ultima contrada del pianeta. Abbiamo davanti la più grave emergenza sanitaria della storia umana, dopo la Spagnola. Negli ultimi tempi, di fronte alla minaccia globale del riscaldamento climatico, abbiamo assistito alla sostanziale indifferenza dei poteri dominanti. Tutto è continuato come prima, perché il rischio appariva lontano, non portava danni immediati al processo di accumulazione capitalistica. Oggi la pandemia, che si diffonde quasi con la velocità dei flussi finanziari mondiali, ha messo in scacco la crescita, ha fermato la grande giostra e rischia di schiantarla. La vastità dell'evento e la radicalità delle sue implicazioni, i morti e la distruzione di ricchezza, impongono che dopo la grande tempesta nulla sia più come prima.
Indichiamo alcuni punti di necessaria, radicale trasformazione dello status quo.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Pietro Bevilacqua, Il Manifesto

 


Più investimenti per la salute, meno spese militari

L’Italia e il mondo intero stanno affrontando la gravissima emergenza sanitaria derivante dalla pandemia di coronavirus COVID-19, forse la più grande crisi di salute pubblica (e non solo) del dopoguerra per i paesi ricchi ed industrializzati. Rete della Pace e Rete italiana per il Disarmo si uniscono alle voci di vicinanza e compartecipazione ai problemi che l’intero Paese sta vivendo, con un particolare pensiero ai familiari delle vittime e un forte sostegno nei confronti degli operatori della sanità e di chi mantiene operativi i servizi essenziali.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Rete Italiana per il Disarmo 17.03.2020

 


Cari prof, concentratevi sul vostro compito: essere la differenza per i ragazzi

«Gli insegnanti smettano di trattare gli alunni come contenitori vuoti da riempire con schede e compiti», dice Daniela Lucangeli commentando una certa declinazione della didattica a distanza a cui assistiamo in questi giorni confusi. I ragazzi oggi hanno urgenza di essere sostenuti e rassicurati: «Voi potete fare la differenza nel sostenere i ragazzi nel momento in cui hanno più bisogno di aiuto. Anziché fare monologhi di un’ora, meglio organizzare dei micro gruppi, così che il tempo trascorso davanti a uno schermo sia un tempo dedicato».

(continua nella sezione Rassegna stampa) Sabina Pignataro

 


Ignazio Marino: «Tornate a investire sulla sanità, è il made in Italy di successo»

Intervista. Da Philadelphia, dove dal 2016 è tornato ad occuparsi di trapianti alla Thomas Jefferson University, parla l'ex presidente della commissione Sanità del Senato ed ex sindaco di Roma: «Basta con gli armamenti, ricominciate a finanziare ospedali pubblici e ricerca. L’Italia è un modello»

(continua nella sezione Rassegna stampa) Eleonora Martini Edizione del 19.03.2020

 


IL Virus sovrano

 

Qualunque emergenza porta allo scoperto i problemi che la normalità nasconde sotto il tappeto. In Italia, il coronavirus arriva su un paese diviso fra nord e sud e devastato dalla governance neoliberale nel servizio sanitario, nel mercato del lavoro, nell’assetto istituzionale. Come cambia il rapporto fra sicurezza e libertà mentre il virus attacca la sovranità statuale e l’ideologia sovranista. Un racconto dall’Italia per il quotidiano spagnolo “ara.cat”

 

(continua nella sezione Rassegna stampa) Giuseppe Altieri Articolo pubblicato su “ara.cat” il 13/03/2020

 


Da Pierluigi Sullo

 

Un amico che lavora al ministero dell'ambiente (che in questo momento ha cessato di esistere, causa contagi, ed è bizzarro che proprio il ministero dell'ambiente, in questo momento, sia scomparso) ha mandato in rete, a una serie di amici, un documento veramente impressionante. Si tratta di una ricerca molto seria, condotta da diverse istituzioni e università italiane, e da molti ricercatori, sul rapporto tra Covid-19 e inquinamento dell'aria, in particolare i Pm10 o come si chiamano, le polveri, ecc. Hanno messo a confronto, questi ricercatori, la diffusione del contagio e i dati delle centraline che rilevano le polveri e il particolato e insomma l'inquinamento dell'aria in tutte le province italiane. Il risultato è impressionante. Più inquinamento, più contagi, perché i virus usano le particoelle sospese come tappeti volanti e volano anche lontano, come dimostrano ricerche cinesi, ad esempio, sulla diffusione del virus del morbillo. Ed ecco perché sono la Lombardia, e la Pianura Padana, ad essere colpite, ed ecco perché l'inazione sull'inquinamento dell'aria, l'assistere inerti al superamento sistematico dei limiti fissati dall'Unione europea, si sta convertendo in un omicidio di massa. Ma leggete, se vi va, questo rapporto.

 

(continua nella sezione Rassegna stampa)

 


Al tempo del Coronavirus

Tre esercitazioni Nato

1) Dal quotidiano Il Centro, 11 marzo 2020:
Colonna militare Nato con carri armati all'uscita dall'A14. Esercitazione denominata Defender europe 2020, con 37mila unità Usa, è in corso in Europa. La colonna transitata in Abruzzo è uscita al casello Pescara Nord / Città sant'Angelo per percorrere la statale 16 Adriatica e rientrare in A14 a Pineto. La deviazione si è resa necessaria per osservare il divieto di transito sui viadotti per i veicoli superiori a 44 tonnellate .

(continua nella sezione Rassegna stampa) Da Davide Zedda, Notizie nazionali.it, 24-III-2020

 


Noam Chomsky: “I padroni dell’umanità hanno ucciso l’Europa”


“Si credono i padroni dell’umanità e purtroppo lo stanno diventando: la politica democratica ha cessato di resistere loro, spianando la strada alla dittatura incondizionata dei poteri forti, economici e finanziari, che ormai dettano le condizioni della nostra vita pubblica”. Parola di Noam Chomsky, considerato il maggior linguista vivente, autore del capolavoro “Il linguaggio e la mente”.
A 86 anni, il professore statunitense dimostra una lucidità di pensiero e di visione che non lascia spazio a dubbi. Nessuna illusione: “Le nostre società stanno andando verso la plutocrazia. Questo è il neoliberismo”, dice Chomsky, in Italia per il Festival delle Scienze di Roma nel gennaio 2014.  Il titolo dell’ultima raccolta di testi inediti tradotti in italiano è estremamente esplicito: loro, gli oligarchi globali, signori delle multinazionali e grandi banche d’affari, sono “I padroni dell’umanità”.
“La democrazia in Italia è scomparsa quando è andato al governo Mario Monti, designato dai burocrati seduti a Bruxelles, non dagli elettori”, afferma Chomsky. In generale, come riporta il newsmagazine “Contropiano”, per Chomsky “le democrazie europee sono al collasso totale, indipendentemente dal colore politico dei governi che si succedono al potere.”
Sono “finite”, le democrazie del vecchio continente – Italia, Francia, Germania, Spagna – perché le loro sorti “sono decise da burocrati e dirigenti non eletti, che stanno seduti a Bruxelles. Decide tutto la Commissione Europea, che non è tenuta a rispondere al Parlamento Europeo regolarmente eletto. Puro autoritarismo neo-feudale: questa rotta è la distruzione delle democrazie in Europa e le conseguenze sono dittature”.
Per Chomsky, il neoliberismo che domina la dottrina tecnocratica di Bruxelles è ormai un pericolo planetario. Il fanatismo del “libero mercato” come via naturale per un’economia sana poggia su di un dogma bugiardo e clamorosamente smentito. In realtà senza il supporto pubblico (in termini di welfare e di emissione monetaria) nessuna economia privata può davvero svilupparsi.
Oggi il neoliberismo si configura come “un grande attacco alle popolazioni mondiali”, addirittura “il più grande attacco mai avvenuto da quarant’anni a questa parte”. Desolante il silenzio dell’informazione, che coinvolge gli stessi “new media”: la loro tendenza è quella di “sospingere gli utenti verso una visione del mondo più ristretta”.

Giuseppe Altieri 21.02.2014 - Redazione Italia

Quest'articolo è disponibile anche in: Francese

 

 

 


Fermiamo il contagio alla «sfera comune»

 

Pandemia . La scarsità di beni, di occasioni, di libertà, la moltiplicazione dei rischi è sempre stata accompagnata dal dilagare di piccole e grandi cattiverie pubbliche e private, dalla strenua difesa dei privilegi, nonché da tentazioni autoritarie.

Ora il quadro è più o meno chiaro a tutti. Con uno sfasamento temporale certo e certificato, con forze diseguali in campo come già prima della crisi pandemica, rese oggi manifeste dalle diverse potenzialità di cura. Ma la partita tra interdipendenza e arroccamento, tra Europa e “priorità nazionali”, tra cooperazione e competitività è completamente aperta, come hanno dimostrato le barriere imposte alla circolazione dei materiali sanitari.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Marco Bascetta, Il Manifesto, 24-III.2020


Comuni d’Italia, tra pazienti zero e interessi sul debito

 

Ecco un altro motivo per rimanere a casa, ma non rimanere in silenzio

In piena emergenza sanitaria, ciò che fino a qualche giorno fa era innominabile diventa improvvisamente senso comune. Si scopre così che i soldi, che finora non c’erano, ora possono essere messi a disposizione a dismisura; che possono essere dati direttamente a famiglie e imprese, invece che solo alle banche; che i vincoli di bilancio sono algoritmi senza senso e possono essere by-passati; e si rende infine evidente quanto tagli e privatizzazioni abbiano messo profondamente alle corde quello che era uno dei migliori sistemi sanitari al mondo, con conseguenze che oggi tutti paghiamo.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Marco Bersani, il Manifesto, 21-III-2020


Dal quotidiano La Stampa

Il caso Ilaria Capua: radiografia del suicidio italiano

Un’eccellenza mondiale distrutta nell’indifferenza. Da genio della scienza a trafficante di virus da condannare all’ergastolo per procurata epidemia Dieci anni di indagini sgangherate accompagnate dalla gogna mediatica e social in odio alla casta e alla scienza. Prosciolta è andata negli Stati Uniti.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Mattia Feltri, pubblicato il 25 Giugno 2017, ultima modifica il 26 Marzo 2020


David Quammen: «Questo virus è più pericoloso di Ebola e Sars»

L'intervista di Stella Levantesi a David Quammen. L’autore di «Spillover» (Adelphi, 2014) spiega il nesso tra uomini e pipistrelli. E perché la pandemia dipende soprattutto da noi

Otto anni fa, nel 2012, il divulgatore scientifico e autore David Quammen ha scritto nel suo libro Spillover (Adelphi, 2014), una storia dell’evoluzione delle epidemie, che la futura grande pandemia («the Next Big One») sarebbe stata causata da un virus zoonotico trasmesso da un animale selvatico, verosimilmente un pipistrello, e sarebbe venuto a contatto con l’uomo attraverso un «wet market» in Cina.
Ma non si tratta di una profezia, Quammen è arrivato a queste conclusioni attraverso ricerche, inchieste e interviste accompagnate dai dati scientifici degli esperti.
Dalla sua casa in Montana, Quammen ci aiuta a comprendere meglio la pandemia di coronavirus, la sua genesi e il suo sviluppo.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Il Manifesto, 25-III-2020


Epidemia coronavirus, due approcci strategici a confronto

 

Propongo una ipotesi in merito ai diversi stili strategici di gestione dell’epidemia adottati in Europa e altrove. Sottolineo che si tratta di una pura ipotesi, perché per sostanziarla ci vogliono competenze e informazioni statistiche, epidemiologiche, economiche che non possiedo e non si improvvisano. Sono benvenute le critiche e le obiezioni anche radicali.

L’ipotesi è la seguente: lo stile strategico di gestione dell’epidemia rispecchia fedelmente l’etica e il modo di intendere interesse nazionale e priorità politiche degli Stati e, in misura minore, anche delle nazioni e dei popoli. La scelta dello stile strategico di gestione è squisitamente politica.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Roberto Buffagni, italiaeilmondo.com

 


L'epidemia e la mondialità che manca

La rapida diffusione su scala globale del Covid 19 mostra, su un piano nuovo, la mondializzazione simultanea dei fenomeni che attraversano la nostra epoca.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Piero Bevilacqua, Manifesto, 13-III-2020

 


"Le misure sono costituzionali a patto che siano a tempo determinato"

ROMA - "Basta leggere la Costituzione per essere certi che per i gravi stati di emergenza - ed è fuori discussione che quello del Coronavirus lo sia - si può contare su una piena garanzia che misure eccezionali sono possibili e quindi legittime". È questo il parere di Gaetano Azzariti, professore di diritto costituzionale alla Sapienza di Roma.

(continua nella sezione Rassegna stampa) La Repubblica, 8-III-2020

 


Perché le donne continuano a guadagnare meno degli uomini

In tutti i paesi del mondo e nella maggior parte dei settori lavorativi, le donne sono ancora pagate meno degli uomini. Questo divario retributivo continua a rappresentare una delle ingiustizie sociali più diffuse a livello globale.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Giulia Testa, Internazionale, 6-III-2020

 

 

 

 

 

 


Libertà e Giustizia

Referendum: No a riduzione numero dei parlamentari

Da sempre Libertà e Giustizia si è impegnata a difendere la Costituzione nella consapevolezza che essa è un corpo vivente, i cui mutamenti devono mirare a renderla meglio preparata a rispondere alle sfide della società che cambia ma senza stravolgerne l’identità. Difendere la Costituzione non significa necessariamente dire no alle proposte di riforma.

(continua nella sezione Rassegna stampa) 14 febbraio 2020

 


QUESTIONE GIUSTIZIA
Magistratura e società

In ricordo di Vittorio Bachelet *

Vittorio Bachelet raccontato ai giovani studenti di oggi. Il suo percorso di giurista, l’impegno nella società e nelle istituzioni, la sobrietà e il coraggio

(continua nella sezione Rassegna stampa) Vittorio Borraccetti, già magistrato, già segretario generale di Magistratura Democratica

 


Sulle Foibe un giorno per tutti i ricordi

10 febbraio, Giorno del Ricordo. Ecco il racconto del contesto che gli italiani non conoscono: dal «fascismo di frontiera» degli anni ’20, dai crimini dell’Italia in Jugoslavia, dai 100.000 jugoslavi deportati e internati, alle violenze jugoslave del settembre ’43 e maggio ’45, fino all’esodo italiano.

Ripubblichiamo questo articolo dello storico Giacomo Scotti, pubblicato per la prima volta sul manifesto del 5 febbraio 2014, vista la sua scottante attualità.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Giacomo Scotti, 11.02.2020

 


Fascist Legacy - Un’eredità scomoda

Fascist Legacy ("L'eredità del fascismo") è un documentario della BBC sui crimini di guerra commessi dagli italiani durante la Seconda Guerra Mondiale. La RAI acquistò una copia del programma, che però non fu mai mostrato al pubblico. La7 ne ha trasmesso ampi stralci nel 2004. Il documentario, diretto da Ken Kirby, ricostruisce le terribili vicende che accaddero nel corso della guerra di conquista coloniale in Etiopia – e negli anni successivi – e delle ancora più terribili vicende durante l’occupazione nazifascista della Jugoslavia tra gli anni 1941 e 1943. Particolarmente crudele la repressione delle milizie fasciste italiane nella guerriglia antipartigiana in Montenegro ed in altre regioni dei Balcani. Tali azioni vengono mostrate con ottima, ed esclusiva, documentazione filmata di repertorio e con testimonianze registrate sui luoghi storici nella I puntata del film. Il documentario mostra anche i crimini fascisti in Libia e in Etiopia. Nella II puntata il documentario cerca di spiegare le ragioni per le quali i responsabili militari e politici fascisti -colpevoli dei crimini- non sono stati condannati ai sensi del codice del Tribunale Militare Internazionale di Norimberga, per crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Conduttore del film è lo storico americano Michael Palumbo, autore del libro “L’olocausto rimosso”, edito -in Italia- da Rizzoli. Nel film vengono intervistati -fra gli altri- gli storici italiani Angelo Del Boca, Giorgio Rochat, Claudio Pavone e lo storico inglese David Ellwood.

Fonte e video :
Fascist Legacy ("L'eredità del fascismo") è un documentario della BBC sui crimini di guerra commessi dagli italiani durante la Seconda Guerra Mondiale. La RAI acquistò una copia del programma, che però non fu mai mostrato al pubblico

temi.repubblica.it

 


Riceviamo e pubblichiamo

REPETITA IUVANT

Non mi stancherò, ogni anno, di ripubblicare il seguente post, che risale a qualche anno fa. Lo farò fino a quando la triste vicenda delle foibe non comincerà a essere trattata senza usare violenza alla storia.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Roberto Leombroni

 


GIORNO DEL RICORDO: STORIA E POLEMICHE

Il Giorno del Ricordo è stato istituito con Legge 30 marzo 2004, per “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe” e dell’esodo degli istriani e dalmati, nonché “della più complessa vicenda del confine orientale”.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Filippo Paziente

 


Giustizia Insieme

Giustizia Insieme, nel Giorno della Memoria, offre alla lettura quattro contributi, tutti uniti da un filo prezioso, attorno al quale si annodano le parole memoria, vita, persone e dignità.

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Antonella Dell’Orfano (Il valore della Memoria) apre le porte del suo essere figlia di un deportato nei campi di concentramento nazisti e, con impareggiabile delicatezza, offre ai lettori aspetti di intimità intrisi dei valori che hanno segnato  la sua esperienza familiare prima e quella di giudice, poi, dell’essere giudice che ha a cuore la dignità della persone e sente per queste ragioni di non potere mai deflettere dal suo ruolo di custode della Costituzione.

Giuseppe (Piero) De Marzo ( Immunità giurisdizionale e diritti fondamentali) centra la sua riflessione sul tema dell’immunità giurisdizionale e dei crimini contro l’umanità, riannodando i fotogrammi della vicende che nell’ultimo ventennio hanno infiammato la giurisprudenza nazionale, comune e costituzionale, entrambe capaci di ergersi contro la giustizia internazionale in nome della tutela dei diritti umani.

Noemi di Segni (Memoria oggi: impegno di coerenza, oltre la conoscenza) invita, forte della memoria del passato, ad essere coerenti fino in fondo rispetto alle multiformi manifestazioni di odio che continuano a germinare nei tempi nostri, allertando tutti ad un impegno supplementare  in nome di chi non ha mai fatto ritorno, anche se sopravvissuto, all’orrore della shoah.

Roberto Giovanni Conti (Fare memoria sull’Olocausto. Il divieto di negazionismo e la Corte edu (brevi osservazioni a Corte dir. uomo, 3 novembre 2019, Pastors c. Germania) prende lo spunto  da una recente sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo resa nei confronti di un parlamentare tedesco che aveva pronunziato un discorso intriso di odio all’indomani del 27 gennaio 2000, fornendo qualche chiave di lettura sul tema dell’abuso del diritto in ambito convenzionale.


Contributi che sembrano tutti uniti dall’infinita dignità che meritano tutti quelli considerati, colpevolmente, senza dignità.

 


3 febbraio 2020 - 2 febbraio 1993
Per superare, senza dimenticare, le ragioni che hanno portato ai gravi fatti del 2 febbraio 1993

Cronistoria dell’associazione Chieti nuova 3 febbraio
Per chi non sa e per chi ha dimenticato

Il 2 febbraio 1993, a Chieti, furono arrestati alcuni dei signori del 10%: cinque assessori e quattro tecnici Comunali, con l’accusa di concussione, abuso e falso ideologico in atti di ufficio: questo è l’inizio della emersione della  tangentopoli con le rivelazioni di un imprenditore sulle tangenti per l’appalto di una Scuola in una contrada di Chieti.
L’8 febbraio, cinque amici  decidono di incontrarsi per parlare della situazione e studiare  che fare. Si chiedono: vogliamo essere indifferenti, ignoranti, immemori o consapevoli, responsabili, con la voglia di rimboccarci le maniche, evitando le inutili lamentazioni e il pretestuoso vittimismo  e canalizzando l’indignazione  verso scelte, progetti e azioni concrete?
Scriviamo ai nostri concittadini una lettera aperta, che portiamo personalmente alle redazioni locali dei quotidiani, allora presenti in città e scopriamo che si sta creando un gruppo, composto da partiti di opposizione, sindacati, associazioni. Aderiamo. Si costruisce il Comitato per lo scioglimento del Consiglio Comunale, all’interno del quale ci diamo il nome di Gruppo Liberazione. Nei giorni successivi, il Comitato raccoglierà 12.000 firme.
Il 14 febbraio, nella notte di San Valentino, viene arrestato anche il Sindaco.
Il 4 marzo ci fu la scoperta in Comune dell’Archivio delle raccomandazioni, con l’elenco dettagliato dei raccomandati (schede con i dati delle persone che il Sindaco assisteva, da chi partiva la raccomandazione…)
Il Consiglio Comunale si sciolse e furono indette nuove elezioni. A luglio, il comitato, in parte, si sciolse. Parte decise di trasformarsi nell’ associazione Chieti nuova 3 febbraio, perché già dal nome  si comprendesse immediatamente la speranza che simili fatti non accadessero più.
Noi tenacemente continuiamo il nostro lavoro, pur nelle difficoltà del percorso. Ne valeva la pena. Ne vale la pena.

 

 


COMUNICATO

Come ogni anno dall’istituzione del Giorno della Memoria, nell’ambito della ventesima edizione del progetto Il Calendario della Repubblica-Il Dovere della Memoria l’associazione Chieti nuova 3 febbraio, in collaborazione con l’Istituto di Istruzione Superiore Luigi di Savoia, l’Istituto Professionale Umberto Pomilio, l’Istituto Tecnico Ferdinando Galiani – Romualdo de Sterlich, il Liceo Scientifico Filippo Masci, l’associazione Chieti torna al cinema, l’Unitre-Chieti, Per il GIORNO della MEMORIA, promuove la realizzazione della prima iniziativa Le verità dimenticate – il lager di Bolzano:

Mercoledì 29 gennaio 2020, ore 17.00, presso il Museo d’Arte Costantino Barbella, via C. de Lollis, 10, Chieti, Antonella Tiburzi, storica, Università di Bolzano, ANED-Milano (Associazione Nazionale ex Deportati Politici nei campi di sterminio nazisti) dialoga con Costantino Di Sante,storico, autore del libro“Criminali del campo di concentramento di Bolzano - Deposizioni, disegni, foto e documenti", edito da Edition Raetia.

Letture a cura degli studenti delleScuole partecipanti.

Dalla quarta di copertina del libro Criminali del campo di concentramento di Bolzano: Una inedita documentazione ha fatto emergere nuovi agghiaccianti particolari sulla gestione del campo di concentramento di Bolzano. Deposizioni, testimonianze, fotografie, disegni e certificati, finora mai pubblicati, provengono soprattutto dal National Archives di Washington e dall'Archivio dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito di Roma.
Grazie a queste nuove fonti sono state ricostruite le biografie dei principali responsabili dei misfatti avvenuti durante i mesi di funzionamento di uno dei principali luoghi di detenzione nazista nell'Italia occupata.

La seconda iniziativa sarà realizzata  nel mese di febbraio con la proiezione del docufilm, distribuito dall’Istituto Luce, “La casa dei bambini” di Francesca Muci e con l’intervento della regista. La data e il luogo saranno comunicati al più presto.

Info: www.chietinuova3febbraio.it; facebook/chietinuova3febbraio

 


Da Amnesty International

 

Quattro anni senza Giulio

Alle 19.41 del 25 gennaio migliaia di luci saranno pronte ad accendersi per ricordare il momento esatto dell'ultimo sms inviato da Giulio Regeni prima di essere sequestrato in Egitto, sottoposto nei giorni successivi a feroci torture e assassinato.
In questi quattro anni abbiamo continuato giorno dopo giorno a chiedere la verità con iniziative in ogni parte del paese. Continueremo fino a quando ci sarà una verità giudiziaria che coincida con quella storica, che attesti quel "delitto di stato", ne accerti le responsabilità individuali e le collochi lungo una precisa catena di comando.
Pescara: dalle 19:15 ci raccoglieremo di fronte al mercato di piazza Muzii per accendere le fiaccole alle 19.41.

 


I veri patrimoni del nostro paese

Devo rassegnarmi; sono rigido, forse intollerante.
Ai giovani racconto spesso le vite di avvocati, magistrati, poliziotti, carabinieri che hanno sacrificato sé stessi per la legalità costituzionale, uccisi da mafia e terrorismo. Dico loro che persone come Giorgio AMBROSOLI, Fulvio CROCE, Giovanni FALCONE, Paolo BORSELLINO, Ninni CASSARA’, Emanuele BASILE e tanti altri devono farci sentire fieri di essere italiani, sono un patrimonio nazionale. Inizialmente quei ragazzi mi guardano con gli occhi di chi pensa che ho voluto spararla grossa per attirare la loro attenzione. Dopo, al termine del racconto, non lo pensano più, capiscono che quelle vite sono testimonianza vera, in carne, ossa e, purtroppo, sangue, di coerenza e sacrificio per il bene comune.

(continua nella sezione Rassegna stampa) Pasquale Profiti, Procura della Repubblica di Trento

 


La contro-narrazione di Giampaolo Pansa

 

Ha avuto l’abilità e la capacità d’inserirsi negli spazi vuoti di una narrazione antifascista spesso reticente e retoricamente bloccata. A ben poco, o nulla, è servito ricordare che tante di quelle vicende che sui suoi libri venivano gridate, erano già state oggetto di ricerche, volumi, video e quant’altro.

(continua nella sezione Rassegna stampa) di MASSIMO STORCHI 16 Gennaio 2020

 


Pansa, la sconcertante santificazione di un falsario

La santificazione a testate unificate di Giampaolo Pansa lascia sconcertati.

È naturalmente comprensibile il lutto degli amici e degli ammiratori, così come è lodevole la gratitudine dei più giovani giornalisti che ripensano ai loro debiti verso quello che fu, fino a un punto preciso della sua vita, un maestro del nostro italianissimo giornalismo. Ma il silenzio sulla scelta revisionista di Pansa (una scelta che assorbe, portandolo di male in peggio, quasi gli ultimi vent’anni della sua vita), o peggio i tentativi di liquidarla con accenni a un suo gusto per le questioni «controverse», al suo essere «bastian contrario» o «sempre contro», sono invece inaccettabili. E nemmeno il combinato disposto dell’intollerabile ipocrisia italica e borghese del «de mortuis nihil nisi bonum» e del corporativismo giornalistico possono giustificare questa corale opera di depistaggio.

(continua nella sezione Rassegna stampa) di Tomaso Montanari, 15-I-2020

 


Questione Giustizia - Magistratura e società

La recensione di “Sorry we missed you” di Ken Loach

Spiacenti, ci siamo persi la dignità del lavoro

Per quanto si vada preparati alla visione dell’ultimo film di Ken Loach, non ci sono difese contro il cazzotto che il regista 83enne sferra in pieno stomaco al suo pubblico con la storia di Ricky ed Abby e dei loro due figli, e della caduta di questa famiglia, prima unita e solidale, in un inferno di disperazione umana ancor più che economica.

(continua nella sezione Rassegna stampa) di Rita Sanlorenzo sostituto procuratore generale presso la Corte di cassazione, 11 gennaio 2020