Il peggio può arrivare

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Il peggio può arrivare


Grande e melmosa è la confusione sotto il cielo. La crisi del finanzcapitalismo investe tutto il mondo occidentale, Stati uniti in testa. In Europa è peggio. C'è un debito da fallimento e c'è un arresto della crescita. La situazione è massimamente contraddittoria: per ridurre il debito bisogna risparmiare, ma risparmiare deprime la crescita. Come uscirne? La risposta è difficile.
Anche l'Italia è in questa situazione. Declassata dall'agenzia di rating Standard&Poor's per il debito e da un blocco della produttività e della produzione da un po' di anni. Crescita della disoccupazione e calo della domanda. In contemporanea c'è una brutta crisi politica: anche il berlusconismo fa acqua, non riesce a governare, che è la cosa più seria, ed è travolto da scandali pesanti. C'è il fatto che oggi l'attuale Presidente del Consiglio è l'uomo più ricattato d'Italia, e questa condizione non aiuta alcun governo.
In Italia siamo così a un intreccio di crisi politica e crisi economica e, per esperienza e memoria, tutti sappiamo che quando la crisi economica agisce sulla politica la deriva di destra è inevitabile.

Nella situazione data una destra oltre la destra berlusconiana non è affatto da escludere. Come dice il vecchio detto, «al peggio non c'è fine». In una situazione siffatta grande è la responsabilità delle varie sinistre italiane. E qui siamo a un punto assai critico. Se le sinistre tutte, quelle dei partiti e quelle di opinione, per dire dei giornali, faranno loro principale argomento di lotta le escort e i bunga bunga non credo che usciremo da questa situazione e viene da chiedersi: anche fatto fuori Berlusconi (il cui partito è un'accozzaglia in fermento) in che condizioni si troverà la politica italiana? È un interrogativo, a mio parere, da non sottovalutare.
Quindi la domanda torna al che fare delle sinistre, che dovrebbero essere coscienti del fatto che l'opposizione di Confindustria a Berlusconi non è di sinistra, anche se viene enfatizzata sui giornali di sinistra. In una situazione così grave e pericolosa (la minaccia di slittamento a destra è fuori dell'uscio) la sinistra dovrebbe mettere in secondo piano gli scandali e presentare e sostenere un programma unitario di misure economiche contro la crisi. Certo c'è una crisi economica che rende tutto più difficile, ma la sinistra dovrebbe avere la forza di elaborare un programma di riforme economiche e sociali per uscire dalla mortale deriva dell'attuale crisi economica e politica. In altri tempi la sinistra presentava suoi progetti, ricordo per tutti il Piano del lavoro di Di Vittorio.
Nell'attuale pericolosa crisi economica e politica le sinistre tutte dovrebbero convergere in una proposta programmatica forte e realistica. Altrimenti andremo inevitabilmente al peggio, continuando a prendercela con gli scandali berlusconiani, ignorando che ci può essere ancora un peggio dopo Berlusconi.

Valentino Parlato, Il Manifesto, 21-IX-2011