Presidente, non sfidi la richiesta di cambiamento

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Presidente, non sfidi la richiesta di cambiamento


Adesso, oggi, ora è il momento della ragione.

Al drammatico vuoto lasciato dal crollo della politica mi piacerebbe che i cittadini italiani, tanti cittadini italiani, rispondessero con decisione, rigore, senso dello Stato che altri non hanno avuto.

Sono belle le piazze piene di cittadini che protestano, chiedono, propongono. Sono belle le piazze dove si esprime la rabbia e l’indignazione per l’ingiustizia sociale, sono belle le città che reagiscono e chiedono ad alta voce libertà e giustizia.

Sono un’altra cosa le proteste e gli insulti che prefigurano o possono anche involontariamente prefigurare scontri violenti.

Sappiamo per antica esperienza che il confine è molto labile, ma quando si passa da una piazza all’altra è davvero difficile, forse impossibile, tornare indietro.

Stiamo vivendo tutti noi genericamente di sinistra un momento terribile, abbiamo la sensazione che le cose in cui crediamo siano solennemente calpestate in nome di interessi che non sono comprensibili. Vediamo il sistema avviarsi verso soluzioni assolutamente negative e tali da mettere in discussione, come aveva previsto Valerio Onida, l’impianto generale della Costituzione; verso un governo nemico dell’autonomia della magistratura, fatto di personaggi di un establishment di potere decisissimo a non mollare nemmeno un millimetro del potere … Dunque dobbiamo rispondere, con la forza delle nostre ragioni.

Dovremo spiegare ad esempio che proprio in una fase di scontro e di incomunicabilità così violenti fra cittadini è bene che esista un presidente di garanzia, cioè uno che eletto con un meccanismo sia pure imperfetto come quello attuale, non debba però rispondere agli elettori di una elezione diretta.

Dovremo chiedere a gran voce a Napolitano che non sfidi la evidente richiesta di cambiamento espressa dai cittadini elettori, riproponendo un governo di cariatidi della prima e della seconda Repubblica che sono all’origine dello sfascio e del disorientamento attuale.

Dobbiamo pretendere che alle prossime elezioni si arrivi con una nuova legge elettorale, da fare subito.

Che ci siano restituiti la libertà di voto e un orizzonte di giustizia sociale. Vogliamo le nostre belle piazze non violente, non aggressive. Solo esigenti di democrazia.

 

Sandra Bonsanti, www.libertaegiustizia.it, 22-IV-2013