Temporeggiare stanca

Attenzione: apre in una nuova finestra. PDFStampaEmail

Temporeggiare stanca

L'aumento dell'Iva è rimandato, quello dell'Imu prima casa altrettanto, l'acquisto degli F35 ugualmente rinviato a settembre, e così via. È incredibile come questo governo stia ancora in piedi quando non riesce a prendere una sola decisione che conti. Di fronte ad ogni ostacolo, ad ogni contrasto forte tra Pd e Pdl, non fa altro che rimandare a tempo indeterminato la soluzione. E quindi anche l'anomalia italiana più famosa al mondo: i guai giudiziari di chi ha governato per tre lustri questo paese. Che cosa farà Letta di fronte al rischio di vedere saltare il tavolo? Ancora una volta la risposta è : rimandare. Spingere la Cassazione ad un slittamento della inevitabile sentenza di condanna.

Molti di noi davano una breve vita al governo fin dalla sua nascita. Non avevamo previsto che questa impasse strutturale, questa non decisione programmatica, sta logorando più le forze politiche che sostengono Letta che lo stesso governo. Sembra incredibile, ma la storia dell'antica Roma ci offre un esempio di un dittatore, chiamato per affrontare una situazione di emergenza, che della dilazione fece arte di governo e strategia militare.

Il governo Letta, infatti, è il primo governo nella storia repubblicana che assomiglia a quello di Quinto Fabio Massimo, detto il Cunctator (Temporeggiatore), chiamato ad affrontare Annibale dopo una serie di disfatte dell'esercito romano.

Fabio Massimo non si buttò subito in battaglia, prese tempo e convocò il popolo ripristinando vecchi riti religiosi per mostrare ai romani che gli dei stavano dalla loro parte e che dovevano solo aspettare fiduciosi. Malgrado un'iniziale simpatia, i romani cominciarono a stancarsi e il malcontento venne raccolto da Marco Minucio Rufo, che accusò Fabio Massimo di vigliaccheria.

In effetti, Fabio Massimo, conscio del fatto che in campo aperto Annibale avrebbe vinto, evitò lo scontro diretto finché restò al potere. La sua tattica consisteva nello stremare le truppe avversarie con una guerriglia a bassa intensità, che logorava lentamente il morale degli uomini del comandante cartaginese e allontanava la resa dei conti. Alla fine, il Temporeggiatore fu cacciato, e l'esercito romano sotto la guida di Minucio Rufo andò incontro ad Annibale nella battaglia di Canne, persa tragicamente dai romani. La storia aveva dato ragione al Temporeggiatore, ma aveva anche dimostrato che la pazienza di un popolo non è infinita. Il tempo in politica non è variabile indipendente.

Anche Enrico Letta come Fabio Massimo ha due nemici: uno interno (i partiti che lo sostengono e lo ricattano) e l'altro esterno, Bruxelles ed i fondi speculativi. Anche lui ha scelto il metodo del prendere tempo, e sta logorando lentamente le forze politiche che lo sostengono sempre più confuse e divise dalle lotte politiche intestine. Il recente successo ottenuto a Bruxelles, per altro con scarsi o nulli effetti immediati, rende ancora più forte il suo governo e la sua immagine di un uomo che lavora per il bene dell'Italia mentre gli altri litigano tra loro (Pd, Pdl) o sanno solo insultare (Grillo). Anche nei confronti della speculazione finanziaria, il Letta-Temporeggiatore va avanti a furia di solenni dichiarazioni di fedeltà al fiscal compact, al rapporto deficit/Pil sotto il 3%, anche se nessun provvedimento è stato preso per raggiungere questi risultati. L'importante per adesso è rassicurare, prendere tempo sperando che anche questo nemico subdolo - che ha fatto cadere il governo Berlusconi - possa essere blandito e sterilizzato. Aspettando le ormai mitiche elezioni tedesche di settembre, sperando o illudendosi che cambi la politica della Germania.

Ci riuscirà il nostro moderno Cunctator a logorare i suoi nemici, o il popolo si stancherà come fece con Fabio Massimo? Ovvero: quanto tempo è ancora disponibile per il Letta-Temporeggiatore ?

Questa è la domanda ricorrente che circola nell'incerta estate, mentre milioni di disoccupati non vedono più un futuro, le imprese continuano a fallire, i giovani a emigrare all'estero, e non ci rimane che consolarci con le belle parole del papa. Non è una bella estate, ma prima di ottobre è difficile immaginare che il tempo, quello del meteo e quello della politica, cambi. Forse, potremmo approfittare di questa sospensione per pensare seriamente ad una strategia di politica economica che ci porti realmente fuori dal baratro (ristrutturazione del debito pubblico), per ricostruire legami sociali e sperimentare nuove forme di solidarietà fattiva, sia a livello locale che su scala europea, che preparino la fuoriuscita da un modello di sviluppo ormai visibilmente fallito. Se non resteremo solo a guardare, i tempi lunghi del Cunctator possono diventare una opportunità.

Tonino Perna, Il Manifesto, 14-VII-2013